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17 novembre 2010 |
LEONESSA L'Ente Palio del Velluto rinnova il direttivo,
Rauco eletto presidente L'assemblea generale dell'Ente Palio del Velluto
di Leonessa si rinnova e riparte da Sandro Rauco, eletto alla presidenza
dopo la riunione per rinnovare tutte le cariche statutarie. Dopo la più
che decennale gestione del presidente Franco Bonelli, in carica dal
1999, e dopo alcuni cambiamenti nel direttivo nel corso degli anni, le
dimissioni annunciate già l'anno scorso dal consiglio hanno portato ad
un rinnovo quasi integrale delle cariche. Rauco andrà a sommare la nuova
carica con quella di attuale di responsabile logistico della Rassegna
Nazionale delle Regioni a Cavallo, altra importante manifestazione
leonessana. Il nuovo consiglio direttivo è composto dal presidente
Sandro Rauco, quindi dal direttore artistico Silvana Pasquali; storici
del Palio Luigi Nicoli e Anna Maria Pasquali; tesoriere: Rossella
Barberini: consiglio degli esperti: Gianni Bolletta, Franco Bonelli e
Andrea Pasquali; consiglieri del Sesto di Corno: Cecilia Santoni e
Tonino Zelli; consiglieri del Sesto di Croce: Caroli na Labella ed
Emanuele Labella; consiglieri del Sesto di Forcamelone: Emiliano Alesse
e Silvio Alesse; consiglieri del Sesto di Poggio: Maria Grazia
Camponeschi e Alessandra Gasperini; consiglieri del Sesto di Terzone:
Giulia Aloisi e Bruno Runci; consiglieri del Sesto di Torre: Margherita
Scarfagna e Gilberto Socciarello; membro del consiglio per il comune di
Leonessa: Paolo Trancassini (sindaco); Membro del Consiglio Per la Pro
Loco di Leonessa Elena Rauco
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17 novembre 2010 |
Sandro Rauco presidente dell'Ente Palio del Velluto -
LEONESSA - Rinnovate a Leonessa le cariche dell'Ente Palio del Velluto,
Dopo la più che decennale gestione del presidente Franco Bonelli, in
carica dal 1999, si è proceduto al rinnovo. Ï nuovo presidente è Sandro
Rauco. Questo il nuovo Consiglio direttivo: presidente Sandro Rauco,
direttore artistico Silvana Pasquali, storici del Palio Luigi Nicoli e
Anna Maria Pasquali, tesoriere Rossella Barberini. 11 Consiglio degli
esperti è formato da Gianni Bolletta, Franco Bonelli e Andrea Pasquali.
Consiglieri del Sesto di Como: Cecilia Santoni, Tonino Zelli.
Consiglieri del Sesto di Croce: .Carolina Labella e Emanuele Labella.
Consiglieri del'Sesto di Forcamelone: Emiliano Alesse e Silvio Alesse.
Consiglieri del Sesto di Poggio: Maria Grazia Camponeschi e Alessandra
Gasperini. Consiglieri del Sesto di Terzone: Giulia Aloisi e Bruno Runci.
Consiglieri del Sesto di Torre: Margherita Scarfagna e Gilberto
Socciarello. Membro del Consiglio per il Comune di Leonessa: il sindaco
Paolo Trancassini. Membro del Consiglio Per la Pro Loco di Leonessa
Elena Rauco
Mep Radio |
17 novembre 2010 |
Sabato scorso, a
Palazzo MONGALLI, si è
svolta l’Assemblea
generale dell’Ente Palio
del Velluto, riunitasi
per rinnovare tutte le
cariche statutarie. Dopo
la più che decennale
gestione del Presidente
Franco BONELLI, in
carica dal 1999, e dopo
alcuni cambiamenti nel
Direttivo nel corso
degli anni, le
dimissioni annunciate
già l’anno scorso dal
Consiglio hanno portato
ad un rinnovo quasi
integrale delle cariche.
Il nuovo Presidente è
Sandro RAUCO (nella
foto), che va a sommare
la nuova importante
carica con l’attuale
responsabilità logistica
della Rassegna Nazionale
delle Regioni a Cavallo.
Nel fare i migliori
auguri al nuovo
Consiglio, il Direttivo
uscente si è messo a
disposizione del nuovo
Presidente, per non
disperdere l’esperienza
accumulata nel corso
degli anni. Questo
l’organigramma del nuovo
Consiglio direttivo:
Presidente, Sandro
RAUCO; Direttore
artistico, Silvana
PASQUALI; Storici del
Palio, Luigi NICOLI e
Anna Maria PASQUALI;
Tesoriere, Rossella
BARBERINI; Consiglio
degli esperti, Gianni
BOLLETTA, Franco BONELLI
e Andrea PASQUALI;
Consiglieri del Sesto di
Corno, Cecilia SANTONI e
Tonino ZELLI;
Consiglieri del Sesto di
Croce, Carolina LA BELLA
e Emanuele LA BELLA;
Consiglieri del Sesto di
Forcamelone, Emiliano
ALESSE e Silvio ALESSE;
Consiglieri del Sesto di
Poggio, Maria Grazia
CAMPONESCHI e Alessandra
GASPERINI; Consiglieri
del Sesto di Terzone,
Giulia ALOISI e Bruno
RUNCI; Consiglieri del
Sesto di Torre,
Margherita SCARGAGNA e
Gilberto SOCCIARELLO;
Membro del Consiglio per
il Comune di Leonessa,
Paolo TRANCASSINI;
Membro del Consiglio per
la Pro Loco di Leonessa,
Elena RAUCO.
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Regione Lazio |
15 novembre 2010 |
Impianti sciistici, la Regione lavora ad una normativa unica
Lollobrigida: “Piste diminuite del 70% nel giro di pochi anni”
Un testo unificato per le normative sul tema dello sviluppo della
montagna laziale, con particolare riferimento ai comprensori
sciistici. E’ il progetto per il quale si sono incontrati questa
mattina il vicepresidente della Regione Lazio e assessore
all’Urbanistica, Luciano Ciocchetti, l’assessore regionale
all’Ambiente, Marco Mattei e l’assessore regionale alla Mobilità e
Trasporto Pubblico Locale, Francesco Lollobrigida.
“Negli anni – afferma l’assessore Lollobrigida – questo problema
è stato sottovalutato, mentre le altre regioni hanno fatto passi da
gigante. Nel nostro territorio il dato ha visto diminuire le piste
da sci di quasi il 70%, lasciando il settore in una crisi molto
profonda. Quello di oggi è l’inizio di un lavoro che mira a produrre
un testo unificato di tutte le normative di settore con l’obiettivo
di riuscire a sviluppare le aree più depresse del nostre territorio
e incentivando questa attività economica”.
“Bisogna recuperare la competitività perduta negli anni –
aggiunge l’assessore Mattei – attraverso delle iniziative rispettose
dell’ambiente che andiamo a toccare. Sviluppo e territorio devono
andare di pari passo, essendo ogni aspetto funzionale all’altro”.
“Credo che sia importantissimo – conclude il vicepresidente
Ciocchetti – recuperare la possibilità nella nostra Regione di avere
opportunità di sviluppo anche nelle zone montuose.. Le attività
sportive legate alla neve e alle stazioni sciistiche sono
assolutamente compatibili con le norme di tutela paesistica ed i
vincoli posti dai parchi, come dimostrato in tutte le altre regioni
d’Italia. Si tratta di mettere a punto una normativa che sia in
grado di dare opportunità e condizioni di sviluppo nell’equilibrio
dei piani d’intervento”.
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13 ottobre 2010 |
Leonessa Cinquantamila visite alla sagra. Battuti tutti i
record Divorati 150 quintali di patate - Marco Fuggetta - LEONESSA
La 21a edizione della sagra della patata ha battuto ogni record. «Basti
pensare alla stima di circa 50 mila visite nel week-end». Le parole sono
del sindaco, Paolo Trancassini, ma in effetti chi si è avventurato nelle
strade che conducono a Leonessa, nella migliore delle ipotesi ha fatto
mezz'ora o un'ora di coda in automobile, segno del flusso impressionante
di visitatori. Senza contare le centinaia di camper parcheggiati nei
prati intorno al centro storico. Ma i «numeri grandiosi di questa
edizione - racconta ancora il primo cittadino - stanno anche nelle
patate lavorate e nei materiali utilizzati. È la prima volta che ci
capita di lavorare oltre 150 quintali di patate per gli gnocchi. Inoltre
sono state utilizzate 20mila vaschette per le palatine fritte e gli
gnocchi. Ma non solo, la testimonianza dello strepitoso successo viene
dagli espositori. Molti di loro conclude il sindaco Trancassini - hanno
già prenotato per l'anno prossimo». Tra i vip che hanno preso parte alla
sagra di Leonessa anche Fabio Melilli alla guida della giunta
provinciale .Alcuni espositori venivano addirittura dalle isole,
Sardegna e Sicilia, e da regioni lontane. Insomma, la sagra della patata
è ufficialmente l'evento gastronomico-turistico più importante della
provincia. Per la soddisfazione degli oltre 100 volontari di Comune e
Pro-Loco impegnati ogni anno.
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12 ottobre 2010 |
Leonessa All'evento ha partecipato anche il presidente
Melilli Una "Sagra della patata" da 10 e lode LEONESSA - La "Sagra della
patata leonessana" che si è tenuta in questo fine settimana appena
trascorso ha nuovamente riscosso m indiscutibile successo.
Fra gli ospiti dell'appuntamento gastronomico c'è stato anche il
presidente della Provincia Fabio Melilli che è stato accolto dal sindaco
Paolo Trascassini, dall'assessore comunale Vito Paciucci e dalla
presidente della Pro loco di Leonessa Elena Rauco.
La "Sagra della patata leonessana" fa inoltre parte di quegli eventi
segnalati dal Touring Club italiano che ha anche sottoscritto la "Carta
del turismo 10 e lode" insieme a circa 70 sindaci dei comuni riuniti
nell'Associazione dei Paesi Bandiera Arancione. Paesi che in questa
occasione hanno riaffermato il loro impegno nella valorizzazione e nella
difesa del patrimonio culturale e paesaggistico del proprio territorio.
La "Carta del turismo 10 e lode" è un documento che vuole suggerire
alcune linee generali di comportamento che rappresentano un concreto e
quotidiano impegno per le amministrazioni locali.
L'intento è quello di focalizzare l'attività amministrativa dei prossimi
anni su dieci punti fondamentali per lo sviluppo della qualità
turistico-ambientale a beneficio non solo dei territori interessati, ma
anche dell'intero Paese.
L'appuntamento della sagra è stato inserito tra gli eventi della
"Giornata Touring" dello scorso 10 ottobre.
Questura di Rieti |
24 luglio 2010 |
DA QUESTURA DI RIETI - UFFICIO STAMPA
A ORGANI DI STAMPA
COMUNICATO STAMPA
OMICIDIO A LEONESSA
UN UOMO ARRESTATO DALLA POLIZIA DI STATO
Nella nottata appena trascorsa, personale delle Squadre Mobili di Roma e
Rieti e del Commissariato di P.S. Tor Carbone di Roma hanno sottoposto a
Fermo di Polizia Giudiziaria il romano PENNETTI Flavio, di anni 30, per
omicidio volontario ed occultamento di cadavere operato in danno di
CARPIFAVE Massimo, del 1949, residente a Leonessa ma domiciliato a Roma,
dove svolgeva l’attività di assicuratore.
Nella giornata di ieri, infatti, la moglie di Carpifave Massimo ha
denunciato, presso il Commissariato di P.S. di Tor Carbone, la sua
scomparsa, non avendo, lo stesso, fatto rientro a casa dopo essersi
recato, in compagnia del suo collaboratore Pennetti Flavio, nella
propria abitazione di Leonessa.
Le indagini, immediatamente avviate, hanno portato alla confessione del
Pennetti che ha ammesso di aver ucciso, dopo una lite per motivi di
lavoro, il suo socio in assicurazioni, Carpifave Massimo, nei pressi di
Leonessa, dove si erano dati appuntamento per chiarire i loro dissapori
che si trascinavano da tempo.
Gli investigatori, dopo attente ricerche, hanno rinvenuto il cavadere
del Carpifave, nei pressi di Leonessa, abbandonato in una scarpata, dopo
che l’omicida l’aveva colpito con una mazza da baseball al culmine della
lite, occultandone il cadavere con terriccio e frasche.
PENNETTI Flavio, è stato pertanto sottoposto a Fermo di Polizia
Giudiziaria ed associato presso la locale Casa Circondariale, messo a
disposizione della Autorità Giudiziaria, davanti alla quale dovrà
rispondere dei reati di omicidio volontario ed occultamento di cavadere.
Rieti, 24 luglio 2010
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2 luglio 2010 |
La Provincia e i rincari Melilli contro Anas: «Senza postazioni sul
Gra pagheranno sempre gli stessi» Sulle nuove tariffe il presidente
della Provincia prende di petto L'Anas: «II presidente Pietro Ciucci
conferma con grande tranquillità che a pagare i costi del Grande
raccordo anulare saranno solo i cittadini che vengono da fuori Roma. A
prescindere dal fatto che sfugge al presidente Ciucci che ci sono
centinaia di migliaia di romani che si spostano verso le province del
Lazio. la sua affermazione conferma che il Governo. non avendo la
possibilità di installare decine di caselli attorno il Grande raccordo
anulare, sceglie di far cassa con i lavoratori delle province che si
recano ogni giorno nella Capitale, con il risultato assurdo che pagherà
la manutenzione del Gra anche chi per recarsi a Roma non utilizza il
raccordo. Una tassa vera e propria per le famiglie sabine - aggiunge
ancora Melilli - che noi riteniamo giuridicamente illegittima, per
questo insieme alla Provincia di Roma stiamo ricorrendo al Òàã perché il
decreto del Governo venga annullato. non si può infatti trasformare una
tariffa in una tassa e farla per di più pagare anche a coloro che il
Raccordo anulare non lo percorrono. Per questo motivo questa mattina mi
unirò alla protesta a Fiano».
«Gli aumenti dei pedaggi autostradali legati alla manovra, seppure
accettabili in linea di principio se legati al potenziamento delle
infrastnitture, così come sono stati applicati nella nostra regione sono
inaccettabili perché fortemente penalizzanti per le province - affermano
il senatore Angelo Cicolani e il consigliere regionale Antonio Cicchetti
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30 Giugno 2010 |
Effetti della manovra L'aumento in vigore da domani. Il sindaco
Alemanno: «I romani che lo utilizzano non dovranno pagare» Gra via al
pedaggio tra dubbi e polemiche Un euro m più per le auto in entrata e in
uscita dalla città. 'Nelle tratte brevi penalizzati i pendolari La
stangata attesa e temuta dagli automobilisti è arrivata. Da domani, alla
vigilia dei traffico intenso dei grandi esodi estivi, scatta il pedaggio
per Raccordo anulare e Roma-Fiumicino. Un euro per le macchine, due per
i camion. Ma la tassa è in qualche maniera «indiretta»: per non
installare caselli nuovi (operazione che sarebbe complicata dal punto di
vista infrastrutturale e avrebbe ripercussioni pesanti sul traffico), il
balzello sarà pagato solo da chi arriverà a Roma o uscirà dalla Capitale
transitando per le autostrade di «interconnessione» con Raccordo e
Roma-Fiumicino. E per chi volesse fare il furbo e evitare la
maggiorazione imboccando il casello precedente, niente da fare:
l'aumento scatta anche nelle uscite limitrofe. Ecco quindi i caselli ai
quali sarà applicata la tassa: Roma Nord e Piano Romano sull'Ai, Roma
Est, Lunghezza, Settecamini e Ponte di Nona sull'asse per l'Aquila, Roma
Sud sull'Autostrada del Sole e poi Roma Ovest e Maccarese Fregene sulla
Roma Fiumicino.
Chi invece transiterà sul Raccordo o sulla Roma-Fiumicino senza passare
per le autostrade, non dovrà pagare nulla anche se, sempre da domani,
scattano aumenti anche ulteriori aumenti su tutte le tratte autostradali
compresi fra i e 3 millesimi di euro a chilometro di tragitto.
L'aumento è stato introdotto con un decreto della presidenza del
Consiglio dei ministri approvato la settimana scorsa, recependo quanto
previsto nel decreto legge sugli interventi anti-crisi. E ha creato
imbarazzo anche fra gli amministratori locali della stessa maggioranza.
Il sindaco Gianni Alemanno, arrampicandosi sugli specchi e aggrappandosi
al meccanismo scelto dal governo, ha diplomaticamente (e furbescamente)
dichiarato che «non ci sarà alcun pedaggio sul raccordo e sulla
Roma-Fiumicino».
Renata Polverini, presidente della Regione, è andata invece giù à dura e
ha parlato di «balzello inaccettabile».
Ancora comunque ci sono degli elementi di incertezza su come saranno
applicati i rincari. Nel testo del provvedimento si fa esplicito
riferimento a «maggiorazione tariffaria forfettaria» (appunto i euro per
macchine e moto e due per camion), ma poi viene precisato che gli
aumenti «non potranno comunque comportare un incremento superiore al 25%
del pedaggio altrimenti dovuto». Quindi, sembrerebbe scongiurato rischio
di aumenti record per i pendolari che quotidianamente prendono
l'autostrada per tratti brevi, da Valmontone o da Orte, da Santa Severa
a Carsoli e da altre località alle porte della Capitale. Questi
pendolari attualmente pagano pedaggi, a seconda del casello, di pochi
euro: da 1 . 2 a 3 o 4 euro. E sui pedaggi più bassi l'aumento di un
euro sarebbe quasi un raddop pio. Dalla società Autostrade spiegano che
proprio in queste ore «è in corso la modulazione degli aumenti, ma noi
siamo solo una sorta di sostituto di imposta, le maggiorazioni andranno
all'Anas».
Paolo Foschi La scheda II Grande raccordo anulare o Gra, classificato
ufficialmente come A90, è una cosiddetta «autostrada tangenziale»,
finora senza pedaggio, che circonda Roma. Ha un diametro medio di circa
21 km, è lungo 68 km ed è gestito dall'Anas. Ogni giorno in media è
percorso da almeno 170 mila veicoli. Il primo tratto del Raccordo, fra
l'Appia e l'Aurelia, fu inaugurato nel 1951, il tracciato completo è
stato invece ultimato negli anni Settanta.
Leonessa Grande successo di pubblico per il tradizionale
appuntamento in maschera ç Sesto del Como suL.velhrto Margherita
d'Austria all'investitura della Madonna del Palio per i vincitori i
LEONESSA Ancora un successo per il Palio del Velluto, la manifestazione
di rievocazione storica, vinta quest'anno dal Sesto del Corno.
Dopo le eliminatorie di sabato, il grande corteo storico notturno (nella
foto Renzi), al quale hanno partecipato oltre 400 figuranti, e
l'affascinante spettacolo "L'incanto" della "Compagnia dei Folli", ieri
ancora tantissima gente ha assistito in mattinata alle finali della gara
del Gioco della Palla Grossa e alla sfida tra le dame dei vari Sesti
nella corsa del pane. Nel pomeriggio i tanti turisti e i leonessani,
oltre alle gare finali, hanno potuto ammirare le esibizioni del gruppo
sbandieratori Città dell'Aquila e la replica del grande corteo storico
per le vie della cittadina. Dalle 16 si è poi tenuta l'attesissima
Giostra del Velluto, il torneo equestre tra i sesti. A seguire appunto
la proclamazione del vincitore, il Sesto del Como, con l'investitura
della Madonna del Palio da parte di Margherita d'Austria.
La festa però non è finita perché oggi verrà replicata l'apertura delle
taverne nel centro storico e in serata si assisterà al Grande spettacolo
del gruppo Dyonisus. Domani in mattinata torna poi l'appuntamento con la
Fiera di San Pietro a partire dalle 10, e si terrà la tradizionale messa
con la partecipazione del Sesto vincitore e il lancio della disfida del
Palio 2011. Gran finale in serata ancora con i sapori e i gusti delle
taverne.
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27 Giugno 2010 |
Ieri le prime prove della kermesse che hanno fatto rivivere le
magiche atmosfere del 1500 PaBo del Velluto, Ðîãà del verdetto Leonessa
Oggi la terza sfida che consacrerà il Sesto vincitore. Tante le
iniziative Marco Fuggetta óI Si è aperto ieri il Palio del Velluto a
Leonessa, la manifestazione diventata ormai uno degli eventi di punta
del Comune, conosciuta ben oltre i confini provinciali. La kermesse, che
permette di rivivere le atmosfere del 1500 quando andava effettivamente
in scena la sfida, si è aperta ufficialmente con la lettura del bando
per le vie della città con i tamburini. Poi, in mattinata, si sono
svolte le eliminatore del Gioco della Palla Grossa. Nel pomeriggio
invece le dame dei Sesti sono state impegnate nella corsa del Pane, e
poi ancora seconda manche del Gioco della Palla Grossa. Il sabato sera
ha fatto registrare il pienone nelle cantine e nelle taverne aperte per
l'occasione. In serata lungo il Corso cittadino alla luce delle fiaccole
si è tenuto il tradizionale Corteo storico con centinaia di figuranti di
tutti i Sesti di Leonessa.
Conclusione della prima giornata del Palio affidata alla «Compagnia dei
Folli» con lo spettacolo «L'Incanto». Ma oggi si deciderà, al termine
della terza gara in programma, il Sesto vincitore di questa edizione
2010. La domenica verrà aperta dal Gruppo sbandieratori «Città
dell'Aquila», mentre nel pomeriggio alle 16.30 ancora un grande corteo
storico per le vie della cittadina. A seguire l'attesissima Giostra del
velluto, il torneo equestre tra i Sesti, e la proclamazione di quello
vincitore che si aggiudicherà, ap punto, il Palio. La cerimonia prevede
l'investitura della Madonna del Palio da parte di Margherita d'Austria.
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27 Giugno 2010 |
Antonio Cicchetti sostenuto nell'iniziativa da alcuni sindaci
della provincia Salgono gli umori secessionisti Prendono corpo le
attività del comitato "Orgoglio per Rieti"
Ajmone Filiberto Milli RIETI - "Orgoglio per Rieti" è il comitato,
coordinato dal consigliere regionale Antonio Cicchetti, il cui nucleo
fondatore è costituito dai sindaci Michele Pasquale Nicolai (Borgorose),
Paolo Trancassini (Leonessa), Sergio Pirozzi (Amatrice), Riccardo
Bianchini (Roccantica), Angelo Toni (Contigliano). Ed inoltre dall'ex
presidente della Comunità montana di Poggio Bustone, Saturno Sampalmieri,
e dal responsabile per lo sviluppo organizzativo del Pdl, Matteo Simeoni.
Dopo la ufficializzazione del comitato "che si apre alla collaborazione
di altre associazioni", l'assessore Felice Costini ritiene che "o si
inizia un discorso nuovo e operativo per un diverso rapporto tra il
Lazio e le sue province in rapporto a 'Roma capitale' - che comporta la
'liberazione' delle stesse province dalla presuntuosità romana - oppure
il comitato non potrà sottrarsi alla richiesta che proviene dal comitato
stesso di individuare il percorso da seguire per uscire dal Lazio stesso
dopo aver constatato l'incaponimento di Roma nel suo ruolo di una
'feudataria' che tratta le province come vassalli".
La contraddizione nel rapporto Roma-province è esplosa con la esclusione
dalla giunta regionale del viterbese Franco Battistoni e del reatino
Cicchetti "perché ciò ha-fatto comodo a Roma".
E la dimostrazione della possente e appassionata dimostrazione non
popolare ma "di popolo" - e con ben 60 sindaci - svoltasi mercoledì
scorso in città per protestare contro la esclusione dell'assessore
reatino dalla giunta regionale è la dimostrazione di massa (e quindi
anche politicamente 'trasversale per la presenza di molti cittadini Pdl)
di un umore collettivo che comincia a dire, attraverso alcuni sindaci,
"via dal Lazio", "via da chi ci ignora e ci umilia", "via da chi
raccoglie i frutti elettorali del nostro laroro" mentre il sindaco Toni,
sconsolato: "Che cosa racconto di questa umiliazione a quei cittadini i
quali hanno lavorato perché il Reatino avesse un suo assessore?". Umori
brutti, secessionisti, che il comitato "Orgoglio per Rieti" sta
organizzando.
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26 Giugno 2010 |
Da oggi a Leonessa il Palio del Velluto Storia, teatro, cavalieri
e ricca gastronomia Marco Fuggetta ó Torna a Leonessa il Palio del
Velluto, rievocazione storica delle feste in onore dei santi Pietro e
Paolo. Centinaia di persone m costume, cortei, gare di abilità a
cavallo, giochi popolari e taverne aperte faranno rivivere le atmosfere
del 1500, quando il Palio venne disputato per oltre un secolo. Nella
versione moderna la manifestazione viene assegnata al termine di tré
gare fra i rappresentanti dei Sesti, le tradizionali suddivisioni della
città e delle frazioni. La manifestazione celebra anche l'ingresso
solenne in città di Margherita d'Austria, figlia dell'imperatore Carlo V
esignora di Leonessa,, s svolgeranno due delle fregare m programma, la
Corsa del Pane tra le dame dei Sesti e le finali del Gioco della Palla
Grossa, rievocazione di calcio storico. In serata il corteo in costume
alla luce delle fiaccole e lo spettacolo della Compagnia dei Folli.
Domani invece, dopo le esibizioni mattutine di gruppi di tamburini e
sbandieratori, sfilerà il grande corteo storico con più di 400 figuranti
e verrà disputato il torneo cavalieresco, detto Giostra del Velluto, al
termine del quale verrà assegnato il Palio al Sesto vincitore. La serata
terminerà con uno spettacolo della Compagnia dei Polli. La festa
proseguirà anche lunedì sera con l'esibizióne del Gruppo Dyonisus, con
una performance di arte rinascimentale, musica e fuoco. Martedì infine
grande fiera di San Pietro
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26 Giugno 2010 |
Cicchetti chiama le province Serve una mobilitazione per cingere
su Roma Capitale.
Secondo il delegato della presidente Polverini per il Reatino è
essenziale una mobilitazione "Fronte comune tra le Province"
La proposta di Cicchetti (Pdl) spinge per fare uscire Roma dal Lazio
L'esclusione territoriale della capitate costituisce una indubbia
opportunità per acquistare uno status più dignitoso La presenza dei 60
sindaci in piazza per l'assessore tagliato fuori dalla giunta è il
segnale deu'umore istituzionale RIETI - Dalla piazza alla resa
operativa. La proposta lanciata da Antonio Cicchetti perché il
romanocentrismo non possa più seguitare a colpire gli interessi del
Reatino chiama alla mobilitazione fattiva tutti i consiglieri regionali
delle province laziali per fare "fronte comune" perché Roma, intesa come
"città", non possa più incidere sulle altre province in quanto"
scorporabile" non dal Lazio ma dalla dimensione della regione. Tale
proposta viene posta dentro una precisa azione con iniziative sia a
livello istituzionale (consiglio regionale) che politico (Pdl). "Sto
valutando i percorsi da compiere".
Dalla piazza alla resa operativa. La proposta lanciata da Antonio
Cicchetti perché il romanocentnsmo non possa più seguitare a colpire gli
interessi del Reatino chiama alla mobilitazione fattiva tutti i
consiglieri regionali delle province laziali per fare "fronte comune"
perché Roma, intesa come "città", non possa più incidere sulle altre
province m quanto"scorporabile" non dal Lazio ma dalla dimensione della
regione. Tale proposta viene posta dentro una precisa azione con
iniziative sia a livello istituzionale (consiglio regionale) che
politico (Pdl).
"Sto valutando i percorsi da compiere nel corpo della discussione m
corso a livello di governo sui decreti attuativi per 'Roma capitale' che
è già passata al vaglio del Parlamento". Per Cicchetti la mobilitazione
dei consiglieri regionali su 'Roma Capitale' è essenziale non soltanto
per il Reatino ma per tutte le province laziali, prigioniere, seppur a
vari livelli e titoli, della ormai esagerata ingordigia romana : ciò che
oggi è accaduto al Reatino, escluso dal governo regionale, domani
potrebbe accadere a qualsiasi altra provincia laziale. La discussione
sui decreti attuativi per la definizione di "Roma capitale" costituisce
una indubbia opportunità perché il Reatino possa acquistare lo status di
"dignitosa" provincia laziale e non più il deprimente ruolo di
"serbatoio di voti" a beneficio di altri.
La poderosa manifestazione di mercoledì scorso - al di là della "pancia"
che ha espresso, sì, sanguigni e gridati umori per la esclusione del
consigliere reatino Cicchetti dalla giunta regionale (nel tacito
silenzio del Pdl romano secondo quanto affermato da dirigenti del Pdl
locale) ma anche la consapevolezza di una collettività che si sente
"colonizzata" dalla urtante strafottenza di Roma: la presenza di 60
sindaci alla manifestazione ha certificato gli umori istituzionali del
territorio; Cicchetti intende quindi dare consistenza politica e
istituzionale e passare dalle acclamate dichiarazioni contro "Roma
padrona" alla organizzazione di una azione di "fattibilità" m difesa di
tutte le province laziali e proprio nel momento in cui il confronto
governativo avviene sui decreti attuativi.
Azione di fattibilità che, al di là del consiglio regionale, non potrà
non coinvolgere in senso mobilitante i vari Comuni del Reatino e le sue
due principali espressioni istituzionali: Comune capoluogo e Provincia.
La presidente Renata Polverini ha affidato a Cicchetti il delicato e
impegnativo ruolo di "delegato" per il Reatino, ruolo che si esprime
come un rapporto diretto con la stessa presidente della Regione, una
sorta di "garante" per l'attuazione del programma regionale e,
soprattutto, per il"risarcimento territoriale" promesso nell'incontro
che la Polverini ha avuto con il senatore Angelo Maria Cicolani, il
sindaco Giuseppe Emili, ü dirigente del Pdl reatino, Felice Costini, e
il cui primo atto dovrebbe essere la nomma di un commissario
straordinario alta Asi reatina per rimettere sui binari dell'accettabile
il servizio sanitario nel territorio dove risiedono ben tré ospedali,
notoriamente al servizio di quelli romani per quanto riguarda i posti
letto e il personale. Insomma, una "Roma padrona" con metastasi sociali
tutto il territorio del Reatino. L'azione di Cicchetti è anche in difesa
del Lazio per il manifestarsi di acute insofferenze scissioniste nei
Comuni di frontiera.
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25 Giugno 2010 |
Il "Palio del Velluto" si tuffa nel Rinascimento di ILARIA
STRINATI Fastosi cortei e figuranti m abiti di velluto e broccato
rinascimentale, giochi popolari e taverne con vino e cibi d'epoca. A
Leonessa domenica le lancette dell'orologio torneranno indietro di 1.500
anni per l'edizione numero 108 àelPaliodel Velluto, che celebra la festa
dei santi Pietro e Paolo. L'evento, riportato in vigore dal 1997,
celebra la memoria della feudataria di Leonessa, Margherita d'Austria,
figlia dell'imperatore Carlo V. La festa comincia questa sera alle 20.15
con l'apertura delle taverne e la consegna della chiave della Città al
capitano del popolo e l'investitura dei cavalieri con i tamburini del
Palio. Domani alle 9.30 Lettura del Bando per le vie della città, alle
16.30 corsa del pane (gara popolare tra le Dame dei Sesti) e alle 21.45
corteo delle Dame e dei Cavalieri del Palio del Velluto e gli spettacoli
"L'incanto" della Compagnia dei Folli e "Digitalis Purpurea" de La
Scanzonata.
Domenica alle 16.30 grande corteo storico e "Giostra del Velluto",
torneo equestre tra i Sesti di Leonessa che decreterà il vincitore
dell'anno 2010 e l'investitura della nuova "Madonna del Palio" da parte
di Madama Margherita d'Austria. In serata taverne aperte e spettacolo
"Deus lo vult". Lunedì alle 21.45 il grtippo Dyonisus presenta
"L'affabulatore del vulgo", kermesse di arte rinascimentale, musica e
fuoco. Martedì in mattinata fiera di San Pietro, alle 11 messa presso la
chiesa di San Pietro con la partecipazione del Sesto vincitore e lancio
della disfida del Palio 2011
Comitato Pro Cicchetti |
22 Giugno 2010 |
Comunicato STAMPA
In piazza del comune a Rieti si
manifesta contro la decisione del presidente della Regione
Lazio, Renata Polverini, di estromettere dalla giunta
l'assessore all'istruzione e alla cultura Antonio Cicchetti.
Dalle 14.000 preferenze ricevute
nel corso dell'ultima tornata elettorale ad essere cacciato
dalla Giunta senza neanche ricevere una comunicazione
Rieti, 22 giugno 2010 - la gente
della provincia di Rieti si è data appuntamento domani 23 giugno
alle ore 18:30 in piazza Vittorio Emanuele II per protestare
contro l'inaccettabile decisione del governatore della Regione
Lazio di rimuovere dalla giunta il consigliere Antonio
Cicchetti.
Persona dall'indiscutibile valore
morale, superlativo amministratore, ha pagato, unitamente
all'intero popolo che lo ha sostenuto e che lo voleva suo
rappresentante, il caro prezzo di una logica politica fuorviata,
lontana ormai anni luce dalle esigenze e dalle aspettative della
gente: quella Romana, che tutto tratta nel suo esclusivo
interesse.
Gli abitanti dell'intera
provincia hanno manifestato il desiderio di incontrarsi e
discutere in una pubblica piazza biasimando l'ambiguo
comportamento della Presidente Polverini e criticando la
determinazione di cancellare dal blog del Presidente e dal suo
spazio Facebook tutti i messaggi di protesta nei confronti di
una decisione motivata soltanto da ricatti politici.
Ospiti della manifestazione saranno il Sen. Angelo Maria
Cicolani, i Sindaci di tutti i Comuni della Provincia di Rieti e
del Capoluogo e i responsabili locali del PDL.
Gli interventi saranno aperti a
tutti coloro che decideranno di intervenire.
Comitato Pro/Antonio
Cicchetti Assessore alla Regione Lazio
Bigliocchi (Alleanza per
Rieti) |
22 Giugno 2010 |
Difficile immaginare un inizio peggiore da parte della più celebrata e
più coccolata delle candidate alla presidenza di una regione.Appare un
eufemismo asserire che la Presidente Polverini ha caratterizzato questi
primi mesi di mandato con una serie di errori politici ed amministrativi
e certo il trattamento riservato ad un uomo serio ,come è Antonio
Cicchetti,non fa che confermare quanto detto.
Certo
è che la politica non ne esce bene!
Se non
bastano lunghi anni di coerente militanza politica,esperienze
amministrative ed un risultato elettorale eccellente a guadagnarsi il
diritto di rappresentare un territorio bisogna prendere atto che siamo
tutta carne da macello nelle mani di poteri lobbistici
incontrollati.Senza poi andare al decreto commissariale n°48 che
penalizza sempre di più le realtà periferiche.Strano a dirsi però Roma
esce praticamente indenne da tutto questo ed allora forse dovremo porci
domande serie sul nostro futuro.
Credo
che se esistesse un periodo di prova per il Presidente della regione
l’on. Polverini non lo supererebbe indenne non avendo neanche dimostrato
il coraggio di venire sul territorio a spiegare le Sue ragioni.Ammesso
che ne abbia e non sia solo il freddo esecutore di ordini provenienti da
altre sedi.
Ad
Antonio Cicchetti,avversario di molte battaglie,va l’onore delle armi
per la serietà dimostrata in tutta questa squallida storia.
Paolo
Bigliocchi
Alleanza per Rieti
Federlazio |
22 Giugno 2010 |
COMUNICATO STAMPA
“La
politica deve riassumere il ruolo importante di rappresentare quanto
indicato dal corpo elettorale e se i cittadini hanno espresso il loro
consenso in maniera netta nei confronti di un candidato, Antonio
Cicchetti, ritenendolo la persona giusta per affrontare in ambito
regionale i loro problemi ed esigenze, la loro volontà deve essere
rispettata. Soluzioni ingegneristiche non sono quelle giuste per dare
voce ad un territorio.
Per questo è necessario uno scatto d’orgoglio, non per
salvaguardare poltrone ma per far arrivare a Roma la voce di questa
provincia, che ha sempre avuto tanti problemi e che, come tutte le
province, è stata sempre guardata in maniera distaccata dalla Regione.
Noi in questa provincia, in questa piccola provincia, abbiamo deciso di
vivere ed operare, e dobbiamo rivendicare il nostro ruolo ed il sostegno
dell’Ente Regione che ci ha sempre dimenticato.
Non so come andrà a finire questa vicenda ma di certo, di
fronte alla revoca di Cicchetti dalla Giunta regionale, la scelta di non
esserci è la scelta migliore, purché questo sia un momento di ripartenza
per le tante rivendicazioni che questo territorio ha nei confronti della
Regione”.
E’ quanto dichiarato dal presidente della Federlazio di
Rieti, Carmine Rinaldi, in merito al rimpasto avvenuto nell’ambito della
Giunta regionale del Lazio.
L’Ufficio Stampa
Massimi (PD) |
22 Giugno 2010 |
COMUNICATO STAMPA
Massimi: “Con l’uscita di Cicchetti dalla Giunta ci rimetterà
l’intero territorio regionale”
“Esprimo piena solidarietà e vicinanza
ad Antonio Cicchetti per i fatti politici accaduti in giunta
regionale. Quanto messo in campo nelle ultime ore dal presidente
della Regione, Renata Polverini, è un atto da condannare che
mortifica le capacità oggettive di amministrare dimostrate dal mio
ex collega alla Pisana e un gesto che non rispetta le evidenti e
copiose espressioni di voto degli elettori che, con buone
motivazioni, si chiederanno ora quale sia il senso di andare a
votare. Con una percentuale di riuscita che lo ha fatto primeggiare
in Italia nel rapporto percentuale tra preferenze espresse nel Pdl e
aventi diritto, Antonio Cicchetti è stato ingiustamente escluso da
una giunta in cui avrebbe potuto fare sicuramente la differenza.
Negli ultimi anni ho avuto la possibilità di lavorare accanto ad
Antonio che, fermo restando le nostre divergenze politiche, ha
sempre dimostrato coerenza, serietà e impegno, caratteristiche
queste che vengono meno nella nuova composizione della Giunta
regionale e che mi fanno pensare come a rimetterci, oltre che il
territorio provinciale intero, sarà tutta la regione”.
E’
quanto dichiara l’ex consigliere regionale del Partito Democratico
di Rieti, Annmaria Massimi, in merito alla revoca della delega a
cultura e scuola del consigliere regionale Antonio Cicchetti
Presidente Provincia Rieti |
21 Giugno 2010 |
Dichiarazione presidente Melilli su vicenda Cicchetti
“Oggi è stata scritta una delle più brutte pagine politiche degli ultimi anni, non posso che esprimere la mia personale solidarietà ad Antonio Cicchetti. Credo che Antonio abbia fatto bene a non assoggettarsi ai mercanteggiamenti, evitando così di legare il suo nome alla pessima immagine che si è data in questi giorni della politica, vorrei però aggiungere che le responsabilità sono tutte interne al Pdl del Lazio che finora non è stato in grado di trovare una soluzione decente al pasticcio combinato. Sono sempre più preoccupato dell'oggettivo allentamento dei legami della nostra terra con la Regione Lazio e del sentimento di ribellione che comincia ad emergere con chiarezza. Spero che ne sia consapevole anche la presidente Polverini e che sappia dare a tutto ciò risposte adeguate, sia in termini di rappresentanza che di azioni di governo. Leggo peraltro dalle agenzie che la presidente Polverini dice di aver ricomposto la Giunta con il consenso del Pdl di Rieti: vedremo nei prossimi giorni quali saranno le novità”.
E' quanto dichiara il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, in merito al ritiro della delega di assessore alla Regione Lazio di Antonio Cicchetti.
Rieti, 21 giugno 2010
Cicolani (PDL) |
21 Giugno 2010 |
COMUNICATO STAMPA
Il
coordinatore provinciale del Pdl di Rieti, senatore Angelo Cicolani,
precisa quanto segue:
"E' del tutto infondato e privo di verità quanto
riportato da alcune agenzie di stampa, rilanciate dal presidente della
Provincia di Rieti, Fabio Melilli, con alcune sue dichiarazioni, circa
il fatto che Renata Polverini ha ricomposto la giunta regionale 'con il
consenso del Pdl di Rieti'.
Il Pdl reatino
ha da sempre offerto, infatti,
solidarietà e sostegno ad Antonio Cicchetti, non ravvisando in altra
persona l’assessore che dovrebbe rappresentare il nostro territorio
nell’ambito della giunta regionale e non intende mutare questo
atteggiamento.
Il sostegno offerto dal Pdl locale ad Antonio Cicchetti è
quantomeno pari all’impegno profuso dal partito in campagna elettorale a
favore del candidato presidente, Renata Polverini e della coalizione di
centrodestra.
Domani, martedì 22 alle ore 18, i dirigenti del Popolo
della libertà di Rieti, insieme al sindaco della città, Giuseppe Emili,
si faranno interpreti presso la presidente Polverini dei sentimenti di
una vastissima parte della popolazione del territorio reatino, che
supera anche i confini dell’area politica del centrodestra, la quale
vuole comunque sentirsi partecipe della gestione del proprio territorio
e del buon diritto a essere risarcita per quanto finora negato dal
centrosinistra.
Il Pdl locale è convinto che la presidente Polverini
accoglierà le istanze di questo territorio e determinerà una svolta nei
rapporti con la provincia di Rieti, facendo dimenticare alla popolazione
reatina il completo disinteresse che ha caratterizzato la giunta
Marrazzo.
Il Pdl di Rieti e il sindaco Emili confermano la totale
solidarietà ad Antonio Cicchetti e la volontà di rappresentare alla
presidente Polverini le esigenze di questo territorio troppo spesso
trascurato".
Desideri (PDL) |
21 Giugno 2010 |
Comunicato stampa
Regione, Desideri (PDL): “Con
questo rimpasto la politica è diventata un optional”
“Con
un rimpasto più veloce della luce e con l'ingresso in giunta di avatar
che sostituiscono gli assessori uscenti, la politica è ormai diventata
un optional. Sarei curioso di conoscere il ruolo del Pdl laziale in
questo riassetto dell'esecutivo regionale. Il duo 'Pi.Pa', costituito
dai coordinatori regionali Piso e Pallone, ha subito passivamente le
decisioni della Polverini oppure, agendo come al solito in totale
autonomia rispetto alla base del partito, ha sostenuto il rimpasto?
Quello che è accaduto si può ancora definire politica, intesa come
concertazione, condivisione e partecipazione, oppure apre le porte a
scenari non previsti dalla nostra Carta Costituzionale? Sarei curioso di
conoscere cosa ne pensa di tutto ciò il presidente del Consiglio
Berlusconi”. Lo dichiara, in una nota, Fabio Desideri, del Coordinamento
regionale del Pdl.
Partito Democratico |
21 Giugno 2010 |
COMUNICATO STAMPA
LA POLVERINI VARA LA
GIUNTA "WINE FOR LIFE".
AI CITTADINI PIU TASSE,
ALLA POLITICA PIU
STIPENDI.
COSI SI UMILIA LA
DEMOCRAZIA.
Dichiarazione del
capogruppo Pd alla
Regione Lazio Esterino
Montino
Ai cittadini piu tasse,
alla politica piu
stipendi. Sui lavoratori
si risparmia per gli
assessori non si bada a
spese. E' tutta qui l'operazone
portata a termine oggi
dalla Presidente della
Regione Lazio Renata
Polverini con il varo
della sua nuova Giunta ,
la seconda in due mesi.
Oggi la Presidente del
Lazio ha fatto nascere
l'esecutivo piu costoso
d'Italia. Una Giunta
composta da tutti
assessori esterni,
tranne due, Aldo forte
dell'Udc e la stessa
Polverini, e tutti
equiparati a consiglieri
regionali eletti. Chi è
stato nominato assessore
ha vinto la lotteria "Win
for life" senza pagare
il biglietto. Tutti i
costi, oltre 4 milioni
l'anno, saranno infatti
sostenuti dai cittadini
che pagheranno piu
tasse. E' un fatto
politicamente gravissimo
di cui si assume per
intero la responsabilità
il Pdl del Lazio e lo
stesso Berlusconi che
tanto ha sostenuto la
elezioni di questa
presidente. Con
l'operazione di oggi la
Polverini umilia la
democrazia e gli
elettori. Tutti i
consiglieri eletti sono
esclusi dall'esecutivo
con il risultato che i
conflitti saranno
all'ordine del giorno.
Da una parte infatti ci
sarà il corpo estraneo
della Giunta dei
nominati e dall'altra,
la "riserva indiana" del
Consiglio dove
siederanno invece tutti
quelli scelti dagli
elettori.
Oggi con la guida
Polverini-Pdl la Regione
Lazio invece di pagare
solo 70 consiglieri, ne
paga 88. Una enormità.
Cosi si umilia la
democrazia. Siamo oltre
la vergogna e spero che
da parte della società
civile di questa
Regione, associazioni,
imprese, ci sia una
scatto d'indignazione
profonda rispetto ad una
deriva che fa strame di
etica e buona
amministrazione. Infine
una piccola notazione
per la Polverini: ho
percezione precisa del
fatto che lei è la
Presidente, ma ho
percezione precisissima
anche del fatto che
posso intervenire sulla
sua Giunta e sul suo
operato, quanto e quando
lo riterrò opportuno in
base al diritto
dovere che mi arriva
dagli voto dei cittadini
di questa Regione e non
da una nomina
presidenziale. Stia
calma, anzi calmissima.
Roma 21 giugno 2010
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21 Giugno 2010 |
Polverini "ricompone" la sua giunta
e presenta la nuova squadra con l'Udc
I tre nuovi
assessori sono Ciocchetti, Forte e Birindelli, avranno
vicepresidenza e Urbanistica, delega a Famiglia e
Politiche sociali e Agricoltura. L'ira di Cicchetti:
"Non si possono sostituire le persone così, altrimenti
meglio non fare le elezioni"
di CHIARA RIGHETTI
"
Ricomporre la giunta" è la nuova parola d'ordine
coniata da Renata Polverini. Che a pochi minuti dal
rimpasto dice: "Assolutamente no, non ho revocato
nessuno. Non è mio costume revocare persone". Appunto:
ha solo "ricomposto" la squadra. Una spiegazione
all'insegna dell'ottimismo che segue di poco quella
sugli ospedali: "Riconversione, non chiusura".
Stamattina la presidente ha presentato la nuova squadra
con i centristi. Assenti i due defenestrati, Cicchetti e
Battistoni. Presenti e in grande spolvero i tre nuovi
assessori. Luciano Ciocchetti e Aldo Forte, Udc, avranno
rispettivamente vicepresidenza e Urbanistica, il primo,
e delega a Famiglia e Politiche sociali il secondo.
"Cade così il veto sugli ex della giunta Storace",
denuncia il capogruppo Pd Esterino Montino. Anche se la
governatrice risponde senza mezzi termini: "Lui ci ha
lasciato un'eredità pesantissima e non credo che abbia
titolo a parlare della mia giunta".
La terza new entry è Angela Birindelli, ingegnere ex Fi
che lavora all'Ater, ma grazie alla vicinanza con Tajani
ha avuto l'opportunità di subentrare a Francesco
Battistoni nella delega all'Agricoltura. L'assessore che
le cede il posto, come consolazione, ha ottenuto la
promessa di una presidenza di commissione.
Tutt'altra reazione quella del reatino Cicchetti: "Non
parteciperò all'indicazione di un assessore di Rieti",
fa sapere (Polverini se ne occuperà da domani col
sindaco Emili e il senatore Cicolani, ndr).
"Non ritengo si possano sostituire le persone così,
altrimenti meglio non fare le elezioni. Nelle quali,
ricordo, sono stato il più votato in Italia in rapporto
alle preferenze espresse".
Per ora l'Udc gongola, rilanciando i temi della sanità e
del quoziente familiare. Ma nel Pdl i toni si scaldano,
dall'escluso Desideri che fa sapere: "Anche a me la
Polverini aveva promesso un assessorato e sappiamo tutti
come è andata a finire". Allo stesso Cicolani, che
ribadisce a Cicchetti solidarietà e nega che sul
rimpasto ci sia l'ok del partito reatino: ancora una
volta, le province preparano battaglia.
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9 Giugno 2010 |
Ma il coordinamento del Pdl punta il dito contro il voto
contrario del Pd al documento Melilli esprime gratitudine alla
Commissione RIETI - "La revisione dei confini provinciali non può
essere semplicemente legata al solo numero degli abitanti. Tesi che ho
sempre sostenuto nelle sedi di confronto con il Governo in materia".
Il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli accoglie con favore
l'esito della Commissione affari costituzionali di ieri pomeriggio, che
ha approvato l'emendamento al ddl sulla Carta delle autonomie presentato
da Donato Bruno, e integrato dal sub-emendamento di Beatrice Lorenzin,
che esclude dai tagli quelle amministrazioni "montane" per più del 50
per cento del territorio. Tra cui Rieti. "Nella manovra era apparso il
limite di 220mila abitanti - spiega Melilli - oggi la maggioranza
approva prima un emendamento che abbassa la soglia a 200mila e poi un
sub-emendamento che la fissa a 150mila per le Province con il 50 per
cento del territorio montano: quest'ultimo salva la Provincia di Rieti e
di questo sono grato alla Commissione". Gratitudine che non potrà essere
accolta dai colleghi di partito di Melilli, i quali hanno votato contro
al provvedimento. L'inquilino di palazzo Dosi glissa sull'argomento,
ribadendo come "resta tutta intera la necessità di dare avvio alla
costituzione delle città metropolitanee e alla conseguente eliminazione
delle Province cne su di esse insistono. Solo così anche nella nostra
Regione potrà avviarsi una seria riforma del sistema istituzionale".
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9 Giugno 2010 |
DIETRO I FATTI Rieti, la provincia è salva. Adesso salviamo
i reatini óóóUn sub emendamento in Commissione fissa a 150mila abitanti
per le province che abbiano il 50% del territorio montano la soglia
della sopravvivenza. Rieti è salva e il presidente della Provincia
reatina Fabio Melilli libera un sospirone di sollievo. La
"cenerentola"del Lazio sopravviverà come soggetto politico e
amministrativo autonomo e potrà programmare la strategia per crescere e
per uscire nel medio termine dal suo isolamento. Passato lo spavento
tuttavia i problemi restano e con la Giunta Polverini non rende certo le
cose più facili ai Reatini. Se l'assessore Lollobrigida si sta
adoperando per realizzare un collegamento veloce ferroviario Rieti-Roma,
gli equilibri impossibili della squadra di governo porteranno quasi
inevitabilmente al sacrificio del neo assessore Cicchetti, privando la
provincia di un rappresentante in Giunta. E i tagli nella sfera della
Sanità rischiano di mettere in ginocchio il settore mentre il direttore
generale uscente della Asi ha già fatto la valigia senza aspettare il
termine del suo mandato per tornare a fare altro a Terni. Si può
aggiungere una serie di problemi occupa zionali e infrastrutturali che
si sono aggravati negli ultimi tempi. Insomma, il territorio esce
fortemente indebolito dal nuovo corso politico della Regione e ha poche
armi per difendersi efficacemente. La Provincia resta, ma sarà in grado
di far fronte a tutto? Melilli si butterà a corpo morto nell'alleanza
con le altre province marginali del Lazio, cercherà una sponda dalla
Polverini o piloterà lo sfogo secessionista del suo territorio agitando
lo spettro del referendum?
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9 Giugno 2010 |
Passa l'emendamento suggerito da Cicolani alla Commissione Affari
Costituzionali La Sabina non sarà soppressa Province Soddisfatto il
presidente reatino Fabio Melilli: «Un successo» Province Ok
all'emendamento presentato dalla Lorenzin su input del senatore Cicolani
Cambiano i parametri, la Sabina è salva ó II mondo economico reatino
esulta ma invita a non cullarsi sugli allori in seguito alla decisione
della Commissione Affari Costituzionali che salva la Provincia di Rieti
dal taglio ipotizzato nei giorni scorsi.
(Marco Fuggetta) Alla fine la Commissione Affari Costituzionali ha
votato si all'emendamento presentato da Donato Bruno (Pdl) che prevedeva
l'abolizione delle province con meno di 200 mila abitanti. Favorevoli
Pdl e Lega Nord, contraria l'opposizione. La Provincia di Rieti però
viene salvata grazie all'approvazione dei subemendamenti presentati da
Beatrice Lorenzin (Pdl), su input del Senatore Angelo Maria Cicolani,
che abbassano la soglia minima di abitanti a 150mila per quelle province
il cui territorio sia per oltre il 50% montano. Anche in questo caso
voto favorevole di Pdl e Lega, contrari Udc e Pd. Dopo l'approvazione di
questi emendamenti, inseriti nel Codice delle Autonomie, si dovranno ora
attendere i pareri delle commissioni competenti sull'inte- no le prime
reazioni di gioia a Rieti. Il capogruppo Pdl, Felice Costini, ha
definito il voto di ieri «un importante risultato. Grazie all'intervento
di Cicolani e Lorenzin» - ha aggiunto Costini - «nel ddl è stata
inserita una previsione che dovrebbe mettere la nostra Provincia al
riparo da tagli». «Le decisioni dimostrano che la revisione dei confini
provinciali non può essere semplicemente legata al solo numero degli
abitanti - ha dichiarato il Presidente della Provincia, Fabio Melilli
che ha espresso gratitudine alla Commissione - Resta la necessità di
dare avvio alla costituzione delle Città metropolitanee e alla
conseguente eliminazione delle Province che su di esse insistono».
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9 Giugno 2010 |
Abbassato il limite a 150mila abitanti per gli enti con più del 50
per cento di territorio montano La Provincia di Rieti è salva Approvato
il subemendamento del Pdl che la esclude dai tagli Il nuovo testo
abbassa il minimo a 150mila abitanti per gli enti con più del 50 per
cento di territorio in quota La montagna salva la Provincia Un
subemendamento del Pdl esclude il Reatino dai tagli RIETI - Salve le
Province con più di 150mila abitanti e con più del 50 per cento di
territorio montano. Con questo sub-emendamento presentato (e approvato)
ieri dal deputato del Pdl Beatrice Lorenzin durante i lavori della
Commissione affari costituzionali della Camera la Provincia di Rieti
viene esclusa dai tagli ai micro-governi, ventilati prima dalla manovra
correttiva del Governo, quindi dalla modifica della Carta delle
autonomie che nei prossimi giorni approderà nelle camere Modifica che,
con l'inserimento dell'emendamento presentato da Donato Bruno, integrato
dal sub.emendamento approvato ieri, non metterà più in pericolo la
sopravvivenza dell'amministrazione provinciale reatina. Esulta il
coordinamento del Pdl, che da al senatore Angelo Maria Cicolani i meriti
della presentazione e della successiva approvazione dell'iter. Puntando
il dito contro "Pd di ÌåØ- JK MM Um A ïÿï³ïÿ 4 Con un sub-emendamento
presentato dalla deputata Pdl Beatrice Lorenzin e integrato
all'emendamento originale di Donato Bruno la Provincia di Rieti viene
esclusa dai tagli ai microgoverni. Il provvedimento, approvato dalla
Commissione affari costituzionali della Camera, prevede un abbassamento
del tetto abitativo fino a ISOmila residenti per quelle amministrazioni
(tra cui quella reatina) che hanno nei propri confini più del 50 per
cento di territorio montano. Alla votazione hanno votato contro Pd, Udc
e Api. Esulta il Pdl reatino che annovera al senatore Angelo Maria
Cicolani il successo di un'operazione "il cui iter è stato concordato
con la deputata del Pdl, da sempre Paolo Giorni RIETI - Da oggi Beatrice
Lorenzin si è ufficialmente guadagnata la cittadinanza onoraria della
provincia di Rieti. Il deputato del Popolo della libertà, membro della
Commissione affari costituzionali alla Camera, ha di fatto "salvato"
l'amministrazione di palazzo Dosi dai venti di abolizione delle Province
al di sotto dei 200mila abitanti, proposta dal relatore Donato Bruno
sotto forma di emendamento al disegno di legge sulla modifica della
Carta delle autonomie.
Come? al cosiddetto "emendamento Bruno" la Lorenzin - la quale, a detta
del Pdl reatino, avrebbe agito su input del senatore Angelo Maria
Cicolani - ha presentato un sub-emendamento che inserisce un nuovo
abbassamento della soglia per la soppressione, quello di avere
all'interno dei propri confini almeno il 50 per cento di territorio
montano. Per queste Province il tetto residente minimo si abbassa a
150mila abitanti, come riporta il nuovo "punto b" dell'articolo 14 del
disegno di legge, quello riguardante la "delega al governo in materia di
razionalizzazione delle Province". Al quale, da ieri, dopo le parole
"relativi all'anno 2009", riferite al tetto dei 200mila residenti, si
aggiunge la voce "oppure 150mila abitanti, laddove il territorio sia
montano per oltre il 50 per cento".
Tanto basta per mettere al sicuro i circa 159mila abitanti del Reatino, le
cui credenziali "montanare" sono racchiuse nelle sei Comu nità montane
alle lanno capo 52 comuni sui 73 totali del L'emendamento e il
subemendamento, entrambi approvatti dalla Commissione di ieri
pomeriggio, finiscono all'intemo del ddl sulla Carta delle autonomie,
calando la scure (al momento) su quattro sole Province, tra le quali,
per la prima volta, Rieti.non viene inserita. La votazione ha diviso gli
schieramenti, trovando il favore dei deputati di Pdl e Lega Nord e la
contrarietà dei colleghi del Partito democratico, dell'Udc e dell'Api.
Dato non certo gradito dal presidente Fabio Melilli, che non avrà di che
complimentarsi con i colleghi democratici della Commissione
parlamentare, come tiene subito a precisare il coordinamento provinciale
del Pdl: "II Partito democratico del presidente Melilli ha votato contro
- esordisce il portavoce Moreno Imperatori - L'approvazione del
sub-emendamento di Beatrice Lorenzin è un successo del senatore Cicolani,
che aveva precedentemente concordato l'iter, con la deputata del Pdl, da
sempre vicina a Rieti". "Si tratta di un importante risultato - aggiunge
il capogruppo Pdl alla Provincia Felice Costini -. Grazie all'intervento
del senatore Cicolani e della deputata Lorenzin nel disegno di legge è
stata inserita una previsione che dovrebbe mettere la nostra Provincia
al riparo da tagli". Sempre se il testo, cosi emendato, non sarà
sottoposto ad ulteriori modifiche nel dibattito parlamentare, che
inizierà lunedì.
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2 Giugno 2010 |
(Marzio Mozzetti) AMATRICE - "Vergogna!" tuona il manifesto affisso
dall'amministrazione comunale m merito alla chiusura dell'ospedale
Grifoni. Il sindaco Sergio Pirozzi a fatica ingoia il boccone amaro
rifilato dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e
minaccia una vera e propria battaglia "contro l'ennesimo scippo sociale
perpetrato ai danni delle popolazioni dell'Alta Valle del Velino che
prevede la trasformazione dell'ospedale "Francesco Grifoni" in Residenza
Sanitaria Assistita privandolo di fatto del pronto soccorso". Dunque,
lotta aperta contro il decreto di riorganizzazione della re te
ospedaliera. La maggioranza è m mobilitazione da lunedì sera e proprio
ieri mattina è arrivato l'annuncio del consiglio comunale straordinario
previsto per questa sera alle ore 21 presso la ex chiesa di San
Giuseppe. Sarà una assise infuocata dove amministratori e cittadini
saranno chiamati a pronunciarsi su una decisione che ovviamente andrà a
penalizzare fortemente l'intero territorio. A riprova dell'importanza
dei temi sul tappeto la presenza del presidente della Provincia di Rieti
Fabio Melilli e di tutti i sindaci dell'Alta Valle del Velino e del
Tronto per discutere i provvedimenti messi all'ordine del giorno. Si
tratta di decisioni che in parte si affidano a strumenti costituzionali,
come ad esempio il ricorso al TAR e la richiesta alla Regione Lazio
delle spese dettagliate sostenute nel settore sanitario. Il sindaco
Pirozzi ha già dato incarico un docente di diritto per verificare se
esistano le condizioni per intraprendere l'iniziativa giudiziaria.
Ma il primo cittadino amatriciano è intenzionato ad avviare anche
iniziative clamorose da affiancare, ovviamente, a quelle
"istituzionali". Come quella già annunciata a caldo della secessione.
Spesso invocata nei momenti più critici o solo come semplice spettro,
ora la decisione di cambiare provincia (e quindi regione) ha preso forma
con decisione alla luce di quanto accaduto con il piano di riordino
ospedaliero. "Non possiamo subire passivamente questa decisione della
Regione - spiega Pirozzi - perché questo significa la morte di un intero
territorio. Significa inoltre mettere in difficoltà migliala di
residenti che per sei mesi l'anno convivono con la neve e quin di con
tutti i problemi che ne conseguono a livello di trasferimenti e
viabilità. Il Grifoni, inoltre non può essere ridimensionato perché
strategicamente importante per Amatrice che vive di turismo e anche
perché unica struttura sanitaria della zona (l'ospedale di Rieti dista
ben 62 chilometri). Oltretutto si trova in zona sismica 1 (ad alto
rischio terremoti) e privare il "Grifoni" del pronto soccorso potrebbe
creare non pochi problemi in caso di emergenza". Il sindaco Sergio
Pirozzi è intenzionato a portare avanti l'ipotesi secessione
territoriale proprio come strumento per salvare il Grifoni ma anche per
dare un segno di rottura certamente insanabile con la Regione. Sulla
strada di questo provvedimento, sarà certamente determinante il parere
dei comuni reatini direttamente confinanti con l'amatriciano e che si
appoggiano a livello sanitario proprio all'ospedale amatriciano: primo
fra tutti Accumoli, ma anche Cittareale, Posta e Borbona. I
sindaci di questi comuni saranno chiamati evidentemente in causa già
questa sera per decidere di condividere la scelta del referendum che già
in passato aveva visto protagonista il comune di Leonessa (con esito
alla fine negativo) ma che servì a sensibilizzare l'opinione pubblica.
Stavolta in ballo non ci sono le piste da sci del Terminillo, ma la
salute dei cittadini che si sentono defraudati dall'ultimo baluardo
sanitario. Il sindaco Sergio Pirozzi, raggiunto per telefono conferma
che anche Leonessa e Antrodoco potrebbero unirsi per dare sostegno allo
strumento del referendum consultivo che potrebbe rivelarsi davvero
storico per le proporzioni che sta assumendo. Intanto il sindaco Pirozzi
mette in atto la prima forma di protesta: "il Comune di Amatrice
non parteciperà a nessuna forma di celebrazione della festa della
Repubblica e fin da oggi (ieri per chi legge, ndr) le bandiere saranno
poste a mezz'asta". Il consiglio comunale di questa sera sarà trasmesso
in differita dall'emittente MEP Radio domani mattina alle ore 10,40 e
sarà ascoltabile anche in streaming sul sito www.mepradio.it.
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2 Giugno 2010 |
Dagli amministratori provinciali Melilli e Bigliocchi e dal
consigliere regionale del Pd Perilli durissima reazione ai tagli
annunciati dalla Polverini TI nuovo piano sanitario? Per il Reatino è
devastante^ "UN DOCUMENTO devastante non solo per la sanità ma anche per
l'intero territorio e la comunità reatina". E' il commento unanime del
presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, del consigliere
regionale Perilli e del consigliere provinciale con delega alla
Sanità, Paolo Bigliocchi, all'indomani della notizia che il Grifoni di
Amatrice sarà ridotto a presidio distrettuale. E' la decisione del
Presidente della Regione Polverini che ha firmato ieri il decreto sulla
riorganizzazione della rete "Con la divisione della Regione Lazio in
quattro macro-aree - dichiara il presidente Melilli - scompare in
pratica il diritto dei cittadini della provincia di Rieti di avere i
posti di riabilitazione e di lungodegenza previsti dagli standard
nazionali.
Questa scelta continua: "fa perdere un presidio ospedaliero in una zona
distante oltre 60 chilometri dall'ospedale di Rieti e che rischia di
diventare probabilmente una residenza sanitaria assistita, a discapito
di altre zone del nostro territorio dove queste erano state già
previste". Inoltre, aggiunge "Sono preoccupato per i tagli che si
profilano nella seconda parte della manovra anche per l'ospedale di
Magliano. La Polverini in pratica inizia a smantellare le Province prima
che lo faccia il Governo. Che senso tenere piedi un'organizzazione
elefantiaca come quella della Regione Lazio quando questa è chiamata a
gestire soltanto il 20 per cento dell'intero bi lancio regionale, dato
che il restante 80 per cento è gestito direttamente e autonomamente dal
Commissario alla Sanità e cioè la presidente Polverini". Grave per il
Consigliere regionale Perilli che il Presidente della Regione non abbia
permesso al Consiglio regionale di discutere in merito al Decreto. E
aggiunge: "Pensate al de' Lellis che da ospedale di riferimento
dell'intera provincia rischia di divenire un ospedale di periferia. La
Polverini dimostra ancora una volta di avere una idea sbagliata di
Regione". E a nome della Regione interviene il Consigliere Gianfranco
Gatti che dichiara: "La Regione non dimentica Rieti. Stiamo gestendo
questa emergenza dopo aver ereditato una pesante situazione
dall'Amministrazione di centro-sinistra del Governo Marrazzo Montino che
ha anche portata al commissariamento della sanità nel Lazio. Il
Presidente Renata Polverini ha dovuto gestire la situazione in poco
tempo, andando ad evitare l'aumento delle tasse per i cittadini. Si sta
provvedendo a migliorare i servizi sanitari per la Provincia al fine di
soddisfare le esigenze dei cittadini. E conclude -1 sacrifici richiesti
verranno ripagati.
Annalisa Nicoletti
EPOLIS ROMA |
2 Giugno 2010 |
(ANASTASIO PAOLO ) Il presidente incontra Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
In programma incontri su crisi e programmazione Sanità, un tavolo con i
sindacati Polverini audizione alla Camera . Un'audizione in Commissione
d'inchiesta della Camera sugli errori sanitari, per esporre gli aspetti
finanziari e le conseguenze sul diritto alla salute dei cittadini legati
al piano di rientro. Renata Polverini è stata convocata dal presidente
della commissione Leoluca Orlando, per ottenere delucidazioni sui 12
decreti emanati dalla Regione, per ripianare il deficit di 1,6 miliardi
di euro del 2009. Ieri il primo incontro di Polverini con i sindacati,
Cgil, Cisi, Uil e Ugl del Lazio. «Ci saremmo aspettati che, in qualità
di commissario, la Polverini sulla sanità chiedesse di ritardare i tempi
del piano di rientro, il che avrebbe comportato qualche chiusura in meno
e qualche sacrificio in meno perii personale e per i cittadini», ha
detto il segretario generale Cgil Roma e Lazio Claudio Di Berardino
SETTIMANA PROSSIMA saranno avviati tré tavoli tecnici, per parlare di
sanità, emergenza occupazionale e programmazione per i prossimi 5 anni.
Intanto, non si placano le proteste per la riconversione di 2.492 posti
letto per acuti, di cui 700 negli ospedali della Capitale, e per la
disattivazione entro il 2010 di dieci ospedali di provincia: Ceccano,
Rocca Priora, Zagarolo, Centro Paraplegici di Ostia, Ariccia, Sezze,
Gaeta, Montefiascone, Ronciglione e Amatrice. Sulle barricate il
presidente della Provincia di Rieti, Fabio Leoluca Orlando: «Verifiche
finanziarie sul piano di rientro e sul diritto alla salute» Melilli: «Un
documento devastante per la comunità reatina dice Melilli - Drammatica è
la scomparsa dell'ospedale di Amatrice - continua Melilli che fa perdere
un presidio ospedaliere in una zona distante oltre 60 chilometri
dall'ospedale di Rieti. Timori per il rischio chiusura di Magliano».
Anche Francesco Storace, capogruppo regionale de "La Destra", alza la
voce: «II Cpo di Ostia non si tocca». Sulla stessa linea di Storace il
presidente dei Verdi Angelo Bonelli. E mentre il sindaco Alemanno e il
presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese benedicono
l'intervento, l'ex consigliere regionale del Pdl Fabio Desideri è
scettico: «La divisione in quattro macro aree non convince - dice
Desideri - il rischio è che i cittadini delle province continuino ad
ingolfare gli ospedali a Roma». Secco Luigi Nieri, capogruppo di Sei
alla Pisana: «II Piano è insostenibile per il Lazio - al momento è
previsto solo un taglio di 3000 posti letto». L'Udc sospende il
giudizio.
SINDACATI. «Finalmente abbiamo incontrato il presidente Polverini,
sarebbe stato preferibile incontrarla prima dell'emanazione dei decreti
sanitari e non a giochi fatti - dice Franco Simeoni, segretario generale
Cisi Lazio - dalla prossima settimana ci saranno degli incontri su temi
specifici, con tavoli tecnici su sanità, emergenza occupazionale e
programmazione. Abbiamo chiesto di evitare in tutti i modi inasprimenti
fiscali, nessuna azienda aprirebbe più nel Lazio. Sul taglio agli
sprechi, abbiamo chiesto interventi sulle società regionali».
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2 Giugno 2010 |
A rischio numerosi posti letto per acuti e l'accorpamento
delle Asl. Esplode la protesta ad Amatrice e Ronciglione Sanità, la
scure sulla Tuscia e la Sabina Regione I tagli previsti nella manovra
finanziaria colpiscono gli ospedali del Viterbese e del Reatino Chiude
l'ospedale, monta la rabbia del sindaco: «Scenderemo in piazza» Sanità
Esplode la protesta ad Amatrice. Spuntano i manifesti: «Una vergogna»
Snobbata la festa della Repubblica. Annunciati ricorsi al TAR e
manifestazioni . I tagli alla sanità colpiscono gli ospedali di Viterbo
e Rieti: a rischio i posti letto nei nosocomi di Ronciglione e
Montefiascone, ma anche il presidio di Amatrice potrebbe chiudere. La
polemica sul decreto non tarda ad arrivare con i sindaci schierati in
prima linea e pronti a scendere in piazza. I sindacati chiedono un
incontro urgente con il governatore del Lazio Polverini mentre il dg
della Asl di Viterbo, Pipino si limita a dire: «È ancora tutto da
vedere, sarà certamente una razionalizzazione dei servizi».
( Cherubini, Giovanforte e Fuggetta )- Vergogna. È questo la parola che
campeggia sui manifesti affissi nelle ultime ore ad Amatrice, il giorno
dopo la presentazione dei decreti sulla sanità da parte del Presidente
della Regione, Renata Polverini, tra i quali c'è anche quello sul
riordino della rete ospedaliera. La rabbia è scattata già nel pomeriggio
di lunedì, con il Sindaco, Sergio Pirozzi , che invitava «con fermezza
la classe dirigente reatina e laziale a confermare gli impegni assunti
sul mantenimento integrale delle strutture del nostro presidio, già
negli ultimi anni pesantemente ridotto nella sua funzionalità, ancora in
vita unicamente per la grande professionalità e passione dei suoi
operatori sanitari». Insieme al primo cittadino, l'intera giunta di
Amatrice chiedeva che il «Grifoni» venisse «riaperto», assicurando, in
caso contrario, una forte mobilitazione. E ieri è arrivata la conferma
delle proteste, con la convocazione di un consiglio comunale
straordinario per oggi (sarà possibile ascoltare la registrazione
integrale del consiglio su Mep Radio domani alle 10 e 40). «Contro
l'ennesimo scippo sociale perpetrato ai danni delle popolazione
dell'Alta Valle del Velino che prevede la trasformazione del Grifoni in
Rsa privandolo di fatto del Pronto soccorso - ha spiegato Pirozzi - La
nostra amministrazione, di concerto con gli altri Sindaci della Valle
del Velino che abbiamo invitato proporrà alcune iniziative di lotta in
difesa della salute dei cittadini e tra questo un ricorso al TAR, una
richiesta dettagliata delle spese sostenute dalla Regione in materia
sanitaria, e una proposta di secessione territoriale, perché cosi non si
può più andare avanti». Oltre a questo, simbolicamente, il Comune di
Amatrice non parteciperà a nessuna forma di celebrazione della Festa
della Repubblica e già da ieri le bandiere sono amezz'asta. Al Consiglio
comunale di Amatrice oggi parteciperà anche il Presidente della
Provincia, Fabio Melilli, che ieri ha espresso solidarietà al Sindaco
Pirozzi e ha definito drammatica la scomparsa dell'ospedale Grifoni che
«fa perdere un presidio ospedaliero in una zona distante oltre 60
chilometri dall'ospedale di Rieti e che rischia di diventare
probabilmente una residenza sanitaria assistita, a discapito di altre
zone del nostro territorio dove queste erano state già previste».
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2 Giugno 2010 |
Fabio Melilli Presidente della Provincia Rieti protesta
«Cancellati da quei tagli» «Un documento devastante non solo per la
sanità, ma anche per l'intero territorio e la comunità reatina». Il
presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, del consigliere
regionale Mario Perilli e del consigliere provinciale con delega alla
Sanità, Paolo Bigliocchi, hanno bocciato il piano di riorganizzazione
della sanità, illustrato lunedì dalla presidente della Regione, Renata
Polverini.
«Con la divisione del Lazio in quattro macro-aree spiega il presidente
Melilli scompare in pratica il diritto dei cittadini della provincia di
Rieti di avere i posti di riabilitazione e di lungodegenza previsti
dagli standard nazionali e per i quali nella scorsa legislatura
nazionale abbiamo tenacemente combattuto: il fabbisogno di questi posti
che sono stati riconosciuti al nostro territorio viene di fatto
annullato dall'eccesso di offerta presente in altre zone della macro
area dove siamo stati inseriti». Melilli definisce «drammatica» la
scomparsa dell'ospedale di Amatrice perché «fa perdere un presidio
sanitario in una zona distante oltre 60 chilometri dall'ospedale di
Rieti». Quello di Amatrice, secondo il presidente della Provincia di
Rieti «rischia di diventare probabilmente una residenza sanitaria
assistita, a discapito di altre zone del nostro territorio dove sono già
previste». Per questo motivo «domani parteciperò alle celebrazioni del 2
giugno ad Amatrice insieme al sindaco Pirozzi per manifestare
solidarietà alla comunità amatriciana annuncia Melilli -. Ma visti i
tagli che si profilano nella seconda parte della manovra sono
preoccupato anche per l'ospedale di Magliano. E davvero una situazione
paradossale: la Polverini in pratica inizia a smantellare le Province
prima che lo faccia il governo Berlusconi».
«Una delle cose più gravi - aggiunge il consigliere regionale Perilli -
è che la Polverini abbia presentato un documento così importante e
rilevante per i cittadini del Lazio senza permettere al Consiglio
regionale di discuterne come credo sia giusto e normale. E sono convinto
che, nonostante i tagli, le aliquote regionali di Irap e Irpef
aumenteranno lo stesso». La presidente «contraddice quanto promesso in
campagna elettorale - osserva Perilli - sia ad Amatrice che a Magliano
Sabina».
F. D. F.
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2 Giugno 2010 |
(ANDREA BONANNI) - Melilli: «Un dramma per la gente». Il sindaco
di Amatrice: «Oggi bandiere a mezz'asta e niente festa della Repubblica»
«Sanità, tagli devastanti per la Sabina» La decisione della Regione di
trasformare il "Marini" scatena la reazione del Pd - Sul futuro
dell'ospedale "Grifoni" di Amatrice, che entro il prossimo 31 dicembre
sarà riconvertito in presidio di assistenza distrettuale con zero posti
letto per acuti, il Pd passa al contrattacco con uno spiegamento di
forze e di uomini senza precedenti. La posta in gioco è alta.
L'occasione è data dalla firma del decreto sulla riorganizzazione della
rete ospedaliera da parte del presidente della Regione, Renata Polverini
che vede, oltre alla trasformazione di 5 ospedali minori (compreso
quello di Amatrice), la divisione del Lazio in 4 macroaree, la
razionalizzazione dell'offerta ospedaliera in riabilitazione post acuzie
e lungodegenza e la riorganizzazione dell'offerta di posti letto
relativi alle Rsa.
Per il Pd reatino, dal presidente della Provincia Fabio Melilli al
consigliere regionale Mario Perilli, quanto deciso «avrà ripercussioni
devastanti sul territorio». Per Melilli, che oggi sarà ad Amatrice
accanto al sindaco Sergio Pirozzi nella seduta del consiglio comunale
straordinario «è drammatica la scomparsa del "Grifoni" che fa perdere un
presidio in una zona distante oltre 60 chilometri dal De Lellis e che
rischia oltretutto di diventare una Rsa, a discapito di altre zone del
nostro territorio dove queste strutture erano già previste. Per questo
motivo ritengo che si debbano attivare forme di protesta anche con il
coinvolgimento degli altri territori interessati ai tagli».
Una presa di posizione forte che non si ricordava da tempo quella del
Pd, soprattutto perché il decreto, così come presentato, sembra
convergere sulla precedente bozza del commissario, condivisa dall'ex
presidente Marrazzo nel luglio scorso e che prevedeva per De Lellis,
Marini e Grifoni "la costituzione di un unico presidio ospedaliero
integrato. La trasformazione dell'ospedale sabino in Ptp, con 40 posti
letto di Rsa e per l'ospedale dell'Alta Valle del Velino (prima che la
Corte suprema decidesse sull'incostituzionalità della legge sui presidi
montani), un'organizzazione variabile a seconda del contesto specifico e
della rete dei servizi di cui è in grado di usufruire". Ma è
sull'istituzione delle 4 macroaree che Melilli pone l'accento: «Con esse
scompare il diritto dei reatini di avere i posti di riabilitazione e di
lungodegenza previsti dagli standard nazionali e per i quali nella
scorsa legislatura abbiamo tenacemente combattuto. Il fabbisogno di
questi posti viene di fatto annullato dall'eccesso di offerta presente
in altre zone della macroarea dove siamo stati inseriti».
Per Mario Perilli «una delle cose più gravi è che la Polverini abbia
presentato un documento così importante e rilevante per i cittadini del
Lazio senza permettere al consiglio neppure di discuterne. L'unica cosa
che emerge chiaramente è che, con l'istituzione delle macroaree, viene
esaltato il ruolo di Roma». E intanto da Amatrice Pirozzi fa sapere che
in giornata proporrà contro il decreto il ricorso al TARe la secessione.
Inoltre, per protesta, bandiere a mezz'asta e nessuna forma di
celebrazioni per la Festa della Repubblica. «Chiederò inoltre -spiega il
sindaco- il rendiconto delle spese sostenute dalla Regione in materia
sanitaria».
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2 Giugno 2010 |
Persa Amatrice, timori per Magliano Dopo il taglio (rientrato)
della Provincia i reatini non si fidano - La provincia di Rieti aprirà
una "vertenza" con la Regione Lazio per la trasformazione dell'Ospedale
"Francesco Grifoni" di Amatrice in Residenza Sanitaria Assistita.
L'annuncio è stato dato durante una conferenza stampa tenuta nella sede
del Partito Democratico di Rieti dal presidente della Provincia, Fabio
Melilli, dal consigliere provinciale con delega alla sanità, Paolo
Bigliocchi e dal consigliere regionale del PD, Mario Perilli.Per il
presidente Melilli, la parte del documento sulla Sanità sottoscritto dal
presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è «un documento
devastante non solo per la sanità ma anche per l'intero territorio e la
comunità reatina». Per la maggioranza di sinistra che governa
l'amministrazione provinciale di Rieti la divisione sanitaria della
Regione Lazio in quattro macro-aree «non permetterà più ai cittadini
della Sabina di avere i posti di riabilitazione e di lungodegenza
previsti dagli standard nazionali e per i quali nella scorsa legislatura
nazionale abbiamo tenacemente combattuto: il fabbisogno di questi posti
che sono stati riconosciuti al nostro territorio viene di fatto
annullato dall'eccesso di offerta presente in altre zone della macroarea
dove siamo stati inseriti». Per Melilli, la trasfomazione dell'ospedale
di Amatrice in residenza sanitaria assistita annulla le aspirazioni di
al tre zone del territorio dove queste erano state già previste e
elimina un presidio ospedaliero in un'area lontana circa 60 chilometri
dall'ospedale San Camillo de Lellis di Rieti. Per il presidente «visti i
tagli che si profilano nella seconda parte della manovra sono
preoccupato anche per l'ospedaledi Magliano. E' davvero una situazione
paradossale, la Polverini in pratica inizia a smantellare le Province
prima che lo faccia il Governo». Il consigliere regionale Mario Perilli
ha lamentato come la Polverini «abbia presentato un documento così
importante e rilevante per i cittadini del Lazio senza permettere al
Consiglio regionale di discuterne come credo sia giusto e normale» (Tito
Cheli)
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2 Giugno 2010 |
"A rischio le Rsa già avviate in altre zone reatine"
Melilli annuncia proteste Presicontatti con alcune Province.
Antonella Lunetti - RIETI - "Non presenzierò alle manifestazioni di
domani a Rieti (oggi, ndr) per la ricorrenza del 2 Giugno, ma mi recherò
ad Amatrice, poiché il ruolo di un presidente della Provincia è proprio
quello di stare dove serve. Adesso occorre dare sostegno a questo
territorio, che risulta indebolito e penalizzato dal piano di riordino
della sanità presentato dalla governatrice Polverini. Sarò quindi già
nel pomeriggio ad Amatrice e, alle 21, parteciperò al consiglio comunale
straordinario, indetto con urgenza dal sindaco Sergio Pirozzi". Il
presidente di Palazzo Dosi prende così posizione contro i tagli previsti
per la sanità locale. Tra gli oratori della conferenza stampa indetta
ieri mattina dal Partito democratico - insieme a Fabio Melilli c'erano
il consigliere regionale Mario Perilli e il consigliere provinciale con
delega alla Sanità, Paolo Bigliocchi - ha esordito annunciando
l'attivazione di forme di protesta contro le decisioni presenti nel
documento della Regione, con il supporto degli altri presidenti delle
Province laziali. "Con la divisione della Regione Lazio in quattro
macroaree - ha spiegato Melilli - scompare in pratica il diritto dei
cittadini di usufruire nella provincia di Rieti dei posti di
riabilitazione e di lungodegenza previsti dagli standard nazionali (0,55
ogni mille abitanti per la riabilitazione e 0,15 ogni mille abitanti per
la lungodegenza) e per i quali nella scorsa legislatura nazionale
abbiamo tenacemente combattuto: il fabbisogno di questi posti, che sono
stati riconosciuti al nostro territorio, viene di fatto annullato
dall'eccesso di offerta presente in altre zone della macroarea dove
siamo stati inseriti". Come emerge da una tabella del piano di riordino,
nella macroarea 4, dove è inserita anche la Asi di Rieti, sono già
presenti in totale 289 posti letto per lungodegenza mentre lo standard
ne fisserebbe 195. Per quanto riguarda la riabilitazione, la macroarea 4
ne conta attualmente 609 contro un fabbisogno che dovrà raggiungere i
716 posti letto. "Drammatica è poi la scomparsa dell'ospedale di
Amatrice - ha continuato il presidente Melilli - che fa perdere un
presidio ospedaliero in una zona distante oltre 60 chilometri
dall'ospedale di Rieti (che in estate raggiunge i 30mila residenti, ndr)
e che rischia di diventare una Rsa, residenza sanitaria assistita, a
discapito di altre zone del nostro territorio dove queste strutture
erano state già previste e per le quali, in alcuni casi, sono iniziati i
lavori o sono state ottenute addirittura le richieste di autorizzazione
(Montebuono, Borbona, Concerviano e anche l'ex ospedale psichiatrico del
Capoluogo)". Fabio Melilli, provato anche dalla recente questione della
manovra finanziaria del Governo - che ha paventato la soppressione
dell'ente da lui capitanato - non ci sta, e accusa Renata Polverini di
"voler eliminare di fatto la provincia di Rieti prima che lo faccia lo
stesso governo nazionale". E associa alle frecciate contro la presidente
della Regione Lazio anche l'ironica considerazione del suo ruolo come
commissario straordinario della sanità: "Vorrei capire che senso abbia
tenere in piedi un'organizzazione elefantiaca come quella della Regione
Lazio, quando tutta la macchina amministrativa è incaricata di gestire
soltanto il 20 per cento dell'intero bi lancio regionale, dato che il
restante 80 per cento è gestito direttamente e autonomamente dal
Commissario alla Sanità e cioè la presidente Polverini". Dunque, per il
presidente della Provincia, l'ospedale di Amatrice vena di fatto
"smantellato. Se anche cosi non fosse, ma venisse adibito a sola Rsa
(come sarà di fatto) vorrà comunque dire che quei posti saranno
sottratti ad altri territori".
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2 Giugno 2010 |
Melilli e Perilli in coro: «Piano devastante per tutta la
Sabina» è «Un documento devastante non solo per la sanità ma anche per
l'intero territorio e la comunità reatina». È questo il giudizio del
Partito democratico che ieri ha convocato una conferenza stampa sul
Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. «Con la divisione
della Regione Lazio in quattro macroaree - ha dichiarato il Presidente
della Provincia, Fabio Melilli - scompare in pratica il diritto dei
cittadini della provincia di Rieti di avere i posti di riabilitazione e
di lungodegenza previsti dagli standard nazionali e per i quali nella
scorsa legislatura nazionale abbiamo tenacemente combattuto». Oltre alla
situazione di Amatrice, Melilli si è detto «preoccupato anche per
l'ospedale di Magliano. È davvero una situazione paradossale, la
Polverini in pratica inizia a smantellare le Province prima che lo
faccia il Governo». Secondo il consigliere regionale Mario Perilli è
«grave anche che la Polverini abbia presentato un documento così
importante e rilevante per i cittadini del Lazio senza permettere al
Consiglio regionale di discuterne come credo sia giusto e normale». Tra
l'altro secondo il consigliere regionale «le aliquote regionali
aumenteranno lo stesso. L'unica cosa che emerge chiaramente è che con
l'istituzione delle macroaree viene esaltato il ruolo centripeto di
Roma: pensate al de' Leilis che da ospedale di riferimento dell'intera
provincia rischia di divenire un ospedale di periferia». Duro anche il
consigliere chi. «Ci auguravamo che la Polverini avesse il coraggio di
ridiscutere il Piano di rientro deciso dal Governo come promesso prima
delle elezioni, così non è stato».
Mar. Fug.
Prime pagine del 1 giugno 2010
www.mepradio.it |
1 Giugno 2010 |
Monta la protesta in tutta l’Alta Valle del Velino e del Tronto
dopo la conferma, da parte della Regione Lazio, della chiusura
dell’ospedale “Francesco GRIFONI”. In prima fila il Sindaco di Amatrice,
Sergio PIROZZI, che per la serata del 2 giugno ha convocato una seduta
straordinaria del Consiglio comunale. All’Assise, che si svolgerà alle
ore 21.00 presso l’ex chiesa di San Giuseppe, parteciperà anche il
Presidente della Provincia di Rieti, Fabio MELILLI. Questo il testo del
manifesto fatto affiggere da PIROZZI, proprio in queste ore, ad
Amatrice. << Vergogna !!! Contro l’ennesimo scippo sociale perpetrato ai
danni delle popolazioni dell’Alta Valle del Velino che prevede la
trasformazione dell’ospedale F. GRIFONI in RSA privandolo di fatto del
Pronto Soccorso. Per difendere l’unicità del nostro ospedale, l’intera
popolazione dell’Alta Valle del Velino è invitata a partecipare al
Consiglio straordinario - urgente convocato per il giorno 02 giugno,
alle ore 21.00, presso la “ex chiesa di San Giuseppe”. L’Amministrazione
di concerto con gli altri sindaci proporrà alcune inziative di lotta in
difesa della salute dei cittadini: 1) ricorso al TAR; 2) richiesta
dettagliata spese sostenute dalla Regione Lazio in materia sanitaria; 3)
secessione territoriale. Inoltre, il Comune di Amatrice non parteciperà
a nessuna forma di celebrazione della Festa della Repubblica e fin da
oggi le bandiere saranno poste a mezz’asta >>. Giovedì 3 giugno, alle
ore 10.40 circa, subito dopo il GR nazionale di POPOLARE Network, MEP
Radio Organizzazione proporrà la registrazione integrale della seduta
consiliare
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1 Giugno 2010 |
Firmati i decreti per la riorganizzazione della rete. Il Pd
attacca: si tratta di un taglio di 2.500 posti Polverini: died ospedali da
riconvertire La Regione presenta il piano: Lazio diviso in quattro aree. Al
Gemelli meno risorse e letti ridotti Dieci piccoli ospedali saranno
riconvertiti: non avranno più posti letto per acuti (saranno trasferiti in
strutture più grandi). E' uno dei provvedimenti contenuti nei dodici decreti
presentati ieri dalla presidente della Regione, Renata Polverini, e inviati
al Governo per A evitare l'aumento delle tasse. Ci sono anche tagli pesanti
per la sanità privata. Dal Policlinico Gemelli, inoltre, trapela forte
preoccupazione per la riduzione di 100 milioni di curo rispetto alla
richiesta del tetto di produzione per il 2010. C ' è un ' altra novità: il
Lazio è stato suddiviso in quattro macro aree, autosufficienti come offerta
specialistica, che saranno poi la traccia da seguire per ridurre le Asi
dalle attuali 12 a 8. «Combattiamo anche gli sprechi con la centrale unica
d'acquisto e con il comitato di controllo», promette la Polverini. Replica
il Pd: «Sta giocando con le parole, chiude 10 ospedali e taglia 2.500 posti
letto. Non ha mantenuto le promesse elettorali».
All'interno Sanità il Lazio diviso in quattro aree autonome Polverini: così
ridurremo le Asi da 12 a 8. «Forte preoccupazione» al Gemelli per il tetto
ai finanziamenti Parola d'ordine: non chiamateli tagli, ma riconversioni.
Quanto meno nel linguaggio Renala Polverini ha gli stessi tic di chi l'ha
preceduta alla guida della Regione Lazio. Nella sostanza dicci ospedali non
saranno più ospedali, diventeranno altro. Si perderanno 2.450 posti letto
per acuti («ma saranno solo trasferiti»). Nella conferenza stampa di ieri
pomeriggio, chissà perché, Renata Polverini, che aveva appena inviato i
dodici decreti al Governo per dimostrare tagli e razionalizzazione della
spesa della sanità ed evitare l'aumento delle tasse non ha voluto nominare
gli ospedali da chiudere. E' rimasta molto generica. Fino a quando, nel dopo
partita, è stato il subcommissario Mario Morlacco a tare l'elenco dei dieci
ospedali inseriti nel piano del riordino della rete ospedaliera. Bisogna
andare a pagina 13 dell'allegato (che la Polverini non ha voluto
distribuire). Le direzioni aziendali di Latina, Viterbo e Rieti entro il 31
dicembre dovranno «procedere al trasferimento in altri presidi pubblici di
tutte le attività per acuii» dei seguenti ospedali: Sozze e Gaeta per
Latina: Montefiascone, Ronciglione per Viterbo: Amatrice per Rieti; ancora,
recita il documento: «Si darà mandato alle Asi di procedere entro il 31
dicembre al trasferimento ad altri presidi pubblici dell'attività per acuti
attiva presso i seguenti ospedali: Ceccano, Rocca Priora, Zagarolo, Ariccia
e Paraplegici Ostia». «Gli interventi sopra descritti determinano la
disattivazione dell'attività per acuti presso 10 ospedali. Dal momento che
la re lativa offerta sarà trasferita non si prevede una riduzione dei posti
letto in relazione allo standard nazionale. Le Asi dovranno altresì
presentare un piano di eventuale riutilizzo dei locali». E non e finita qui:
«Ulteriori riconversioni saranno valutate e ricomprese nei successivi atti
di riordino da emanarsi nel corso del 2010». I decreti sono dodici e ci sono
anche quelli che fissano i tetti peri privati. E colpiscono duro anche il
Policlinico Gemelli che subisce una decurtazione di 100 milioni di euro e da
cui trapela grande preoccupazione: dovranno essere disattivati 86 posti
letto ordinari ñ attivati 42 posti letto in day hospital. Dure le reazioni
anche della sanità privata. Jessica Faroni, Aiop (associazione ospedalità
privata): «Abbiamo rifatto i conti e i decreti prevedono un taglio del 16
per cento alla lungodegenza, del 12,5 perla riabilitazione e dell'I 1,4 per
gli acuti. E a questo si aggiunge un taglio di 1.206 posti letto nella sola
riabilitazione».
Secondo Renata Polverini un'altra svolta importante è l'individuazione di
quattro macro aree (ognuna sarà autosufficiente, con un'offerta completa
nelle varie specialistiche). Ma si sta parlando di tcrritori molto vasti
che, ad esempio nella macroarca 3 andrà, lungo il litorale, dai confini con
la Campania a quello con laAsl di Civitavecchia. Polverini: «In ciascuna
macroarca c ' è tutta la catena della specialità che si deve offrire. Si
tratta di uno schema che ci consentirà di arrivare immediatamente alla
riduzione del numero delle Asi da 12 a 8». «Questa regione èleader nel campo
dell'inappropriatezza organizzativa. Con questo piano poniamo le basi per
quella rivoluzione sanitaria che ho annunciato in campagna elettorale». La
tesi della Polverini: abbiamo passato al setaccio tutte le Asi abbiamo
individuato posti letto utilizzati in modo inappropriato. In questo modo
abbiamo non soppresso, ma messo nel mirino letti che non venivano usati come
previsto, in modo da raggiungere quel rapporto di un posto letto ogni
quattromila abitanti richiesto dal Patto per la salute. «Alla data del 31
maggio noi siamo adempienti: abbiamo inviato tutto quello che ci era stato
richiesto. Attualmente sono 2.492 i posti letto che la Regione intende
riconvertire negli ospedali del Lazio. Di questi posti letto 2.000 sono per
acuti e già non operano più, altri 3.000 se ne potrebbero aggiungere». Ieri
Renata Polverini ha incontrato anche il sindaco Alemanno e l'assessore
comunale al Bilancio Leo per fare il punto sui soldi che il Campidoglio
attende dalla Regione. Oggi si riunirà la giunta che nominerà il nuovo
segretario generale, l'ex Ugl Salvatore Ronghi.
E il pericolo tasse? I tecnici del Ministero in queste ore valuteranno se i
provvedimenti sono sufficienti a evitare l'aumento dell'Ira? e dell'Irpef, a
fronte di un disavanzo 2009 di 1,4 miliardi a cui si aggiungono 190 milioni
del 2008. «Non credo che avremo risposte ne oggi ne domani». Ma la Polverini
è fiduciosa e ha voluto sottolineare l'importanza di altri due
provvedimenti: «Stiamo istituendo il nucleo regionale di controllo sanitario
e la centrale unica per gli acquisti delle Asi. Ci saranno grandi risparmi».
M.Ev.
IL FATTO QUOTIDIANO |
1 Giugno 2010 |
TEMPO SCADUTO La Polverini si smentisce e taglia oltre 2mila posti
letto "Non ci saranno tagli di posti letto ma soloì riconversioni. Oggi
ho emanato 12 decreti, tra i quali quello sulla riconversione della rete
ospedaliera". Parola di Renata Polverini, presidente della Regione
Lazio. I decreti sono stati consegnati ai tecnici del Tesoro che
dovranno stabilire se il piano di rientro dal deficit sanitario basta a
coprire il disavanzo oppure no. In caso di responso negativo per i
cittadini del Lazio, Molise, Campania e Calabria scatteranno gli aumenti
delle aliquote delle tasse regionali: più 0,15 per cento dell'Irpef più
0,30 per l'Irap. Ce la farà Renata Polverini a sventare la stangata? È
presto per dirlo. Quel che è certo è che la governatrice del Lazio non
dice la verità. Basta scorrere i testi dei decreti per rendersene conto.
Meno 368 posti letto per malati acuti, taglio di 1.116 per la
riabilitazione, meno 522 letti destinati alla lungodegenza. E dopo
l'estate un'altra sforbiciata di 486 posti. I tagli riguardano sia il
pubblico che il privato convenzionato. E nel pubblico porterà alla
chiusura di 10 piccoli ospedali che verranno trasformati in presidi
sanitari. Perché il presidente della Giunta del Lazio non dice la
verità? Tutti sperano che abbia letto i decreti che ha firmato. Ma la
mannaia del Tesoro non incombe solo sul Lazio. La Calabria è sotto di 1
miliardo sul 2009, cifra che raddoppia se sommata al deficit accumulato
negli anni e il neogovernatore Giuseppe Scopelliti e la sua giunta hanno
esaminato proprio nei giorni scorsi una serie di provvedimenti per
favorire un rispar mio per le casse regionali. Al Molise servono 69
milioni per ripianare il deficit tino al 2009; in Campania occorre mezzo
miliardo. "Sarà praticamente impossibile per le quattro Regioni
rientrare dal disavanzo entro il 2010 - commenta un esperto del Tesoro
non è possibile in pochi mesi recuperare questi importi". L'unica
soluzione è dunque quella di lavorare alla produzione di piani
aggiuntivi per risparmiare, ma poi, secondo i tecnici degli assessorati
regionali alla sanità, servirà un intervento del governo. Anche perché
l'aumento delle addizionali Irpef e Irap potrebbe non bastare. LIn
intervento che avrebbe del miracoloso: la manovra prevede tagli per 13
miliardi in due anni per gli enti locali e di questi ben 10 a carico
delle Regioni. E mentre le quattro regioni "spendaccione" cercano di
evitare l'aumento delle tasse, la Cgil chiama allo sciopero i medici del
servizio pubblico che, grazie al blocco del turn over, diminuiranno di
12 mila nei prossimi tré anni. L'Anaao Assomed, il sindacato dei medici
ospedalieri, richiama l'attenzione su alcuni effetti del blocco degli
stipendi per i medici dipendenti nel triennio 2011-2013 e si da
appuntamento venerdì con le organizzazioni sindacali della dirigenza
medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa per decidere il dafarsi.
Per l'Anaao i giovani medici del Ssn subiranno una perdita che potrebbe
arrivare tino 37 mila euro nel triennio 2011-2013, in conseguenza del
blocco del contratto nazionale appena firmato.
(di Giorgio Dominghi)
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1 Giugno 2010 |
Le reazioni - Il capogruppo PD: le case di cura vinceranno -
Montino: così crea mostri a rischio ingovernabilità IDV: meno servizi La
Cgil: ragioneria senza concertazione .Una rivoluzione destinata a
«creare mostri ingovernabili, riunendo in una stessa Asl territori con
caratteristiche assolutamente diverse». Decreti che «cancellano in un
colpo solo le Asl di Rieti e Viterbo, oltre che tutte quelle della
provincia di Roma» e creano la Asl del litorale «che va da Maccarese a
Minturno». Esterino Montino (Pd) esprime un giudizio molto critico verso
i provvedimenti varati dalla presidente della Regione, Renata Polverini,
accusata di «giocare con le parole» perché «prosegue imperterrita a
prendere in giro i cittadini del Lazio», ma il gioco secondo
l'opposizione «non funziona» visto che con i decreti «chiude io piccoli
ospedali di provincia e taglia 2.500 posti letto per acuti».
Citando il decreto n. 48 Montino precisa: «A pagina 37 vengono tagliati
subito 1.116 posti letto di riabilitazione, 522 di lungodegenza e 368
per acuti, per un totale di 2.006 posti letto. Entro l'anno si procederà
ad un ulteriore sforbiciata, la soppressione di altri 486 posti letto:
298 saranno per acuti, 87 di riabilitazione e 101 di lungodegenza»,
portando così la rete ospedaliera regionale «a un dimagrimento di 2.492
posti letto», ha aggiunto Montino secondo il quale in alcuni
provvedimenti «ci sono le condizioni per una vittoria al Òàã di tutte le
case di cura».
A riguardo Jessica Faroni, presidente dell'Aiop Lazio, denuncia: «Ci
sentiamo presi in giro: questi decreti sono una follia». A conti fatti
la Regione, secondo l'Aiop «taglia il 16% sulla lungodegenza, il 12,5
sulla riabilitazione e l'i 1,4 per gli acuti, oltre a cancellare 1.206
letti di riabilitazione - ha precisato la Faroni -. All'orizzonte vedo
centinaia di licenziamenti». Per i consiglieri regionali dell'Italia dei
valori «i tagli sono inutili e porteranno solo a diminuire i servizi ai
cittadini». Commentando i decreti Claudio Di Berardino, segretario
generale della Cgil di Roma e Lazio, rincara la dose: «I tagli sono
fatti perché si pensa in termini di pura ragioneria, senza nessun
coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle parti sociali. Ci
preoccupa il fatto che tutto ciò porterà inevitabilmente a un ulteriore
indebolimento della sanità pubblica in favore di quella privata». F. D.
F.
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31 maggio 2010 |
Regione Le Asl scenderanno da 12 a 8. La Cgil accusa: «Un
esercizio di pura ragioneria, senza consultare nessuno» Sanità, ecco la
«rivoluzione Polverini» Chiusi 10 ospedali, da riconvertire 2.492 posti
letto. Lazio diviso in 4 macroaree Chiusura di dieci piccoli ospedali e
di 2.492 letti che saranno riconvertiti in Residenze per non
autosuffìcienti e malati cronici (Rsa): per questo tipo di pazienti «nel
Lazio mancano 5 mila letti». Il territorio regionale diviso in quattro
macro aree in vista della riduzione delle Asi da 12 a 8. Una centrale
unica per gli acquisti di beni e servizi e un «nucleo regionale di
controllo sanitario», in collaborazione con carabinieri e guardia di
finanza, lavoreranno per scovare gli sprechi, ridurre le spese e
guadagnare efficienza. Ecco in sintesi la «rivoluzione della sanità»
targata Renata Polverini, che ieri ha presentato i 12 decreti al governo
Berlusconi per evitare di alzare le tasse e cercare di ridurre il
deficit (che nel 2009 è stato di un miliardo e 600 milioni). La Cgil
attacca: i decreti sono frutto di «un esercizio di pura ragioneria,
senza consultare nessuno», osserva Claudio Di Berardino. Critiche anche
dall'Aio?: «Questi tagli sono una follia - commenta Jessica Faroni - Ci
saranno centinaia di licenziamenti nelle cliniche convenzionate».
Ospedali e degenze: la rivoluzione di Renata Dieci chiusi e
riconvertiti, stretta sui ricoveri, verso la riduzione delle Asl da 12 a
8 Il giorno della verità è arrivato: Renata Polverini, in qualità di
commissario di governo per il piano di rientro del disavanzo sanitario
del Lazio, ha presentato ieri ai ministeri del Tesoro e della Salute 12
decreti firmati per scongiurare il rischio di aumentare le tasse,
provare a diminuire il deficit delle Asi (nel 2009 pari a circa i
miliardo e 600 milioni di euro) e soprattutto per avviare quella che la
governatrice ha definito «la rivoluzione sanitaria». Tra i provvedimenti
principali la chiusura e la riconversione di 10 piccoli ospedali:
Amatrice, Ronciglione, Montefiascone, Sezze, Gaeta, Ceccano, Zagarolo,
Rocca Priora, in parte del Cpo di Ostia e lo «Spolverini» di Ariccia; la
chiusura di 2.492 posti letto (in esubero rispetto alla media nazionale)
che saranno riconvertiti in Rsa, cioè in Residenze per soggetti non
autosufficienti, malati cronici e affetti da patologie degenerative
(Sia, Parkinson e Alzheimer). «Viste le carenze che ci sono- ha
precisato la Polverini - a questi se ne potranno aggiungere altri
3.000 per coprire il fabbisogno regionale di circa 5.000». Nei progetti
della governatrice il territorio del Lazio è stato diviso in 4
macro-aree omogenee e autosufficienti: a partire da Roma centro, che ne
costituisce la prima, si dipartono come fasce verso Rieti-Viterbo,
Latina e Prosinone, indipendentemente dai confini provinciali. Così si
vuole offrire a tutti i cittadini «parità d'accesso alle prestazioni:
questa divisione è propedeutica alla riduzione delle Asl da dodici a
otto». Sono stati pure istituiti un «nucleo regionale di controllo
sanitario», in collaborazione con carabinieri ambulata e guardia di
finanza, e «una centrale acquisti» per scovare gli sprechi, ridurre le
spese e guadagnare efficienza.
Oggi i letti totali sono 24.999. A fine anno dovranno diventare 22.507,
ma la presidente ha sottolineato: «Come promesso in campagna elettorale
non taglierò letti, ma il Lazio è purtroppo leader nell'inappropriatezza
organizzativa: riconversione significa dunque evitare le
inappropriatezze delle prestazioni erogate, e avviare la rivoluzione
sanitaria che avevo promesso in campagna elettorale. Riconvertire non
significa solo risparmiare». A spiegare il concetto di «inappropriatezza»
ci ha pensato Mario Morlacco, subcommissario governativo: «Abbiamo
scoperto che in molti ospedali i cittadini potevano essere curati in day
hospital e stati ricoverati nei reparti». In altre parole per incassare
di più dalla Regione spesso sono stati ricoverati nei letti di degenza
ordinaria malati che potevano essere curati in altri servizi meno
costosi come day hospital e ambulatori o assistenza domiciliare «molto
carente nel Lazio, che deve essere potenziata», ha precisato la
presidente.
Ma quando si saprà come il governo Berlusconi ha giudicato i decreti?
«Non credo che avremo risposte nei prossimi giorni, si tratta di
procedure lunghe - ha risposto la Polverini -. Ci sono le condizioni per
evitare l'aumento delle tasse, le abbiamo create: speriamo che tutto
questo ci metta al riparo dalle addizionali Irap e Irpef».
Uno dei decreti riguarda il Policlinico Gemelli: rispondendo a chi le
chiedeva se anche l'ospedale del Papa sarà colpito dai tagli ai
finanziamenti del 4%, come annunciato alle cliniche convenzionate, la
presidente annuisce. Il decreto prevede per il 2010 una somma che sfiora
i 510 milioni, compresa una maggiorazione delle tariffe dell'8% per le
funzioni di didattica e ricerca.
Francesco Di Frischia
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31 maggio 2010 |
Salta l'abolizione delle Province Nel redditometro viaggi e
leasing Gian Maria De Francesco Roma Nei segnali di fumo che Palazzo
Chigi e il Quirinale continuano a inviarsi c'è qualcosa che resta in
sospeso ed è il contenuto del discorso, ossia la manovra. Certo, al
momento, è il saldo: 24,9 miliardi di euro. Certa è la copertura vista
la «bollinatura» della Ragioneria generale dello Stato.
Incerta è la forma, poiché alle osservazioni della presidenza della
Repubblica si potrebbe rispondere, tra l'altro, con una sorta di
«sdoppiamento» della manovra stessa con la parte di cassa inserita nel
decreto e con le misure di carattere fiscale e quelle che hanno minore
carattere di urgenza inserite in un disegno di legge ad hoc.
In particolare, i tagli agli enti di carattere storico e artistico e
alle istituzioni di ricerca non hanno ottenuto il massimo del gradimento
del Colle. E, in contatto con il sottosegretario alla Presiden za del
Consiglio, Gianni Letta, si cercano accordi. Insomma, si potrebbe
replicare quanto già accaduto con lo stop alle mini Province, trasferito
in un batter d'occhio dalla manovra al Codice delle Autonomie. Anche la
norma interpretativa sulle fondazioni bancarie, che attribuisce poteri
di controllo al Tesoro (un vecchio pallino del ministro Tremonti), è
oggetto di riflessione. Cosi come la fiscalità di vantaggio per le
Regioni meridionali.
I NUMERI 24 miliardi L'ammontare della manovra 8,5 miliardi I tagli alle
Regioni 4.5 miliardi I tagli ai Comuni 300 milioni La scure su 232 enti
culturali Più difficile il blocco degli accorpamenti di alcuni enti
previdenziali (Ipsema e Ipost) a Inail e Inps. Si tratta di norme che
hanno un immediato effetto economico ed è difficile che vi si possa
rinunciare tout court lasciandole in balia degli «agguati» parlamentari.
Le trattative tra Quirinale e Presidenza del Consiglio lasciano comunque
invariati i capisaldi. I tagli ai trasferimenti a Regioni, Province e
Comuni (13 miliardi nel complesso), la riduzione dei superstipendi
pubblici e il blocco di tre anni per i salari dei dipendenti delle
amministrazioni pubbliche. Analogamente non sarà modificata la decisione
di chiudere le finestre pensionistiche nel 2010 lasciandone una
soltanto.
Con il passare dei giorni l'attenzione si concentra sempre più su alcuni
aspetti particolari della manovra come la lotta all'evasione fiscale. Il
nuovo redditometro, ad esempio, si concentrerà su tre parametri
fondamentali: il reddito dei componenti di un nucleo familiare, la loro
residenza e le spese effettuate (viaggi di lusso, canoni di leasing,
iscrizione dei figli a scuole private,ecc.).Daentratedichiarate e spese
effettuate il Fisco presumerà il reddito reale e se lo scostamento sarà
superiore al 20%, partirà immediatamente l'accertamento con l'iscrizione
immediata a ruolo della cartella. Al contribuente toccherà l'onere della
prova: sarà lui a dover dimostrare di essere in regola.
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31 maggio 2010 |
«Forti preoccupazioni sui decreti» Montino attacca i provvedimenti
della govematrice: «Redatti con troppa fretta» «Spero vivamente che la
struttura commissariale della Regione Lazio per l'attuazione del piano
di rientro consegni al Tavolo tecnico i provvedimenti necessari a
sbloccare i fondi Fas in modo da evitare l'aumento delle imposte. In
base all'esperienza acquisita in questi anni i decreti relativi ai
budget 2010 ñ al piano di riordino della rete ospedaliera regionale
dovranno essere dettagliati, concreti e formalmente ineccepibili.
Considerato che sono una decina e che. a quanto mi risulta, sono stati
redatti tutti negli ultimi giorni se non nelle ultime 48 ore pur
avendone avuti a disposizione circa 40 dal giorno della nomina a
Commissario ad acta. nutro forti preoccupazioni». Ad attaccare ieri.
alla vigilia della presentazione dei provvedimenti da cui dipende il
futuro della sanità laziale. è stato Eslerino Montino, capogruppo Pd
alla Regione. «Sarebbe stato più responsabile utilizzare il tempo
avuto a disposizione per quanto esiguo, per coinvolgere in queste scelte
lavoratori e imprese. Si è deciso, invece, per la corsa solitaria. È una
scelta politica che noi non condividiamo e che può procurare danni
incalcolabili alla comunità laziale». Montino ricorda anche l'importanza
della posta in gioco: «E' una partita importante per la Regione, ma
anche per tutte le Province, i comuni, le imprese ñ i cittadini. Se i
provvedimenti assunti saranno in linea con quanto imposto dal Governo
infatti sarà forse possibile lo sblocco di 421 milioni dei fondi Fas
necessario per evitare l'aumento delle tasse, nello stesso tempo il
Tavolo potrà decidere lo sblocco almeno di una parte, io spero totale,
di 1 miliardo e 500 Oggi negli ospedali sono a rischio 3.000, posti fra
acuti e riabilitazione. Anche perché il governo Berlusconi chiede alla
nuova giunta regionale, guidata da Renata Polverini, quanto in
precedenza aveva chiesto alla giunta Marrazzo. Scettico, sui decreti
della manovra di rientro messi a punto dalla Polverini, Esterino
Montino, ex vicepresidente della regione Lazio ai tempi di Marrazzo.
Giulia Rodano (Italia dei Valorii) «II presidente così facendo sia
rinviando di sei mesi le promesse elettorali» milioni circa legati
all'attuazione del piano di rientro e che sono alla base di quel deserto
finanziario di cui parla la presidente Polverini e già da noi denunciato
lo scorso 26 novembre. Infine un consiglio alla Polverini: eviti di
giocare con le parole, riconvertire vuole dire tagliare posti letto per
acuti, per riabilitazione, per lungo degenza. Esattamente quello che
aveva promesso a tutti di non fare». Pessimista il senatore del Pd,
Roberto Di GiovanPaolo: «Le dichiarazioni della Polverini sono il
preludio ad un aumento delle tasse? Insomma, la presidente del Lazio
sembra voler dire: se aumentano le addizionali non è colpa mia,
rivolgetevi a Berlusconi. È surreale, visto che fanno parte dello stesso
partito».
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31 maggio 2010 |
Sarà presentato oggi al governo Sanità, la Polverini firma il
decreto sui tagli 3000 posti letto in meno ( CARLO PICOZZA) -
Sanità, la Polverini firma il decreto sui tagli - Oggi vertice con
i misteri di Economia e Salute.Tremila posti letto in meno IL DECRETO di
riordino della rete ospedaliera regionale è pronto. L'ha firmato la
governatrice Renata Polverini, commissaria alla sanità, dopo numerosi
aggiustamenti e stesure. Oggi finirà sotto la lente dei direttori
generali dei ministeri dell'Economia (Francesco Massicci) e della Salute
(Filippo Palumbo). Se i tagli contenuti in quel provvedimento
attesteranno il rapporto tra posti letto e residenti al quattro per
mille quel Piano potrà scongiurare un altro aumento dell'Irpef (0,30
punti) e dell'Irap (0,15). In caso contrario, i contribuenti del Lazio
subiranno un'altra stretta fiscale che li porterà ad essere i più
"spremuti" d'Italia.
Se scongiurato, comunque, il rincaro delle imposte sarà pagato a prezzi
salatissimi: spariranno mille e 500 letti per malati acuti dalle corsie
degli ospedali; 900 per i pazienti bisognosi di riabilitazione e 600 per
i malati cronici nei centri di lungodegenza. Il regime dei ricoveri e la
qualità dell'assistenza subiranno un cambiamento radicale.
Il Piano firmato dall'ex commissario Elio Guzzanti, prevedeva la
chiusura di 26 ospedali minori e il taglio di posti letto in ospedali
come il San Filippo Neri (meno 200 degenze e la perdita del II livello
per il Dea) e il Cto (120). Per Roma e il suo hinterland, tra gli altri,
potrebbero essere cancellati come ospedali per la conversione in
ambulatori, day hospital e presidi territoriali, il Don Luigi Di Liegro
(115 letti), il Sant'Anna (10), il Nuovo Regina Margherita (le degenze
residue), l'Angelucci di Subiaco, gli ospedali di Zagarolo,PalombaraSabina,
Roccapriora, Marino,Ariccia, Pomezia. Nel resto del Lazio potrebbe
toccare ad altri 16 ospedali: 4 nel viterbese, 2 (su 3) nel reatino, 6
nel frusinate, 2 in Agro Pontino.
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31 maggio 2010 |
La Polverini firma la manovra per scongiurare l'aumento di
Irpef e Irap: oggi la presentazione al Governo Sanità, ecco il piano
antitasse Taglio ai posti letto e alla spesa delle cliniche private,
ridimensionamento dei piccoli ospedali Ieri sera la presidente della
Regione, Renata Polverini, insieme a uno staff di tecnici ha completato
i decreti che formano il piano di riordino della rete ospedaliera e
riducono i tetti di spesa per le strutture private. Solo se questi
provvedimenti saranno giudicati sufficentemente severi dal Governo per
quanto riguarda i tagli, allora sarà evitato l'aumento delle tasse. Ieri
la Polverini ha fatto capire che non sarà possibile mantenere le
promesse elettorali con cui aveva escluso tagli: «La situazione è
peggiore del previsto. E anche la manovra economica del governo ha
ridotto le risorse».
All'interno Polverini: «Ispettori per capire cosa non va»
Ridimensionamento degli ospedali, tagli ai posti letto e alla spesa
delle stmtturc private: ecco il piano di rientro «Dobbiamo superare
questi 6 mesi e dal prossimo anno potremmo avviare una vera politica
sanitaria nella Regione e orientare le risorse per i bisogni delle
persone e aprire una nuova stagione straordinaria». Ancora: «La manovra
finanziaria incide fortemente per quanto riguarda le risorse sui
trasferimenti nazionali alle regioni, quindi sicuramente ci preoccupa».
Con queste parole ieri la Polverini ha presentato il piano di riordino
della rete ospedaliera e il taglio dei budget per la sanità privata su
cui ha terminato di lavorare ieri sera. Come dire: la gravita della
situazione dei conti della sanità laziale abbinata ai tagli del Governo
prevista dalla manovra economica ci costringe a scelte rigorose.
L'ultima riunione ieri è cominciata alle 19 di ieri. C'erano la
presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il subcommissario per
la Sanità, nominato dal Governo, Mario Morlacco, e l'esperto che gode
della fiducia della Govematrice, Andrea Urbani. Sono stati completati
tutti i decreti da inviare oggi ai tecnici dei Ministeri dell'Economia e
della Salute. Si tratta di provvedimenti lacrime e sangue per la sanità
del Lazio con l'obiettivo di fermare TETTI RIDOTTI PER LE CONVENZIONATE
Meno 10 per cento per la riabilitazione, riduzione del 4% per tutto il
resto la procedura che porterebbe a un ulteriore innalzamento di Irap e
Irpef.
Che si tratti di tagli molto duri - in controtendenza rispetto a quanto
era stato detto in campagna elettorale - lo dimostra unafrase
pronunciata ieri dalla governatrice del Lazio. Ha messo le mani avanti e
indirettamente ha criticato l'ex commissario, Elio Guzzanti, e il
subcommissario, Mario Morlacco, entrambi nominati dal Governo Berlusconi
per gestire da molti mesi la sanità del Lazio. La Polverini ha detto:
«Questi sono giorni particolarmente impegnativi, ho ereditato una
situazione molto difficile, più diffìcile di quanto potevo immaginare, a
questa si aggiunge una manovra finanziaria pesante ma la partita la
voglio giocare fino in fondo». La manovra finanziaria a cui fa
riferimento Renata Polverini è quella del Governo che ha imposto anche
un raddoppio dell'addizionale comunale Irpef per Roma.
Ieri Renata Polverini ha anche ricord ato: «Nel nostro piano ci sarà
anche un nucleo d i controllo ed ispezioni come nelle altre regioni per
vedere dove le cose non vanno. Stiamo incrementando gli strumenti di
controllo per incidere dove si annidano gli sprechi in particolare nelle
strutture pubbliche. Quello che voglio è intervenire sulla filiera degli
sprechi anche attraverso nuove tecnologie, strumenti innovativi e di
controllo che attraverso un decreto servirà in particolare per le
eccellenze che non devono più pagare per quelle strutture che non lo
sono».
Cosa c'è scritto nei provvedimenti inviati al Governo? Prima di tutto,
c'è il taglio dei tetti di spesa per la strutture private convenzionate,
pari al 10 per cento per la riabilitazione e al 4 per cento per tutto il
resto. Inoltre, ci sono tagli di piccoli ospedali (ma anche riduzioni in
alcuni ospedali romani) che, stando al provvedimento che aveva lasciato
il commissario di Governo potrebbe riguardare in totale 26 strutture
(anche se in parte già interessate da processi di riconversione in
passato). E su questo la presidente della Regione Lazio ieri ha di fatto
scoperto le carte: «II piano andrà verso una razionalizzazione. Non ci
saranno chiusure ma sicuramente ci saranno riconversioni e risposte sul
territorio in ambito domiciliare. Nessun servizio, inteso come tale,
sarà tagliato. Purtroppo o per fortuna non rispondo alla regione ma al
governo nazionale in quanto commissario per la sanità».
Il presidente Renata Polverini davanti alla sede della Regione Lazio I
CONTI DELLA SANITÀ Firmati ieri dalla govematrice i decreti finali con
il subcommissario Moriacco e il suo esperto Urbani: oggi saranno inviati
le m isure della Regione al tavolo dei tecnici del Governo per evitare
l'aumento dell'Irpef e dell'Irap Deficit e fondi Fas Piano degli
ospedali C - SVH - ÒÃ Disavanzo di 1,6 miliardi Nel 2004 il disavanzo
della sanità laziale era ben oltre i 2 miliardi di euro. Nel 2009 quel
dato si è attestato a 1,4, cifra che arriva a 1,6 considerando i debiti
accumulati in precedenti esercizi.
Intanto il governo ha bloccato il trasferimento dei fondi Fas (aree
sottosviluppate) perché la Regione Lazio non ha presentato gli strumenti
che dimostrano che si sta applicando il piano di rientro.
La riconversione o la chiusura di alcuni ospedali era già cominciata con
la giunta guidata da Piero Marrazzo, a partire dal caso dell'ospedale
San Giacomo, in centro a Roma, che aveva causato molte proteste da parte
dei residenti.
Ora però si dovrà andare oltre perché il piano scritto dal commissario
nominato dal governo Berlusconi prevede di andare a interessare ventisei
ospedali.
Posti letto Tremila posti a rischio II 2009 si era chiuso con un braccio
di ferro fra l'ex giunta guidata da Piero Marrazzo e il governo
Berlusconi che chiedeva maggiori sacrifici che andassero oltre i 4.000
posti già riconvertiti.
Sono a rischio oggi 3.000 posti fra acuti e riabilitazione. Anche perché
il governo Berlusconi chiede alla giunta Polverini quanto in precedenza
aveva chiesto alla giunta Marrazzo.
Sanità privata Irpef e Irap Riduzione dei tetti di spesa II taglio dei
budget alla sanità privata è già stato decìso e comunicato alle
associazioni che rappresentano le case di cura. Si tratta di una
riduzione dei tetti si spesa pari al 10 per cento, rispetto al 2009, per
la riabilitazione, e al 4 per cento per tutte le altre prestazioni. Ma
le associazioni delle aziende sanitarie private hanno già minacciato
licenziamenti.
Il rischio di un aggravio Per quanto riguarda il deficit della Regione
Lazio nel settore della Sanità era stato quantificato il 31 dicembre
2010 a 10 mila milioni di euro. Nel 2007 l'accordo regione-governo ha
previsto una manovra che, fra l'altro, ha aumentato Irpef e Irap.
Ora però si rischia un ulteriore aggravio determinato da quanto previsto
dal patto per la salute.
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31 maggio 2010 |
BONANNI ANDREA - Teseo Tesei e Casa Pound puntano intanto l'indice
contro lo spreco della Rsa della Provincia Sanità reatina, il giorno
della verità La Polverini scioglierà le riserve sul riordino della rete
ospedaliera Lo striscione di protesta che le associazioni Teseo Tesei e
Casa Pound di Rieti hanno affisso sabato era davanti la struttura della
Provincia, destinata ad Rsa, i cui lavori sono però fermi ormai da
alcuni anni - Oggi sapremo il futuro della sanità reatina. Oggi la
presidente della Regione, Renata Polverini, scioglierà infatti le
riserve sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. firmando il
decreto che ne ufficializza il suo corso. E' il giorno della verità per
la sanità laziale e per i presidi territoriali reatini. Si conosceranno
le sorti d egli osped ali Grifoni di Amatrice e Marini di Magliano, per
i quali le previsioni sono tutt'altro che buone. Ieri, la Polverini ha
parlato di una «situazione molto grave», con un piano orientato «verso
una razionalizzazione». Non ci saranno chiusure, ma riconversioni,
questo sì. Nello stesso tempo si cercherà di dare risposte sul
territorio in ambito domiciliare. «Quelle risposte che le persone si
aspettano», ha detto la presidente. La Polverini ha anche spiegato che
«pur dovendo far fronte al deserto finanziario nessun servizio, inteso
come tale, sarà tagliato». In particolare, priando del decreto sul piano
d i riord ino d ella rete ospedaliera, la neo presidente ha anche
spiegato di non averlo ancora firmato. Poi è tornata sugli sprechi, gli
stessi su cui l'Ugl provinciale, nei giorni scorsi, aveva posato il suo
sguardo, lanciando messaggi allarmanti proprio sullo sperpero di risorse
all'interno del Marini.
«Stiamo incrementando gli strumenti di controllo per incidere dove si
annidano gli sprechi - ha precisato la presidente con particolare
attenzione nelle strutture pubbliche. Sostanzialmente voglio intervenire
sulla filiera degli sprechi, attraverso un decreto pronto di qui a
qualche ora, che servirà in particolare per le eccellenze che non devono
niù naeare ner auelle strutture che non lo sono».
E sul fronte sprechi c'è da registrare una presa di posizione delle
associazioni reatine "Sala macchine Teseo Tesei" e Casa Pound che sabato
scorso hanno ancora una volta occupato, a distanza di un anno, la
struttura mai terminata dell'ente Provincia destinata ad una Rsa
pubblica. «Una struttura che avrebbe dovuto garantire il diritto alla
salute di decine di reatini - spiegano le associazioni - se mai fosse
stata terminata visto che i lavori di completamento vanno avanti dal
2007 senza alcun risultato. In questo caso lo sperpero di denaro
pubblico e il degrado in cui versa oggi la costruzione, sono le uniche
due garanzie esistenti».
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31 maggio 2010 |
Ricco programma di eventi dal 3 al 6 giugno Iniziative a
ricordo delle vittime del disastro aereo al Terminino RIETI -
"Terminillo 1955" II ricordo delle vittime del disastro aereo". Si
apriranno il 3 giugno, per chiudersi il 6, le manifestazioni organizzate
dal comitato promotore per ricordare le vittime del disastro aereo,
accaduto il 13 febbraio 1955 al Terminillo. Le iniziative, sostenute
dalla Provincia e dal Comune di Rieti e dal Comune di Cantalice, si
apriranno a Palazzo Dosi con una mostra documentale e fotografica
realizzata dal comitato promotore "commemorazione e ricordo". Seguiranno
incontri e visite alla biblioteca Paroniana, al museo civico (sezione
archeologica) e al teatro Flavio Vespasiano. Tanti gli eventi che si
succederanno fino al 6 giugno, alcuni dei quali in programma a
Terminillo e a Cantalice.
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30 maggio 2010 |
Il formaggio di Leonessa terzo al "Premio Roma"
RIETI - II formaggio pecorino dell'Azienda Stocchi Domenico di Albaneto
di Leonessa è salito nuovamente sul podio del "Premio Roma", organizzato
dall'Azienda "Romana Mercati" della Camera di Commercio di Roma, in
collaborazione con Unioncamere Lazio e delle Camere di Commercio
assodate, tra cui l'Ente camerale reatino.
Un premio, che ha acceso i riflettori sui migliori formaggi e prodotti
da forno, provenienti dai diversi ambiti del territorio laziale e
nazionale. La cerimonia di premiazione è avvenuta ieri presso il Tempio
di Adriano a Roma, alla presenza di Vincenzo Regnini, nella sua veste di
vice presidente regionale di Unioncamere Lazio oltre che di presidente
della Camera di Commercia di Rieti. Il gustoso e pluripremiato formaggio
di Domenico Stocchi si è piazzato terzo nella categoria "Premio Roma ·
sezione nazionale", tipologia "pecorini a latte crudo" con là varietà
del "pecorino stagionato in grotta".
Per il concorso regionale e nazionale relativo ai migliori formaggi
erano lizza 169 aziende, tra cui otto casari reatini, che si sono
contese il primato in ciascuna delle 25 tipologie previste, secondo le
valutazioni che sono state espresse dagli esperti del comparto cascano
appartenenti alle associazioni Onaf e Anfosc.
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30 maggio 2010 |
Dalla questione relativa alle Province, che è passata dalla
presunta abolizione di alcune di esse all'ipotesi di allargamento di
quella di Rieti, spunta fuori anche la rivolta dei Comuni contro il
taglio imposto dal nuovo documento finanziario del Governo. Una forbice
compresa tra la cifra di un miliardo e 600 milioni stimata dalle fonti
governative, e i 4 miliardi paventati da moltissimi amministratori
pubblici, dal nord al sud di un Paese in fibrillazione. E Rieti non ne è
fuori.
All'aspetto economico si aggiunge quello "strutturale", che cambierà il
volto di tutte le amministrazioni locali d'Italia, e di Rieti. A partire
dalla riduzione del numero di consiglieri e assessori comunali, un
taglio del 20 per cento circa che, per i 73 Municipi della provincia,
viaggia da un minimo di un assessore e due consiglieri per i territori
più piccoli (la maggior pare del Reatino), ad un massimo di due tre
assessori e quattro consiglieri per quelli più grandi (Rieti, Farà
Sabina, Cittaducale e Poggio Mirteto). Meno amministratori, controllori
e controllati. E' il patto di stabilità il filo conduttore dei nuovi
dettami normativi: i sindaci che non lo rispetteranno saranno giudicati
responsabili, e considerati ineleggibili a partire da subito. Stretta
anche per le società municipalizzate: per i Comuni al di sotto stituirne,
e per chi ne è già dotato si dovrà procedere verso la cessione delle
quote di proprietà delle amministrazioni pubbliche entro il 31 dicembre
2010. La manovra non risparmia nemmeno le organizzazioni interne degli
enti comunali, anche se, ovviamente, è il capitolo dedicato al taglio
dei finanziamenti a preoccupare, e non poco i sindaci d'Italia. Il cui
pensiero è stato espresso appena qualche giorno fa dal presidente dell'Anci,
l'associazione nazionale dei Comuni italiani, che ha detto senza mezzi
termini: "Le cifre della manovra economica non sono sostenibili da parte
dei Comuni". Non può che essere d'accordo Fabio Refrigeri, che oltre ad
essere il sindaco di Poggio Mirteto, è anche esponente reatino dell'Anci,
e quindi, uno dei rappresentanti dei 73 comuni della provincia. "Questa
manovra applica un taglio draconiano - dice - che alla fine non farà
altro che danneggiare i cittadini. La misura è impattante, anche perché
è sbagliato dividere le voci del taglio, i 14 miliardi decurtati alla
spesa tutti riguardano tutti gli enti, perché non serve fare il sindaco
per capire che il 90 per cento delle opere che un Comune fa sono
finanziate da fondi regionali o provinciali. E allora - prosegue
Refrigeri - come si può dire che per i Comuni il taglio è Contenuto? Con
i fondi comunali ci si assicura soltanto l'Ordinario,ed ora anche quello
e' a rischio".
Un rischio che induce a pensare ad un'unica soluzione, quella della
necessità di aumentare le tasse, per sopravvivenza, come si evince anche
dalle re-istituzione della commissione tributaria locale. "Il Governo
chiede ai Comuni di assumersi le responsabilità sul colpo di grazia che
viene dato alle famiglie - commenta il sindaco mirtense - va bene non
tirarsi indietro, sforzarsi per superare questo grave momento, ma non
gravando sulle famiglie già vessate, che potrebbero non reggere più".
Sulla stessa linea si era detto anche Vincenzo Di Girolamo,
vicepresidente di Anci Sicilia: "Non possiamo accettare l'imposizione
del Governo, che con la manovra : finanziaria ci chiede di smettere di
essere sindaci per diventare so- : lo ed esclusivamente esattori delle
tasse". Più soldi da versare, per meno servizi ai cittadini, meno
assistenza sociale, meno manutenzione stradale, impiantistica,
scolastica.· E' davvero questo il futuro che si prospetta ai Comuni, e
ai cittadini? I sindaci, o almeno molti rappresentanti di essi, ne sono
più che convinti.
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30 maggio 2010 |
Un deciso intervento dell'assessore regionale sulla
questione degli «sprechi» Cicchetti «Via gli enti inutili» E ieri
i Giovani Pdl hanno manifestato . Cicchetti: «Saprei io cosa fare degli
enti inutilli. L'assessore regionale Cicchetti non usa mezzi termini
sulla querelle che sta animando il dibattito politico a Rieti. «Via
subito gli enti inutili» è la sentenza dell'ex sindaco. Ieri, intanto, i
Giovani Pdl hanno manifestato .
«Io le Comunità montane, le Unioni dei Comuni e la totalità delle aziende
speciali di enti pubblici li chiuderei domani mattina. Sono quasi sempre
doppioni che servono solo a garantire doppi stipendi alla nomenclatura,
spesso uscita dalla politica, e clientelismo a livello occupazionale per
bipassare i concorsi». L'assessore regionale Antonio Cicchetti non usa
mezzi termini. Nessuno ha la ricetta perfetta per fare tagli e
risparmiare ma sicuramente si può partire da settori non propriamente
indispensabili. E proprio ieri sera nuova azione di protesta, molto
plateale «Quell'opera sta divorando milioni di euro ma resta incompleta
e chiusa». «Certo tra il declassamento di un ospedale di montagna e la
soppressione di certi carrozzoni - aggiunge Cicchetti - io propenderò
sempre per l'abolizione di quest'ultimi. Dobbiamo avere coraggio e
farlo. Basta con i sottoposti della politica. Dobbiamo renderci conto
che il momento è difficile e chi ha di più è chiamato a fare uno sforzo
maggiore. Certe aziende speciali tengono in vita presidenze, dirigenti,
cda, revisori dei conti, costi di gestione, tutti doppioni che possono
essere ricondotti all'ente principale». Il dibattito è di estrema
attualità e chi ha il privilegio di mantenere la "poltroncina" chiede
che i tagli comincino sempre nel "giardino del vicino". A proposito
della paventata (e incomprensibile) soppressione della Provincia di
Rieti, sulle pagine de Il Tempo di due giorni fa ci eravamo interrogati
sull'utilità dell'Azienda speciale della Camera di Commercio, sui
compiti delle Comunità montane, delle Unioni dei Municipi, dei Consorzi
di bonifica, dei bacini imbriferi e così via. Niente di personale contro
nessuno ma il solo parlarne ha scatenato la risentita replica del
presidente dell'ente camerale Regnini, che ha precisato che la sua è una
struttura che produce e non si sente a capo di un ente inutile. Caro
presidente, è proprio sicuro che l'azienda speciale necessita comunque
di un altro presidente, di un consiglio d'amministrazione, di un
collegio dei revisori dei conti, di un direttore, tutte figure che
spesso ritroviamo collocate anche su altri enti? P. D. L.
PDL - Rieti |
30 maggio 2010 |
Coordinamento Provinciale di rieti
La
Direzione Provinciale del Popolo della Libertà, allargata ai Sindaci e
agli Amministratori, si è riunita con all’ordine del giorno l’ipotizzata
abolizione della Provincia di Rieti.
La
Direzione ha preso atto con estrema soddisfazione delle dichiarazioni
del Presidente del Consiglio che ha escluso qualsiasi ipotesi di
scioglimento della Provincia di Rieti. Crediamo opportuno rilevare il
tempestivo e costruttivo intervento del Senatore Cicolani, Il quale,
immediatamente dopo che le agenzie di stampa avevano battuto la notizia,
si è attivato per scongiurare un’ipotesi che avrebbe rappresentato un
danno enorme per il nostro territorio. Va ricordato, infatti, che
proprio dopo l’intervento del nostro Senatore, in occasione della
riunione dei gruppi del PdL di camera e senato, il Presidente Berlusconi
ed il Ministro Tremonti, hanno dichiarato che il provvedimento sarebbe
stato ritirato.Ciò nonostante, rimane la consapevolezza politica che
tutto ciò, rappresenti un allarme, evidenziando pertanto la necessità
che l’intera classe dirigente della nostra Provincia, si attivi per
scelte, ormai improcrastinabili, sul futuro della nostra terra e della
Regione Lazio.Tenuto conto dell’’istituzione certa di “Roma capitale”,
con la conseguente abolizione della Provincia di Roma, è necessario
attivare un dialogo con i Comuni ricadenti nella cosiddetta sabina
romana i quali per contiguità del territorio e per la loro storia,
potrebbero essere ricondotti in un alveo per loro naturale,
ricollegandosi con il resto della sabina. In tal modo, la Provincia di
Rieti, andrebbe ben oltre i 220.000 abitanti, ma soprattutto insieme con
le altre province del Lazio, potrebbero costituire un nuovo unicum
amministrativo, un’armonizzazione capace di dialogare con Roma Capitale
con maggiore dignità e peso politico.La Direzione del PdL reatino,
ritiene pertanto necessario, attivarsi da subito, insieme con le altre
province del Lazio, per formulare un’ipotesi di un nuovo disegno
amministrativo, auspicando che questo processo avvenga insieme a tutte
le parti politiche, sociali ed economiche della Provincia, a prescindere
dalle appartenenze.
Per la
Direzione del PdL Rieti
Il
portavoce Moreno Imperatori
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29 maggio 2010 |
Leonessa, il mattatoio ora è di livello europeo II mattatoio
comunale di Leonessa ottiene il marchio della Comunità europea. Ora la
struttura può essere utilizzata per la lavorazione delle carni
provenienti da tutta Europa e non solo di quelle locali. L'ambita
certificazione è arrivata dopo una serie di lavori di miglioramento e
adeguamento strutturale che sono andati avanti per alcuni mesi sia con
ditte esterne, sia con lavori in economia eseguiti dal personale del
Comune. «I lavori sono stati consistenti e impegnativi dice l'assessore
Vito Paciucci - abbiamo costruito un depuratore esclusivo per il
mattatoio, aggiunta un nuova cella frigorifera, sostituiti i pavimenti e
pitturati i muri, sistemato l'esterno e la recinzione di tutta l'area.
La spesa è stata di 150mila euro, ma grande è stato lo forzo delle
maestranze interne al Comune che hanno accettato di fare tanti lavori.
Sensibile anche la collaborazione dei veterinari che lavorano sul
territorio». Adesso, si spera che la struttura venga utilizzata anche da
macellai provenienti da altri Comuni. Soddisfatto il sindaco Paolo
Trancassini.
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29 maggio 2010 |
Paggi (Psi) e Tigli (Rieti Viva) chiedono seduta congiunta del
consiglio provinciale e comunale per studiare soluzioni Provincia il
pericolo è solo rimandato La razionalizzazione degli enti territoriali
resta all'attenzione della Camera di ALESSANDRA LANCIA La
razionalizzazione delle province e la riduzione del numero delle
circoscrizio- ni provinciali erano e restano all'atten- della Camera,
dov'è in discus sione la Carta delle autonomie locali. Nella seduta
di ieri della commis- Affari Costituzionali si è convenuto di rinviare
l'analisi dell'articolo sulle Province in attesa di conoscere il testo
del decreto legge sulla manovra finanziaria e verificare se ci siano o
meno 50vrapposizioni tra i due testi. Dunque, il discorso sulla sorte
della Provincia resta aperto, con un iter che la Carta prefigura così:
ad agire sarebbe il Governo con decreti legislativi, alla luce di
criteri e principi suggeriti dalla Carta. Tra questi criteri c'è quello
dell'estensione e della popolazione, che devono essere tali da
«consentire l'ottimale esercizio delle funzioni previste per il livello
di governo di area vasta», pena la soppressione dell'ente. A riguardo,
in ossequio all'articolo 133 della Costituzione, debbono essere
d'accordo la maggioranza dei Comuni e si deve ascoltare il parere delle
Province e della Regione interessata. Dopo di che si andrebbero «ad
attribuire a una o più Province contigue nell'ambito della stessa
Regione le funzioni e le corrispondenti risorse umane e strumentali
della Provincia da sopprimere».
Di fronte a questo scenario cantare vittoria suonerebbe come una stecca.
E infatti continuano a susseguirsi analisi e proposte. Ivano Paggi (Psi)
e Paolo Tigli (Rieti Viva) chiedono la convocazione congiunta del
consiglio provinciale e del consiglio comunale di Rieti. «Se dovesse
realizzarsi la soppressione della Provincia, per il Reatino sarebbe la
morte sociale, economica e culturale. Ma la difesa pura e semplice di
ciò che siamo oggi non basta. Gli obiettivi comuni delle forze
politiche, sindacali, sociali ed imprenditoriali, al di là delle
barriere ideologiche, devono essere due: il mantenimento della nostra
Provincia attraverso il suo allargamento territoriale ai Comuni della
Sabina Romana, alla luce del nuovo assetto d i Roma capitale. E la
razionalizzazione dei presidi comunali, riducendo il numero dei piccoli
Comuni esistenti, massimo tra 40 e 50». Ad impegnarsi, su mandato dei
consigli comunale e provinciale, dovrebbe essere la «nostra "task force
istituzionale» (presidente della Provincia, senatore, consiglieri
regionali, sindaco). Posizione analoga è emersa giovedì dal
coordinamento provinciale del Pdl: di fronte a quello che è stato «un
segnale d'allarme» si auspica «che l'intera classe dirigente d ella
Provincia si attivi per scelte strategiche sul futuro del reatino e
della Regione». Più preoccupata l'analisi dell'ex presidente della
Provincia, Giosué Calabrese (Udc): «In un momento così difficile per il
paese preoccupa l'improvvisazione con la quale vengono affrontati
problemi di estrema delicatezza quali quelli del riordino
dell'architettura istituzionale. Quanto all'utilità d ell'ente, bisogna
calarla sul territorio e credo che a Rieti la Provincia svolga
perfettamente il suo ruolo. Mi chiedo, semmai, se l'inserimento di Rieti
tra le province da sopprimere abbia avuto qualche suggeritore o almeno
tifoso. Senza Provincia di Rieti verrebbe meno una fastidiosa
controparte rispetto alla questione ancora in discussione della
concessione delle sorgenti Peschiera-Capore».
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29 maggio 2010 |
Il progetto Roma Capitale fa tornare d'attualità l'accorpamento di
Sabina romana e tiberina La Provincia vuole crescere Ciccioni obiettivo
è un territorio di 250mila abitanti La spinta verso Roma Capitale fa
tornare di attualità l'accorpamento della Sabina romana e tiberina Rieti
pronta a diventare grande Cicolani è m territorio da 250 mia iìbitanti
che cmem k ø identità RIETI - Scampata la soppressione, ora si punta
alla crescita. E al raggiungimento di quella che il senatore del Pdl
Angelo Maria Cicolani descrive come "una grande Provincia, che però non
perda la sua vocazione storica, il suo dna". L'ipotesi è quella di un
agglomerato da circa 250 mila abitanti, numero raggiungibile se
all'attuale assetto geopolitico del Reatino venissero accorpati non solo
i comuni della Sabina romana e tiberina, ma anche quei centri a metà tra
Rieti e Roma, come ad esempio Monterotondo. La proposta espansionistica
della Provincia di Rieti torna più che mai attuale dopo l'accelerazione
sul processo di costituzione delle aree metropolitane, e di quella "Roma
capitale" che porterebbe, per forza di cose, alla soppressione della
Provincia capitolina, e al conseguente riassetto dei territori di
periferia. A '"
A pagina 3 Milli e Giorni Paolo Giorni RIETI - Prima ha rischiato di
essere depennata dalle cartine geopolitiche d'Italia. Ora, passata "a
nuttata", e risolto il giallo della comparsa-scomparsa della scheda
sull'abolizione delle mini-amministrazioni nella manovra correttiva del
Governo, la Provincia di Rieti è pronta ad ingrandirsi, e annettere la
Sabina romana e quella tiberina, con un occhio puntato verso i
grandi agglomerati urbani di "cerniera" tra le terre di Sabina e il vero
e proprio hinterland romano.
Terreno fertile Le condizioni ci sono tutte: la bagarre degli ultimi
giorni sul ruolo delle Province in Italia si è improvvisamente
trasformata da "ferro", quello della paventata scure sulle
amministrazioni inferiori ai 220 mila abitanti, a "piuma", che solletica
le proposte su una rivalutazione proprio delle piccole Province, a
scapito di quelle grandi, semi-metropolitane. Il senatore del Pdl Angelo
Maria Cicolani non ha alcun dubbio: "Alla fine è questa l'unica strada
da percorrere - dice il coordinatore provinciale del Popolo della
Libertà, che proprio mercoledì, nel corso del vertice tra il premier
Silvio Berlusconi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, i
capigruppo Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto e i parlamentari del
Pdl, aveva esposto la questione piccole Province, e i rischi che avrebbe
comportato la soppressione di parte di queste -. Le iniziative messe in
campo dal Governo, il federalismo fiscale e la rivisitazione del codice
delle autonomie, portano ad una rivalutazione delle grandi aree
metropolitane, a partire da Roma. E, di conseguenza, ad una
rivisitazione del ruolo delle piccole province, che anziché essere
cancellate, avranno maggiore peso nel rappresentare quei tenitori
lontani dai grandi agglomerati urbani, ampliando le proprie competenze
in virtù di una riorganizzazione necessaria di quegli enti minori che
troppo spesso si sovrappongono tra loro". Su questo si era espresso
anche il presidente della Provincia Fabio Melilli, che ieri mattina ai
microfoni di "Omnibus", su La7, aveva ribadito la necessità di "rivedere
il sistema pubblico del Paese". "Semmai - prosegue Cicolani - sono le
grandi Province, come quella di Roma, a rischiare la cancellazione".
La proposta Ecco che allora, con l'ipotesi di una "sparizione" del
governo di palazzo Valenti- necessità di ridistribuire . ' vastissimo,
che va ' dai litorale ai monti Lucretili. E m questa partita Rieti può
giocare un ruolo importante, addirittura storico, ampliando i propri
confini verso la capitale, unificando quello che era il vecchio seggio
senatoriale.
Una Provincia allargata alla Sabina romana e a quella tiberina, dodici
territori di "confine", che vanno da Ponzano Romano a Palombara Sabina,
molti dei quali, almeno intenzionalmente, più che contenti di passare da
un ruolo di comparsa nella provincia capitolina ad un profilo di tutt'altro
rilievo in quella reatina, caratterizzata da sempre da una
microframmentazione territoriale,Ma,, il nuovo assetto, per niente
improbabile, potrebbe non fermarsi qui: "Lo scenario - descrive Cicolani
- è quello di una grande Provincia, da 250 mila abitanti, avente nella
Piana reatina il suo perno centrale, e nell'integrazione dei comuni
dell'area pedemontana la sua naturale estensione, tenendo fuori quei
grandi centri di periferia, quali Tivoli e Guidonia, che snaturerebbero
la vocazione del Reatino, fatto di cittadini di piccoli comuni". Un
territorio allargato, ma con lo stesso dna di quello attuale, con numeri
raggiungibili, però, solo se si considerano centri di grande importanza,
come Monterotondo e Mentana. Fantapolitica? Neanche per sogno. "Segnali
positivi sullo snellimento degli enti italiani sono arrivati dal partito
anticipa il senatore del Pdl - e anche, per il Lazio, dal presidente
Polverini, con la quale, già dalla prossima settimana, si inizierà a
fare un ragionamento, nella speranza che su questo venga svolto un
lavoro che va al di là delle appartenenze politiche". E fortuna che
appena qualche ora fa si parlava di soppressione.
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28 maggio 2010 |
Tutte le cicatrici di un territorio ad incastro -
Trancassini ricorda il referendum di Leonessa e Regnini che 73 Comuni
sono troppi A Palazzo Dosi come nell'ormai decaduto Palazzo al Borgo per
non dire all'ex azienda agraria fino alle stanze ingiallite di via
Sacchetti Sassetti è tutto un tirare su le spalle e ridacchiare. Okay.
mercoledì abbiamo scherzato, oggi è già tempo di riprendere il solito
trän trän. tra pratiche che galleggiano negli uffici per mesi. scrivanie
che si moltiplicano per sistemare frotte di consulenti e segretarie e
dietro ogni porta a fare anticamera sindaci e amministratori comunali
col cappello in mano. chi con la strada da riparare, chi con la serata
estiva da farsi sponsorizzare. Però. però. un merito il ventilato
pericolo di soppressione della Provincia lo ha avuto: quello di
constatare quanto piccola e fragile sia la nostra "zattera" in questo
mare in tempesta. E se la storia può venirci in soccorso - 83 anni di
vita faranno pure curriculum. specie se comparati con i pochi mesi di
vita della Provincia di Fermo - non altrettanto lo fa la geografia, per
quel complicato incastro di popoli e territori che nel 1927 portò alla
formazione della Provincia di Rieti. Popoli e territori che
periodicamente. come una cicatrice quando cambia il tempo, hanno avuto
di che dolersi della cucitura vagheggiando improbabili strappi e
conseguenti ritorni a casa. chi in Abruzzo, chi in Umbria, chi a Roma. I
più determinati sono stati i leonessani. che nel dicembre 2008
arrivarono al referendum. prò o contro la Provincia di Rieti. Vittoria a
tavolino dei favorevoli solo per mancanza del quorum. «Ma tu pensa se la
battaglia di Leonessa di un anno e mezzo fa per andarsene in Umbria
fosse stata la battaglia di tutta la provincia - dice oggi il sindaco
Paolo Trancassini. che di quel referendum fu l'anima invece l'unico a
raccogliere la provocazione fu il mio carissimo nemico Roberto
Lorenzetti».
E adesso Trancassini è incerto se ridere o piangere. Ridere «nel sentire
evocare il referendum dal presidente Melilli». Piangere «nel vedere le
mosse di quello che in fondo è il mio Ggoverno. mosse che danno l'esatta
percezione di quanto sia ormai distante il Palazzo dalla gente. Dovendo
infatti abolire alcune province e non tutte - il che è già abbastanza
singolare - ma si può cominciare dalle più piccole? Avessero toccato le
province metropolitane credo che nessuno se ne sarebbe accorto, a
cominciare dalla gente. A Roma. con tutto il rispetto per il presidente
della Provincia. Nicola Zingaretti è il fratello dell'attore. non quello
che risolve il tuo problema di sindaco con le strade o i guai di una
famiglia». Sposta il tiro dalla piccola Provincia ai piccoli Comuni il
presidente della Camera di commercio Vincenzo Regnini: «II tema va
affrontato nell'ambito di una rivisitazione dell'assetto regionale.
partendo dai Comuni. accorpandoli. La maggior parte dei 73 Comuni
reatini hanno meno di mille abitanti. In questo contesto togliere la
Provincia significa ammazzare Rieti».
On. Fabio Melilli |
27 maggio 2010 |
"Durante i lavori della Presidenza dell'Unione delle Province
italiane che si sono svolti a Roma questa mattina, il presidente del
Consiglio
Berlusconi, sentito telefonicamente dal presidente dell'Upi
Castiglione,ci ha comunicato che nella Manovra Finanziaria non è
prevista la
soppressione delle piccole Province, mettendo così fine alla ridda di
notizie e di smentite di queste ultime ore.
Credo che rispetto tale decisione abbiano influito anche le perplessità
di una norma che rischiava di essere incostituzionale: ricordo infatti
che
l'articolo 133 della Costituzione consente il mutamento delle
circoscrizioni provinciali all'iniziativa dei Comuni.
Resta tutto intero il tema della riforma e semplificazione del sistema
pubblico del nostro Paese, tema non più rinviabile che spero possa
vedere
nei prossimi giorni protagonisti lo Stato e le Regioni che hanno il
potere di legiferare in materia.
La speranza delle Province rimane quella di arrivare a norme che
eliminino radicalmente tutti gli enti non previsti dalla Costituzione
che oggi
esercitano funzioni amministrative a livello nazionale e regionale
senza il controllo diretto da parte dei cittadini".
E' quanto dichiara il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli.
Rieti, 27 maggio 2010
Associazione Maraini |
27 maggio 2010 |
COMUNICATO STAMPA
“Non ci siamo
proprio.. Le dichiarazioni rese dal neo presidente del consiglio
regionale, Mario Abbruzzese, agli organi di stampa non possono essere
accettate. Non posso tacere in virtù di un'appartenenza alla stessa
formazione politica che oggi guida la Regione Lazio”. Lo dichiara Matteo
Simeoni, presidente dell’associazione “Emilio Maraini”.
“Mi trovo costretto
a esprimere, infatti, tutto il mio dissenso riguardo le affermazioni
fatte da Abbruzzese – prosegue - al quale chiedo di pretendere una
rettifica da parte di chi le ha divulgate, poiché spero che siano
dichiarazioni male interpretate. Se così non fosse, non mi resta che
chiedere pubblicamente al presidente Polverini, per dovere di convinta
appartenenza territoriale, se tali affermazioni rese da un autorevole
esponente dell’amministrazione regionale, il quale per di più ricopre un
ruolo più che mai rappresentativo dell'intero Lazio in seno al
consiglio, possano essere motivo di dimissioni da parte dello stesso”.
“La nostra Provincia
– aggiunge Simeoni -, fondate o meno che siano le misure previste in
Finanziaria, non si tocca.. Nel quadro di una politica nazionale che
guarda al raggiungimento della necessaria razionalizzazione della spesa,
l'abolizione della nostra Provincia o di qualche altra di dimensione
inferiore ai 220mila abitanti, non produce alcun effetto esaustivo.
Credo, parafrasando Filippo Corridoni, quando maturò l'idea di passare
da una posizione neutralista a una interventista, che sia arrivata
l'ora, da parte di tutti noi reatini aldilà delle appartenenze, di fare
quadrato e di abbandonare una posizione ‘rassegnativista’ per passare a
una posizione interventista”.
“Prima di essere
convinti italiani – conclude - siamo uomini, donne e giovani orgogliosi
di appartenere alla Provincia di Rieti. Invito, quindi, tutti i
cittadini del nostro territorio, attraverso un'azione ormai alla portata
di tutti, a spedire una e-mail, con scritto ‘Rieti non si tocca’, al
presidente della Repubblica, Napolitano. È molto semplice: è sufficiente
andare sul sito
www.quirinale.it e cliccare sull'icona in alto a destra
dove è scritto ‘Posta’, compilare tutti gli spazi richiesti, scrivere
nell'oggetto ‘Cittadino della Provincia di Rieti’ e nello spazio
dedicato al testo apporre il messaggio ‘Rieti non si tocca’”.
www.leonessa.org |
26 maggio 2010 |
A noi, sinceramente, tornano alla
mente due recenti, intensi ed indimenticabili momenti della vita
della nostra città.
Con un Referendum popolare, due
anni fa Leonessa ha
sfiorato la possibile secessione. Dal Lazio, dalla Provincia di Rieti.
Motivi diversi, ci mancherebbe, ma
a nostro modestissimo parere molto più validi di quelli attuali.
E poi il Presidente della Provincia
di Rieti, Fabio Melilli, che scommette sulla rinascita di Campo Stella
con il finanziamento della nuova stazione Rubbio...
Provate a leggere in rete i
deliranti discorsi degli organi d'informazione di uno dei partiti al
governo.
Sarà tutto più chiaro.
Grazie a Massimo Spadoni ed a tutta
la Redazione di MepRadio per il prezioso ed insostituibile aiuto.
La Redazione di www.leonessa.org
Partito Democratico Rieti |
26 maggio 2010 |
La Segreteria del Partito Democratico della città di
Rieti denuncia con forza l’incoerenza di un Governo che prende i voti
utilizzando la leva federalista al nord e agisce da becero accentratore
a Rieti. Un Governo che da miope amministratore, non colpisce veramente
la politica romana e ministeriale delle spese incontrollabili della
Presidenza del Consiglio e dei suoi amici affaristi e palazzinari, che
non si pone di cancellare il cancro dell’evasione fiscale, che non ha la
capacità di istituire efficienti aree metropolitane, che non persegue lo
sviluppo, ma decide di distruggere una comunità virtuosa per
amministrazione, cura del bene superiore dell’ambiente e che solo
attraverso una accurata politica provinciale può rispondere alle
particolari necessità di aree montane che altrimenti rischiano
un’inesorabile declino, con buona pace della tutela del paesaggio rurale
e di quei cittadini che non si sono voluti omologare nelle metropoli,
preservando per il bene di tutti queste risorse vitali.
Vogliamo capire subito la posizione delle altre Province
laziali e di Roma in risposta alla decisione scellerata del Governo di
cancellare la Provincia di Rieti, vogliamo capire subito se esiste
condivisione su eventuali nuovi equilibri regionali che prevedano una
Provincia di Rieti ampliata e non cancellata.
Invitiamo quindi tutti i reatini di ogni convinzione
politica ad una mobilitazione indignata che costringa il Governo a
recedere dal suo intento di cancellare per ragioni contabili una
comunità, una economia ed il futuro di intere generazioni.
On. Esterino Montino
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26 maggio 2010 |
COMUNICATO STAMPA
ABOLIZIONE
PROVINCIA E’ OFFESA PER CITTADINI DEL REATINO
VENERDI CONVOCATO GRUPPO PD REGIONALE A RIETI
Dichiarazione
del Capogruppo Pd alla Regione Lazio Esterino Montino
Un’idea stupida e
provocatoria che umilia i cittadini di Rieti e provincia, senza
produrre risparmi significativi. Una trovata del Pdl piu infelice
di altre. Il territorio del reatino è uno dei piu belli della
Regione Lazio, composto per lo piu da piccoli comuni che
costituiscono un insieme con caratteristiche proprie e particolari.
La Provincia di Rieti è una risorsa della Regione Lazio e non uno
spreco.
Per venerdi 28 maggio alle
ore 10.30 ho convocato il Gruppo Pd della Regione Lazio nel
capoluogo reatino per incontrare il Presidente della Provincia Fabio
Melilli, i sindaci dei comuni e tutti gli amministratori locali.
L’incontro si terrà presso
la Sala convegni di Palazzo Dosi .
Al termine della riunione è
prevista un incontro con la stampa locale e regionale.
Roma 26 maggio 2010
On. Costini |
26 maggio 2010 |
COMUNICATO STAMPA
“La
notizia dei provvedimenti, che sarebbero stati assunti in Finanziaria in
merito al riordino degli enti locali e nello specifico quelli
riguardanti l’abolizione delle piccolissime Province quindi anche la
Provincia di Rieti, non può che provocare indignazione e rabbia in chi
ha la ventura di vivere e operare in questi territori”. Così il
capogruppo Pdl alla Provincia di Rieti, Felice Costini.
“Scopriamo – spiega - che il problema della crisi finanziaria di questo
Paese non è rappresentato dallo spreco dei ministeri, dagli enti inutili
che nessuno abroga, dalle consulenze milionarie, dagli appalti gonfiati,
ma è l’esistenza delle piccolissime Province, che amministrando poco
meno del 3 per cento del territorio nazionale, rappresenterebbero un
inutile orpello della pubblica amministrazione”.
“L’ipotesi dello scioglimento della Provincia – aggiunge Costini - è
solo l’ultimo atto di una serie di vessazioni che il nostro territorio e
le nostre popolazioni stanno subendo dallo stato centrale, capace di
essere duro con i deboli e assolutamente inerte con i più forti, quasi
che l’aver scelto di non trasferirsi a vivere nei grandi agglomerati
urbani rappresenti una colpa. Non è comprensibile perché non si
interviene, invece, sulle Province che insistono nelle aree
metropolitane (Roma, Napoli, Milano, Firenze), enti realmente inutili
perché svuotati di funzione e si decide di iniziare proprio da quelle
Province che operano su territori difficili, in cui esistono piccoli
Comuni, caratterizzati da un’economia povera e che rappresentano la
parte migliore della nostra nazione. Una provincia che nel passato fu
osannata da poeti e scrittori, e che governi, sicuramente più
illuminati, vollero a presidio dell’identità, dell’integrità culturale e
storica dell’Italia più vera”.
“Tra
l’altro - prosegue il capogruppo Pdl - non si capisce la ratio di questo
intervento: o si afferma che la Provincia come ente non serve, e allora
si aboliscono tutte, o la si considera un ente intermedio utile per il
governo dei territori, soprattutto quelli più marginali e difficili, e
allora non si possono sciogliere Rieti o Macerata. Un’ingiustizia,
quindi, inaccettabile, davanti alla quale dovremo dimostrare di essere
sufficientemente maturi come classe politica per opporci, evitando di
dividerci oggi per appartenenze o di speculare, avendo l’intelligenza di
intervenire tutti insieme a salvaguardia del territorio, che verrebbe
devastato da un’ipotesi di questo tipo. Da troppo tempo siamo costretti
a subire vere e proprie rapine (l’acqua, la sanità, le infrastrutture) e
se non cominciamo a porre una barricata avranno ragione quanti a Roma ci
guardano con un sorriso di commiserazione”.
“Dobbiamo combattere non per avere l’elemosina – conclude Costini - ma
per ottenere che nascere a Rieti, a Fiamignano o ad Amatrice è come
nascere a Roma, non esistendo un’Italia di serie B. Si faccia Roma
Capitale, si distribuiscano i Comuni della provincia di Roma nelle altre
Province, si ricomponga l’unità della Sabina, e dopo saremo ben oltre i
220mila abitanti. E se ci verrà data, inoltre, la possibilità di
amministrare le risorse economiche prodotte dai nostri territori,
potremo vedere se i veri sprechi sono i nostri o quelli dei palazzi del
potere romano”.
On. Mario Perilli |
26 maggio 2010 |
“Se dovevamo avere la prova di chi
comanda nel Governo Berlusconi, ora l’abbiamo. Con la decisione di
abolire le province sotto ai 220.000, la maggior parte degli enti di
area vasta coinvolti in questo indiscriminato taglio, appartengono
al territorio del centro sud italiano. La mannaia ha risparmiato,
naturalmente, tutte le province sottodimensionate del nord, che
hanno la “prerogativa” di essere confinanti con stati esteri e
appartenenti a regioni a Statuto Speciale, salvaguardando così le
province leghiste. Con questa scelta sparisce la provincia di Rieti
e con lei i servizi necessari per un territorio che ha sempre fatto
la sua parte per la crescita di questa Regione. La Presidente
Polverini, ha annunciato di voler tagliare, gli ospedali
sottodimensionati, e quindi quelli di Magliano ed Amatrice. Per non
parlare della scuola primaria, già semi cancellata dal Ministro
Gelmini. L’annuncio poi, dell’aumento delle tasse regionali, era
l’ultima decisione del governo di centro destra che mette le mani
nelle tasche dei cittadini fin troppo vessati. Insieme al Presidente
della Provincia di Rieti Fabio Melilli, ci impegneremo affinchè la
nostra provincia rimanga tale. Rimane il fatto che i cittadini del
Lazio hanno scelto di eleggere Renata Polverini alla Presidenza
della Regione Lazio, e Berlusconi alla guida del Governo; ora spero
si rendano conto dell’errore madornale che hanno commesso.”
E' quanto dichiara il consigliere
regionale del PD Mario Perilli
con preghiera di pubblicazione
Sen. Cicolani |
26 maggio 2010 |
COMUNICATO STAMPA
“Il contenuto
della manovra correttiva del Governo, nella parte che riguarda la
soppressione di alcune Province, tra cui la nostra Provincia di
Rieti, ci coglie di sorpresa e non può essere assolutamente
condiviso, non solo nel merito, ma soprattutto nel metodo”. Lo
dichiara il coordinatore provinciale del Popolo della libertà di
Rieti, senatore Angelo Maria Cicolani.
“Non ci sfugge
certamente che sia necessaria e ineludibile una migliore
organizzazione del nostro Paese – aggiunge - al fine di ridurre sia
la spesa complessiva sia di semplificare la vita ai cittadini,
diminuendo il numero e migliorando la qualità degli enti che
presidiano il governo del territorio. Sono, infatti, in itinere,
con tempi già programmati, i provvedimenti legislativi riguardanti
la riorganizzazione degli enti locali, primo tra tutti il complesso
dei decreti legislativi concernenti il federalismo fiscale,
all'interno del quale, nell'attuazione delle norme per Roma Capitale
si impone un riordino delle Province del Lazio, legato alla già
prevista abolizione della Provincia di Roma nella sua attuale
configurazione”.
“Dal punto di
vista del metodo – prosegue il senatore Cicolani - è in questa sede
che deve essere ricercata la soluzione organizzativa e del costo
complessivo dell'impianto amministrativo dello Stato, anche in virtù
delle nuove funzioni che vengono decentrate. Ogni decisione assunta
al di fuori di questo contesto, essendo priva di un logico e
coerente quadro motivazionale, rende la stessa decisione non solo
del tutto inopportuna, ma anche di dubbia costituzionalità”.
“La deliberata
abolizione di poche piccolissime Province – commenta il coordinatore
provinciale del Popolo della libertà di Rieti - è solo un
provvedimento manifesto per poter dire che si è avviato il primo
passo verso il risanamento, tralasciando il fatto che tale
previsione della manovra è insignificante nell'entità, in quanto
tratta un complesso di Province che amministrano il 3 per cento
della popolazione, e soprattutto va a colpire proprio quelle
popolazioni che più di altre hanno bisogno della presenza dello
Stato e di una perequazione nell'erogazione dei servizi”.
“È così –
conclude – che invece di tutelare i territori montani, di premiare
le popolazioni che con la loro residenza presidiano il territorio
tra mille problemi in ordine a ogni tipo di servizio (scolastico,
postale, sanitario, di trasporto), per esporre un manifesto, si
propone un discutibilissimo risparmio sulle spalle di chi
è già discriminato in termini negativi. Porteremo queste ragioni in
tutte le sedi per modificare la decisione assunta in Consiglio dei
ministri.. Per concertare le forme di mobilitazione, nella giornata
di domani abbiamo convocato un coordinamento provinciale del Pdl,
allargato ai consiglieri regionali, ai consiglieri provinciali, ai
nostri sindaci e agli amministratori dei Comuni della provincia”.
Contatti: Sen.
Angelo Maria Cicolani 335/5976057
Sindaco di Rieti |
26 maggio 2010 |
COMUNICATO STAMPA
“In riferimento alla previsione di abolizione delle Province sotto i
220mila abitanti, che comprenderebbe quindi anche quella di Rieti,
ritengo di porre l’obiettivo sul tema del riassetto geopolitico del
territorio della regione Lazio”. Lo dichiara il sindaco di Rieti,
Giuseppe Emili.
“Roma – prosegue - deve essere concepita come un’entità amministrativa
autonoma, come accade per tutte le capitali del mondo, mentre la sua
provincia deve essere ridistribuita con il resto della regione Lazio, a
partire dall’area della cosiddetta Sabina romana, che per tradizione
storico-culturale appartiene a Rieti e al suo territorio provinciale.
Tale riordino, ampliando la popolazione e l’estensione degli attuali
confini, porrebbe fine a ogni ipotesi di cancellazione della nostra
provincia”.
“Di abolizione dell’ente locale Provincia – spiega il sindaco Emili – si
discute dagli anni Sessanta, ovvero dal momento in cui doveva attuarsi
il dettato costituzionale per la creazione delle Regioni, per cui era
ipotizzabile che prima o poi ci sarebbe stato un taglio. Avvertiamo,
perciò, la necessità di mobilitarci tutti a difesa di Rieti capoluogo
della sua Provincia, ma è evidente che questa rimanendo nelle sue
attuali dimensioni sarebbe sempre il primo obiettivo di chi vuole
cancellare non l’istituto della Provincia, ma solo le più indifese e
indifendibili a causa della loro scarsa valenza demografica”.
“Faccio appello – conclude – a una mobilitazione di enti e cittadinanza
perché non intendiamo essere penalizzati da provvedimenti assolutamente
discriminatori e che agli occhi di tutti non possono che essere
punitivi”.
--
Daniele Scopigno
Comune di Rieti
Ufficio di staff del Sindaco
335/7678498
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26 maggio 2010 |
L'intervista Fabio presidente della Provincia di Rieti:
«Incomprensibile. Come hanno deciso il tetto di 220 mila abitanti?»
«Un tiro così da Calderoli non me l'aspettavo» «E una norma
incomprensibile che mostra un livello di banalità inimmaginabile. E ora
chi decide dove andremo a finire? Non me lo sarei aspettato dal ministro
Calderoli dopo il grande lavoro che avevamo fatto insieme». Fabio
Melilli (Pd) è forse l'ultimo presidente della Provincia di Rieti. Ha
appena saputo che nella manovra dell'esecutivo nazionale si prevede di
abolire le Provinde con meno di 220 mila residenti.
Si aspettava una legge cosi?
«No. Sono profondamente deluso. Abbiamo parlato tante volte
dell'abolizione delle Province e trovo giusto che, per razionalizzare i
costi, specie in periodi di crisi come questo, si varino anche
provvedimenti di questo tipo».
Lei, però, non condivide affatto il criterio usato...
«Certo! Chi è quel genio che ha individuato il dato di 220 mila
residenti? Ha tirato a sorte?».
Con il ministro Calderoli avevate previsto altro?
«Fino a 6 mesi fa, in qualità di presidente dell'Unione delle Province
italiane (Upi), con il ministro Calderoli, nell'ambito del Federalismo,
abbiamo fatto un enorme lavoro al "Codice delle autonomie" nel quale
abbiamo inserito la proposta di revisione dei confini delle Province».
E poi che cosa è accaduto?
«Poi, come sempre in Italia, quando le norme sono inserite all'ultimo
momento, ecco i risultati... mi sembra una comica il fatto che abbiamo
deciso di non sopprimere le Province nelle regioni a statuto speciale e
quelle che confinano con gli Stati esteri. E da quando le Province fanno
politica estera?».
In pratica nella manovra vengono abolite solo sette Province.
Non le sembrano poche?
«Vorrei fare notare una cosa: nella Costituzione sono state inserite
dodici città metropolitane e nel Codice delle autonomie c'è scritto che
scompaiono quelle che coincidono con i confini delle città
metropolitane. Ovviamente il governo queste dodici non le ha toccate.
Eppure quelle abolite hanno circa un milione di cittadini, mentre le
dodici salvate contano oltre 20 milioni di residenti... se queste è un
modo per risparmiare...».
Adesso che fine farà la Provincia di Rieti?
«Non lo so: forse ci accorperanno a Roma, oppure a L'Aquila o a Terni.
Spero che qualcuno me lo dica presto. Comunque vedremo anche se ci sono
vulnus istituzionali per fare un ricorso...».
F. D. F.
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26 maggio 2010 |
Il Consiglio dei ministri pensa al taglio degli enti con meno di
220 mila abitanti Addio alle piccole Province Spariscono Rieti e Isernia
Addio alle Province con meno di 220 mila abitanti. Se ne è parlato
parecchio, questa potrebbe essere la volta buona. La manovra approvata
dal Consiglio dei ministri prevede, infatti, la soppressione delle
piccole Province, escluse quelle che confinano con Stati esteri o si
trovano in Regioni a statuto speciale. Tagli che sarebbero realizzati
dalla prossima legislatura provinciale. Anche se, considerati i
necessari accorpamenti, alla fine a saltare sarebbero soltanto 5 enti
locali.
Nel Lazio verrebbe cancellata la Provincia di Rieti, che ha 159 mila
abitanti. Nel resto d'Italia ce ne sono altre otto a rischio: Ascoli
Piceno, Matera, Massa e Carrara, Biella, Fermo, Crotone, Isernia e Vibo
Valentia.
Crotone, Vibo Valentia e Biella sono state create nel 1992 ma sono
diventate operative tre anni dopo. Fermo, istituita nel 2004, ha aperto
i suoi uffici nel 2009. Se fosse eliminata, si salverebbe la vicina
Ascoli Piceno, in virtù dell'accorpamento. La Provincia di Matera
scomparirebbe invece dopo 83 anni di vita. Un vero record per Massa e
Carrara, una delle prime 59 suddivisioni territoriali dell'Italia unita.
La Provincia di Rieti è stata istituita nel 1927, comprende 73 Comuni.
Sarebbe l'unica del Lazio a essere abolita. Addio anche a Isernia in
Molise, che ha poco meno di 90 mila abitanti.
Protesta il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli: «Domani
scopriremo chi è il genio che ha deciso di fissare questa asticella per
definire l'utilità o l'inutilità delle Province. Ogni volta che si
affrontano i temi istituzionali con la fretta della Finanziaria si
producono mostri». L'esponente del Pd non usa mezzi termini: «Avevamo
concordato con il ministro Calderoli l'inserimento nella carta delle
autonomie che è attualmente in discussione in Parlamento di una norma
che avrebbe aperto la strada alla revisione dei confini delle Province
che naturalmente dovrebbe essere basata su dati di natura
socio-economica e con qualche riflessione un po' più approfondita
Regione per Regione - aggiunge - Le Province interessate all'abolizione
sono 8 e prevedendo qualche accorpamento di fatto si è scelto di
tagliarne al massimo 5. Tutto ciò mentre resta inattuata da anni
l'istituzione delle città metropolitane che prevede la scomparsa di 12
grandi Province. La cosa più divertente di questa vicenda è che
scomparendo Isernia e Matera il Molise e la Basilicata diventeranno
Regioni che coincidono con la Provincia. Per quanto riguarda la
Provincia di Rieti aspettiamo con ansia che il Governo ci spieghi, visto
che dovrà sparire la Provincia di Roma, se dobbiamo essere accorpati a
Terni, a L'Aquila, o ad Ascoli e in quale Regione finiremo».
Nessun problema, invece, per le piccole Province di Sardegna, Sicilia,
Valle D'Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, in quanto
regioni a statuto speciale. Rimarranno in Sardegna, ad esempio,
Ogliastra con 58.389 abitanti o Medio Campidano con 105.400 residenti.
Tempi duri anche per le Regioni. Secondo le prime stime il Lazio avrà
una diminuzione di entrate pari a 13 miliardi di euro in due anni.
Alberto Di Majo a. dimajo@iltempo
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4 maggio 2010 |
Tito Cheli toma corrispondente per il Tg3 dalla nostra
provincia ú Da oggi la pagina regionale del Tg 3 ha di nuovo un
corrispondente da Rieti. A ricoprire l'importante ruolo è l'inossidabile
Tito Cheli, giornalista di lungo corso, già inviato del Tg regionale,
che torna a raccontare al resto del Lazio le notizie della nostra terra.
La novità non può che far piacere ai reatini, visto l'imbarazzante
silenzio, durato qualche anno, che dal tg di Raitre, risuonava dalle
nostre parti. Rieti, provincia un po' snobbata dalla terza rete e per
questo poco valorizzata. Basti pensare ai gloriosi tempi del basket di
serie A completamante eclissati da mamma Rai, in favore della più
blasonata Roma Lottomatica. Questo solo per dirne una. Da oggi però la
nostra città si è riconquistata un pezzetto di notorietà, visti i tempi,
non è poco. E. D. L.
www.mepradio.it |
23 aprile 2010 |
A Giuseppe Stocchi i sinceri auguri di tutta
la Redazione di www.leonessa.org.
Buon Lavoro !!!
Rieti: Coldiretti - eletto il
nuovo delegato regionale di
Giovani Impresa - è il
leonessano Giuseppe STOCCHI
|
|
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Giuseppe STOCCHI
(nella foto, insieme ad
Aldo MATTIA), di
Albaneto di Leonessa,
già delegato provinciale
di Giovani Impresa e
imprenditore agricolo, è
stato eletto delegato
regionale Coldiretti. Un
impegno che ha assunto
con entusiasmo. Tre i
punti principali del suo
programma. << Al primo
posto - ha dichiarato ai
100 giovani colleghi
intervenuti da tutto il
Lazio, riuniti presso la
sede della Sabina
Universitas - ci sarà
per me l’appartenenza e
la partecipazione, che
vuol dire rappresentanza
della Coldiretti e
impegno nell’aprire
dibattiti con le
province per recepire
problemi e cercare di
risolverli. L’obiettivo
è quello di creare un
gruppo forte assieme a
tutti i delegati
provinciali, dai quali
dovrà venire analogo
impegno e
collaborazione. Al
secondo posto c’è
l’ulteriore
valorizzazione dei
mercati di Campagna
Amica, questi mercati
sono importanti
soprattutto per noi
giovani, per noi
rappresentano un
trampolino di lancio
vero, tanto più che
ormai hanno conquistato
il pubblico dando
un’immagine affidabile
delle nostre aziende. In
questo ambito cercherò
di rafforzare la
presenza giovanile
perché l’obiettivo è di
creare un’ala a parte,
dedicata solo a noi,
all’interno del Circo
Massimo. Al terzo punto,
ma non meno importante,
è il discorso
formazione. I fondi
esistono, dunque vanno
richiesti per attivare
dei corsi finalizzati a
rendere i nostri
iscritti competitivi sul
mercato ed esperti nelle
più moderne forme di
comunicazione, quali
internet e tutta l’area
informatica in generale,
ma anche al corrente
delle nuove normative
>>. L’importanza della
formazione è stata
ribadita anche dal
Direttore regionale
MATTIA, il quale ha
ricordato che il primo
impegno Coldiretti è
quello di garantire il
giusto reddito
all’impresa, attraverso
varie forme, tra cui i
mercati, i consorzi
agrari, gli Unci, ed una
sensibilizzazione delle
istituzioni. L’obiettivo
finale è di entrare nel
sistema organizzato di
una vendita diretta
nazionale. Tutte
battaglie che non
possono prescindere
dalla componente
giovanile del sindacato.
Il Presidente
provinciale di
Coldiretti Rieti, Enzo
NESTA, e il Presidente
della Camera di
Commercio di Rieti,
Vincenzo REGNINI, hanno
invece sottolineato la
vocazione agricola del
nostro territorio,
ricordando che
l’agricoltura può
rappresentare il vero
volano economico.
|
COMUNICATO STAMPA
Il progetto privato
per il rilancio del Terminillo non ha superato la valutazione d’impatto
ambientale, e ancora una volta nella nostra provincia si inscena uno dei
più famosi racconti dello scrittore Giovannino Guareschi che vede
protagonisti Don Camillo e Peppone, eternamente contrapposti su ogni
argomento. I precedenti episodi ambientanti nella piccola provincia in
riva al Velino del tutto simili a quelli che nel dopo guerra erano
propri della riva del Po, descrivono come la politica reatina è in
disaccordo su ogni cosa:sulla realizzazione della ferrovia Rieti –Roma o
della Salaria a quattro corsie; sulle soluzioni per salvare le aziende
del nucleo industriale, sulla gestione dell’acqua e tanto altro.
Osservando ciò che
accade sono sempre più preoccupato, dichiara il segretario provinciale
UGL Marco Palmerini, penso che sia davvero arrivato il momento che i due
“nemici politici” debbano lottare fianco a fianco per lo stesso
obbiettivo. Non possiamo perdere altro tempo dietro a sterili battaglie
politiche che da troppi anni paralizzano l’economia della nostra città.
Anche sul Terminillo,
prosegue Marco Palmerini, non ho visto un alternativa concreta al
progetto della I.S.I.C., ma solo iniziative che hanno poco a che fare
con lo sviluppo del territorio. Il rilancio ecocompatibile della nostra
Montagna è possibile, non servono altri enti e consigli
d’amministrazione per realizzarlo, ma solo amministratori capaci di
lasciare a casa le proprie posizioni preconcette e magari copiare le
iniziative che hanno rilanciato territori simili al nostro. Prendere ad
esempio chi ha lavorato bene, è l’unico vantaggio di paesi come il
nostro, rimasti arretrati di almeno venti anni.
Spero che a breve,
conclude Palmerini, si creino le condizioni per confortare le tante
persone in difficoltà della nostra provincia, e poter dire a loro:
“ancora un po’ di pazienza, qualcosa sta cambiando”. Me lo auguro
davvero.
UGL Rieti
Sinistra Ecologia e
Libertà |
21 aprile 2010 |
LO SVILUPPO
DELLA NOSTRA MONTAGNA DEVE ESSERE ECOCOMPATIBILE.
Il TERMINILLO E’
UN BENE COMUNE
La
definitiva bocciatura, in data 4 marzo 2010, del famigerato Progetto
della I.S.I.C., per impianti, piste da sci e costruzioni connesse nella
Vallonina, fa tirare un sospiro di sollievo a chi come noi ha a cuore i
destini globali della nostra montagna.
Ma
oltre alla soddisfazione di veder riconosciute le ragioni da sempre
sostenute dalle associazioni ambientaliste e dalla Sinistra occorre
esprimere il rammarico per il tempo perso (ben 8 anni dal 2002!)
dall’Amministrazione Provinciale nel rincorrere soluzioni di mediazione
rivelatesi poi inefficaci.
Chi
ancora vagheggia improbabili Supersky Terminillo ed improponibili
rivalità con le stazioni del nord, deve riflettere sulle mutate
dinamiche dei flussi turistici e sul reale target a cui la nostra
stazione turistica può puntare.
Preso
atto ancora una volta che il Terminillo è una montagna dove lo sci
alpino rappresenta una delle forme di fruizione e non l’unica e che ha
almeno pari dignità con lo sci nordico, l’alpinismo, l’escursionismo,
l’osservazione della natura, occorre trovare una soluzione per il
rilancio di ognuna di esse, nel completo rispetto delle peculiarità
ambientali prima ancora che delle Leggi vigenti.
E’
forse da qui che bisogna ripartire per costruire una prospettiva a breve
termine prima della scomparsa definitiva dello sci alpino al
Terminillo.
-
Rifinanziare le Leggi Regionali specifiche per il Terminillo : L.R.
62/”90 “Interventi per lo sviluppo delle stazioni sciistiche” -
L.R. 34 /” 98 - art.10 “Interventi per lo sviluppo socio-economico
della Provincia di Rieti – collegamenti a fune…”
-
Favorire il recupero ed il rinnovamento di quanto esistente nei due
versanti e tecnicamente valido per la prospettiva di un bacino
unitario Rieti – Cantalice –Leonessa, condizionando i finanziamenti
alla sottoscrizione di un patto di gestione unitaria tra i gestori
pubblici e privati, anche con eventuali adeguamenti temporanei di
impianti strategici per l’unitarietà del bacino(leggi Cardito nord).
-
Rifinanziare il c.d. scavalco ( ci chiediamo se i minimi
finanziamenti pubblici per la realizzazione sono stati persi)
giunto ad un passo dall’autorizzazione finale ed autorizzabile anche
in presenza di S.I.C. , per avere in tempi brevissimi i due versanti
collegati.
-
Potenziare l’offerta con piste a quota più alta utilizzando i
territori del Comune di Cantalice intermedi tra i due bacini (i c.d.
Valloni), già utilizzati saltuariamente per lo sci alpino e
completamente raggiungibili con la realizzazione di due soli
impianti a basso impatto ambientale.
Va
da se che anche questa soluzione comporta sacrifici dal punto di vita
ambientale, sopportabili solo se si attuano reali azioni di recupero e
ripristino dei danni del passato causati da impianti dismessi, inutili
tagli di bosco, cave, strade impercorribili oltre che inutili, scavi e
sbancamenti mai rinerbiti, scheletri di fabbricati abusivi etc. etc.
Per
attuare una reale politica di rilancio del Terminillo occorre
l’istituzione del Parco, unico organismo in grado di gestire
unitariamente il Massiccio e normare, tramite il Piano d’assetto ed
anche oltre le schematiche Leggi Regionali, l’utilizzo delle diverse
peculiarità ambientali presenti sulla montagna.
Per
i Comuni ove non sia opportuno insediare attrezzature per lo sci alpino
andranno studiate misure di valorizzazione e potenziamento delle altre
forme di fruizione già citate, a cominciare dallo sci nordico ( il
fondo) che riscuote crescente successo ed ha un impatto ambientale
praticamente nullo.
In
questa visione unitaria di utilizzo del territorio secondo le sue reali
e diversificate vocazioni non c’è spazio per MegaProgetti come quello
nella Vallonina, o per iniziative similari ancora circolanti, poichè
esse causerebbero la devastazione di una delle più belle ed integre zone
degli Appennini, costituita dalle praterie d’altura (Prà dei sassi),
dalla Faggeta della Vallonina e da tutto l’habitat collegato e
giustamente tutelato dalle Normative Comunitarie.
Una
buona politica dovrebbe essere in grado di promuovere iniziative
ecocompatibili e soprattutto realizzabili, intorno alle quali poter
pensare il rilancio di una Montagna che è, prima di tutto, un bene
comune della Comunità provinciale e che, nonostante tutto, continua ad
essere un occasione per il rilancio socio economico del territorio.
Simone Petrangeli
portavoce
provinciale
|
11 marzo 2010 |
Torna in mostra Massimo Bigioni, il pittore leonessano che da oggi
al 17 marzo esporrà circa trenta opere presso la galleria comunale di
piazza Vittorio Einanuele. Reduce dai palazzi romani in cui è stato
protagonista al Palatium dell'Arsial, l'enoteca regionale di via
Frattina, Bigioni sta vivendo un momento artistico florido, che lo vede
molto attivo nel centro Italia, dove sta girando per far conoscere la
propria arte. Sotto i portici del Comune si potranno ammirare opere di
differente tipologia: dai quadri di ispirazione tipica del Caravaggio a
quelli più bucolici delle terre di origine, nelle quali ha ritratto
luoghi e personaggi tipici di un territorio e di uà certo life style
permeato di colori e movimenti. L'esposizione di Bigioni, patrocinata
dall'assessorato alla cultura della Provincia e da quello del Comune di
Rieti, è stata curata da Alla Sablina e racconta la storia di un artista
che si è scoperto tale in tarda età e che, come caratteristica
principale, ha la puntigliosa necessità di creare arte durante la notte,
nel silenzio e nelle luci del paesaggio montano che lo circondano a
Villa Carmine, la frazione dove risiede. La mostra fino al 17 marzo.
Dott. Ivo Pulcini |
3 marzo 2010 |
Lasciamo la patata "bollente" OGM
allo studio dell'ingegneria genetica, della tecnologia alimentare e
alle scelte politicosanitarie degli addetti ai lavori; ma
difendiamo, a denti stretti fino a renderla DOP, la genuinità, il
sapore insuperabile, le qualità organolettiche e dietetiche della "PETATA
LEONESSANA", che ha nutrito e fatto crescere tanti giovani e meno
giovani come me, che ho l'orgoglio di averla valorizzata con una
dieta medica ad hoc e ideando e realizzando la "PRIMA SAGRA DELLA
PETATA LEONESSANA" (V. filmato TG 3 del 14.10.1990 su
www.villapulcini.it oppure www.ivopulcini.net). Diventa FAN, ma
soprattutto assaggiala e sarà la tua salute per sempre.
Dr. Ivo Pulcini
Specialista in Cardiologia
Specialista in Medicina dello Sport - Postura (T.P.P.T)
Scienza dell'Alimentazione
altrimondi.gazzetta.it |
3 marzo 2010 |
L’Unione europea ha autorizzato per la prima
volta una coltivazione geneticamente modificata e
questo ha scatenato una ridda di prese di posizione.
Geneticamente modificata significa che stiamo
parlando degli Ogm?
Sì, appunto, quegli esseri viventi— animali o
piante— nel cui codice genetico si introduce una
porzione di Dna prelevata da un altro essere
vivente, in modo che certi presunti difetti
dell’organismo-bersaglio vengano cancellati. Oppure
in modo da dotare questo organismo-bersaglio di
qualità che prima non aveva. In Italia gli Ogm sono
avversati da tutte le forze politiche, praticamente
senza eccezione. E trovano qualche appoggio solo
nella comunità scientifica e in un certo numero di
coltivatori. Dopo la delibera della Ue, si sono
registrate le prese di posizione del ministro Luca
Zaia della Lega Nord («Non consentiremo che un
simile provvedimento comprometta la nostra
agricoltura»), dei Verdi («Inaccettabile»), del Pd
(«Il governo dica no»), dell’Idv («Contrasteremo in
tutti i modi » ) . No anche dalla Coldiretti, che
difende la nostra specificità messa in pericolo, a
parer suo, dall’ingegneria genetica, e no pure dalle
associazioni dei consumatori, dai dottori agronomi e
forestali riuniti nel Conaf (che ammettono tuttavia:
«come in ogni cambiamento epocale è necessaria la
massima prudenza, anche se bisogna prendere in
considerazione che la scienza non può essere
fermata») e, ovviamente, da quelli di Slow Food
(Carlo Petrini). Andando in cerca di pareri
favorevoli— perché siamo sempre ansiosi di sentire
tutte le campane— non abbiamo trovato ieri che il sì
entusiastico del dottor Roberto Da Fez, del Cnr, che
ha rilasciato un’intervista audio al sito Internet
del Corriere della Sera, mettendo in evidenza, tra
le altre cose, che «finalmente è finito il monopolio
della Monsanto». Sappiamo già, però, che nel campo
dei propugnatori degli Ogm c’è addirittura Umberto
Veronesi, il quale ieri ha taciuto, ma altre volte
ha con grande passione difeso i prodotti
geneticamente modificati.
Bisognerebbe intanto dire di che stiamo parlando.
Giusto. La Ue ha autorizzato la coltivazione di una
patata transgenica brevettata dal gruppo tedesco
Basf, detta Amflora e destinata alla produzione di
colle. I favorevoli a questa innovazione spiegano
che in questo modo — come sempre con gli Ogm— si
eviteranno una serie di procedure chimiche assai
dannose. I contrari ribattono che dalla patata Basf
si ricaverà, come residuo della lavorazione della
colla, un amido che sarà poi utilizzato come
mangimeper gli animali. È falso quindi— dicono— che
non entrerà alla fine nel nostro ciclo alimentare. E
questo è grave perché la modificazione genetica
apportata a questa patata la rende resistente ad
alcuni antibiotici. Quindi, mangiandola attraverso
la carne degli animali che se ne sono nutriti, non
saremo più in grado di essere curati per certe
malattie.
Mi pare che abbiano ragione i contrari.
Il professor Da Fez del Cnr sostiene però che
l’unico antibiotico a cui Amflora è resistente è la
canamicina (o kanamicina), che ormai secondo lui non
è presente in nessun farmaco. E poi i nostri batteri
intestinali sarebbero, a suo dire, ormai resistenti
per conto loro a questa kanamicina, come minimo una
volta su due.
E come dobbiamo fare? A chi si deve credere?
Su questo punto della kanamicina (e della neomicina)
ha però precisato con una dichiarazione
circostanziata Fabrizio Fabbri, direttore
scientifico della Fondazione Diritti Genetici.
L’illustre clinico ha spiegato che l’Efsa (Autorità
europea per la sicurezza alimentare) ha classificato
neomicina e kanamicina tra gli antibiotici di scarsa
o nulla importanza. Ma è un errore!, dice, e lo
dimostra l’opinione diversa dell’Organizzazione
mondiale della sanità e dell’Emea (Agenzia europea
del farmaco). «L’autorizzazione alla coltivazione
della patata geneticamente modificata Amflora è un
atto di vero e proprio fondamentalismo biotech».
Quindi?
Quindi vuole che le sciolga il dilemma io? Posso
solo dirle che noi abbiamo una legge, varata nel
2005, che regolerebbe la materia se la commissione
di controllo prevista fosse stata nel frattempo
insediata. Ma non è stata insediata (in 5 anni) e, a
quanto pare, Zaia non ha intenzione di insediarla.
Sicché 400 agricoltori del Nordest capitanati dal
contadino Silvano Dalla Libera hanno fatto causa
allo Stato italiano perché intendono coltivare mais
Ogm e con la normativa attuale non possono, benché a
rigore non sia vietato. Il nostro Consiglio di Stato
gli ha dato ragione e Zaia dovrà provvedere entro il
19 aprile. Oltre tutto — dicono Dalla Libera e gli
altri— importiamo ogni giorno da Argentina, Brasile
e Stati Uniti tonnellate di mangime geneticamente
modificato. Quindi, di che stiamo parlando?
Bisognerebbe intanto dire di che stiamo parlando.
viniesapori.net |
3 marzo 2010 |
Le perplessità ed i timori per la
salvaguardia delle patate di Montese e delle qualità autoctone
toscane crediamo possano essere le nostre perplessità ed i
nostri timori per la nostra patata.
La Redazione di www.leonessa.org
"Le patate di Montese sono a rischio tipicità per la recente
decisione dell'Unione europea che ha autorizzatola patata
transgenica Amflora".
E' il commento della Cia di Modena a seguito del provvedimento
comunitario che segue quello di pochi giorni fa relativo al via
libera, da parte del più alto organo della giustizia amministrativa
del nostro Paese, ovvero il Consiglio di Stato, alla coltivazione
del mais Ogm (il Mon810), sollevando numerose perplessità tra il
mondo agricolo. Proprio ieri, inoltre, da Bruxelles è stato dato il
via libera ad altri 3 nuovi mais Ogm.
"Avevamo chiesto subito un decreto da inserire nel 'Milleproroghe'
per bloccare la coltivazione e la commercializzazione di Ogm e la
predisposizione in tempi brevi di un Piano per le colture proteiche
- sottolinea la Cia - perché il 'biotech' non serve all'agricoltura
italiana, così diversificata, tipica e di qualità".
Cosa ne sarà adesso della tipicità del nostro tubero, soggetto a
possibili inquinamenti da pollini 'impazziti' che rischiano di non
trovare barriere? I produttori sono preoccupati per il loro prodotto
di nicchia, anche se la patata in questione non riguarda certo le
varietà tipiche coltivate a Montese perché il tipo di tubero è stato
sviluppato per la coltivazione e l'utilizzo dell'amido da essa
derivante a scopi industriali, nonché dei sottoprodotti della
lavorazione come mangimi.
"Sarebbe stato molto più opportuno attendere le linee-guida
annunciate dal presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso,
il quale ha rilevato, nelle scorse settimane, di non voler imporre
la coltura degli Ogm ai singoli paesi Comunitari- Invece, la
Commissione di Bruxelles, con il via libera alla patata transgenica
e a tre nuovi mais biotech, ha praticamente messo la parola fine
alla moratoria sulla coltivazione di organismi geneticamente
modificati in Europa".
La Cia ricorda inoltre che al mais transgenico Mon810 è scaduta, tra
l'altro (e non è stata ancora rinnovata) l'autorizzazione alla
coltivazione comunitaria, poiché l'Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare (Efsa) sta valutando le ricadute ambientali della
coltivazione con un monitoraggio approfondito.
"Riafferma la necessità di un confronto tra le parti interessate -
aggiunge la Cia di Modena - e ogni decisione in materia va presa
dopo una consultazione popolare che si pone indispensabile su una
problema di portata non solo economica, ma soprattutto etica. La
posizione sugli Ogm, come abbiamo sostenuto nella nostra quinta
Assemblea elettiva, scaturisce non da una scelta ideologica, ma -
conclude la Cia - dalla consapevolezza che la loro utilizzazione può
annullare la nostra idea di agricoltura e, quindi, può annullare
l'unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercato:
qualità, origine, tracciabilità, biodiversità, tipicità".
Dalla patata rossa di Cetica alla Sulcina della Garfagnana
sino alla patata di Zeri: sono ben sei le varietà toscane di patata
che sono state salvate da estinzione e valorizzate in un percorso di
qualità, ma che ora sono di nuovo a rischio: questa volta potrebbero
perdere le loro caratteristiche di tipicità in caso di
contaminazione con il tubero “amflora”, prodotto da una
multinazionale tedesca la cui coltivazione è stata autorizzata dalla
Commissione europea.
E' l'Arsia, l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione in
campo agricolo, a lanciare l'allarme al fine di evidenziare come
un'introduzione di colture ogm indiscriminata e non sottoposta ad
attente valutazioni di carattere scientifico potrebbe alterare
irreversibilmente lo straordinario patrimonio di biodiversità della
nostra regione.
Al momento non esiste uno studio specifico sull'impatto di questa
patata ogm, evidenzia il dire ttore dell'Agenzia, ma i dati generali
di questo prodotto indicano che il rischio di inquinamento genetico
è alto anche perché è consistente la possibilità di fecondazione
incrociata dovuta alla diffusione del polline attraverso gli
insetti. Un prodotto di tipo industriale come “Amflora”, evidenzia
il direttore di Arsia, non si presta a una diffusione nel territorio
toscano, in cui non esistono coltivazioni estensive di questo tipo e
la cui vocazione è quella di ospitare coltivazioni di patata di
qualità e in grado di valorizzare le varietà locali. Ma anche se le
coltivazioni della patata ogm fossero modeste, ugualmente
elevatissimo sarebbe il rischio di inquinamento per le nostre
produzioni tipiche, in testa quelle della patata rossa di Cetica
(Casentino, Arezzo) o della patata Sulcina della Garfagnana, due
prestigiose varietà autoctone, e ancora della patata di Zeri (Massa
Carrara), della patata di Santa Ma ria a Monte (Pisa), della patata
di Regnano (Lunigiana) e della Patata bianca del Melo (Cutigliano,
provincia di Pistoia, tutte quante inserite nell'elenco delle
produzioni tradizionali toscane.
Negli ultimi anni, in virtù della legge regionale sulla tutela e
valorizzazione del patrimonio di razze e interesse locale alcune di
queste specie hanno recuperato una valenza produttiva grazie al
lavoro di piccoli produttori e si sono affermate grazie alla loro
elevata qualità. Rappresentano un patrimonio di qualità e di
biodiversità da salvaguardare. Il problema della relazione con le
colture ogm, evidenziato dalla decisione della Commissione Ue, se
riguarda ora direttamente le coltivazioni di patata, coinvolge
potenzialmente tutta la relazione tra il transgenico e la produzione
agricola toscana, così legata alla qualità e all'identità
territoriale.
A tal fine l'Arsia negli ultimi anni ha dedicato studi e ricerche al
la verifica del potenziale impatto degli ogm sul territorio anche
per verificare scientificamente in che modo e a quali condizioni
sarebbe possibile garantire la coesistenza, cioè mantenere filiere
produttive separate tra prodotti ogm e prodotti non transgenici al
fine di consentire al consumatore di scegliere e anche per motivi di
sicurezza di fronte a eventuali emergenze alimentari. In particolare
la verifica sul territorio toscano attraverso un mais colorato, in
grado di simulare perfettamente il flusso dei geni attraverso i
pollini ha messo in evidenza la possibilità di inquinamento genetico
anche a distanze notevoli. Questa ricerca, ipotizzando
l'applicazione della bozza di linee guida in esame da parte della
Conferenza Stato-Regioni su una possibile coesistenza tra ogm e
colture tradizionali, ha mostrato come in nessuna zona della Toscana
sarebbe possibile far coesistere mais ogm con mais tradizionali se
non a rischio inquinamento di quest' ultimo. A qu este ricerche se
ne stanno aggiungendo altre: è al via un progetto per valutare il
possibile impatto nel nostro territorio, accanto al mais, di soia e
colza transgenica, ed è appena stato assegnato il bando per una
ricerca sugli impatti socio-economici degli ogm. Uno sforzo pubblico
è necessario, ha ribadito il direttore dell'agenzia, per avere
ricerche non di parte, ma garantite scientificamente a tutela dei
diritti di tutti affinché nei confronti degli ogm non ci sia una
posizione ideologica, pro o contro, ma una valutazione scientifica
capace di tener conto di tutti i riscontri oggettivi e anche di
mostrare i punti non ancora risolti sulle conseguenze dell'utilizzo
di questi prodotti. Il tutto a servizio della salute dei cittadini e
nel rispetto dell'integrità del patrimonio di biodiversità del
territorio. (Massimo Orlandi)
Cenni: “Ministro vogliamo provare a fare sul serio?
Allora meno slogan e più atti concreti”
“Purtroppo la 28° fiducia posta dal Governo alla Camera ha fatto
slittare la risposta alla mia interrogazione per conoscere cosa di
concreto abbia messo in atto il Governo in materia di Ogm. Abbiamo
capito la posizione personale del Ministro, che personalmente
condivido, ma francamente continuava a sfuggire quanto di concreto
sia stato attivato in via XX Settembre da settimane a questa parte.
Lo abbiamo chiesto subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato e
tanto più rinnoviamo la richiesta oggi dopo la decisione, grave e
preoccupante, dell’Unione Europea di autorizzare la produzione della
patata Ogm Amflora di proprietà della Bayer”.
Con queste parole Susanna Cenni, deputata
del Partito democratico commenta la decisione presa dalla
Commissione europea di concedere l’autorizzazione alla coltivazione
di una patata geneticamente modificata.
La parlamentare senese ha presentato nei giorni scorsi
un’interrogazione in Commissione agricoltura al Ministro delle
politiche agricole, Luca Zaia per sapere quali provvedimenti sono
stati presi fino ad oggi e quali intenda intraprendere il Governo
per evitare il caos normativo sugli Ogm e tutelare le produzioni
biologiche e convenzionali da possibili rischi di contaminazione
genetica, dopo la sentenza del Consiglio di Stato ha accolto la
richiesta presentata da un imprenditore agricolo sulla coltivazione
di mais Ogm.
“Il dibattito – continua Cenni - che si è aperto vede in questi
giorni spunti interessanti, ma anche una polarizzazione
ideologizzata fra chi considera gli Ogm il futuro, lo strumento per
sconfiggere ogni male del mondo e chi parla di cibi ‘Frankenstein’,
polarizzazione di cui possiamo discutere nei convegni, con tanto di
competenze scientifiche sull’uno e sull’altro fronte, ma che a mio
parere non incide sull’emergenza immediata: intervenire per coprire
i vuoti normativi che, ove non opera la politica, rischiano di
riempire i giudici e le varie sentenze, ed io credo che la buona
agricoltura meriti qualcosa di più. Un Ministro non può
semplicemente dirci che pensa al referendum, ma anche alla luce
delle dichiarazioni del presidente Barroso, deve attivare tutti gli
strumenti a sua disposizione o attraverso la clausola di
salvaguardia o stipulando assieme alle Regioni norme di garanzia
massima per il consumatore e per gli agricoltori convenzionali e
biologici dai possibili rischi di inquinamento genetico. Finalmente
oggi leggiamo che si intraprende la strada della clausola di
salvaguardia, ma con la decisione della Commissione europea si
rendono ancora più necessarie queste ed altre risposte del Governo
sulle coltivazioni Ogm in Italia. Dall’esecutivo, purtroppo in
questi giorni, sono arrivate molte dichiarazioni, ma, fino ad oggi,
nessun atto concreto era stato posto in atto. Forse anche su questo
tema la maggioranza ha idee contrastanti al suo interno? Io ritengo
che sia impraticabile un percorso che prima vede l’ingresso di Ogm e
poi detta le regole. Il buon senso consiglia l’esatto contrario”.
“Ed allora – prosegue Cenni - che si riparta con un provvedimento
urgente che ne decreti l’attuazione immediata (visto che il Governo
usa quotidianamente questa prassi per le norme ad personam), magari
riprendendo l’emendamento del Pd al ddl sul sostegno all’agroalimentare,
approvato in Commissione agricoltura alla Camera, che prevede
l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’eventuale utilizzo di
produzioni geneticamente modificate nella catena alimentare, magari
lavorando seriamente con le Regioni Italiane che assieme a decine e
decine di Regioni Europee da anni lavorano sulla costruzione di
filiere libere da Ogm. Dopo le parole, insomma, chiediamo a Zaia
misure concrete: attivare le competenze giuridiche necessarie per
valutare la decisione Ue, per affrontare quanto stabilito dalle
sentenze; costruire alleanze in Europa utili ad evitare l’apertura
di una strada che farebbe solo gli interessi dei signori dei
brevetti. Caro Ministro, interrompa per qualche giorno la sua
campagna in Veneto e si dedichi ad una partita importante per tutto
il Paese ed anche per il suo Veneto”.
agricolturaonweb |
3 marzo 2010 |
Patata Ogm:
'Un pericolo per l'agricoltura italiana'
Cia e Coldiretti contro la decisione della
Commissione Ue al via libera della patata
transgenica
-
Con la pericolosa fine della moratoria in
pieno contrasto con la volontà dei cittadini, la
Commissione europea ha anche annunciato la
storica intenzione di presentare entro l'estate
una proposta per far decidere liberamente ai
singoli Stati membri se coltivare o meno
organismi geneticamente modificati sul proprio
territorio, invertendo l'attuale quadro
normativo". Lo afferma il presidente della
Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che
questo
"darà finalmente la possibilità
all'Italia e alle 16 regioni che si sono già
dichiarate Ogm free di vietare la
coltivazione nei loro territori".
“Stando così le cose - precisa Marini -
l'Europa autorizzi pure quello che vuole tanto
in Italia continueremo a non coltivarli. I
cittadini italiani - spiega Marini - potranno
infatti dire no anche alle patatine biotech nei
campi o sugli scaffali dei supermercati mentre
fino ad oggi l'Unione europea ha sempre
contrastato la decisione di Paesi e regioni di
vietare la coltivazione sui propri territori
chiedendo al contrario la definizione di un
quadro per la coesistenza tra colture Ogm e
tradizionali, da cui è scaturita in Italia la
decisione del consiglio di Stato del 19 gennaio
scorso con la quale si è richiesto al Mipaaf di
concludere il procedimento di istruzione e
autorizzazione alla coltivazione di mais
geneticamente modificato".
Cia: “Gli Ogm, un rischio per
l’agricoltura italiana diversificata”
"Sarebbe stato molto più opportuno
attendere le linee-guida annunciate dal
presidente Josè Manuel Barroso, il quale ha
rilevato, nelle scorse settimane, di non voler
imporre la coltura degli Ogm ai singoli Paesi Ue.
Invece, la Commissione di Bruxelles, con il via
libera alla patata transgenica Amflora e
a tre nuovi mais biotech, ha praticamente messo
la parola fine alla moratoria sulla coltivazione
di organismi geneticamente modificati in
Europa".
Questo quanto sostenuto da Giuseppe Politi,
presidente nazionale della Cia - Confederazione
italiana agricoltori, per il quale queste
decisioni dell'esecutivo comunitario vanno in
netto contrasto con l'orientamento espresso dai
consumatori europei per nulla favorevoli a
produzioni agricole frutto di manipolazioni
genetiche.
“Come abbiamo salutato con apprezzamento
le affermazioni del presidente Barroso, in
questa occasione - ha aggiunto Politi -
esprimiamo tutto il nostro fermo dissenso nei
confronti di decisioni che riteniamo gravi,
pericolose, dannose e frettolose, delle quali
non c'era alcun bisogno".
"La nostra posizione sugli Ogm, scaturisce
non da una scelta ideologica, ma - ha concluso
Politi - dalla consapevolezza che la loro
utilizzazione puo' annullare la nostra idea di
agricoltura e, quindi, puo' annullare l'unico
vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui
mercato: qualità, origine, tracciabilità,
biodiversità, tipicità
EuroNews.net |
3 marzo 2010 |
Nastri magnetici, vernici, materiali
industriali. E patate. I super tuberi
geneticamente modificati della multinazionale
Basf hanno il via libera della Commissione
Europea. Una decisione presa in tempo record, ad
un mese dall’insediamento del nuovo esecutivo.
Libertà ai Paesi membri d’autorizzare o meno
la coltura: Italia e Austria hanno già
annunciato il loro no. Germania, Svezia, Paesi
Bassi, Repubblica Ceca sono pronti ad accogliere
le patate transgeniche. Il resto della famiglia
europea sta valutando.
“Per noi è chiaro che, in base alle
attuali conoscenze, il consumo di patate di
questo tipo e il suo utilizzo per l’industria
non rappresentano alcun rischio per la salute
umana” dice il portavoce del Commissario alla
Salute europeo, il maltese John Dalli che ha
dato la notizia.
La patata geneticamente modificata è
finalizzata alla produzione di amido per
l’industria della carta. Ma i sotto-prodotti, ha
ammesso Dalli, potranno essere impiegati per
l’alimentazione animale. Nettamente contrario il
leader ambientalista José Bové:
“Se un anno si coltiva la patata
transgenica e l’anno successivo un’altra
varietà, ci sarà contaminazione perché non si
riescono mai a raccogliere tutte le patate”.
All’apertura agli ogm sul mercato europeo
si era sempre opposto il precedente commissario
all’Ambiente Stavros Dimas. Cade così un tabù
che reggeva dal 1998. Per i detrattori degli ogm
il loro impiego nell’alimentazione animale crea
un rischio implicito per l’uomo.
Copyright © 2010
euronews
EuroNews.net |
3 marzo 2010 |
Il sì alla patata transgenica e a tre tipi
di mais OGM è
sofferto, c’erano pressioni da una parte e
dall’altra. Il Commissario europeo alla salute e
politica dei consumatori, il maltese John Dalli,
risponde alle domande di EuroNews:
“Devo dire che il processo
d’autorizzazione per questi prodotti andava
avanti da molti anni. L’evidenza scientifica che
è davanti ai nostri occhi dice che questa patata
e gli altri prodotti sono sicuri. Quindi non
c’era ragione per non decidere”.
“È certo che siano prodotti sicuri? Perché
c‘è questa resistenza agli antibiotici che
potrebbe comportare rischi per l’essere umano”
“Siamo certi che tutti i fattori siano
stati presi in considerazione. E le analisi
dicono che questi prodotti sono sicuri”
“Ma i due antibiotici in questione
agiscono entrambi contro la tubercolosi, che è
tuttora una malattia pericolosa”.
“Ma la probabilità che si creino batteri
resistenti ad entrambi gli antibiotici è
talmente remota che la conclusione è che non ci
sia pericolo per la vita umana”
“Che faranno ora, gli Stati membri
contrari alla patata OGM?”
“Agli Stati membri sarà data la competenza
per decidere se autorizzare o meno sul proprio
territorio la coltivazione di un
OGM approvato in
Europa. Il sistema di approvazione resta di
competenza europea. Ma la coltivazione diventa
competenza degli Stati membri”.
“Quindi gli Stati membri che vogliono
coltivarli, avranno una procedura veloce per
coltivare gli OGM,
perché ci saranno meno discussioni in seno
all’Unione europea”.
“Non è questione di procedure veloci: si
tratta…”
“Ma viene meno la dialettica nell’UE”
“No, no, la discussione è finita. La
decisione è stata presa. Questi
OGM possono essere
coltivati, e chiunque voglia coltivarli può
farlo. Chi non vuole, avrà il potere di decidere
di non coltivarli, e contro di loro non sarà
preso alcun provvedimento”
Copyright © 2010
euronews
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3 marzo 2010 |
BRUXELLES - Via libera della
Commissione Ue alla coltura in Europa
della patata transgenica Amflora, per
uso industriale. Con l'annuncio della
Commissione europea si mette di fatto
fine, dopo dodici anni, alla moratoria
sulla coltivazione di ogm in Europa.
La decisione sulla patata Amflora
riguarda la sua coltura ai fini
industriali e l'utilizzo dei prodotti
derivati dall' amido Amflora negli
alimenti per animali. Secondo quanto
appreso dall'Ansa, il via libera sara'
accompagnato dal lancio del dibattito
politico sul futuro del dossier degli
Ogm nell'Ue seguendo la linea del
presidente della Commissione europea
Jose' Manuel Barroso, il quale ha
dichiarato nelle scorse settimane ''di
non voler imporre la coltura degli Ogm
in Europa''.
La decisione della Commissione
europea, oltre alla patata Amflora,
riguarda anche la messa sul mercato di
tre mais geneticamente modificati
destinati ad essere utilizzati
nell'alimentazione umana e animale. I
cinque ogm autorizzati, ha sottolineato
l'esecutivo Ue, sono stati ''esaminati
con la piu' grande attenzione, in modo
che le preoccupazioni espresse al
riguardo della presenza di un gene
resistente agli antibiotici siano
pienamente tenute in considerazione''.
La decisione, ha precisato un portavoce,
essendo una procedura scritta, e' stata
presa all'unanimita' del collegio dei
commissari. ''Dopo un esame completo e
approfondito dei cinque dossier ogm sul
tavolo, mi e' sembrato chiaro che nessun
nuovo argomento scientifico aveva
bisogno di essere esaminato
ulteriormente'', ha osservato il
commissario Ue alla salute John Dalli,
spiegando che la Commissione ''ha svolto
il suo ruolo in maniera responsabile,
prendendo decisioni che si basano su
esami di sicurezza condotti dall'Efsa'',
l'agenzia europea per la sicurezza degli
alimenti.
ZAIA, DECISIONE
COMMISSIONE CI VEDE CONTRARI -
''La decisione presa oggi dalla
Commissione europea di concedere
l'autorizzazione alla coltivazione di
una patata geneticamente modificata ci
vede contrari. Il fatto di rompere una
consuetudine prudenziale che veniva
rispettata dal 1998 e' un atto che
rischia di modificare profondamente il
settore primario europeo''. Cosi' il
ministro delle politiche agricole
alimentari e forestali Luca Zaia
commenta la decisione presa dalla
Commissione Europea di autorizzare la
produzione della patata Ogm Amflora di
proprieta' della Basf. ''Non solo non ci
riconosciamo in questa decisione -
commenta il ministro - ma ci teniamo a
ribadire che non permetteremo che questo
metta in dubbio la sovranita' degli
Stati membri in tale materia. Da parte
nostra proseguiremo nella politica di
difesa e salvaguardia dell'agricoltura
tradizionale e della salute dei
cittadini''. ''Non consentiremo che un
simile provvedimento, calato dall'alto -
conclude il ministro - comprometta la
nostra agricoltura. Per questo
valuteremo la possibilita' di promuovere
un fronte comune di tutti i Paesi che
vorranno unirsi a noi nella difesa della
salute dei cittadini e delle agricolture
identitarie europee''.
VERDI:
GRAVE DECISIONE UE, PRONTI A
REFERENDUM - La decisione
della Commissione europea ''e'
gravissima e inaccettabile'',
affermano in una nota i Verdi che si
dicono gia' ''pronti a presentare un
quesito referendario gia' dalla
prossima settimana per evitare che
gli Ogm vengano coltivati in Italia''.
''La coltura autorizzata - dicono i
Verdi - presenta dei profili di
rischio molto alti perchè avrebbe un
gene marker che provoca resistenza
ad un antibiotico importante per la
salute umana. In questo modo non
solo è stato violato il principio di
precauzione nei confronti delle
colture geneticamente modificate ma
anche la direttiva Ue 2001/18 che
proibisce espressamente
l'autorizzazione per gli Ogm che
contengono geni di resistenza ad
antibiotici importanti per la salute
umana. Si tratta di un vero e
proprio assalto alla sicurezza
alimentare, alla nostra agricoltura
tipica, di qualità e biologica:
insoma a rischio c'è tuto il made in
Italy agrolimentare. I Verdi -
conclude la nota - si mobiliteranno
con forza per per difendere la
tradizione agroalimentare del nostro
paese e la salute dei cittadini
dalle colture geneticamente
modificate''.
LEGAMBIENTE,
E' DECISIONE ASSURDA - E' una
''follia'' e una decisione ''assurda'':
Cosi' ''si condanna l'agricoltura
Made in Italy e si mette a rischio
la salute dei cittadini''. Lo
afferma Legambiente commentando la
decisione dell'Ue di ''decretare la
fine dell'embargo sulle colture
geneticamente modificate,
vanificando cosi' - rileva - gli
sforzi e gli investimenti di tutti
coloro che hanno creduto nel Made in
Italy e nella ricerca della qualita'
e delle eccellenze''. ''E' evidente
che l'Italia non ha alcun bisogno di
questi prodotti - ha dichiarato il
responsabile Agricoltura di
Legambiente Francesco Ferrante -.
Questa decisione ci espone a
pericoli enormi, dal punto di vista
produttivo ed economico ma anche -
prosegue - da quello della salute e
della sicurezza''. ''Non si capisce
- conclude Ferrante - cosa stia
aspettando il ministro Zaia ad
emanare il famoso decreto che
impedirebbe l'esecuzione della
sentenza del Consiglio di Stato che
autorizza la coltivazione di Ogm
senza aspettare le linee guida sulla
coesistenza, per tutelare
l'agricoltura di qualita', il
biologico e le eccellenze italiane''.
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2 marzo 2010 |
Polverini carica il popolo Pdl "Ora fate sentire la vostra rabbiaa"
È scontro tra ricorsi e denunce: il centrodestra attacca i radicali, che
querelano per calunnia. Entro domani la decisione della Corte d'Appello
Lista PdL battaglia in tribunale. Inchiesta della procura. Ma
intanto i vertici del partito hanno denunciato i radicali e preparano le
prossime mosse legali, dal ricorso al Tar e al Consiglio di Stato,
ipotizzando anche un decreto "salva Pdl". «Useremo tutti i mezzi
possibili»ha rassicurato la Polverini da piazza San Lorenzo in
Lucina,dando poi la carica ai suoi supporter accorsi (in pochi) alla
maratona oratoria: «Dovete gridare la vostra rabbia se l'avete».Analogo
l'appello del sindaco Alemanno agli elettori pidiellini: «Non chiudetevi
in casa, da oggi inizia la nostra rincorsa».
In attesa che la Corte d'Appello si pronunci sul ricorso del Pdl per
chiedere la riammissione della lista, nel collegio di Roma, alle
elezioni regionali del Lazio (la decisione è attesa per domani) , i
vertici del Pdl hanno intanto denunciato alla Procura «i militanti del
partito radicale - si legge in una nota del Popolo delle Libertà - i
componenti dell'ufficio centrale per abuso d'ufficio e per avere
impedito il legittimo esercizio del diritto politico di voto». L'accusa
sarebbe di aver impedito ad Alfredo Milioni, il delegato del Pdl alla
consegna delle liste elettorali, di accedere all'ufficio elettorale del
Tribunale entro i ter mini previsti. Ma Diego Sabatinelli, il militante
radicale presente sabato al Tribunale, ha immediatamente dato mandato al
suo avvocato «per sporgere denuncia per calunnia nei confronti degli
esponenti del Pdl».
Intanto, i vertici del partito di Berlusconi,chesostienelacandidatadel
centrodestra Renata Polverini, stanno già studiando le prossime mosse
nel caso in cui la Corte d'Appello rigettasse il ricorso. Il prossimo
passo, infatti, sarebbe il ricorso al Tar e se in questa sede venisse
riammessa la lista del Pdl, ciò non solo aprirebbe nuovi scenari anche a
tutti gli altri partiti esclusi, ma addirittura provocherebbe lo
slittamento delle elezioni, poiché il Tar dovrebbe garantire a tutti i
partiti i 30 giorni di campagna elettorale previsti dalla legge.
L'ultimo passo sarebbe, altrimenti, il Consiglio di Stato e, se anche in
questo caso il ricorso non venisse accettato, la via sarebbe con
un decreto ad hoc "salva Pdl".
«Da oggi inizia la nostra grande rincorsa, non chiudiamoci, in casa,
facciamo sentire la nostra voce con rabbia» ha detto il sindaco Alemanno
intervenendo alla maratona oratoria organizzata ieri pomeriggio in
piazza San Lorenzo in Lucina dai supporter di Renata Polverini. Meno di
un centinaio i supporter presenti, molti dei quali del movimento di
destra Popolo di Roma. Accanto al palco, il banchetto con i gadget della
candidata: gomme da cancellare, penne e t-shirt. Per averle, bisogna
firmare l'appello pro-Pdl. Sul palco, accanto al sindaco e a Renata
Polverini, anche la first-lady capitolina Isabella Rauti.
«Non ci risparmieremo, useremo tutti i mezzi possibili - ha
promesso la candidata Renata Polverini. Che poi ha dato la carica ai
suoi sostenitori: «Dovete gridare la vostra rabbia se l' avete, usate
tutti i mezzi per que sta che è una causa di libertà. Noi - ha detto la
Polverini - siamo il cambiamento e non vogliamo che questo sia impedito.
Dobbiamo chiedere che in questa città tutti gli elettori possano avare
il diritto di votare il Pdl, il primo partito della città».
Ma i radicali attaccano: «II Pdl invoca il rispetto della legalità e
poi,per la maratona oratoria, occupa piazza San Lorenzo in Lucina,
vietata dal protocollo sui comizi elettorali».
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2 marzo 2010 |
Il caos Roma nato da una faida in An L'esclusione della lista
originata da un blitz per eliminare il nome del consigliere comunale
Piccolo. Che si appella a Silvio - Che Samuele Piccolo facesse le cose
in grande, più che un gioco di parole è una sensazione comune a molti, a
Roma e nel Lazio. Sarà per questo che ieri, mentre il suo nome era sulla
bocca di tutti per il caso della lista del PdL esclusa dalla
competizione elettorale, il trentenne vicepresidente del Consiglio
comunale di Roma ha sbottato: «Qualcuno mi voleva fare fuori. Mi auguro
che il presidente Berlusconi, che proprio pochi giorni fa ha parlato di
trasparenza e di serietà dei candidati, intervenga immediatamente
facendo piena luce su questo spiacevolissimo episodio che mina la
credibilità della politica stessa e le più elementari norme del vivere
democratico». La voce circolata, infatti, è che alla base del disastro
avvenuto sabato mattina all'Ufficio elettorale del Tribunale di Roma, ci
sia stato un tentativo maldestro di cambiare al foto-finish un nome
sgradito (quello di Piccolo) per inserirne un altro. In realtà, il
"rumor" si è esteso anche ad altri due aspiranti consiglieri regionali.
Per cui, il "povero" Alfredo Milioni, rappresentante di lista del PdL,
ormai «sotto un treno», come dicono i suoi amici per quanto accaduto, si
sarebbe allontanato dalla famigerata area dell'ufficio elettorale, per
fare la modifica. Le voci maligne dei parenti serpenti si spingono
oltre. Poiché nel Lazio An è divisa in varie correnti e «ogni capo vuole
portare i suoi» e Piccolo risponde solo a se stesso, qualcuno ha cercato
di farlo fuori. Anche perché, nella lista provinciale dove si è eletti
con il proporzionale, vince chi ha più consensi. Quindi, sapendo che
Piccolo riesce sempre a fare il pieno di preferenze, è chiaro che
sarebbe stato eletto al posto di qualcun altro. E non è escluso che ciò
possa ancora avvenire, nel caso in cui il maggiore partito del Lazio
riesca a vincere il ricorso.
«È inutile che qualcuno continui ad avventurarsi in stravaganti
ricostruzioni in merito alla vicenda Milioni», ha tuonato il
coordinatore regionale del PdL (in quota An) Vincenzo Piso. «Sono
costretto a ricordare dei fatti essenziali che qualcuno colpevolmente
sconosce. Mi riferisco, in particolare, all'ipotesi secondo cui ci
sarebbe statala volontà di cambiare all'ultimo momento l'ordine o
addirittura i nomi delle liste. Come se fosse possibile modificare
centinaia e centinaia di moduli in pochi minuti. Queste fantasiose
ipotesi non fanno altro che avvelenare pretestuosamente e gratuitamente
il clima. Sarebbe opportuno che chi ha il compito di raccontare i fatti
lo faccia con cognizione di causa evitando di sparare a casaccio la
prima cosa che passa per la mente». Inoltre, ha ricordato Piso, «sarebbe
da folli, visto che Piccolo e gli altri due da soli portano migliaia di
voti». Insomma, una mossa da Tafazzi. Che però, qualcuno insiste,
sarebbe stata fatta da un coordinatore ex Forza Italia per cambiare ali'
ulitmo momento la lista. «Impossibile», taglia corto Giorgio Polesi,
«l'altro rappresentante al centro della vicenda insieme a Milioni. Non
si può solo sostituire un nome con un altro, ma la questione è molto più
complessa. Ci sono fogli timbrati e firmati. Anche volendo non avremmo
potuto modificare nulla».
Eppure, il caso Piccolo era già scoppiato qualche settimana fa. Con i
veti incrociati di altri capi corrente contro il passaggio del giovane
consiglio rè dal Comune alla Regione. «Non lo vogliono», dicevano quelli
del suo staff, «perché poi se prende tanti voti devono dargli un
assessorato e hanno già spartito i posti tra loro».
Un dato è certo: Piccolo alle elezioni del 2008, che hanno incoronato
Alemanno sindaco, ha ottenuto 13mila voti e l'appellativo di "Mister
Preferenze". Ma non l'assessorato promesso, che adesso cercava alla
Regione Lazio.
(Brunella Bolloli).
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2 marzo 2010 |
E a Roma il centrodestra escluso denuncia i radicali per violenza
. II ricorso. La denuncia (con tanto di controquerela). L'appello a
Napolitano. Quello al buon senso. La maratona oratoria partita ieri. Una
manifestazione di piazza dopodomani. Il Pdl del Lazio le prova tutte per
cercare di porre rimedio al pasticciaccio brutto di via Varisco, quello
della mancata presentazione della lista elettorale nella circoscrizione
provinciale di Roma per le prossime regionali. Ma nel primo partito
italiano, tra rabbia, paura e imbarazzo per le comiche andate in onda
sabato scorso, si inizia a pensare al piano B: quello che scatterà nel
caso in cui tutti i ricorsi venissero rigettati e il Pdl sparisse dalle
schede elettorali che il 28 e il 29 marzo prossimi saranno distribuite
agli elettori romani che, si badi, rappresentano quasi i tre quarti
dell'intero corpo elettorale del Lazio. Il Pdl ha già presentato
ricorso in Corte d'Appello contro l'esclusione e lancia la maratona di
protesta Pdl sulla lista civica che sostiene la Polverini, per la quale
continuerebbero a spendersi tutti i candidati cassati, con la promessa,
in caso di vittoria di vedersi ricompensati con un assessorato o una
poltrona in una delle agenzie regionali. E pazienza se gli alleati come
l'Udc dovessero avvantaggiarsi della voragine apertasi nel centrodestra:
l'importante è non perdere una regione considerata fondamentale negli
equilibri politici nazionali.
Ma questa è un'ipotesi della quale non parlare. Per il momento si cerca
la riammissione e si percorrono varie strade. Ieri una denuncia-quereia
contro alcuni militanti dei Radicali per violenza privata e contro i
componenti dell'Ufficio Centrale per abuso d'ufficio presentata
dall'avvocato Grazia Volo presso la Procura della Repubblica di Roma è
stata allegata al ricorso all'Ufficio Centrale presso la Corte d'Appello
contro l'esclusione della lista Pdl per Roma e provincia dalle prossime
elezioni regionali. «Dai resoconti di alcuni testimoni è emerso che ci
sono state vistose irregolarità nella modalità di presentazione delle
liste», spiega il legale. Diego Sabatinelli, militante radicale, e
Atlantide Di Tommaso, segretario deIPsi romano, le due persone accusate
dal Pdl, hanno annunciato che nei prossimi giorni sporgeranno «denuncia
per calunnia nei confronti degli esponenti del Pdl, al momento ignoti,
che hanno sottoscritto la denuncia per violenza privata».
Su quello che è accaduto sabato negli uffici della Corte d'Appello,
comico se non avesse riflessi drammatici, ieri si sono succedute
ricostruzioni di ogni genere. Perinoltì esponenti delPdl però none
importante farne una questione di minuti, di panini mangiati o meno da
Alfredo Milioni, di barriere o intimidazioni. L'aspetto fondamentale è
quello di principio. «Penso che sia inimmaginabile far svolgere le
elezioni senza la lista del Pdl. Sono obbligato a essere ottimista,
perché sarebbe una catastrofe per la democrazia a se il principale
partito non fosse rappresentato», riassume il sindaco Alemanno. In nome
di questo principio lo stesso Alemanno ha scritto una lettera al
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, invocando il suo
intervento per «evitare questo grave danno per la nostra vita
democratica». Il capo dello Stato ha risposto condividendo la
preoccupazione del sindaco, ma rinviando tutto agli «organi preposti
Sarebbe stato sciocco attendersi di più.
(Andrea Cuomo)
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2 marzo 2010 |
Lista a Roma, ricorso e denunce pdl. E a Milano nuovo
caso su Formigoni «Firme non valide per i candidati del governatore».
Bossi: come si fa a sbagliare?
Dopo la non ammissione della «lista Polverini», che passa al contrattacco
denunciando radicali e ufficio elettorale, scoppia un nuovo caso in
Lombardia, dove è a rischio la ricandidatura del governatore uscente
Roberto Formigoni, anche lui del Pdl. La Corte di Appello di Milano
respinge il listino «Per la Lombardia» per mancanza di firme valide,
dopo avere riscontrato irregolarità nella documentazione a supporto
dell'elenco. La non acccttazione del listino, qualora confermata,
renderebbe nulle le altre liste provinciali collegate e farebbe decadere
la stessa candidatura di Formigoni.
La decisione della Corte milanese non scuote la tranquillità ostentata
dal governatore. «Non ci sono problemi ú argomenta ú perché tutte le
firme che abbiamo presentato sono valide e non c'è alcun dubbio che il
ricorso che presenteremo sarà accolto». Non solo Formigoni critica le
«opposizioni che si sono sbizzarrite con insulti e parole di sarcasmo
che saranno costrette a rimangiarsi», ma si lancia in una previsione:
«Scommetto che sarò io a vincere». Umberto Bossi, però, non condivide
tanta sicurezza. «Come si fa - si domanda il Senatùr- a sbagliare a
presentare le liste alle Regionali?». E poi commentando quanto avvenuto
in Lazio osserva: «Noi lì non ci siamo, è la destra ad avere sbagliato.
Quando ci sono le nostre liste prendiamo un sacco di voti».
Dopo lo choc, il centrodestra passa al contrattacco su più fronti:
giudiziario e politico, annunciando una maratona oratoria che culminerà
giovedì in una mobilitazione di piazza a Roma. I rappresentanti del Pdl
(Milioni e Polesi), at traverso l'avvocato Grazia Volo, sporgono una
denuncia-querela per «violenza privata» contro i radicali presenti
sabato mattina nell'ufficio elettorale per avere impedito tisicamente il
deposito dei documenti e per «abuso di ufficio» contro i responsabili
dello stesso ufficio per non avere consentito il deposito dei faldoni a
supporto della lista, un comportamento che ha impedito «di esercitare il
diritto politico di voto». «Mi auguro ú sottolinea Ignazio Abrignani del
Pdl ú che prevalga il buonsenso e che oltre un milione di cittadini
romani possano avvalersi di un diritto che la Costituzione riconosce
loro».
Ricostruendo le concitate fasi di sabato mattina il legale del Pdl
denuncia un «metodo basato sull'arbitrio». Ai rappresentanti delle
liste, denuncia l'avvocato Volo, «non è stato dato alcun numero, il
corri doio dove sostavano non era stato delimitato. Mancavano
indicazioni chiare. La prassi vorrebbe, inoltre, che venisse individuato
un termine di presentazione e invece il presidente della commissione ha
detto di bloccare tutto e ha detto alle forze dell'ordine "qui non si
passa più" soltanto quando se lo è ricordato. Ma non si può affermare
che una cosa è fuori termine senza che prima non sia stato stabilito
chiaramente il termine. E il cancelliere non ha il potere di stabilire
questo ritardo».
Alla iniziativa giudiziaria del Pdl i radicali reagiscono, a loro volta,
controdenunciando per diffamazione la Polverini. «Escludo qualsiasi
violenza: non siamo squadristi», si difende Emma Bonino la sfidante del
centrosinistra.
Lorenzo Fuccaro
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2 marzo 2010 |
RIETI - "I radicali hanno la memoria corta". Così il consigliere
comunale Morene Imperatori (Pdl) dopo il "pasticcio" della lista del Pdl
di Roma. "Agli esponenti politici radicali - dice -, tanto attenti alle
regole, vorrei ricordare il precedente giuridico del '95 quando la
presentazione delle liste fu prorogata di 48 ore e, per far rientrare i
partiti che erano rimasti fuori, fu adottato un decreto legge che
prorogò i termini di presentazione. Si trattava soprattutto di piccoli
partiti tra i quali la lista Pannella-Bonino. Ci fu una grande protesta
nazionale per chiedere al presidente della Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro di fare in modo che tutti potessero partecipare alla
competizione. Il deputato Patriciello, che all'epoca militava nel Ppi e
nello schieramento di centrosinistra, racconta che nel Molise il Ppi,
che già aveva presentato la lista, provvide a modificarla inserendo lui
tra i candidati, al posto di Giuseppe Cernera. E ciò in quanto la
proroga consentiva anche di ritirare e modificare le liste già
presentate".
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2 marzo 2010 |
Claudio Velardi ha dovuto ingoiare troppi rospi sulla
campagna elettorale di Renata Polverini da lui diretta (come quella di
De Luca in Campania, che non a caso si presenta con un giubbotto blu sui
manifesti e senza sigle dei partiti). E dopo essersi lanciato in una
intemerata contro «l'ultimo capolavoro di quei sottopanza che rischiano
di rovinare tutto», Velardi lancia pure un appello che di questi tempi
suona come una nobile utopia. E cioè che «Berlusconi e Fini facciano
insieme una manifestazione per Renata, come primo gesto di
riconciliazione tra i due cofondatori del Pdl, che altrimenti rischiano
di disertare una battaglia strategica come questa». . Cosa è successo
veramente a Roma? Errore o dolo? «E' sotto gli occhi di tutti come è
andata e la tesi più plausibile è un gioco delle tre carte per infilare
questo o quel candidato all'ultimo minuto. Sarebbe ingenuo dare la colpa
solo al dilettantismo. E' comprensibile che Berlusconi e Fini siano
infuriati perché qualcuno molto più in basso di loro ha voluto fare
qualche giochetto».
Ma è lei che ha suggerito alla Polverini di rivolgersi a Napolitano?
«No. Basta, parliamoci chiaro: io ho preso la Polverini che stava sotto
alla Bonino di tre punti, ok? L'ho portata nel giro di due settimane in
testa di due punti, con una campagna di comunicazione che a detta di
tutti è stata la più fresca, la più chiara e la più forte. Poi sono
subentrati i partiti che si sono posati come una scimmia sulla spalla
della Polverini, è chiaro?».
Non risulta però che il Cavaliere fosse così entusiasta... «Alcuni di
questi sottopancia, che stanno rovinando la campagna di Renata, mettono
in giro finanche questo, ma non è vero. Anche perché, se solo per un
momento, in alto loco, si fosse pensato che questa non era una campagna
giusta, mi avrebbero preso e sollevato, tata, così in un attimo. Cercano
di rovinare tutto, ma andatevi a vedere la curva dei sondaggi, non lo
dico io...».
E dopo l'incursione delle «scimmie» gli ultimi dati cosa dicono?
«Fino a sabato erano stazionari, perché la campagna non era ancora
esplosa come avrei voluto e cominciava già a risentire di questi
"appesantimenti". Adesso il quadro cambia del tutto. Certo è un casino,
ma la sfida diventa più appassionante: Renata può andare avanti in
condizioni di enorme difficoltà, ma può anche finalmente far venir mori
il suo volto vero, cioè nuovo, pulito e fresco, che può far la
differenza».
Insomma, questo inciampo sulle liste non ci voleva pro prio...
«E' stato l'ultimo capolavoro che hanno combinato i partiti in una
campagna che era cominciata in ben altro modo. Ieri sera scherzavamo con
il vecchio camerata Gramazio sui vecchi tempi, quando queste cose si
facevano per bene, si dormiva fuori degli uffici elettorali e tutti in
coda la mattina».
Dica la verità; è così arrabbiato che sta pensando di mollare.
«Questo no, ma non nascondo che la tentazione mi è venuta perché mi sono
cadute le braccia. Uno fa tanti sforzi e poi una cosa del genere ti fa
crollare tutta l'impalcatura. Ora bisogna inseguire e la mia missione è
una: si può votare per i partiti, ma anche solo per il governatore. Ma
adesso devono essere Berlusconi e Fini a raddrizzare questa campagna».
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27 febbraio 2010 |
Nel Pdl la spunta Lidia Nobili Rieti fuori dal listino: Fabio
Melilli si dimette Dopo il "no" da Roma al coordinatore provinciale del
Pd Giuseppe Rinaldi Rieti fuori: Fabio Melilli si dimette RIETI - "Per
ciò rassegno le dimissioni da presidente dell'assemblea regionale del Pd"
perché "credo che nella vita politica il recupero di un po' di coerenza
sia comunque un bene": è la lettera che Melilli ha inviato a Mazzoli,
segretario regionale del Pd laziale. ^ A pagina 4 RIETI - {a.f.m.} "Per
ciò rassegno le dimissioni da presidente dell'assemblea regionale del Pd"
perché "credo che nella vita politica di ciascuno di noi il recupero di
un po' di coerenza sia comunque un bene": è la lettera che Fabio Melilli,
presidente della Provincia, ha inviato ad Alessandro Mazzoli, segretario
jegionale del Pd laziale. La causa scatenante? Risiede nella
composizione del listino regionale dove è stato cancellato Giuseppe
Rinaldi, designato dalla direzione provinciale del Pd. Infatti Melilli
spiega come "una delle ragioni del mio impegno alla presidenza del
partito regionale risiede nella necessità di lavorare per un
riequilibrio territoriale nel Lazio" mentre "troppe volte le questioni,
pur rilevantissime, relative all'assetto del Pd nella capitale, hanno
messo m ombra la sua dimensione regionale". Infatti i 5 posti nel
listino spettanti al Pd vengono occupati tutti da candidati di Roma
'ragion per cui la "defenestrazione" di Rinaldi. Il "disperato" atto che
il presidente Melilli compie in difesa del proprio territorio
determinerà un ripensamento a livello regionale? Il romacentrismo non
demorde e la "periferia dell'Impero" è soltanto "periferia". "Comprendo
le ragioni e le motivazioni che hanno portato alle dimissioni di Fabio
Melilli da presidente dell'assemblea regionale del partito - è il
commento del consigliere regionale Mario Perilli - La vicenda che ha
visto da parte del Pd regionale escludere gli esponenti delle province
dal listino regionale non può che essere considerata una scelta lesiva
del rispetto dei tenitori. Melilli, con questo atto, ha dimostrato la
sua coerenza verso un partito che deve rendere sempre di più i tenitori
protagonisti della vita politica laziale. Il suo ruolo, alla presidenza
del Pd regionale, rappresentava autorevolmente un elemento di equilibrio
con il romanocentrismo sempre imperante. Il Pd di Rieti affronterà la
sfida elettorale con grande impegno e saprà dimostrare con il risultato
che i tenitori provinciali saranno decisivi per la vittoria di Emma
Benino alla guida della Regione". Neppure Annamaria Massimi ha fatto
mancare la sua dichiarazione: "Quanto fatto da Fabio rappresenta un
estremo atto di responsabilità in difesa dei tenitoritutti^Ad oggi il
partito taviwpido una fase assolutamente delicata che evidenzia come
Róma abbia detta - to legge senza ascoltare le esigenze delle province.
La quereiie cne na caratterizzato la fase di chiusura del listino è
stata segnata da logiche assurde che hanno determinato un quadro
generale discutibile e, adesso più che mai, sarà necessario stringere i
denti per vincere le elezioni dimostrando come i tenitori laziali
possono dar vita ad un quadro politico integrato che nonsia fagocitato
dal romanocentrismo". Diverso il tono del consigliere comunale Morene
Imperatori (Pdl): "Dopo le false promesse di Marrazzo per un assessorato
ad un reatino, arriva l'ennesima beffa per il Pd e per il presidente
Melilli che non è riuscito a garantire la presenza nel listino di un
esponente del Pd reatino. Anche se neU'ultmia ora qualcosa dwesse
cambiare, viene ronfermato il fatto che per il maggior partito di
centrosinistra Riéti non conta nulla".
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27 febbraio 2010 |
Imperatori: "Evidentemente per il Partito democratico Rieti non
conta . Così il consigliere comunale reatino del Pdl Morena Imperatori
sull'assenza nel listino a sostegno della Benino di rappresentanti
reatini. Dura la critica al presidente della Provincia Melilli. .
"Dopo le false promesse, da parte di Marrazzo, per un assessorato ad un
reatino, arriva l'ennesima beffa per il Partito democratico e per il
presidente Melilli - afferma Imperatori - Infatti, nonostante il ruolo
ricoperto di presidente dell'assemblea regionale del Pd, Melilli non è
riuscito a garantire la provincia di Rieti, con una presenza nel listino
di esponente del Pd reatino".
Poco contano - prosegue - le annunciate dimissioni di Melilli, una sorta
di ultima spiaggia, per costringere i vertici del partito a cambiare
idea. Anche se nell'ultima ora qualcosa dovesse cambiare, viene
confermato il fatto che per il maggior partito di centro sinistra, Rieti
non conta nulla".
"Una tantum, qualche esponente politico, può ottenere, ed è il caso del
presidente della Provincia, ruoli politicamente rilevanti, non utili
tuttavia, per gli aspetti che riguardano una progettualità
amministrativa di interesse generale e per lo sviluppo socio economico
della nostra provincia".
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27 febbraio 2010 |
IL CONSIGLIERE regionale reatino Perilli dalla parte del
presidente della Provincia Fabio Melilli: "Escludere gli esponenti delle
province laziali, dal listino regionale, non può che essere considerata
una scelta grave e lesiva del rispetto dei tenitori". "Comprendo
le ragioni e le motivazioni che hanno portato alle dimissioni di Fabio
Melilli da presidente dell'assemblea regionale del partito - spiega
Perilli - La vicenda che ha, visto da parte del Pd regionale,
escludere gli esponenti delle province laziali, dal listino regionale,
non può che essere considerata una scelta grave e lesiva del rispetto
dei territori, che devono essere valorizzati per la loro capacità di
fare sistema nel quadro regionale". "Fabio Melìlli - prosegue Perilli -
con questo atto ha dimostrato la sua coerenza verso un partito che, deve
rendere sempre di più i tenitori protagonisti della vita politica
laziale. Il suo ruolo, alla presidenza del Pd regionale, rappresentava
autorevolmente un elemento di equilibrio con il romano centrismo sempre
imperante. Pd di Rieti, con Melilli impegnato ancora una volta in prima
persona, affronterà la sfida elettorale con grande impegno".
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27 febbraio 2010 |
Massimi: "Le dimissioni di Melilli ? Un atto di
responsabilità per i territori". Così il consigliere regionale reatino
del Pd Annamaria Massimi.
"In seguito alle dimissioni di Fabio Melilli dalla carica di presidente
regionale dell'assemblea del Partito Democratico interviene il
consigliere regionale di Rieti, Annamaria Massimi. "Quanto fatto da
Fabio , rappresenta un estremo atto di responsabilità in difesa dei
territori" prosegue Massimi - il partito sta vivendo una fase
assolutamente delicata che evidenzia come Roma abbia dettato legge senza
ascoltare le esigenze delle province. La querelle che ha caratterizzato
la fase di chiusura del listino è stata segnata da logiche assurde che
hanno determinato un quadro generale discutibile e, adesso più che
mai, sarà necessario stringere i denti per vincere le elezioni
dimostrando come i territori laziali, anche se minoritari in termini
elettorali, possono dar vita ad un quadro politico integrato che non sia
fagocitato dal romanocentrismo che, ancora una volta, dimostra la
pericolosità di un sistema precario e squilibrato che danneggia i
cittadini della regione Lazio".
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27 febbraio 2010 |
Anche la segreteria reatina del Pd sta dalla parte del presidente
.
La segreteria del Partito democratico della città di Rieti, dopo aver
già manifestato il suo disagio al segretario regionale Alessandro
Mazzoli, constatata la non rappresentanza nel listino del candidato Emma
Bonino di rappresentanti del Pd della provincia di Rieti, prende atto
della assoluta residualità della nostra rappresentanza territoriale e
della marginalizzazione delle province laziali, ad esclusione di Roma.
Condivide e sostiene perciò la decisione di Fabio Melilli di dimettersi
dall'incarico di presidente dell'Assemblea regionale Pd, come estremo
atto di difesa del nostro territorio. Richiama il candidato Emma Benino
alla responsabilità nei confronti dei democratici reatini, che ancora
una volta non vedono rappresentate le proprie aspettative.
Ricorda che battaglie politiche come le elezioni regionali si vincono
con la condivisione, la coesione e le motivazioni di tutti e,
sicuramente, non con le mortificazioni che subiamo da troppo tempo.
La segreteria del Partito democratico della città di Rieti.
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27 febbraio 2010 |
Il numero uno della Provincia di Rieti ha comunicato a
Mazzoli le proprie dimissioni da presidente dell'Assemblea regionale del
Pd .
"E' stata dura". E' il commento che circola nei corridoi del Pd quando
ormai l'affaire "listino" è chiuso. Pare poco, detta così. In realtà si
fuma dalle orecchie negli ambienti del partito e si formalizzano passi
di rottura. Andiamo per ordine. La squadra sui quattordici nomi da
inserire nella formazione collegata alla vittoria del Presidente
(promossi senza preferenze) è l'esito di liti e pressioni. Non senza
sconfitti. Emma Bonino sigla la scelta: cinque al Pd, tre all'Idv, due
ai Radicali, uno ciascuno per Federazione della sinistra, Verdi,
socialisti e Sei. I veltroniani alzano le barricate, i cattolici
fremono, il presidente dell'assemblea regionale del Pd, Fabio Melilli
(che in quel di Rieti è il Presidente della Provincia) lascia l'incarico
nel partito. Si dimette. Consuma lo strappo per i metodi: Roma è dentro,
gli altri territori no. La notte tra giovedì e venerdì trascorre
nell'incertezza, perché pretese da far impallidire il giovane Alessandro
Mazzoli (segretario regionale del Pd), con numeri da capogiro. Sette
sarebbero i nomi che la Bonino vuole indicare pescandoli dalla società
civile, e visto che i democratici sempre sette ne chiedono, agli altri
della coalizione cosa rimarrebbe? Idv, Fds, Sei, socialisti? Neanche le
briciole da spartirsi. Non si può fare, è logico. Trascorrono le ore e
le cifre passano dal bilancino più implacabile. E le aspirazioni del Pd
vengono bruscamente ridimensionate, da sette a cinque posti. C'è la
Luigina Di Liegro, assessore uscente alle Politiche sociali, appare
Corrado Bibbolino (59enne direttore del dipartimento diagnostico allo
Spallanzani), Mariella D'Innocenzo (carriera da manager nella sanità e
direttore generale dell'Ares 118), Pier Luigi Scapicchio (psichiatra) e
ciliegina sulla torta è il 52enne Raffaele Paganini, ballerino e attore,
volto della tv che non fa mai male. Dunque, i radicali ottengono due
posti nel listino, Antonella Casu e Michele De Lucia, mentre all'Idv ben
tre nomi: Adele Conte, Enzo De Amicis e Alfio Cortonesi. Per i Verdi
Laura Ciacci, Sel conta su Vincenzo lacovissi (di Frosinone), la
Federazione della sinistra su Silvia Giuseppina Garambois (per un paio
di mandati, tra l'altro, segretario del sindacato dei giornalisti).
Chiude il volto dei socialisti, la Bianca Maria Sarasini. Ecco che la
frittata, no, il piatto è servito.
Il Pd tiene a fatica. Tanto che a metà pomeriggio è Fabio Melilli a far
intendere, è inaccettabile. E il presidente dell'assemblea regionale,
scrive al segretario Alessandro Mazzoli: "Ho appreso della definizione
del listino regionale, ritengo grave che, pur nella ristrettezza degli
spazi (francamente incomprensibile) messi a disposizione da Emma Bonino,
il nostro partito abbia scelto soltanto esponenti di Roma ignorando
totalmente le province del Lazio". Cinque candidati, tutti made in
Capitale, ballerini o dottori che siano. "Una delle ragioni - dice
ancora Melilli - del mio impegno alla presidenza del partito regionale
risiede nella necessità di lavorare per un riequilibrio territoriale
all'interno della nostra regione, evidentemente in questi mesi non sono
stato capace di convincere il mio partito di tutto ciò.
Troppe volte le questioni, pur rilevantissime, relative all'assetto del
partito a Roma, hanno messo in ombra la sua dimensione regionale: penso
che questa vicenda ne sia la conferma; Per questo rassegno le dimissioni
da presidente dell'assemblea regionale. Credo che nella vita politica di
ognuno di noi il recupero di un po' di coerenza sia comunque un bene".
La questione della rappresentanza che si intreccia in un magico gioco da
strizzacervelli con le esigenze delle correnti del Pd, è un nervo
scoperto. Mazzoli lo sa. La campagna congressuale è stata un tormentone:
cambierò le cose. Ora, due consiglieri regionali del reatino, Mario
Perilli ("non può che essere considerata una scelta grave e lesiva del
rispetto dei territori") e Anna Maria Massimi ("II partito sta vivendo
una fase assolutamente delicata che evidenzia come Roma abbia dettato
legge senza ascoltare le esigenze delle province") si stringono sulla
decisione dura del Presidente Melilli. E gli altri? Bruno Astorre dice
che è una bella lista ed è contento per la Di Liegro, Herrnanin pure, ma
dietro serpeggia il solito male oscuro del Pd. E' fuori infatti dal
paradiso dei quattordici, la Luisa Laureili (consigliere regionale
uscente data davvero per certa) e portata con forza da Goffredo Bettini
ma, a sentire gli umori, l'uomo davvero inavvicinabile in queste ore e
Roberto Morassut, l'ex segretario regionale, che puntava
sull'inserimento di Fabrizio Scorzoni ex presidente del Municipio VII di
Roma. La sua "Area democratica", nonostante i seminari con Walter, si
aggira come un fantasma intorno alle caselle zeppe di altri nomi.
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24 febbraio 2010 |
SOLE 24 ORE GAGLIARDI ANDREA Riforma Gelmini, saranno
tagliati quasi 6mila docenti Scatta il verde per la riforma delle superiori.
Domani parte la campagna informativa del Miur. Venerdì si aprono le iscrizioni,
fino al 26 marzo. Tra i nodi, la composizione degli orari. I dirigenti
scolastici sono poi alle prese con problemi di budget (i crediti con il iviiur
sono circa 170 milioni nel Lazio). Il Rapporto Scuola 2010 della Fondazione
Agnelli, intanto, prevede 5.600 docenti in meno in regione nel 2011-2012
(rispetto al 2008-2009), con i tagli del ministro Gelmini. Più di 6mila i posti
persi nell'ipotesi di federalismo del ministro Calderoli.
Con la riforma federalista in bilico oltre 6mila docenti È questa la previsione
nel Lazio per l'anno 2011-2012 . Due scenari a confronto. Entrambi all'insegna
di una drastica riduzione di insegnanti nel Lazio. Circa 5.600 in meno nell'anno
scolastico 2011-2012 (rispetto al 2008-2009), con l'applicazione del piano
programmatico triennale del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Più di
6mila posti eliminati, nell'ipotesi più drastica di entrata in vigore della
riforma federalista del ministro Calderoli, con l'obbligo per tutte le regioni
di adeguarsi ai costi standard della più efficiente.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Scuola 2010 della Fondazione
Agnelli, presentato oggi a Roma e anticipato dal Sole 24 Ore. Si tratta di
proiezioni indicative del «processo di razionalizzazione» cui andrà comunque
incontro il sistema scolastico laziale.
Nel 2011/2012, con il federalismo targato Calderoli il Lazio dovrebbe registrare
un fabbisogno di 60.371 docenti (il 12,2% in meno rispetto a quello del
2008/2000). Più contenuto il dazio da pagare alle esigenze di cassa,
considerando solo gli effetti del piano Gelmini (dal maestro unico alla riforma
delle superiori): 63.098 insegnanti in cattedra, con un taglio dell'8,2%. Una
contrazione più accentuata nelle superiori (oltre 3mila docenti in meno) dove si
prevede la riduzione delle ore settimanali.
A livello nazionale il calo dovrebbe attestarsi, in termini percentuali, su
livelli simili a quelli laziali (-12,9%) nell'ipotesi federalista. E superiori
(-10,6%) in quella del piano Gelmini. Due le considerazioni. La prima, di
carattere nazionale, è di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli,
per il quale lo scenario della legge Calderoli non si discosta molto dalla
direzione attuale di marcia, in termini di riduzione di organici. «La
razionalizzazione della spesa prevista dal ministro Gelmini - dice Gavosto sta
già avvicinando la spesa storica alla nozione federalista di costo standard». Un
federalismo scolastico improntato solo a risparmio e razionalizzazione, perciò,
«non sarebbe molto utile, perché buona parte di tali obiettivi sono stati
raggiunti in assenza e prima di esso».
La seconda notazione riguarda il Lazio. Qui è più marcata la differenza di
organico tra i due scenari. «In quello federalista il taglio varrebbe quattro
punti percentuali in più dell'altro commenta Stefano Molina, tra i curatori
della ricerca - punti che vanno considerati come un'indicatore di inefficienza
del Lazio», che faticherebbe più di altri ad adeguarsi alle performance di spesa
per docenti delle regioni più virtuose, La fondazione Agnelli analizza poi la
spesa pubblica per l'istruzione. Quella del Lazio nel 2007 registrava
un'incidenza sul Pil 2,9% (3,4% la media Italia) e valeva 4,8 miliardi (quarto
posto dopo Lombardia, Campania e Sicilia), con un dato procapite per studente di
6.785 euro (sopra la media nazionale, di 6.620 euro).
Se si guarda però alla sola componente statale, la spesa procapite per studente
(circa 5.500 euro) è di 102 euro inferiore alla media italiana. Un risultato
dovuto soprattutto a due fattori: la dimensione delle strutture scolastiche (in
media 285 alunni per plesso, contro i 232 dell'Italia), con conseguenti economie
di scala e il rapporto alto (oltre 2,4) tra allievi disabili e docente di
sostegno. Fattori controbilanciati solo in parte dall'alto ricorso al tempo
pieno e prolungato (31,2% contro la media Italia del 25,7%).
Il Lazio nel 2007 risulta però la Regione che ha speso di meno per l'istruzione
scolastica (40 euro per studente, contro i 490 della Sardegna). «In realtà ci
risulta in quell'anno una spesa di 54,28 euro per studente commenta Marco Di
Stefano, assessore regionale all'Istruzione - un dato aumentato in misura
considerevole, attestandosi, per il 2008, a 60,37 euro e per il 2009 a 101,07
euro. E la crescita è tanto più significativa se si considera che il Lazio
destina agli enti locali una parte consistente delle sue risorse per
l'istruzione». E in effetti la spesa per studente di tutti i comuni laziali
ammontava nel 2007 a 1.073 euro, contro i 778 della media Italia.
Ministro. Mariastella Gelmini, al dicastero dell'Istruzione La riforma. Il 4
febbraio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato i tre regolamenti,
previsti dalla riforma Gelmini, che ridisegnano l'organizzazione della scuola
secondaria di secondo grado. Licei, istituti tecnici e professionali cambiano
pelle. Il riassetto delta didattica entrerà subito a regime nelle prime classi
nel prossimo anno scolastico (2010-2011), mentre dalle seconde alle quinte è
previsto per ora solo una riduzione dell'orario settimanale.
I licei. Dai 396 indirizzi attuali si passa a sei licei: classico (introdotto
l'insegnamento di una lingua straniera per l'intero quinquennio e potenziata
l'area scientifica e matematica), scientifico (più peso a matematica e
discipline scientifiche, e attivazione dell'opzione scienze applicate)
linguistico (sin dal primo anno insegnamento di 3 lingue stranie re) artistico;
(con sei nuovi indirizzi), liceo musicale coreutico (inizialmente saranno
istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche), scienze umane (che sostituisce
il liceo socio-psico-pedagogico). Le ore settimanali di insegnamento, finora 36,
saranno 27 nel biennio e 30 nel triennio(nel classico 31, all'artistico 35,al
musicate32). Gli istìtuti tecnici: a partire dal prossimo anno i settori
passeranno da 10 a due per un totale di 11 indirizzi, control 39 ante riforma.
Due per il settore economico (amministrativo finanza e marketing; turismo) e 9
per il settore tecnologico (meccanica; trasporti e logistica; elettronica ed
elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni grafica e comunicazione;
chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria;
costruzioni, ambiente eterritorio). Le ore di insegnamento settimanale
saranno32.
Gli istituti professionali:
Cura dimagrante anche per le scuole professionali che si articoleranno in 2
settori e 6 indirizzi (finora erano 5 e 27). Il settore dei servizi
(socio-sanitari,per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, per l'enogastronomia e
l'ospitalità alberghiera e i servizi commerciali) e il settore industria e
artigianato(produzioni artigianali e industriali, servizi per la manutenzione
l'assistenza tecnica); Saranno 32 le ore di insegnamento settimanali.
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24 febbraio 2010 |
Soddisfazione del segretario Pd Di
Basilio dopo rincontro con la candidata alla Regione La Bonino "accende" i
democratici MAGLIANO - Soddisfazione per il circolo del Partito democratico e
per i gruppi del centrosinistra per la visita di Emma Bonino. La candidata, nel
suo giro elettorale in provincia ha scelto anche Magliano, in risposta
all'invito della sezione locale del Pd. La sala consigliare di Palazzo
Vannicelli gremita ha accolto l'arrivo della Bonino nel pomeriggio di domenica.
"Una grande partenza", ha dichiarato il segretario Francesco Di Basilio. "Gli
impegni chiari che Emma ha preso con la nostra cittadinanza - prosegue sono una
garanzia per la nostra comunità, che deve continuare ad avere sostegno dalla
Regione. La Bonino ha dimostrato di conoscere i nostri problemi. Ci ha chiesto
di sentirci candidati presidenti almeno per un'ora al giorno, per questo il Pd
si impegnerà anche due o tré ore al dì per far vincere Emma nell'interesse di
Maglia. no. Come ci è stato ricordato i rischi che corre il Marzio Marini sono
frutto di una gestione catastrofica della giunta Storace. Restituire la Regione
al centrodestra sarebbe una vera follia". Ali' occasione hanno preso parte
presidente e vicepresidente della Provincia Fabio Melilli e Oreste Pastorelli, e
i candidati alle regionali del Pd Mario Perilli, Giuseppe Rinaldi e Anna Maria
Massimi. Polemiche per l'assenza del sindaco Graziani e sul mancato invito
ufficiale. "Preferisco pensare all'organizzazione del prossimo appuntamento a
sostegno di Emma - glissa Di Basilio - l'invito c'è stato e la presenza del
vicesindaco Fabio Di Giamberardino smentisce di fatto chi sostiene il
contrario".
(Sarà Pandolfi )
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24 febbraio 2010 |
Ufficializzati i nomi delle liste
del Pd del Lazio Via libera per Massimi e Perilli - (a. f. m.) - Sulla
questione morale Giuseppe Rinaldi, coordinatore provinciale del Pd e candidato
nel listino per le regionali (ma sembra che Roma non dia al Reatino alcun posto
nel listino), ricorda al centrodestra come "il Pd abbia già approvato il proprio
codiceetico il il 16 febbraio del 2008", mentre "il 22 febbraio scorso, con una
ulteriore lettera, abbiamo riconfermato come, per la individuazione dei
candidati alle prossime tornate elettorali, siano rispettate le norme ed i
principi espressi nel codice etico dei Pd" per cui "ciascuna candidatura abbia i
requisiti previsti dal codice etico del Partito democratico". Ma Rinaldi,
riferendosi "al caso del coordinatore comunale del Pd, Giuseppe Martellucci
(rinviato a giudizio dalla magistratura; ndr) va oltre il momentaneo
riassicurando, "come già fatto qualche giorno fa", che "il caso sarà, come
richiesto dallo Stesso Martellucci, sarà sottoposto ai competenti organi del
partito non appena sarà sciolto il nodo delle candidature per le regionali,
anche considerando che Martellucci non è interessato a tale eventualità".
E Rinaldi risponde anche a Roberto Giocondi, già assessore provinciale nelle
giunta Melilli, ritenendo "inaccettabile che a poco più di 30 giorni dalle
elezioni regionali Giocondi pensi a polemizzare (ha fatto forti critiche di
metodo e di merito alla dirineza provinciale del Pd; ndr) quando l'unico
obbiettivo dovrebbe essere quello di aiutare i due consiglieri regionali uscenti
(Mario perilli ed Anna Maria Massimi; ndr) e ricandidati alla unanimità della
dirczione provinciale". Per Rinaldi "tali polemiche stupiscono maggiormente
perché fatte da chi ha ricevuto direttamente dal Pd la possibilità di ricoprire
importanti incarichi istituzionali" (l'architetto Giocondi è stato un
celebratissimo assessore provinciale (una sorta di "fiore all'occhiello" della
giunta) e "costruttore" dell'importante dipartimento della formazione, ma poi,
stranamente, non è stato riconfermato nel governo provinciale). La polemica
Giocondi-direzione provinciale del Pd non è nuova ma ogni tanto riemerge perché
Giocondi ritiene che nessuna risposta, nel merito poltico, venga data alle sue
critiche.
posta, nel merito poltico, venga data alle sue critiche.
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24 febbraio 2010 |
Grande successo per la provincia di Rieti alla fiera del turismo. Circa duemila
i visitatori Bit di Milano la Sabina fa il pieno Economia II presidente di
Federalberghi Marinetti: «Successo strepitoso» ó Bilancio più che positivo per
lo stand reatino del Cammino di Francesco presente alla più importante fiera del
turismo in Italia, la Bit di Milano. Oltre mille addetti ai lavori tra agenzie
di viaggio e tour operator specializzati ed almeno altri duemila visitatori
hanno chiesto informazioni sul Cammino reatino. Il prodotto, che è stato
indicato come il grande attrattore turistico di Rieti, è stato presentato da
Federalberghi, Provincia e Apt, con il supporto di Camera di Commercio e Cariri.
«È il momento giusto per promuovere a livello nazionale ed internazionale il
Cammino di Francesco e la decisione presa con tutti gli attori reatini presenti
alla Bit di presentarsi in fiera con un prodotto unico, con un unico brand
forte, in grado di spingere anche il resto del territorio, è stata vincente», ha
commentato il presidente di Federalberghi, Francesco Marinetti. Il risultato
positivo è stato confermato anche dalla speciale attenzione riservata dalla Bit
proprio ai percorsi religiosi, con un workshop dedicato, denominato «Bit Itinera»,
cui hanno partecipato anche i due tour operator reatini «II Mestiere di
Viaggiare» e «Reate Tour». Quest'ultimo ha presentato in particolare 9 pacchetti
turistici di tré giorni distribuiti sul territorio provinciale. «Abbiamo stretto
contatti con 89 tour operator italiani ed europei interessati al Cammino di
Francesco - ha aggiunto Marinetti - ed abbiamo intenzione di consolidare queste
relazioni con azioni successive, tra cui un educational tour che organizzeremo a
breve per portare questi operatori a visitare personalmente Rieti».
Federalberghi ha sottolineato i risultati lusinghieri anche alla luce del gap di
partenza con gli altri concorrenti. «Basti pensare - ha aggiunto Marinetti che i
nostri competitor, comprese le altre aree del Lazio, erano presenti in fiera con
stand, materiali, personale e risorse che potevano contare su budget almeno pari
a dieci volte il nostro».
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24 febbraio 2010 |
Cresce il malcontento della base verso là
candidata Bonino-Bindi, «botte» da cavalleria rusticana Rosy: «Sta esagerando,
la sua lealtà è già venuta meno» Emma:
«Non mi approfitto di nulla, facciano
qualcosa»«Che povera questa Boriino che fa lo sciopero della fame... ma di fatto è uno sciopero dal Pd, che
non l'appoggia, non la vuole e non le fa campagna elettorale. Cosi il Pd tratta
le donne». Lo ha detto Daniela Santanchè, segretario nazionale del «Movimento
per l'Italia».
In realtà la Bonino sta facendo lo sciopero della sete, ma al Pd la
preoccupazione al capezzale delle regionali è grande perché è difficile che le
possa venire l'acquolina in bocca dopo i nuovi attacchi che le ha riservato la
sua presunta formazione. Insomma, sempre più insalutata ospite, lontana dalle
bottiglie ma vicina alle battaglie di un partito che le sta facendo capire in
tutti i modi di non essere il suo.
La «chiamata a raccolta dei cittadini alla rivolta democratica», come la
candidata alla presidenza della Regione Lazio è tornata a definire ieri a Milano
la sua iniziativa di denuncia della «discriminazione» in atto contro i radicali,
sarebbe stata infatti letta dal presidente dei democratici, Rosy Bindi, come un
modo per approfittarsi della visibilità ottenuta con la candida tura laziale
appoggiata dal Pd.
Un giudizio totalmente respinto dalla Benino. «La parola approfittare serve per
altre attività. Non mi sto approfittando di nulla ha chiarito -. Io chiedo
soltanto se è vero che le norme elettorali sono state violate e se si, la Bindi
ha tutto il potere per fare qualcosa, come rivolgersi al governo o altro, con
modalità meno "gandhiane". Ognuno faccia quello che può».
«Sappiamo i limiti dei nostri strumenti ma la sordità delle istituzioni è una
cosa preoccupante», ha quindi concluso la leader radicale precisando che «per il
momento non ci sono state risposte da parte delle autorità» alla richiesta di un
intervento governativo per, ad esempio, dimezzare il numero di firme necessarie
o prolungare i tempi per la raccolta.
Ma la Bindi è avvelenata. E ha sentenziato: «Della Benino come donna di governo
ci si può fidare. Ma la sua lealtà è già venuta meno». Davanti alle accuse mosse
contro il Pd di non aver aiutato i candidati radicali a raccogliere le firme, la
vice-presidente della Camera sbotta: «Non capisco perché dovremmo aiutarli di
noi. E se proprio hanno bisogno del nostro aiuto per autenticare le firme, non
sia Emma a portare avanti la battaglia. Lei si concentri nel Lazio».
Insomma, roba da siero antivipera. Ma dell'antidoto sembra al momento sprovvisto
il primario del nosocomio-Pd. La grave sindrome, con possibili effetti di
epidemia nel Lazio, era stata già portata lunedì all'attenzione del segretario,
Pier Luigi Bersani. Che se l'era cavata con un agreement tipico dell'interini:
«Candidatura della Bonino a rischio? «No, le sue sono ragioni da ascoltare», era
stata la posizione del leader. La verità è che al Nazareno più di un malumore
Emma lo sta creando. Il fatto di essere candidata non targata Pd - in una
regione importante e precedentemente governata dal Partito democratico, ha fatto
sicuramente storcere il naso a parecchi dirigenti. Non solo. A più di uno sembra
che l'impegno della storica leader radicale sia più indirizzato verso le
«battaglie per la legalità» che sulla campagna elettorale vera e propria. Su
questioni di principio, piuttosto che su te l'assenza alla presentazione, l'altroieri
a Roma, dei candidati governatori del centrosinistra.
Nel Lazio Renata Polverini ha cominciato a muoversi con largo anticipo rispetto
a lei, la Bonino non ha ancora acceso la macchina elettorale. E la batteria
sembra già scarica. Adesso cambiare il nome su cui puntare è praticamente
impossibile. Resterà la Bonino, con tutti i grattacapi che può arrivare a
creare, ala ricerca di quel delirante «miracolo laico», come lo ha definito, che
risvegli il governo e le istituzioni. Arguta la battuta di Paolo Gentiloni:
«Bonino è Bonino, compri tutto il pacchetto».
<Spero in un miracolo laico», ma restano ampie divergenze.
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24 febbraio 2010 |
Oggi, forse, si chiude. L'operazione "liste pulite",
fortemente voluta da Silvio Berlusconi , e il desiderio del premier di vagliare
personalmente ogni nome in corsa per le Regionali, hanno rallentato di qualche
giorno l'ufficializzazione. Ma i bene informati assicurano che le liste del PdL
sono pronte. Lo ha dichiarato Roberto Formigoni, governatore della Lombardia
in corsa per la riconferma («al massimo mercoledì mattina tutti i nomi delle
liste nel proporzionale e nel listino verranno resi noti»), lo confermano
anche nel Lazio. Dove, negli ultimi giorni, si è scatenata la polemica
sulla "parentopoli" del centrodestra. Nel listino per Renata Polverini,
candidata per il dopo Marrazzo, pare confermata la presenza di Isabella Rauti, consorte del sindaco Alemanno. «È una persona capace», ha tagliato
corto la leader dell'Ugl, e dunque Rauti, che ha una storia politica autonoma
rispetto al marito, ci sarà, ma non da capolista. Tra le altre donne nel listino
del Lazio è certa Fabiana Santini, in quota Forza Italia, una rappresentante
dell'Udc, Anna Teresa Formisano, un'avvocatessa vicina ad An e almeno due volti
giovani. Su questo, infatti, il Cavaliere è stato categorico: bisogna
svecchiare i listini e dare spazio ai politici del futuro. Ma, per
carità,non siparli di livelli . Più probabile, invece, che entri Veronica Cappellaro, già consigliera azzurra ai Parioli, cresciuta a pane e
politica. Ma il nome nuovo che circola è quello della mora Alessia Amore, classe
1983, laurea in Giurisprudenza presidente della Commissione nazionale per le Pari
Opportunità dei giovani di Fi. Gradita al premier, raccontano, soprattutto dopo
il suo intervento di apertura al congresso del PdL il 27 marzo scorso.
Dunque, è sulla componente dei giovani e sulla presenza femminile (metà per
legge) che gli ex azzurri stanno lottando di più. Ma c'è anche il peso delle
varie province: tutte devono avere almeno un rappresentante nel listino. Nel caso
del Lazio, poi, bisogna accontentare anche l'Udc di Casini (che appoggia la
Polverini) e la Destra di Storace. Ma se nell'ultimo caso è previsto un solo
posto, tra PdL e centristi è in atto un tira e molla, con i coordinatori locali
a mediare aspettando l'ultima parola del presidente. I sondaggi però dicono che
la Polverini è in vantaggio: l'ultima rilevazione di Crespi vede la candidata
del centrodestra al 40% contro il 39% della sudante radicale Emma Bonino.
Ancora aperta la situazione in Toscana, battaglia fino alla ime anche per quanto
riguarda la composizione del listino in Campania, dove il candidato del PdL è
il socialista Stefano Caldoro. Se la vedrà con il sindaco di Salerno, Enzo De
Luca, che ha incassato anche il sostegno dell'Api di Francesco Rutelli. Critico
sulle scelte dei nomi in corsa per le Marche, il senatore ex An Mario Baldassarri: «Solo gli organi statutari del PdL hanno il diritto-dovere di varare le
liste per le elezioni», ha tuonato. «Il resto sono aspirazioni personali, oppure
decisioni prese da qualche combriccola al bar».
E mentre tanti vivono nell'incertezza di sapere se il proprio nome è dentro o
fuori, il governatore uscente del Veneto, Giancarlo Galan, è tranquillo. «A me
Berlusconi ha promesso che farò il ministro e io farò il ministro, non mi
preoccupo dei "si dice"». Non importa di quale dicastero si tratta, assicura
lui. Ma, «a titolo di sfizio», ha dichiarato che non è interessato al ministero
delle Regioni. Il resto va tutto bene.
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24 febbraio 2010 |
Il Pd è già pentito del candidato
Bonino Propaganda, listino sciopero della fame: i democratici s'infuriano con
Emma. «Ci farà perdere» ( ELISA CALESSI) - La luna di miele tra il Partito
democratico ed Emma Bonino è già finita. Perché «non c'è mai»,, perché «fa
troppo la radicale» (come se avesse mai nascosto di esserlo), perché «lavora per
il suo partito e non per la coalizione». Perché non solo sui temi cari ai
cattolici, ma anche sul lavoro «è troppo lontana da noi». Il sollievo di
avertrovato un candidato, dopo mesi di paralisi, è già sparito. La
«fuoriclasse», vista da vicino, comincia a far paura «Come si fa a vincere le
elezioni con un candidato che non c'è?». La Bonino, accusano nel Pd, non c'è sui
manifesti, ancora pochissimi rispetto a quelli della sua avversaria. E, cosa
ancor più grave, non c'è dal vivo. Dice un esponente del Pd del Lazio: «Io le ho
organizzato un'iniziativa coi medici. Tu l'hai vista io no . Avrà fatto con noi sì
e no due iniziative. E siamo a un mese dalle elezioni. Ma come crede di
vincere?». Per forza, si dice, «è una radicale, non le interessa vincere, le
importa solo far andare bene il suo partito». Intanto l'altra corre. «La
Polverini incontra i commercianti, i medici, Confindustria. E la Bonino che fa?
Lo sciopero della fame...». Questi sono i discorsi che si ascoltavano, ieri, al
Nazareno, dove era riunita la regionale del Pd. La tensione è altissima.
Soprattutto da quando l'esponente radicale ha deciso di sospendere la campagna
elettorale per fare lo sciopero della fame e della sete contro l'impossibilità
di raccogliere le firme per le candidature.
Rosy Binai l'ha accusata di slealtà. Pierluigi Castagnetti preferisce non
infierire. «Sto zitto per carità di patria», diceva ieri in Transatlantico. Ma
il non detto è esplicito. Come lo è nel laconico commento di Francesco Saverio
Garofani, fedelissimo di Dario Franceschini:«Mi associo a Castagnetti. Non penso,
comunque, che quello di Bonino sia uno stile apprezzato dal nostro elettorato».
Lei, per nulla intimorita, risponde pan per focaccia: «Chi non vuole fare lo
sciopero, faccia altro». E ha suggerito alla Binai di chiedere al governo di
approvare un decreto per diminuire le firme necessarie alla presentazione
delle liste. «Non chiedo ad altri di usare iniziative non violente come la mia, di
cui non sono convinti ne capaci, ma invece di sciupare il tempo a criticare me,
facciano Quello che possono e quello che devono contro la violazione della
legge». Chiaro?
Nel corpo del partito, però, l'irritazione sta montando. Insieme a un senso di
frustrazione per una scelta di cui, col passare dei giorni, si cominciano a
vedere i limiti. Certo, anche il Pd del Lazio non è messo benissimo. La riunione
comincia con più di un'ora di ritardo: la sala riunioni è deserta n segretario
di un circolo, Luca Antinori, raccontale «difficoltà» che si stanno incontrando
tra la gente attorno al nome della Bonino. «Non solo tra i cattolici. Sul tema
del lavoro, per esempio, c'è una grande diffidenza tra i nostri perché la
distanza con i radicali si queste cose è tanta». Il timore, dicono in tanti, è
che la Bonino sia percepita come radicale tout court. E che, in questo modo,
confini il Pd e il centrosinistra in un ghetto minoritario. «Se ci appiattiamo
sul suo profilo, avremo grandi difficoltà già si vedono ora». Ancora: «Serve una
nostra iniziativa, dobbiamo far vedere che abbiamo sensibilità e culture più
ampie della candidata». «Bisogna chiederle di fare campagna elettorale per il
Lazio e meno per il Partito radicale». Mario Di Carlo, assessore uscente alle
Politiche per la casa e ricandidato nella lista del Pd, parla di «estraneità e
irragauneibilità della nostra candida ta». Non risparmia critiche al suo
partito: «Qui si parla di liste e listini, ma la gente vuole sapere cosa succede
se vince la Bonino nel campo della sanità, della formazione professionale, cosa
succede agli edifici di culto, cosa farà sulle politiche del lavoro». Su
quest'ultimo tema, avverte Di Carlo, la Polverini «ha un profilo forte».
«Vogliamo fare un'iniziativa per dire come la pensiamo? Quando si rompe questa
non comunicazione tra noi e il candidato?». Oltre alla latitanza della Bonino, l
' altro - motivo di tensione è il "listino", cioè la lista collegata al nome del
candidato presidente, nella quale, in caso di vittoria, è garantita l'elezione.
Bonino ha preteso 7 posti su 14, facendo infuriare le varie correnti del Pd che,
in questo modo, non riescono a far quadrare L conti Il cahier de dolance,
insomma, è lungo. E aumenta con il passare - dei giorni. Lucio D'Ubaldo,
popolare e coordinatore per il programma della coalizione, ha scritto ieri su
Facebook, a proposito - sciopero della leader radicale e della sua presenza nel
capoluogo lombardo: «Capisco, ma - non trovo persuasivo confondere i piani. Nel
Lazio Emma si gioca tutto. Serve oscillare tra Roma e Milano? A me non pare».
La diffidenza dei democratici si vede anche sui manifesti che cominciano a
tappezzare Roma. Nel simbolo del partito in pochi hanno messo il nome
della Bonino.
www.mepradio.it |
20 febbraio 2010 |
E mentre a
Leonessa qualcuno nutre ancora dei dubbi
sulla valenza di una Leonessa "sargicce
e vin brulè" (prendiamo in prestito la
definizione "contro" nata nel blog per
racchiudere in essa tutte quelle
iniziative "a favore" che da anni
portano nella nostra città migliaia di
turisti e che creano, senza ombra di
dubbio, i presupposti per uno sviluppo
turistico assolutamente da sfruttare in
pieno), è stato firmato l’accordo di
programma tra la Provincia di Terni
(capofila), la Provincia di Rieti e i
comuni di Terni e Rieti per la
valorizzazione turistica dell’asse Parco
del Nera-Marmore-Piediluco. Leonessa non
è molto lontana dalle Cascate delle
Marmore...
Ecco, a nostro modesto giudizio, un
occasione da non lasciarsi sfuggire.
Grazie di cuore a Massimo Spadoni e agli
amici della Redazione di MepRadio per la tempestiva segnalazione.
MepRadio, la Radio ufficiale di Leonessa !!
La Redazione di www.leonessa.org
Presso l'Aula consiliare di Palazzo BAZZANI è stato firmato
l’accordo di programma tra la Provincia di Terni (capofila), la
Provincia di Rieti e i comuni di Terni e Rieti per la valorizzazione
turistica dell’asse Parco del Nera-Marmore-Piediluco-Velino-Rieti. Nel
corso della conferenza stampa convocata per l’occasione, i presidenti
Fabio MELILLI e Feliciano POLLI (nella foto), insieme ai sindaci di
Terni, Leopoldo DI GIROLAMO, e Rieti, Giuseppe EMILI, hanno illustrato i
contenuti dell’accordo di programma e le principali caratteristiche del
progetto. Gli amministratori hanno evidenziato l’importanza del progetto
dal punto di vista turistico e del più ampio sviluppo del territorio
ternano-reatino. Inoltre, è stato sottolineato che l’iniziativa apre una
nuova fase nei rapporti fra i due territori inseriti nel contesto delle
infrastrutture previste nelle piattaforme dell’Italia centrale. Da un
lato quella Lazio-Umbria-Marche con la Civitavecchia-Ancona, dall’altro
quella Umbria-Lazio-Abruzzo-Molise. Provincia di Rieti e comuni di Terni
e Rieti hanno riconosciuto al Presidente della Provincia di Terni la
qualità dell’impegno e la determinazione per la concretizzazione
dell’accordo. Forte risalto è stato dato all’intesa che sancisce la
stretta collaborazione fra i quattro enti locali, sviluppa un progetto
turistico di grande respiro e prospettiva e può attivare consistenti
investimenti pubblico-privati. Il Presidente della Provincia di Terni ha
sottolineato la portata strategica del progetto che unisce le principali
istituzioni dei due territori e valorizza il patrimonio
naturalistico-ambientale, ponendo al centro la Via Francigena e la
navigabilità dell’asta canale Velino-Piediluco-fiume Velino. Il
Presidente della Provincia di Rieti ha ringraziato POLLI per il suo
ruolo propulsivo ed ha messo in luce l’importanza dell’accordo sia per
la promozione delle grandi potenzialità dell’area ternano-reatina,
ancora non del tutto espresse, sia per le prospettive di collaborazione
e interscambio aperte dalla firma di oggi. Anche il Sindaco di Rieti
EMILI ha riconosciuto il ruolo chiave dell'Amministrazione provinciale
ternana, evidenziando il fatto che anche tra i cittadini di Rieti c’è
molta attenzione per un’iniziativa che punta a sviluppare potenzialità
importanti per la crescita e lo sviluppo delle due aree. Infine, il
Sindaco di Terni DI GIROLAMO ha sottolineato il valore del progetto dal
punto di vista dello sviluppo sostenibile e diversificato che esalta la
complementarità culturale e territoriale dei due territori provinciali.
DI GIROLAMO ha enfatizzato i punti di eccellenza del progetto, ossia la
Cascata delle Marmore, che è fra i primi dieci siti italiani, il lago di
Piediluco e Greccio, affermando che ci sono tutte le condizioni per
sviluppare un sistema turistico che superi il mordi e fuggi e dia
strutturalità al settore. Ribadita la volontà di dare concretezza in
tempi brevi agli impegni contenuti nell’accordo di programma a partire
dallo studio di fattibilità e dal concorso di idee che rappresentano
elementi fondamentali per l’avvio del progetto.
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19 febbraio 2010 |
Intervista alla candidata del
centrodestra alla presidenza della
Regione Lazio pagina - Polverini
mette in guardia Silvio «Da noi il
nucleare non serve e comunque ricordo
che sulle nuove centrali il governo deve
confrontarsi con le regioni» «Sul debito
della sanità laziale non mi aspetto
regali dal Governo Berlusconi». Renata
Polverini spiega a "Cinque Giorni" che
intende «rinegoziare con il l'esecutivo
il piano di rientro dal debito», anche
«attraverso l'accorpamento delle Asi».
Sul fronte rifiuti, la sindacalista
annuncia di voler rivedere i parametri
della raccolta differenziata, stabilendo
«un primo step del 35%». Infine la
questione Acea: l'acqua deve restare
pubblica.
INTERVISTA La candidata governatrice del
centrodestra Renata Polverini affronta i
nodi del Lazio e non solo «Non mi
aspetto sconti dal governo» Debito della
sanità, rifiuti, grandi opere e acqua
pubblica. L'aspirante presidente della
Regione spiega come intende risolvere le
questioni più scottanti e mette in
guardia anche l'esecutivo Berlusconi:
«Da noi il nucleare non serve e comunque
le ricordo che i siti per le nuove
centrali devono essere concordate dal
governo con le regioni». Silvio è
avvertito T di Giuliano Longo Signora
Renata Polverini, il premier Silvio
Berlusconi ha dichiarato, nel corso di
un recente appuntamento elettorale, che
azzererà i dieci miliardi di debito
della regione sulla sanità, sostenendo
che il deficit è frutto solo della
gestione dell'attuale giunta. Lei è
veramente convinta di questa 'boutade' o
spera semplicemente in un atteggiamento
più amichevole del Governo a scapito dei
conti pubblici sui quali vigila Tremonti?
Io non mi aspetto regali. Intendo
rinegoziare con il governo nazionale il
piano di rientro dal debito, mettendo al
primo posto l'eliminazione dei tanti
sprechi anche attraverso l'accorpamento
delle Asi e la razionalizzazione dei
centri di costo. Le parole del premier
mi confermano che insieme al governo
sapremo trovare un modo per rientrare
rapidamente dal deficit senza ne
tagliare i servizi ne introdurre nuove
tasse a carico dei cittadini Lei afferma
di essere contraria al nucleare nella
nostra regione, ma potrebbe essere
chiamata a confrontarsi con decisioni di
tutt'altro avviso del governo e con
l'opinione di molti esponenti della
coalizione che la sostiene. Qual è la
sua posizione?
Ho detto e ribadisco che la Regione
Lazio sarà presto autosufficiente dal
punto di vista energetico e quindi
ritengo che non abbiamo bisogno di
centrali nucleari nel nostro territorio.
Quanto ai rapporti con il Governo,
ricordo che la normativa prevede
chiaramente che ogni decisione
sull'individuazione dei siti per le
nuove centrali dovrà essere
obbligatoriamente concertata con le
regioni.
Il piano dei rifiuti della giunta
Marrazzo prevedeva un certo equilibrio
fra la raccolta differenziata, il
conferimento in discarica e la
termocombustione. Lei ha recentemente
dichiarato che gli obiettivi allora
posti per la raccolta differenziata
erano irrealizzabili almeno nei tempi
brevi. Prevede dunque un piano
alternativo? E se si, basato su quali
strategie?
Sul fronte della raccolta differenziata
la regione fino ad oggi si è limitata a
definire parametri eccessivi, non
concretamente raggiungibili, e il
risultato è stato ampliamente al di
sotto delle proiezioni fino a
raggiungere un misero 12 per cento di
differenziata. Occorre invece partire da
parametri più realistici: penso ad un
primo step del 35 per cento
raggiungibile con una maggiore attività
di sensibilizzazione, con strumenti
mirati come la raccolta porta a porta e
l'inserimento di un meccanismo
differenziato della ecotassa che premi i
Comuni virtuosi. Per quanto riguarda la
gestione dei rifiuti, oltre a sostenere
la raccolta differenziata e a
incoraggiare la riduzione, occorre
lavorare per aumentare il riciclaggio
delle materie prime utili, sostenere il
recupero e il riuso.
Sostegno alle famiglie ed occupazione
significano soprattutto reperimento di
risorse. Come pensa di recuperale
nell'immediato visto che il peso del
debito sanitario è il risultato non solo
di questa ma di tutte le amministrazioni
regionali che si sono susseguite negli
ultimi vent'anni? Nel Lazio le risorse
ci sono, solo che spesso sono utilizzate
male, o addirittura non sono utilizzate
per niente. Penso ad esempio ai tanti
fondi europei, a cominciare da quelli
per la formazione, che negli ultimi anni
sono stati largamente sottoutilizzati e
che invece possono diventare un volano
di sviluppo molto importante per aziende
e lavoratori.
Non ritiene che per quanto riguarda le
infrastnitture, ad esempio la Roma -
Latina, sia sufficiente dar seguito a
quanto già messo in cantiere
dall'attuale giunta?
Le infrastrutture, soprattutto le grandi
infrastrutture, sono opere complesse e
che spesso necessitano tempi che
travalicano quelli di una legislatura.
Quindi sarebbe sbagliato se ad ogni
elezione si pensasse di ricominciare
tutto da capo; certamente non lasceremo
opere a metà e non daremo vita a
tragiche incompiute, semmai lavoreremo
per sveltirne i tempi di realizzazione.
Forti anche di un consenso unanime che
sicuramente ci distingue dalla giunta
uscente, che su molte opere si trovava
l'opposizione "in casa".
La presenza dell'UDC nella coalizione
squilibra il consueto rapporto nelle
formazione delle liste e cioè 70% all'ex
Forza Italia e 30% all'ex AN. Se a ciò
aggiungiamo le sue scelte per quanto
riguarda il cosiddetto listino, come
prefigura la composizione della sua
futura giunta? La giunta rappresenterà
tutti i territori della Regione e tutte
le forze politiche della coalizione,
ovviamente in ragione del contributo che
ciascuno avrà portato.
Come prefigura in caso di vittoria i
rapporti regione, Roma Capitale e
provincia di Roma? In sintesi, propende
per la città metropolitana o per una
regione di tipo autonomo?
Ciascuno degli enti locali ha i suoi
ambiti di competenza, quello che mi
aspetto è una leale collaborazione
nell'interesse dei cittadini e per il
massimo sviluppo del nostro territorio.
Questione Acea. Lei è per una
privatizzazione entro il 2015 come
prevede il decreto del governo o per un
forte controllo pubblico sugli 'asset'
di interesse collettivo?
L'acqua è e deve restare un bene
pubblico. Il Consiglio comunale di Roma
ha avviato il processo di riduzione
della partecipazione nella
municipalizzata e di apertura ai privati
seguendo le indicazioni del decreto
Ronchi, che a sua volta recepisce una
chiara indicazione dell'Unione europea.
Questo non significa che vogliamo
passare da un monopolio pubblico a uno
privato perché il Comune manterrà, alla
fine del processo, un ruolo rilevante,
di azionista di riferimento, mantenendo
poteri d'indirizzo.
Sulle opere pubbliche Sarebbe sbagliato
se ad ogni elezione si pensasse di
ricominciare tutto da capo; certamente
non lasceremo opere a metà e non daremo
vita a tragiche incompiute Sulla
eventuale giunta La giunta rappresenterà
tutti i territori della Regione e tutte
le forze politiche della coalizione,
ovviamente in' ragione del contributo
che ciascuno avrà portato .
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19 febbraio 2010 |
Regionali, i big del Pd in campo
per la Bonino Da Franceschmi a Marìni.
cattolici mobilitatì (GIOVANNA VITALE)
Niente più distinguo, prese di distanza,
perplessità. Tutti i big del Pd, a
partire dagli esponenti cattolici di
caratura nazionale, scendono in campo
per Emma Bonino. Archiviato quell'«io
non l'avrei scelta, avrei cercato una
persona di sintesi» pronunciato la
settimana scorsa dall'ex segretario
Dario Franceschini, l'intera prima fila
democratica è pronta a tirare la volata
alla candidata del centrosinistra. A
cominciare proprio dal capogruppo alla
Camera, convinto a entrare in partita da
un Pierluigi Bersani sempre più persuaso
che nel Lazio vincere si può. Non sarà
l'unico. Walter Veltroni aprirà le danze
domattina all' auditorium di via Rieti,
mentre nel pomeriggio toccherà all'ex
ministro dell'Istruzione e leader dei
popolari Beppe Fioroni accompagnare la
Bonino nel suo tour viterbese. Enrico
Letta promuoverà un'iniziativa sabato 27
febbraio, in attesa dell'ex presidente
del Senato, Franco Marini, I che
presiederà martedì 2 marzo insieme al
nsegretario della Cisl Raffaele
Bonanni un incontro sui temi del lavoro.
Un modo, anche, per placare le voci di
un diffuso malumore all'interno del
fronte moderato, acuito dall'emorragia
di teodem via via finiti fra le braccia
di Casini dopo la designazione della
leader radicale. Che ha subito fatto
esplodere fuori e dentro il Pd la
" questione del voto cattolico",
rilanciata in questi giorni dal
quotidiano dei vescovi Avvenire. Un
assist che il centrodestra non si è
fatto sfuggire. «Le posizioni della
Bonino sono molto chiare su temi come
quelli della vita e della famiglia;è
naturale che la chiesa abbia grande
preoccupazione rispetto a questa
realtà», ha ribadito ieri il sindaco
Alemanno, immediatamente accusato di
essersi «auto proclamato portavoce delle
istanze cattoliche»dal democratico
Michele Meta. Tuttavia, a certificare
che per il Pdl è proprio questo il punto
debole dell'avversaria è stata lasortita
serale di Renata Polverini, accorsa
all'ambasciata d'Italia presso la Santa
Sede per 1'81° anniversario dei Patti
Lateranensi.«Ho voluto fare un giro di
saluti», ha scandito la candidata del
centrodestra. «Ho parlato con il
cardinale Bertone e con Bagnasco», s'è
vantata. «Si, mi incoraggiano», ha
concluso con un sorriso nel silenzio più
totale della sala stampa vaticana.
Nel frattempo la sfidante del
centrosinistra non resta a guardare.
Basta sfogliare la sua fitta agenda
elettorale: domenica mattina, all'Hotel
Summit, sarà Publio Fiori, ex de di
lungo corso poi transitato in An, quindi
nell'Udeur e infine nella Dc di Rotondi,
a promuovere un incontro pubblico con la
Bonino. A seguire, altri pezzi novanta,
del Pd e non solo: domani apertura della
campagna Idv con Antonio Di Pietro; il
28 febbraio grande manifestazione con il
candidato pugliese Nichi Vendola; il 9
marzo c'è D'Alema; il 10 la Finocchiaro.
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19 Gennaio 2010 |
Centrodestra allunga Pd sempre più
in crisi Le ultime rilevazioni di
Piepoli Polverini in vantaggio sulla
Bonino di 4 punti - Pdl Resta primo
partito col 43%. Bene l'Udc - Il
vantaggio di Renata Polverini nei
confronti della rivale di centrosinistra
Emma Bonino resta invariato: quattro
punti percentuali. In compenso aumenta
la forbice tra la coalizione di
centrodestra e quella che sorregge la
leader radicale: anche in questo caso
quattro punti percentuali, ma una
settimana fa erano due e mezzo.
Questo in estrema sintesi il risultato
dell'ultimo sondaggio dell'Istituto
Piepoli realizzato lo scorso 15 febbraio
sulle elezioni regionali nel Lazio.
Entrando maggiormente nello specifico,
rispetto a quello pubblicato da il Tempo
nell'edizione del 12 febbraio le due
candidate alla presidenza della Regione
guadagnano entrambe un punto
percentuale. Renata Polverini passa dal
49% al 50%, mentre Emma Bonino
incrementa il suo 45% raggiungendo il
46%. Tra le due i punti di distacco
restano quattro.
Discorso più articolato per quanto
riguarda coalizioni e partiti. Il
verdetto del sondaggio dell'Istituto
Piepoli sembra dare ragione al
presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, che alla cena di
finanziamento della Polverini, giovedì
10 febbraio, aveva sentenziato: «Non c'è
bisogno di fare campagna elettorale,
abbiamo già vinto. Tutti i sondaggi
infatti danno il cen trodestra al di
sopra del 50%». E infatti le intenzioni
di voto registrate da Piepoli
attribuiscono alla coalizione di
centrodestra il 50,5%, lo 0,5% in più
rispetto all'ultima rilevazione. Nello
specifico il Pdl si assesta al 43%, in
lieve flessione rispetto alle politiche
2008, ma con lo 0,3% in più rispetto
alle europee dell'anno scorso. Sale l'Udc,
che in una settimana guadagna lo 0,5% e
passa dal 4,5 al 5%. Stabile La Destra
col suo 2,5%.
In calo invece il Partito democratico,
che jn pochi giorni dilapida, secondo le
intenzioni di voto registrate
dall'Istituto Piepoli, il 2,5%. Era al
32,5 prima dell'I 1 febbraio, oggi è al
30. Perde un punto anche l'Ita lia dei
Valori, passando dal 6,5 al 5,5%.
Stabili Radicali (4,5%),
Rifondazione-Comunisti italiani (3%) e
Verdi-Sinistra, ecologia e libertà
(2,5%). La coalizione di centrosinistra
si assesta sul 46,5%, perdendo un punto
in sette giorni.
Il sondaggio è rappresentativo della
popolazione adulta della Regione Lazio
avente come base 800 interviste valide
ripartite per sesso, età, condizione
socio-professionale e grandezze
territoriali. I risultati del sondaggio
sono pubblicati come d'uso nel sito
della Presidenza del Consiglio
www.agicom.it.
(Daniele Di Mario d.dimario@iltempo)
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15 febbraio 2010 |
TUTTO il Pdl contro Renata
Polverini. Dopo l'apertura sulle unioni
di fatto, è ora il no al nucleare nel
Lazio a suscitare l'ira dei big del suo
partito. «Un errore, devono dire la
verità ai cittadini e chiedere il
consenso», hatuonato il ministro Scajola,
seguito dal collega coordinatore del
PdlSandro Bondi («II ricorso al nucleare
è una scelta importante del governo, che
i candidati hanno il dovere sostenere
con coerenza») e dal capogruppo alla
Camera Cicchitto («È una cosa seria, non
può essere negata per ragioni
elettorali»). Ma a
fararrabbiareilPdIèstata anche la
richiesta di «una pausa»sul decreto
sulla Protezione civile spa. «Renata
Polverini è contraddittoria e
masochista», l'ha rimproverata il
deputato Giorgio Stracquadanio: «Come si
può andare contro II governo e chiedere
l'aiuto del premier?».
NON balla da sola Emma Bonino quando, alla fine del suo intervento
in una Sala Umberto stipata all'inverosimile di donne venute asostenerla,
si scatena al ritmo di un rap afro-francese che parla di "uguaglianza",
"libertà", "battaglie femminili", praticamente la colonna sonora della
sua vita politica che scorre per immagini sulmaxi-schermo: le marce
contro il nucleare, la lotta per sconfiggere gli aborti clandestini, i
viaggi in Africa, le campagne per gli ultimi della terra. E nemmeno da
sola piange, l'aspirante governatrice, forse per la prima volta lacrime
pubbliche di autentica commozio ne dopo aver ascoltato le tante
testimonial chiederle di andare fino infondo, divincerepersino, perché
«noi di tè ci fidiamo» la incoraggiano Daniela Poggi e Dacia Maraini,
Irene Bignardi e Ottavia Piccolo, la precaria dell'Ispra Nadia Cerioli e
SimonaMarchini, la presidente del sindacato atlete Luisa Rizziteli! e
IppolitaAvalli, l'imprenditrice Luisa Grossi e la direttrice del 118
Marinella D'Innocenzo, oltre a tante consigliere, assessore, deputate.
Non se l'aspettava la pasionaria radicale.Noncosi almeno. Quasi si
scusa, quando i suoi occhi si velano: «Una delle bellezze della vita è
riuscire ad emozionarsi ancora, a 62 anni», sorride. L'unica eccezione
alla leggendaria «forza che non capisco come faccia a stare in una
persona cosi minuta», scherzaAnna Finocchiaro in un messaggio registrato
. Inviato pure dall'oro mondiale Alessia Filippi: «Per me la pò litica è
trasparenza, sincerità, onestà, e penso che Emma Bonino sia la risposta
a tutto questo». Un appello al voto che Anna Fendi rende esplicito
perché «credo più nelle personecheneipartiti», comeLidia Ravera che
strappa gli applausi: «Io la conosco da quando ho memoria politica, l'ho
sempre vista là dove c'ero anch'io, perché è sempre stata dalla parte
delle donne. Ma essere donne non basta: pure la Polverini lo è, finanche
la Santanché. Noi vogliamo donne che hanno sempre lottato per le donne».
Entusiasmo che diventa standing ovation quando una tremante Franca
Valeri ricorda un libro letto da ragazza: «Si intitolava "La piccola
signora della grande casa", ecco io vorrei che quellasignorafosseEmma,
che ha tutte le qualità per sapere cosa c'è nei cassetti della Regione,
sotto quale mobile si annidala spazzatura. Io mi fido ciecamente della
sua piccola testa bionda. Fidatevi sempre delle donne che non cambiano
mai pettinatura», si congeda con una battuta fra risate e occhi lucidi.
Tocca alla candidata; 40 minuti di politica e programmi a partire, però,
dalla sua storia. Perché «io non vengo dalla luna, sono radicale e
orgogliosa di esserlo», taglia corto. «Poi, chi ha responsabilità
rappresenta tutti. Manonsipossono dimenticareleradici: senza,non c'è
futuro». Un messaggio chiaro al Pd. Soprattutto dopo la divaricazione
sulla par condicio: «Anche quando lapensiamo diversamente esigo
rispetto», dice. «Non sono una traditrice, ne una venduta». Il sassolino
è tolto, lafestapuò continuare. Con le donne, per le donne: «Basta
un'ora al giorno di militanza»e, chissà, sipuò persino vincere
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15 Gennaio 2010 |
IL NO AL NUCLEARE DELLA POLVERINI
È UN PASSO INDIETRO- Come caspita fa a
dire la Polverini che nel Lazio non j
serve una centrale nucleare? Ha fatto
ricerche? Ha eseguito alti studi? A
Latina una Centrale nucleare, dal '63,
ha prodotto energia che ha alimentato
tutto il medio Lazio per trent'anni,
avendo prodotto circa 26 miliardi di kWh.
Conosco persone che andavano a pescare i
cefali tra le acque calde di scarico del
reattore a mare e non risultano
statisticamente fattori tumorali più
alti di qualsiasi altra zona desertica
italiana. Perché la Polverini usa quell'odioso
metodo di terrorizzare il cittadino che
adotta la sinistra (come le bufale dell'ecoambientalismo
climatico, o del pericolo degli Ogm) per
dire che è più brava e saggia degli
altri?
Gli ambientalisti si stracciano le vesti per l'inquinamento ma dimenticano
di dire ai cittadini che l'energia
nucleare è pulita. Zero emissioni. Se
non si parte da questo dato oggettivo,
ogni discussione è viziata dal
pregiudizio. La Polverini dice no al
nucleare per ragioni elettorali, ma così
insegue la sinistra. Si sta buttando
l'occasione per contribuire a far
crescere un ecologismo informato.
Risultato: l'Italia continuerà ad essere
un nano energetico. (Mario Sechi)
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15 febbraio 2010 |
Il caso «Incompatibile con
Bonino», Binetti lascia il Pd II
deputato passa con l'Udc. Esulta
l'Arcigay, la replica: «Grazie a Dio
sono andata via» -Alessandra Chello
-Alla fine l'ha fatto. Dopo averlo detto
e ridetto Paola Binetti ha sbattuto la
porta. Ed è uscita dal Pd. Senza
rimpianti. La deputata ex teodem ha
traslocato nell'Udc di Casini. «Sono
addolorata perché in questi anni ho
costruito rapporti di condivisione etica
e politica, ha commentato. Lascio il Pd,
ma gli amici non si lasciano solo perché
si separano i percorsi». Così, già da
domani, la ormai ex democrat
integralista doc sui temi caldi della
vita e della morte, siederà nei banchi
centristi. «Quando ho detto che mi
aspettavo qualcosa da Bersani in termini
di sintesi - ha spiegato Binetti - lo
dicevo perché lo stimo ma lui giorno
vive l'avventura di rimettere insieme il
partito». D'altra parte il vaso era già
colmo. E la goccia che l'ha fatto
traboccare l'ha aggiunta il partito.
«Volevo restarci - spiega - ma vista
l'insistenza nel considerare le culture
cattolica e radicale identiche, non ha
più senso. E poi - aggiunge - come
potevo stare in un partito dove ogni :«l
giorno si prova a delegittimarmi? Se non
vivessi nel Lazio... ma non posso votare
la Bonino. Siamo troppo diverse. La sua
è solo una mossa elettorale».
Il segretario del Pd incassa la notizia.
Si dice «dispiaciuto», ma rifiuta la
critica della Binetti di non aver saputo
mediare, di non essere stato il leader
della sintesi con i cattolici.
«Aspettare da me la garanzia della
sintesi tra diverse culture la__ scia
immaginare un'idea di partito a stanze
comunicanti ma separate, con qualcuno
che regola il traffico o amministra un
condominio. Io credo, inve- Follìni
«Preoccupa il silenzio gelido su questo
lungo stillicidio di fughe» ce-ha
detto-che la sintesi richieda uno sforzo
più profondo». Marco FolUni, ex
segretario dell'Udc ora senato re Pd,
dice di nutrire «rispetto», pur non
condividendola, per la scelta della
Binetti ma quel che trova più
preoccupante è che «questo lungo
stillicidio di abbando ni del Pd venga
accompagnato da un silenzio gelido e
burocratico dello stato maggiore del
partito». Un punto sul quale concorda
anche Walter Veltroni che commenta: «Bersani
con il 53% e magari neanche più con
quello non può pensare di fare da solo».
Il Pdl, intanto, festeggia. E lo stesso
fa, per diverse ragioni, l'Arcigay (il
congresso ha applaudito la notizia) e il
leader di Gaynet Franco Grillini: «Ha
molta visibilità, ma nessun voto» sul
territorio; era «una infiltrata dell'Opus
Dei», dice. Anche Franco Monaco
festeggia la fine del tormentone-Binetti:
«La domanda giusta non è perché esce dal
Pd, ma perché c'è entrata». Ad ambedue
arriva la risposta della Binetti: «Non
ho un voto sul territorio? Al posto di
Grillini non sarei così sicuro. E a
quanti sono contenti, rispondo:
ringraziamo Dio che sono uscita».
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15 febbraio 2010 |
Se le due candidate parlano al
Paese snobbano la Regione e finiscono
fuori tema A sei settimane dal voto si
può azzardare se non un bilancio almeno
ima prima impressione su una campagna
elettorale che per motivi diversi sin
dalle prime battute si annunciava nuova
e dunque imprevedibile. Due donne in
concorso per il posto di presidente
della Regione Lazio. Non era mai
successo. E già questuerà un buon inizio
per riconciliare con la politica quanti
se ne sono allontanati per varie
ragioni.
E 'appena il caso di ricordare che da
noi le donne in molti settori hanno
ancora il ruolo che in Europa ha la
commissione del Lussemburgo, (con tutto
il rispetto per i lussemburghesi). Se
poi aggiungiamo che gli uomini cedono
molto malvolentieri il potere e ancora
più malvolentieri se a una donna, ecco
il senso più sociale del gradino che
stiamo salendo. Un piccolo passo in
avanti, politicamente nuovo.
Senonché in questi primi giorni da parte
sia della Bonino che della Polverini,
qualcosa non funzionato come doveva.
Forse c'è stato, diciamo, un difetto di
comunicazione. Forse ha prevalso la
novità di trovarsi coi riflettori
addosso. Fatto sta che i temi nazionali
hanno avuto regolarmente il sopravvento
sugli altri. Quasi che calarsi nel part
iculare, studiare a fondo le questioni
del territorio dai quartieri di Roma
alle piccole comunità montane, fosse un
disvalore, in qualche modo volesse dire
sminuirsi pubblicamente.
E'vero esattamente il contrario.
L'Amministrazione di un territorio ha un
suo naturale raggio d'azione. Rispondere
ad una domanda, «mi dispiace, questa è
una materia che non compete al
presidente della Regione», per un
candidato alla presidenza di un ente
locale può essere tutt 'altro che
disdicevole.
E allora ecco - per fare i due esempi di
giornata - Renata Polverini augurarsi
che il governo sulla trasformazione in
Spa della protezione civile «faccia una
pausa». E la Bonino dirsi preoccupata
per la «debolezza delle istituzioni».
Non c'è giorno ormai che l'una o l'altra
non intervengano per offrire i loro
suggerimenti alla nazione, al governo e
al popolo sovrano. La prima forse per
ribadire la sua sindacale vocazione
all'autonomia. La seconda impegnata a
diffondere oltre i confini del Lazio i I
pensiero dei radicali e al tempo stesso
rassicurare i cattolici.
Al netto di questa aspirazioni, più o
meno legittime per entrambe, viene però
da chiedersi: che fine hanno fatto i
programmi? Quando si inizierà a
discutere, apertamente senza giri di
parole per non scontentare questo o
quell'alleato, di rifiuti sanila,
federalismo fiscale, infrastnitture? E
come s'intende governare la Regione che
ha il debito sanitario più profondo
d'Italia?
Sono questi i temi di cui si occupano i
governi di prossimità, di cui dopo il 2
8 e il 29 marzo una delle due candidate
dovrà occuparsi. Sono i temi di sempre
ma non sono mai gli stessi. E vanno
continuamente aggiornati come i
dizionari e le carte geografiche.
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15 febbraio 2010 |
Emma sceglie il giallo - fucsia Renata sbiadisce il rosso «I
colori della campagna elettorale sono il giallo e il fucsia: vi invito a
prendere una sciarpa di questi colori e a indossarla, perché è un segno
di vicinanza» ha annunciato ieri Emma Bonino candidata del
centrosinistra. Sull'altro versante, Renata Polverini, sta invece
riducendo la presenza del rosso, colore che lei ama come ha spiegato in
numerose interviste: nei nuovi manifesti, con lo slogan "energia
positiva", il rosso è diminuito, mentre compare ben visibile il simbolo
del Pdl («la mia è una campagna di comunicazione in progress, come per
altre lunghe campagne elettorali» ha spiegato la Polverini).
Ieri si è svolta la manifestazione pubblica di Emma Bonino con molte
donne che la sostengono e hanno riempito la Sala Umberto di Roma. «Non
basta essere donne per essere migliori - ha detto Bonino accolta da
un'ovazione - ma dobbiamo liberare le energie, i talenti e la forza di
tutte le donne, ed esse andranno dove vorranno, anche da altre parti
rispetto a noi». A condurre la mattinata Daniela Poggi, in platea Dacia
Marami, Simona Maichini, Irene Bignardi.Luisa Rizzitelli, Ottavia
Piccolo, Franca Valeri, Lidia Ravera. Videomessaggio da Alessia Filippi.
Renata Polverini era invece al Teatro Brancaccio m occasione
dell'apertura della campagna elettorale di Lollobrigida e Terranova. Ha
detto: «Vogliamo creare un modello Lazio. Inventeremo quanti più
percorsi per questa Regione, per il futuro dei nostri giovani e della
nostra economia».
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12 febbraio 2010 |
Polverini: «Nucleare, nel
Lazio non serve» Bonino: «Bene, poteva
dirlo a Berlusconi» II consiglio
regionale del Lazio Il tema del nucleare
e l'ipotesi che anche nel Lazio siano
realizzate delle centrali irrompono
nella campagna elettorale per le
regionali. La candidata del
centrodestra. Renata Polverini, spiega:
«In tempi rapidissimi il Lazio diventerà
autosufficiente per quanto riguarda
l'energia, pertanto ritengo che non sia
necessario installare nuove centrali
nucleari nella nostra regione». La
candidata del centrosinistra, Emma
Bonino «Scopro che la Polverini non
vuole la nucleare. Fantastico. Nella
cena dell'altra sera all'Eur la
Polverini poteva dirlo a Berlusconi...Magari
gli faceva piacere».
La candidata del centrodestra a Trigoria con Totti e la Sensi. La
candidata del centrosinistra su
"manifesto selvaggio" In dono la maglia
col numero 10. «Incontrerò anche la
Lazio»
Ieri però la candidata del
centrosinistra ha ripreso anche una
battaglia molto cara ai Radicali e
fecalizzata soprattutto su Roma, dove
manifesto selvaggio in occasione di ogni
competizione elettorale è quasi un
regola: le affissioni abusive e le
sanatorie con le quali ciclicamente i
partiti si autoassolvono. In questo caso
la sanatoria sarà addirittura
preventiva. Spiega la Benino: «Nel "milleproroghe"
in discussione al Senato c'è un
emendamento della Lega per abolire le
multe per i manifesti abusivi per un
valore di 100 milioni di euro. Si sono
inventati una proroga con anticipo fino
al maggio 2010. Si tratta di un condono
preventivo e una moratoria sul passato.
Certo, una formula giuridica innovativa.
Sono contraria».
Intanto, oggi parte ufficialmente la
campagna elettorale del Partito
democratico di Roma a sostegno della
candidatura di Emma Benino.
L'appuntamento è alle 18 al Teatro
Vascello in via Giacinto Carini 78, con
la candidata, Nicola Zingaretti ed
Esterino Montino. Spiega Marco Miccoli,
coordinatore della campagna elettorale
del Pd di Roma: «Sosteniamo con tutte le
energie Emma Bonino. Le iniziative
incontrano un entusiasmo straordinario,
sia da parte dei nostri militanti che
dei cittadini. Sempre più romani,
infatti, mostrano la loro preoccupazione
all'idea che la destra che sta rovinando
Roma possa tornare alla Regione. Sono
già bastati l'indimenticabile buco nella
sanità di Storace e le promesse
elettorali mai mantenute di Alemanno».
Meno entusiasmo nel sostegno alla Bonino
di Dario Franceschini, ex segretario del
Pd: «Io avrei fatto una scelta diversa
da Emma Bonino per la candidatura alla
presidenza della Regione Lazio. Ora però
che il partito ha scelto, la sosterrò
lealmente.
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8 Febbraio 2010 |
RIETI - Un incontro da convocare a
breve tra la Provincia e i comuni del
Reatino interessati al rilancio del
Monte Terminillo e alle sue piste
sciistiche.
Venerdì scorso, presso la sede della
Provincia di Rieti a Palazzo Dosi, il
presidente della Provincia di Rieti,
Fabio Melilli, ha incontrato l'assessore
del Comune di Rieti con delega al
Terminillo, Antonio Perelli, alla
presenza dell'assessore provinciale alle
Politiche turistiche, Alessandro
Mezzetti, per avviare un percorso
condiviso per il rilancio del stazione
sciistica del Terminillo.
A tal proposito, si è deciso di
programmare un incontro, da effettuarsi
entro la fine di questo mese, con i
sindaci degli altri Comuni ricadenti nel
comprensorio del Terminillo per
condividere le scelte da porre in essere
in merito al potenziamento della
stazione sciistica e per decidere sull'
utilizzo immediato delle risorse che
sono state messe a disposizione dalla
Regione Lazio per attuare il piano di
sviluppo redatto dalla Provincia di
Rieti.
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2 Febbraio 2010 |
LEONESSA Festa di San Giuseppe
verso il quattrocentenario - LEONESSA - Sulla strada che conduce alla
grande cerimonia del quattrocentesimo
anniversario della sua morte
(1612-2012), San Giuseppe si prepara
anche quest'anno ad animare i
festeggiamenti di Leonessa, borgo del
quale il cappuccino è il santo patrono.
Una strada lunga quella che, da qui
all'atteso appuntamento del 4 febbraio
2012, porterà cittadini e visitatori ai
(esteggiameni organizzati dal Santuario
di San Giuseppe da Leonessa. Che anche
per quest'anno non farà mancare il
corposo programma della cerimonia. Si
parte domani, con la santa messa delle 7
e 30 in diretta sulle frequenze di Radio
Maria. Alla sera la tradizionale
accensione delle fiaccole, prima della
penitenziale che vedrà giungere nel
borgo leonessano le confraternite di
Otricoli, Amatrice e Gualdo di Nami,
oltre alle comunità parrocchiali di
Posta, Borbona, Accumoli, Cittareale,
Morrò Reatino e Arquata del Tronto. Ma è
dopodomani che le celebrazioni entrano
nel vivo: alle 11 la concelebrazione
eucaristica presieduta dal vescovo Delio
Lucarelli. Quindi la benedizione di San
Giuseppe con il crocifisso al palazzo
comunale, e la celebrazione del
transito.
|
1 febbraio 2010 |
Terminillo,
sotto il vestito niente -
Cicchetti: «I fondi della Regione
inutilizzabili senza un progetto
esecutivo» Terminillo, sotto il vestito
buono dei 20 milioni di euro della
Regione e delle autorizzazioni, niente o
poco più. Lo pensano in molti, lo (ri)dice
Antonio Cicchetti, che da consigliere
regionale sta ai bilanci e ai progetti.
«Stiamo ai fondi: i 2 milioni di euro
stanziati nel bilancio 2009 non sono
stati spesi e vanno in avanzo di
amministrazione. 19 milioni vantati nel
bilancio 2010 in realtà sono 3, meno
anche della metà. Quanto al bilancio
2011, Dio solo sa chi lo farà e cosa ci
metterà dentro. Ma il problema non è
solo questo». Quale altro? «Il progetto:
dove sta l'esecutivo? Non c'è. Daniele
Costantini ha redatto un piano poco più
che di massima. Quanto alle linee guida
dettate nei giorni scorsi dalla giunta
regionale, sono tali da imbalsamare
completamente il Terminillo. Se invece
qualcosa si vuoi toccare bisogna andare
a sbloccare il nodo del livello
ambientale: ma lì, al momento, non si
sblocca proprio niente. La verità è che
questa storia è una balla e dei 20
milioni troveremo cenere: sarebbero veri
i 3 milioni stanziati quest'anno ma a
patto che ci sia un progetto esecutivo
su cui spenderli».
In effetti, al di là del comprensibile
contraddittorio da campagna elettorale,
proprio non si riesce a capire da che
parte si possa cominciare a "costruire"
quel grandioso progetto del Terminino
SuperSki sul quale Fabio Melilli aveva
giocato buona parte della sua, di
campagna elettorale, riportando
all'ovile anche Paolo Trancassini con
tutta Leonessa. E se in Provincia la
competenza sul piano-Costantini è
passata all'assessore al Turismo i dubbi
aumentano: niente di personale, ma quel
Terminillo lì è tutto da costruire, e
prima di diventare prodotto da marketing
territoriale ce ne corre. Non a caso
nella prima giunta Melilli la delega
l'aveva l'assessore alla Pianificazione
del territorio.
A.L.
www.mepradio.it |
31Gennaio 2010 |
Inaugurazione ufficiale , nella
tarda mattinata di sabato 30 gennaio,
della nuova seggiovia biposto "Rubbio",
presso la stazione sciistica di Campo
Stella. Alla cerimonia sono intervenuti
il Presidente dell'Ammistrazione
provinciale di Rieti MELILLI, Il Sindaco
di Leonessa TRANCASSINI insiene
all'intera Giunta comunale, il
Consigliere provinciale ZELLI, Il
Presidente del Consorzio Turistico
Funiviario "Leonessa SuperSki" PALMIERI
e il Presidente regionale FISI TROPEA.
Intanto, la Regione Lazio ha approvato
la delibera che definisce le linee guida
per il piano di interventi relativo alla
ristrutturazione e l’ampliamento degli
impianti sciistici del Monte Terminillo.
Lo stesso è stato determinato dal
programma presentato dalla Provincia di
Rieti. << La Regione ha deliberato un
piano - hanno dichiarato i consiglieri
regionali Anna Maria MASSIMI e Mario
PERILLI - che comprenderà il
collegamento funzionale
Cantalice-Leonessa, il rafforzamento
della stazione di Leonessa e la
valorizzazione dell’attuale sistema sul
versante reatino, con il potenziamento
della stazione di Cittareale >>. Come
approvato già in un emendamento
presentato in finanziaria dai deputati
regionali reatini, la Regione Lazio ha
deliberato 20 milioni di Euro in tre
anni. << Con la delibera regionale -
hanno concluso la MASSIMI e PERILLI - si
concretizzano gli interventi che la
Giunta MELILLI aveva presentato per il
rilancio della stazione turistica
terminillese e per il complessivo
ampliamento degli impianti di
Terminillo. Un impegno che in sede di
finanziaria, avevamo fortemente voluto e
sostenuto al fine di dare una svolta
definitiva al rilancio del Monte
Terminillo. L’intervento finanziario
consistente vuole dimostrare che c’è la
volontà di chiudere questo capitolo e
rilanciare definitivamente il turismo
invernale; rispettando l’ambiente
attraverso la tutela della parte
boschiva della Vallonina e la priorità
di operare nell’elevata efficienza
energetica con l’utilizzo di energie
rinnovabili >>.
|
31Gennaio 2010 |
La seggiovia Rubbio è solo
l'inizio La neve non ferma la festa per
l'apertura del nuovo impianto - LEONESSA
- Prima alle polemiche dei giorni
scorsi, quindi alla densa nevicata di
ieri. Ha resistito a tutto la festa per
l'inaugurazione della nuova seggiovia
"Rubbio", impianto biposto che apre
ufficialmente la stagione sciistica di
Campo Stella. E di Leonessa.
E hanno resistito alla neve anche il
sindaco del comune montano Paolo
Trancassini, e il presidente della
Provincia di Rieti Fabio Melilli, ospiti
istituzionali della cerimonia, saliti in
montagna in tarda mattinata. Schierata
al completo la squadra del Consorzio
turistico funiviario Leonessa Superski,
che coordinano l'evento, e il regolare
afflusso alle piste. Come non ci
fossero, il freddo, le nuvole, la neve,
di fronte a quello che Trancassini ha
chiamato "un puro esempio di buona
amministrazione". Al di là dei colori
politici, che, come ben tutti sanno, non
uniscono di certo il sindaco leonessano
e l'inquilino di palazzo Dosi: "Sono
stato per un'intera legislatura
avversario politico di Fabio Melilli -
commenta Trancassini - e, politicamente,
lo sono ancora. Ma proprio per questo
l'impianto inaugurato oggi (ieri, ndr)
dimostra come sulle cose concrete, sulle
cose del e per il territorio, ci siamo
messi attorno ad un tavolo ed abbiamo
ragionato". Una "ragionamento" che ha
portato al rinnovo di un impianto di
risalita al costo di un milione e
400mila euro. "Cifra che - spiega ancora
Trancassini - se non ci fossimo tirati
tutti su le maniche, sarebbe stata
probabilmente molto più larga. Abbiamo
inaugurato una casa facendo la calce in
famiglia sorride - ora abbiamo le mani
con i calli ma siamo tutti molto
contenti". A partire da quelli del
consorzio, gestori, per la prima volta
di risalita. "A loro va un
ringraziamento particolare per lo
straordinario lavoro che hanno fatto e
stanno ancora facendo. Ma non dobbiamo
accontentarci annuncia Trancassini -
perché la Rubbio è soltanto il punto di
partenza per il rilancio del
Terminillo". Prossima tappa gli impianti
di arroccamento.
Paolo Giorni
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31Gennaio 2010 |
Leonessa - Inaugurato ieri
mattina l'impianto di Campo Stella -
Vernissage per la seggiovia- E stata
inaugurata ieri, presso la località
sciistica di Campo Stella a Leonessa, la
nuova seggiovia biposto «Rubbio».
L'impianto, già aperto al pubblico,
consta anche di nuove piste .che hanno
già ottenuto l'omologazione per le gare
di speciale, gigante e super G. Alla
cerimonia di inaugurazione hanno
partecipato il sindaco di Leonessa,
Paolo Trancassini, e il presidente
dell'amministrazione provinciale di
Rieri, Fabio Melilli, insieme all'intera
giunta comunale. Non sono mancate
ovviamente gli appassionati desiderosi
di vedere finalmente il nuovo impianto
in funzione. E non è mancata neanche la
neve. Anzi, i festeggiamenti ed i
brindisi sono andati in scena sotto una
vera e propria bufera di neve. Ma, visto
che si trattava dell' inaugurazione di
impianti sciistici, il maltempo per una
volta non è stato nemico. Dunque da ieri
Leonessa ha un'arma in più a livello
turistico, dopo l'importante successo
centrato mettendo insieme in un
Consorzio operatori economici e
commerciali della zona montana del
Leonessano.
www.mepradio.it |
29 Gennaio 2010 |
LA REGIONE LAZIO PER IL
RILANCIO DEL COMPRENSORIO DEL TERMINILLO
È stata
approvata in giunta la delibera che definisce le linee guida per il
piano di interventi relativo alla ristrutturazione e l’ampliamento degli
impianti sciistici del Terminillo. Lo stesso è stato determinato dal
programma presentato dall’Amministrazione provinciale di Rieti. <<La
Regione ha deliberato un piano, dichiarano i consiglieri regionali Anna
Maria Massimi e Mario Perilli, che comprenderà il collegamento
funzionale Cantalice – Leonessa, il rafforzamento della stazione di
Leonessa e la valorizzazione dell’attuale sistema sul versante reatino,
con il potenziamento della stazione di Cittareale>>. Come approvato già
in un emendamento presentato in finanziaria dai deputati regionali
reatini, la Regione Lazio ha deliberato 20 milioni di euro in tre anni.
<<Con la delibera regionale – proseguono la Massimi e Perilli – si
concretizzano gli interventi che la giunta Melilli aveva presentato per
il rilancio della stazione turistica terminillese e per il complessivo
ampliamento degli impianti di Terminillo. Un impegno che in sede di
finanziaria, avevamo fortemente voluto e sostenuto al fine di dare una
svolta definitiva al rilancio del Monte Terminillo. L’intervento
finanziario consistente vuole dimostrare che c’è la volontà di chiudere
questo capitolo e rilanciare definitivamente il turismo invernale;
rispettando l’ambiente attraverso la tutela della parte boschiva della
Vallonina e la priorità di operare nell’elevata efficienza energetica
con l’utilizzo di energie rinnovabili”
Comitato Impianti Campo Stella |
28 Gennaio 2010 |
Egr. Sig.
Sindaco,
abbiamo notato con
piacere che nella bacheca del Comune fa bella mostra il documento con
cui l’USTIF di Roma certifica l’avvenuto collaudo della nuova seggiovia
della Rubbio e convalida una vita tecnica di 25 anni a differenza di
quanto depositato dall’Ing. Pignatelli nella sua relazione tecnica
,allegata alla Delibera di Giunta nr. 436 del 30/7/2008, dove invece lo
stesso professionista certificava in 31 anni la vita tecnica dello
stesso impianto (in fondo perdere solo 15 anni su 40 della vita tecnica
di un impianto cosa vuole che sia , dopotutto non sono mica soldi
suoi!!!).
Al documento dell’USTIF
viene data, giustamente, grande importanza ed è importante che la
popolazione ne prenda atto ma rimane sinceramente incomprensibile capire
come mai un analogo documento, autentico, in possesso di questo
Comitato, dello stesso Ente, a firma dello stesso Funzionario che
certifica, senza ombra di dubbio, lo stato reale dei rimanenti impianti
di Campo Stella debba essere smentito dalla S.V. .
Pertanto, per una
corretta e completa informativa alla popolazione che, Le ricordiamo, è
LA PROPRIETARIA DELLE STRUTTURE che Lei momentaneamente amministra ,
La invitiamo ad esporre con la stessa baldanza anche il resto della
documentazione così da fugare ogni ragionevole dubbio sulla sicurezza
dei restanti impianti di Campo Stella che come sicuramente saprà sono:
PS57 – Campo Scuola (1505-1572)-sciovia a fune
alta fuori esercizio per scadenza vita tecnica avvenuta il 08/12/2008
PM07 – Vallonina – Vall’Organo (1129-1489) –
Funivia monofune ad attacchi fissi –(seggiovia): l’impianto dal
9/04/2009 è temporaneamente fuori esercizio fino al completamento della
revisione speciale.
Aspettiamo fiduciosi, augurandoci di essere
smentiti.
Cordialmente
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28 Gennaio 2010 |
Prosegue la campagna anti slot- II sindaco Trancassini ai
microfoni di Radio Due anticipa la nuova
azione anti slot-Cercheremo di ridurre
gli orari del gioco LEONESSA - Che era
solo l'inizio l'aveva detto già lunedì
il sindaco Paolo Trancassini, quando,
emanando la nuova ordinanza comunale che
obbliga tutti i gestori di apparecchi
automatici da gioco con vincite in
denaro ad apporre su slot machines e
video poker, dal prossimo primo
febbraio, la scritta "questo gioco da
dipendenza e può nuocere alla salute e
all'economia tua e della tua famiglia",
aveva detto di voler proseguire sulla
strada della "sensibilizzazione" nei
confronti di un effetto di apparecchi
del genere considerato "nefasto" per la
collettività. L'altro ieri, ai microfoni
della celebre trasmissione radiofonica
Bai Caterpillar, il primo cittadino del
comune reatino ha jJicaimiHiuaiu la lase
uuc uci piugciiu; "Cercheremo - ha detto
Trancassini - di ridurre gli orari
riservati al gioco". Per le medesime
motivazioni che hanno portato
l'inquilino di piazza 7 Aprile ad
apporre il "marchio" sulle macchine da
gioco, sulla falsa riga di quello con
cui il Governo ha da tempo bollato i
pacchetti di sigarette: "L'intento è
quello di aprire gli occhi a chi fa
utilizzo degli apparecchi da gioco che
generano vincite - ribadisce Trancassini
ai microfoni della trasmissione di Radio
Due - che troppo spesso nuoce a sé
stesso e a chi gli sta intomo. Video
poker e slot machines rovinano le
famiglie, ma anche i soggetti, portati a
nascondersi, ad automischiarsi le
carte". Alla domanda dei conduttori
Massimo Cirri e Filippo Solibello su
cosa muove l'iniziativa leonessana il
sindaco risponde: "Siamo un piccolo
centro, ci conosciamo tutti, e vedere un
amico o un conoscente intrappolati in
questo meccanismo non può che farti
riflettere". E intervenire. Con o senza
la nascita di qualche malanimo da parte
dei gestori dei bar locali, e quindi
degli apparecchi da gioco? "E' chiaro
che dal loro punto di vista - spiega
Trancassini - le macchine da gioco
rappresentino una fonte di guadagno, ma
sono convinto che anche i nostri gestori
si rendono conto che quello che stiamo
facendo è sacrosanto"(Paolo Giorni)
|
28 Gennaio 2010 |
LEONESSA - Collaudata la nuova seggiovia biposto Rubbio
- Collaudata ufficialmente ieri dll'Ustif. l'ente preposto al rilascio
delle autorizzazioni sugli impianti a fune. entra in funzione sabato la
nuova seggiovia biposto "Rubbio" nella stazione sciistica di Campo
Stella di Leonessa, di proprietà del Comune. «E' una grande
soddisfazione aver raggiunto questo traguardo - dice l'assessore
comunale Vito Paciucci nonostante l'ostilità di tanta gente di Leonessa
che ha fatto di tutto per metterci i bastoni tra le ruote. Sabato faremo
l'inaugurazione ufficiale alla presenza del sindaco Paolo Trancassini e
del presidente della Provincia Fabio Melilli. Nel frattempo abbiamo
ottenuto anche l'omologazione delle piste per gare di supergigante.
gigante e speciale e la prossima settimana ospiteremo il Trofeo
Nordica». La sostituzione della sciovia con la seggiovia biposto è stata
possibile grazie a un finanziamento di un milione e duecentomila euro
concesso lo scorso anno dalla Provincia di Rieti al Comune di Leonessa
mediante la firma di un accordo di programma tra il presidente Melilli e
il sindaco di allora Alfredo Rauco. Altri fondi sono stati stanziati dal
Comune.
(Francesco Chiaretti)
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27 Gennaio 2010 |
Leonessa Videopoker nel
mirino del sindaco - Trancassini ritoma
alla carica: fogli antigioco sui
videopoker - Insomma, la battaglia del
sindado il sindaco di Leonessa, Paolo
Trancassini, prosegue: appellandosi alle
competenze che la legge assegna ai primi
cittadini in fatto di salute sul
territorio di competenza, emanò un'
ordinanza per vietare l'installazione e
l'utilizzo delle macchine da gioco con
vincita, meglio conosciute come
videopoker. Quell'ordinanza del mese di
novembre venne successivamente annullata
dal Tar del Lazio.
Trancassini aveva però promesso di
proseguire in questa battaglia e negli
ultimi giorni è tornato alla carica con
un'altra ordinanza che non mancherà di
far discutere. Sulle macchine da gioco
con premi nel territorio leonessano
dovrà infatti essere apposta la seguente
dicitura: «Questo gioco da dipendenza e
può nuocere gravemente alla tua salute
ed all'economia tua e della tua
famiglia». Chi non dovesse provvedere ad
installare questa dicitura sarà
sanzionabile con una multa di 500 euro.
«Come ho già spiegato all'epoca della
prima ordinanza, le motivazioni sono da
ritrovarsi nel fatto che molti cittadini
perdono sistematicamente ingenti somme
di denaro con questi apparecchi - spiega
lo stesso Trancassini - con
ripercussioni sul loro stato di salute e
sull'economia del nucleo familiare a cui
appartengono. Ribadisco poi che è stato
scientificamente provato che questa
pratica crea dipendenza, ma non c'è
un'adeguata comunicazione circa i
pericoli sanitari ed economici a cui si
espone chi gioca sistematicamente (Marco
Fuggetta)
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27 Gennaio 2010 |
Il sindaco ordinava il "divieto
assoluto all'uso di apparecchi da gioco
Nel 2009 il primo tentativo di
Trancassini La guerra di Paolo
Trancassini contro i videogiochi con
premi in denaro era già iniziata a metà
novembre con una ordinanza annullata
immediatamente dal Tar del Lazio. Con
Fatto il sindaco ordinava il "divieto
assoluto all'uso di apparecchi da gioco
con vincite" e revocava "tutte le
autorizzazioni pubbliche rilasciate per
Fuso degli apparecchi automatici da
gioco con vincite, quali video-poker e
similari", per motivi di ordine pubblico
e di salute. Contro l'ordinanza aveva
presentato ricorso il concessionario di
rete B Plus al Tar del Lazio che in soli
due giorni aveva accolto il ricorso ed
annullato l'ordinanza sindacale in
quanto "in palese contrasto con la
politica del Governo la quale, con le
slot "legali", mira a contrastare la
ripresa del gioco illegale, aspramente e
faticosamente contrastata da Aams e da
tutti i concessionari di rete".
(Francesco Chiaretti)
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27 Gennaio 2010 |
A Leonessa Sulle slot la
scritta: "Nuoce alla salute" -
Leonessa II sindaco Paolo Trancassini:
"Utilizziamo la strategia dei pacchetti
di sigarette"
Scritta Nuoce alla salute sulle slot -
Nuova ordinanza comunale: 500 euro di
multa a chi non si adegua - LEONESSA -
Dal primo febbraio tutti gli esercenti
del territorio leonessano dovranno
apporre sui propri apparecchi automatici
da gioco che generano vincite un
cartello con su scritto: "questo gioco
da e può nuocere gravemente alla salute
e all'economia tua e della tua
famiglia".
Il "marchio", contenuto nella nuova
ordinanza emanata lunedì sera dal
sindaco Paolo Trancassini, è il secondo
capitolo della campagna di contrasto a
quello che il primo cittadino del comune
montano ha più volte definito come
"liberismo eccessivo" nei confronti di
slot machines e video poker.
E che ha creato un vero e proprio "caso"
diffusosi a macchia d'olio in tutta
Italia sopratutto quella settentrionale,
dopo la prima ordinanza datata 11
novembre 2009 con cui Trancassini aveva
addirittura vietato l'utilizzo degli
apparecchi da gioco su tutto il
territorio. Ordinanza che, in tempi
"record" per la giustizia
amministrativa, ha visto ricorrere al
Tribunale Amministrativo Regionale del
Lazio niente meno che il principale
gestore nazionale di suddetti apparecchi
(la società B Plus Giocolegale ltd, ndr),
più alcuni esercenti del territorio, con
risultato, visto il rispettivo "peso"
sui piatti della bilancia, tanto
scontato quanto eclatante: le due
impugnazioni sono state accolte dal Tar
in poco più di 48 ore, ed hanno cosi
annullato gli effetti dell'ordinanza .
Il nuovo documento, che ieri è stato
notificato agli esercizi commerciali del
comune montano, fa sul serio, come il
suo predecessore: per ogni apparecchio
automatico trovato sprovvisto della
nuova dicitura è prevista una sansione
di 500 euro. L ' ordinanza entrerà
ufficialmente in vigore all'inizio del
mese di febbraio: "Questo testimonia
come sull'argomento non ci siamo mai
fermati, e come questo nuovo
provvedimento sia soltanto l'inizio'-
commenta il sindaco Trancassini -.
Adottiamo la strategia per le sigarette,
per far sapere alla gente che questi
apparecchi non sono in realtà come
vengono descritti nei libricini nei
quali viene sistematicamente enfatizzato
un presunto fine ludico oltre alla
possibilità di facili ed utopistici
guadagni. Non è così - prosegue il primo
cittadino leonessano - queste sono
macchine infernali, che fanno male a chi
le utilizza, e a Leonessa, purtroppo,
sono tanti i cittadini che
sistematicamente perdono ingenti somme
di denaro con questi apparecchi, con
ripercussioni sia sul loro di salute sia
sull'economia dell'intera famiglia". Con
la nuova ordinanza non potendo vietare l
' uso delle slot machines, almeno si
avviseranno gli utilizzatori del
rischio, anche sulla salute, che si
corre. Questa, in sintesila nuova
linea adottata da Tranrassini e
dall'amministrazione leonessana, che
potrebbe rischiare di finire nuovamente
sui banchi del Tar laziale. "Non credo
che questa ordinanza possa generare
qualche ricorso ribadisce il sindaco di
Leonessa anche se, ad essere sincero, mi
piacerebbe andare in tribunale, perché
si dovrebbe dimostrare stavolta che un
sindaco non può salvaguardare il suo
paese, che è quello che cerco di fare
io. E mi auguro che altri colleghi
sindaci facciano altrettanto".
Chiaro il messaggio, implicitamente
rivolto a quei primi cittadini dell'Alto
Reatino che avevano mostrato una certa
prudenza nel fare propria l'iniziativa
del collega di Leonessa. E che adesso,
in virtù di questa nuova potrebbero
operare diversamente.
Paolo Giorni
|
27 Gennaio 2010 |
Positivo il sopralluogo dell'ufficio ministeriale
sull'impianto di risalita di Campo Stella - Seggiovia "Rubbio",
via libera del'Ustif - LEONESSA - Si sono fatti attendere un
bel po', ma alla fine i tecnici dell'Ustif, l'ufficio che per conto del
Ministero dei trasporti appone il definitivo "si" (o no) sugli impianti
fissi di trasporto, ha dato il via libera alla seggiovia "Rubbio", la
rinnovata struttura biposto che conduce alle piste di Campo Stella. E'
durato l'intera mattinata di ieri il sopralluogo (con tanto di collaudo
degli impianti) degli uomini del Ministero, che nel primo pomeriggio
hanno dato il definitivo nullaosta al nuovo impianto di risalita
leonessano, chiudendo una vicenda che si protraeva dagli ultimi giorni
del 2009. Ora, con questo decisivo passaggio, le piste leonessane sono
pronte ad accogliere gli utenti, per una stagione sciistica che, dopo
l'antipasto "ufficioso" dello scorso week-pnd, aprirà ufficialmente le
porte sabato prossimo. Grande soddisfazione espressa da tutti gli
addetti ai lavori, a cominciare dal sindaco Paolo Trancassini:
"Finalmente il duro lavoro messo m campo da tutte le persone che da
tempo si stanno operando per questo risultato è stato premiato.
Ringrazio davvero tutti, a cominciare dall'assessore Vito Paciucci, che
credo in questi giorni - sorride - abbia dormito in montagna.
Adesso siamo pronti a partire, davvero, sabato". La notizia fa
brevemente il giro del territorio, raggiungendo un sereno vicepresidente
del consorzio funiviario Leonessa Superski, Carlo Fornari, che altri
impegni hanno tenuto lontano da Leonessa per tutta la giornata di ieri:
"Siamo davvero soddisfatti. Adesso insieme al presidente (Alberto
Palmieri, ndr) e a tutto il consiglio direttivo prepareremo questa
grande apertura. Alla quale si aggiunge anche la neve, che ieri è caduta
nelle montagne leonessane.
(pa.gio.)
www.ilgiornaledirieti.it |
25 Gennaio 2010 |
«Questo gioco da' dipendenza e può
nuocere gravemente alla tua salute ed
all'economia tua e della tua famiglia».
È la singolare dicitura che dovrà essere
apposta, pena una multa di 500 euro, in
ogni apparecchio automatico di gioco con
premi in denaro installato nel
territorio del Comune di Leonessa.
L'iniziativa è stata presa oggi dal
sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini,
attraverso una ordinanza che verrà
notificata domani agli esercizi
commerciali.
«A Leonessa sono tanti i
cittadini che sistematicamente giocano perdono ingenti somme denaro con
questi apparecchi, - spiega il primo cittadino del paese montano del
Reatino - con ripercussioni sia sul loro stato di salute che
sull’economia dell’intero nucleo familiare a cui appartengono. È inoltre
scientificamente provato che tale pratica crea dipendenza nel giocatore,
rappresentando una vera e propria patologia ed inoltre, che le famiglie
coinvolte da tale fenomeno subiscono gravi ripercussioni economiche e
sociali, anche perché spesso titolari di reddito limitato».
In aggiunta, precisa «non vi è
una adeguata pubblicità dei pericoli sanitari ed economici a cui si
espone chi sistematicamente gioca con tali apparecchi, mentre al
contrario si enfatizza il presunto fine ludico nonché la remotissima
possibilità di facili ed utopistici guadagni». L'11 novembre 2009
Trancassini aveva già provato ad intervenire vietando con un'ordinanza
il gioco con apparecchi automatici con premi in denaro nei pubblici
esercizi, ma la sua ordinanza era stata annullata dal Tar del Lazio.
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24 Gennaio 2010 |
Campo Stella: martedì il collaudo
- Leonessa Il Comitato Impianti parla di
strutture non a norma e scrive a Comune
e Provincia - Campo Stella apre
tra le polemiche -Ancora chiusa la
seggiovia Rubbio - Martedì il collaudo
dell'USSTIFi LEONESSA - L'apertura "a
metà" non ha fermato i numerosi
visitatori che ieri si sono recati
presso gli impianti di Campo Stella, al
primo, vero giorno di attività. Almeno
quelli accessibili, visto che l'Ufficio
Speciale dei Trasporti a Impianti Fissi
(Ustif) ha "mancato" anche
l'appuntamento di venerdì scorso,
posticipando il collaudo definitivo
della nuova seggiovia "Rubbio" a martedì
prossimo. E' quello che sperano gli
addetti ai lavori del consorzio Leonessa
Superski, che già da diversi giorni
attendono i tecnici del dipartimento
ministeriale per il definitivo via
libera al rinnovato impianto di
risalita.
Ma quella di ieri è stata anche la
giornata delle polemiche sollevate dal
Comitato Impianti di Campo Stella, il
gruppo cittadino che sul proprio portale
web
(www.comitatoimpianticampostella.org)
pubblica una pepata comunicazione dal
titolo "altro che Superski", con chiaro
riferimento al consorzio turistico
funiviario presieduto da Alberto
Palmieri. Nella lettera i mèmbri del
comitato riportano una comunicazione
inviata al sindaco Paolo Trancassini, al
presidente della Provincia di Rieti
Fabio Melilli, al Prefetto Chiara
Marolla e all'Ustif: l'argomento è una
relazione redatta dalla stessa Ustif,
datata 16 ottobre 2009, nella quale
l'ufficio stabiliva che gli impianti
leonessani non sarebbero a norma. La
missiva raggiunge brevemente il nuovo
blog del portale online del borgo
(www.leonessa.org), dove si accende un
vero e proprio dibattito sull'argomento.
Anche il primo cittadino Paolo
Trancassini posta un suo commento,
rassicurando i presenti: "L'apertura
odierna (di ieri, ndr) degli impianti -
scrive il sindaco di Leonessa - è
avvenuta non per follia del
sottoscritto, ma perché gli stessi hanno
le autorizzazioni previste. Martedì ci
sarà finalmente il sopralluogo dell'Ustif
per la nuova seggiovia Rubbio. Sono
certo .che gli incredibili sforzi di chi
crede davvero allo sviluppo di Campo
Stella e di Leonessa verranno premiati".
Ma la polemica, per ora, sembra
destinata a non finire.(Paolo Giomi)
Riteniamo utile, per gli amici di
www.leonessa.org poco pratici di blogs, riportare in rigoroso ordine
cronologico lo scambio epistolare tra il Sindaco di Leonessa ed il
Comitato Impianti Campo Stella.
Onorati, come sempre, dell'attenzione che
sempre più amici dedicano al nostro lavoro.
Ma la verità, da quando esiste il mondo, è
sempre una sola.
La Redazione di www.leonessa.org
Paolo Trancassini |
24 Gennaio 2010 |
Comitato Impianti Campo Stella |
23 Gennaio 2010 |
E-mail
ricevuta il 23/1/2010 ore 20:04
La Redazione di www.leonessa.org
per completezza d'informazione preghiamo
di pubblicare l'allegato alla presente mail ringraziando leonessa.org
per la gradità ospitalità
Lettera
USTIF
Comitato Impianti Campo Stella |
23 Gennaio 2010 |
Il comitato campo stella ha
richiesto a suo tempo all'ustif la
documentazione sullo stato degli
impianti leonessani. Con la nostra nota
si è cercato di evidenziare lo stato
reale degli stessi. E' responsabilità
del proprietario e gestore conoscere le
scadenze e provvedere ai lavori di
adeguamento previsti per legge , tenendo
bene a mente i tempi di realizzazione e
di collaudo da parte dell'ente preposto.
Evidentemente questo "particolare" è
sfuggito, forse andando un pò lunghi sui
tempi o sperando che non nevicasse.
Comunque quando si amministra un bene
comune bisognerebbe avere la sensibilità
di comprendere che il bene è di tutti e
deve essere a disposizione nei tempi e
nei modi stabiliti, senza
necessariamente scaricare responsabilità
su terzi. Non riusciamo a capire cosa
debba spiegare la corrispondenza tra il
comitato impianti campo stella e l'ustif,
considerato che, dall'ente proprietario,
non si riesce ad avere una informazione
precisa , dettagliata e veritiera ci
siamo rivolti a chi ha la competenza in
materia di impianti a fune, e così
continueremo a fare perché, di fatto,
questo comitato è nato per rilanciare lo
sci a Leonessa . Vogliamo ricordare che
nel breve giro di quattro mesi dalla
costituzione del comitato stesso abbiamo
presentato un progetto autofinanziato,
redatto da uno dei maggiori esperti del
settore, che dimostra ampiamente le
reali potenzialità della stazione
sciistica di campo stella. Questo, tanto
per dimostrare chi, realmente, crede
nello sviluppo dei NOSTRI IMPIANTI!
Prendiamo comunque atto, con
incredulità, che nonostante la
drammatica situazione delle strutture
oggi gli impianti sono entrati in
funzione. Chiunque volesse consultare il
progetto lo stesso è disponibile sul
nostro sito oppure presso la nostra
sede.
postato da comitato impianti campo stella su
blog.leonessa.org il 23/01/2010 18:39
Paolo Trancassini |
23 Gennaio 2010 |
Stante la nota diffusa dal
Comitato Campo stella, ritengo opportuno
tranquillizzare i frequentatori del blog,
che l'apertura odierna degli impianti è
avvenuta non per follia del
sottoscritto, ma perchè gli stessi hanno
le autorizzazioni previste. Certo è che
la corrispondenza intercorsa tra il
Comitato Campo Stella e l'Ustif spiega
molte cose, che approfondiremo nel
prossimo imminente consiglio comunale.
Martedì ci sarà finalmente il
sopralluogo dell'Ustif per la nuova
seggiovia Rubbio. Sono certo che gli
incredibili sforzi di chi crede davvero
allo sviluppo di Campo stella e di
Leonessa verranno premiati.
www.leonessa.org |
22 Gennaio 2010 |
Leggiamo dal
sito ufficiale del Comitato Impianti
Campo Stella (che ringraziamo per la
gentile concessione).
Ma allora... Come fa ad aprire Campo Stella
?
Qual' è la verità ?
E, soprattutto : a chi giova tutto questo ?
La Redazione di www.leonessa.org
Riportiamo la comunicazione inviata al Sindaco di Leonessa sulla
reale situazione degli impianti sciistici esistenti sul territorio:
Leonessa, 22/01/2010
Avv. Trancassini Paolo
Sindaco di Leonessa
On. Fabio Melilli n.q.
Presidente Provincia Rieti
Prefetto di Rieti
02100 Rieti
Avv. Giuseppe Labella
capogruppo minoranza
dr. Franco Boccanera
capogruppo minoranza
p.c. Ministero delle Infrastrutture e Trasporti
U.S.T.I.F. Roma
Via Nola 5 00182 Roma
Illustrissimo Sig. Sindaco
Su richiesta di questo Comitato, l’U.S.T.I.F. di Roma, con nota prot.
1532 del 16/10/2009, che si allega alla presente, comunicava lo stato
attuale degli impianti di questo comune dalla quale si evince quanto
segue:
PS 57 CAMPO SCUOLA – SCIOVIA A FUNE ALTA: l’impianto è fuori esercizio
per scadenza vita tecnica avvenuta il 08/12/2008
PM 07-VALLONINA VALLORGANO- FUNIVIA MONOFUNE AD ATTACCHI FISSI:
l’impianto dal 09 Aprile 2009 è temporaneamente fuori esercizio fino al
completamento della revisione speciale.
Poiché la scorsa stagione l’impianto PS 57 (Campo Scuola), nonostante la
scadenza della vita tecnica, ha continuato a funzionare, si invita la
S.V. a mettere in atto ogni utile iniziativa che possa preservare
l’incolumità degli sciatori ritenendola responsabile civilmente e
penalmente, unitamente a tutti i preposti nelle varie attività di
gestione degli impianti stessi, in caso di danni a persone o cose.
Per quanto riguarda gli impianti di monte Tilia si prende ufficialmente
e definitivamente atto che gli stessi
sono tutti fuori esercizio per scadenza vita tecnica.
Comitato Impianti Campo Stella
|
22 Gennaio 2010 |
Crediamo che
l'articolo in questione sia stato
confezionato prima dello spostamento
della data del collaudo.
La Redazione di www.leonessa.org
Campo Stella Fermo per
il mancato parere dell’Ustif
Prima era la neve, che a Campo Stella ha tardato ad arrivare. Ora di
neve ce n’è, “non moltissima - dice il vicepresidente del Leonessa
Superski Carlo Fornari - ma abbastanza per aprire la stagione”. Ma la
stagione sciistica a Leonessa - la prima sotto le bandiere del nuovo
consorzio turistico funiviario presieduto da Alberto Palmieri - non ne
vuol sapere di partire. Nonostante gli impianti, a Campo Stella, siano
pronti, le piste regolarmente battute, la nuova seggiovia Rubbio
collaudata e perfettamente funzionante, il personale formato e
posizionato nelle varie strutture, le altre strutture, quelle ricettive,
pronte ad accogliere i visitatori a suon di pacchetti promozionali.
Tutto fermo, a causa del mancatao benestare dei tecnici dell’Ufficio
Speciale Trasporti a Impianti Fissi (Ustif), il quale, per conto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è il solo deputato alla
concessione del via libera agli impianti sciistici. Niente Ustif, niente
apertura. I tecnici dell’ufficio a Leonessa sono attesi da diversi
giorni, perché “le piste sono pronte dall’inizio dell’anno, se non da
prima della fine del 2009”. “La commissione per l’esame di revisione
della seggiovia Rubbio - pubblicava ieri una breve nota sul sito del
consorzio funiviario leonessano - si riunirà oggi (ieri, ndr). Domani
(oggi, ndr), suddetta commissione provvederà alla verifica tecnica sul
posto”. “Speriamo sia la volta buona”, esclama Fornari. La visita della
commissione, infatti, era prevista per l’inizio di gennaio, prima di una
serie di rinvii. E mentre gli addetti ai lavori sperano in una rapida
conclusione della singolare vicenda, gli utenti rumoreggiano di fronte
all’impossibilità di usufruire dei rinnovati impianti leonessani. Sul
web, dal folto gruppo che Fornari gestisce su Facebook (circa 1500
utenti) al nuovo blog del portale online del territorio
(www.leonessa.org) montano le polemiche, a ragione di un impegno,
economico e non, che il consorzio, unitamente ai partners e all’intera
comunità, ha seriamente preso, e che per via di un cavillo burocratico,
rischia di essere compromesso.
Paolo Giomi
www.mepradio.it |
20 Gennaio 2010 |
Ringraziamo
l'amico Massimo Spadoni e la Redazione
Giornalistica di MepRadio per la
tempestiva segnalazione.
La Redazione di www.leonessa.org
Funzione
Pubblica Cgil di Rieti
Via Garibaldi, 174 – 02100 RIETI
Tel. 0746271989 fax 0746274811
e-mail:
fpcgilrieti@libero.it
sito internet:
www.lazio.cgil.it/fp/rieti
Al Direttore generale
Dott.ssa D’innocenzo
Al Primario ares 118 Dott. Tesoriere
Responsabile Area Province Alla Dott.ssa Patrizia
Correani
Al Dirigente settore infermieristico Dott.ssa
Lidia Stella
Al responsabile macro area Rieti Fabio Innocenzi
Oggetto: Richiesta apertura confronto su
organizzazione ed organici postazioni Ares della Provincia di Rieti.
Alla luce della dotazione organica dell’Ares 118
e delle recenti mobilità effettuate, nonché del numero degli interventi
effettuati da ciascuna postazione, in relazione al personale assegnato,
la scrivente O.S. ritiene non più prorogabile un confronto per esaminare
le problematiche organizzative di codesto servizio.
E’ ormai non più tollerabile infatti la mole del
ricorso al lavoro straordinario effettuato dal personale dipendente, con
ripercussioni potenzialmente negative sia in termini di sicurezza degli
operatori che degli utenti.
E’ chiaro che a fronte di una carenza di almento
12 unità infermierisstiche su poco più di 40, a scanso di autorizzazoni
a nuove assunzioni o all’accoglimento di nuove mobilità dai ruoli della
ASL, la situazione difficilmente potrà cambiare.E’ altrettanto vero
comunque che ciò non può eludere una seria discussione circa il miglior
utilizzo del personale in servizio, evitando per quanto possibile di
aggravare, attraverso ad esempio mobiità tra le postazioni poco
rispondenti al criterio della miglior distribuzione del personale in
relazione agli interventi annui della postazione.
Si chiede quindi di sospendere qualsiasi ipotesi
di mobilità ove non venga prevista la sostituzione del dipendente in
relazione alle sedi decentrate quali quella di Osteria Nuova già in
forte carnza i organico di personale infermieristico.A meno che questo
corrisponda ad una precisa volontà: quella di “depauperare i servizi in
vista di un possibile ricorso all’esternalizzazione della
postazione\postazioni esterne.
In tal caso l’opposizione della FP CGIL sarà
fortissima.
In attesa di urgente riscontro, distinti saluti.
Il Segretario Generale CGIL F.P.Gianni
Ciccomartino
Il Coordinatore Provinciale ares 118
Fabrizio Ianni
|
10 Gennaio 2010 |
Ci
dispiace per Renata Polverini, ma se
sceglie la nostra terra per
iniziare la marcia di avvicinamento a
via della Pisana , nel parlare di di una
ricetta per Rieti dovrebbe cominciare a
parlare di Leonessa e del Versante Nord.
E non solo di Terminillo.
La Redazione di www.leonessa.org
Partita da Rieti
la campagna della candidata del centrodestra alla Regione
di ALESSANDRA LANCIA
«Non siate timidi, con queste bandiere, fatele sventolare», esordisce
Renata Polverini dal palco del “Moderno”. Il centrodestra, la sua di
bandiera, ovvero la stessa Polverini, la fa sventolare eccome in questo
primo giorno degli 80 che serviranno a fare il giro del Lazio per
andarsi a riprendere la Regione. Nel Pdl, esclusi Fabrizio Cicchitto e
Maurizio Gasparri che non ne hanno bisogno, è tutto uno sgomitare per
conquistare primi posti (al cinema) e posti a fianco (più tardi in sala
consiliare) con Guglielmo Rositani che spicca su tutti e Chicco Costini
che non gradisce affatto. E Rieti, «piccola ma non per questo ultima
provincia», riempie a dovere la sterminata sala verde e aspetta paziente
la mezza per ascoltare lei, non più in salotto dalla tv ma dal vivo,
come candidata presidente della Regione. «Sento di avere la vostra
fiducia, ma so’ che me la dovrò comunque conquistare», attacca, ma ciò
vale anche per i reatini: «In giunta regionale tutte le province saranno
rappresentate ma ve la dovrete guadagnare, questa è la democrazia».
Una democrazia che la Polverini tratteggia con caratteri quasi
assembleari - «Partecipazione e collegialità, questo sarà il mio metodo
di lavoro e non solo per la campagna elettorale: se sarò governatore del
Lazio nulla sarà deciso sopra le vostre teste» - e vagamente monacali:
«La nostra classe dirigente ha valori solidi e qualità morali di prim’ordine:
chi ci vota deve sapere che noi lavoreremo per i cittadini 24 ore sul
24». Tanto più che mentre c’è «chi in politica si accontenta di
galleggiare, noi siamo quelli che pur di raggiungere gli obiettivi siamo
pronti a nuotare contro corrente, perché per noi la politica è prima di
tutto scelta». Scelte che però - almeno su temi chiave come la sanità, i
trasporti, i rifiuti, le infrastrutture - ancora non si indovinano, al
di là di slogan e frasi ad effetto tra le quali «nessuno di voi rimarrà
indietro», già sentita e dal Piero Marrazzo dei tempi d’oro, per giunta.
Ma magari sarà perché «il vero laboratorio politico lo faremo noi nel
Lazio, e insieme a voi costruiremo il programma elettorale, chiaro sui
temi e sui tempi di realizzazione. Perché il mio ruolo è quello di
ascoltarvi, mantenendo con voi un filo diretto anche quando
riconquisteremo la Regione».
Quanto alla campagna elettorale che si apre, «non sarà urlata:
personalmente non risponderò alle critiche se non raddoppiando le
energie e il lavoro e anche a voi dico di non perdere tempo e partire
subito alla conquista dei voti, di tutti i voti». E qui gli slogan
possono tornare utili: con la sanità che diventa salute -
«io non voglio parlare ai cittadini del debito ma di come garantire loro
il diritto alla salute» - i rifiuti che nel Lazio non dovranno diventare
come quelli della Campania, le infrastrutture che dovranno avvicinare i
territori a Roma. Quanto a Rieti la ricetta è «turismo, enogastronomia,
Terminillo ma arginando comunque la desertificazione del Nucleo
industriale». Come? Siamo solo a Rieti e appena agli inizi. Il viaggio è
appena cominciato.
|
9 Gennaio 2010 |
di ALESSANDRA LANCIA
Un mazzo di rose arancioni e una cartina della provincia di Rieti sulla
grande scrivania appena sgombrata da Silvana Riccio: al benvenuto della
città e del personale della Prefettura è seguita subito una giornata di
lavoro, per la nuova Prefetto Chiara Marolla. «Ho trovato Rieti molto
bella e tanto il sindaco quanto il presidente della Provincia davvero
attenti alle istanze del territorio. Un territorio che certamente
risente della presenza forse opprimente di Roma ma che può trarre grosse
opportunità dal suo essere “nicchia”. Penso al turismo, coniugato in un
tempo lento e in una modalità sostenibile. E penso all’agricoltura e ai
suoi prodotti tipici».
Che tipo di impronta pensa di dare alla Prefettura? «Grande ascolto,
all’insegna della semplicità e del rispetto della legalità. Primo mio
impegno sarà la conoscenza del territorio. Caposaldo di tutto la leale
collaborazione tra le istituzioni, per meglio rispondere alle esigenze
dei cittadini. Questo, ripeto, all’insegna della semplicità e della
legalità. Quanto allo stile, io ricevo tutti e tutti ascolto. E di
fronte a problemi credo che non ci sia nulla di meglio che sedersi tutti
intorno a un tavolo e cercare soluzioni condivise».
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9 Gennaio 2010 |
Regionali, comincia la
corsa
La Polverini al
Moderno con i leader del Pdl mentre l’Udc riconferma fedeltà a Melilli
di ALESSANDRA LANCIA
Comincia dalla piccola Rieti e comincia oggi la corsa di Renata
Polverini alla presa della Regione, e chissà se nella pur grande sala
verde del Cinema Moderno entreranno anche gli amici dell’Udc, ieri in
mesto corteo dal presidente della Provincia Fabio Melilli (Pd). In
teoria a livello locale tutto dovrebbe restare come prima (con l’Udc
all’opposizione del centro destra in Comune e al governo col centro
sinistra in Provincia), ma dopo l’accordo ad personam pro
Polverini del segretario nazionale Cesa, ieri al segretario provinciale
Mauro Lattanzi è toccata la telefonata del senatore Angelo Cicolani (Pdl)
per un cordiale ”bentornati a casa” e il suo invito ad esserci,
stamattina, con una poltronissima in prima fila. Non che alla Polverini
manchi il suo parterre: per lei arriveranno da Roma Fabrizio Cicchitto e
Maurizio Gasparri, Alfredo Pallone e Vincenzo Piso, per non dire dei
maggiorenti del Pdl reatino che sgomiteranno non poco per esserci e
tutti bene in vista. Però, aspettando l’esordio della Polverini (ore
10,30, diretta integrale su Mep Radio) l’attenzione dei più è per quel
che andrà a succedere in Provincia. Melilli parte da lontano, ossia da
Roma: «L’Udc ha provato a dire che tra la Bonino e la Polverini sceglie
la Polverini, ma la Bonino fino a ieri non era in campo. La verità è che
Casini e Fini hanno rimesso in discussione un accordo (tra Pd e Udc,
ndr) che almeno nel Lazio era nelle cose». Ma l’approdo su Rieti
sembra ancora aperto: «Non sarò io da solo a decidere il da farsi: mi
riservo di convocare quanto prima la coalizione per ascoltare un po’ di
opinioni. Ho ricevuto gli amici dell’Udc con i quali c’è un percorso che
arrivava fino alle Comunali di Rieti e mi sembra di capire che
ribadiscano la loro attuale vocazione, rimanendo all’opposizione in
città. Vedremo».
E da vedere c’è anche quel che si muove nel centro destra: tra i rancori
e le vecchie ferite dell’An che fu e la volatilità di una Forza Italia
che ha faticato assai ad essere, sembra che i moderati ultimi arrivati
non si trovino perfettamente a loro agio. L’area dei centristi, insomma,
si è rimessa in movimento, reclamando spazio e visibilità e provando a
incrinare quell’apparente compattezza che vorrebbe le candidature per le
regionali già scritte (si parla ora di un tandem Cicchetti-Costini con
la Nobili nel listino). Anche qui si tende a prendere il discorso assai
alla larga - dal bipolarismo maturo alla dottrina sociale della chiesa,
passando per un federalismo responsabile e solidale e per la difesa
dell’ambiente. Ma in politica quel che conta è arrivare a destinazione,
e magari arrivarci in tanti. Ed è proprio quello che i moderati
vorrebbero fare: contarsi e contare. Nel Pdl, per adesso
|
8 Gennaio 2010 |
Decesso dopo l’intervento al naso:le
indagini della magistratura
Intervento
fatale, fari sull’anestesia
Focalizzata
l’attenzione su quanto somministrato alla ragazza
di ANDREA BONANNI
Alessandra Rauco è deceduta per un errore nella somministrazione
dell’anestesia. Ne sono convinti la mamma e il fratello della
trentacinquenne di Leonessa che lo scorso 31 dicembre è morta presso il
policlinico Casilino dopo un intervento per la riduzione di una frattura
al naso provocata da una caduta dal motorino. Per i familiari, l’arresto
cardiocircolatorio successivo l’intervento, cui è seguito il coma,
sarebbe stato causato da un qualche errore commesso dai sanitari in sala
operatoria. Per il momento si tratta soltanto di ipotesi, anche se la
tesi dell’errore nella somministrazione dell’anestesia locale sembra
avvalorata da alcuni riscontri oggettivi rilevati nei giorni antecedenti
il decesso dai parenti della vittima. Parallelamente la magistratura,
che sul caso ha aperto sin da subito un fascicolo dopo la denuncia dei
parenti, attende di conoscere il responso dell’esame autoptico
effettuato sulla salma lunedì scorso presso la medicina legale del
policlinico. Il riserbo al riguardo è strettissimo. Nulla di ciò che
avvenuto è stato divulgato. A trapelare, soltanto il fatto che
all’autopsia erano presenti i medici di parte. Incarico conferitogli da
un importante studio legale di Roma a cui la mamma e il fratello della
giovane si sono affidati.
Ma ieri a Leonessa è stato il giorno del dolore e dei ricordi.
Dell’ultimo grande abbraccio ad Alessandra, prima della sepoltura nel
locale cimitero. La salma è arrivata nel piccolo paese montano,
proveniente da Roma, intorno alle quattordici accompagnata dalla mamma e
dal fratello che dal giorno del decesso non l’avevano più lasciata.
Ad attenderla, centinaia di persone dentro e fuori la chiesa di San
Francesco. Sul sagrato i parenti più stretti, gli amici di sempre, i
compagni del gruppo teatrale “Il Cardo”, ma anche semplici conoscenti
ancora increduli davanti ad una morte dai contorni tutti da definire.
Quando il carro funebre si ferma in prossimità della chiesa e da esso
esce lenta la bara di legno chiaro su cui erano stati deposti alcuni
fiori, la commozione mista a rabbia della folla è così forte da essere
quasi palpabile. Lo striscione alzato da alcuni coetanei della giovane
“Ora il tuo ricordo lo accarezza il vento ciao Alex” la dice lunga su
ciò che era e che resterà di Alessandra.
Durante l’omelia, officiata da padre Orante D’Agostino, alcun accenno è
stato fatto alla vicenda giudiziaria. Una funzione avvolta nella
commozione, nel rispetto verso il dolore della famiglia. Nel ricordo,
soprattutto di quanti hanno potuto in questi anni frequentare la
trentacinquenne con maggiore assiduità. A tracciare la figura di
Alessandra è toccato ai compagni del gruppo teatrale “Il Cardo”. Un
accenno lieve e sincero sulle sue doti recitative e umane che ne avevano
fatto un punto di riferimento per l’associazione culturale leonessana.
Poi l’ultimo viaggio verso il cimitero prima della sepoltura tra due ali
di folla. Una domanda resta su tutto. Perché Alessandra è morta. Cosa è
accaduto quel tragico 31 dicembre presso il policlinico Casilino.
Domande a cui i familiari esigono una risposta.
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8 Gennaio 2010 |
L’onorevole Rositani ha intanto
sottoposto alla candidata del
centrodestra le priorità del territorio
La Polverini
mette in crisi l’Udc reatina
Accordo per le
Regionali e l’alleanza in Provincia torna in discussione
di ALESSANDRA LANCIA
Regionali, l’Udc stringe un accordo ad personam con Renata
Polverini, a conferma «della nostra posizione delle maggioranze
variabili», come dichiara il segretario del partito Lorenzo Cesa in una
conferenza stampa a fianco della candidata del Pdl. Ma per un problema
moolto romano finalmente risolto - le alleanze alle Regionali,
appunto, con il Pd che sembra pronto a far sua la candidatura di Emma
Bonino - problemi reatini che si riaprono. Perché a Rieti l’Udc ha
scelto da tempo di stare all’opposizione del centrodestra in Comune e di
governare col centrosinistra in Provincia. «Per quello che ci riguarda
tutto resta com’è - dice Michele Beccarini, assessore provinciale e vice
segretario dell’Udc - questa della Polverini è una decisione che il
partito ha preso a livello nazionale. Noi abbiamo fatto con Melilli
un’alleanza di lungo termine e tutta politica e se anche dovesse saltare
non è che andremmo a pietire spazi in Comune. Con il Pdl qui non ci sono
rapporti». Sabato mattina al “Moderno” a sentire la Polverini ci sarete?
«Questo è da valutare. C’è nell’accordo firmato con Cesa una postilla
che dà piena autonomia alle situazioni locali. Vedremo, valuteremo».
Chi invece al “Moderno” ci sarà e convintamente è Guglielmo Rositani e
la sua Fondazione per le libertà: «Conosco bene Renata, sono stato tra i
primi a sostenere la sua candidatura insieme al presidente Fini. E’ una
donna di grande equilibrio e capacità: ha ottime chance di vittoria, e
non solo per le obiettive difficoltà del centrosinistra». Ha già avuto
modo di sentirla riguardo quelle che possono essere le “necessità”
reatine? «Sì, e d’altronde lei aveva già posto tra le sue priorità temi
come la sanità, il sostegno alle piccole e medie imprese, il rilancio
delle infrastrutture che a noi ci riguardano molto da vicino. Le
chiederemo di farsi parte attiva per la ripresa dell’iter della
ferrovia, visto l’impegno del ministro Matteoli a finanziare l’avvio dei
lavori, e rilanciare con l’Anas il progetto per il raddoppio della
Salaria».
E sul tema sanità? «Senz’altro la salvaguardia degli ospedali di
Magliano e Amatrice, sia in termini di servizi offerti che di personale.
Ma importante sarà anche il sostegno alle piccole e medie imprese,
finanziando ricerca e innovazione e favorendo il sistema del credito
attraverso i confidi. Dalla Regione della Polverini ci aspettiamo anche
un sostegno deciso alla vocazione turistica di Rieti, all’agricoltura
attraverso l’avvio dei distretti rurali e il sostegno ai prodotti
tipici. Tutte cose sulle quali non ho dubbi che Renata vorrà impegnarsi.
Noi con lei lo siamo già da adesso, e sabato saremmo in tanti al Moderno
a lanciarne la candidatura».
www.ilgiornaledirieti.it |
7 Gennaio 2010 |
Ringraziamo
Mario Felici per la tempestiva
segnalazione.
La Redazione di www.leonessa.org
Regione Lazio, fondi in arrivo per 17 comuni del reatino
Sono 17 i comuni della provincia
di Rieti su un totale di 30 nella Regione Lazio, che verranno finanziati
attraverso la delibera della Giunta regionale 'Piccoli comuni, più
decoro'. Ad annunciarlo il consigliere regionale Mario Perilli.
«Continua l'intervento della
Regione Lazio a sostegno dei comuni sotto ai 5mila abitanti - ha
annunciato - e questa delibera finanzia progetti presentati da molti
comuni della provincia di Rieti, per interventi di riqualificazione
generale, permettendo ai piccoli comuni di riempire le casse degli enti,
che soffrono dei numerosi tagli del Governo centrale».
I finanziamenti, ha aggiunto,
«sono tutti di 30mila euro ciascuno e posso assolutamente dire che in
questi anni la provincia di Rieti è riuscita a guadagnarsi l'attenzione
della Regione, soprattutto per le proposte che i sindaci hanno saputo
elaborare con i loro uffici». I comuni finanziati nel reatino sono
Marcetelli, Pozzaglia sabino, Borbona, Varco, Montenero, Collalto,
Paganico, Petrella, Cooncerviano, Turania, Collegiove, Fiamignano,
Amatrice, Micigliano, Pescorocchiano, Ascrea e Salisano.
|
6 Gennaio 2010 |
Tecnica poco invasiva ma la
trentacinquenne ha avuto un arresto
cardiocircolatorio, poi è entrata in
coma
Solo anestesia
locale per Alessandra
di ANDREA BONANNI
Nuove indiscrezioni sulla morte di Alessandra Rauco . Alla
trentacinquenne di Leonessa, deceduta in seguito a un intervento al
naso, non sarebbe stata eseguita l’anestesia generale. Per intervenire
sul politrauma con frattura delle ossa nasali l’anestesista del
Policlinico Casilino, incaricato di seguire la paziente durante
l’intervento, avrebbe utilizzato una tecnica sedativa decisamente meno
invasiva, che avrebbe garantito alla stessa un decorso post operatorio
senza fastidio e la possibilità di lasciare l’ospedale entro poche ore.
Se così fosse però, non si spiega, ad esempio, il perché dell’arresto
cardiocircolatorio e il successivo coma. Appare evidente che qualcosa
durante l’intervento non è andato per il verso giusto.
Una domanda che gli stessi familiari della giovane si pongono dal giorno
del decesso, convinti sempre più che, quanto accaduto, trattasi di grave
errore nella somministrazione di farmaci con proprietà anestetizzanti o
più in generale nella preparazione ed espletamento dell’intervento
stesso. Del resto, il fatto che la stessa direzione sanitaria
dell’ospedale capitolino abbia aperto un’indagine interna per far luce
sull’accaduto e ricostruire minuziosamente i fatti occorsi nelle ore
antecedenti e successive il decesso della trentacinquenne, determina
tutta una serie di ipotesi su come, da un semplice intervento di
“routine”, si possa essere arrivati al tragico evento dopo venti giorni
di coma. Tra le tesi circolate, anche quella per cui la ragazza sarebbe
stata affetta da una qualche patologia pregressa. Tesi rigettata dai
familiari di Alessandra che proprio qualche giorno fa hanno deciso di
denunciare il caso alla magistratura di Roma. Lunedì, presso la medicina
legale del Casilino, è stato eseguito l’esame autoptico sulla salma. I
riscontri, al momento, non si conoscono. L’unica cosa certa è che
all’autopsia hanno partecipato i medici di parte. Incarico conferitogli
da un importante studio legale di Roma a cui la mamma e il fratello di
Alessandra Rauco si sono affidati. Altra tesi accreditata ma non
confermata, quella che vorrebbe Alessandra, durante l’intervento, priva
del sostegno di alcuni macchinari utilizzati generalmente in sala
operatoria nei casi in cui i parametri vitali del paziente si alterano.
Questo per ciò che riguarda la vicenda giudiziaria. Intanto, dalla
parrocchia di San Francesco fanno sapere che le esequie della giovane
sono confermate per domani pomeriggio alle 14. La salma sarà trasportata
direttamente da Roma a Leonessa accompagnata dalla mamma e il fratello.
|
5 Gennaio 2010 |
di
ANDREA BONANNI
Alessandra Rauco - la trentacinquenne di
Leonessa deceduta l’ultimo dell’anno
dopo un intervento per la riduzione di
una frattura al naso presso il
policlinico Casilino - è entrata in coma
per un arresto cardiocircolatorio. A
rivelarlo, il direttore sanitario
dell’ospedale capitolino, Cesira
Piscioneri. «Al momento è l’unica cosa
che posso dire», spiega il direttore
rientrato proprio ieri dopo una pausa
lavorativa durata alcuni giorni.
«Come Asl - aggiunge la Piscioneri -
abbiamo aperto un’inchiesta interna per
saperne di più, ma attualmente il caso è
nelle mani della magistratura la quale
avrà modo, attraverso i riscontri
autoptici che forniranno entro qualche
giorno gli specialisti della medicina
legale del nostro ospedale, di risalire
alle cause del decesso. In queste ore la
polizia giudiziaria sta eseguendo degli
ulteriori accertamenti, anche sulla
cartella clinica della donna, il cui
originale è stato sequestrato. La
giovane, mi è stato spiegato - precisa
la Piscioneri - è entrata al pronto
soccorso del policlinico dopo una caduta
dal motorino che le aveva provocato un
politrauma con frattura della clavicola
e delle ossa nasali. All’intervento,
eseguito dopo un paio di giorni
dall’accesso presso la struttura
d’emergenza, è seguito l’arresto
cardiocircolatorio e il coma fino al
decesso poi avvenuto il 31 dicembre.
Difficile immaginare cosa sia potuto
accadere, anche perché la tipologia di
intervento eseguito sulla giovane è di
semplice esecuzione, tanto che un caso
del genere presso il nostro ospedale non
era mai accaduto. Ora si tratta di
aspettare gli sviluppi delle indagini
avviate anche perché - ripete il
direttore sanitario - all’indomani del
decesso la salma è stata messa a
disposizione dell’autorità giudiziaria,
presso la medicina legale».
E proprio ieri, in tarda mattinata, è
stata eseguita l’autopsia sul corpo
della giovane che entro qualche ora
verrà restituito alla famiglia per le
esequie. Leonessa intanto si prepara a
riabbracciare la sua amata Alessandra.
Un ultimo affettuoso saluto prima dei
funerali che avranno luogo giovedì 7
alle 14 presso la chiesa di San
Francesco
|
5 Gennaio 2010 |
«In questa provincia è forte il problema
della viabilità. La Prefettura non può
costruire la terza o quarta corsia che
manca alla Salaria ma può lavorare per
rendere più sicura la strada che c’è»,
dice la Prefetto Silvana Riccio citando
l’ultimo incidente che costò la vita a
due carabinieri e pensando alle
iniziative scaturite dall’ultima
riunione dell’Osservatorio provinciale
per il monitoraggio degli incidenti
stradali. «Abbiamo individuato due
ulteriori tratti della Salaria sui quali
potrebbe essere installato il sistema
Tutor che altrove ha dato buoni
risultati per abbassare il rischio di
incidenti. Il progetto è stato già
verificato con la Polstrada e come
Prefettura ne abbiamo avviato l’iter.
Certo, risolvere il problema di chi
guida in maniera incosciente è un’altra
cosa ma noi la nostra parte abbiamo
cercato di farla».
A.L.
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5 Gennaio 2010 |
Per i pendolari della Sabina che
viaggiano in auto verso la Capitale
l’anno nuovo ha portato l’aumento dei
pedaggi autostradali. Aumenti che hanno
interessato gran parte della rete
autostradale e non hanno risparmiato i
tre caselli Sabini: Fiano Romano,
Ponzano-Soratte e Magliano Sabina,
seppure con qualche anomalia. Se è vero
che gli aumenti, come dice la società
Autostrade, si attestano in Italia
intorno al 2,4 per cento è altrettanto
vero che gli automobilisti Sabini
pagheranno di più. Vediamo perché. Il
pedaggio da Fiano Romano a Roma è
passato da 1 euro e 10 centesimi a 1
euro e 20 centesimi quindi oltre il 9
per cento di aumento, da Ponzano-Soratte
a Roma da 2,10 euro a 2,20 euro, circa
il 4,7 per cento in più e da Magliano a
Roma da 3 euro a 3 euro e 10, vale a
dire il 3,3 per cento in più. Da
sottolineare che da Ponzano-Soratte o da
Magliano la tariffa resta invariata
anche nel caso si esca a Fiano dal
momento che in quel casello, non essendo
separati i flussi di traffico tra gli
automobilisti che escono a Fiano e
quelli che proseguono per Roma, nel
pedaggio viene addebitato l’intero
tratto fino a Roma. Tornando al pedaggio
da Fiano per Roma e viceversa, fatto
salvo nel caso di aumenti il discorso
dell’arrotondamento, a molti
automobilisti è sorta spontanea una
domanda: perché l’aumento è stato di 10
centesimi e non di 5 dal momento che
l’utilizzo della monetina da 5 è ammessa
anche nelle porte del casello abilitate
alla riscossione automatica? (s.a.)
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5 Gennaio 2010 |
Tanti gli appuntamenti tra oggi e
domani, giorno dell’Epifania. Iniziamo
dagli appuntamenti odierni: a Leonessa
alle 17.30 salsicciata e vin brulé in
piazza VII Aprile e la premiazione del
concorso “Scopriamo il presepe
dell’Altopiano Leonessano”. A Magliano
Sabina alle 21 (con replica domani alle
18) presso il teatro Manlio la commedia
di Alfredo Graziani “A licenza de
Giuannino Trombetta” a cura del Gruppo
Teatrale Magliano Sabina. Ad Amatrice
alle 17 presso il Palazzo dello Sport il
mercatino dell’antiquariato e della
gastronomia. A Paganico questa sera la
Paquarella con i tradizionali canti
lungo le vie del paese. Paquarella anche
a Marcetelli. A Monte San Giovanni alle
15 presso il teatro comunale la Befana
per i bambini. A Scandriglia alle 18
coro dei bambini e dei ragazzi di
Ponticelli, alle 21 il gioco dei pacchi
per famiglie. A Magliano tombola
dell’Epifania dalle 15 presso la sala
consiliare del Comune. A Greccio alle
17.45 e a Morro alle 18 il presepe
vivente. Questa sera a Cittaducale alle
21.30 la manifestazione con la consegna
dell’“Angioino d’oro 2009” a tutti
coloro che nel corso dell’anno si sono
distinti in ambito umanitario, culturale
e sportivo e ai laureati.
Domani invece arriva la Befana. I
“Giullari della Befana” saranno a Rieti
in Piazza Vittorio Emanuele II dalle 15
inoltre lo spettacolo musicale con
Federico e i Simpatia e il gran finale
con sorprese e le attrazioni con
l’associazione ReArte e dalle 20 al
pub-pizzeria “Banjo” serata a tema
“Aspettando la Befana”. A Terminillo,
chiesa San Francesco alle 16.30 il
concerto dell’Epifania a cura del gruppo
Musica Ensemble. Ad Antrodoco escursione
domani mattina sul Monte Nuria e pranzo
al rifugio di Antrodoco. A Borbona il
tradizionale giro per il paese della
banda musicale. A Leonessa dopo la messa
delle 11 arriva della Befana con doni
per i bambini presso il centro anziani.
A Montopoli alle 15 (sala polivalente)
la manifestazione “Aspettando la Befana”
spettacolo per bambini e consegna della
tradizionale calza. Doni per i bambini
con la Befana anche a Cantalice. A
Casperia dalle 14.30 in piazza Oddo
Valeriani Befana per i bambini e
l’esibizione degli zampognari. A
Casaprota la Befana arriva alle 16 e
alle 16.30 e al teatro Tozzi c’è lo
spettacolo “Cunto” a cura del Teatro
Rigodon. A Montebuono alle 14.30 presso
la chiesa Santa Maria festa del presepe
familiare e a seguire i doni della
Befana ai bambini. A Cantalupo alle
10.30 in piazza la consegna della calza,
alle 17 spettacolo per bambini e alle 18
il concerto di Natale con la banda di
Gavignano. A Scandriglia alle 18
proiezione cinematografica. A
Collevecchio alle 16 proiezione di un
film per i bambini e a seguire l’arrivo
della Befana al teatro comunale. A Selci
alle 17.30 presso la chiesa Santissimi
Salvatore il concerto dell’Epifania per
pianoforte e violino. Ad Amatrice presso
il Palazzo dello Sport alle 10 mercatino
dell’antiquariato e della gastronomia,
alle 15 il torneo della Befana di calcio
a 5, alle 17.30 tombola di beneficenza
con l’intrattenimento di Valerio Zanchè,
alle 18 presso la parrocchia
Sant’Agostino la tradizionale “ciambella
del bambino”. (s.a.)
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5 Gennaio 2010 |
di ALESSANDRA LANCIA
Elenco da allungare di nuovo, quello dei
Prefetti scritto in caratteri gotici e
appeso nel corridoio del secondo piano
di Palazzo Vincentini: via Silvana
Riccio, avanti Chiara Marolla. «Siamo
funzionari dello Stato, andiamo dove
serve e quando serve, ed è giusto così»,
dice Silvana Riccio riordinando gli
appunti della conferenza stampa di
congedo dalla Prefettura di Rieti.
Quindici mesi vissuti intensamente,
cominciati con il correre a Longone dove
una vecchina di 92 anni piantonava la
vecchia sede comunale perché non
traslocasse e finita con la letterina di
Natale di un bimbetto che invocava la
pulizia del parco comunale. In effetti
l’aveva detto che avrebbe fatto della
Prefettura la casa di tutti i cittadini:
«E’ così che avevo detto? Bé, spero di
esserci riuscita. Siamo funzionari dello
Stato, il nostro lavoro è spesso
complesso e oscuro ma il fine di tutto è
la tutela degli interessi dei cittadini
e spero che questo messaggio sia
arrivato». Evidentemente sì, se negli
ultimi mesi non c’è stato caso singolo o
emergenza pubblica che non sia arrivato
sul suo tavolo: «D’altronde un Prefetto
questo deve fare, capire la realtà che
ha di fronte e capire anche la
percezione che si ha di questa realtà e
regolarsi di conseguenza. E non
stancarsi di costruire, costruire
soluzioni, vie d’uscita: non abbiamo la
bacchetta magica, ma dobbiamo far tesoro
di quello che c’è e di quello che
siamo». Qual è l’emergenza vera di
questa provincia? «Senza dubbio il
lavoro, l’occupazione. Il Nucleo
industriale è un nobile ormai decaduto e
soluzioni nuove sono tutte da inventare:
per carità, certe scelte spettano alla
politica e alle associazioni di
categoria, ma come Prefettura potevamo e
dovevamo mettere insieme tutte queste
forze e farle girare nella stessa
direzione. E se è vero che qui in
Prefettura ci si è sempre venuti a crisi
ormai conclamata o a licenziamenti
partiti, è pur vero che un bel lavoro lo
abbiamo fatto sul fronte del credito,
istituendo un osservatorio ad hoc e
sollecitando le banche a rivedere il
loro atteggiamento nei confronti delle
imprese. Per i licenziati che salirono
sul tetto del depuratore si è trovata
una soluzione con la Regione; per la
Ritel si sono attivati i canali con i
livelli superiori del Ministero... Tutto
quello che si è potuto fare si è fatto,
anche in un’ottica di prevenzione:
perché con la perdita del lavoro può
arrivare il lavoro nero, l’usura...».
Anche a Rieti, sempiterna isola felice?
«Guardi, se Rieti è avulsa dalla
presenza di criminalità organizzata
questo si deve certamente ad un tessuto
civile ancora sano ma anche al gran
lavoro di prevenzione che fanno le forze
dell’ordine. Un lavoro che in più di
un’occasione ho voluto si condividesse
con i sindaci». Sindaci e comuni oggetto
di un’attenzione particolare: «Il
controllo degli organi locali rientra
tra i compiti della Prefettura, ed è
quello che abbiamo fatto». Mettendo mano
anche a quel ginepraio che sono le
incompatibilità e i conflitti di
interesse: «Le persone possono essere le
più oneste possibili ma c’è la legge da
far rispettare e con quella gli
interessi dei cittadini da tutelare,
tutto qui. Ma il mio appello più
pressante ai sindaci è stato quello di
unirsi magari con i vicini per
continuare a garantire ai cittadini uno
standard accettabile di servizi,
dall’assistenza domiciliare al vigile
per strada. Perché poi il fine ultimo
della nostra azione è solo e soltanto la
tutela dei diritti dei cittadini. E’ per
loro che lavoriamo». I cittadini
ringraziano.
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5 Gennaio 2010 |
Papalia a Napoli, la farsa infinita
«Chiedo di
ritirare la squadra alla fine dell’andata, ma di conservare il titolo in
LegaDue»
di EMANUELE LAURENZI
La sera promette a dei ragazzini di realizzare il loro sogno. Il giorno
dopo lo svende per pochi denari. Ecce homo. Ecco l’uomo. Anche se
sarebbe meglio dire Ecce Papalia, ecco Papalia. Evidentemente non
sazio delle pessime figure fatte in giro per l’Italia negli ultimi sei
mesi, l’ex presidente del basket reatino manda in scena un’altra puntata
della farsa napoletana.
Chiuso il capitolo del -70 rimediato in casa con Biella, l’uomo dei
sogni (spezzati) ha chiamato a raccolta i 7 giovani reatini che erano
scesi fino al PalaBarbuto per salvare il suo onore e ha promesso loro di
farli giocare in serie A fino a fine stagione in nome della decisione di
schierare una squadra di juniores. Un vero e proprio sogno che si avvera
per un ragazzo cresciuto a pane e basket, alla faccia del rischio di
prendere 70 punti di scarto ogni domenica. Peccato che dopo una nottata
tutto sia cambiato e che da “Uomo dei sogni” Papalia si sia trasformato
nella riuscita imitazione de “L’uomo delle stelle” di Giuseppe
Tornatore, quel Sergio Castellitto che girava i paesini della Sicilia
spacciandosi per un impresario e promettendo alla gente di farla
sbarcare nel mondo del cinema. Così ieri nel primo pomeriggio ecco
comparire su Repubblica.it una lunga intervista dal titolo: “Papalia e
la farsa Napoli: Chiediamo alla Fip il ritiro”. E scorrendo le
dichiarazioni ecco che si scopre che quella promessa fatta la sera prima
a dei ragazzini emozionati era solo un modo per tirare a campare qualche
ora in più. Tutto nella norma, non fosse che anche nella richiesta
avanzata alla federazione l’ex patròn della pallacanestro reatina
dimostra di non conoscere davvero limiti. «Chiederò alla Federazione un
accordo che, salverebbe la neutralità della nostra presenza in questa
stagione - si legge nell’intervista - E cioè di poterci ritirare dal
campionato al termine del girone di andata. Non vinceremo alcuna
partita, non faremmo torti, e questa è, per assurdo, la nostra fortuna.
Uscendo al girone di ritorno, eviteremmo 15 partite inutili, i viaggi
altrui a Napoli, un ulteriore danno d’immagine al basket. In cambio
chiediamo di retrocedere in Legadue senza perdere il diritto sportivo
per programmare il prossimo campionato a Napoli».
Nessun cenno, ovviamente, alla promessa fatta ai 7 reatini ai quali è
stato anche proposto di svolgere gli allenamenti a Rieti e di spostarsi
a Napoli solo la domenica. In realtà, nel resto dell’intervista, ci sono
le solite invettive contro Rieti «città da dove m’han fatto fuori...
perché era stato deciso politicamente dopo la mia candidatura a sindaco
per il centrosinistra nel 2007». Solita musica, senza far cenno al fatto
che, alla fine, per salvare la faccia proprio ai reatini Papalia ha
dovuto far ricorso. E ora si aspetta di vedere ciò che accadrà, a
partire dall’audizione che attende l’ex presidente il 15 gennaio.
Davanti alla Procura federale dovrà rispondere di presunte irregolarità
amministrative, pare nella compilazione dei moduli F24, anche per il
periodo reatino. Ecce homo.
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3 Gennaio 2010 |
di ANDREA BONANNI
Il caso passa ora nelle mani della
magistratura. La morte di Alessandra
Rauco, la trentacinquenne di Leonessa
deceduta dopo un piccolo intervento al
naso presso il Policlinico capitolino
Casilino, finisce all’attenzione della
procura della Repubblica di Roma che ha
aperto un fascicolo sulla morte della
ragazza dopo la denuncia presentata dai
familiari. Quanto accaduto alla giovane
nelle ore antecedenti e immediatamente
successive l’intervento non convince i
parenti della vittima che sospettano un
errore nella procedura di
somministrazione dell’anestesia. Questa
mattina, intanto, presso l’obitorio
della struttura romana verrà eseguito
l’esame autoptico sul corpo della
ragazza per accertare le reali cause del
decesso. La trentacinquenne era stata
ricoverata presso il policlinico i primi
di dicembre dopo un incidente col
motorino. La caduta le aveva provocato
una frattura al naso, ma nulla che
facesse prevedere quanto invece è poi
accaduto. Del resto il trauma riportato
dalla giovane viene generalmente
trattato con una procedura di routine,
attraverso la riduzione e contenzione
della stessa, da effettuare in anestesia
generale e non più tardi dell’ottavo
giorno dall’incidente. Questo per
evitare l’inizio del consolidamento dei
frammenti ossei dislocati. L’intervento
le è stato addirittura anticipato dai
chirurghi romani di alcuni giorni, vale
a dire per i primi di dicembre. Tutto
sembrava essere andato per il verso
giusto fino al 5 dicembre quando
Alessandra è entrata inspiegabilmente in
coma, uno stato da cui non si è più
ripresa. Il suo cuore ha smesso di
battere la mattina del 31 intorno alle
9,30.
Contattata, la direzione sanitaria del
policlinico capitolino non ha rilasciato
alcuna dichiarazione, rinviando
qualsiasi chiarimento a domani mattina,
giorno in cui dovrebbe rientrare il
dirigente incaricato. Leonessa, intanto,
si appresta a dare l’ultimo saluto ad
Alessandra. Una ragazza molto conosciuta
in paese, dove era sovente tornare
spesso per raggiungere la mamma e il
fratello, nonostante il suo lavoro da
operatrice di call center l’avesse
obbligata a trasferirsi a Roma. Brava
attrice dialettale, nel piccolo centro
montano faceva parte del gruppo “Il
Cardo” con cui aveva intrapreso tutta
una serie di iniziative culturali che le
avevano consentito di mostrarsi a tutti
come giovane attenta e sensibile. La
notizia della morte è giunta
inaspettata, provocando grande
commozione. Al momento non si conoscono
le procedure che determineranno l’azione
della procura della Repubblica di Roma
sul caso denunciato dai familiari di
Alessandra Rauco e se la stessa procura
disporrà, ad esempio, oltre ad una serie
di interrogatori ai medici coinvolti
nell’intervento chirurgico, il sequestro
della cartella clinica. Molto dipenderà
dall’esito dell’autopsia
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3 Gennaio 2010 |
Terminillo delle beffe, con la neve
sempre troppo poca per sciare e sempre
troppa per guidare. Così, dopo la
nevicata di ieri notte, sciatori
comunque a secco e automobilisti in
panne fin nella centralissima Pian de’
Valli. «E pensare che è Terminillo, mica
Addis Abeba», scherza ma non troppo
Fabio Desideri, il presidente del Cai di
Rieti che ieri mattina, ciaspole ai
piedi, ha comunque guidato un
gruppettino di appassionati fino al
Rifugio La Fossa. Non meno sconsolato il
commento di un altro terminillese doc,
il maestro di sci Enrico Faraglia:
«Piste di fondo non battute, impianti
chiusi, è il Terminillo bellezza».
Nel pomeriggio però qualcosa si è mosso:
il battipista sul circuito del fondo e i
cingolati della Società Funivia, al
lavoro per preparare le piste per oggi.
«La neve non è molta e poi sotto è tutta
acqua: più che batterla la cingoliamo
per fargli prendere aria sperando che
venga un po’ di freddo», dice Flavio
Formichetti. «Per domattina (oggi per
chi legge, ndr) dovremmo aprire
almeno il tappeto della Togo e le
Carbonaie». Pronto per intero, invece,
il circuito del fondo.
A. LANCIA