Corriere di Rieti 2/6/2006
Comune
in guerra contro la modifica della legge che consentiva la
costruzione di nuove piste
“Terminillo,
un futuro che sfuma”
Costini:
la Regione taglia le gambe al turismo invernale
RIETI - "Apprendo con profondo disappunto e rabbia - ha dichiarato
l'assessore al Terminillo del Comune di Rieti, Felice Costini - la
notizia dell'abrogazione, con un emendamento della finanziaria,
della legge regionale che permetteva l'apertura di nuovi impianti
di risalita sul Terminillo. Il presidente Marrazzo, per l'ennesima
volta, viene meno alla sua parola, penalizzando pesantemente la
nostra provincia". E' guerra aperta contro la Pisana, che, secondo Costini, mette a rischio lo sviluppo del Terminillo. Era stato
infatti lo stesso governatore ad assicurare che i progetti per le
nuove piste sarebbero stati mantenuti, proprio per assicurare il
rilancio dello sviluppo della montagna reatina. "Ancora una volta -
ribadisce Costini - Marrazzo smentisce con i fatti le proprie
parole, danneggiando e compromettendo il futuro del nostro
territorio: la legge, che era stata promulgata dalla giunta Storace,
avrebbe permesso la costruzione di nuove piste, soprattutto sul
versante nord del Terminillo, permettendo tra l’altro l’utilizzo di
un investimento privato pari a 60 milioni di euro, dando nuovo
impulso al turismo invernale, permettendo l’ammodernamento di una
stazione sciistica ferma da 50 anni. Ovviamente l’apertura di nuove
piste doveva prevedere il taglio di alcuni alberi ma la legge, come
d’altra parte in tutte le regioni d’Italia., prevedeva la
ripiantumazione in altro sito, di un numero di piante doppio
rispetto a quelle tagliate. Questa legge era uguale a quelle
presenti in Trentino, Abruzzo, Valle D'Aosta, cioè in tutte quelle
regioni in cui il turismo invernale è considerato strategico nello
sviluppo economico dei territori. Invece l'attuale maggioranza di
centrosinistra regionale, cedendo ai ricatti degli integralisti
verdi, riporta la nostra provincia indietro, tornando ad una
cultura vincolistica capace solo di frenare qualsiasi ipotesi di
miglioramento e di sguardo verso il futuro". Secondo Costini, la
cultura del no a tutti costi, "di coloro che si autoproclamano
difensori di territori che non conoscono e che non vivono, rischia
di dare il colpo finale alla nostra provincia, chiudendo qualsiasi
ipotesi di miglioramento.
Corriere di Rieti 4/6/2006
La Provincia risponde al Comune di Leonessa dopo lo stop della Regione ai nuovi
impianti
“Sul Terminillo nessun passo indietro”
LEONESSA - (p. c.)
"Il
programma integrato degli interventi permetterà di superare le
problematiche generate dalle modifiche introdotte dall'ultima
finanziaria regionale consentendo comunque uno sviluppo sciistico
del monte Terminillo, anche per quanto riguarda il versante
leonessano". Roberto Giocondi, vicepresidente della Provincia di
Rieti, risponde invitando alla programmazione ed al "fare squadra"
a livello territoriale all'allarme lanciato dal Comune di Leonessa
con cui si puntava il dito sulla soppressione da parte dell'attuale
giunta regionale del
Lazio
del comma 3bis dell'articolo 8 della legge regionale 24
del 1998 inserito da Storace accusando la Provincia di Rieti di
"inerzia". "Non siamo affatto stati inermi di fronte alla
progettualità che riguarda lo sviluppo del Terminillo - precisa
Giocondi - e stiamo procedendo confrontandoci con tutti i Comuni
del comprensorio e' continuando a mantenere contatti con gli uffici
regionali preposti per redigere un piano integrato
degli interventi che dovrà passare in consiglio provinciale e poi
in Regione che permetta al di là delle modifiche legislative che
sono
state
attuate di intervenire sul Terminillo sia per la creazione del
parco, sia per i rimboschimenti e sia per i nuovi impianti
sciistici" Quanto al progetto di 55milioni di euro della Isic
spa
di
cui il sindaco leonessano
Alfredo
Rauco, la maggioranza in Comune ed il consigliere
provinciale Paolo Trancassini hanno paventato la perdita con le
nuove disposizioni regionali annunciando una forte mobilitazione,
Giocondi minimizza. "Il progetto iniziale della Isic così come
presentato inizialmente non andava bene - ha detto - ma una versione
corretta è contemplabile nel piano integrato degli interventi,
quindi la cosa più utile da fare in questa fase è evitare le
polemiche con
le
quali
di
certo non aiutiamo la prosecuzione del progetto. Bisogna
invece continuare a lavorare insieme per arrivare in Regione con un
piano che sia comprensivo delle esigenze di tutti i Comuni interessati''. Un atteggiamento giudicato "imbarazzante" da parte
del consigliere provinciale Trancassini che invita il presidente
della Provincia di Rieti "ad un confronto pubblico sulla vicenda,
scelga lui il moderatore ed il luogo della conferenza stampa". "Un
presidente - scrive Trancassini - che vede il proprio territorio
umiliato da una modifica legislativa da parte del presidente della
Regione deve alzare la voce sempre, a prescindere dall'appartenenza
politica. Un presidente che non si oppone e non vince la battaglia
per la realizzazione di nuovi impianti realizzati con fondi privati
deve dimettersi".“Sull`Alcatel - aggiunge spiegando che "realizzare il progetto Isic
oggi, contro l'attuale normativa, significherebbe mettere in piedi
un'attività in ogni momento a rischio di corso al
Tar" -
abbiamo combattuto per fendere un'azienda storica che può lasciare
la nostra provincia e questo è giusto. Su finanziamenti privati
portati dalla Isic
ora la
politica è chiamata solo a dare risposte costruttive. Ora invece
prendiamo atto di una Regione che ostacola lo sviluppo del
Terminillo con la complicità della Provincia
Il Tempo 4/6/2006
La Regione boccia la realizzazione di
impianti sciistici: insorgono i sindaci contro il presidente della
Provincia
"Adesso
Melilli deve dimettersi "
Tradite le aspettative degli operatori
turistici del Terminillo, di Leonessa e Cittareale
La Regione Lazio
abroga la norma che consente la realizzazione di nuovi impianti
sciistici e il centrodestra reatino "insorge" chiedendo le
dimissioni del presidente Melilli. Le
nuove
misure del centrosinistra, di fatto, cancellano
le
aperture siglate dall'ex giunta Storace e «tradiscono» le
aspettative degli operatori turistici del Terminillo, di Leonessa e
di Cittareale.
L'abrogazione è
Avvenuta con un emendamento
della
finanziaria della legge
regionale. I primi a rendersi conto del "siluramento" sono stati il
sindaco Rauco di Leonessa e i1 consigliere provinciale Trancassini.
Ieri si sono miti al coro i giovani di 'Liberamente Rieti",
Giancarlo Turina dell'Udc, il Gruppo consiliare di Forza ltalia in
Provincia e il presidente di
An
Chicco Costini. Oggi è tornato sull'argomento il consigliere Trancassini. «II silenzio assordante
dell'Amministrazione Provinciale vuoi dire complicità in questa
incredibile scelta della Regione di Marrazzo - ha scritto
Trancassini - e allora un presidente Melilli che vede il suo
territorio umiliato e non muove un dito deve solo dimettersi. Il
centrosinistra non solo non rappresenta questo territorio ma
addirittura lo penalizza e allora si torni alle urne». Rincara la
dose la federazione provinciale di
An. «La politica
di
Marrazzo penalizza pesantemente
la nostra provincia dice
Costini - Prima ci ha cancellato l'assessore regionae promesso;
poi ha continuato a promettere, e a non mantenere, sul Cotral e
sulle politiche sanitarie, ora l'arrogante cancellazione dei nuovi
impianti sciistici. Un anno e mezzo fa, in campagna elettorale, era
stato infatti lo stesso governatore ad assicurare che i progetti per
le nuove piste sarebbero stati mantenuti, proprio per assicurare
il rilancio dello sviluppo della montagna reatina. La legge che era
stata promulgata dalla giunta Storae avrebbe permesso la
costruzione di nuove piste, soprattutto sul versante nord del
Terminino, permettendo tra l'altro l'utilizzo di un investimento
privato di circa 60 milioni di euro, dando nuovo impulso al
turismo invernale, permettendo l'ammodernamento di una stazione
sciistica ferma agli anni 50 e facendo occupazione.
L'apertura di nuove piste -
ha aggiunto Costini - doveva
prevedere il taglio di alcuni alberi, ma la legge, come d'altra
parte in tutte le regioni d'Italia, prevedeva
la ripiantumazione in
altro sito di un numero di piante doppio rispetto a quelle tagliate.
Questa legge era uguale a quelle presenti in Trentino, Abruzzo, Valle D'Aosta».
Il Tempo
11 giugno 2006
di PAOLO DI LORENZO |
|
«I
LEONESSANI e i reatini che spingono per lo sviluppo del
turismo ... |
... montano e delle
stazioni sciistiche sono stati "traditi" dal presidente
Marrazzo e dal presidente Melilli e per questo si accingono
a manifestare energicamente martedì mattina, 13 giugno,
all'interno della Sala Consiliare di Palazzo d'Oltrevelino».
Le parole, durissime, sono del consigliere provinciale Paolo
Trancassini, del sindaco di Leonessa Rauco, del sindaco
Emili e del presidente di An Chicco Costini. «La Regione
Lazio ha voltato le spalle allo sviluppo sciistico del
Comprensorio Terminillo-Leonessa - ha detto Emili - ma noi
non subiremo passivamente questa scelta vergognosa del
centro-sinistra. Da una parte parlano di sviluppo del
turismo e della montagna e dall'altra mortificano le nostre
famiglie, cedendo ai ricatti della cultura del No di Verdi,
comunisti e post-comunisti». Ma riepiloghiamo sul «che cosa»
è successo. Nonostante i proclami fatti poco più di un anno
fa in campagna elettorale, la Giunta rosso-verde della
Pisana ha votato investimenti solo per il litorale romano e
ha bloccato qualsiaisi progetto da realizzarsi in montagna;
c'è stata, addirittura, l'abrogazione di una legge fatta
dall'Udc Ciocchetti e dall'ex presidente Storace circa
l'ampliamento e la modernizzazione dei bacini sciistici. «Il
Presidente Marrazzo — hanno osservato il sindaco di Leonessa
Rauco e il consigliere provinciale Trancassini — con un
colpo di spugna ed in modo estremamente subdolo, vista la
mancata pubblicità di quanto posto in essere e la
collocazione dell'editto all'interno della legge finanziaria
per l'esercizio 2006, contrariamente a quanto affermato in
campagna elettorale e direttamente ai cittadini di Leonessa
nell'incontro avvenuto in un noto albergo locale, ha inferto
un duro colpo sulla possibilità di qualsiasi sviluppo del
comprensorio sciistico del Monte Terminillo ed in
particolare del versante Leonessano. Infatti con propria
legge 28 Aprile 2006, n. 4 pubblicata sul B.U.R. del 29
aprile 2006, n. 12, ha soppresso il comma 3 bis dell'art. 8,
della L.R. n. 24/1998, inserito dalla Giunta del Presidente
Storace, con L.R. n. 18/2004, che prevedeva deroghe per
sviluppo ed occupazione nelle nostre montagne. Se il
centro-sinistra non torna indietro brucia 55 milioni di euro
di investimenti decisi dai privati su Leonessa». Cosa
recitava la legge approvata dal centro destra regionale?
«Testualmente recitava - ha precisato Costini - Qualora lo
sviluppo delle attività sportive comporti la necessità di
razionalizzare o integrare bacini sciistici intercomunali
anche con taglio di alcuni alberi, l'importante è garantire
il rimboschimento compensativo con specie autoctone. In
altre parole, difendendo l'ambiente si potevano migliorare
piste ed impianti di risalita sulle nostre località
sciistiche». |
Il Tempo
14 giugno 2006
«UCCIDERE il Terminillo è uccidere lo sviluppo delle nostre
montagne». |
|
di PAOLO DI LORENZO
|
Con questo
maxi striscione, magafoni e volantini, ieri mattina, si è
aperta la protesta di sindaci montani, operatori turistici,
commercianti leonessani e di Pian de' Valli e simpatizanti
del centrodestra. Tutti gli slogan, rigorosamente in
negativo, sono stati rivolti al presidente della Regione Marrazzo, a quello della Provincia Melilli e all'assessore
al Terminillo Giocondi. «La Regione Lazio ha voltato le
spalle allo sviluppo sciistico del Comprensorio
Terminillo-Leonessa - ha detto il capogruppo di Forza Italia
Nicolai - Melilli e il centrosinistra sono prigionieri dei
No global, dei Verdi e dei Comunisti. Da una parte parlano
di sviluppo del turismo e della montagna e dall'altra
mortificano le nostre famiglie, cedendo ai ricatti dei
comunisti e postcomunisti. Giocondi, Melilli e i reatini
devono sapere che molti romani non scelgono più Leonessa e
Terminillo perché gli impianti sono vecchi e così se ne
vanno in Abruzzo e in Toscana. La nostra offerta sciistica è
ferma al 1970 e boicottare il miglioramento delle piste
significa distruggere ogni prospettiva di sviluppo». Dalla
Provincia l'assessore Giocondi e il presidente Melilli hanno
cercato di difendersi con la frase che nessun progetto di
ampliamento è stato rigettato dalla Regione ma il «colpo di
spugna» della Giunta Marrazzo è sotto gli occhi di tutti. «Melilli
è politicamente complice e Giocondi balbetta – hanno
osservato il sindaco di Leonessa Rauco e il consigliere
provinciale Trancassini – il colpo di spugna di Marrazzo c'è
stato e in modo estremamente subdolo, vista la mancata
pubblicità di quanto posto in essere e la collocazione
dell'editto all'interno della legge finanziaria per
l'esercizio 2006, contrariamente a quanto affermato in
campagna elettorale e direttamente ai cittadini di Leonessa
nell'incontro avvenuto in un noto albergo locale, ha inferto
un duro colpo sulla possibilità di qualsiasi sviluppo del
comprensorio sciistico del Monte Terminillo ed in
particolare del versante Leonessano. Se il centrosinistra
non torna indietro brucia 55 milioni di euro di investimenti
decisi dai privati su Leonessa e va in fumo anche ogni
possibile (e credibile) ammodernamento delle piste in Vallonina, a Terminillo, Cantalice e Micigliano».
|
di Marco Fuggetta ("Il Tempo" Domenica 5 novembre 2006)
Non c'è pace per il progetto di ampliamento dei bacini
sciistici, nonostante pochi giorni addietro il rendez-vouz romano tra il
governatore Piero Marrazzo, i rappresentanti leonessani guidati dal
sindaco Alfredo Rauco e dal consigliere provinciale Paolo Trancassini, il
Presidente della Provincia Fabio Melilli sembrava aver messo tutti d'accordo
sulla strada da percorrere per realizzare quelle tanto desiderate piste da sci
sul versante nord del Terminillo, e cioè l'apertura a breve di un tavolo
tecnico in Provincia. E invece è di ieri la notizia che la sinistra radicale
reatina si è messa di traverso. In pratica Verdi, Rifondazione ed altri dicono
che non se ne parla assolutamente di approvare quel progetto. Non con il
loro benestare. E Trancassini torna ad infuriarsi: "I mal di pancia della
sinistra sono la prova del nove che la sinistra è contro lo sviluppo"
esordisce " e oltretutto è anche l'ennesima dimostrazione che i leonessani sono
stati ascoltati più a Roma che dai nostri rappresentanti provinciali". Certo è
che la presa di posizione dell'ala radicale della sinistra è sembrata
sorprendere tanti, in primis quegli stessi amministratori leonessani che hanno
"marciato" a Roma lo scorso 19 ottobre insieme ai loro concittadini
rappresentanti dei partiti di centrosinistra, compresi di quelli radicali
rosso-verdi. «Vorrei chiedere a questi signori - punzecchia Trancassini - se
conoscono l'opinione dei loro elettori leonessani. Se li contattassero
scoprirebbero che esponenti locali dei loro stessi partiti hanno partecipato
alle nostre iniziative. Oltretutto questa è la dimostrazione che i signori della
sinistra radicale reatina non sanno fare il loro mestiere se è vero, come
è vero, che i loro stessi rappresentanti ed elettori leonessani non li seguono.
Comunque hanno dimostrato ancora una volta di non conoscere il progetto che, è
bene ricordarlo, ha già la valutazione positiva d'impatto ambientale". Ma
l'avvocato ex sindaco di Leonessa è anche un consigliere provinciale
targato AN e allora attacca a testa bassa la sinistra concentrandosi sul dramma
del lavoro che se ne va, dramma che Rieti sta vivendo ancora una volta con
il caso BembergCell. "Oggi l'ennesima azienda reatina chiude. Ed è gravissimo
- conclude Trancassini - che da parte di questa sinistra ci sia la volontà di
contrastare un modello di sviluppo, anche occupazionale, alternativo come lo è
il nostro progetto, scegliendo ancora una volta la politica della pacca sulla
spalla al lavoratore senza ricercare soluzioni e ricette diverse".
|
Il Messaggero 11 Giugno 2006
Durissimo attacco di An dopo che la Giunta regionale ha cancellato legge di Storace
«Marrazzo affossa il Terminillo»
Melilli replica: Lo sviluppo della montagna non dipendeva da quella norma
di ILARIA STRINATI
Una conferenza stampa arrabbiata , per denunciare «l'ennesimo schiaffo inflitto dalla Regione allo sviluppo del Terminillo», per chiamare tutti i reatini «ad una mobilitazione generale in difesa della loro montagna». Si alternano nell'aula consiliare del Comune, i lunghi ed infervorati interventi dell'assessore Chicco Costini , del consigliere provinciale di An Paolo Trancassini , dei sindaci Giuseppe Emili ed Alfredo Rauco , Leonessa. Parte il primo attacco. E' per la Regione che, in sede di approvazione della Finanziaria, «ha cancellato con un colpo di spugna - tuona Costini - e senza coinvolgere i comuni interessati la legge varata dalla Giunta Storace che consentiva di realizzare impianti sciistici sul Terminillo, con particolare riferimento al versante Nord (in deroga al Piano paesistico che bloccava simili interventi sopra ai 1200 metri di altezza). Ora, grazie alla Giunta Marrazzo , lo sviluppo della montagna resta bloccato. Dov'erano i nostri consiglieri regionali (tutti e tre, s'intende, ndr) mentre veniva approvato questo emendamento?». E solo l'inizio di una protesta che il centrodestra si prepara a portare un po' ovunque: dal Comune (è pronto un ordine del giorno nel quale si chiede al sindaco Emili di intervenire presso Marrazzo al fine di aprire un tavolo di concertazione), agli uffici della Regione dove addirittura non si escludono forme d'occupazione. Senza dimenticare di passare però per la Provincia di Rieti, con la quale tuttavia era in corso da mesi un comune progetto di rilancio della montagna. Va giù pesante Trancassini, che - mentre vede sfumare il sogno di realizzare il comprensorio sciistico Terminillo-Leonessa, «per il quale erano già pronti 55 milioni di euro d'investimenti da parte di privati che ora stanno seriamente pensando di abbandonare il progetto» - si lancia a testa bassa contro Fabio Melilli, spingendosi a chiederne le dimissioni. Pacata, ma ferma la replica del presidente: «Non credo che lo sviluppo del Terminillo possa passare attraverso una legge fatta all'ultimo minuto e che, tra l'altro, non teneva conto di aspetti imprescindibili come la valutazione dell'impatto ambientale. Piuttosto, Costini e Trancassini si chiedano cosa sia stato fatto per Leonessa nei cinque anni di Giunta Storace. Praticamente niente». Ed ancora: «Stiamo ultimando il Piano di valorizzazione del Terminillo concordato con i sindaci di tutti i comuni interessati e presto lo sottoporremo all'attenzione della Regione. Mi stupisce che l'assessore Costini parli in tali termini, dal momento che il centrodestra in quindici anni di governo del Comune non è riuscito a fare assolutamente nulla per il Terminillo». Che, intanto, sta lì a guardare.
Il
Messaggero Martedì 13 Giugno 2006
Terminillo, nessuna rinuncia allo sviluppo
Regione e Provincia: «Accuse assurde, i progetti vanno avanti»
Aspettando la
marcia su Rieti pro Terminillo minacciata dal consigliere
provinciale Paolo Trancassini e dall'assessore comunale Felice
Costini, sul tema - rilancio sì, costruzioni no e allora come? -
arrivano le reazioni di Regione (il presidente del consiglio Pompili
e i consiglieri reatini Perilli e Massimi), Provincia (il vice
presidente Giocondi) e Verdi (il presidente Lorenzetti). «La
considerazione più facile e scontata è quella di ricordare a chi
oggi strilla e urla che sono passati diversi lustri senza che sia
stato costruito nulla di concreto per il rilancio della montagna -
si legge nella nota della Regione - La Giunta Marrazzo riconferma la
piena disponibilità a sostenere le proposte di miglioramento del
bacino sciistico del Terminillo che la Provincia sta costruendo con
il coinvolgimento degli enti interessati». Proposte, fa sapere la
Provincia, che sono state riassunte in un piano di interventi che
«non contempla solo una razionalizzazione e ampliamento del bacino
sciistico, ma prevede allo stesso tempo la realizzazione del Parco
Regionale del Terminillo, nonché importanti interventi sulle
caratteristiche ambientali, paesaggistiche, e sulla viabilità
d'accesso a pian de Valli». Piano che «verrà approvato entro il 25
giugno visto che le modifiche introdotte dalla finanziaria regionale
2006 non intaccano le procedure amministrative su cui sono stati
predisposti gli interventi». E arriviamo alla ratio delle
modifiche (della Giunta Storace, 2004) e contro modifiche (della
Giunta Marrazzo, 2006) alla legge di tutela ambientale (del Ministro
Bottai, 1939) che trovò applicazione con il cosiddetto decreto
Galasso (1985) e, su scala regionale, con la legge sui piani
paesistici (della Giunta Badaloni, 1998). «Altro che colpo di mano
contro Rieti e contro lo sviluppo del Terminillo - scrivono i Verdi
- si cancella una legge vergognosa che avrebbe consentito sanatorie
degli abusi edilizi ovunque, perfino nelle aree protette, consentito
l'edificazione anche in riva al mare, cancellato le zone di rispetto
anche per motivi di sicurezza, dei fiumi e una serie di altre
nefandezze che suscitarono le ire di chiunque avesse un minimo di
buon senso. E' vero, cancellando i contenuti di quella legge si è
tornati all'impossibilità di radere al suolo non qualche albero come
vorrebbero far credere, ma 50 ettari della più antica e importante
faggeta dell'emisfero nord, quella appunto del Terminillo protetta
non solo da leggi nazionali, ma anche da precise norme della
Comunità Europea. Quindi aldilà delle volontà della Provincia di
Rieti, che ci sembra abbia tentato un percorso di mediazione, i
deliri privatistici che avrebbero condotto ad una vera e propria
svendita del Terminillo di Trancassini&C avevano ben poche
possibilità di avere successo». Come non l'ha avuto il tentativo di
una parrocchia romana (dei Santi Gioacchino e Anna) di organizzare
al Terminillo un ritiro per i suoi 30 catechisti: l'albergo dove era
stato prenotato il week end ha prima accettato la prenotazione, poi
avvisato il gruppo dell'indisponibilità del gestore. Sarà per
un'altra volta, se Dio vuole.
A.L.
Il Messaggero Mercoledì 14 Giugno 2006
Terminillo, respinto l’assalto di An
Ma
poi il centrosinistra si squaglia quando Forza Italia chiede di
sostenere il progetto della ferrovia
di ALESSANDRA
LANCIA
Testa coda
del centro sinistra in Provincia che nel consiglio "laghi & monti"
di ieri prima respinge l'assalto del centro destra per avere un
pronunciamento sul Terminillo contro la Giunta Marrazzo ,
poi, al momento di votare un altro ordine del giorno stavolta per
perorare presso il nuovo Governo la causa della ferrovia Passo
Corese-Rieti si dilegua lasciando in aula il solo Filippo
Lucentini . E mentre lui - alle 4 e mezzo del pomeriggio -
fronteggia gli urlacci dei facinorosi - e seguire di Chicco
Costini - Paolo Trancassini più goliardicamente tana
i capigruppo di Ds e Margherita Bruno Chiarinelli e
Vincenzo Lodovisi dietro la porta dell'aula che fanno
capoccella . La seduta era cominciata con altri urlacci e assai
minor tasso ironico alle 10 del mattino, con lo stesso Costini che
guida un manipolo di leonessani e ragazzi della destra alla presa
della "piccionaia" e Paolo Trancassini in aula che viene alle parole
con Fabio Melilli . Al centro dello scontro il destino del
Terminillo e la possibilità di farne «l'industria turistica» del
comprensorio attraverso il piano dei privati caldeggiato dall'ex
sindaco di Leonessa. Piano che però, al ritorno della calma e
all'inizio del dibattito vero e proprio (è ormai la mezza, 'chè
prima ci si è accapigliati a dovere sulla questione della
navigabilità dei laghi, di cui riferiamo a lato) il presidente della
Provincia smonta pezzo a pezzo: «Lo avete sbandierato come fosse
cosa fatta, a partire da quei 55 milioni di euro di investimenti dei
privati - dice Melilli - peccato che al momento quel piano sia solo
materia per architetti e ingegneri, visto che manca chi ci metta i
soldi. Un po' come la storia di Ritel con Alcatel...». Prima di lui
era stato il vice presidente Roberto Giocondi a ricordare che
altro era il piano faticosamente concordato dalla Provincia con i
comuni del Terminillo, incluso quello di Leonessa: «Non un
compromesso al ribasso ma il faticoso raggiungimento di una sintesi
rispettosa di tutte le sensibilità». «Con tutto il rispetto, io me
ne frego della sensibilità di chi fa il Verde sulle spalle degli
altri - replica Trancassini - chi mi giura che il piano che volete
concordare con i comuni e la Regione non sia poi impallinato dal
primo accchiappafarfalle che passa con un ricorso al Tar? Noi non vi
chiediamo soldi, ma di impegnare l'intero consiglio provinciale in
una battaglia contro la Giunta Regionale per evitare che furbate
come quella fatta passare sul treno merci della Finaziaria blocchino
di nuovo tutto». Niente da fare: sul punto l'opposizione tiene ma
anche la maggioranza fa altrettanto votando un documento assai più
blando. E questo mentre dal comune il sindaco Emili e l'ex
sindaco Cicchetti replicano alle accuse della Provincia di
aver latitato 12 anni dal Terminillo: «Alzi gli occhi, presidente:
vedrà quel gioiellino del Campo d'altura, la pavimentazione a pian
de Valli...» (le fogne no, che stanno, starebbero sotto terra...).
E' quando tocca all'ordine del giorno di Michele Nicolai (FI)
sulla necessità di sostenere la ferrovia per Roma che il centro
sinistra sbanda, arretra e si squaglia: peccato, dopo due anni era
la prima, robusta seduta vista in Provincia, governata con perizia
dal vice presidente del Consiglio Oreste Pastorelli . «Ci
volevamo noi per movimentare un po' la scena» gigioneggia Costini
mentre ripiega lo striscione pro Terminillo. Può servire ancora: i
giorni del Governo sono alle spalle, ricomincia la lotta. E quella
costa.
|
|