Dott. Ivo Pulcini |
3 marzo 2010 |
Lasciamo la patata "bollente" OGM
allo studio dell'ingegneria genetica, della tecnologia alimentare e
alle scelte politicosanitarie degli addetti ai lavori; ma
difendiamo, a denti stretti fino a renderla DOP, la genuinità, il
sapore insuperabile, le qualità organolettiche e dietetiche della "PETATA
LEONESSANA", che ha nutrito e fatto crescere tanti giovani e meno
giovani come me, che ho l'orgoglio di averla valorizzata con una
dieta medica ad hoc e ideando e realizzando la "PRIMA SAGRA DELLA
PETATA LEONESSANA" (V. filmato TG 3 del 14.10.1990 su
www.villapulcini.it oppure www.ivopulcini.net). Diventa FAN, ma
soprattutto assaggiala e sarà la tua salute per sempre.
Dr. Ivo Pulcini
Specialista in Cardiologia
Specialista in Medicina dello Sport - Postura (T.P.P.T)
Scienza dell'Alimentazione
altrimondi.gazzetta.it |
3 marzo 2010 |
L’Unione europea ha autorizzato per la prima
volta una coltivazione geneticamente modificata e
questo ha scatenato una ridda di prese di posizione.
Geneticamente modificata significa che stiamo
parlando degli Ogm?
Sì, appunto, quegli esseri viventi— animali o
piante— nel cui codice genetico si introduce una
porzione di Dna prelevata da un altro essere
vivente, in modo che certi presunti difetti
dell’organismo-bersaglio vengano cancellati. Oppure
in modo da dotare questo organismo-bersaglio di
qualità che prima non aveva. In Italia gli Ogm sono
avversati da tutte le forze politiche, praticamente
senza eccezione. E trovano qualche appoggio solo
nella comunità scientifica e in un certo numero di
coltivatori. Dopo la delibera della Ue, si sono
registrate le prese di posizione del ministro Luca
Zaia della Lega Nord («Non consentiremo che un
simile provvedimento comprometta la nostra
agricoltura»), dei Verdi («Inaccettabile»), del Pd
(«Il governo dica no»), dell’Idv («Contrasteremo in
tutti i modi » ) . No anche dalla Coldiretti, che
difende la nostra specificità messa in pericolo, a
parer suo, dall’ingegneria genetica, e no pure dalle
associazioni dei consumatori, dai dottori agronomi e
forestali riuniti nel Conaf (che ammettono tuttavia:
«come in ogni cambiamento epocale è necessaria la
massima prudenza, anche se bisogna prendere in
considerazione che la scienza non può essere
fermata») e, ovviamente, da quelli di Slow Food
(Carlo Petrini). Andando in cerca di pareri
favorevoli— perché siamo sempre ansiosi di sentire
tutte le campane— non abbiamo trovato ieri che il sì
entusiastico del dottor Roberto Da Fez, del Cnr, che
ha rilasciato un’intervista audio al sito Internet
del Corriere della Sera, mettendo in evidenza, tra
le altre cose, che «finalmente è finito il monopolio
della Monsanto». Sappiamo già, però, che nel campo
dei propugnatori degli Ogm c’è addirittura Umberto
Veronesi, il quale ieri ha taciuto, ma altre volte
ha con grande passione difeso i prodotti
geneticamente modificati.
Bisognerebbe intanto dire di che stiamo parlando.
Giusto. La Ue ha autorizzato la coltivazione di una
patata transgenica brevettata dal gruppo tedesco
Basf, detta Amflora e destinata alla produzione di
colle. I favorevoli a questa innovazione spiegano
che in questo modo — come sempre con gli Ogm— si
eviteranno una serie di procedure chimiche assai
dannose. I contrari ribattono che dalla patata Basf
si ricaverà, come residuo della lavorazione della
colla, un amido che sarà poi utilizzato come
mangimeper gli animali. È falso quindi— dicono— che
non entrerà alla fine nel nostro ciclo alimentare. E
questo è grave perché la modificazione genetica
apportata a questa patata la rende resistente ad
alcuni antibiotici. Quindi, mangiandola attraverso
la carne degli animali che se ne sono nutriti, non
saremo più in grado di essere curati per certe
malattie.
Mi pare che abbiano ragione i contrari.
Il professor Da Fez del Cnr sostiene però che
l’unico antibiotico a cui Amflora è resistente è la
canamicina (o kanamicina), che ormai secondo lui non
è presente in nessun farmaco. E poi i nostri batteri
intestinali sarebbero, a suo dire, ormai resistenti
per conto loro a questa kanamicina, come minimo una
volta su due.
E come dobbiamo fare? A chi si deve credere?
Su questo punto della kanamicina (e della neomicina)
ha però precisato con una dichiarazione
circostanziata Fabrizio Fabbri, direttore
scientifico della Fondazione Diritti Genetici.
L’illustre clinico ha spiegato che l’Efsa (Autorità
europea per la sicurezza alimentare) ha classificato
neomicina e kanamicina tra gli antibiotici di scarsa
o nulla importanza. Ma è un errore!, dice, e lo
dimostra l’opinione diversa dell’Organizzazione
mondiale della sanità e dell’Emea (Agenzia europea
del farmaco). «L’autorizzazione alla coltivazione
della patata geneticamente modificata Amflora è un
atto di vero e proprio fondamentalismo biotech».
Quindi?
Quindi vuole che le sciolga il dilemma io? Posso
solo dirle che noi abbiamo una legge, varata nel
2005, che regolerebbe la materia se la commissione
di controllo prevista fosse stata nel frattempo
insediata. Ma non è stata insediata (in 5 anni) e, a
quanto pare, Zaia non ha intenzione di insediarla.
Sicché 400 agricoltori del Nordest capitanati dal
contadino Silvano Dalla Libera hanno fatto causa
allo Stato italiano perché intendono coltivare mais
Ogm e con la normativa attuale non possono, benché a
rigore non sia vietato. Il nostro Consiglio di Stato
gli ha dato ragione e Zaia dovrà provvedere entro il
19 aprile. Oltre tutto — dicono Dalla Libera e gli
altri— importiamo ogni giorno da Argentina, Brasile
e Stati Uniti tonnellate di mangime geneticamente
modificato. Quindi, di che stiamo parlando?
Bisognerebbe intanto dire di che stiamo parlando.
viniesapori.net |
3 marzo 2010 |
Le perplessità ed i timori per la
salvaguardia delle patate di Montese e delle qualità autoctone
toscane crediamo possano essere le nostre perplessità ed i
nostri timori per la nostra patata.
La Redazione di www.leonessa.org
"Le patate di Montese sono a rischio tipicità per la recente
decisione dell'Unione europea che ha autorizzatola patata
transgenica Amflora".
E' il commento della Cia di Modena a seguito del provvedimento
comunitario che segue quello di pochi giorni fa relativo al via
libera, da parte del più alto organo della giustizia amministrativa
del nostro Paese, ovvero il Consiglio di Stato, alla coltivazione
del mais Ogm (il Mon810), sollevando numerose perplessità tra il
mondo agricolo. Proprio ieri, inoltre, da Bruxelles è stato dato il
via libera ad altri 3 nuovi mais Ogm.
"Avevamo chiesto subito un decreto da inserire nel 'Milleproroghe'
per bloccare la coltivazione e la commercializzazione di Ogm e la
predisposizione in tempi brevi di un Piano per le colture proteiche
- sottolinea la Cia - perché il 'biotech' non serve all'agricoltura
italiana, così diversificata, tipica e di qualità".
Cosa ne sarà adesso della tipicità del nostro tubero, soggetto a
possibili inquinamenti da pollini 'impazziti' che rischiano di non
trovare barriere? I produttori sono preoccupati per il loro prodotto
di nicchia, anche se la patata in questione non riguarda certo le
varietà tipiche coltivate a Montese perché il tipo di tubero è stato
sviluppato per la coltivazione e l'utilizzo dell'amido da essa
derivante a scopi industriali, nonché dei sottoprodotti della
lavorazione come mangimi.
"Sarebbe stato molto più opportuno attendere le linee-guida
annunciate dal presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso,
il quale ha rilevato, nelle scorse settimane, di non voler imporre
la coltura degli Ogm ai singoli paesi Comunitari- Invece, la
Commissione di Bruxelles, con il via libera alla patata transgenica
e a tre nuovi mais biotech, ha praticamente messo la parola fine
alla moratoria sulla coltivazione di organismi geneticamente
modificati in Europa".
La Cia ricorda inoltre che al mais transgenico Mon810 è scaduta, tra
l'altro (e non è stata ancora rinnovata) l'autorizzazione alla
coltivazione comunitaria, poiché l'Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare (Efsa) sta valutando le ricadute ambientali della
coltivazione con un monitoraggio approfondito.
"Riafferma la necessità di un confronto tra le parti interessate -
aggiunge la Cia di Modena - e ogni decisione in materia va presa
dopo una consultazione popolare che si pone indispensabile su una
problema di portata non solo economica, ma soprattutto etica. La
posizione sugli Ogm, come abbiamo sostenuto nella nostra quinta
Assemblea elettiva, scaturisce non da una scelta ideologica, ma -
conclude la Cia - dalla consapevolezza che la loro utilizzazione può
annullare la nostra idea di agricoltura e, quindi, può annullare
l'unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercato:
qualità, origine, tracciabilità, biodiversità, tipicità".
Dalla patata rossa di Cetica alla Sulcina della Garfagnana
sino alla patata di Zeri: sono ben sei le varietà toscane di patata
che sono state salvate da estinzione e valorizzate in un percorso di
qualità, ma che ora sono di nuovo a rischio: questa volta potrebbero
perdere le loro caratteristiche di tipicità in caso di
contaminazione con il tubero “amflora”, prodotto da una
multinazionale tedesca la cui coltivazione è stata autorizzata dalla
Commissione europea.
E' l'Arsia, l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione in
campo agricolo, a lanciare l'allarme al fine di evidenziare come
un'introduzione di colture ogm indiscriminata e non sottoposta ad
attente valutazioni di carattere scientifico potrebbe alterare
irreversibilmente lo straordinario patrimonio di biodiversità della
nostra regione.
Al momento non esiste uno studio specifico sull'impatto di questa
patata ogm, evidenzia il dire ttore dell'Agenzia, ma i dati generali
di questo prodotto indicano che il rischio di inquinamento genetico
è alto anche perché è consistente la possibilità di fecondazione
incrociata dovuta alla diffusione del polline attraverso gli
insetti. Un prodotto di tipo industriale come “Amflora”, evidenzia
il direttore di Arsia, non si presta a una diffusione nel territorio
toscano, in cui non esistono coltivazioni estensive di questo tipo e
la cui vocazione è quella di ospitare coltivazioni di patata di
qualità e in grado di valorizzare le varietà locali. Ma anche se le
coltivazioni della patata ogm fossero modeste, ugualmente
elevatissimo sarebbe il rischio di inquinamento per le nostre
produzioni tipiche, in testa quelle della patata rossa di Cetica
(Casentino, Arezzo) o della patata Sulcina della Garfagnana, due
prestigiose varietà autoctone, e ancora della patata di Zeri (Massa
Carrara), della patata di Santa Ma ria a Monte (Pisa), della patata
di Regnano (Lunigiana) e della Patata bianca del Melo (Cutigliano,
provincia di Pistoia, tutte quante inserite nell'elenco delle
produzioni tradizionali toscane.
Negli ultimi anni, in virtù della legge regionale sulla tutela e
valorizzazione del patrimonio di razze e interesse locale alcune di
queste specie hanno recuperato una valenza produttiva grazie al
lavoro di piccoli produttori e si sono affermate grazie alla loro
elevata qualità. Rappresentano un patrimonio di qualità e di
biodiversità da salvaguardare. Il problema della relazione con le
colture ogm, evidenziato dalla decisione della Commissione Ue, se
riguarda ora direttamente le coltivazioni di patata, coinvolge
potenzialmente tutta la relazione tra il transgenico e la produzione
agricola toscana, così legata alla qualità e all'identità
territoriale.
A tal fine l'Arsia negli ultimi anni ha dedicato studi e ricerche al
la verifica del potenziale impatto degli ogm sul territorio anche
per verificare scientificamente in che modo e a quali condizioni
sarebbe possibile garantire la coesistenza, cioè mantenere filiere
produttive separate tra prodotti ogm e prodotti non transgenici al
fine di consentire al consumatore di scegliere e anche per motivi di
sicurezza di fronte a eventuali emergenze alimentari. In particolare
la verifica sul territorio toscano attraverso un mais colorato, in
grado di simulare perfettamente il flusso dei geni attraverso i
pollini ha messo in evidenza la possibilità di inquinamento genetico
anche a distanze notevoli. Questa ricerca, ipotizzando
l'applicazione della bozza di linee guida in esame da parte della
Conferenza Stato-Regioni su una possibile coesistenza tra ogm e
colture tradizionali, ha mostrato come in nessuna zona della Toscana
sarebbe possibile far coesistere mais ogm con mais tradizionali se
non a rischio inquinamento di quest' ultimo. A qu este ricerche se
ne stanno aggiungendo altre: è al via un progetto per valutare il
possibile impatto nel nostro territorio, accanto al mais, di soia e
colza transgenica, ed è appena stato assegnato il bando per una
ricerca sugli impatti socio-economici degli ogm. Uno sforzo pubblico
è necessario, ha ribadito il direttore dell'agenzia, per avere
ricerche non di parte, ma garantite scientificamente a tutela dei
diritti di tutti affinché nei confronti degli ogm non ci sia una
posizione ideologica, pro o contro, ma una valutazione scientifica
capace di tener conto di tutti i riscontri oggettivi e anche di
mostrare i punti non ancora risolti sulle conseguenze dell'utilizzo
di questi prodotti. Il tutto a servizio della salute dei cittadini e
nel rispetto dell'integrità del patrimonio di biodiversità del
territorio. (Massimo Orlandi)
Cenni: “Ministro vogliamo provare a fare sul serio?
Allora meno slogan e più atti concreti”
“Purtroppo la 28° fiducia posta dal Governo alla Camera ha fatto
slittare la risposta alla mia interrogazione per conoscere cosa di
concreto abbia messo in atto il Governo in materia di Ogm. Abbiamo
capito la posizione personale del Ministro, che personalmente
condivido, ma francamente continuava a sfuggire quanto di concreto
sia stato attivato in via XX Settembre da settimane a questa parte.
Lo abbiamo chiesto subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato e
tanto più rinnoviamo la richiesta oggi dopo la decisione, grave e
preoccupante, dell’Unione Europea di autorizzare la produzione della
patata Ogm Amflora di proprietà della Bayer”.
Con queste parole Susanna Cenni, deputata
del Partito democratico commenta la decisione presa dalla
Commissione europea di concedere l’autorizzazione alla coltivazione
di una patata geneticamente modificata.
La parlamentare senese ha presentato nei giorni scorsi
un’interrogazione in Commissione agricoltura al Ministro delle
politiche agricole, Luca Zaia per sapere quali provvedimenti sono
stati presi fino ad oggi e quali intenda intraprendere il Governo
per evitare il caos normativo sugli Ogm e tutelare le produzioni
biologiche e convenzionali da possibili rischi di contaminazione
genetica, dopo la sentenza del Consiglio di Stato ha accolto la
richiesta presentata da un imprenditore agricolo sulla coltivazione
di mais Ogm.
“Il dibattito – continua Cenni - che si è aperto vede in questi
giorni spunti interessanti, ma anche una polarizzazione
ideologizzata fra chi considera gli Ogm il futuro, lo strumento per
sconfiggere ogni male del mondo e chi parla di cibi ‘Frankenstein’,
polarizzazione di cui possiamo discutere nei convegni, con tanto di
competenze scientifiche sull’uno e sull’altro fronte, ma che a mio
parere non incide sull’emergenza immediata: intervenire per coprire
i vuoti normativi che, ove non opera la politica, rischiano di
riempire i giudici e le varie sentenze, ed io credo che la buona
agricoltura meriti qualcosa di più. Un Ministro non può
semplicemente dirci che pensa al referendum, ma anche alla luce
delle dichiarazioni del presidente Barroso, deve attivare tutti gli
strumenti a sua disposizione o attraverso la clausola di
salvaguardia o stipulando assieme alle Regioni norme di garanzia
massima per il consumatore e per gli agricoltori convenzionali e
biologici dai possibili rischi di inquinamento genetico. Finalmente
oggi leggiamo che si intraprende la strada della clausola di
salvaguardia, ma con la decisione della Commissione europea si
rendono ancora più necessarie queste ed altre risposte del Governo
sulle coltivazioni Ogm in Italia. Dall’esecutivo, purtroppo in
questi giorni, sono arrivate molte dichiarazioni, ma, fino ad oggi,
nessun atto concreto era stato posto in atto. Forse anche su questo
tema la maggioranza ha idee contrastanti al suo interno? Io ritengo
che sia impraticabile un percorso che prima vede l’ingresso di Ogm e
poi detta le regole. Il buon senso consiglia l’esatto contrario”.
“Ed allora – prosegue Cenni - che si riparta con un provvedimento
urgente che ne decreti l’attuazione immediata (visto che il Governo
usa quotidianamente questa prassi per le norme ad personam), magari
riprendendo l’emendamento del Pd al ddl sul sostegno all’agroalimentare,
approvato in Commissione agricoltura alla Camera, che prevede
l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’eventuale utilizzo di
produzioni geneticamente modificate nella catena alimentare, magari
lavorando seriamente con le Regioni Italiane che assieme a decine e
decine di Regioni Europee da anni lavorano sulla costruzione di
filiere libere da Ogm. Dopo le parole, insomma, chiediamo a Zaia
misure concrete: attivare le competenze giuridiche necessarie per
valutare la decisione Ue, per affrontare quanto stabilito dalle
sentenze; costruire alleanze in Europa utili ad evitare l’apertura
di una strada che farebbe solo gli interessi dei signori dei
brevetti. Caro Ministro, interrompa per qualche giorno la sua
campagna in Veneto e si dedichi ad una partita importante per tutto
il Paese ed anche per il suo Veneto”.
agricolturaonweb |
3 marzo 2010 |
Patata Ogm:
'Un pericolo per l'agricoltura italiana'
Cia e Coldiretti contro la decisione della
Commissione Ue al via libera della patata
transgenica
-
Con la pericolosa fine della moratoria in
pieno contrasto con la volontà dei cittadini, la
Commissione europea ha anche annunciato la
storica intenzione di presentare entro l'estate
una proposta per far decidere liberamente ai
singoli Stati membri se coltivare o meno
organismi geneticamente modificati sul proprio
territorio, invertendo l'attuale quadro
normativo". Lo afferma il presidente della
Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che
questo
"darà finalmente la possibilità
all'Italia e alle 16 regioni che si sono già
dichiarate Ogm free di vietare la
coltivazione nei loro territori".
“Stando così le cose - precisa Marini -
l'Europa autorizzi pure quello che vuole tanto
in Italia continueremo a non coltivarli. I
cittadini italiani - spiega Marini - potranno
infatti dire no anche alle patatine biotech nei
campi o sugli scaffali dei supermercati mentre
fino ad oggi l'Unione europea ha sempre
contrastato la decisione di Paesi e regioni di
vietare la coltivazione sui propri territori
chiedendo al contrario la definizione di un
quadro per la coesistenza tra colture Ogm e
tradizionali, da cui è scaturita in Italia la
decisione del consiglio di Stato del 19 gennaio
scorso con la quale si è richiesto al Mipaaf di
concludere il procedimento di istruzione e
autorizzazione alla coltivazione di mais
geneticamente modificato".
Cia: “Gli Ogm, un rischio per
l’agricoltura italiana diversificata”
"Sarebbe stato molto più opportuno
attendere le linee-guida annunciate dal
presidente Josè Manuel Barroso, il quale ha
rilevato, nelle scorse settimane, di non voler
imporre la coltura degli Ogm ai singoli Paesi Ue.
Invece, la Commissione di Bruxelles, con il via
libera alla patata transgenica Amflora e
a tre nuovi mais biotech, ha praticamente messo
la parola fine alla moratoria sulla coltivazione
di organismi geneticamente modificati in
Europa".
Questo quanto sostenuto da Giuseppe Politi,
presidente nazionale della Cia - Confederazione
italiana agricoltori, per il quale queste
decisioni dell'esecutivo comunitario vanno in
netto contrasto con l'orientamento espresso dai
consumatori europei per nulla favorevoli a
produzioni agricole frutto di manipolazioni
genetiche.
“Come abbiamo salutato con apprezzamento
le affermazioni del presidente Barroso, in
questa occasione - ha aggiunto Politi -
esprimiamo tutto il nostro fermo dissenso nei
confronti di decisioni che riteniamo gravi,
pericolose, dannose e frettolose, delle quali
non c'era alcun bisogno".
"La nostra posizione sugli Ogm, scaturisce
non da una scelta ideologica, ma - ha concluso
Politi - dalla consapevolezza che la loro
utilizzazione puo' annullare la nostra idea di
agricoltura e, quindi, puo' annullare l'unico
vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui
mercato: qualità, origine, tracciabilità,
biodiversità, tipicità
EuroNews.net |
3 marzo 2010 |
Nastri magnetici, vernici, materiali
industriali. E patate. I super tuberi
geneticamente modificati della multinazionale
Basf hanno il via libera della Commissione
Europea. Una decisione presa in tempo record, ad
un mese dall’insediamento del nuovo esecutivo.
Libertà ai Paesi membri d’autorizzare o meno
la coltura: Italia e Austria hanno già
annunciato il loro no. Germania, Svezia, Paesi
Bassi, Repubblica Ceca sono pronti ad accogliere
le patate transgeniche. Il resto della famiglia
europea sta valutando.
“Per noi è chiaro che, in base alle
attuali conoscenze, il consumo di patate di
questo tipo e il suo utilizzo per l’industria
non rappresentano alcun rischio per la salute
umana” dice il portavoce del Commissario alla
Salute europeo, il maltese John Dalli che ha
dato la notizia.
La patata geneticamente modificata è
finalizzata alla produzione di amido per
l’industria della carta. Ma i sotto-prodotti, ha
ammesso Dalli, potranno essere impiegati per
l’alimentazione animale. Nettamente contrario il
leader ambientalista José Bové:
“Se un anno si coltiva la patata
transgenica e l’anno successivo un’altra
varietà, ci sarà contaminazione perché non si
riescono mai a raccogliere tutte le patate”.
All’apertura agli ogm sul mercato europeo
si era sempre opposto il precedente commissario
all’Ambiente Stavros Dimas. Cade così un tabù
che reggeva dal 1998. Per i detrattori degli ogm
il loro impiego nell’alimentazione animale crea
un rischio implicito per l’uomo.
Copyright © 2010
euronews
EuroNews.net |
3 marzo 2010 |
Il sì alla patata transgenica e a tre tipi
di mais OGM è
sofferto, c’erano pressioni da una parte e
dall’altra. Il Commissario europeo alla salute e
politica dei consumatori, il maltese John Dalli,
risponde alle domande di EuroNews:
“Devo dire che il processo
d’autorizzazione per questi prodotti andava
avanti da molti anni. L’evidenza scientifica che
è davanti ai nostri occhi dice che questa patata
e gli altri prodotti sono sicuri. Quindi non
c’era ragione per non decidere”.
“È certo che siano prodotti sicuri? Perché
c‘è questa resistenza agli antibiotici che
potrebbe comportare rischi per l’essere umano”
“Siamo certi che tutti i fattori siano
stati presi in considerazione. E le analisi
dicono che questi prodotti sono sicuri”
“Ma i due antibiotici in questione
agiscono entrambi contro la tubercolosi, che è
tuttora una malattia pericolosa”.
“Ma la probabilità che si creino batteri
resistenti ad entrambi gli antibiotici è
talmente remota che la conclusione è che non ci
sia pericolo per la vita umana”
“Che faranno ora, gli Stati membri
contrari alla patata OGM?”
“Agli Stati membri sarà data la competenza
per decidere se autorizzare o meno sul proprio
territorio la coltivazione di un
OGM approvato in
Europa. Il sistema di approvazione resta di
competenza europea. Ma la coltivazione diventa
competenza degli Stati membri”.
“Quindi gli Stati membri che vogliono
coltivarli, avranno una procedura veloce per
coltivare gli OGM,
perché ci saranno meno discussioni in seno
all’Unione europea”.
“Non è questione di procedure veloci: si
tratta…”
“Ma viene meno la dialettica nell’UE”
“No, no, la discussione è finita. La
decisione è stata presa. Questi
OGM possono essere
coltivati, e chiunque voglia coltivarli può
farlo. Chi non vuole, avrà il potere di decidere
di non coltivarli, e contro di loro non sarà
preso alcun provvedimento”
Copyright © 2010
euronews
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3 marzo 2010 |
BRUXELLES - Via libera della
Commissione Ue alla coltura in Europa
della patata transgenica Amflora, per
uso industriale. Con l'annuncio della
Commissione europea si mette di fatto
fine, dopo dodici anni, alla moratoria
sulla coltivazione di ogm in Europa.
La decisione sulla patata Amflora
riguarda la sua coltura ai fini
industriali e l'utilizzo dei prodotti
derivati dall' amido Amflora negli
alimenti per animali. Secondo quanto
appreso dall'Ansa, il via libera sara'
accompagnato dal lancio del dibattito
politico sul futuro del dossier degli
Ogm nell'Ue seguendo la linea del
presidente della Commissione europea
Jose' Manuel Barroso, il quale ha
dichiarato nelle scorse settimane ''di
non voler imporre la coltura degli Ogm
in Europa''.
La decisione della Commissione
europea, oltre alla patata Amflora,
riguarda anche la messa sul mercato di
tre mais geneticamente modificati
destinati ad essere utilizzati
nell'alimentazione umana e animale. I
cinque ogm autorizzati, ha sottolineato
l'esecutivo Ue, sono stati ''esaminati
con la piu' grande attenzione, in modo
che le preoccupazioni espresse al
riguardo della presenza di un gene
resistente agli antibiotici siano
pienamente tenute in considerazione''.
La decisione, ha precisato un portavoce,
essendo una procedura scritta, e' stata
presa all'unanimita' del collegio dei
commissari. ''Dopo un esame completo e
approfondito dei cinque dossier ogm sul
tavolo, mi e' sembrato chiaro che nessun
nuovo argomento scientifico aveva
bisogno di essere esaminato
ulteriormente'', ha osservato il
commissario Ue alla salute John Dalli,
spiegando che la Commissione ''ha svolto
il suo ruolo in maniera responsabile,
prendendo decisioni che si basano su
esami di sicurezza condotti dall'Efsa'',
l'agenzia europea per la sicurezza degli
alimenti.
ZAIA, DECISIONE
COMMISSIONE CI VEDE CONTRARI -
''La decisione presa oggi dalla
Commissione europea di concedere
l'autorizzazione alla coltivazione di
una patata geneticamente modificata ci
vede contrari. Il fatto di rompere una
consuetudine prudenziale che veniva
rispettata dal 1998 e' un atto che
rischia di modificare profondamente il
settore primario europeo''. Cosi' il
ministro delle politiche agricole
alimentari e forestali Luca Zaia
commenta la decisione presa dalla
Commissione Europea di autorizzare la
produzione della patata Ogm Amflora di
proprieta' della Basf. ''Non solo non ci
riconosciamo in questa decisione -
commenta il ministro - ma ci teniamo a
ribadire che non permetteremo che questo
metta in dubbio la sovranita' degli
Stati membri in tale materia. Da parte
nostra proseguiremo nella politica di
difesa e salvaguardia dell'agricoltura
tradizionale e della salute dei
cittadini''. ''Non consentiremo che un
simile provvedimento, calato dall'alto -
conclude il ministro - comprometta la
nostra agricoltura. Per questo
valuteremo la possibilita' di promuovere
un fronte comune di tutti i Paesi che
vorranno unirsi a noi nella difesa della
salute dei cittadini e delle agricolture
identitarie europee''.
VERDI:
GRAVE DECISIONE UE, PRONTI A
REFERENDUM - La decisione
della Commissione europea ''e'
gravissima e inaccettabile'',
affermano in una nota i Verdi che si
dicono gia' ''pronti a presentare un
quesito referendario gia' dalla
prossima settimana per evitare che
gli Ogm vengano coltivati in Italia''.
''La coltura autorizzata - dicono i
Verdi - presenta dei profili di
rischio molto alti perchè avrebbe un
gene marker che provoca resistenza
ad un antibiotico importante per la
salute umana. In questo modo non
solo è stato violato il principio di
precauzione nei confronti delle
colture geneticamente modificate ma
anche la direttiva Ue 2001/18 che
proibisce espressamente
l'autorizzazione per gli Ogm che
contengono geni di resistenza ad
antibiotici importanti per la salute
umana. Si tratta di un vero e
proprio assalto alla sicurezza
alimentare, alla nostra agricoltura
tipica, di qualità e biologica:
insoma a rischio c'è tuto il made in
Italy agrolimentare. I Verdi -
conclude la nota - si mobiliteranno
con forza per per difendere la
tradizione agroalimentare del nostro
paese e la salute dei cittadini
dalle colture geneticamente
modificate''.
LEGAMBIENTE,
E' DECISIONE ASSURDA - E' una
''follia'' e una decisione ''assurda'':
Cosi' ''si condanna l'agricoltura
Made in Italy e si mette a rischio
la salute dei cittadini''. Lo
afferma Legambiente commentando la
decisione dell'Ue di ''decretare la
fine dell'embargo sulle colture
geneticamente modificate,
vanificando cosi' - rileva - gli
sforzi e gli investimenti di tutti
coloro che hanno creduto nel Made in
Italy e nella ricerca della qualita'
e delle eccellenze''. ''E' evidente
che l'Italia non ha alcun bisogno di
questi prodotti - ha dichiarato il
responsabile Agricoltura di
Legambiente Francesco Ferrante -.
Questa decisione ci espone a
pericoli enormi, dal punto di vista
produttivo ed economico ma anche -
prosegue - da quello della salute e
della sicurezza''. ''Non si capisce
- conclude Ferrante - cosa stia
aspettando il ministro Zaia ad
emanare il famoso decreto che
impedirebbe l'esecuzione della
sentenza del Consiglio di Stato che
autorizza la coltivazione di Ogm
senza aspettare le linee guida sulla
coesistenza, per tutelare
l'agricoltura di qualita', il
biologico e le eccellenze italiane''.
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2 marzo 2010 |
Polverini carica il popolo Pdl "Ora fate sentire la vostra rabbiaa"
È scontro tra ricorsi e denunce: il centrodestra attacca i radicali, che
querelano per calunnia. Entro domani la decisione della Corte d'Appello
Lista PdL battaglia in tribunale. Inchiesta della procura. Ma
intanto i vertici del partito hanno denunciato i radicali e preparano le
prossime mosse legali, dal ricorso al Tar e al Consiglio di Stato,
ipotizzando anche un decreto "salva Pdl". «Useremo tutti i mezzi
possibili»ha rassicurato la Polverini da piazza San Lorenzo in
Lucina,dando poi la carica ai suoi supporter accorsi (in pochi) alla
maratona oratoria: «Dovete gridare la vostra rabbia se l'avete».Analogo
l'appello del sindaco Alemanno agli elettori pidiellini: «Non chiudetevi
in casa, da oggi inizia la nostra rincorsa».
In attesa che la Corte d'Appello si pronunci sul ricorso del Pdl per
chiedere la riammissione della lista, nel collegio di Roma, alle
elezioni regionali del Lazio (la decisione è attesa per domani) , i
vertici del Pdl hanno intanto denunciato alla Procura «i militanti del
partito radicale - si legge in una nota del Popolo delle Libertà - i
componenti dell'ufficio centrale per abuso d'ufficio e per avere
impedito il legittimo esercizio del diritto politico di voto». L'accusa
sarebbe di aver impedito ad Alfredo Milioni, il delegato del Pdl alla
consegna delle liste elettorali, di accedere all'ufficio elettorale del
Tribunale entro i ter mini previsti. Ma Diego Sabatinelli, il militante
radicale presente sabato al Tribunale, ha immediatamente dato mandato al
suo avvocato «per sporgere denuncia per calunnia nei confronti degli
esponenti del Pdl».
Intanto, i vertici del partito di Berlusconi,chesostienelacandidatadel
centrodestra Renata Polverini, stanno già studiando le prossime mosse
nel caso in cui la Corte d'Appello rigettasse il ricorso. Il prossimo
passo, infatti, sarebbe il ricorso al Tar e se in questa sede venisse
riammessa la lista del Pdl, ciò non solo aprirebbe nuovi scenari anche a
tutti gli altri partiti esclusi, ma addirittura provocherebbe lo
slittamento delle elezioni, poiché il Tar dovrebbe garantire a tutti i
partiti i 30 giorni di campagna elettorale previsti dalla legge.
L'ultimo passo sarebbe, altrimenti, il Consiglio di Stato e, se anche in
questo caso il ricorso non venisse accettato, la via sarebbe con
un decreto ad hoc "salva Pdl".
«Da oggi inizia la nostra grande rincorsa, non chiudiamoci, in casa,
facciamo sentire la nostra voce con rabbia» ha detto il sindaco Alemanno
intervenendo alla maratona oratoria organizzata ieri pomeriggio in
piazza San Lorenzo in Lucina dai supporter di Renata Polverini. Meno di
un centinaio i supporter presenti, molti dei quali del movimento di
destra Popolo di Roma. Accanto al palco, il banchetto con i gadget della
candidata: gomme da cancellare, penne e t-shirt. Per averle, bisogna
firmare l'appello pro-Pdl. Sul palco, accanto al sindaco e a Renata
Polverini, anche la first-lady capitolina Isabella Rauti.
«Non ci risparmieremo, useremo tutti i mezzi possibili - ha
promesso la candidata Renata Polverini. Che poi ha dato la carica ai
suoi sostenitori: «Dovete gridare la vostra rabbia se l' avete, usate
tutti i mezzi per que sta che è una causa di libertà. Noi - ha detto la
Polverini - siamo il cambiamento e non vogliamo che questo sia impedito.
Dobbiamo chiedere che in questa città tutti gli elettori possano avare
il diritto di votare il Pdl, il primo partito della città».
Ma i radicali attaccano: «II Pdl invoca il rispetto della legalità e
poi,per la maratona oratoria, occupa piazza San Lorenzo in Lucina,
vietata dal protocollo sui comizi elettorali».
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2 marzo 2010 |
Il caos Roma nato da una faida in An L'esclusione della lista
originata da un blitz per eliminare il nome del consigliere comunale
Piccolo. Che si appella a Silvio - Che Samuele Piccolo facesse le cose
in grande, più che un gioco di parole è una sensazione comune a molti, a
Roma e nel Lazio. Sarà per questo che ieri, mentre il suo nome era sulla
bocca di tutti per il caso della lista del PdL esclusa dalla
competizione elettorale, il trentenne vicepresidente del Consiglio
comunale di Roma ha sbottato: «Qualcuno mi voleva fare fuori. Mi auguro
che il presidente Berlusconi, che proprio pochi giorni fa ha parlato di
trasparenza e di serietà dei candidati, intervenga immediatamente
facendo piena luce su questo spiacevolissimo episodio che mina la
credibilità della politica stessa e le più elementari norme del vivere
democratico». La voce circolata, infatti, è che alla base del disastro
avvenuto sabato mattina all'Ufficio elettorale del Tribunale di Roma, ci
sia stato un tentativo maldestro di cambiare al foto-finish un nome
sgradito (quello di Piccolo) per inserirne un altro. In realtà, il
"rumor" si è esteso anche ad altri due aspiranti consiglieri regionali.
Per cui, il "povero" Alfredo Milioni, rappresentante di lista del PdL,
ormai «sotto un treno», come dicono i suoi amici per quanto accaduto, si
sarebbe allontanato dalla famigerata area dell'ufficio elettorale, per
fare la modifica. Le voci maligne dei parenti serpenti si spingono
oltre. Poiché nel Lazio An è divisa in varie correnti e «ogni capo vuole
portare i suoi» e Piccolo risponde solo a se stesso, qualcuno ha cercato
di farlo fuori. Anche perché, nella lista provinciale dove si è eletti
con il proporzionale, vince chi ha più consensi. Quindi, sapendo che
Piccolo riesce sempre a fare il pieno di preferenze, è chiaro che
sarebbe stato eletto al posto di qualcun altro. E non è escluso che ciò
possa ancora avvenire, nel caso in cui il maggiore partito del Lazio
riesca a vincere il ricorso.
«È inutile che qualcuno continui ad avventurarsi in stravaganti
ricostruzioni in merito alla vicenda Milioni», ha tuonato il
coordinatore regionale del PdL (in quota An) Vincenzo Piso. «Sono
costretto a ricordare dei fatti essenziali che qualcuno colpevolmente
sconosce. Mi riferisco, in particolare, all'ipotesi secondo cui ci
sarebbe statala volontà di cambiare all'ultimo momento l'ordine o
addirittura i nomi delle liste. Come se fosse possibile modificare
centinaia e centinaia di moduli in pochi minuti. Queste fantasiose
ipotesi non fanno altro che avvelenare pretestuosamente e gratuitamente
il clima. Sarebbe opportuno che chi ha il compito di raccontare i fatti
lo faccia con cognizione di causa evitando di sparare a casaccio la
prima cosa che passa per la mente». Inoltre, ha ricordato Piso, «sarebbe
da folli, visto che Piccolo e gli altri due da soli portano migliaia di
voti». Insomma, una mossa da Tafazzi. Che però, qualcuno insiste,
sarebbe stata fatta da un coordinatore ex Forza Italia per cambiare ali'
ulitmo momento la lista. «Impossibile», taglia corto Giorgio Polesi,
«l'altro rappresentante al centro della vicenda insieme a Milioni. Non
si può solo sostituire un nome con un altro, ma la questione è molto più
complessa. Ci sono fogli timbrati e firmati. Anche volendo non avremmo
potuto modificare nulla».
Eppure, il caso Piccolo era già scoppiato qualche settimana fa. Con i
veti incrociati di altri capi corrente contro il passaggio del giovane
consiglio rè dal Comune alla Regione. «Non lo vogliono», dicevano quelli
del suo staff, «perché poi se prende tanti voti devono dargli un
assessorato e hanno già spartito i posti tra loro».
Un dato è certo: Piccolo alle elezioni del 2008, che hanno incoronato
Alemanno sindaco, ha ottenuto 13mila voti e l'appellativo di "Mister
Preferenze". Ma non l'assessorato promesso, che adesso cercava alla
Regione Lazio.
(Brunella Bolloli).
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2 marzo 2010 |
E a Roma il centrodestra escluso denuncia i radicali per violenza
. II ricorso. La denuncia (con tanto di controquerela). L'appello a
Napolitano. Quello al buon senso. La maratona oratoria partita ieri. Una
manifestazione di piazza dopodomani. Il Pdl del Lazio le prova tutte per
cercare di porre rimedio al pasticciaccio brutto di via Varisco, quello
della mancata presentazione della lista elettorale nella circoscrizione
provinciale di Roma per le prossime regionali. Ma nel primo partito
italiano, tra rabbia, paura e imbarazzo per le comiche andate in onda
sabato scorso, si inizia a pensare al piano B: quello che scatterà nel
caso in cui tutti i ricorsi venissero rigettati e il Pdl sparisse dalle
schede elettorali che il 28 e il 29 marzo prossimi saranno distribuite
agli elettori romani che, si badi, rappresentano quasi i tre quarti
dell'intero corpo elettorale del Lazio. Il Pdl ha già presentato
ricorso in Corte d'Appello contro l'esclusione e lancia la maratona di
protesta Pdl sulla lista civica che sostiene la Polverini, per la quale
continuerebbero a spendersi tutti i candidati cassati, con la promessa,
in caso di vittoria di vedersi ricompensati con un assessorato o una
poltrona in una delle agenzie regionali. E pazienza se gli alleati come
l'Udc dovessero avvantaggiarsi della voragine apertasi nel centrodestra:
l'importante è non perdere una regione considerata fondamentale negli
equilibri politici nazionali.
Ma questa è un'ipotesi della quale non parlare. Per il momento si cerca
la riammissione e si percorrono varie strade. Ieri una denuncia-quereia
contro alcuni militanti dei Radicali per violenza privata e contro i
componenti dell'Ufficio Centrale per abuso d'ufficio presentata
dall'avvocato Grazia Volo presso la Procura della Repubblica di Roma è
stata allegata al ricorso all'Ufficio Centrale presso la Corte d'Appello
contro l'esclusione della lista Pdl per Roma e provincia dalle prossime
elezioni regionali. «Dai resoconti di alcuni testimoni è emerso che ci
sono state vistose irregolarità nella modalità di presentazione delle
liste», spiega il legale. Diego Sabatinelli, militante radicale, e
Atlantide Di Tommaso, segretario deIPsi romano, le due persone accusate
dal Pdl, hanno annunciato che nei prossimi giorni sporgeranno «denuncia
per calunnia nei confronti degli esponenti del Pdl, al momento ignoti,
che hanno sottoscritto la denuncia per violenza privata».
Su quello che è accaduto sabato negli uffici della Corte d'Appello,
comico se non avesse riflessi drammatici, ieri si sono succedute
ricostruzioni di ogni genere. Perinoltì esponenti delPdl però none
importante farne una questione di minuti, di panini mangiati o meno da
Alfredo Milioni, di barriere o intimidazioni. L'aspetto fondamentale è
quello di principio. «Penso che sia inimmaginabile far svolgere le
elezioni senza la lista del Pdl. Sono obbligato a essere ottimista,
perché sarebbe una catastrofe per la democrazia a se il principale
partito non fosse rappresentato», riassume il sindaco Alemanno. In nome
di questo principio lo stesso Alemanno ha scritto una lettera al
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, invocando il suo
intervento per «evitare questo grave danno per la nostra vita
democratica». Il capo dello Stato ha risposto condividendo la
preoccupazione del sindaco, ma rinviando tutto agli «organi preposti
Sarebbe stato sciocco attendersi di più.
(Andrea Cuomo)
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2 marzo 2010 |
Lista a Roma, ricorso e denunce pdl. E a Milano nuovo
caso su Formigoni «Firme non valide per i candidati del governatore».
Bossi: come si fa a sbagliare?
Dopo la non ammissione della «lista Polverini», che passa al contrattacco
denunciando radicali e ufficio elettorale, scoppia un nuovo caso in
Lombardia, dove è a rischio la ricandidatura del governatore uscente
Roberto Formigoni, anche lui del Pdl. La Corte di Appello di Milano
respinge il listino «Per la Lombardia» per mancanza di firme valide,
dopo avere riscontrato irregolarità nella documentazione a supporto
dell'elenco. La non acccttazione del listino, qualora confermata,
renderebbe nulle le altre liste provinciali collegate e farebbe decadere
la stessa candidatura di Formigoni.
La decisione della Corte milanese non scuote la tranquillità ostentata
dal governatore. «Non ci sono problemi ú argomenta ú perché tutte le
firme che abbiamo presentato sono valide e non c'è alcun dubbio che il
ricorso che presenteremo sarà accolto». Non solo Formigoni critica le
«opposizioni che si sono sbizzarrite con insulti e parole di sarcasmo
che saranno costrette a rimangiarsi», ma si lancia in una previsione:
«Scommetto che sarò io a vincere». Umberto Bossi, però, non condivide
tanta sicurezza. «Come si fa - si domanda il Senatùr- a sbagliare a
presentare le liste alle Regionali?». E poi commentando quanto avvenuto
in Lazio osserva: «Noi lì non ci siamo, è la destra ad avere sbagliato.
Quando ci sono le nostre liste prendiamo un sacco di voti».
Dopo lo choc, il centrodestra passa al contrattacco su più fronti:
giudiziario e politico, annunciando una maratona oratoria che culminerà
giovedì in una mobilitazione di piazza a Roma. I rappresentanti del Pdl
(Milioni e Polesi), at traverso l'avvocato Grazia Volo, sporgono una
denuncia-querela per «violenza privata» contro i radicali presenti
sabato mattina nell'ufficio elettorale per avere impedito tisicamente il
deposito dei documenti e per «abuso di ufficio» contro i responsabili
dello stesso ufficio per non avere consentito il deposito dei faldoni a
supporto della lista, un comportamento che ha impedito «di esercitare il
diritto politico di voto». «Mi auguro ú sottolinea Ignazio Abrignani del
Pdl ú che prevalga il buonsenso e che oltre un milione di cittadini
romani possano avvalersi di un diritto che la Costituzione riconosce
loro».
Ricostruendo le concitate fasi di sabato mattina il legale del Pdl
denuncia un «metodo basato sull'arbitrio». Ai rappresentanti delle
liste, denuncia l'avvocato Volo, «non è stato dato alcun numero, il
corri doio dove sostavano non era stato delimitato. Mancavano
indicazioni chiare. La prassi vorrebbe, inoltre, che venisse individuato
un termine di presentazione e invece il presidente della commissione ha
detto di bloccare tutto e ha detto alle forze dell'ordine "qui non si
passa più" soltanto quando se lo è ricordato. Ma non si può affermare
che una cosa è fuori termine senza che prima non sia stato stabilito
chiaramente il termine. E il cancelliere non ha il potere di stabilire
questo ritardo».
Alla iniziativa giudiziaria del Pdl i radicali reagiscono, a loro volta,
controdenunciando per diffamazione la Polverini. «Escludo qualsiasi
violenza: non siamo squadristi», si difende Emma Bonino la sfidante del
centrosinistra.
Lorenzo Fuccaro
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2 marzo 2010 |
RIETI - "I radicali hanno la memoria corta". Così il consigliere
comunale Morene Imperatori (Pdl) dopo il "pasticcio" della lista del Pdl
di Roma. "Agli esponenti politici radicali - dice -, tanto attenti alle
regole, vorrei ricordare il precedente giuridico del '95 quando la
presentazione delle liste fu prorogata di 48 ore e, per far rientrare i
partiti che erano rimasti fuori, fu adottato un decreto legge che
prorogò i termini di presentazione. Si trattava soprattutto di piccoli
partiti tra i quali la lista Pannella-Bonino. Ci fu una grande protesta
nazionale per chiedere al presidente della Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro di fare in modo che tutti potessero partecipare alla
competizione. Il deputato Patriciello, che all'epoca militava nel Ppi e
nello schieramento di centrosinistra, racconta che nel Molise il Ppi,
che già aveva presentato la lista, provvide a modificarla inserendo lui
tra i candidati, al posto di Giuseppe Cernera. E ciò in quanto la
proroga consentiva anche di ritirare e modificare le liste già
presentate".
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2 marzo 2010 |
Claudio Velardi ha dovuto ingoiare troppi rospi sulla
campagna elettorale di Renata Polverini da lui diretta (come quella di
De Luca in Campania, che non a caso si presenta con un giubbotto blu sui
manifesti e senza sigle dei partiti). E dopo essersi lanciato in una
intemerata contro «l'ultimo capolavoro di quei sottopanza che rischiano
di rovinare tutto», Velardi lancia pure un appello che di questi tempi
suona come una nobile utopia. E cioè che «Berlusconi e Fini facciano
insieme una manifestazione per Renata, come primo gesto di
riconciliazione tra i due cofondatori del Pdl, che altrimenti rischiano
di disertare una battaglia strategica come questa». . Cosa è successo
veramente a Roma? Errore o dolo? «E' sotto gli occhi di tutti come è
andata e la tesi più plausibile è un gioco delle tre carte per infilare
questo o quel candidato all'ultimo minuto. Sarebbe ingenuo dare la colpa
solo al dilettantismo. E' comprensibile che Berlusconi e Fini siano
infuriati perché qualcuno molto più in basso di loro ha voluto fare
qualche giochetto».
Ma è lei che ha suggerito alla Polverini di rivolgersi a Napolitano?
«No. Basta, parliamoci chiaro: io ho preso la Polverini che stava sotto
alla Bonino di tre punti, ok? L'ho portata nel giro di due settimane in
testa di due punti, con una campagna di comunicazione che a detta di
tutti è stata la più fresca, la più chiara e la più forte. Poi sono
subentrati i partiti che si sono posati come una scimmia sulla spalla
della Polverini, è chiaro?».
Non risulta però che il Cavaliere fosse così entusiasta... «Alcuni di
questi sottopancia, che stanno rovinando la campagna di Renata, mettono
in giro finanche questo, ma non è vero. Anche perché, se solo per un
momento, in alto loco, si fosse pensato che questa non era una campagna
giusta, mi avrebbero preso e sollevato, tata, così in un attimo. Cercano
di rovinare tutto, ma andatevi a vedere la curva dei sondaggi, non lo
dico io...».
E dopo l'incursione delle «scimmie» gli ultimi dati cosa dicono?
«Fino a sabato erano stazionari, perché la campagna non era ancora
esplosa come avrei voluto e cominciava già a risentire di questi
"appesantimenti". Adesso il quadro cambia del tutto. Certo è un casino,
ma la sfida diventa più appassionante: Renata può andare avanti in
condizioni di enorme difficoltà, ma può anche finalmente far venir mori
il suo volto vero, cioè nuovo, pulito e fresco, che può far la
differenza».
Insomma, questo inciampo sulle liste non ci voleva pro prio...
«E' stato l'ultimo capolavoro che hanno combinato i partiti in una
campagna che era cominciata in ben altro modo. Ieri sera scherzavamo con
il vecchio camerata Gramazio sui vecchi tempi, quando queste cose si
facevano per bene, si dormiva fuori degli uffici elettorali e tutti in
coda la mattina».
Dica la verità; è così arrabbiato che sta pensando di mollare.
«Questo no, ma non nascondo che la tentazione mi è venuta perché mi sono
cadute le braccia. Uno fa tanti sforzi e poi una cosa del genere ti fa
crollare tutta l'impalcatura. Ora bisogna inseguire e la mia missione è
una: si può votare per i partiti, ma anche solo per il governatore. Ma
adesso devono essere Berlusconi e Fini a raddrizzare questa campagna».
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27 febbraio 2010 |
Nel Pdl la spunta Lidia Nobili Rieti fuori dal listino: Fabio
Melilli si dimette Dopo il "no" da Roma al coordinatore provinciale del
Pd Giuseppe Rinaldi Rieti fuori: Fabio Melilli si dimette RIETI - "Per
ciò rassegno le dimissioni da presidente dell'assemblea regionale del Pd"
perché "credo che nella vita politica il recupero di un po' di coerenza
sia comunque un bene": è la lettera che Melilli ha inviato a Mazzoli,
segretario regionale del Pd laziale. ^ A pagina 4 RIETI - {a.f.m.} "Per
ciò rassegno le dimissioni da presidente dell'assemblea regionale del Pd"
perché "credo che nella vita politica di ciascuno di noi il recupero di
un po' di coerenza sia comunque un bene": è la lettera che Fabio Melilli,
presidente della Provincia, ha inviato ad Alessandro Mazzoli, segretario
jegionale del Pd laziale. La causa scatenante? Risiede nella
composizione del listino regionale dove è stato cancellato Giuseppe
Rinaldi, designato dalla direzione provinciale del Pd. Infatti Melilli
spiega come "una delle ragioni del mio impegno alla presidenza del
partito regionale risiede nella necessità di lavorare per un
riequilibrio territoriale nel Lazio" mentre "troppe volte le questioni,
pur rilevantissime, relative all'assetto del Pd nella capitale, hanno
messo m ombra la sua dimensione regionale". Infatti i 5 posti nel
listino spettanti al Pd vengono occupati tutti da candidati di Roma
'ragion per cui la "defenestrazione" di Rinaldi. Il "disperato" atto che
il presidente Melilli compie in difesa del proprio territorio
determinerà un ripensamento a livello regionale? Il romacentrismo non
demorde e la "periferia dell'Impero" è soltanto "periferia". "Comprendo
le ragioni e le motivazioni che hanno portato alle dimissioni di Fabio
Melilli da presidente dell'assemblea regionale del partito - è il
commento del consigliere regionale Mario Perilli - La vicenda che ha
visto da parte del Pd regionale escludere gli esponenti delle province
dal listino regionale non può che essere considerata una scelta lesiva
del rispetto dei tenitori. Melilli, con questo atto, ha dimostrato la
sua coerenza verso un partito che deve rendere sempre di più i tenitori
protagonisti della vita politica laziale. Il suo ruolo, alla presidenza
del Pd regionale, rappresentava autorevolmente un elemento di equilibrio
con il romanocentrismo sempre imperante. Il Pd di Rieti affronterà la
sfida elettorale con grande impegno e saprà dimostrare con il risultato
che i tenitori provinciali saranno decisivi per la vittoria di Emma
Benino alla guida della Regione". Neppure Annamaria Massimi ha fatto
mancare la sua dichiarazione: "Quanto fatto da Fabio rappresenta un
estremo atto di responsabilità in difesa dei tenitoritutti^Ad oggi il
partito taviwpido una fase assolutamente delicata che evidenzia come
Róma abbia detta - to legge senza ascoltare le esigenze delle province.
La quereiie cne na caratterizzato la fase di chiusura del listino è
stata segnata da logiche assurde che hanno determinato un quadro
generale discutibile e, adesso più che mai, sarà necessario stringere i
denti per vincere le elezioni dimostrando come i tenitori laziali
possono dar vita ad un quadro politico integrato che nonsia fagocitato
dal romanocentrismo". Diverso il tono del consigliere comunale Morene
Imperatori (Pdl): "Dopo le false promesse di Marrazzo per un assessorato
ad un reatino, arriva l'ennesima beffa per il Pd e per il presidente
Melilli che non è riuscito a garantire la presenza nel listino di un
esponente del Pd reatino. Anche se neU'ultmia ora qualcosa dwesse
cambiare, viene ronfermato il fatto che per il maggior partito di
centrosinistra Riéti non conta nulla".
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27 febbraio 2010 |
Imperatori: "Evidentemente per il Partito democratico Rieti non
conta . Così il consigliere comunale reatino del Pdl Morena Imperatori
sull'assenza nel listino a sostegno della Benino di rappresentanti
reatini. Dura la critica al presidente della Provincia Melilli. .
"Dopo le false promesse, da parte di Marrazzo, per un assessorato ad un
reatino, arriva l'ennesima beffa per il Partito democratico e per il
presidente Melilli - afferma Imperatori - Infatti, nonostante il ruolo
ricoperto di presidente dell'assemblea regionale del Pd, Melilli non è
riuscito a garantire la provincia di Rieti, con una presenza nel listino
di esponente del Pd reatino".
Poco contano - prosegue - le annunciate dimissioni di Melilli, una sorta
di ultima spiaggia, per costringere i vertici del partito a cambiare
idea. Anche se nell'ultima ora qualcosa dovesse cambiare, viene
confermato il fatto che per il maggior partito di centro sinistra, Rieti
non conta nulla".
"Una tantum, qualche esponente politico, può ottenere, ed è il caso del
presidente della Provincia, ruoli politicamente rilevanti, non utili
tuttavia, per gli aspetti che riguardano una progettualità
amministrativa di interesse generale e per lo sviluppo socio economico
della nostra provincia".
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27 febbraio 2010 |
IL CONSIGLIERE regionale reatino Perilli dalla parte del
presidente della Provincia Fabio Melilli: "Escludere gli esponenti delle
province laziali, dal listino regionale, non può che essere considerata
una scelta grave e lesiva del rispetto dei tenitori". "Comprendo
le ragioni e le motivazioni che hanno portato alle dimissioni di Fabio
Melilli da presidente dell'assemblea regionale del partito - spiega
Perilli - La vicenda che ha, visto da parte del Pd regionale,
escludere gli esponenti delle province laziali, dal listino regionale,
non può che essere considerata una scelta grave e lesiva del rispetto
dei territori, che devono essere valorizzati per la loro capacità di
fare sistema nel quadro regionale". "Fabio Melìlli - prosegue Perilli -
con questo atto ha dimostrato la sua coerenza verso un partito che, deve
rendere sempre di più i tenitori protagonisti della vita politica
laziale. Il suo ruolo, alla presidenza del Pd regionale, rappresentava
autorevolmente un elemento di equilibrio con il romano centrismo sempre
imperante. Pd di Rieti, con Melilli impegnato ancora una volta in prima
persona, affronterà la sfida elettorale con grande impegno".
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27 febbraio 2010 |
Massimi: "Le dimissioni di Melilli ? Un atto di
responsabilità per i territori". Così il consigliere regionale reatino
del Pd Annamaria Massimi.
"In seguito alle dimissioni di Fabio Melilli dalla carica di presidente
regionale dell'assemblea del Partito Democratico interviene il
consigliere regionale di Rieti, Annamaria Massimi. "Quanto fatto da
Fabio , rappresenta un estremo atto di responsabilità in difesa dei
territori" prosegue Massimi - il partito sta vivendo una fase
assolutamente delicata che evidenzia come Roma abbia dettato legge senza
ascoltare le esigenze delle province. La querelle che ha caratterizzato
la fase di chiusura del listino è stata segnata da logiche assurde che
hanno determinato un quadro generale discutibile e, adesso più che
mai, sarà necessario stringere i denti per vincere le elezioni
dimostrando come i territori laziali, anche se minoritari in termini
elettorali, possono dar vita ad un quadro politico integrato che non sia
fagocitato dal romanocentrismo che, ancora una volta, dimostra la
pericolosità di un sistema precario e squilibrato che danneggia i
cittadini della regione Lazio".
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27 febbraio 2010 |
Anche la segreteria reatina del Pd sta dalla parte del presidente
.
La segreteria del Partito democratico della città di Rieti, dopo aver
già manifestato il suo disagio al segretario regionale Alessandro
Mazzoli, constatata la non rappresentanza nel listino del candidato Emma
Bonino di rappresentanti del Pd della provincia di Rieti, prende atto
della assoluta residualità della nostra rappresentanza territoriale e
della marginalizzazione delle province laziali, ad esclusione di Roma.
Condivide e sostiene perciò la decisione di Fabio Melilli di dimettersi
dall'incarico di presidente dell'Assemblea regionale Pd, come estremo
atto di difesa del nostro territorio. Richiama il candidato Emma Benino
alla responsabilità nei confronti dei democratici reatini, che ancora
una volta non vedono rappresentate le proprie aspettative.
Ricorda che battaglie politiche come le elezioni regionali si vincono
con la condivisione, la coesione e le motivazioni di tutti e,
sicuramente, non con le mortificazioni che subiamo da troppo tempo.
La segreteria del Partito democratico della città di Rieti.
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27 febbraio 2010 |
Il numero uno della Provincia di Rieti ha comunicato a
Mazzoli le proprie dimissioni da presidente dell'Assemblea regionale del
Pd .
"E' stata dura". E' il commento che circola nei corridoi del Pd quando
ormai l'affaire "listino" è chiuso. Pare poco, detta così. In realtà si
fuma dalle orecchie negli ambienti del partito e si formalizzano passi
di rottura. Andiamo per ordine. La squadra sui quattordici nomi da
inserire nella formazione collegata alla vittoria del Presidente
(promossi senza preferenze) è l'esito di liti e pressioni. Non senza
sconfitti. Emma Bonino sigla la scelta: cinque al Pd, tre all'Idv, due
ai Radicali, uno ciascuno per Federazione della sinistra, Verdi,
socialisti e Sei. I veltroniani alzano le barricate, i cattolici
fremono, il presidente dell'assemblea regionale del Pd, Fabio Melilli
(che in quel di Rieti è il Presidente della Provincia) lascia l'incarico
nel partito. Si dimette. Consuma lo strappo per i metodi: Roma è dentro,
gli altri territori no. La notte tra giovedì e venerdì trascorre
nell'incertezza, perché pretese da far impallidire il giovane Alessandro
Mazzoli (segretario regionale del Pd), con numeri da capogiro. Sette
sarebbero i nomi che la Bonino vuole indicare pescandoli dalla società
civile, e visto che i democratici sempre sette ne chiedono, agli altri
della coalizione cosa rimarrebbe? Idv, Fds, Sei, socialisti? Neanche le
briciole da spartirsi. Non si può fare, è logico. Trascorrono le ore e
le cifre passano dal bilancino più implacabile. E le aspirazioni del Pd
vengono bruscamente ridimensionate, da sette a cinque posti. C'è la
Luigina Di Liegro, assessore uscente alle Politiche sociali, appare
Corrado Bibbolino (59enne direttore del dipartimento diagnostico allo
Spallanzani), Mariella D'Innocenzo (carriera da manager nella sanità e
direttore generale dell'Ares 118), Pier Luigi Scapicchio (psichiatra) e
ciliegina sulla torta è il 52enne Raffaele Paganini, ballerino e attore,
volto della tv che non fa mai male. Dunque, i radicali ottengono due
posti nel listino, Antonella Casu e Michele De Lucia, mentre all'Idv ben
tre nomi: Adele Conte, Enzo De Amicis e Alfio Cortonesi. Per i Verdi
Laura Ciacci, Sel conta su Vincenzo lacovissi (di Frosinone), la
Federazione della sinistra su Silvia Giuseppina Garambois (per un paio
di mandati, tra l'altro, segretario del sindacato dei giornalisti).
Chiude il volto dei socialisti, la Bianca Maria Sarasini. Ecco che la
frittata, no, il piatto è servito.
Il Pd tiene a fatica. Tanto che a metà pomeriggio è Fabio Melilli a far
intendere, è inaccettabile. E il presidente dell'assemblea regionale,
scrive al segretario Alessandro Mazzoli: "Ho appreso della definizione
del listino regionale, ritengo grave che, pur nella ristrettezza degli
spazi (francamente incomprensibile) messi a disposizione da Emma Bonino,
il nostro partito abbia scelto soltanto esponenti di Roma ignorando
totalmente le province del Lazio". Cinque candidati, tutti made in
Capitale, ballerini o dottori che siano. "Una delle ragioni - dice
ancora Melilli - del mio impegno alla presidenza del partito regionale
risiede nella necessità di lavorare per un riequilibrio territoriale
all'interno della nostra regione, evidentemente in questi mesi non sono
stato capace di convincere il mio partito di tutto ciò.
Troppe volte le questioni, pur rilevantissime, relative all'assetto del
partito a Roma, hanno messo in ombra la sua dimensione regionale: penso
che questa vicenda ne sia la conferma; Per questo rassegno le dimissioni
da presidente dell'assemblea regionale. Credo che nella vita politica di
ognuno di noi il recupero di un po' di coerenza sia comunque un bene".
La questione della rappresentanza che si intreccia in un magico gioco da
strizzacervelli con le esigenze delle correnti del Pd, è un nervo
scoperto. Mazzoli lo sa. La campagna congressuale è stata un tormentone:
cambierò le cose. Ora, due consiglieri regionali del reatino, Mario
Perilli ("non può che essere considerata una scelta grave e lesiva del
rispetto dei territori") e Anna Maria Massimi ("II partito sta vivendo
una fase assolutamente delicata che evidenzia come Roma abbia dettato
legge senza ascoltare le esigenze delle province") si stringono sulla
decisione dura del Presidente Melilli. E gli altri? Bruno Astorre dice
che è una bella lista ed è contento per la Di Liegro, Herrnanin pure, ma
dietro serpeggia il solito male oscuro del Pd. E' fuori infatti dal
paradiso dei quattordici, la Luisa Laureili (consigliere regionale
uscente data davvero per certa) e portata con forza da Goffredo Bettini
ma, a sentire gli umori, l'uomo davvero inavvicinabile in queste ore e
Roberto Morassut, l'ex segretario regionale, che puntava
sull'inserimento di Fabrizio Scorzoni ex presidente del Municipio VII di
Roma. La sua "Area democratica", nonostante i seminari con Walter, si
aggira come un fantasma intorno alle caselle zeppe di altri nomi.
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24 febbraio 2010 |
SOLE 24 ORE GAGLIARDI ANDREA Riforma Gelmini, saranno
tagliati quasi 6mila docenti Scatta il verde per la riforma delle superiori.
Domani parte la campagna informativa del Miur. Venerdì si aprono le iscrizioni,
fino al 26 marzo. Tra i nodi, la composizione degli orari. I dirigenti
scolastici sono poi alle prese con problemi di budget (i crediti con il iviiur
sono circa 170 milioni nel Lazio). Il Rapporto Scuola 2010 della Fondazione
Agnelli, intanto, prevede 5.600 docenti in meno in regione nel 2011-2012
(rispetto al 2008-2009), con i tagli del ministro Gelmini. Più di 6mila i posti
persi nell'ipotesi di federalismo del ministro Calderoli.
Con la riforma federalista in bilico oltre 6mila docenti È questa la previsione
nel Lazio per l'anno 2011-2012 . Due scenari a confronto. Entrambi all'insegna
di una drastica riduzione di insegnanti nel Lazio. Circa 5.600 in meno nell'anno
scolastico 2011-2012 (rispetto al 2008-2009), con l'applicazione del piano
programmatico triennale del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Più di
6mila posti eliminati, nell'ipotesi più drastica di entrata in vigore della
riforma federalista del ministro Calderoli, con l'obbligo per tutte le regioni
di adeguarsi ai costi standard della più efficiente.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Scuola 2010 della Fondazione
Agnelli, presentato oggi a Roma e anticipato dal Sole 24 Ore. Si tratta di
proiezioni indicative del «processo di razionalizzazione» cui andrà comunque
incontro il sistema scolastico laziale.
Nel 2011/2012, con il federalismo targato Calderoli il Lazio dovrebbe registrare
un fabbisogno di 60.371 docenti (il 12,2% in meno rispetto a quello del
2008/2000). Più contenuto il dazio da pagare alle esigenze di cassa,
considerando solo gli effetti del piano Gelmini (dal maestro unico alla riforma
delle superiori): 63.098 insegnanti in cattedra, con un taglio dell'8,2%. Una
contrazione più accentuata nelle superiori (oltre 3mila docenti in meno) dove si
prevede la riduzione delle ore settimanali.
A livello nazionale il calo dovrebbe attestarsi, in termini percentuali, su
livelli simili a quelli laziali (-12,9%) nell'ipotesi federalista. E superiori
(-10,6%) in quella del piano Gelmini. Due le considerazioni. La prima, di
carattere nazionale, è di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli,
per il quale lo scenario della legge Calderoli non si discosta molto dalla
direzione attuale di marcia, in termini di riduzione di organici. «La
razionalizzazione della spesa prevista dal ministro Gelmini - dice Gavosto sta
già avvicinando la spesa storica alla nozione federalista di costo standard». Un
federalismo scolastico improntato solo a risparmio e razionalizzazione, perciò,
«non sarebbe molto utile, perché buona parte di tali obiettivi sono stati
raggiunti in assenza e prima di esso».
La seconda notazione riguarda il Lazio. Qui è più marcata la differenza di
organico tra i due scenari. «In quello federalista il taglio varrebbe quattro
punti percentuali in più dell'altro commenta Stefano Molina, tra i curatori
della ricerca - punti che vanno considerati come un'indicatore di inefficienza
del Lazio», che faticherebbe più di altri ad adeguarsi alle performance di spesa
per docenti delle regioni più virtuose, La fondazione Agnelli analizza poi la
spesa pubblica per l'istruzione. Quella del Lazio nel 2007 registrava
un'incidenza sul Pil 2,9% (3,4% la media Italia) e valeva 4,8 miliardi (quarto
posto dopo Lombardia, Campania e Sicilia), con un dato procapite per studente di
6.785 euro (sopra la media nazionale, di 6.620 euro).
Se si guarda però alla sola componente statale, la spesa procapite per studente
(circa 5.500 euro) è di 102 euro inferiore alla media italiana. Un risultato
dovuto soprattutto a due fattori: la dimensione delle strutture scolastiche (in
media 285 alunni per plesso, contro i 232 dell'Italia), con conseguenti economie
di scala e il rapporto alto (oltre 2,4) tra allievi disabili e docente di
sostegno. Fattori controbilanciati solo in parte dall'alto ricorso al tempo
pieno e prolungato (31,2% contro la media Italia del 25,7%).
Il Lazio nel 2007 risulta però la Regione che ha speso di meno per l'istruzione
scolastica (40 euro per studente, contro i 490 della Sardegna). «In realtà ci
risulta in quell'anno una spesa di 54,28 euro per studente commenta Marco Di
Stefano, assessore regionale all'Istruzione - un dato aumentato in misura
considerevole, attestandosi, per il 2008, a 60,37 euro e per il 2009 a 101,07
euro. E la crescita è tanto più significativa se si considera che il Lazio
destina agli enti locali una parte consistente delle sue risorse per
l'istruzione». E in effetti la spesa per studente di tutti i comuni laziali
ammontava nel 2007 a 1.073 euro, contro i 778 della media Italia.
Ministro. Mariastella Gelmini, al dicastero dell'Istruzione La riforma. Il 4
febbraio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato i tre regolamenti,
previsti dalla riforma Gelmini, che ridisegnano l'organizzazione della scuola
secondaria di secondo grado. Licei, istituti tecnici e professionali cambiano
pelle. Il riassetto delta didattica entrerà subito a regime nelle prime classi
nel prossimo anno scolastico (2010-2011), mentre dalle seconde alle quinte è
previsto per ora solo una riduzione dell'orario settimanale.
I licei. Dai 396 indirizzi attuali si passa a sei licei: classico (introdotto
l'insegnamento di una lingua straniera per l'intero quinquennio e potenziata
l'area scientifica e matematica), scientifico (più peso a matematica e
discipline scientifiche, e attivazione dell'opzione scienze applicate)
linguistico (sin dal primo anno insegnamento di 3 lingue stranie re) artistico;
(con sei nuovi indirizzi), liceo musicale coreutico (inizialmente saranno
istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche), scienze umane (che sostituisce
il liceo socio-psico-pedagogico). Le ore settimanali di insegnamento, finora 36,
saranno 27 nel biennio e 30 nel triennio(nel classico 31, all'artistico 35,al
musicate32). Gli istìtuti tecnici: a partire dal prossimo anno i settori
passeranno da 10 a due per un totale di 11 indirizzi, control 39 ante riforma.
Due per il settore economico (amministrativo finanza e marketing; turismo) e 9
per il settore tecnologico (meccanica; trasporti e logistica; elettronica ed
elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni grafica e comunicazione;
chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria;
costruzioni, ambiente eterritorio). Le ore di insegnamento settimanale
saranno32.
Gli istituti professionali:
Cura dimagrante anche per le scuole professionali che si articoleranno in 2
settori e 6 indirizzi (finora erano 5 e 27). Il settore dei servizi
(socio-sanitari,per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, per l'enogastronomia e
l'ospitalità alberghiera e i servizi commerciali) e il settore industria e
artigianato(produzioni artigianali e industriali, servizi per la manutenzione
l'assistenza tecnica); Saranno 32 le ore di insegnamento settimanali.
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24 febbraio 2010 |
Soddisfazione del segretario Pd Di
Basilio dopo rincontro con la candidata alla Regione La Bonino "accende" i
democratici MAGLIANO - Soddisfazione per il circolo del Partito democratico e
per i gruppi del centrosinistra per la visita di Emma Bonino. La candidata, nel
suo giro elettorale in provincia ha scelto anche Magliano, in risposta
all'invito della sezione locale del Pd. La sala consigliare di Palazzo
Vannicelli gremita ha accolto l'arrivo della Bonino nel pomeriggio di domenica.
"Una grande partenza", ha dichiarato il segretario Francesco Di Basilio. "Gli
impegni chiari che Emma ha preso con la nostra cittadinanza - prosegue sono una
garanzia per la nostra comunità, che deve continuare ad avere sostegno dalla
Regione. La Bonino ha dimostrato di conoscere i nostri problemi. Ci ha chiesto
di sentirci candidati presidenti almeno per un'ora al giorno, per questo il Pd
si impegnerà anche due o tré ore al dì per far vincere Emma nell'interesse di
Maglia. no. Come ci è stato ricordato i rischi che corre il Marzio Marini sono
frutto di una gestione catastrofica della giunta Storace. Restituire la Regione
al centrodestra sarebbe una vera follia". Ali' occasione hanno preso parte
presidente e vicepresidente della Provincia Fabio Melilli e Oreste Pastorelli, e
i candidati alle regionali del Pd Mario Perilli, Giuseppe Rinaldi e Anna Maria
Massimi. Polemiche per l'assenza del sindaco Graziani e sul mancato invito
ufficiale. "Preferisco pensare all'organizzazione del prossimo appuntamento a
sostegno di Emma - glissa Di Basilio - l'invito c'è stato e la presenza del
vicesindaco Fabio Di Giamberardino smentisce di fatto chi sostiene il
contrario".
(Sarà Pandolfi )
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24 febbraio 2010 |
Ufficializzati i nomi delle liste
del Pd del Lazio Via libera per Massimi e Perilli - (a. f. m.) - Sulla
questione morale Giuseppe Rinaldi, coordinatore provinciale del Pd e candidato
nel listino per le regionali (ma sembra che Roma non dia al Reatino alcun posto
nel listino), ricorda al centrodestra come "il Pd abbia già approvato il proprio
codiceetico il il 16 febbraio del 2008", mentre "il 22 febbraio scorso, con una
ulteriore lettera, abbiamo riconfermato come, per la individuazione dei
candidati alle prossime tornate elettorali, siano rispettate le norme ed i
principi espressi nel codice etico dei Pd" per cui "ciascuna candidatura abbia i
requisiti previsti dal codice etico del Partito democratico". Ma Rinaldi,
riferendosi "al caso del coordinatore comunale del Pd, Giuseppe Martellucci
(rinviato a giudizio dalla magistratura; ndr) va oltre il momentaneo
riassicurando, "come già fatto qualche giorno fa", che "il caso sarà, come
richiesto dallo Stesso Martellucci, sarà sottoposto ai competenti organi del
partito non appena sarà sciolto il nodo delle candidature per le regionali,
anche considerando che Martellucci non è interessato a tale eventualità".
E Rinaldi risponde anche a Roberto Giocondi, già assessore provinciale nelle
giunta Melilli, ritenendo "inaccettabile che a poco più di 30 giorni dalle
elezioni regionali Giocondi pensi a polemizzare (ha fatto forti critiche di
metodo e di merito alla dirineza provinciale del Pd; ndr) quando l'unico
obbiettivo dovrebbe essere quello di aiutare i due consiglieri regionali uscenti
(Mario perilli ed Anna Maria Massimi; ndr) e ricandidati alla unanimità della
dirczione provinciale". Per Rinaldi "tali polemiche stupiscono maggiormente
perché fatte da chi ha ricevuto direttamente dal Pd la possibilità di ricoprire
importanti incarichi istituzionali" (l'architetto Giocondi è stato un
celebratissimo assessore provinciale (una sorta di "fiore all'occhiello" della
giunta) e "costruttore" dell'importante dipartimento della formazione, ma poi,
stranamente, non è stato riconfermato nel governo provinciale). La polemica
Giocondi-direzione provinciale del Pd non è nuova ma ogni tanto riemerge perché
Giocondi ritiene che nessuna risposta, nel merito poltico, venga data alle sue
critiche.
posta, nel merito poltico, venga data alle sue critiche.
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24 febbraio 2010 |
Grande successo per la provincia di Rieti alla fiera del turismo. Circa duemila
i visitatori Bit di Milano la Sabina fa il pieno Economia II presidente di
Federalberghi Marinetti: «Successo strepitoso» ó Bilancio più che positivo per
lo stand reatino del Cammino di Francesco presente alla più importante fiera del
turismo in Italia, la Bit di Milano. Oltre mille addetti ai lavori tra agenzie
di viaggio e tour operator specializzati ed almeno altri duemila visitatori
hanno chiesto informazioni sul Cammino reatino. Il prodotto, che è stato
indicato come il grande attrattore turistico di Rieti, è stato presentato da
Federalberghi, Provincia e Apt, con il supporto di Camera di Commercio e Cariri.
«È il momento giusto per promuovere a livello nazionale ed internazionale il
Cammino di Francesco e la decisione presa con tutti gli attori reatini presenti
alla Bit di presentarsi in fiera con un prodotto unico, con un unico brand
forte, in grado di spingere anche il resto del territorio, è stata vincente», ha
commentato il presidente di Federalberghi, Francesco Marinetti. Il risultato
positivo è stato confermato anche dalla speciale attenzione riservata dalla Bit
proprio ai percorsi religiosi, con un workshop dedicato, denominato «Bit Itinera»,
cui hanno partecipato anche i due tour operator reatini «II Mestiere di
Viaggiare» e «Reate Tour». Quest'ultimo ha presentato in particolare 9 pacchetti
turistici di tré giorni distribuiti sul territorio provinciale. «Abbiamo stretto
contatti con 89 tour operator italiani ed europei interessati al Cammino di
Francesco - ha aggiunto Marinetti - ed abbiamo intenzione di consolidare queste
relazioni con azioni successive, tra cui un educational tour che organizzeremo a
breve per portare questi operatori a visitare personalmente Rieti».
Federalberghi ha sottolineato i risultati lusinghieri anche alla luce del gap di
partenza con gli altri concorrenti. «Basti pensare - ha aggiunto Marinetti che i
nostri competitor, comprese le altre aree del Lazio, erano presenti in fiera con
stand, materiali, personale e risorse che potevano contare su budget almeno pari
a dieci volte il nostro».
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24 febbraio 2010 |
Cresce il malcontento della base verso là
candidata Bonino-Bindi, «botte» da cavalleria rusticana Rosy: «Sta esagerando,
la sua lealtà è già venuta meno» Emma:
«Non mi approfitto di nulla, facciano
qualcosa»«Che povera questa Boriino che fa lo sciopero della fame... ma di fatto è uno sciopero dal Pd, che
non l'appoggia, non la vuole e non le fa campagna elettorale. Cosi il Pd tratta
le donne». Lo ha detto Daniela Santanchè, segretario nazionale del «Movimento
per l'Italia».
In realtà la Bonino sta facendo lo sciopero della sete, ma al Pd la
preoccupazione al capezzale delle regionali è grande perché è difficile che le
possa venire l'acquolina in bocca dopo i nuovi attacchi che le ha riservato la
sua presunta formazione. Insomma, sempre più insalutata ospite, lontana dalle
bottiglie ma vicina alle battaglie di un partito che le sta facendo capire in
tutti i modi di non essere il suo.
La «chiamata a raccolta dei cittadini alla rivolta democratica», come la
candidata alla presidenza della Regione Lazio è tornata a definire ieri a Milano
la sua iniziativa di denuncia della «discriminazione» in atto contro i radicali,
sarebbe stata infatti letta dal presidente dei democratici, Rosy Bindi, come un
modo per approfittarsi della visibilità ottenuta con la candida tura laziale
appoggiata dal Pd.
Un giudizio totalmente respinto dalla Benino. «La parola approfittare serve per
altre attività. Non mi sto approfittando di nulla ha chiarito -. Io chiedo
soltanto se è vero che le norme elettorali sono state violate e se si, la Bindi
ha tutto il potere per fare qualcosa, come rivolgersi al governo o altro, con
modalità meno "gandhiane". Ognuno faccia quello che può».
«Sappiamo i limiti dei nostri strumenti ma la sordità delle istituzioni è una
cosa preoccupante», ha quindi concluso la leader radicale precisando che «per il
momento non ci sono state risposte da parte delle autorità» alla richiesta di un
intervento governativo per, ad esempio, dimezzare il numero di firme necessarie
o prolungare i tempi per la raccolta.
Ma la Bindi è avvelenata. E ha sentenziato: «Della Benino come donna di governo
ci si può fidare. Ma la sua lealtà è già venuta meno». Davanti alle accuse mosse
contro il Pd di non aver aiutato i candidati radicali a raccogliere le firme, la
vice-presidente della Camera sbotta: «Non capisco perché dovremmo aiutarli di
noi. E se proprio hanno bisogno del nostro aiuto per autenticare le firme, non
sia Emma a portare avanti la battaglia. Lei si concentri nel Lazio».
Insomma, roba da siero antivipera. Ma dell'antidoto sembra al momento sprovvisto
il primario del nosocomio-Pd. La grave sindrome, con possibili effetti di
epidemia nel Lazio, era stata già portata lunedì all'attenzione del segretario,
Pier Luigi Bersani. Che se l'era cavata con un agreement tipico dell'interini:
«Candidatura della Bonino a rischio? «No, le sue sono ragioni da ascoltare», era
stata la posizione del leader. La verità è che al Nazareno più di un malumore
Emma lo sta creando. Il fatto di essere candidata non targata Pd - in una
regione importante e precedentemente governata dal Partito democratico, ha fatto
sicuramente storcere il naso a parecchi dirigenti. Non solo. A più di uno sembra
che l'impegno della storica leader radicale sia più indirizzato verso le
«battaglie per la legalità» che sulla campagna elettorale vera e propria. Su
questioni di principio, piuttosto che su te l'assenza alla presentazione, l'altroieri
a Roma, dei candidati governatori del centrosinistra.
Nel Lazio Renata Polverini ha cominciato a muoversi con largo anticipo rispetto
a lei, la Bonino non ha ancora acceso la macchina elettorale. E la batteria
sembra già scarica. Adesso cambiare il nome su cui puntare è praticamente
impossibile. Resterà la Bonino, con tutti i grattacapi che può arrivare a
creare, ala ricerca di quel delirante «miracolo laico», come lo ha definito, che
risvegli il governo e le istituzioni. Arguta la battuta di Paolo Gentiloni:
«Bonino è Bonino, compri tutto il pacchetto».
<Spero in un miracolo laico», ma restano ampie divergenze.
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24 febbraio 2010 |
Oggi, forse, si chiude. L'operazione "liste pulite",
fortemente voluta da Silvio Berlusconi , e il desiderio del premier di vagliare
personalmente ogni nome in corsa per le Regionali, hanno rallentato di qualche
giorno l'ufficializzazione. Ma i bene informati assicurano che le liste del PdL
sono pronte. Lo ha dichiarato Roberto Formigoni, governatore della Lombardia
in corsa per la riconferma («al massimo mercoledì mattina tutti i nomi delle
liste nel proporzionale e nel listino verranno resi noti»), lo confermano
anche nel Lazio. Dove, negli ultimi giorni, si è scatenata la polemica
sulla "parentopoli" del centrodestra. Nel listino per Renata Polverini,
candidata per il dopo Marrazzo, pare confermata la presenza di Isabella Rauti, consorte del sindaco Alemanno. «È una persona capace», ha tagliato
corto la leader dell'Ugl, e dunque Rauti, che ha una storia politica autonoma
rispetto al marito, ci sarà, ma non da capolista. Tra le altre donne nel listino
del Lazio è certa Fabiana Santini, in quota Forza Italia, una rappresentante
dell'Udc, Anna Teresa Formisano, un'avvocatessa vicina ad An e almeno due volti
giovani. Su questo, infatti, il Cavaliere è stato categorico: bisogna
svecchiare i listini e dare spazio ai politici del futuro. Ma, per
carità,non siparli di livelli . Più probabile, invece, che entri Veronica Cappellaro, già consigliera azzurra ai Parioli, cresciuta a pane e
politica. Ma il nome nuovo che circola è quello della mora Alessia Amore, classe
1983, laurea in Giurisprudenza presidente della Commissione nazionale per le Pari
Opportunità dei giovani di Fi. Gradita al premier, raccontano, soprattutto dopo
il suo intervento di apertura al congresso del PdL il 27 marzo scorso.
Dunque, è sulla componente dei giovani e sulla presenza femminile (metà per
legge) che gli ex azzurri stanno lottando di più. Ma c'è anche il peso delle
varie province: tutte devono avere almeno un rappresentante nel listino. Nel caso
del Lazio, poi, bisogna accontentare anche l'Udc di Casini (che appoggia la
Polverini) e la Destra di Storace. Ma se nell'ultimo caso è previsto un solo
posto, tra PdL e centristi è in atto un tira e molla, con i coordinatori locali
a mediare aspettando l'ultima parola del presidente. I sondaggi però dicono che
la Polverini è in vantaggio: l'ultima rilevazione di Crespi vede la candidata
del centrodestra al 40% contro il 39% della sudante radicale Emma Bonino.
Ancora aperta la situazione in Toscana, battaglia fino alla ime anche per quanto
riguarda la composizione del listino in Campania, dove il candidato del PdL è
il socialista Stefano Caldoro. Se la vedrà con il sindaco di Salerno, Enzo De
Luca, che ha incassato anche il sostegno dell'Api di Francesco Rutelli. Critico
sulle scelte dei nomi in corsa per le Marche, il senatore ex An Mario Baldassarri: «Solo gli organi statutari del PdL hanno il diritto-dovere di varare le
liste per le elezioni», ha tuonato. «Il resto sono aspirazioni personali, oppure
decisioni prese da qualche combriccola al bar».
E mentre tanti vivono nell'incertezza di sapere se il proprio nome è dentro o
fuori, il governatore uscente del Veneto, Giancarlo Galan, è tranquillo. «A me
Berlusconi ha promesso che farò il ministro e io farò il ministro, non mi
preoccupo dei "si dice"». Non importa di quale dicastero si tratta, assicura
lui. Ma, «a titolo di sfizio», ha dichiarato che non è interessato al ministero
delle Regioni. Il resto va tutto bene.
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24 febbraio 2010 |
Il Pd è già pentito del candidato
Bonino Propaganda, listino sciopero della fame: i democratici s'infuriano con
Emma. «Ci farà perdere» ( ELISA CALESSI) - La luna di miele tra il Partito
democratico ed Emma Bonino è già finita. Perché «non c'è mai»,, perché «fa
troppo la radicale» (come se avesse mai nascosto di esserlo), perché «lavora per
il suo partito e non per la coalizione». Perché non solo sui temi cari ai
cattolici, ma anche sul lavoro «è troppo lontana da noi». Il sollievo di
avertrovato un candidato, dopo mesi di paralisi, è già sparito. La
«fuoriclasse», vista da vicino, comincia a far paura «Come si fa a vincere le
elezioni con un candidato che non c'è?». La Bonino, accusano nel Pd, non c'è sui
manifesti, ancora pochissimi rispetto a quelli della sua avversaria. E, cosa
ancor più grave, non c'è dal vivo. Dice un esponente del Pd del Lazio: «Io le ho
organizzato un'iniziativa coi medici. Tu l'hai vista io no . Avrà fatto con noi sì
e no due iniziative. E siamo a un mese dalle elezioni. Ma come crede di
vincere?». Per forza, si dice, «è una radicale, non le interessa vincere, le
importa solo far andare bene il suo partito». Intanto l'altra corre. «La
Polverini incontra i commercianti, i medici, Confindustria. E la Bonino che fa?
Lo sciopero della fame...». Questi sono i discorsi che si ascoltavano, ieri, al
Nazareno, dove era riunita la regionale del Pd. La tensione è altissima.
Soprattutto da quando l'esponente radicale ha deciso di sospendere la campagna
elettorale per fare lo sciopero della fame e della sete contro l'impossibilità
di raccogliere le firme per le candidature.
Rosy Binai l'ha accusata di slealtà. Pierluigi Castagnetti preferisce non
infierire. «Sto zitto per carità di patria», diceva ieri in Transatlantico. Ma
il non detto è esplicito. Come lo è nel laconico commento di Francesco Saverio
Garofani, fedelissimo di Dario Franceschini:«Mi associo a Castagnetti. Non penso,
comunque, che quello di Bonino sia uno stile apprezzato dal nostro elettorato».
Lei, per nulla intimorita, risponde pan per focaccia: «Chi non vuole fare lo
sciopero, faccia altro». E ha suggerito alla Binai di chiedere al governo di
approvare un decreto per diminuire le firme necessarie alla presentazione
delle liste. «Non chiedo ad altri di usare iniziative non violente come la mia, di
cui non sono convinti ne capaci, ma invece di sciupare il tempo a criticare me,
facciano Quello che possono e quello che devono contro la violazione della
legge». Chiaro?
Nel corpo del partito, però, l'irritazione sta montando. Insieme a un senso di
frustrazione per una scelta di cui, col passare dei giorni, si cominciano a
vedere i limiti. Certo, anche il Pd del Lazio non è messo benissimo. La riunione
comincia con più di un'ora di ritardo: la sala riunioni è deserta n segretario
di un circolo, Luca Antinori, raccontale «difficoltà» che si stanno incontrando
tra la gente attorno al nome della Bonino. «Non solo tra i cattolici. Sul tema
del lavoro, per esempio, c'è una grande diffidenza tra i nostri perché la
distanza con i radicali si queste cose è tanta». Il timore, dicono in tanti, è
che la Bonino sia percepita come radicale tout court. E che, in questo modo,
confini il Pd e il centrosinistra in un ghetto minoritario. «Se ci appiattiamo
sul suo profilo, avremo grandi difficoltà già si vedono ora». Ancora: «Serve una
nostra iniziativa, dobbiamo far vedere che abbiamo sensibilità e culture più
ampie della candidata». «Bisogna chiederle di fare campagna elettorale per il
Lazio e meno per il Partito radicale». Mario Di Carlo, assessore uscente alle
Politiche per la casa e ricandidato nella lista del Pd, parla di «estraneità e
irragauneibilità della nostra candida ta». Non risparmia critiche al suo
partito: «Qui si parla di liste e listini, ma la gente vuole sapere cosa succede
se vince la Bonino nel campo della sanità, della formazione professionale, cosa
succede agli edifici di culto, cosa farà sulle politiche del lavoro». Su
quest'ultimo tema, avverte Di Carlo, la Polverini «ha un profilo forte».
«Vogliamo fare un'iniziativa per dire come la pensiamo? Quando si rompe questa
non comunicazione tra noi e il candidato?». Oltre alla latitanza della Bonino, l
' altro - motivo di tensione è il "listino", cioè la lista collegata al nome del
candidato presidente, nella quale, in caso di vittoria, è garantita l'elezione.
Bonino ha preteso 7 posti su 14, facendo infuriare le varie correnti del Pd che,
in questo modo, non riescono a far quadrare L conti Il cahier de dolance,
insomma, è lungo. E aumenta con il passare - dei giorni. Lucio D'Ubaldo,
popolare e coordinatore per il programma della coalizione, ha scritto ieri su
Facebook, a proposito - sciopero della leader radicale e della sua presenza nel
capoluogo lombardo: «Capisco, ma - non trovo persuasivo confondere i piani. Nel
Lazio Emma si gioca tutto. Serve oscillare tra Roma e Milano? A me non pare».
La diffidenza dei democratici si vede anche sui manifesti che cominciano a
tappezzare Roma. Nel simbolo del partito in pochi hanno messo il nome
della Bonino.
www.mepradio.it |
20 febbraio 2010 |
E mentre a
Leonessa qualcuno nutre ancora dei dubbi
sulla valenza di una Leonessa "sargicce
e vin brulè" (prendiamo in prestito la
definizione "contro" nata nel blog per
racchiudere in essa tutte quelle
iniziative "a favore" che da anni
portano nella nostra città migliaia di
turisti e che creano, senza ombra di
dubbio, i presupposti per uno sviluppo
turistico assolutamente da sfruttare in
pieno), è stato firmato l’accordo di
programma tra la Provincia di Terni
(capofila), la Provincia di Rieti e i
comuni di Terni e Rieti per la
valorizzazione turistica dell’asse Parco
del Nera-Marmore-Piediluco. Leonessa non
è molto lontana dalle Cascate delle
Marmore...
Ecco, a nostro modesto giudizio, un
occasione da non lasciarsi sfuggire.
Grazie di cuore a Massimo Spadoni e agli
amici della Redazione di MepRadio per la tempestiva segnalazione.
MepRadio, la Radio ufficiale di Leonessa !!
La Redazione di www.leonessa.org
Presso l'Aula consiliare di Palazzo BAZZANI è stato firmato
l’accordo di programma tra la Provincia di Terni (capofila), la
Provincia di Rieti e i comuni di Terni e Rieti per la valorizzazione
turistica dell’asse Parco del Nera-Marmore-Piediluco-Velino-Rieti. Nel
corso della conferenza stampa convocata per l’occasione, i presidenti
Fabio MELILLI e Feliciano POLLI (nella foto), insieme ai sindaci di
Terni, Leopoldo DI GIROLAMO, e Rieti, Giuseppe EMILI, hanno illustrato i
contenuti dell’accordo di programma e le principali caratteristiche del
progetto. Gli amministratori hanno evidenziato l’importanza del progetto
dal punto di vista turistico e del più ampio sviluppo del territorio
ternano-reatino. Inoltre, è stato sottolineato che l’iniziativa apre una
nuova fase nei rapporti fra i due territori inseriti nel contesto delle
infrastrutture previste nelle piattaforme dell’Italia centrale. Da un
lato quella Lazio-Umbria-Marche con la Civitavecchia-Ancona, dall’altro
quella Umbria-Lazio-Abruzzo-Molise. Provincia di Rieti e comuni di Terni
e Rieti hanno riconosciuto al Presidente della Provincia di Terni la
qualità dell’impegno e la determinazione per la concretizzazione
dell’accordo. Forte risalto è stato dato all’intesa che sancisce la
stretta collaborazione fra i quattro enti locali, sviluppa un progetto
turistico di grande respiro e prospettiva e può attivare consistenti
investimenti pubblico-privati. Il Presidente della Provincia di Terni ha
sottolineato la portata strategica del progetto che unisce le principali
istituzioni dei due territori e valorizza il patrimonio
naturalistico-ambientale, ponendo al centro la Via Francigena e la
navigabilità dell’asta canale Velino-Piediluco-fiume Velino. Il
Presidente della Provincia di Rieti ha ringraziato POLLI per il suo
ruolo propulsivo ed ha messo in luce l’importanza dell’accordo sia per
la promozione delle grandi potenzialità dell’area ternano-reatina,
ancora non del tutto espresse, sia per le prospettive di collaborazione
e interscambio aperte dalla firma di oggi. Anche il Sindaco di Rieti
EMILI ha riconosciuto il ruolo chiave dell'Amministrazione provinciale
ternana, evidenziando il fatto che anche tra i cittadini di Rieti c’è
molta attenzione per un’iniziativa che punta a sviluppare potenzialità
importanti per la crescita e lo sviluppo delle due aree. Infine, il
Sindaco di Terni DI GIROLAMO ha sottolineato il valore del progetto dal
punto di vista dello sviluppo sostenibile e diversificato che esalta la
complementarità culturale e territoriale dei due territori provinciali.
DI GIROLAMO ha enfatizzato i punti di eccellenza del progetto, ossia la
Cascata delle Marmore, che è fra i primi dieci siti italiani, il lago di
Piediluco e Greccio, affermando che ci sono tutte le condizioni per
sviluppare un sistema turistico che superi il mordi e fuggi e dia
strutturalità al settore. Ribadita la volontà di dare concretezza in
tempi brevi agli impegni contenuti nell’accordo di programma a partire
dallo studio di fattibilità e dal concorso di idee che rappresentano
elementi fondamentali per l’avvio del progetto.
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19 febbraio 2010 |
Intervista alla candidata del
centrodestra alla presidenza della
Regione Lazio pagina - Polverini
mette in guardia Silvio «Da noi il
nucleare non serve e comunque ricordo
che sulle nuove centrali il governo deve
confrontarsi con le regioni» «Sul debito
della sanità laziale non mi aspetto
regali dal Governo Berlusconi». Renata
Polverini spiega a "Cinque Giorni" che
intende «rinegoziare con il l'esecutivo
il piano di rientro dal debito», anche
«attraverso l'accorpamento delle Asi».
Sul fronte rifiuti, la sindacalista
annuncia di voler rivedere i parametri
della raccolta differenziata, stabilendo
«un primo step del 35%». Infine la
questione Acea: l'acqua deve restare
pubblica.
INTERVISTA La candidata governatrice del
centrodestra Renata Polverini affronta i
nodi del Lazio e non solo «Non mi
aspetto sconti dal governo» Debito della
sanità, rifiuti, grandi opere e acqua
pubblica. L'aspirante presidente della
Regione spiega come intende risolvere le
questioni più scottanti e mette in
guardia anche l'esecutivo Berlusconi:
«Da noi il nucleare non serve e comunque
le ricordo che i siti per le nuove
centrali devono essere concordate dal
governo con le regioni». Silvio è
avvertito T di Giuliano Longo Signora
Renata Polverini, il premier Silvio
Berlusconi ha dichiarato, nel corso di
un recente appuntamento elettorale, che
azzererà i dieci miliardi di debito
della regione sulla sanità, sostenendo
che il deficit è frutto solo della
gestione dell'attuale giunta. Lei è
veramente convinta di questa 'boutade' o
spera semplicemente in un atteggiamento
più amichevole del Governo a scapito dei
conti pubblici sui quali vigila Tremonti?
Io non mi aspetto regali. Intendo
rinegoziare con il governo nazionale il
piano di rientro dal debito, mettendo al
primo posto l'eliminazione dei tanti
sprechi anche attraverso l'accorpamento
delle Asi e la razionalizzazione dei
centri di costo. Le parole del premier
mi confermano che insieme al governo
sapremo trovare un modo per rientrare
rapidamente dal deficit senza ne
tagliare i servizi ne introdurre nuove
tasse a carico dei cittadini Lei afferma
di essere contraria al nucleare nella
nostra regione, ma potrebbe essere
chiamata a confrontarsi con decisioni di
tutt'altro avviso del governo e con
l'opinione di molti esponenti della
coalizione che la sostiene. Qual è la
sua posizione?
Ho detto e ribadisco che la Regione
Lazio sarà presto autosufficiente dal
punto di vista energetico e quindi
ritengo che non abbiamo bisogno di
centrali nucleari nel nostro territorio.
Quanto ai rapporti con il Governo,
ricordo che la normativa prevede
chiaramente che ogni decisione
sull'individuazione dei siti per le
nuove centrali dovrà essere
obbligatoriamente concertata con le
regioni.
Il piano dei rifiuti della giunta
Marrazzo prevedeva un certo equilibrio
fra la raccolta differenziata, il
conferimento in discarica e la
termocombustione. Lei ha recentemente
dichiarato che gli obiettivi allora
posti per la raccolta differenziata
erano irrealizzabili almeno nei tempi
brevi. Prevede dunque un piano
alternativo? E se si, basato su quali
strategie?
Sul fronte della raccolta differenziata
la regione fino ad oggi si è limitata a
definire parametri eccessivi, non
concretamente raggiungibili, e il
risultato è stato ampliamente al di
sotto delle proiezioni fino a
raggiungere un misero 12 per cento di
differenziata. Occorre invece partire da
parametri più realistici: penso ad un
primo step del 35 per cento
raggiungibile con una maggiore attività
di sensibilizzazione, con strumenti
mirati come la raccolta porta a porta e
l'inserimento di un meccanismo
differenziato della ecotassa che premi i
Comuni virtuosi. Per quanto riguarda la
gestione dei rifiuti, oltre a sostenere
la raccolta differenziata e a
incoraggiare la riduzione, occorre
lavorare per aumentare il riciclaggio
delle materie prime utili, sostenere il
recupero e il riuso.
Sostegno alle famiglie ed occupazione
significano soprattutto reperimento di
risorse. Come pensa di recuperale
nell'immediato visto che il peso del
debito sanitario è il risultato non solo
di questa ma di tutte le amministrazioni
regionali che si sono susseguite negli
ultimi vent'anni? Nel Lazio le risorse
ci sono, solo che spesso sono utilizzate
male, o addirittura non sono utilizzate
per niente. Penso ad esempio ai tanti
fondi europei, a cominciare da quelli
per la formazione, che negli ultimi anni
sono stati largamente sottoutilizzati e
che invece possono diventare un volano
di sviluppo molto importante per aziende
e lavoratori.
Non ritiene che per quanto riguarda le
infrastnitture, ad esempio la Roma -
Latina, sia sufficiente dar seguito a
quanto già messo in cantiere
dall'attuale giunta?
Le infrastrutture, soprattutto le grandi
infrastrutture, sono opere complesse e
che spesso necessitano tempi che
travalicano quelli di una legislatura.
Quindi sarebbe sbagliato se ad ogni
elezione si pensasse di ricominciare
tutto da capo; certamente non lasceremo
opere a metà e non daremo vita a
tragiche incompiute, semmai lavoreremo
per sveltirne i tempi di realizzazione.
Forti anche di un consenso unanime che
sicuramente ci distingue dalla giunta
uscente, che su molte opere si trovava
l'opposizione "in casa".
La presenza dell'UDC nella coalizione
squilibra il consueto rapporto nelle
formazione delle liste e cioè 70% all'ex
Forza Italia e 30% all'ex AN. Se a ciò
aggiungiamo le sue scelte per quanto
riguarda il cosiddetto listino, come
prefigura la composizione della sua
futura giunta? La giunta rappresenterà
tutti i territori della Regione e tutte
le forze politiche della coalizione,
ovviamente in ragione del contributo che
ciascuno avrà portato.
Come prefigura in caso di vittoria i
rapporti regione, Roma Capitale e
provincia di Roma? In sintesi, propende
per la città metropolitana o per una
regione di tipo autonomo?
Ciascuno degli enti locali ha i suoi
ambiti di competenza, quello che mi
aspetto è una leale collaborazione
nell'interesse dei cittadini e per il
massimo sviluppo del nostro territorio.
Questione Acea. Lei è per una
privatizzazione entro il 2015 come
prevede il decreto del governo o per un
forte controllo pubblico sugli 'asset'
di interesse collettivo?
L'acqua è e deve restare un bene
pubblico. Il Consiglio comunale di Roma
ha avviato il processo di riduzione
della partecipazione nella
municipalizzata e di apertura ai privati
seguendo le indicazioni del decreto
Ronchi, che a sua volta recepisce una
chiara indicazione dell'Unione europea.
Questo non significa che vogliamo
passare da un monopolio pubblico a uno
privato perché il Comune manterrà, alla
fine del processo, un ruolo rilevante,
di azionista di riferimento, mantenendo
poteri d'indirizzo.
Sulle opere pubbliche Sarebbe sbagliato
se ad ogni elezione si pensasse di
ricominciare tutto da capo; certamente
non lasceremo opere a metà e non daremo
vita a tragiche incompiute Sulla
eventuale giunta La giunta rappresenterà
tutti i territori della Regione e tutte
le forze politiche della coalizione,
ovviamente in' ragione del contributo
che ciascuno avrà portato .
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19 febbraio 2010 |
Regionali, i big del Pd in campo
per la Bonino Da Franceschmi a Marìni.
cattolici mobilitatì (GIOVANNA VITALE)
Niente più distinguo, prese di distanza,
perplessità. Tutti i big del Pd, a
partire dagli esponenti cattolici di
caratura nazionale, scendono in campo
per Emma Bonino. Archiviato quell'«io
non l'avrei scelta, avrei cercato una
persona di sintesi» pronunciato la
settimana scorsa dall'ex segretario
Dario Franceschini, l'intera prima fila
democratica è pronta a tirare la volata
alla candidata del centrosinistra. A
cominciare proprio dal capogruppo alla
Camera, convinto a entrare in partita da
un Pierluigi Bersani sempre più persuaso
che nel Lazio vincere si può. Non sarà
l'unico. Walter Veltroni aprirà le danze
domattina all' auditorium di via Rieti,
mentre nel pomeriggio toccherà all'ex
ministro dell'Istruzione e leader dei
popolari Beppe Fioroni accompagnare la
Bonino nel suo tour viterbese. Enrico
Letta promuoverà un'iniziativa sabato 27
febbraio, in attesa dell'ex presidente
del Senato, Franco Marini, I che
presiederà martedì 2 marzo insieme al
nsegretario della Cisl Raffaele
Bonanni un incontro sui temi del lavoro.
Un modo, anche, per placare le voci di
un diffuso malumore all'interno del
fronte moderato, acuito dall'emorragia
di teodem via via finiti fra le braccia
di Casini dopo la designazione della
leader radicale. Che ha subito fatto
esplodere fuori e dentro il Pd la
" questione del voto cattolico",
rilanciata in questi giorni dal
quotidiano dei vescovi Avvenire. Un
assist che il centrodestra non si è
fatto sfuggire. «Le posizioni della
Bonino sono molto chiare su temi come
quelli della vita e della famiglia;è
naturale che la chiesa abbia grande
preoccupazione rispetto a questa
realtà», ha ribadito ieri il sindaco
Alemanno, immediatamente accusato di
essersi «auto proclamato portavoce delle
istanze cattoliche»dal democratico
Michele Meta. Tuttavia, a certificare
che per il Pdl è proprio questo il punto
debole dell'avversaria è stata lasortita
serale di Renata Polverini, accorsa
all'ambasciata d'Italia presso la Santa
Sede per 1'81° anniversario dei Patti
Lateranensi.«Ho voluto fare un giro di
saluti», ha scandito la candidata del
centrodestra. «Ho parlato con il
cardinale Bertone e con Bagnasco», s'è
vantata. «Si, mi incoraggiano», ha
concluso con un sorriso nel silenzio più
totale della sala stampa vaticana.
Nel frattempo la sfidante del
centrosinistra non resta a guardare.
Basta sfogliare la sua fitta agenda
elettorale: domenica mattina, all'Hotel
Summit, sarà Publio Fiori, ex de di
lungo corso poi transitato in An, quindi
nell'Udeur e infine nella Dc di Rotondi,
a promuovere un incontro pubblico con la
Bonino. A seguire, altri pezzi novanta,
del Pd e non solo: domani apertura della
campagna Idv con Antonio Di Pietro; il
28 febbraio grande manifestazione con il
candidato pugliese Nichi Vendola; il 9
marzo c'è D'Alema; il 10 la Finocchiaro.
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19 Gennaio 2010 |
Centrodestra allunga Pd sempre più
in crisi Le ultime rilevazioni di
Piepoli Polverini in vantaggio sulla
Bonino di 4 punti - Pdl Resta primo
partito col 43%. Bene l'Udc - Il
vantaggio di Renata Polverini nei
confronti della rivale di centrosinistra
Emma Bonino resta invariato: quattro
punti percentuali. In compenso aumenta
la forbice tra la coalizione di
centrodestra e quella che sorregge la
leader radicale: anche in questo caso
quattro punti percentuali, ma una
settimana fa erano due e mezzo.
Questo in estrema sintesi il risultato
dell'ultimo sondaggio dell'Istituto
Piepoli realizzato lo scorso 15 febbraio
sulle elezioni regionali nel Lazio.
Entrando maggiormente nello specifico,
rispetto a quello pubblicato da il Tempo
nell'edizione del 12 febbraio le due
candidate alla presidenza della Regione
guadagnano entrambe un punto
percentuale. Renata Polverini passa dal
49% al 50%, mentre Emma Bonino
incrementa il suo 45% raggiungendo il
46%. Tra le due i punti di distacco
restano quattro.
Discorso più articolato per quanto
riguarda coalizioni e partiti. Il
verdetto del sondaggio dell'Istituto
Piepoli sembra dare ragione al
presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, che alla cena di
finanziamento della Polverini, giovedì
10 febbraio, aveva sentenziato: «Non c'è
bisogno di fare campagna elettorale,
abbiamo già vinto. Tutti i sondaggi
infatti danno il cen trodestra al di
sopra del 50%». E infatti le intenzioni
di voto registrate da Piepoli
attribuiscono alla coalizione di
centrodestra il 50,5%, lo 0,5% in più
rispetto all'ultima rilevazione. Nello
specifico il Pdl si assesta al 43%, in
lieve flessione rispetto alle politiche
2008, ma con lo 0,3% in più rispetto
alle europee dell'anno scorso. Sale l'Udc,
che in una settimana guadagna lo 0,5% e
passa dal 4,5 al 5%. Stabile La Destra
col suo 2,5%.
In calo invece il Partito democratico,
che jn pochi giorni dilapida, secondo le
intenzioni di voto registrate
dall'Istituto Piepoli, il 2,5%. Era al
32,5 prima dell'I 1 febbraio, oggi è al
30. Perde un punto anche l'Ita lia dei
Valori, passando dal 6,5 al 5,5%.
Stabili Radicali (4,5%),
Rifondazione-Comunisti italiani (3%) e
Verdi-Sinistra, ecologia e libertà
(2,5%). La coalizione di centrosinistra
si assesta sul 46,5%, perdendo un punto
in sette giorni.
Il sondaggio è rappresentativo della
popolazione adulta della Regione Lazio
avente come base 800 interviste valide
ripartite per sesso, età, condizione
socio-professionale e grandezze
territoriali. I risultati del sondaggio
sono pubblicati come d'uso nel sito
della Presidenza del Consiglio
www.agicom.it.
(Daniele Di Mario d.dimario@iltempo)
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15 febbraio 2010 |
TUTTO il Pdl contro Renata
Polverini. Dopo l'apertura sulle unioni
di fatto, è ora il no al nucleare nel
Lazio a suscitare l'ira dei big del suo
partito. «Un errore, devono dire la
verità ai cittadini e chiedere il
consenso», hatuonato il ministro Scajola,
seguito dal collega coordinatore del
PdlSandro Bondi («II ricorso al nucleare
è una scelta importante del governo, che
i candidati hanno il dovere sostenere
con coerenza») e dal capogruppo alla
Camera Cicchitto («È una cosa seria, non
può essere negata per ragioni
elettorali»). Ma a
fararrabbiareilPdIèstata anche la
richiesta di «una pausa»sul decreto
sulla Protezione civile spa. «Renata
Polverini è contraddittoria e
masochista», l'ha rimproverata il
deputato Giorgio Stracquadanio: «Come si
può andare contro II governo e chiedere
l'aiuto del premier?».
NON balla da sola Emma Bonino quando, alla fine del suo intervento
in una Sala Umberto stipata all'inverosimile di donne venute asostenerla,
si scatena al ritmo di un rap afro-francese che parla di "uguaglianza",
"libertà", "battaglie femminili", praticamente la colonna sonora della
sua vita politica che scorre per immagini sulmaxi-schermo: le marce
contro il nucleare, la lotta per sconfiggere gli aborti clandestini, i
viaggi in Africa, le campagne per gli ultimi della terra. E nemmeno da
sola piange, l'aspirante governatrice, forse per la prima volta lacrime
pubbliche di autentica commozio ne dopo aver ascoltato le tante
testimonial chiederle di andare fino infondo, divincerepersino, perché
«noi di tè ci fidiamo» la incoraggiano Daniela Poggi e Dacia Maraini,
Irene Bignardi e Ottavia Piccolo, la precaria dell'Ispra Nadia Cerioli e
SimonaMarchini, la presidente del sindacato atlete Luisa Rizziteli! e
IppolitaAvalli, l'imprenditrice Luisa Grossi e la direttrice del 118
Marinella D'Innocenzo, oltre a tante consigliere, assessore, deputate.
Non se l'aspettava la pasionaria radicale.Noncosi almeno. Quasi si
scusa, quando i suoi occhi si velano: «Una delle bellezze della vita è
riuscire ad emozionarsi ancora, a 62 anni», sorride. L'unica eccezione
alla leggendaria «forza che non capisco come faccia a stare in una
persona cosi minuta», scherzaAnna Finocchiaro in un messaggio registrato
. Inviato pure dall'oro mondiale Alessia Filippi: «Per me la pò litica è
trasparenza, sincerità, onestà, e penso che Emma Bonino sia la risposta
a tutto questo». Un appello al voto che Anna Fendi rende esplicito
perché «credo più nelle personecheneipartiti», comeLidia Ravera che
strappa gli applausi: «Io la conosco da quando ho memoria politica, l'ho
sempre vista là dove c'ero anch'io, perché è sempre stata dalla parte
delle donne. Ma essere donne non basta: pure la Polverini lo è, finanche
la Santanché. Noi vogliamo donne che hanno sempre lottato per le donne».
Entusiasmo che diventa standing ovation quando una tremante Franca
Valeri ricorda un libro letto da ragazza: «Si intitolava "La piccola
signora della grande casa", ecco io vorrei che quellasignorafosseEmma,
che ha tutte le qualità per sapere cosa c'è nei cassetti della Regione,
sotto quale mobile si annidala spazzatura. Io mi fido ciecamente della
sua piccola testa bionda. Fidatevi sempre delle donne che non cambiano
mai pettinatura», si congeda con una battuta fra risate e occhi lucidi.
Tocca alla candidata; 40 minuti di politica e programmi a partire, però,
dalla sua storia. Perché «io non vengo dalla luna, sono radicale e
orgogliosa di esserlo», taglia corto. «Poi, chi ha responsabilità
rappresenta tutti. Manonsipossono dimenticareleradici: senza,non c'è
futuro». Un messaggio chiaro al Pd. Soprattutto dopo la divaricazione
sulla par condicio: «Anche quando lapensiamo diversamente esigo
rispetto», dice. «Non sono una traditrice, ne una venduta». Il sassolino
è tolto, lafestapuò continuare. Con le donne, per le donne: «Basta
un'ora al giorno di militanza»e, chissà, sipuò persino vincere
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15 Gennaio 2010 |
IL NO AL NUCLEARE DELLA POLVERINI
È UN PASSO INDIETRO- Come caspita fa a
dire la Polverini che nel Lazio non j
serve una centrale nucleare? Ha fatto
ricerche? Ha eseguito alti studi? A
Latina una Centrale nucleare, dal '63,
ha prodotto energia che ha alimentato
tutto il medio Lazio per trent'anni,
avendo prodotto circa 26 miliardi di kWh.
Conosco persone che andavano a pescare i
cefali tra le acque calde di scarico del
reattore a mare e non risultano
statisticamente fattori tumorali più
alti di qualsiasi altra zona desertica
italiana. Perché la Polverini usa quell'odioso
metodo di terrorizzare il cittadino che
adotta la sinistra (come le bufale dell'ecoambientalismo
climatico, o del pericolo degli Ogm) per
dire che è più brava e saggia degli
altri?
Gli ambientalisti si stracciano le vesti per l'inquinamento ma dimenticano
di dire ai cittadini che l'energia
nucleare è pulita. Zero emissioni. Se
non si parte da questo dato oggettivo,
ogni discussione è viziata dal
pregiudizio. La Polverini dice no al
nucleare per ragioni elettorali, ma così
insegue la sinistra. Si sta buttando
l'occasione per contribuire a far
crescere un ecologismo informato.
Risultato: l'Italia continuerà ad essere
un nano energetico. (Mario Sechi)
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15 febbraio 2010 |
Il caso «Incompatibile con
Bonino», Binetti lascia il Pd II
deputato passa con l'Udc. Esulta
l'Arcigay, la replica: «Grazie a Dio
sono andata via» -Alessandra Chello
-Alla fine l'ha fatto. Dopo averlo detto
e ridetto Paola Binetti ha sbattuto la
porta. Ed è uscita dal Pd. Senza
rimpianti. La deputata ex teodem ha
traslocato nell'Udc di Casini. «Sono
addolorata perché in questi anni ho
costruito rapporti di condivisione etica
e politica, ha commentato. Lascio il Pd,
ma gli amici non si lasciano solo perché
si separano i percorsi». Così, già da
domani, la ormai ex democrat
integralista doc sui temi caldi della
vita e della morte, siederà nei banchi
centristi. «Quando ho detto che mi
aspettavo qualcosa da Bersani in termini
di sintesi - ha spiegato Binetti - lo
dicevo perché lo stimo ma lui giorno
vive l'avventura di rimettere insieme il
partito». D'altra parte il vaso era già
colmo. E la goccia che l'ha fatto
traboccare l'ha aggiunta il partito.
«Volevo restarci - spiega - ma vista
l'insistenza nel considerare le culture
cattolica e radicale identiche, non ha
più senso. E poi - aggiunge - come
potevo stare in un partito dove ogni :«l
giorno si prova a delegittimarmi? Se non
vivessi nel Lazio... ma non posso votare
la Bonino. Siamo troppo diverse. La sua
è solo una mossa elettorale».
Il segretario del Pd incassa la notizia.
Si dice «dispiaciuto», ma rifiuta la
critica della Binetti di non aver saputo
mediare, di non essere stato il leader
della sintesi con i cattolici.
«Aspettare da me la garanzia della
sintesi tra diverse culture la__ scia
immaginare un'idea di partito a stanze
comunicanti ma separate, con qualcuno
che regola il traffico o amministra un
condominio. Io credo, inve- Follìni
«Preoccupa il silenzio gelido su questo
lungo stillicidio di fughe» ce-ha
detto-che la sintesi richieda uno sforzo
più profondo». Marco FolUni, ex
segretario dell'Udc ora senato re Pd,
dice di nutrire «rispetto», pur non
condividendola, per la scelta della
Binetti ma quel che trova più
preoccupante è che «questo lungo
stillicidio di abbando ni del Pd venga
accompagnato da un silenzio gelido e
burocratico dello stato maggiore del
partito». Un punto sul quale concorda
anche Walter Veltroni che commenta: «Bersani
con il 53% e magari neanche più con
quello non può pensare di fare da solo».
Il Pdl, intanto, festeggia. E lo stesso
fa, per diverse ragioni, l'Arcigay (il
congresso ha applaudito la notizia) e il
leader di Gaynet Franco Grillini: «Ha
molta visibilità, ma nessun voto» sul
territorio; era «una infiltrata dell'Opus
Dei», dice. Anche Franco Monaco
festeggia la fine del tormentone-Binetti:
«La domanda giusta non è perché esce dal
Pd, ma perché c'è entrata». Ad ambedue
arriva la risposta della Binetti: «Non
ho un voto sul territorio? Al posto di
Grillini non sarei così sicuro. E a
quanti sono contenti, rispondo:
ringraziamo Dio che sono uscita».
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15 febbraio 2010 |
Se le due candidate parlano al
Paese snobbano la Regione e finiscono
fuori tema A sei settimane dal voto si
può azzardare se non un bilancio almeno
ima prima impressione su una campagna
elettorale che per motivi diversi sin
dalle prime battute si annunciava nuova
e dunque imprevedibile. Due donne in
concorso per il posto di presidente
della Regione Lazio. Non era mai
successo. E già questuerà un buon inizio
per riconciliare con la politica quanti
se ne sono allontanati per varie
ragioni.
E 'appena il caso di ricordare che da
noi le donne in molti settori hanno
ancora il ruolo che in Europa ha la
commissione del Lussemburgo, (con tutto
il rispetto per i lussemburghesi). Se
poi aggiungiamo che gli uomini cedono
molto malvolentieri il potere e ancora
più malvolentieri se a una donna, ecco
il senso più sociale del gradino che
stiamo salendo. Un piccolo passo in
avanti, politicamente nuovo.
Senonché in questi primi giorni da parte
sia della Bonino che della Polverini,
qualcosa non funzionato come doveva.
Forse c'è stato, diciamo, un difetto di
comunicazione. Forse ha prevalso la
novità di trovarsi coi riflettori
addosso. Fatto sta che i temi nazionali
hanno avuto regolarmente il sopravvento
sugli altri. Quasi che calarsi nel part
iculare, studiare a fondo le questioni
del territorio dai quartieri di Roma
alle piccole comunità montane, fosse un
disvalore, in qualche modo volesse dire
sminuirsi pubblicamente.
E'vero esattamente il contrario.
L'Amministrazione di un territorio ha un
suo naturale raggio d'azione. Rispondere
ad una domanda, «mi dispiace, questa è
una materia che non compete al
presidente della Regione», per un
candidato alla presidenza di un ente
locale può essere tutt 'altro che
disdicevole.
E allora ecco - per fare i due esempi di
giornata - Renata Polverini augurarsi
che il governo sulla trasformazione in
Spa della protezione civile «faccia una
pausa». E la Bonino dirsi preoccupata
per la «debolezza delle istituzioni».
Non c'è giorno ormai che l'una o l'altra
non intervengano per offrire i loro
suggerimenti alla nazione, al governo e
al popolo sovrano. La prima forse per
ribadire la sua sindacale vocazione
all'autonomia. La seconda impegnata a
diffondere oltre i confini del Lazio i I
pensiero dei radicali e al tempo stesso
rassicurare i cattolici.
Al netto di questa aspirazioni, più o
meno legittime per entrambe, viene però
da chiedersi: che fine hanno fatto i
programmi? Quando si inizierà a
discutere, apertamente senza giri di
parole per non scontentare questo o
quell'alleato, di rifiuti sanila,
federalismo fiscale, infrastnitture? E
come s'intende governare la Regione che
ha il debito sanitario più profondo
d'Italia?
Sono questi i temi di cui si occupano i
governi di prossimità, di cui dopo il 2
8 e il 29 marzo una delle due candidate
dovrà occuparsi. Sono i temi di sempre
ma non sono mai gli stessi. E vanno
continuamente aggiornati come i
dizionari e le carte geografiche.
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15 febbraio 2010 |
Emma sceglie il giallo - fucsia Renata sbiadisce il rosso «I
colori della campagna elettorale sono il giallo e il fucsia: vi invito a
prendere una sciarpa di questi colori e a indossarla, perché è un segno
di vicinanza» ha annunciato ieri Emma Bonino candidata del
centrosinistra. Sull'altro versante, Renata Polverini, sta invece
riducendo la presenza del rosso, colore che lei ama come ha spiegato in
numerose interviste: nei nuovi manifesti, con lo slogan "energia
positiva", il rosso è diminuito, mentre compare ben visibile il simbolo
del Pdl («la mia è una campagna di comunicazione in progress, come per
altre lunghe campagne elettorali» ha spiegato la Polverini).
Ieri si è svolta la manifestazione pubblica di Emma Bonino con molte
donne che la sostengono e hanno riempito la Sala Umberto di Roma. «Non
basta essere donne per essere migliori - ha detto Bonino accolta da
un'ovazione - ma dobbiamo liberare le energie, i talenti e la forza di
tutte le donne, ed esse andranno dove vorranno, anche da altre parti
rispetto a noi». A condurre la mattinata Daniela Poggi, in platea Dacia
Marami, Simona Maichini, Irene Bignardi.Luisa Rizzitelli, Ottavia
Piccolo, Franca Valeri, Lidia Ravera. Videomessaggio da Alessia Filippi.
Renata Polverini era invece al Teatro Brancaccio m occasione
dell'apertura della campagna elettorale di Lollobrigida e Terranova. Ha
detto: «Vogliamo creare un modello Lazio. Inventeremo quanti più
percorsi per questa Regione, per il futuro dei nostri giovani e della
nostra economia».
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12 febbraio 2010 |
Polverini: «Nucleare, nel
Lazio non serve» Bonino: «Bene, poteva
dirlo a Berlusconi» II consiglio
regionale del Lazio Il tema del nucleare
e l'ipotesi che anche nel Lazio siano
realizzate delle centrali irrompono
nella campagna elettorale per le
regionali. La candidata del
centrodestra. Renata Polverini, spiega:
«In tempi rapidissimi il Lazio diventerà
autosufficiente per quanto riguarda
l'energia, pertanto ritengo che non sia
necessario installare nuove centrali
nucleari nella nostra regione». La
candidata del centrosinistra, Emma
Bonino «Scopro che la Polverini non
vuole la nucleare. Fantastico. Nella
cena dell'altra sera all'Eur la
Polverini poteva dirlo a Berlusconi...Magari
gli faceva piacere».
La candidata del centrodestra a Trigoria con Totti e la Sensi. La
candidata del centrosinistra su
"manifesto selvaggio" In dono la maglia
col numero 10. «Incontrerò anche la
Lazio»
Ieri però la candidata del
centrosinistra ha ripreso anche una
battaglia molto cara ai Radicali e
fecalizzata soprattutto su Roma, dove
manifesto selvaggio in occasione di ogni
competizione elettorale è quasi un
regola: le affissioni abusive e le
sanatorie con le quali ciclicamente i
partiti si autoassolvono. In questo caso
la sanatoria sarà addirittura
preventiva. Spiega la Benino: «Nel "milleproroghe"
in discussione al Senato c'è un
emendamento della Lega per abolire le
multe per i manifesti abusivi per un
valore di 100 milioni di euro. Si sono
inventati una proroga con anticipo fino
al maggio 2010. Si tratta di un condono
preventivo e una moratoria sul passato.
Certo, una formula giuridica innovativa.
Sono contraria».
Intanto, oggi parte ufficialmente la
campagna elettorale del Partito
democratico di Roma a sostegno della
candidatura di Emma Benino.
L'appuntamento è alle 18 al Teatro
Vascello in via Giacinto Carini 78, con
la candidata, Nicola Zingaretti ed
Esterino Montino. Spiega Marco Miccoli,
coordinatore della campagna elettorale
del Pd di Roma: «Sosteniamo con tutte le
energie Emma Bonino. Le iniziative
incontrano un entusiasmo straordinario,
sia da parte dei nostri militanti che
dei cittadini. Sempre più romani,
infatti, mostrano la loro preoccupazione
all'idea che la destra che sta rovinando
Roma possa tornare alla Regione. Sono
già bastati l'indimenticabile buco nella
sanità di Storace e le promesse
elettorali mai mantenute di Alemanno».
Meno entusiasmo nel sostegno alla Bonino
di Dario Franceschini, ex segretario del
Pd: «Io avrei fatto una scelta diversa
da Emma Bonino per la candidatura alla
presidenza della Regione Lazio. Ora però
che il partito ha scelto, la sosterrò
lealmente.
|
8 Febbraio 2010 |
RIETI - Un incontro da convocare a
breve tra la Provincia e i comuni del
Reatino interessati al rilancio del
Monte Terminillo e alle sue piste
sciistiche.
Venerdì scorso, presso la sede della
Provincia di Rieti a Palazzo Dosi, il
presidente della Provincia di Rieti,
Fabio Melilli, ha incontrato l'assessore
del Comune di Rieti con delega al
Terminillo, Antonio Perelli, alla
presenza dell'assessore provinciale alle
Politiche turistiche, Alessandro
Mezzetti, per avviare un percorso
condiviso per il rilancio del stazione
sciistica del Terminillo.
A tal proposito, si è deciso di
programmare un incontro, da effettuarsi
entro la fine di questo mese, con i
sindaci degli altri Comuni ricadenti nel
comprensorio del Terminillo per
condividere le scelte da porre in essere
in merito al potenziamento della
stazione sciistica e per decidere sull'
utilizzo immediato delle risorse che
sono state messe a disposizione dalla
Regione Lazio per attuare il piano di
sviluppo redatto dalla Provincia di
Rieti.
|
2 Febbraio 2010 |
LEONESSA Festa di San Giuseppe
verso il quattrocentenario - LEONESSA - Sulla strada che conduce alla
grande cerimonia del quattrocentesimo
anniversario della sua morte
(1612-2012), San Giuseppe si prepara
anche quest'anno ad animare i
festeggiamenti di Leonessa, borgo del
quale il cappuccino è il santo patrono.
Una strada lunga quella che, da qui
all'atteso appuntamento del 4 febbraio
2012, porterà cittadini e visitatori ai
(esteggiameni organizzati dal Santuario
di San Giuseppe da Leonessa. Che anche
per quest'anno non farà mancare il
corposo programma della cerimonia. Si
parte domani, con la santa messa delle 7
e 30 in diretta sulle frequenze di Radio
Maria. Alla sera la tradizionale
accensione delle fiaccole, prima della
penitenziale che vedrà giungere nel
borgo leonessano le confraternite di
Otricoli, Amatrice e Gualdo di Nami,
oltre alle comunità parrocchiali di
Posta, Borbona, Accumoli, Cittareale,
Morrò Reatino e Arquata del Tronto. Ma è
dopodomani che le celebrazioni entrano
nel vivo: alle 11 la concelebrazione
eucaristica presieduta dal vescovo Delio
Lucarelli. Quindi la benedizione di San
Giuseppe con il crocifisso al palazzo
comunale, e la celebrazione del
transito.
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1 febbraio 2010 |
Terminillo,
sotto il vestito niente -
Cicchetti: «I fondi della Regione
inutilizzabili senza un progetto
esecutivo» Terminillo, sotto il vestito
buono dei 20 milioni di euro della
Regione e delle autorizzazioni, niente o
poco più. Lo pensano in molti, lo (ri)dice
Antonio Cicchetti, che da consigliere
regionale sta ai bilanci e ai progetti.
«Stiamo ai fondi: i 2 milioni di euro
stanziati nel bilancio 2009 non sono
stati spesi e vanno in avanzo di
amministrazione. 19 milioni vantati nel
bilancio 2010 in realtà sono 3, meno
anche della metà. Quanto al bilancio
2011, Dio solo sa chi lo farà e cosa ci
metterà dentro. Ma il problema non è
solo questo». Quale altro? «Il progetto:
dove sta l'esecutivo? Non c'è. Daniele
Costantini ha redatto un piano poco più
che di massima. Quanto alle linee guida
dettate nei giorni scorsi dalla giunta
regionale, sono tali da imbalsamare
completamente il Terminillo. Se invece
qualcosa si vuoi toccare bisogna andare
a sbloccare il nodo del livello
ambientale: ma lì, al momento, non si
sblocca proprio niente. La verità è che
questa storia è una balla e dei 20
milioni troveremo cenere: sarebbero veri
i 3 milioni stanziati quest'anno ma a
patto che ci sia un progetto esecutivo
su cui spenderli».
In effetti, al di là del comprensibile
contraddittorio da campagna elettorale,
proprio non si riesce a capire da che
parte si possa cominciare a "costruire"
quel grandioso progetto del Terminino
SuperSki sul quale Fabio Melilli aveva
giocato buona parte della sua, di
campagna elettorale, riportando
all'ovile anche Paolo Trancassini con
tutta Leonessa. E se in Provincia la
competenza sul piano-Costantini è
passata all'assessore al Turismo i dubbi
aumentano: niente di personale, ma quel
Terminillo lì è tutto da costruire, e
prima di diventare prodotto da marketing
territoriale ce ne corre. Non a caso
nella prima giunta Melilli la delega
l'aveva l'assessore alla Pianificazione
del territorio.
A.L.
www.mepradio.it |
31Gennaio 2010 |
Inaugurazione ufficiale , nella
tarda mattinata di sabato 30 gennaio,
della nuova seggiovia biposto "Rubbio",
presso la stazione sciistica di Campo
Stella. Alla cerimonia sono intervenuti
il Presidente dell'Ammistrazione
provinciale di Rieti MELILLI, Il Sindaco
di Leonessa TRANCASSINI insiene
all'intera Giunta comunale, il
Consigliere provinciale ZELLI, Il
Presidente del Consorzio Turistico
Funiviario "Leonessa SuperSki" PALMIERI
e il Presidente regionale FISI TROPEA.
Intanto, la Regione Lazio ha approvato
la delibera che definisce le linee guida
per il piano di interventi relativo alla
ristrutturazione e l’ampliamento degli
impianti sciistici del Monte Terminillo.
Lo stesso è stato determinato dal
programma presentato dalla Provincia di
Rieti. << La Regione ha deliberato un
piano - hanno dichiarato i consiglieri
regionali Anna Maria MASSIMI e Mario
PERILLI - che comprenderà il
collegamento funzionale
Cantalice-Leonessa, il rafforzamento
della stazione di Leonessa e la
valorizzazione dell’attuale sistema sul
versante reatino, con il potenziamento
della stazione di Cittareale >>. Come
approvato già in un emendamento
presentato in finanziaria dai deputati
regionali reatini, la Regione Lazio ha
deliberato 20 milioni di Euro in tre
anni. << Con la delibera regionale -
hanno concluso la MASSIMI e PERILLI - si
concretizzano gli interventi che la
Giunta MELILLI aveva presentato per il
rilancio della stazione turistica
terminillese e per il complessivo
ampliamento degli impianti di
Terminillo. Un impegno che in sede di
finanziaria, avevamo fortemente voluto e
sostenuto al fine di dare una svolta
definitiva al rilancio del Monte
Terminillo. L’intervento finanziario
consistente vuole dimostrare che c’è la
volontà di chiudere questo capitolo e
rilanciare definitivamente il turismo
invernale; rispettando l’ambiente
attraverso la tutela della parte
boschiva della Vallonina e la priorità
di operare nell’elevata efficienza
energetica con l’utilizzo di energie
rinnovabili >>.
|
31Gennaio 2010 |
La seggiovia Rubbio è solo
l'inizio La neve non ferma la festa per
l'apertura del nuovo impianto - LEONESSA
- Prima alle polemiche dei giorni
scorsi, quindi alla densa nevicata di
ieri. Ha resistito a tutto la festa per
l'inaugurazione della nuova seggiovia
"Rubbio", impianto biposto che apre
ufficialmente la stagione sciistica di
Campo Stella. E di Leonessa.
E hanno resistito alla neve anche il
sindaco del comune montano Paolo
Trancassini, e il presidente della
Provincia di Rieti Fabio Melilli, ospiti
istituzionali della cerimonia, saliti in
montagna in tarda mattinata. Schierata
al completo la squadra del Consorzio
turistico funiviario Leonessa Superski,
che coordinano l'evento, e il regolare
afflusso alle piste. Come non ci
fossero, il freddo, le nuvole, la neve,
di fronte a quello che Trancassini ha
chiamato "un puro esempio di buona
amministrazione". Al di là dei colori
politici, che, come ben tutti sanno, non
uniscono di certo il sindaco leonessano
e l'inquilino di palazzo Dosi: "Sono
stato per un'intera legislatura
avversario politico di Fabio Melilli -
commenta Trancassini - e, politicamente,
lo sono ancora. Ma proprio per questo
l'impianto inaugurato oggi (ieri, ndr)
dimostra come sulle cose concrete, sulle
cose del e per il territorio, ci siamo
messi attorno ad un tavolo ed abbiamo
ragionato". Una "ragionamento" che ha
portato al rinnovo di un impianto di
risalita al costo di un milione e
400mila euro. "Cifra che - spiega ancora
Trancassini - se non ci fossimo tirati
tutti su le maniche, sarebbe stata
probabilmente molto più larga. Abbiamo
inaugurato una casa facendo la calce in
famiglia sorride - ora abbiamo le mani
con i calli ma siamo tutti molto
contenti". A partire da quelli del
consorzio, gestori, per la prima volta
di risalita. "A loro va un
ringraziamento particolare per lo
straordinario lavoro che hanno fatto e
stanno ancora facendo. Ma non dobbiamo
accontentarci annuncia Trancassini -
perché la Rubbio è soltanto il punto di
partenza per il rilancio del
Terminillo". Prossima tappa gli impianti
di arroccamento.
Paolo Giorni
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31Gennaio 2010 |
Leonessa - Inaugurato ieri
mattina l'impianto di Campo Stella -
Vernissage per la seggiovia- E stata
inaugurata ieri, presso la località
sciistica di Campo Stella a Leonessa, la
nuova seggiovia biposto «Rubbio».
L'impianto, già aperto al pubblico,
consta anche di nuove piste .che hanno
già ottenuto l'omologazione per le gare
di speciale, gigante e super G. Alla
cerimonia di inaugurazione hanno
partecipato il sindaco di Leonessa,
Paolo Trancassini, e il presidente
dell'amministrazione provinciale di
Rieri, Fabio Melilli, insieme all'intera
giunta comunale. Non sono mancate
ovviamente gli appassionati desiderosi
di vedere finalmente il nuovo impianto
in funzione. E non è mancata neanche la
neve. Anzi, i festeggiamenti ed i
brindisi sono andati in scena sotto una
vera e propria bufera di neve. Ma, visto
che si trattava dell' inaugurazione di
impianti sciistici, il maltempo per una
volta non è stato nemico. Dunque da ieri
Leonessa ha un'arma in più a livello
turistico, dopo l'importante successo
centrato mettendo insieme in un
Consorzio operatori economici e
commerciali della zona montana del
Leonessano.
www.mepradio.it |
29 Gennaio 2010 |
LA REGIONE LAZIO PER IL
RILANCIO DEL COMPRENSORIO DEL TERMINILLO
È stata
approvata in giunta la delibera che definisce le linee guida per il
piano di interventi relativo alla ristrutturazione e l’ampliamento degli
impianti sciistici del Terminillo. Lo stesso è stato determinato dal
programma presentato dall’Amministrazione provinciale di Rieti. <<La
Regione ha deliberato un piano, dichiarano i consiglieri regionali Anna
Maria Massimi e Mario Perilli, che comprenderà il collegamento
funzionale Cantalice – Leonessa, il rafforzamento della stazione di
Leonessa e la valorizzazione dell’attuale sistema sul versante reatino,
con il potenziamento della stazione di Cittareale>>. Come approvato già
in un emendamento presentato in finanziaria dai deputati regionali
reatini, la Regione Lazio ha deliberato 20 milioni di euro in tre anni.
<<Con la delibera regionale – proseguono la Massimi e Perilli – si
concretizzano gli interventi che la giunta Melilli aveva presentato per
il rilancio della stazione turistica terminillese e per il complessivo
ampliamento degli impianti di Terminillo. Un impegno che in sede di
finanziaria, avevamo fortemente voluto e sostenuto al fine di dare una
svolta definitiva al rilancio del Monte Terminillo. L’intervento
finanziario consistente vuole dimostrare che c’è la volontà di chiudere
questo capitolo e rilanciare definitivamente il turismo invernale;
rispettando l’ambiente attraverso la tutela della parte boschiva della
Vallonina e la priorità di operare nell’elevata efficienza energetica
con l’utilizzo di energie rinnovabili”
Comitato Impianti Campo Stella |
28 Gennaio 2010 |
Egr. Sig.
Sindaco,
abbiamo notato con
piacere che nella bacheca del Comune fa bella mostra il documento con
cui l’USTIF di Roma certifica l’avvenuto collaudo della nuova seggiovia
della Rubbio e convalida una vita tecnica di 25 anni a differenza di
quanto depositato dall’Ing. Pignatelli nella sua relazione tecnica
,allegata alla Delibera di Giunta nr. 436 del 30/7/2008, dove invece lo
stesso professionista certificava in 31 anni la vita tecnica dello
stesso impianto (in fondo perdere solo 15 anni su 40 della vita tecnica
di un impianto cosa vuole che sia , dopotutto non sono mica soldi
suoi!!!).
Al documento dell’USTIF
viene data, giustamente, grande importanza ed è importante che la
popolazione ne prenda atto ma rimane sinceramente incomprensibile capire
come mai un analogo documento, autentico, in possesso di questo
Comitato, dello stesso Ente, a firma dello stesso Funzionario che
certifica, senza ombra di dubbio, lo stato reale dei rimanenti impianti
di Campo Stella debba essere smentito dalla S.V. .
Pertanto, per una
corretta e completa informativa alla popolazione che, Le ricordiamo, è
LA PROPRIETARIA DELLE STRUTTURE che Lei momentaneamente amministra ,
La invitiamo ad esporre con la stessa baldanza anche il resto della
documentazione così da fugare ogni ragionevole dubbio sulla sicurezza
dei restanti impianti di Campo Stella che come sicuramente saprà sono:
PS57 – Campo Scuola (1505-1572)-sciovia a fune
alta fuori esercizio per scadenza vita tecnica avvenuta il 08/12/2008
PM07 – Vallonina – Vall’Organo (1129-1489) –
Funivia monofune ad attacchi fissi –(seggiovia): l’impianto dal
9/04/2009 è temporaneamente fuori esercizio fino al completamento della
revisione speciale.
Aspettiamo fiduciosi, augurandoci di essere
smentiti.
Cordialmente
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28 Gennaio 2010 |
Prosegue la campagna anti slot- II sindaco Trancassini ai
microfoni di Radio Due anticipa la nuova
azione anti slot-Cercheremo di ridurre
gli orari del gioco LEONESSA - Che era
solo l'inizio l'aveva detto già lunedì
il sindaco Paolo Trancassini, quando,
emanando la nuova ordinanza comunale che
obbliga tutti i gestori di apparecchi
automatici da gioco con vincite in
denaro ad apporre su slot machines e
video poker, dal prossimo primo
febbraio, la scritta "questo gioco da
dipendenza e può nuocere alla salute e
all'economia tua e della tua famiglia",
aveva detto di voler proseguire sulla
strada della "sensibilizzazione" nei
confronti di un effetto di apparecchi
del genere considerato "nefasto" per la
collettività. L'altro ieri, ai microfoni
della celebre trasmissione radiofonica
Bai Caterpillar, il primo cittadino del
comune reatino ha jJicaimiHiuaiu la lase
uuc uci piugciiu; "Cercheremo - ha detto
Trancassini - di ridurre gli orari
riservati al gioco". Per le medesime
motivazioni che hanno portato
l'inquilino di piazza 7 Aprile ad
apporre il "marchio" sulle macchine da
gioco, sulla falsa riga di quello con
cui il Governo ha da tempo bollato i
pacchetti di sigarette: "L'intento è
quello di aprire gli occhi a chi fa
utilizzo degli apparecchi da gioco che
generano vincite - ribadisce Trancassini
ai microfoni della trasmissione di Radio
Due - che troppo spesso nuoce a sé
stesso e a chi gli sta intomo. Video
poker e slot machines rovinano le
famiglie, ma anche i soggetti, portati a
nascondersi, ad automischiarsi le
carte". Alla domanda dei conduttori
Massimo Cirri e Filippo Solibello su
cosa muove l'iniziativa leonessana il
sindaco risponde: "Siamo un piccolo
centro, ci conosciamo tutti, e vedere un
amico o un conoscente intrappolati in
questo meccanismo non può che farti
riflettere". E intervenire. Con o senza
la nascita di qualche malanimo da parte
dei gestori dei bar locali, e quindi
degli apparecchi da gioco? "E' chiaro
che dal loro punto di vista - spiega
Trancassini - le macchine da gioco
rappresentino una fonte di guadagno, ma
sono convinto che anche i nostri gestori
si rendono conto che quello che stiamo
facendo è sacrosanto"(Paolo Giorni)
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28 Gennaio 2010 |
LEONESSA - Collaudata la nuova seggiovia biposto Rubbio
- Collaudata ufficialmente ieri dll'Ustif. l'ente preposto al rilascio
delle autorizzazioni sugli impianti a fune. entra in funzione sabato la
nuova seggiovia biposto "Rubbio" nella stazione sciistica di Campo
Stella di Leonessa, di proprietà del Comune. «E' una grande
soddisfazione aver raggiunto questo traguardo - dice l'assessore
comunale Vito Paciucci nonostante l'ostilità di tanta gente di Leonessa
che ha fatto di tutto per metterci i bastoni tra le ruote. Sabato faremo
l'inaugurazione ufficiale alla presenza del sindaco Paolo Trancassini e
del presidente della Provincia Fabio Melilli. Nel frattempo abbiamo
ottenuto anche l'omologazione delle piste per gare di supergigante.
gigante e speciale e la prossima settimana ospiteremo il Trofeo
Nordica». La sostituzione della sciovia con la seggiovia biposto è stata
possibile grazie a un finanziamento di un milione e duecentomila euro
concesso lo scorso anno dalla Provincia di Rieti al Comune di Leonessa
mediante la firma di un accordo di programma tra il presidente Melilli e
il sindaco di allora Alfredo Rauco. Altri fondi sono stati stanziati dal
Comune.
(Francesco Chiaretti)
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27 Gennaio 2010 |
Leonessa Videopoker nel
mirino del sindaco - Trancassini ritoma
alla carica: fogli antigioco sui
videopoker - Insomma, la battaglia del
sindado il sindaco di Leonessa, Paolo
Trancassini, prosegue: appellandosi alle
competenze che la legge assegna ai primi
cittadini in fatto di salute sul
territorio di competenza, emanò un'
ordinanza per vietare l'installazione e
l'utilizzo delle macchine da gioco con
vincita, meglio conosciute come
videopoker. Quell'ordinanza del mese di
novembre venne successivamente annullata
dal Tar del Lazio.
Trancassini aveva però promesso di
proseguire in questa battaglia e negli
ultimi giorni è tornato alla carica con
un'altra ordinanza che non mancherà di
far discutere. Sulle macchine da gioco
con premi nel territorio leonessano
dovrà infatti essere apposta la seguente
dicitura: «Questo gioco da dipendenza e
può nuocere gravemente alla tua salute
ed all'economia tua e della tua
famiglia». Chi non dovesse provvedere ad
installare questa dicitura sarà
sanzionabile con una multa di 500 euro.
«Come ho già spiegato all'epoca della
prima ordinanza, le motivazioni sono da
ritrovarsi nel fatto che molti cittadini
perdono sistematicamente ingenti somme
di denaro con questi apparecchi - spiega
lo stesso Trancassini - con
ripercussioni sul loro stato di salute e
sull'economia del nucleo familiare a cui
appartengono. Ribadisco poi che è stato
scientificamente provato che questa
pratica crea dipendenza, ma non c'è
un'adeguata comunicazione circa i
pericoli sanitari ed economici a cui si
espone chi gioca sistematicamente (Marco
Fuggetta)
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27 Gennaio 2010 |
Il sindaco ordinava il "divieto
assoluto all'uso di apparecchi da gioco
Nel 2009 il primo tentativo di
Trancassini La guerra di Paolo
Trancassini contro i videogiochi con
premi in denaro era già iniziata a metà
novembre con una ordinanza annullata
immediatamente dal Tar del Lazio. Con
Fatto il sindaco ordinava il "divieto
assoluto all'uso di apparecchi da gioco
con vincite" e revocava "tutte le
autorizzazioni pubbliche rilasciate per
Fuso degli apparecchi automatici da
gioco con vincite, quali video-poker e
similari", per motivi di ordine pubblico
e di salute. Contro l'ordinanza aveva
presentato ricorso il concessionario di
rete B Plus al Tar del Lazio che in soli
due giorni aveva accolto il ricorso ed
annullato l'ordinanza sindacale in
quanto "in palese contrasto con la
politica del Governo la quale, con le
slot "legali", mira a contrastare la
ripresa del gioco illegale, aspramente e
faticosamente contrastata da Aams e da
tutti i concessionari di rete".
(Francesco Chiaretti)
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27 Gennaio 2010 |
A Leonessa Sulle slot la
scritta: "Nuoce alla salute" -
Leonessa II sindaco Paolo Trancassini:
"Utilizziamo la strategia dei pacchetti
di sigarette"
Scritta Nuoce alla salute sulle slot -
Nuova ordinanza comunale: 500 euro di
multa a chi non si adegua - LEONESSA -
Dal primo febbraio tutti gli esercenti
del territorio leonessano dovranno
apporre sui propri apparecchi automatici
da gioco che generano vincite un
cartello con su scritto: "questo gioco
da e può nuocere gravemente alla salute
e all'economia tua e della tua
famiglia".
Il "marchio", contenuto nella nuova
ordinanza emanata lunedì sera dal
sindaco Paolo Trancassini, è il secondo
capitolo della campagna di contrasto a
quello che il primo cittadino del comune
montano ha più volte definito come
"liberismo eccessivo" nei confronti di
slot machines e video poker.
E che ha creato un vero e proprio "caso"
diffusosi a macchia d'olio in tutta
Italia sopratutto quella settentrionale,
dopo la prima ordinanza datata 11
novembre 2009 con cui Trancassini aveva
addirittura vietato l'utilizzo degli
apparecchi da gioco su tutto il
territorio. Ordinanza che, in tempi
"record" per la giustizia
amministrativa, ha visto ricorrere al
Tribunale Amministrativo Regionale del
Lazio niente meno che il principale
gestore nazionale di suddetti apparecchi
(la società B Plus Giocolegale ltd, ndr),
più alcuni esercenti del territorio, con
risultato, visto il rispettivo "peso"
sui piatti della bilancia, tanto
scontato quanto eclatante: le due
impugnazioni sono state accolte dal Tar
in poco più di 48 ore, ed hanno cosi
annullato gli effetti dell'ordinanza .
Il nuovo documento, che ieri è stato
notificato agli esercizi commerciali del
comune montano, fa sul serio, come il
suo predecessore: per ogni apparecchio
automatico trovato sprovvisto della
nuova dicitura è prevista una sansione
di 500 euro. L ' ordinanza entrerà
ufficialmente in vigore all'inizio del
mese di febbraio: "Questo testimonia
come sull'argomento non ci siamo mai
fermati, e come questo nuovo
provvedimento sia soltanto l'inizio'-
commenta il sindaco Trancassini -.
Adottiamo la strategia per le sigarette,
per far sapere alla gente che questi
apparecchi non sono in realtà come
vengono descritti nei libricini nei
quali viene sistematicamente enfatizzato
un presunto fine ludico oltre alla
possibilità di facili ed utopistici
guadagni. Non è così - prosegue il primo
cittadino leonessano - queste sono
macchine infernali, che fanno male a chi
le utilizza, e a Leonessa, purtroppo,
sono tanti i cittadini che
sistematicamente perdono ingenti somme
di denaro con questi apparecchi, con
ripercussioni sia sul loro di salute sia
sull'economia dell'intera famiglia". Con
la nuova ordinanza non potendo vietare l
' uso delle slot machines, almeno si
avviseranno gli utilizzatori del
rischio, anche sulla salute, che si
corre. Questa, in sintesila nuova
linea adottata da Tranrassini e
dall'amministrazione leonessana, che
potrebbe rischiare di finire nuovamente
sui banchi del Tar laziale. "Non credo
che questa ordinanza possa generare
qualche ricorso ribadisce il sindaco di
Leonessa anche se, ad essere sincero, mi
piacerebbe andare in tribunale, perché
si dovrebbe dimostrare stavolta che un
sindaco non può salvaguardare il suo
paese, che è quello che cerco di fare
io. E mi auguro che altri colleghi
sindaci facciano altrettanto".
Chiaro il messaggio, implicitamente
rivolto a quei primi cittadini dell'Alto
Reatino che avevano mostrato una certa
prudenza nel fare propria l'iniziativa
del collega di Leonessa. E che adesso,
in virtù di questa nuova potrebbero
operare diversamente.
Paolo Giorni
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27 Gennaio 2010 |
Positivo il sopralluogo dell'ufficio ministeriale
sull'impianto di risalita di Campo Stella - Seggiovia "Rubbio",
via libera del'Ustif - LEONESSA - Si sono fatti attendere un
bel po', ma alla fine i tecnici dell'Ustif, l'ufficio che per conto del
Ministero dei trasporti appone il definitivo "si" (o no) sugli impianti
fissi di trasporto, ha dato il via libera alla seggiovia "Rubbio", la
rinnovata struttura biposto che conduce alle piste di Campo Stella. E'
durato l'intera mattinata di ieri il sopralluogo (con tanto di collaudo
degli impianti) degli uomini del Ministero, che nel primo pomeriggio
hanno dato il definitivo nullaosta al nuovo impianto di risalita
leonessano, chiudendo una vicenda che si protraeva dagli ultimi giorni
del 2009. Ora, con questo decisivo passaggio, le piste leonessane sono
pronte ad accogliere gli utenti, per una stagione sciistica che, dopo
l'antipasto "ufficioso" dello scorso week-pnd, aprirà ufficialmente le
porte sabato prossimo. Grande soddisfazione espressa da tutti gli
addetti ai lavori, a cominciare dal sindaco Paolo Trancassini:
"Finalmente il duro lavoro messo m campo da tutte le persone che da
tempo si stanno operando per questo risultato è stato premiato.
Ringrazio davvero tutti, a cominciare dall'assessore Vito Paciucci, che
credo in questi giorni - sorride - abbia dormito in montagna.
Adesso siamo pronti a partire, davvero, sabato". La notizia fa
brevemente il giro del territorio, raggiungendo un sereno vicepresidente
del consorzio funiviario Leonessa Superski, Carlo Fornari, che altri
impegni hanno tenuto lontano da Leonessa per tutta la giornata di ieri:
"Siamo davvero soddisfatti. Adesso insieme al presidente (Alberto
Palmieri, ndr) e a tutto il consiglio direttivo prepareremo questa
grande apertura. Alla quale si aggiunge anche la neve, che ieri è caduta
nelle montagne leonessane.
(pa.gio.)
www.ilgiornaledirieti.it |
25 Gennaio 2010 |
«Questo gioco da' dipendenza e può
nuocere gravemente alla tua salute ed
all'economia tua e della tua famiglia».
È la singolare dicitura che dovrà essere
apposta, pena una multa di 500 euro, in
ogni apparecchio automatico di gioco con
premi in denaro installato nel
territorio del Comune di Leonessa.
L'iniziativa è stata presa oggi dal
sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini,
attraverso una ordinanza che verrà
notificata domani agli esercizi
commerciali.
«A Leonessa sono tanti i
cittadini che sistematicamente giocano perdono ingenti somme denaro con
questi apparecchi, - spiega il primo cittadino del paese montano del
Reatino - con ripercussioni sia sul loro stato di salute che
sull’economia dell’intero nucleo familiare a cui appartengono. È inoltre
scientificamente provato che tale pratica crea dipendenza nel giocatore,
rappresentando una vera e propria patologia ed inoltre, che le famiglie
coinvolte da tale fenomeno subiscono gravi ripercussioni economiche e
sociali, anche perché spesso titolari di reddito limitato».
In aggiunta, precisa «non vi è
una adeguata pubblicità dei pericoli sanitari ed economici a cui si
espone chi sistematicamente gioca con tali apparecchi, mentre al
contrario si enfatizza il presunto fine ludico nonché la remotissima
possibilità di facili ed utopistici guadagni». L'11 novembre 2009
Trancassini aveva già provato ad intervenire vietando con un'ordinanza
il gioco con apparecchi automatici con premi in denaro nei pubblici
esercizi, ma la sua ordinanza era stata annullata dal Tar del Lazio.
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24 Gennaio 2010 |
Campo Stella: martedì il collaudo
- Leonessa Il Comitato Impianti parla di
strutture non a norma e scrive a Comune
e Provincia - Campo Stella apre
tra le polemiche -Ancora chiusa la
seggiovia Rubbio - Martedì il collaudo
dell'USSTIFi LEONESSA - L'apertura "a
metà" non ha fermato i numerosi
visitatori che ieri si sono recati
presso gli impianti di Campo Stella, al
primo, vero giorno di attività. Almeno
quelli accessibili, visto che l'Ufficio
Speciale dei Trasporti a Impianti Fissi
(Ustif) ha "mancato" anche
l'appuntamento di venerdì scorso,
posticipando il collaudo definitivo
della nuova seggiovia "Rubbio" a martedì
prossimo. E' quello che sperano gli
addetti ai lavori del consorzio Leonessa
Superski, che già da diversi giorni
attendono i tecnici del dipartimento
ministeriale per il definitivo via
libera al rinnovato impianto di
risalita.
Ma quella di ieri è stata anche la
giornata delle polemiche sollevate dal
Comitato Impianti di Campo Stella, il
gruppo cittadino che sul proprio portale
web
(www.comitatoimpianticampostella.org)
pubblica una pepata comunicazione dal
titolo "altro che Superski", con chiaro
riferimento al consorzio turistico
funiviario presieduto da Alberto
Palmieri. Nella lettera i mèmbri del
comitato riportano una comunicazione
inviata al sindaco Paolo Trancassini, al
presidente della Provincia di Rieti
Fabio Melilli, al Prefetto Chiara
Marolla e all'Ustif: l'argomento è una
relazione redatta dalla stessa Ustif,
datata 16 ottobre 2009, nella quale
l'ufficio stabiliva che gli impianti
leonessani non sarebbero a norma. La
missiva raggiunge brevemente il nuovo
blog del portale online del borgo
(www.leonessa.org), dove si accende un
vero e proprio dibattito sull'argomento.
Anche il primo cittadino Paolo
Trancassini posta un suo commento,
rassicurando i presenti: "L'apertura
odierna (di ieri, ndr) degli impianti -
scrive il sindaco di Leonessa - è
avvenuta non per follia del
sottoscritto, ma perché gli stessi hanno
le autorizzazioni previste. Martedì ci
sarà finalmente il sopralluogo dell'Ustif
per la nuova seggiovia Rubbio. Sono
certo .che gli incredibili sforzi di chi
crede davvero allo sviluppo di Campo
Stella e di Leonessa verranno premiati".
Ma la polemica, per ora, sembra
destinata a non finire.(Paolo Giomi)
Riteniamo utile, per gli amici di
www.leonessa.org poco pratici di blogs, riportare in rigoroso ordine
cronologico lo scambio epistolare tra il Sindaco di Leonessa ed il
Comitato Impianti Campo Stella.
Onorati, come sempre, dell'attenzione che
sempre più amici dedicano al nostro lavoro.
Ma la verità, da quando esiste il mondo, è
sempre una sola.
La Redazione di www.leonessa.org
Paolo Trancassini |
24 Gennaio 2010 |
Comitato Impianti Campo Stella |
23 Gennaio 2010 |
E-mail
ricevuta il 23/1/2010 ore 20:04
La Redazione di www.leonessa.org
per completezza d'informazione preghiamo
di pubblicare l'allegato alla presente mail ringraziando leonessa.org
per la gradità ospitalità
Lettera
USTIF
Comitato Impianti Campo Stella |
23 Gennaio 2010 |
Il comitato campo stella ha
richiesto a suo tempo all'ustif la
documentazione sullo stato degli
impianti leonessani. Con la nostra nota
si è cercato di evidenziare lo stato
reale degli stessi. E' responsabilità
del proprietario e gestore conoscere le
scadenze e provvedere ai lavori di
adeguamento previsti per legge , tenendo
bene a mente i tempi di realizzazione e
di collaudo da parte dell'ente preposto.
Evidentemente questo "particolare" è
sfuggito, forse andando un pò lunghi sui
tempi o sperando che non nevicasse.
Comunque quando si amministra un bene
comune bisognerebbe avere la sensibilità
di comprendere che il bene è di tutti e
deve essere a disposizione nei tempi e
nei modi stabiliti, senza
necessariamente scaricare responsabilità
su terzi. Non riusciamo a capire cosa
debba spiegare la corrispondenza tra il
comitato impianti campo stella e l'ustif,
considerato che, dall'ente proprietario,
non si riesce ad avere una informazione
precisa , dettagliata e veritiera ci
siamo rivolti a chi ha la competenza in
materia di impianti a fune, e così
continueremo a fare perché, di fatto,
questo comitato è nato per rilanciare lo
sci a Leonessa . Vogliamo ricordare che
nel breve giro di quattro mesi dalla
costituzione del comitato stesso abbiamo
presentato un progetto autofinanziato,
redatto da uno dei maggiori esperti del
settore, che dimostra ampiamente le
reali potenzialità della stazione
sciistica di campo stella. Questo, tanto
per dimostrare chi, realmente, crede
nello sviluppo dei NOSTRI IMPIANTI!
Prendiamo comunque atto, con
incredulità, che nonostante la
drammatica situazione delle strutture
oggi gli impianti sono entrati in
funzione. Chiunque volesse consultare il
progetto lo stesso è disponibile sul
nostro sito oppure presso la nostra
sede.
postato da comitato impianti campo stella su
blog.leonessa.org il 23/01/2010 18:39
Paolo Trancassini |
23 Gennaio 2010 |
Stante la nota diffusa dal
Comitato Campo stella, ritengo opportuno
tranquillizzare i frequentatori del blog,
che l'apertura odierna degli impianti è
avvenuta non per follia del
sottoscritto, ma perchè gli stessi hanno
le autorizzazioni previste. Certo è che
la corrispondenza intercorsa tra il
Comitato Campo Stella e l'Ustif spiega
molte cose, che approfondiremo nel
prossimo imminente consiglio comunale.
Martedì ci sarà finalmente il
sopralluogo dell'Ustif per la nuova
seggiovia Rubbio. Sono certo che gli
incredibili sforzi di chi crede davvero
allo sviluppo di Campo stella e di
Leonessa verranno premiati.
www.leonessa.org |
22 Gennaio 2010 |
Leggiamo dal
sito ufficiale del Comitato Impianti
Campo Stella (che ringraziamo per la
gentile concessione).
Ma allora... Come fa ad aprire Campo Stella
?
Qual' è la verità ?
E, soprattutto : a chi giova tutto questo ?
La Redazione di www.leonessa.org
Riportiamo la comunicazione inviata al Sindaco di Leonessa sulla
reale situazione degli impianti sciistici esistenti sul territorio:
Leonessa, 22/01/2010
Avv. Trancassini Paolo
Sindaco di Leonessa
On. Fabio Melilli n.q.
Presidente Provincia Rieti
Prefetto di Rieti
02100 Rieti
Avv. Giuseppe Labella
capogruppo minoranza
dr. Franco Boccanera
capogruppo minoranza
p.c. Ministero delle Infrastrutture e Trasporti
U.S.T.I.F. Roma
Via Nola 5 00182 Roma
Illustrissimo Sig. Sindaco
Su richiesta di questo Comitato, l’U.S.T.I.F. di Roma, con nota prot.
1532 del 16/10/2009, che si allega alla presente, comunicava lo stato
attuale degli impianti di questo comune dalla quale si evince quanto
segue:
PS 57 CAMPO SCUOLA – SCIOVIA A FUNE ALTA: l’impianto è fuori esercizio
per scadenza vita tecnica avvenuta il 08/12/2008
PM 07-VALLONINA VALLORGANO- FUNIVIA MONOFUNE AD ATTACCHI FISSI:
l’impianto dal 09 Aprile 2009 è temporaneamente fuori esercizio fino al
completamento della revisione speciale.
Poiché la scorsa stagione l’impianto PS 57 (Campo Scuola), nonostante la
scadenza della vita tecnica, ha continuato a funzionare, si invita la
S.V. a mettere in atto ogni utile iniziativa che possa preservare
l’incolumità degli sciatori ritenendola responsabile civilmente e
penalmente, unitamente a tutti i preposti nelle varie attività di
gestione degli impianti stessi, in caso di danni a persone o cose.
Per quanto riguarda gli impianti di monte Tilia si prende ufficialmente
e definitivamente atto che gli stessi
sono tutti fuori esercizio per scadenza vita tecnica.
Comitato Impianti Campo Stella
|
22 Gennaio 2010 |
Crediamo che
l'articolo in questione sia stato
confezionato prima dello spostamento
della data del collaudo.
La Redazione di www.leonessa.org
Campo Stella Fermo per
il mancato parere dell’Ustif
Prima era la neve, che a Campo Stella ha tardato ad arrivare. Ora di
neve ce n’è, “non moltissima - dice il vicepresidente del Leonessa
Superski Carlo Fornari - ma abbastanza per aprire la stagione”. Ma la
stagione sciistica a Leonessa - la prima sotto le bandiere del nuovo
consorzio turistico funiviario presieduto da Alberto Palmieri - non ne
vuol sapere di partire. Nonostante gli impianti, a Campo Stella, siano
pronti, le piste regolarmente battute, la nuova seggiovia Rubbio
collaudata e perfettamente funzionante, il personale formato e
posizionato nelle varie strutture, le altre strutture, quelle ricettive,
pronte ad accogliere i visitatori a suon di pacchetti promozionali.
Tutto fermo, a causa del mancatao benestare dei tecnici dell’Ufficio
Speciale Trasporti a Impianti Fissi (Ustif), il quale, per conto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è il solo deputato alla
concessione del via libera agli impianti sciistici. Niente Ustif, niente
apertura. I tecnici dell’ufficio a Leonessa sono attesi da diversi
giorni, perché “le piste sono pronte dall’inizio dell’anno, se non da
prima della fine del 2009”. “La commissione per l’esame di revisione
della seggiovia Rubbio - pubblicava ieri una breve nota sul sito del
consorzio funiviario leonessano - si riunirà oggi (ieri, ndr). Domani
(oggi, ndr), suddetta commissione provvederà alla verifica tecnica sul
posto”. “Speriamo sia la volta buona”, esclama Fornari. La visita della
commissione, infatti, era prevista per l’inizio di gennaio, prima di una
serie di rinvii. E mentre gli addetti ai lavori sperano in una rapida
conclusione della singolare vicenda, gli utenti rumoreggiano di fronte
all’impossibilità di usufruire dei rinnovati impianti leonessani. Sul
web, dal folto gruppo che Fornari gestisce su Facebook (circa 1500
utenti) al nuovo blog del portale online del territorio
(www.leonessa.org) montano le polemiche, a ragione di un impegno,
economico e non, che il consorzio, unitamente ai partners e all’intera
comunità, ha seriamente preso, e che per via di un cavillo burocratico,
rischia di essere compromesso.
Paolo Giomi
www.mepradio.it |
20 Gennaio 2010 |
Ringraziamo
l'amico Massimo Spadoni e la Redazione
Giornalistica di MepRadio per la
tempestiva segnalazione.
La Redazione di www.leonessa.org
Funzione
Pubblica Cgil di Rieti
Via Garibaldi, 174 – 02100 RIETI
Tel. 0746271989 fax 0746274811
e-mail:
fpcgilrieti@libero.it
sito internet:
www.lazio.cgil.it/fp/rieti
Al Direttore generale
Dott.ssa D’innocenzo
Al Primario ares 118 Dott. Tesoriere
Responsabile Area Province Alla Dott.ssa Patrizia
Correani
Al Dirigente settore infermieristico Dott.ssa
Lidia Stella
Al responsabile macro area Rieti Fabio Innocenzi
Oggetto: Richiesta apertura confronto su
organizzazione ed organici postazioni Ares della Provincia di Rieti.
Alla luce della dotazione organica dell’Ares 118
e delle recenti mobilità effettuate, nonché del numero degli interventi
effettuati da ciascuna postazione, in relazione al personale assegnato,
la scrivente O.S. ritiene non più prorogabile un confronto per esaminare
le problematiche organizzative di codesto servizio.
E’ ormai non più tollerabile infatti la mole del
ricorso al lavoro straordinario effettuato dal personale dipendente, con
ripercussioni potenzialmente negative sia in termini di sicurezza degli
operatori che degli utenti.
E’ chiaro che a fronte di una carenza di almento
12 unità infermierisstiche su poco più di 40, a scanso di autorizzazoni
a nuove assunzioni o all’accoglimento di nuove mobilità dai ruoli della
ASL, la situazione difficilmente potrà cambiare.E’ altrettanto vero
comunque che ciò non può eludere una seria discussione circa il miglior
utilizzo del personale in servizio, evitando per quanto possibile di
aggravare, attraverso ad esempio mobiità tra le postazioni poco
rispondenti al criterio della miglior distribuzione del personale in
relazione agli interventi annui della postazione.
Si chiede quindi di sospendere qualsiasi ipotesi
di mobilità ove non venga prevista la sostituzione del dipendente in
relazione alle sedi decentrate quali quella di Osteria Nuova già in
forte carnza i organico di personale infermieristico.A meno che questo
corrisponda ad una precisa volontà: quella di “depauperare i servizi in
vista di un possibile ricorso all’esternalizzazione della
postazione\postazioni esterne.
In tal caso l’opposizione della FP CGIL sarà
fortissima.
In attesa di urgente riscontro, distinti saluti.
Il Segretario Generale CGIL F.P.Gianni
Ciccomartino
Il Coordinatore Provinciale ares 118
Fabrizio Ianni
|
10 Gennaio 2010 |
Ci
dispiace per Renata Polverini, ma se
sceglie la nostra terra per
iniziare la marcia di avvicinamento a
via della Pisana , nel parlare di di una
ricetta per Rieti dovrebbe cominciare a
parlare di Leonessa e del Versante Nord.
E non solo di Terminillo.
La Redazione di www.leonessa.org
Partita da Rieti
la campagna della candidata del centrodestra alla Regione
di ALESSANDRA LANCIA
«Non siate timidi, con queste bandiere, fatele sventolare», esordisce
Renata Polverini dal palco del “Moderno”. Il centrodestra, la sua di
bandiera, ovvero la stessa Polverini, la fa sventolare eccome in questo
primo giorno degli 80 che serviranno a fare il giro del Lazio per
andarsi a riprendere la Regione. Nel Pdl, esclusi Fabrizio Cicchitto e
Maurizio Gasparri che non ne hanno bisogno, è tutto uno sgomitare per
conquistare primi posti (al cinema) e posti a fianco (più tardi in sala
consiliare) con Guglielmo Rositani che spicca su tutti e Chicco Costini
che non gradisce affatto. E Rieti, «piccola ma non per questo ultima
provincia», riempie a dovere la sterminata sala verde e aspetta paziente
la mezza per ascoltare lei, non più in salotto dalla tv ma dal vivo,
come candidata presidente della Regione. «Sento di avere la vostra
fiducia, ma so’ che me la dovrò comunque conquistare», attacca, ma ciò
vale anche per i reatini: «In giunta regionale tutte le province saranno
rappresentate ma ve la dovrete guadagnare, questa è la democrazia».
Una democrazia che la Polverini tratteggia con caratteri quasi
assembleari - «Partecipazione e collegialità, questo sarà il mio metodo
di lavoro e non solo per la campagna elettorale: se sarò governatore del
Lazio nulla sarà deciso sopra le vostre teste» - e vagamente monacali:
«La nostra classe dirigente ha valori solidi e qualità morali di prim’ordine:
chi ci vota deve sapere che noi lavoreremo per i cittadini 24 ore sul
24». Tanto più che mentre c’è «chi in politica si accontenta di
galleggiare, noi siamo quelli che pur di raggiungere gli obiettivi siamo
pronti a nuotare contro corrente, perché per noi la politica è prima di
tutto scelta». Scelte che però - almeno su temi chiave come la sanità, i
trasporti, i rifiuti, le infrastrutture - ancora non si indovinano, al
di là di slogan e frasi ad effetto tra le quali «nessuno di voi rimarrà
indietro», già sentita e dal Piero Marrazzo dei tempi d’oro, per giunta.
Ma magari sarà perché «il vero laboratorio politico lo faremo noi nel
Lazio, e insieme a voi costruiremo il programma elettorale, chiaro sui
temi e sui tempi di realizzazione. Perché il mio ruolo è quello di
ascoltarvi, mantenendo con voi un filo diretto anche quando
riconquisteremo la Regione».
Quanto alla campagna elettorale che si apre, «non sarà urlata:
personalmente non risponderò alle critiche se non raddoppiando le
energie e il lavoro e anche a voi dico di non perdere tempo e partire
subito alla conquista dei voti, di tutti i voti». E qui gli slogan
possono tornare utili: con la sanità che diventa salute -
«io non voglio parlare ai cittadini del debito ma di come garantire loro
il diritto alla salute» - i rifiuti che nel Lazio non dovranno diventare
come quelli della Campania, le infrastrutture che dovranno avvicinare i
territori a Roma. Quanto a Rieti la ricetta è «turismo, enogastronomia,
Terminillo ma arginando comunque la desertificazione del Nucleo
industriale». Come? Siamo solo a Rieti e appena agli inizi. Il viaggio è
appena cominciato.
|
9 Gennaio 2010 |
di ALESSANDRA LANCIA
Un mazzo di rose arancioni e una cartina della provincia di Rieti sulla
grande scrivania appena sgombrata da Silvana Riccio: al benvenuto della
città e del personale della Prefettura è seguita subito una giornata di
lavoro, per la nuova Prefetto Chiara Marolla. «Ho trovato Rieti molto
bella e tanto il sindaco quanto il presidente della Provincia davvero
attenti alle istanze del territorio. Un territorio che certamente
risente della presenza forse opprimente di Roma ma che può trarre grosse
opportunità dal suo essere “nicchia”. Penso al turismo, coniugato in un
tempo lento e in una modalità sostenibile. E penso all’agricoltura e ai
suoi prodotti tipici».
Che tipo di impronta pensa di dare alla Prefettura? «Grande ascolto,
all’insegna della semplicità e del rispetto della legalità. Primo mio
impegno sarà la conoscenza del territorio. Caposaldo di tutto la leale
collaborazione tra le istituzioni, per meglio rispondere alle esigenze
dei cittadini. Questo, ripeto, all’insegna della semplicità e della
legalità. Quanto allo stile, io ricevo tutti e tutti ascolto. E di
fronte a problemi credo che non ci sia nulla di meglio che sedersi tutti
intorno a un tavolo e cercare soluzioni condivise».
|
9 Gennaio 2010 |
Regionali, comincia la
corsa
La Polverini al
Moderno con i leader del Pdl mentre l’Udc riconferma fedeltà a Melilli
di ALESSANDRA LANCIA
Comincia dalla piccola Rieti e comincia oggi la corsa di Renata
Polverini alla presa della Regione, e chissà se nella pur grande sala
verde del Cinema Moderno entreranno anche gli amici dell’Udc, ieri in
mesto corteo dal presidente della Provincia Fabio Melilli (Pd). In
teoria a livello locale tutto dovrebbe restare come prima (con l’Udc
all’opposizione del centro destra in Comune e al governo col centro
sinistra in Provincia), ma dopo l’accordo ad personam pro
Polverini del segretario nazionale Cesa, ieri al segretario provinciale
Mauro Lattanzi è toccata la telefonata del senatore Angelo Cicolani (Pdl)
per un cordiale ”bentornati a casa” e il suo invito ad esserci,
stamattina, con una poltronissima in prima fila. Non che alla Polverini
manchi il suo parterre: per lei arriveranno da Roma Fabrizio Cicchitto e
Maurizio Gasparri, Alfredo Pallone e Vincenzo Piso, per non dire dei
maggiorenti del Pdl reatino che sgomiteranno non poco per esserci e
tutti bene in vista. Però, aspettando l’esordio della Polverini (ore
10,30, diretta integrale su Mep Radio) l’attenzione dei più è per quel
che andrà a succedere in Provincia. Melilli parte da lontano, ossia da
Roma: «L’Udc ha provato a dire che tra la Bonino e la Polverini sceglie
la Polverini, ma la Bonino fino a ieri non era in campo. La verità è che
Casini e Fini hanno rimesso in discussione un accordo (tra Pd e Udc,
ndr) che almeno nel Lazio era nelle cose». Ma l’approdo su Rieti
sembra ancora aperto: «Non sarò io da solo a decidere il da farsi: mi
riservo di convocare quanto prima la coalizione per ascoltare un po’ di
opinioni. Ho ricevuto gli amici dell’Udc con i quali c’è un percorso che
arrivava fino alle Comunali di Rieti e mi sembra di capire che
ribadiscano la loro attuale vocazione, rimanendo all’opposizione in
città. Vedremo».
E da vedere c’è anche quel che si muove nel centro destra: tra i rancori
e le vecchie ferite dell’An che fu e la volatilità di una Forza Italia
che ha faticato assai ad essere, sembra che i moderati ultimi arrivati
non si trovino perfettamente a loro agio. L’area dei centristi, insomma,
si è rimessa in movimento, reclamando spazio e visibilità e provando a
incrinare quell’apparente compattezza che vorrebbe le candidature per le
regionali già scritte (si parla ora di un tandem Cicchetti-Costini con
la Nobili nel listino). Anche qui si tende a prendere il discorso assai
alla larga - dal bipolarismo maturo alla dottrina sociale della chiesa,
passando per un federalismo responsabile e solidale e per la difesa
dell’ambiente. Ma in politica quel che conta è arrivare a destinazione,
e magari arrivarci in tanti. Ed è proprio quello che i moderati
vorrebbero fare: contarsi e contare. Nel Pdl, per adesso
|
8 Gennaio 2010 |
Decesso dopo l’intervento al naso:le
indagini della magistratura
Intervento
fatale, fari sull’anestesia
Focalizzata
l’attenzione su quanto somministrato alla ragazza
di ANDREA BONANNI
Alessandra Rauco è deceduta per un errore nella somministrazione
dell’anestesia. Ne sono convinti la mamma e il fratello della
trentacinquenne di Leonessa che lo scorso 31 dicembre è morta presso il
policlinico Casilino dopo un intervento per la riduzione di una frattura
al naso provocata da una caduta dal motorino. Per i familiari, l’arresto
cardiocircolatorio successivo l’intervento, cui è seguito il coma,
sarebbe stato causato da un qualche errore commesso dai sanitari in sala
operatoria. Per il momento si tratta soltanto di ipotesi, anche se la
tesi dell’errore nella somministrazione dell’anestesia locale sembra
avvalorata da alcuni riscontri oggettivi rilevati nei giorni antecedenti
il decesso dai parenti della vittima. Parallelamente la magistratura,
che sul caso ha aperto sin da subito un fascicolo dopo la denuncia dei
parenti, attende di conoscere il responso dell’esame autoptico
effettuato sulla salma lunedì scorso presso la medicina legale del
policlinico. Il riserbo al riguardo è strettissimo. Nulla di ciò che
avvenuto è stato divulgato. A trapelare, soltanto il fatto che
all’autopsia erano presenti i medici di parte. Incarico conferitogli da
un importante studio legale di Roma a cui la mamma e il fratello della
giovane si sono affidati.
Ma ieri a Leonessa è stato il giorno del dolore e dei ricordi.
Dell’ultimo grande abbraccio ad Alessandra, prima della sepoltura nel
locale cimitero. La salma è arrivata nel piccolo paese montano,
proveniente da Roma, intorno alle quattordici accompagnata dalla mamma e
dal fratello che dal giorno del decesso non l’avevano più lasciata.
Ad attenderla, centinaia di persone dentro e fuori la chiesa di San
Francesco. Sul sagrato i parenti più stretti, gli amici di sempre, i
compagni del gruppo teatrale “Il Cardo”, ma anche semplici conoscenti
ancora increduli davanti ad una morte dai contorni tutti da definire.
Quando il carro funebre si ferma in prossimità della chiesa e da esso
esce lenta la bara di legno chiaro su cui erano stati deposti alcuni
fiori, la commozione mista a rabbia della folla è così forte da essere
quasi palpabile. Lo striscione alzato da alcuni coetanei della giovane
“Ora il tuo ricordo lo accarezza il vento ciao Alex” la dice lunga su
ciò che era e che resterà di Alessandra.
Durante l’omelia, officiata da padre Orante D’Agostino, alcun accenno è
stato fatto alla vicenda giudiziaria. Una funzione avvolta nella
commozione, nel rispetto verso il dolore della famiglia. Nel ricordo,
soprattutto di quanti hanno potuto in questi anni frequentare la
trentacinquenne con maggiore assiduità. A tracciare la figura di
Alessandra è toccato ai compagni del gruppo teatrale “Il Cardo”. Un
accenno lieve e sincero sulle sue doti recitative e umane che ne avevano
fatto un punto di riferimento per l’associazione culturale leonessana.
Poi l’ultimo viaggio verso il cimitero prima della sepoltura tra due ali
di folla. Una domanda resta su tutto. Perché Alessandra è morta. Cosa è
accaduto quel tragico 31 dicembre presso il policlinico Casilino.
Domande a cui i familiari esigono una risposta.
|
8 Gennaio 2010 |
L’onorevole Rositani ha intanto
sottoposto alla candidata del
centrodestra le priorità del territorio
La Polverini
mette in crisi l’Udc reatina
Accordo per le
Regionali e l’alleanza in Provincia torna in discussione
di ALESSANDRA LANCIA
Regionali, l’Udc stringe un accordo ad personam con Renata
Polverini, a conferma «della nostra posizione delle maggioranze
variabili», come dichiara il segretario del partito Lorenzo Cesa in una
conferenza stampa a fianco della candidata del Pdl. Ma per un problema
moolto romano finalmente risolto - le alleanze alle Regionali,
appunto, con il Pd che sembra pronto a far sua la candidatura di Emma
Bonino - problemi reatini che si riaprono. Perché a Rieti l’Udc ha
scelto da tempo di stare all’opposizione del centrodestra in Comune e di
governare col centrosinistra in Provincia. «Per quello che ci riguarda
tutto resta com’è - dice Michele Beccarini, assessore provinciale e vice
segretario dell’Udc - questa della Polverini è una decisione che il
partito ha preso a livello nazionale. Noi abbiamo fatto con Melilli
un’alleanza di lungo termine e tutta politica e se anche dovesse saltare
non è che andremmo a pietire spazi in Comune. Con il Pdl qui non ci sono
rapporti». Sabato mattina al “Moderno” a sentire la Polverini ci sarete?
«Questo è da valutare. C’è nell’accordo firmato con Cesa una postilla
che dà piena autonomia alle situazioni locali. Vedremo, valuteremo».
Chi invece al “Moderno” ci sarà e convintamente è Guglielmo Rositani e
la sua Fondazione per le libertà: «Conosco bene Renata, sono stato tra i
primi a sostenere la sua candidatura insieme al presidente Fini. E’ una
donna di grande equilibrio e capacità: ha ottime chance di vittoria, e
non solo per le obiettive difficoltà del centrosinistra». Ha già avuto
modo di sentirla riguardo quelle che possono essere le “necessità”
reatine? «Sì, e d’altronde lei aveva già posto tra le sue priorità temi
come la sanità, il sostegno alle piccole e medie imprese, il rilancio
delle infrastrutture che a noi ci riguardano molto da vicino. Le
chiederemo di farsi parte attiva per la ripresa dell’iter della
ferrovia, visto l’impegno del ministro Matteoli a finanziare l’avvio dei
lavori, e rilanciare con l’Anas il progetto per il raddoppio della
Salaria».
E sul tema sanità? «Senz’altro la salvaguardia degli ospedali di
Magliano e Amatrice, sia in termini di servizi offerti che di personale.
Ma importante sarà anche il sostegno alle piccole e medie imprese,
finanziando ricerca e innovazione e favorendo il sistema del credito
attraverso i confidi. Dalla Regione della Polverini ci aspettiamo anche
un sostegno deciso alla vocazione turistica di Rieti, all’agricoltura
attraverso l’avvio dei distretti rurali e il sostegno ai prodotti
tipici. Tutte cose sulle quali non ho dubbi che Renata vorrà impegnarsi.
Noi con lei lo siamo già da adesso, e sabato saremmo in tanti al Moderno
a lanciarne la candidatura».
www.ilgiornaledirieti.it |
7 Gennaio 2010 |
Ringraziamo
Mario Felici per la tempestiva
segnalazione.
La Redazione di www.leonessa.org
Regione Lazio, fondi in arrivo per 17 comuni del reatino
Sono 17 i comuni della provincia
di Rieti su un totale di 30 nella Regione Lazio, che verranno finanziati
attraverso la delibera della Giunta regionale 'Piccoli comuni, più
decoro'. Ad annunciarlo il consigliere regionale Mario Perilli.
«Continua l'intervento della
Regione Lazio a sostegno dei comuni sotto ai 5mila abitanti - ha
annunciato - e questa delibera finanzia progetti presentati da molti
comuni della provincia di Rieti, per interventi di riqualificazione
generale, permettendo ai piccoli comuni di riempire le casse degli enti,
che soffrono dei numerosi tagli del Governo centrale».
I finanziamenti, ha aggiunto,
«sono tutti di 30mila euro ciascuno e posso assolutamente dire che in
questi anni la provincia di Rieti è riuscita a guadagnarsi l'attenzione
della Regione, soprattutto per le proposte che i sindaci hanno saputo
elaborare con i loro uffici». I comuni finanziati nel reatino sono
Marcetelli, Pozzaglia sabino, Borbona, Varco, Montenero, Collalto,
Paganico, Petrella, Cooncerviano, Turania, Collegiove, Fiamignano,
Amatrice, Micigliano, Pescorocchiano, Ascrea e Salisano.
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6 Gennaio 2010 |
Tecnica poco invasiva ma la
trentacinquenne ha avuto un arresto
cardiocircolatorio, poi è entrata in
coma
Solo anestesia
locale per Alessandra
di ANDREA BONANNI
Nuove indiscrezioni sulla morte di Alessandra Rauco . Alla
trentacinquenne di Leonessa, deceduta in seguito a un intervento al
naso, non sarebbe stata eseguita l’anestesia generale. Per intervenire
sul politrauma con frattura delle ossa nasali l’anestesista del
Policlinico Casilino, incaricato di seguire la paziente durante
l’intervento, avrebbe utilizzato una tecnica sedativa decisamente meno
invasiva, che avrebbe garantito alla stessa un decorso post operatorio
senza fastidio e la possibilità di lasciare l’ospedale entro poche ore.
Se così fosse però, non si spiega, ad esempio, il perché dell’arresto
cardiocircolatorio e il successivo coma. Appare evidente che qualcosa
durante l’intervento non è andato per il verso giusto.
Una domanda che gli stessi familiari della giovane si pongono dal giorno
del decesso, convinti sempre più che, quanto accaduto, trattasi di grave
errore nella somministrazione di farmaci con proprietà anestetizzanti o
più in generale nella preparazione ed espletamento dell’intervento
stesso. Del resto, il fatto che la stessa direzione sanitaria
dell’ospedale capitolino abbia aperto un’indagine interna per far luce
sull’accaduto e ricostruire minuziosamente i fatti occorsi nelle ore
antecedenti e successive il decesso della trentacinquenne, determina
tutta una serie di ipotesi su come, da un semplice intervento di
“routine”, si possa essere arrivati al tragico evento dopo venti giorni
di coma. Tra le tesi circolate, anche quella per cui la ragazza sarebbe
stata affetta da una qualche patologia pregressa. Tesi rigettata dai
familiari di Alessandra che proprio qualche giorno fa hanno deciso di
denunciare il caso alla magistratura di Roma. Lunedì, presso la medicina
legale del Casilino, è stato eseguito l’esame autoptico sulla salma. I
riscontri, al momento, non si conoscono. L’unica cosa certa è che
all’autopsia hanno partecipato i medici di parte. Incarico conferitogli
da un importante studio legale di Roma a cui la mamma e il fratello di
Alessandra Rauco si sono affidati. Altra tesi accreditata ma non
confermata, quella che vorrebbe Alessandra, durante l’intervento, priva
del sostegno di alcuni macchinari utilizzati generalmente in sala
operatoria nei casi in cui i parametri vitali del paziente si alterano.
Questo per ciò che riguarda la vicenda giudiziaria. Intanto, dalla
parrocchia di San Francesco fanno sapere che le esequie della giovane
sono confermate per domani pomeriggio alle 14. La salma sarà trasportata
direttamente da Roma a Leonessa accompagnata dalla mamma e il fratello.
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5 Gennaio 2010 |
di
ANDREA BONANNI
Alessandra Rauco - la trentacinquenne di
Leonessa deceduta l’ultimo dell’anno
dopo un intervento per la riduzione di
una frattura al naso presso il
policlinico Casilino - è entrata in coma
per un arresto cardiocircolatorio. A
rivelarlo, il direttore sanitario
dell’ospedale capitolino, Cesira
Piscioneri. «Al momento è l’unica cosa
che posso dire», spiega il direttore
rientrato proprio ieri dopo una pausa
lavorativa durata alcuni giorni.
«Come Asl - aggiunge la Piscioneri -
abbiamo aperto un’inchiesta interna per
saperne di più, ma attualmente il caso è
nelle mani della magistratura la quale
avrà modo, attraverso i riscontri
autoptici che forniranno entro qualche
giorno gli specialisti della medicina
legale del nostro ospedale, di risalire
alle cause del decesso. In queste ore la
polizia giudiziaria sta eseguendo degli
ulteriori accertamenti, anche sulla
cartella clinica della donna, il cui
originale è stato sequestrato. La
giovane, mi è stato spiegato - precisa
la Piscioneri - è entrata al pronto
soccorso del policlinico dopo una caduta
dal motorino che le aveva provocato un
politrauma con frattura della clavicola
e delle ossa nasali. All’intervento,
eseguito dopo un paio di giorni
dall’accesso presso la struttura
d’emergenza, è seguito l’arresto
cardiocircolatorio e il coma fino al
decesso poi avvenuto il 31 dicembre.
Difficile immaginare cosa sia potuto
accadere, anche perché la tipologia di
intervento eseguito sulla giovane è di
semplice esecuzione, tanto che un caso
del genere presso il nostro ospedale non
era mai accaduto. Ora si tratta di
aspettare gli sviluppi delle indagini
avviate anche perché - ripete il
direttore sanitario - all’indomani del
decesso la salma è stata messa a
disposizione dell’autorità giudiziaria,
presso la medicina legale».
E proprio ieri, in tarda mattinata, è
stata eseguita l’autopsia sul corpo
della giovane che entro qualche ora
verrà restituito alla famiglia per le
esequie. Leonessa intanto si prepara a
riabbracciare la sua amata Alessandra.
Un ultimo affettuoso saluto prima dei
funerali che avranno luogo giovedì 7
alle 14 presso la chiesa di San
Francesco
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5 Gennaio 2010 |
«In questa provincia è forte il problema
della viabilità. La Prefettura non può
costruire la terza o quarta corsia che
manca alla Salaria ma può lavorare per
rendere più sicura la strada che c’è»,
dice la Prefetto Silvana Riccio citando
l’ultimo incidente che costò la vita a
due carabinieri e pensando alle
iniziative scaturite dall’ultima
riunione dell’Osservatorio provinciale
per il monitoraggio degli incidenti
stradali. «Abbiamo individuato due
ulteriori tratti della Salaria sui quali
potrebbe essere installato il sistema
Tutor che altrove ha dato buoni
risultati per abbassare il rischio di
incidenti. Il progetto è stato già
verificato con la Polstrada e come
Prefettura ne abbiamo avviato l’iter.
Certo, risolvere il problema di chi
guida in maniera incosciente è un’altra
cosa ma noi la nostra parte abbiamo
cercato di farla».
A.L.
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5 Gennaio 2010 |
Per i pendolari della Sabina che
viaggiano in auto verso la Capitale
l’anno nuovo ha portato l’aumento dei
pedaggi autostradali. Aumenti che hanno
interessato gran parte della rete
autostradale e non hanno risparmiato i
tre caselli Sabini: Fiano Romano,
Ponzano-Soratte e Magliano Sabina,
seppure con qualche anomalia. Se è vero
che gli aumenti, come dice la società
Autostrade, si attestano in Italia
intorno al 2,4 per cento è altrettanto
vero che gli automobilisti Sabini
pagheranno di più. Vediamo perché. Il
pedaggio da Fiano Romano a Roma è
passato da 1 euro e 10 centesimi a 1
euro e 20 centesimi quindi oltre il 9
per cento di aumento, da Ponzano-Soratte
a Roma da 2,10 euro a 2,20 euro, circa
il 4,7 per cento in più e da Magliano a
Roma da 3 euro a 3 euro e 10, vale a
dire il 3,3 per cento in più. Da
sottolineare che da Ponzano-Soratte o da
Magliano la tariffa resta invariata
anche nel caso si esca a Fiano dal
momento che in quel casello, non essendo
separati i flussi di traffico tra gli
automobilisti che escono a Fiano e
quelli che proseguono per Roma, nel
pedaggio viene addebitato l’intero
tratto fino a Roma. Tornando al pedaggio
da Fiano per Roma e viceversa, fatto
salvo nel caso di aumenti il discorso
dell’arrotondamento, a molti
automobilisti è sorta spontanea una
domanda: perché l’aumento è stato di 10
centesimi e non di 5 dal momento che
l’utilizzo della monetina da 5 è ammessa
anche nelle porte del casello abilitate
alla riscossione automatica? (s.a.)
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5 Gennaio 2010 |
Tanti gli appuntamenti tra oggi e
domani, giorno dell’Epifania. Iniziamo
dagli appuntamenti odierni: a Leonessa
alle 17.30 salsicciata e vin brulé in
piazza VII Aprile e la premiazione del
concorso “Scopriamo il presepe
dell’Altopiano Leonessano”. A Magliano
Sabina alle 21 (con replica domani alle
18) presso il teatro Manlio la commedia
di Alfredo Graziani “A licenza de
Giuannino Trombetta” a cura del Gruppo
Teatrale Magliano Sabina. Ad Amatrice
alle 17 presso il Palazzo dello Sport il
mercatino dell’antiquariato e della
gastronomia. A Paganico questa sera la
Paquarella con i tradizionali canti
lungo le vie del paese. Paquarella anche
a Marcetelli. A Monte San Giovanni alle
15 presso il teatro comunale la Befana
per i bambini. A Scandriglia alle 18
coro dei bambini e dei ragazzi di
Ponticelli, alle 21 il gioco dei pacchi
per famiglie. A Magliano tombola
dell’Epifania dalle 15 presso la sala
consiliare del Comune. A Greccio alle
17.45 e a Morro alle 18 il presepe
vivente. Questa sera a Cittaducale alle
21.30 la manifestazione con la consegna
dell’“Angioino d’oro 2009” a tutti
coloro che nel corso dell’anno si sono
distinti in ambito umanitario, culturale
e sportivo e ai laureati.
Domani invece arriva la Befana. I
“Giullari della Befana” saranno a Rieti
in Piazza Vittorio Emanuele II dalle 15
inoltre lo spettacolo musicale con
Federico e i Simpatia e il gran finale
con sorprese e le attrazioni con
l’associazione ReArte e dalle 20 al
pub-pizzeria “Banjo” serata a tema
“Aspettando la Befana”. A Terminillo,
chiesa San Francesco alle 16.30 il
concerto dell’Epifania a cura del gruppo
Musica Ensemble. Ad Antrodoco escursione
domani mattina sul Monte Nuria e pranzo
al rifugio di Antrodoco. A Borbona il
tradizionale giro per il paese della
banda musicale. A Leonessa dopo la messa
delle 11 arriva della Befana con doni
per i bambini presso il centro anziani.
A Montopoli alle 15 (sala polivalente)
la manifestazione “Aspettando la Befana”
spettacolo per bambini e consegna della
tradizionale calza. Doni per i bambini
con la Befana anche a Cantalice. A
Casperia dalle 14.30 in piazza Oddo
Valeriani Befana per i bambini e
l’esibizione degli zampognari. A
Casaprota la Befana arriva alle 16 e
alle 16.30 e al teatro Tozzi c’è lo
spettacolo “Cunto” a cura del Teatro
Rigodon. A Montebuono alle 14.30 presso
la chiesa Santa Maria festa del presepe
familiare e a seguire i doni della
Befana ai bambini. A Cantalupo alle
10.30 in piazza la consegna della calza,
alle 17 spettacolo per bambini e alle 18
il concerto di Natale con la banda di
Gavignano. A Scandriglia alle 18
proiezione cinematografica. A
Collevecchio alle 16 proiezione di un
film per i bambini e a seguire l’arrivo
della Befana al teatro comunale. A Selci
alle 17.30 presso la chiesa Santissimi
Salvatore il concerto dell’Epifania per
pianoforte e violino. Ad Amatrice presso
il Palazzo dello Sport alle 10 mercatino
dell’antiquariato e della gastronomia,
alle 15 il torneo della Befana di calcio
a 5, alle 17.30 tombola di beneficenza
con l’intrattenimento di Valerio Zanchè,
alle 18 presso la parrocchia
Sant’Agostino la tradizionale “ciambella
del bambino”. (s.a.)
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5 Gennaio 2010 |
di ALESSANDRA LANCIA
Elenco da allungare di nuovo, quello dei
Prefetti scritto in caratteri gotici e
appeso nel corridoio del secondo piano
di Palazzo Vincentini: via Silvana
Riccio, avanti Chiara Marolla. «Siamo
funzionari dello Stato, andiamo dove
serve e quando serve, ed è giusto così»,
dice Silvana Riccio riordinando gli
appunti della conferenza stampa di
congedo dalla Prefettura di Rieti.
Quindici mesi vissuti intensamente,
cominciati con il correre a Longone dove
una vecchina di 92 anni piantonava la
vecchia sede comunale perché non
traslocasse e finita con la letterina di
Natale di un bimbetto che invocava la
pulizia del parco comunale. In effetti
l’aveva detto che avrebbe fatto della
Prefettura la casa di tutti i cittadini:
«E’ così che avevo detto? Bé, spero di
esserci riuscita. Siamo funzionari dello
Stato, il nostro lavoro è spesso
complesso e oscuro ma il fine di tutto è
la tutela degli interessi dei cittadini
e spero che questo messaggio sia
arrivato». Evidentemente sì, se negli
ultimi mesi non c’è stato caso singolo o
emergenza pubblica che non sia arrivato
sul suo tavolo: «D’altronde un Prefetto
questo deve fare, capire la realtà che
ha di fronte e capire anche la
percezione che si ha di questa realtà e
regolarsi di conseguenza. E non
stancarsi di costruire, costruire
soluzioni, vie d’uscita: non abbiamo la
bacchetta magica, ma dobbiamo far tesoro
di quello che c’è e di quello che
siamo». Qual è l’emergenza vera di
questa provincia? «Senza dubbio il
lavoro, l’occupazione. Il Nucleo
industriale è un nobile ormai decaduto e
soluzioni nuove sono tutte da inventare:
per carità, certe scelte spettano alla
politica e alle associazioni di
categoria, ma come Prefettura potevamo e
dovevamo mettere insieme tutte queste
forze e farle girare nella stessa
direzione. E se è vero che qui in
Prefettura ci si è sempre venuti a crisi
ormai conclamata o a licenziamenti
partiti, è pur vero che un bel lavoro lo
abbiamo fatto sul fronte del credito,
istituendo un osservatorio ad hoc e
sollecitando le banche a rivedere il
loro atteggiamento nei confronti delle
imprese. Per i licenziati che salirono
sul tetto del depuratore si è trovata
una soluzione con la Regione; per la
Ritel si sono attivati i canali con i
livelli superiori del Ministero... Tutto
quello che si è potuto fare si è fatto,
anche in un’ottica di prevenzione:
perché con la perdita del lavoro può
arrivare il lavoro nero, l’usura...».
Anche a Rieti, sempiterna isola felice?
«Guardi, se Rieti è avulsa dalla
presenza di criminalità organizzata
questo si deve certamente ad un tessuto
civile ancora sano ma anche al gran
lavoro di prevenzione che fanno le forze
dell’ordine. Un lavoro che in più di
un’occasione ho voluto si condividesse
con i sindaci». Sindaci e comuni oggetto
di un’attenzione particolare: «Il
controllo degli organi locali rientra
tra i compiti della Prefettura, ed è
quello che abbiamo fatto». Mettendo mano
anche a quel ginepraio che sono le
incompatibilità e i conflitti di
interesse: «Le persone possono essere le
più oneste possibili ma c’è la legge da
far rispettare e con quella gli
interessi dei cittadini da tutelare,
tutto qui. Ma il mio appello più
pressante ai sindaci è stato quello di
unirsi magari con i vicini per
continuare a garantire ai cittadini uno
standard accettabile di servizi,
dall’assistenza domiciliare al vigile
per strada. Perché poi il fine ultimo
della nostra azione è solo e soltanto la
tutela dei diritti dei cittadini. E’ per
loro che lavoriamo». I cittadini
ringraziano.
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5 Gennaio 2010 |
Papalia a Napoli, la farsa infinita
«Chiedo di
ritirare la squadra alla fine dell’andata, ma di conservare il titolo in
LegaDue»
di EMANUELE LAURENZI
La sera promette a dei ragazzini di realizzare il loro sogno. Il giorno
dopo lo svende per pochi denari. Ecce homo. Ecco l’uomo. Anche se
sarebbe meglio dire Ecce Papalia, ecco Papalia. Evidentemente non
sazio delle pessime figure fatte in giro per l’Italia negli ultimi sei
mesi, l’ex presidente del basket reatino manda in scena un’altra puntata
della farsa napoletana.
Chiuso il capitolo del -70 rimediato in casa con Biella, l’uomo dei
sogni (spezzati) ha chiamato a raccolta i 7 giovani reatini che erano
scesi fino al PalaBarbuto per salvare il suo onore e ha promesso loro di
farli giocare in serie A fino a fine stagione in nome della decisione di
schierare una squadra di juniores. Un vero e proprio sogno che si avvera
per un ragazzo cresciuto a pane e basket, alla faccia del rischio di
prendere 70 punti di scarto ogni domenica. Peccato che dopo una nottata
tutto sia cambiato e che da “Uomo dei sogni” Papalia si sia trasformato
nella riuscita imitazione de “L’uomo delle stelle” di Giuseppe
Tornatore, quel Sergio Castellitto che girava i paesini della Sicilia
spacciandosi per un impresario e promettendo alla gente di farla
sbarcare nel mondo del cinema. Così ieri nel primo pomeriggio ecco
comparire su Repubblica.it una lunga intervista dal titolo: “Papalia e
la farsa Napoli: Chiediamo alla Fip il ritiro”. E scorrendo le
dichiarazioni ecco che si scopre che quella promessa fatta la sera prima
a dei ragazzini emozionati era solo un modo per tirare a campare qualche
ora in più. Tutto nella norma, non fosse che anche nella richiesta
avanzata alla federazione l’ex patròn della pallacanestro reatina
dimostra di non conoscere davvero limiti. «Chiederò alla Federazione un
accordo che, salverebbe la neutralità della nostra presenza in questa
stagione - si legge nell’intervista - E cioè di poterci ritirare dal
campionato al termine del girone di andata. Non vinceremo alcuna
partita, non faremmo torti, e questa è, per assurdo, la nostra fortuna.
Uscendo al girone di ritorno, eviteremmo 15 partite inutili, i viaggi
altrui a Napoli, un ulteriore danno d’immagine al basket. In cambio
chiediamo di retrocedere in Legadue senza perdere il diritto sportivo
per programmare il prossimo campionato a Napoli».
Nessun cenno, ovviamente, alla promessa fatta ai 7 reatini ai quali è
stato anche proposto di svolgere gli allenamenti a Rieti e di spostarsi
a Napoli solo la domenica. In realtà, nel resto dell’intervista, ci sono
le solite invettive contro Rieti «città da dove m’han fatto fuori...
perché era stato deciso politicamente dopo la mia candidatura a sindaco
per il centrosinistra nel 2007». Solita musica, senza far cenno al fatto
che, alla fine, per salvare la faccia proprio ai reatini Papalia ha
dovuto far ricorso. E ora si aspetta di vedere ciò che accadrà, a
partire dall’audizione che attende l’ex presidente il 15 gennaio.
Davanti alla Procura federale dovrà rispondere di presunte irregolarità
amministrative, pare nella compilazione dei moduli F24, anche per il
periodo reatino. Ecce homo.
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3 Gennaio 2010 |
di ANDREA BONANNI
Il caso passa ora nelle mani della
magistratura. La morte di Alessandra
Rauco, la trentacinquenne di Leonessa
deceduta dopo un piccolo intervento al
naso presso il Policlinico capitolino
Casilino, finisce all’attenzione della
procura della Repubblica di Roma che ha
aperto un fascicolo sulla morte della
ragazza dopo la denuncia presentata dai
familiari. Quanto accaduto alla giovane
nelle ore antecedenti e immediatamente
successive l’intervento non convince i
parenti della vittima che sospettano un
errore nella procedura di
somministrazione dell’anestesia. Questa
mattina, intanto, presso l’obitorio
della struttura romana verrà eseguito
l’esame autoptico sul corpo della
ragazza per accertare le reali cause del
decesso. La trentacinquenne era stata
ricoverata presso il policlinico i primi
di dicembre dopo un incidente col
motorino. La caduta le aveva provocato
una frattura al naso, ma nulla che
facesse prevedere quanto invece è poi
accaduto. Del resto il trauma riportato
dalla giovane viene generalmente
trattato con una procedura di routine,
attraverso la riduzione e contenzione
della stessa, da effettuare in anestesia
generale e non più tardi dell’ottavo
giorno dall’incidente. Questo per
evitare l’inizio del consolidamento dei
frammenti ossei dislocati. L’intervento
le è stato addirittura anticipato dai
chirurghi romani di alcuni giorni, vale
a dire per i primi di dicembre. Tutto
sembrava essere andato per il verso
giusto fino al 5 dicembre quando
Alessandra è entrata inspiegabilmente in
coma, uno stato da cui non si è più
ripresa. Il suo cuore ha smesso di
battere la mattina del 31 intorno alle
9,30.
Contattata, la direzione sanitaria del
policlinico capitolino non ha rilasciato
alcuna dichiarazione, rinviando
qualsiasi chiarimento a domani mattina,
giorno in cui dovrebbe rientrare il
dirigente incaricato. Leonessa, intanto,
si appresta a dare l’ultimo saluto ad
Alessandra. Una ragazza molto conosciuta
in paese, dove era sovente tornare
spesso per raggiungere la mamma e il
fratello, nonostante il suo lavoro da
operatrice di call center l’avesse
obbligata a trasferirsi a Roma. Brava
attrice dialettale, nel piccolo centro
montano faceva parte del gruppo “Il
Cardo” con cui aveva intrapreso tutta
una serie di iniziative culturali che le
avevano consentito di mostrarsi a tutti
come giovane attenta e sensibile. La
notizia della morte è giunta
inaspettata, provocando grande
commozione. Al momento non si conoscono
le procedure che determineranno l’azione
della procura della Repubblica di Roma
sul caso denunciato dai familiari di
Alessandra Rauco e se la stessa procura
disporrà, ad esempio, oltre ad una serie
di interrogatori ai medici coinvolti
nell’intervento chirurgico, il sequestro
della cartella clinica. Molto dipenderà
dall’esito dell’autopsia
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3 Gennaio 2010 |
Terminillo delle beffe, con la neve
sempre troppo poca per sciare e sempre
troppa per guidare. Così, dopo la
nevicata di ieri notte, sciatori
comunque a secco e automobilisti in
panne fin nella centralissima Pian de’
Valli. «E pensare che è Terminillo, mica
Addis Abeba», scherza ma non troppo
Fabio Desideri, il presidente del Cai di
Rieti che ieri mattina, ciaspole ai
piedi, ha comunque guidato un
gruppettino di appassionati fino al
Rifugio La Fossa. Non meno sconsolato il
commento di un altro terminillese doc,
il maestro di sci Enrico Faraglia:
«Piste di fondo non battute, impianti
chiusi, è il Terminillo bellezza».
Nel pomeriggio però qualcosa si è mosso:
il battipista sul circuito del fondo e i
cingolati della Società Funivia, al
lavoro per preparare le piste per oggi.
«La neve non è molta e poi sotto è tutta
acqua: più che batterla la cingoliamo
per fargli prendere aria sperando che
venga un po’ di freddo», dice Flavio
Formichetti. «Per domattina (oggi per
chi legge, ndr) dovremmo aprire
almeno il tappeto della Togo e le
Carbonaie». Pronto per intero, invece,
il circuito del fondo.
A. LANCIA