Modello Censimento Sisma
11 Settembre 2016
Possibile non si possa
"indirizzare" la scelta di un regista ?
Possibile che i fondi
per lo spettacolo della Regione Lazio possano essere
(per carità, legittimamente...) utilizzati per
finanziare fictions come Montalbano (Sicilia) e la
attualissima "Catturandi" Sicilia) e non per la fiction
dedicata ad un Santo della nostra Regione ?
L'Appello e per
l'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e per la nostra
Amministrazione.
Diffondete, per
favore, diffondete.
La Redazione di
leonessa.org
11 Settembre 2016
Il mese di settembre, come tutti gli anni, si
caratterizza per le iniziative che vengono promosse su
temi di rilevante importanza per le comunità locali.
Tavole rotonde, incontri organizzati con l’obiettivo di
elaborare progetti utili e funzionali agli interessi
generali dei territori e delle loro comunità. Le OO.SS.
in questo contesto propositivo e con l’evidente obiettivo di
dare sostanza a progetti che intervengano per mettere fine
allo stato di crisi dell’Umbria, il 15 settembre alla sala
dei Notari a Perugia, hanno organizzato un incontro per
discutere dell’Italia di Mezzo.
Progetto ambizioso che nasce dalla esigenza di abbattere
confini regionali per mettere a regime i servizi migliori e
costruire opportunità rivolte ai territori alla loro
economia e alle tante comuni tradizioni tutte legate alla
risorsa culturale, sociale, ambientale.
In questo contesto alcune realtà territoriali come la
provincia ternana, area a forte valenza industriale, non
potrà mai prescindere dai legami e dagli interessi che le
merci e i prodotti industriali in primo luogo orientano.
Parlare dell’area ternana e non coinvolgere i naturali porti
con cui è strettamente collegata,
vedi Civitavecchia, sarebbe
un errore imperdonabile.
La storia industriale ternana nel secolo vissuto ha posto
sempre con forza il legame con i mari come essenziale per la
propria sopravvivenza. Il Mediterraneo, l’Adriatico, i loro
porti Civitavecchia e Ancona, la linea ferroviaria di
collegamenti insieme a quella stradale sono essenziali per
l’economia ternana e non possono essere escluse in un
progetto di riorganizzazione istituzionale.
Troppi sono i collegamenti con le
province di Rieti e Viterbo
nel campo dei servizi, del commercio e della rete
formativa e ambientale, sbagliato sarebbe parlare
dell’Italia di Mezzo e non coinvolgerli attivamente in un
processo che ha l’ambizione di definire nuovi assetti e
nuovi sviluppi.Con questo spirito chiediamo alle istituzioni
umbre di verificare e costruire tutti i possibili percorsi e
le alleanze necessarie.
(CGIL -Terni)
10 Agosto 2016
Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea
Liberati fa sapere che “il Movimento 5 Stelle
trascorrerà parte del mese di agosto in visita ufficiale
alle peggiori sprecopoli del Centro Italia”. L'esponente
pentastellato annuncia la realizzazione di un
documentario sui collegamenti stradali più improbabili
degli ultimi 40 anni tra Umbria, Marche e Lazio”
(Acs) Perugia, 9 agosto 2016 - “'Due mari, quattro
sprechi': per una superstrada infine realizzata, la
Foligno-Civitanova, altri quattro itinerari
rappresentano il trionfo della cementificazione più
inutile e dispendiosa”. Il capogruppo regionale del
Movimento 5 Stelle Andrea Liberati fa sapere che “il M5S
trascorrerà parte del mese di agosto in
visita ufficiale alle peggiori sprecopoli del Centro
Italia” e che “insieme agli altri portavoce del
Movimento, Tiziana Ciprini e Andrea Taddei ci
incontreremo domattina presso la galleria della Guinza
(E 78), 6 km di tunnel dimenticato su cui sono stati
comunque riversati fin qui quasi 200
milioni di euro”.
“Il secondo appuntamento – scrive il capogruppo
pentastellato - sarà venerdì 12 agosto presso il Traforo
del Cornello tra Umbria e Marche, 700 metri di galleria
incompiuta, ed insieme a me ci sarà il capigruppo delle
Marche, Gianni Maggi, nonché la deputata Patrizia
Terzoni. Nei giorni successivi saremo poi presso il
valico del Fuscello (RI) per testimoniare lo squarcio
paesaggistico determinato dal viadotto di Leonessa,
brano di un’altra storica incompiuta tra Umbria e
Lazio”.
Liberati fa quindi sapere che “questo tour degli orrori
si chiuderà proprio nel fu Cuore Verde, tra Todi e
Bastardo, laddove il M5S farà conoscere meglio al
pubblico la parziale realizzazione di un’improbabile
superstrada, con megaviadotti al seguito, altro
inconcepibile itinerario che avrebbe dovuto collegare i
noti ‘due mari’”.
“Tra una tappa e l’altra – continua Liberati -, il M5S
realizzerà un documentario con cui racconterà queste
storie, frutto delle scelte più assurde e antieconomiche
intraprese negli ultimi 40 anni da governi nazionali e
amministrazioni regionali. Scelte ancora difese e
caldeggiate – conclude
- da taluni politici di oggi, come se non bastassero le
centinaia di milioni di euro dei contribuenti
clamorosamente bruciati finora”. RED/as
04 Agosto 2016
Infrastrutture, pianificazione settoriale, rapporti con
Unione europea, politiche agricole e forestali e aree
interne, valorizzazione ruolo piccole e medie imprese,
cultura, turismo, integrazione, educazione alla pace e
alla legalità, strumenti comuni di valutazione delle
politiche pubbliche e impatto su territori. Questi i
temi di fondo individuati dai presidenti delle Assemblee
legislative di Umbria Donatella Porzi, Marche Antonio
Mastrovincenzo e Toscana Eugenio Giani che si sono
incontrati stamani a Perugia, nella Sala Carsulae di
Palazzo Cesaroni. Prima tappa di un percorso condiviso
che porterà alla stipula di di un “Patto di
consultazione”.
Presidente Porzi: “Avviato un serio, partecipato e
consapevole confronto interistituzionale”.
(Acs) Perugia, 5 agosto 2016 – Infrastrutture,
pianificazione settoriale, rapporti con Unione europea,
politiche agricole e forestali e aree interne,
valorizzazione ruolo piccole e medie imprese, cultura,
turismo, integrazione, educazione alla pace e alla
legalità, strumenti comuni di valutazione delle
politiche pubbliche e impatto su territori. Questi i
temi di fondo individuati dai presidenti delle Assemblee
legislative di Umbria DonatellaPorzi, Marche Antonio
Mastrovincenzo e Toscana Eugenio Giani che si sono
incontrati stamani a Perugia, nella Sala Carsulae di
Palazzo Cesaroni.
Si è trattato di un primo confronto che avvia di fatto
“un percorso condiviso che porti alla stipula di un
'Patto di consultazione' finalizzato all'elaborazione di
un documento programmatico di 'cooperazione rafforzata'
sulle tematiche di interesse comune. L'obiettivo è
costruire un sistema direlazioni interregionali in un
'Appennino che unisce e non separi'”.
Nel corso della riunione, oltre ai temi da porre
all'ordine del giorno sono state anche individuate
modalità e tempi del percorso istituzionale da seguire
da qui al 2017. Prossimo appuntamento entro il mese di
settembre per una riunione congiunta degli Uffici di
Presidenza delle tre Assemblee legislative per
approfondire i contenuti del programma concordato nella
riunione odierna.
Il passaggio successivo riguarda la presentazione di una
mozione comune da proporre alla discussione delle
rispettive Aule entro il mese di ottobre.
Dopo questo primo passaggio politico-istituzionale,
saranno commissioni congiunte che affronteranno le
singole tematiche individuate, i cui esiti saranno poi
discussi in una riunione plenaria delle tre Assemblee da
tenere entro il 2017.
“In questo primo incontro – ha detto la presidente Porzi
- abbiamo avviato un percorso che porterà alla stipula
di un 'Patto di consultazione' attraverso un serio,
partecipato e consapevole processo di confronto,
all'interno e tra le Assemblee legislative, ponendo
l'attenzione su quella che abbiamo definito
'cooperazione rafforzata' sulle tematiche di interesse
regionale, con specifico riferimento alle competenze
degli organi legislativi, nell'ambito della
programmazione interregionale. Abbiamo ribadito – ha
aggiunto - il ruolo importante che dovranno giocare le
nostre Assemblee nell'attuazione di un percorso comune
che, per quanto ci riguarda, dovrà tener conto anche
delle ragionevoli istanze che provengono dall'Alto Lazio
con cui sussistono storicamente modalità di interscambio
a vari livelli, che ben giustificherebbero e
renderebbero efficace una seria programmazione
integrata. Aldilà della questione riguardante la
realizzazione di un nuovo assetto macroregionale – ha
concluso Porzi - che richiederà tempi lunghi, ritengo
che il valore primario da assegnare a questa nostra
prima iniziativa sia costituito dalla grande occasione
che abbiamo, da oggi, di contribuire alla crescita e
allo sviluppo comune ed
equilibrato dei nostri territori”. RED/tb
18 luglio 2016
Le
policies adottate dal motore di ricerca Google in fatto
di indicizzazioni porta alla situazione che qui Vi
rappresento...
Vengono evidenziati
quattro topics, tra cui l'intervista "l'addio
di Trancassini", intervista datata 2012.
Mi giunge voce che questo
articolo, come scrivono quelli bravi, "è tornato dopo
quattro anni agli onori delle cronache".
Non ci trovo nulla di strano.
Tutto il materiale prodotto da
www.leonessa.org rimarrà nella sua stesura originale a disposizione dei nostri affezionati Lettori
almeno fino a quando esisteranno queste pagine.
Chiunque (ci mancherebbe) ha il
diritto di esprimere la propria opinione, favorevole o
contraria che sia.
Purtroppo ho la sensazione che
qualcuno, per confutare le proprie rispettabili tesi, si
nasconda dietro accounts fittizzi.
Peccato.
Non Vi nascondo invece la mia
profonda gratitudine nei confronti di tutti gli Amici
che hanno voluto testimoniarmi, nelle frenetiche
giornate del Palio del Velluto 2016, il loro
affetto ed il sincero apprezzamento per
www.leonessa.org.
A 16 Anni dalla sua nascita,
nonostante l'esplosione dei "socials" le nostre pagine
sono ancora nel cuore di moltissimi appassionati Amici
di Leonessa.
Nonostante il "novello Bruno
Vespa".
Grazie al Signor Walter ed al suo
cappuccino !!
Grazie di cuore a Tutti !!!
Felice Vita.
G.B.
09 luglio 2016
08 luglio 2016
L'articolo di Alessandra
Lancia qui riportato è datato 7 luglio 2015.
Esattamente un anno fa.
Non è cambiato niente. E
la ex Provincia ammette che non ci sono i soldi.
Intanto le altre province
accorciano le distanze in vista delle nuove macro
regioni.
La Redazione di
www.leonessa.org
Pericolo caduta massi, recitano i
cartelli della Provincia, ma i jersey posti a chiudere
l'accesso sono stati spostati e c'è chi passa a suo
rischio e pericolo. E da Leonessa, il sindaco Paolo
Trancassini si prepara al blitz per rendere l'apertura
ufficiale: «Quella strada ha un solo problema: la
definizione, ”panoramica”. In realtà è molto di più: è
un collegamento decisivo per Terminillo e per Leonessa,
dìestate la nostra economia vive di questo. Non può
rimanere chiusa: per questo domani (oggi per chi legge,
ndr) farò un sopralluogo con il personale dell'ufficio
tecnico e dei vigili urbani, vedremo quello che c'è da
fare e siccome insiste sul Comune di Leonessa la
riapriremo, salvo addebitare le spese di pulizia e di
sistemazione alla Provincia».
Provincia che da mesi è sotto il fuoco di
perizie incrociate che rimandano alla estrema
pericolosità della strada: La relazione geologica che
accompagna il progetto Terminillo stazione montana mette
nero su bianco le criticità di quella strada, quale
luogo di caduta massi - dice il presidente Giuseppe
Rinaldi - Stiamo cercando di capire se tecnicamente si
può riaprire ma ho forti resistenze da parte dei
tecnici». «La verità è che si sono incartati e la
burocrazia ha preso il sopravvento sulla politica - dice
Trancassini - La situazione della Vallonina di
quest'anno è la stessa degli ultimi 100 anni. In più c'è
solo una relazione geologica che parla di zona in frana,
mentre la relazione allegata al progetto Tsm parla di
caduta massi. Era l'alibi che la Provincia cercava per
non assumersi la responsabilità di riaprire la strada.
Noi crediamo che con le accortezze che vengono usate
ovunque in montagna, quella strada vada riaperta e
subito. Faremo di tutto per farlo».
Sono anni che sulla Vallonina va in scena
il braccio di ferro tra il Comune e la Provincia:
«Avevamo chiesto di darcela in gestione ma non c'è stato
verso. Allora abbiamo chiesto di girarci i soldi o il
personale dedicato alla strada: serviva qualcuno che si
assumesse la responsabilità di aprirla? Il Comune di
Leonessa era pronto a farlo, ma anche su questo ci è
stato risposto picche e qui ci vedo invece lo zampino
della politica. Domani saliamo a fare un sopralluogo e
poi decideremo di conseguenza». La Provincia è avvisata.
08 luglio 2016
Quadrilatero: inaugurazione giovedì 28 luglio con il
Presidente del Consiglio Renzi
(Su Gentile concessione Agenzia Umbra
Notizie)
- Perugia, 8 lug. 016 - Sarà
inaugurato il prossimo giovedì 28 luglio il sistema viario
della Quadrilatero, alla presenza del Presidente del
Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. È quanto annuncia
Palazzo Donini, sottolineando la grande rilevanza di questo
avvenimento.
Si tratta di opere molto attese dalle
comunità umbre e marchigiane, la cui apertura segnerà il
definitivo superamento dell’isolamento decennale della
nostra regione dalle grandi direttrici di comunicazione.
Grazie al nuovo sistema viario delle
opere della Quadrilatero l’Umbria sarà collegata
direttamente con il corridoio adriatico ed in particolare i
due capoluoghi di regione, Perugia ed Ancona, potranno
contare su un collegamento diretto.
A Palazzo Donini si sottolinea, inoltre,
come l'inaugurazione di queste opere va accolta con
particolare soddisfazione in quanto la Regione, insieme
anche agli enti locali interessati, in questi anni ha
perseguito con forza il raggiungimento di questo obiettivo,
e che fondamentale, per la conclusione dei lavori, è stata
altresì sia l’accelerazione impressa dall’attuale Governo, e
dalla nuova “governance” di Anas, ma anche la positiva e
intensa collaborazione tra le istituzioni regionali, gli
enti locali, il Governo e l'Anas.
Queste fondamentali infrastrutture viarie
renderanno assai più agevole e veloce il collegamento
dell’Umbria con le Marche e di ciò beneficeranno non solo le
aree interne e più prossime alle due strade, ma più
complessivamente le due intere regioni che potranno contare
su collegamenti trasversali funzionali e moderni. Il tutto
al servizio sia delle popolazioni, che delle imprese,
dell’economia in generale e del turismo.
07 luglio 2016
07
luglio 2016
Comunicato Stampa
Dati
turistici in Valnerina: incremento medio del 5% su arrivi e
presenze. Cascia supera l’8%
Solo numeri
positivi per i primi cinque mesi del 2016, nei quali la
Valnerina ha continuato inesorabilmente la sua crescita in
termini di dati turistici. Questo rivelano le statistiche
del Servizio Turistico della Valnerina, le quali mostrano
chiaramente la consistente natura dell’incremento registrato
da gennaio a maggio, in tutti i comuni della Valle del Fiume
Nera. Rispetto allo stesso periodo del 2015, infatti, il
cuore verde più pulsante dell’Umbria ha fatto registrare un
5% complessivo in più, in termini di arrivi e presenze
totali. Un trend ottimo che migliora i suoi risultati
rispetto all’anno precedente, che pure si era chiuso in
deciso aumento. Guardando ai settori delle strutture
ricettive, è interessante vedere come le crescite si
rivelino soprattutto nell’alberghiero, con dall’altra parte
il settore extra alberghiero che si è stabilizzato. I dati
mostrano ancora una volta come incida positivamente sul
tessuto turistico la formula del turismo organizzato, che,
senza tralasciare coppie e famiglie, rappresenta il valore
aggiunto di questa parte dell’Umbria. A livello
comprensoriale, andando nel dettaglio dei diversi comuni,
particolarmente significativa è la crescita di Cascia, la
città di Santa Rita che, dopo aver segnato la storia
quest’anno con i Festeggiamenti Ritiani i quali hanno
richiamato una moltitudine di visitatori, chiude i primi
cinque mesi del 2016 con oltre l’8% in più di presenze
turistiche nel settore ricettivo, rispetto allo stesso
periodo del 2015. Sulla media del 5% generale Norcia,
seguita da Preci e Scheggino, con tutti gli altri comuni,
Monteleone di Spoleto, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto,
Sant’Anatolia di Narco e Poggiodomo, che confermano il trend
positivo registrato già lo scorso anno e in incremento
rispetto al 2015. Sempre rilevante anche il dato specifico
sulla provenienza dei flussi turistici, che conferma la
crescita maggiore per gli stessi turisti italiani.
Nel dettaglio, continua ad
essere esponenziale la posizione della Regione Lazio che si
pone sul podio. Seguono la Puglia, la Campania, la
Lombardia, la Sicilia e la Toscana. Ottimo anche il dato di
arrivi e presenze dall’Umbria. All’interno del flusso
proveniente dall’estero, invece, ai primi posti spiccano
Regno Unito, Germania e Francia. Ma i turisti in Valnerina
arrivano anche da Polonia, Stati Uniti d’America e Russia.
In conclusione, le ottime speranze riposte a fine 2015 sul
nuovo anno non sono state disattese e il sostanziale
incremento ne è la prova, tanto più se si considera
che, soprattutto quest’anno,
il flusso non si è interrotto nei mesi invernali, complice
l’influsso del Giubileo, l’inverno clemente e il lavoro di
promozione portato avanti da tutti i soggetti operanti nella
Valle, dai privati al pubblico, passando dalle associazioni.
www.lavalnerina.it
info@lavalnerina.it
15 Giugno 2016
Firmato protocollo umbria marche e
toscana; cooperazione su sanità, sostegno alle imprese,
promozione, ufficio unico Bruxelles
(aun) – Bruxelles, 15 giù. 016 – “Con questo
atto diamo avvio ad un percorso comune che, utilizzando le
norme di legge già in vigore, ci consentirà come Regioni di
lavorare meglio in materie come sanità e welfare, processi
di internazionalizzazione delle imprese, occupazione
giovanile, e altre ancora, e di promuovere anche un 'brand'
che sappia valorizzare ciò che accomuna le nostre tre
Regioni”. È quanto ha affermato la presidente della Regione
Umbria, Catiuscia Marini, in occasione della firma del
protocollo d'intesa tra le Regioni Umbria, Marche e Toscana
- avvenuta quest'oggi a Bruxelles, presso la sede comune
delle tre Regioni - con i colleghi presidenti della Marche,
Luca Ceriscioli, e della Toscana, Enrico Rossi.
“Vogliamo metterci all'opera subito - ha
aggiunto Marini - anche per ciò che riguarda la nostra
pubblica amministrazione per razionalizzare, semplificare e
rendere più efficienti i servizi per i cittadini e per le
imprese. È questa la sfida che con questo protocollo
vogliamo lanciare. Significativa, inoltre, la sede che
abbiamo scelto per questa firma: gli uffici comuni che già
da anni abbiamo qui a Bruxelles e che presto saranno
unificati in un unico servizio. È proprio l'Europa, infatti,
l'interlocutore più importante per le politiche di sviluppo
e coesione che le Regioni sono chiamate a realizzare grazie
alle risorse comunitarie".
“Un passo in avanti molto importante” ha
definito il protocollo d'intesa il presidente della Toscana
Rossi, il quale ha ribadito come con questa scelta le tre
Regioni “se ci mettiamo insieme possiamo realizzare servizi
migliori per i nostri cittadini”. Per Rossi, inoltre, “sono
molte le caratteristiche che da secoli accomunano queste tre
Regioni”.
Sulla carica “innovativa” del protocollo
si è soffermato il presidente della Marche Ceriscioli,
ricordando che la stessa Conferenza delle Regioni italiane
“ha avviato un percorso ed un confronto per il ridisegno
istituzionale dell'assetto regionalista dello Stato. Con
questo atto noi abbiamo voluto mettere in moto un cammino
virtuoso per il raggiungimento di obiettivi concreti e
immediati, ma che nel suo insieme guarda anche al futuro e a
ciò che potrà essere il nuovo assetto dello Stato”.
Quanto al merito delle scelte contenute
nel protocollo d'intesa si va dalla riduzione da tre ad un
unico servizio a Bruxelles, alla istituzione di una centrale
unica per gli acquisti in sanità (ma anche in altri
settori), alla definizione di progetti comuni nel campo
delle relazioni e della cooperazione internazionale, si
prevedono iniziative comuni di promozione del “brand” delle
tre Regioni in relazione ai “comuni e condivisi caratteri
distintivi dell’identità regionale”, e si prevedono anche la
definizione di “modelli unici” sia per le azioni di
incentivazione per le imprese, sia per la promozione ed il
sostengo dell’occupazione giovanile. Altro impegno è quello
di individuare elementi comuni “transfrontalieri”
nell’ambito delle strategie per le “aree interne” e, infine,
c’è anche la comune volontà di definire le modalità per la
realizzazione congiunta di una o più centrali uniche per
l’attuazione del numero unico europeo di emergenza 112.
L’accordo prevede che i tre presidenti si riuniscano, anche
insieme ai rispettivi assessori, per concordare linee di
azione comuni e progetti di collaborazione, e stabilisce,
inoltre, che le Giunte regionali effettueranno incontri
periodici a cadenza almeno semestrale per approvare i
programmi e monitorarne la realizzazione. Si istituiscono,
infine, gruppi tecnici di lavoro interregionali negli ambiti
previsti dal “protocollo”.
13 Giugno 2016
Provincia di Rieti: Il
presidente Rinaldi risponde alla lettera di Gianfranco
Paris
"In
merito alla lettera aperta di Gianfranco Paris, mi preme
sottolineare alcune questioni che credo, a causa della
necessaria sinteticità del mio intervento al convegno di
Accumoli, non sono state da me spiegate a sufficienza.
Come prima cosa non ho mai detto e non penso che
basti cambiare il nome da Provincia di Rieti ad Area
Vasta per risolvere i nostri annosi problemi. Anzi,
mi sono richiamato proprio a quei problemi per
dimostrare che ieri Provincia, oggi Area Vasta, le
nostre difficoltà permangono ed anzi aumentano.
Lungi da me pertanto pensare che un cambio di nome
potesse risolvere i tanti problemi che avevamo ieri
ed abbiamo ancor di più oggi senza poteri e con le
risorse umane ed economiche dimezzate!
Sostengo invece, in tutte le sedi nelle quali
intervengo sull'argomento, che oggi il legislatore
regionale ha una grande opportunità; quella di
ridisegnare l'assetto dei nostri territori, partendo
proprio dall'esigenza di rimodulazione delle vecchie
Province e dell'Area della Città Metropolitana di
Roma. Convinto, infatti, che i nostri problemi di
piccola Provincia si siano amplificati oggi alla
luce della incompiuta riforma della legge 56 del
2014, ritengo che la Regione, anche in un ottica di
confronto e collaborazione con il Governo e le altre
Regioni del Centro Italia, abbia la possibilità di
svolgere un ruolo costituente, capace di dare un
nuovo volto all'assetto istituzionale dei nostri
territori. Infatti proprio la nostra Regione, anche
alla luce dell'istituzione della Città Metropolitana
di Roma ha il difficile ma indispensabile compito di
ripensare profondamente il suo assetto. Questo
ripensamento, a mio parere, deve passare anche
attraverso un nuovo disegno dei confini dell'area
metropolitana. E' una vecchia questione questa che
implica la disaggregazione dell'ex Provincia di Roma
ed il disegno di una nuova area vasta che inglobi
tutta la Provincia di Rieti e vi includa anche la
Sabina Romana o altri pezzi della Provincia di Roma,
già confinanti con i nostri territori.
Quindi nessun totem e men che mai nessuna semplice
operazione di cambio di nome. Semmai una profonda ed
incisiva azione di ridisegno istituzionale che
insieme alla Regione i nostri territori devono
costruire. E ben venga che questo discorso rientri
in quello più ampio sulla macro regione del centro
Italia
Nessuna preclusione da parte mia, ma solo il
tentativo di spiegare che con operazioni isolate non
si va da nessuna parte.
Non mi sembra che tutto questo denoti contraddizioni
e proprio perché, invece, voglio uscire da questo
drammatico
cul de sac
che oggi vivo in prima persona, con responsabilità
anche personali e senza più mezzi per rispondere
adeguatamente neanche ai compiti di un legislatore
nazionale un po' frettoloso, colgo nuovamente
l'occasione per lanciare un appello alla Regione
Lazio, affinché raccolga l'istanza che proviene dai
nostri territori e faccia fino in fondo il suo
compito di legislatore, confrontandosi con i Comuni
reatini ed anche con le Regioni vicine.
Questo ribadisco oggi in risposta alla lettera
dell'avvocato Paris, ma questo ho già detto e
verbalizzato in Consiglio Provinciale e nelle
competenti commissioni consiliari regionali e nelle
altre sedi di confronto istituzionale nelle quali
sono stato chiamato a dire la mia , sia come
Presidente della Provincia di Rieti che in qualità
di Presidente dell'Unione delle Province del Lazio".
Dichiara il
presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe
Rinaldi.
12 Giugno 2016
AREA VASTA E MACROREGIONI
Lettera
aperta a Giuseppe Rinaldi, presidente della ex provincia di
Rieti
Ho
ascoltato con molta attenzione, sempre grazie alla
benemerita MEP Radio Organizzazione, l’intervento del
collega Giuseppe Rinaldi al convegno di Accumoli sulla
politica della montagna. Nel ringraziarlo della benevola
citazione della mia modesta persona diretta a rendere
manifesta la sua non ostilità nei miei riguardi per quanto
vado sostenendo in relazione alla prossima istituzione delle
macroregioni, approfitto dell’occasione per precisare ancor
meglio il mio pensiero in proposito.
Rinaldi
da tempo va sostenendo che la provincia di Rieti, dopo la
soppressione dell’ente provincia, deve rimanere unita. Basta
cambiare il nome da Provincia ad Area Vasta, come nel caso
delle famose insegne dei Sali e Tabacchi.
Egli
attraverso i suoi interventi dimostra di avere chiare le
idee sul perché, durante i settanta anni della sua vita, la
Provincia di Rieti, anziché migliorare le condizioni del suo
territorio e dei suoi abitanti, le ha peggiorate.
Lo dice
apertamente quando elenca tutti i difetti e le cose che si
sarebbero dovute fare, ma che non si sono fatte. Sono tutte
cose vere e non capisco come egli possa pensare che oggi,
senza un mutamento profondo della gestione amministrativa
del nostro territorio ma restando solo uniti, si possa
risalire la china, e quando afferma che una provincia, nata
per compiacere gli agrari reatini amici del duce nel 1927
mettendo insieme un pezzo di Abruzzo, di Umbria e di ex
Patrimonio di San Pietro, non si sia mai realmente
amalgamata.
Uno dei
motivi principali che hanno impedito lo sviluppo del nostro
territorio, specie dopo la nascita della repubblica
italiana, è la sua disomogeneità rispetto alle esigenze
della metropoli romana. L’appartenenza della provincia di
Rieti al Lazio, specie dopo la nascita delle Regioni a
statuto ordinario, ha reso ancor più grave questa
disomogeneità creando un profondo squilibrio economico. Io
c’ero nel 1970 quando nacque la Regione Lazio, ero un
dirigente politico regionale del P.R.I. di Ugo La Malfa.
Pubblicai
in quell’epoca una serie di articoli sulla Voce
Repubblicana, che possono essere rispolverati dalla
collezione in biblioteca, nei quali avvertivo che quella era
l’occasione storica che capitava alla nuova classe politica
regionale per eliminare quegli squilibri territoriali che si
erano già accentuati a causa della politica insufficiente
dello stato centrale nei riguardi delle zone periferiche.
La
Regione, che avrebbe dovuto essere più vicina ai cittadini,
avrebbe sostituito lo Stato lontano e avrebbe dovuto
produrre quei benefici effetti che erano mancati finora
all’appello.
Questa
politica, caro Rinaldi, la Regione Lazio non l’ha mai messa
in atto perché hanno prevalso gli interessi della megalopoli
romana che ha assorbito quasi tutte le risorse a
disposizione dal 1970 ad oggi. E a nulla sono valsi gli
sporadici interventi a pioggia distribuiti nel nostro
territorio, spesso legati ad esigenze di sottogoverno, che
non hanno provocato nessun beneficio concreto, ma solo
arricchito i pochi beneficiati dai relativi progetti e
appalti.
Tu queste
cose le sai bene perché sei stato sindaco di Poggio Mirteto
per dieci anni, assessore alla provincia più o meno per lo
stesso tempo ed ora presidente di una provincia che non c’è
più da tempo perché non ci sono più le condizioni per la sua
esistenza.
Ora Tu
pensi che la rinascita possa avvenire solo cambiando le
insegne, come nel caso dei Sali e Tabacchi di savoiarda
memoria, cioè cambiando il nome dell’ente locale Provincia e
chiamandolo Area vasta, alla condizione indispensabile di
rimanere uniti nello stesso territorio del 1927, anno della
sua istituzione.
Per Te il
termine Area vasta è una specie di Totem, un “deus ex
machina” risolutore di natura fideististica perché neanche
Tu sai che cosa sarà questa Area vasta, come non lo sa
nessuno di quelli che hanno scritto questa espressione nel
testo di legge di riforma costituzionale.
Un giorno
ho ascoltato ad un convegno a Terni una di coloro che hanno
collaborato alla stesura di quella legge che non sapeva
nemmeno Lei di che si trattasse in realtà, o comunque non lo
sapeva spiegare perché ricorreva sempre ad espressioni
generiche e possibiliste.
Il
problema, caro Rinaldi, non è quello di tenere in vita il
territorio ad ogni costo, ma è quello di riequilibrare il
territorio della Sabina in armonia con i territori limitrofi
che hanno le stesse caratteristiche economiche e sociali.
Diventando Area vasta e dipendendo dall’Area metropolitana
di Roma si va esattamente nella direzione opposta.
Io
capisco che i paesi della Bassa Sabina, nelle condizioni
odierne, si sentano più attratti da Roma, di cui sono
diventati loro malgrado periferia, che da una possibile
regione centrale appenninica di cui facciano parte l’attuale
Umbria. la Toscana, Viterbo e Rieti.
So anche
che la Regione Lazio, se vince il SI al referendum, pensa a
due aggregazioni di comuni per la ex provincia di Rieti. Una
per la Bassa Sabina con epicentro Poggio Mirteto ed una per
l’Alta Sabina con epicentro Rieti.
Se per la
Bassa Sabina entrare a far parte delle borgate romane può
essere accettato essendo ormai diventata una zona di
residenza che poggia la sua economia sull’Area Metropolitana
di Roma, l’Alta Sabina non può accettare di diventare area
di borgatari. Tutta la zona appenninica della Sabina non ha
niente da spartire con l’economia romana, ha bisogno di
essere inserita in una politica di sviluppo omogenea ai
territori di nord-ovest che guardano all’Umbria e alla
Tuscia e che sono i suoi naturali partner di sviluppo.
Pensarla
inserita in un’Area vasta che guarda solo a Roma e da essa
dipenda per il suo sviluppo economico significa dare il
colpo di grazia definitivo al suo futuro e ridurla a luogo
di residenza di pensionati e di benestanti, come purtroppo è
già quasi diventata.
C’è nel
Tuo pensiero una profonda contraddizione tra quel che dici
nei Tuoi interventi e le conclusioni che ne ricavi.
Se
riconosci che gli abitanti della ex provincia di Rieti non
si sono mai amalgamati, e questo è stato certamente un
elemento di grave ostacolo allo sviluppo, non puoi sostenere
che dobbiamo rimanere uniti ad ogni costo, pena il
cataclisma. Così facendo non usciremo mai dal “cul de sac"
nel quale siamo stati infilati da una politica scriteriata.
Con
immutata stima.
Avv.
Gianfranco Paris
8 Giugno 2016
Il Sindaco Stirati : integrazione
territoriale Umbria-Marche una grande occasione di
ripresa e di sviluppo
Umbria, Marche e Toscana firmano
un protocollo d'intesa a Bruxelles
(Acs) Perugia, 8 giugno 2016 - “Mentre la presidente
della Giunta regionale, Catiuscia Marini, è a Bruxelles
per svendere l'Umbria alla Toscana, il nostro territorio
reclama attenzione. La morte annunciata della Polizia
provinciale è solo l'ennesimo fallimento in capo alla
giunta Marini e si aggiunge alla lunga lista della
sanità, dei trasporti e delle
infrastrutture”. Così i consiglieri regionali Lega Nord,
Valerio Mancini e Emanuele Fiorini, commentano
l'audizione in Prima commissione (http://goo.gl/CQgUF4)
dei comandanti della Polizia provinciale di Perugia,
Michele Fiscella, e di Terni, Mario Borghi.
“In ottica di macroregione - spiegano i due consiglieri
regionali - la prossima settimana a Perugia ci sarà un
pranzo di lavoro tra i presidenti delle tre Assemblee
regionali. Nel frattempo però a Perugia e a Terni
abbiamo una Polizia provinciale sensibilmente
ridimensionata nell'organico e nel servizio e a
rimetterci sono sempre i cittadini. Il mancato interesse
di questa Giunta alla questione è riscontrabile anche
nel fatto che l'argomento non è stato affrontato in
Aula. Abbiamo sempre sostenuto che la riforma con
la quale Matteo Renzi prometteva di chiudere le
Provincie era una bufala, si passa con troppa facilità
sopra alle persone: oggi, purtroppo, in Commissione c'è
stata esposta una cruda realtà e auspichiamo non sia
tardi per intervenire”.
Fiorini e Mancini rimarcano che “quello della Polizia
provinciale è un patrimonio da salvaguardare: si tratta
di personale altamente qualificato da impiegare in ruoli
importanti in termini di sicurezza e controllo, a
partire dall'ambiente. Allo stesso modo lasciare senza
vigilanza il settore venatorio è una follia che poteva
venire in mente solo all'assessore Fernanda Cecchini,
perché sono ben 28 mila le licenze di caccia rilasciate.
Tanti problemi che si potevano tradurre in un risparmio
reale, invece con la riforma Delrio una minore spesa in
Provincia diventa una maggiore in Regione.
Continueremo a batterci – concludono - per una Regione
forte che non perda la propria identità, che sia a
fianco dei cittadini e non succube degli interessi di
Renzi e del Pd”.
(Su gentile concessione CRUMBRIA- NEWS)
6 Giugno 2016
http://www.umbriadomani.it/l-opinione/dis-corsivo-umbria-la-visione-dei-confini-93209/
http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/macroregioni-il-trasimeno-si-organizza-e-studia-le-strategie-per-aggregare-turismo-e-infrastrutture-92485/
29 Maggio 2016
Mercoledì scorso numerosi
produttori della “Patata di Leonessa” hanno dato vita
all’associazione “Produttori patata di Leonessa” con il
fine di ottenere il riconoscimento del marchio IGP,
marchio di provenienza inteso come tratto d’istintivo
sul mercato.
Il coordinamento
dirigente di Rieti della Confederazione Italiana
Agricoltori ritiene questo percorso di strategica
importanza e lo supporta sin dalla sua nascita; qualità,
valorizzazione del territorio ed aggregazione
dell’offerta, sono la chiave di volta affinché
l’agricoltura, specie quella di montagna, possa uscire
vincente da una congiuntura di mercato che sta mettendo
in ginocchio l’intero settore.
Soddisfazione espressa
anche dal Sindaco di Leonessa Paolo Trancassini: «in
pochissimo tempo, dopo l’approvazione della DE.CO. un
altro importante passo in avanti verso la tutela e la
valorizzazione del nostro prodotto. Il lavoro sin qui
svolto dalla CIA dal Comune, dalla Proloco di Leonessa,
dai coltivatori è solo all’inizio ma ha già permesso di
raggiungere risultanti importanti, ieri ritenuti
impensabili. Bene così: un bellissimo segnale,
bellissimi obiettivi che insieme certamente
raggiungeremo».
Un augurio di buon lavoro
al Presidente all’associazione Assunta Vannimartini, ai
componenti del Consiglio di amministrazione: Antonio
Lucci Cordisco, Ivan Cordisco, Tiziana Aluffi, Otello
Santucci ed alla segretaria Roberta Maccaroni.
(Su gentile concessione
della Redazione de "www.ilgiornaledirieti.it")
29 Maggio 2016
Mercoledi 1 giugno, al termine della recita dei bambini dell'asilo, il sindaco, Paolo Trancassini distribuirà ai ragazzi delle elementari e delle medie due quaderni che recano in copertina l'immagine e la storia di Costantino Palmieri, nostro Concittadino decorato di medaglia d'oro al valor militare durante la Prima guerra mondiale.
La significativa iniziativa, finanziata personalmente dal nostro Sindaco, ha come scopo primario ricordare un Eroe Leonessano che ha sacrificato la sua vita per un bene piu alto.
La Patria.
Grazie di cuore ad Alberto Palmieri che ci ha donato la copia originale di questo quaderno, alla casa editrice Puntidivista che ha curato nel migliore dei modi la realizzazione dei quaderni.
Nella speranza che l'esempio di Costantino Palmieri serva da monito per i nostri Ragazzi.
Leonessa, Casa Comunale, 29 maggio 2016.
26 Maggio 2016
Siamo assolutamente
convinti che il Consigliere Regionale Umbro Donatella
Porzi sia stata animata solamente dalla proverbiale
disponibilità che guida da sempre la stragrande
maggioranza dei politici italiani.
Ma essere nello stesso
momento in due posti differenti...
La Redazione di
www.leonessa.org
23 Maggio 2016
riforme:
marini, con il futuro senato
una fase nuova per regioni ed enti locali
(aun) -
Roma, 23 mag. 016 – “Dopo il referendum sulla riforma della
Costituzione, che mi auguro abbia un esito positivo, si
aprirà una nuova fase nella vita delle autonomie locali e
delle Regioni”, lo ha detto Catiuscia Marini, presidente
della Regione Umbria, intervenendo al convegno per il
centenario di Legautonomie, dove ha portato i saluti del
Presidente Stefano Bonaccini e dove è intervenuta in
rappresentanza della Conferenza delle Regioni.
“All’orizzonte oggi c’è il tema importante di come
affrontare in modo dinamico la dimensione degli interessi da
rappresentare, ovvero l’esigenza di coniugare le ragioni
territoriali con l’interesse nazionale. Penso ad esempio al
servizio sanitario nazionale e ai livelli essenziali di
assistenza o alla tutela dell’ambiente e del paesaggio dove
troppo spesso si è realizzata una diseguaglianza delle
opportunità. Sotto questo profilo – ha ricordato la
presidente Marini – il futuro Senato, con i Sindaci e i
rappresentanti delle Regioni - potrà rappresentare
senz’altro una opportunità ed anche una sfida per una reale
integrazione dinamica dei diversi livelli di governo”.
"Rispetto
alle riforme degli anni Novanta e Duemila – ha spiegato
Marini - se c'era un elemento zoppo era proprio l'assenza di
un Senato delle autonomie: un luogo in cui trovasse sede il
confronto fra i principi dell’unità e del decentramento. Un
ruolo che è stato poi affidato alla Corte Costituzionale
perché le leggi delle Regioni e dello Stato sono state
oggetto di continui ricorsi.
Si apre
invece ora la fase di un nuovo confronto tra Regioni e
Comuni sul nuovo titolo V e sul Senato federale.
Quest’ultimo dovrà diventare il luogo della politica in cui
le Regioni e gli enti locali saranno chiamati non solo a
partecipare alla fase legislativa sui provvedimenti che li
riguardano, ma in cui dovranno anche valutare l’impatto
delle politiche pubbliche nazionali, ed anche europee, sui
territori.
Forse in
passato abbiamo lavorato troppo ‘divisi’: Comuni con i
Comuni, Province con le Province, Regioni con le Regioni.
Oggi abbiamo bisogno di condividere un percorso che è quello
di una visone comune, di un ‘progetto paese’. E sotto questo
profilo sono certa che la Conferenza delle Regioni, come ha
già fatto in passato, non mancherà di fornire il proprio
contributo propositivo”.
Rispetto
poi al futuro assetto delle Regioni, Marini ha sottolineato
come, “più che alle dimensioni, occorra puntare
sull'aggregazione di competenze e sull’esercizio unitario di
alcune funzioni”. Per fare un esempio "le tre Regioni
dell'Italia centrale - ha concluso la presidente dell’Umbria
- - hanno messo insieme capacità, competenze amministrative
e istituzionali per favorire la semplificazione e
l'efficienza nei campi della sanità, dell'export,
dell'innovazione. Per offrire insomma servizi migliori a
imprese e cittadini”.
20 Maggio 2016
L'intesa sottoscritta oggi tra il presidente del
Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente della Regione
Lazio, Nicola Zingaretti, rappresenta un "importante
lavoro di squadra", come definito dallo stesso
Zingaretti, che in nove mesi ha consentito di sbloccare
un miliardo e 407 milioni di euro per opere strategiche,
infrastrutture viarie e ferroviarie, risanamento
idrico-ambientale e difesa del suolo, edilizia sanitaria
e altri interventi nevralgici per migliorare la
competitività e la sostenibilità del Lazio.
Il totale dei nuovi investimenti
per le opere pubbliche del Lazio è però di 2 miliardi e
230 milioni di euro: 1 miliardo e 407 mln di euro frutto
dell'Intesa Governo-Regione e 823 mln di interventi già
programmati con altri fondi. I nuovi investimenti per le
opere pubbliche del Lazio derivano da quattro fonti
principali di finanziamento: Fondo di Sviluppo e
coesione, finanziamenti edilizia sanitaria ex art. 20,
finanziamenti ministero Infrastrutture più risorse
stanziate da RFI, fondi regionali.
Per quanto riguarda le opere
strategiche, i fondi saranno così suddivisi: 180 mln per
la Ferrovia Roma-Lido con interventi per la
modernizzazione della linea; 154 mln per le Ferrovia
Roma-Viterbo con interventi per il rifacimento della
ferrovia ex concessa; 39 mln per il Nodo ferroviario
Pigneto; 485,5 mln per il completamento della
Superstrada Orte-Civitavecchia con interventi per il
completamento di un'arteria fondamentale per la mobilità
delle persone e delle merci dall'Autostrada del Sole,
principale arteria di collegamento viario Nord-Sud del
Paese, verso il porto di Civitavecchia. Una vera e
propria trasversale che consente di evitare ai mezzi su
gomma di raggiungere l'A1 da Civitavecchia, e viceversa,
passando per il nodo autostradale della Capitale ed in
particolare sul GRA; 112 milioni per il proseguimento
dei lavori della linea C della Metropolitana di Roma.
Ci sono poi 23 milioni di euro
per 96 interventi sulla rete viaria del Lazio gestita da
Astral S.p.A. Tra i principali interventi: Provincia di
Roma: SR 207 Nettunense - SR 6 Casilina - SR 5 Tiburtina;
Provincia di Frosinone: SSV Sora-Cassino - SS 214 Maria
e Isola Casamari; Provincia di Latina: SR 148 Pontina -
SR 630 Formia-Cassino; Provincia di Rieti: SR 471
Leonessa - SR 578 Salto Cicolana; Provincia di Viterbo:
12 cantieri nei Comuni. Per quanto riguarda le reti
territoriali e gli ospedali, l'obiettivo è quello di
renderli più moderni ed efficienti con 251 milioni per
87 cantieri.
Tra gli interventi più
significativi: Ristrutturazione di tutti i reparti
maternità del Lazio; Rifacimento intera rete consultori;
Lavori al Policlinico Umberto I; Nuovo Ospedale dei
Castelli. Nel campo della cura delle acque e
dell'ambiente sono previsti: 16 mln per i
Dearsenificatori per i Comuni della Provincia di
Viterbo; 16,5 mln per la bonifica della Valle del Sacco;
9,6 mln per la depurazione delle acque Fiumaretta e
Civita Castellana; 1,4 mln per il risanamento
idrico-ambientale nel Comune di Ardea; 22,8 mln per
l'autonomia idrica a Ponza e Ventotene.
Sono previsti anche altri
interventi per circa 100 milioni di euro e il
potenziamento della rete ferroviaria regionale con fondi
stanziati da Rfi: 367 milioni di euro per le tecnologie
più rifacimento 81 stazioni più interventi sulla rete ed
in particolare sulla linea
Ciampino-Albano-Frascati-Velletri, raddoppio della linea
Campoleone-Aprilia, completamento del raddoppio della
linea Lunghezza-Guidonia, progetto di chiusura
dell'anello ferroviario di Roma, progetto del raddoppio
della linea da Cesano a Bracciano (Vigna di Valle).
Tra i cantieri già programmati
con altri fondi verranno investiti 823 milioni di euro
(derivanti da Fondo Sviluppo e Coesione, POR-FESR,
PSR-FEASR, fondi regionali), così suddivisi: 21 mln per
le Case della Salute; 196 mln per la lotta al rischio
idrogeologico; 190 mln per la Banda ultra larga; 59 mln
per l'efficientamento energetico degli edifici pubblici;
151 mln per la mobilità sostenibile dell'area
metropolitana di Roma; 156 mln per le opere di
valorizzazione del patrimonio culturale; 50 mln per le
aree produttive ecologicamente attrezzate.
(Su
gentile concessione della Redazione
www.ilgiornaledirieti.it)
19 Maggio 2016
Domani e dopodomani, venerdì 20 e
sabato 21 maggio, si terrà a Jesi (An), presso l'Hotel
Federico II, la seconda 'Conferenza interregionale sulla
sanità', promossa dai presidenti delle commissioni
Sanità e Sociale delle Regioni Umbria, Marche e Toscana,
rispettivamente Attilio Solinas, Fabrizio Volpini e
Stefano Scaramelli. Il tema è: “Strategie assistenziali
per la non autosufficienza”.
(Acs) Perugia, 19 maggio 2016 - “Il percorso di
collaborazione scientifica e organizzativa in materia di
sanità tra Umbria e Marche, con la graditissima e
proficua aggiunta della Toscana, prosegue nella seconda
'Conferenza interregionale sulla non autosufficienza',
che si terrà domani, venerdì 20 maggio e si concluderà
nella mattinata di sabato 21 a Jesi (An)”: lo ricorda il
presidente della Commissione Sanità e Servizi sociali
dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Attilio Solinas.
“Anche questa volta – spiega Solinas - si confronteranno
dirigenti degli assessorati alla sanità, direttori
sanitari e di distretto delle Regioni coinvolte, oltre
ai rappresentanti delle associazioni di volontariato e
del privato sociale, su temi ulteriori rispetto
all'incontro di aprile a Perugia, per condividere
competenze ed esperienze in un settore del mondo
sanitario e sociale nel quale le istanze e i bisogni dei
cittadini più deboli e fragili sono sempre più
pressanti, oltre che epidemiologicamente consistenti.
L'obiettivo per il futuro è quello di istituire un
gruppo di lavoro interregionale per condividere
obiettivi e costruire percorsi assistenziali seguendo le
linee di indirizzo più moderne ed efficaci nel settore
della non autosufficienza, tenendo in debita
considerazione la sostenibilità futura dei sistemi
assistenziali”.
La conferenza, questa volta incentrata sul tema
“Strategie assistenziali per la non autosufficienza”, è
promossa e coordinata dai presidenti delle Commissioni
consiliari Sanità e Sociale delle tre Regioni: Attilio
Solinas per l'Umbria, Fabrizio Volpini per le Marche e
Stefano Scaramelli per la Toscana. I lavori inizieranno
alle ore 14 di venerdì e termineranno intorno alle ore
12.30 di sabato. PG/
link alla notizia:
http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/52819
18 Maggio 2016
Paolucci: A Roma L’Acqua a
Rieti il Contentino
Accordo
Importane ma Insoddisfacente
La
Uil di Rieti, sempre in prima linea per la battaglia per il
ristorno economico dell’acqua , ritiene importante ma
insoddisfacente tale accordo, con un contributo di 36
milioni in quratto anni a fronte dei 105 milioni previsti
dalla delibera regionale del 2006. Questo è quanto dichiara
il segretario della Uil Alberto Paolucci.
"Rieti,
dà l'acqua a Roma per oltre 500 milioni di euro l'anno e
Roma e la Regione Lazio per quasi un secolo non hanno
restituito niente continua Paolucci della Uil. Nemmeno il
"Raddoppio della Salaria" promesso, o la ferrovia diretta o
i nuovi treni Rieti-Terni-Roma. Zero assoluto. Anzi, ci
tagliano in continuazione i servizi pubblici. Ora Zingaretti,
pressato da più parti, propone di chiudere la vertenza ma
chiede uno sconto insopportabile del 75%. Ci propongono
l'indennizzo "tombale", una sanatoria inaccettabile".
Aspettavamo con ansia la nuova convenzione per la gestione
dell’interferenza idraulica del sistema acquedotto
Peschiera–Le Capore, ma quello che è uscito fuori è un
accordo con contentino. Noi reatini dovremmo rinunciare a
quasi 80 milioni di euro per fare un piacere alla Regione
Lazio e al Comune di Roma? Anche se noi siamo della Uil
conclude Paolucci,siamo orgogliosi di aver condotto una
battaglia sacrosanta ,anche con il dissenso assoluto di
alcuni politici, ci riteniamo insoddisfatti e aspettiamo
che l’autorevolezza dichiarata della classe politica del
nostro territorio,trovi con tenacia nell’immediato futuro,
soluzione alle problematiche non più rinviabili dei
trasporti, con l’acquisto di almeno 4 coppie di treni per la
Rieti-Terni-Roma e un sufficiente numero di bus Cotral
nuovi .
La Uil
e i cittadini attendono con fiducia.
18 Maggio 2016
COMUNICATO
STAMPA
Apprendiamo dell’esultanza della politica reatina per la
decisione della Giunta Regionale del Lazio di prevedere 36
milioni di euro per il pregresso e 6 milioni l’anno, a
partire dal 2016, quale ristoro ad ATO3 per lo sfruttamento
‘romano’ delle sorgenti Le Capore-Peschiera.
Queste segreterie confederali di CGIL e CISL ritengono
l’intera operazione semplicemente un
bicchiere mezzo vuoto.
La
storia, su questo argomento, racconta che dal 1926 il
territorio sabino è stato scippato del suo bene più prezioso
e che, comunque, si è operato per molti anni nella
definizione di scelte che potessero in qualche maniera
recare ricadute economiche e strutturali al territorio
reatino stesso, mentre, da qualche anno, le cose sono
diametralmente mutate, considerata la devastazione economica
della provincia di Rieti.
Attesa, quindi, la necessità di un adeguato ristoro
economico, vorremmo provare a fare due conti: partendo dal
2006, la Regione Lazio aveva deciso di liquidare al
territorio reatino 25 milioni di euro per il ristoro
dell’acqua sfruttata per gli anni pregressi e 8 milioni di
euro l’anno.
Dunque ad oggi avremmo dovuto percepire un totale di 105
milioni ed invece il saldo è a ZERO.
Proseguiamo nei conti: la Regione Lazio ha deciso ieri di
liquidare 36 milioni di euro nei prossimi quattro anni più 6
milioni l’anno a partire dal 2016. Dunque, il totale per i
prossimi quattro anni sarebbe di euro 60 milioni; se ci
riferissimo soltanto al 2016 il totale sarebbe 15 milioni di
euro.
E allora: per che cosa stiamo esultando?
Perché, egregi signori della politica, all’appello, in
realtà, mancano 90 milioni di euro se ci riferissimo al 2016
e 45 milioni di euro se guardassimo, invece, al 2020.
Quindi, per le scriventi
Segreterie confederali CGIL e CISL Rieti, il bicchiere è e
resta mezzo vuoto e proseguiranno nella loro battaglia per
restituire il maltolto al territorio.
Anche
nella considerazione che ad ACEA lo sfruttamento dell’acqua
reatina frutta ogni anno circa 600 milioni di euro.
Cgil Rieti Roma Est Valle dell'Aniene
e Cisl Roma Capitale Rieti sono pronte ad aprire un tavolo
con la Regione Lazio su una " Vertenza Rieti " in modo
concreto e costruttivo senza salti in avanti per visibilità
politica o campagna elettorale , affrontando il non piu
rinviabile problema dei trasporti e dei pendolari reatini ,
inoltre affrontare con la Regione il problema delle funzioni
e dei servizi ( Agenzia delle entrate , Direzione
Provinciale del Lavoro, Tribunale , ecc. della ex Provincia
) come inoltre il tema della Sanità e delle Infrastrutture.
Quella
dell’ACQUA e del connesso equo ristoro (nei termini sopra
detti) sarà una delle principali rivendicazioni da portare
al tavolo regionale che intendiamo aprire per la VERTENZA
RIETI, insieme alle altre questioni sul tappeto, Sanità,
Trasporti e Infrastrutture in primis.
CGIL
CISL
fto Walter
Filippi
fto Paolo
Bianchetti
16 Maggio 2016
Il Messaggero
Il Corriere di Rieti
12 Maggio 2016
di seguito una dichiarazione
del deputato Fabio Melilli in merito alla situazione
dell'ufficio periferico reatino di Equitalia:
"Non
c'è nessun elemento di preoccupazione dalla
ristrutturazione in corso delle società e degli
uffici di Equitalia. La società sta accorpando le
numerose e ridondanti società del gruppo e sta
lavorando per migliorare i servizi ai cittadini,
aumentando la produttività dei suoi uffici
periferici. Non ci sarà nessun accorpamento, nessuna
diminuzione delle risorse impegnate e nessuna
riduzione dei servizi ai cittadini. Semplicemente
gli uffici interni di Rieti esamineranno anche
pratiche di Viterbo e viceversa. A luglio peraltro
anche a Rieti partirà un servizio dedicato agli over
65 per consentire risposte più rapide alla
popolazione anziana. Sulla vicenda ho ricevuto
rassicurazioni dai vertici della società che è
impegnata in un difficile lavoro di miglioramento
dei rapporti con gli utenti e non certo in una
diminuzione della quantità delle prestazioni
offerte."
12 Maggio 2016
“Rieti, l’Alto Lazio,
Leonessa e L’Umbria in visione del riordino degli Enti
Locali. Una Macro Regione da costruire a misura di uomo”.
La nostra esigenza, il
sentimento che ci ha accomunato ed uniti nella creazione del
Comitato Referendario Tutti SiAmo Leonessa, la
raccolta delle firme ed il grosso riscontro che abbiamo
avuto dai nostri Paesani, ci ha portato a guardarci intorno.
Abbiamo visto che non siamo soli. Ci sono ben 13 comuni
(Rieti, Labro, Morro Reatino, Colli sul Velino, Cittareale,
Accumoli, Greccio, Montebuono, Magliano Sabina, Configni,
Cottanello, Vacone e Torri in sabina), oltre al nostro, ad
avere vicinanza di confine con l’Umbria. Senza considerare
che, prima del 1927, ne facevano praticamente parte.
Oltre a questi Territori,
tutta la parte restante del Lazio, una volta che Roma sarà
configurata come Città Metropolitana e quindi una Regione a
se, sarà “orfana” in cerca della propria “madre” adottiva.
Così, di comune accordo, con
gli Amici del “Manifesto di Friozzu” (l’Avv.Gianfranco Paris
di Mondo Sabino, Massimo Spadoni di MEP-Radio e Maurizio
Terzetti dell’Associazione CIVIUM lo Stato siamo noi),
sentiti alcuni Rappresentati di spicco della Politica
Umbro-Laziale, abbiamo deciso di unire le forze per fare in
modo che Leonessa, “baluardo di Rivoluzionari”, da sempre
terra di confine tra il Papato ed il Regno di Napoli prima
ed oggi con Umbria ed Abruzzo, fosse la culla di un nuovo
modo di fare politica: per la prima volta nella storia
dell’Italia contemporanea, ci sarà un incontro tra i
rappresentanti delle Istituzioni del Lazio e dell’Umbria per
confrontarsi sul futuro nostro, dei nostri figli e del
nostro territorio, in visione del riordino degli Enti Locali
e della ridistribuzione delle specifiche e fondamentali
competenze indispensabili alla vita del Cittadino.
Infatti, anche se alcuni
sostengono, per motivi troppo personali, che ciò non accadrà
mai, la legge Del Rio del 2014 ha Istituito le Città
Metropolitane, ha abolito le Provincie ed ha dato il via,
anche se ancora sulla carta, all’accorpamento dei Comuni.
(In merito il Popolo “sovrano” dirà la sua con il Referendum
Costituzionale di Ottobre). In Parlamento, inoltre, ci sono
già delle proposte di legge, tipo la “Ranucci-Morassut”, che
porteranno all’accorpamento di alcune Regioni. Ci sono
infatti dei grossi sbilanci da riequilibrare tra regioni con
127.500 abitanti e Regioni con 10.000.000 di abitanti, per
diminuire ed uniformare la spesa pubblica delle stesse e
fare in modo che non ci siano cittadini di serie A e
cittadini di serie B. Nel caso nostro Roma, sproporzionata
nel numero rispetto alle altre quattro Provincie, sarà città
Regione e la parte restante del Lazio starà alla mercé di
diktat di Partito di Palazzo e.
La cosa talmente è
remota, così vorrebbero farci credere, che in
Francia, ad esempio, dal 1° gennaio 2016, le Regioni sono
passate da 22 a 13.
Infine, restando in casa
nostra, i Governatori dell’Umbria, delle Marche e della
Toscana, sono 7 mesi che si incontrano per fare in modo che
una riforma così imponente del Territorio, dei confini,
degli Enti Locali e dell’attribuzione delle varie funzioni a
sostegno del sociale, della cosa pubblica e della
popolazione, non caschi dall’alto, con il rischio di
schiacciare chi vi resta sotto, inconsapevolmente, passivo
ed inerme.
Finalmente l’indifferenza che
il Politico reatino a dimostrato fino ad oggi al riguardo,
sembra sia da qualche giorno scomparsa, anche se sono mesi
che le Dirigenze di molte Istituzioni ed Amministrazioni
Pubbliche del Reatino, vengono spostate a Viterbo senza
batter ciglio.
Il 28 maggio 2016 quindi sarà
un giorno che resterà alla storia. Leonessa avrà il
privilegio di ospitare ed essere promotrice del primo
Convegno Interregionale della storia. Personaggi di Spicco
come La Presidente del Consiglio Umbro Donatella Porzi;
l’Assessore Regionale del Lazio Fabio Refrigeri; l’Assessore
ai Trasporti della Regione Umbria Giuseppe CHIANELLA; il
Consigliere Regionale Umbro Raffaele NEVI; il Consigliere
Regione Lazio Daniele Mitolo; Presidente della Provincia di
Rieti Giuseppe Rinaldi; il Sindaco del Comune di Terni
Leopoldo DI GIROLAMO; il nostro Sindaco Paolo TRANCASSINI e
tanti altri Politici ed Amministratori, si incontreranno
nella nostra bellissima Piazza VII Novembre, per trovare
insieme un punto di incontro, speriamo, e di iniziare a
delineare un percorso comune e di unificazione di territori
tanto omogenei e simili, che continuare a tenerli separati
sarebbe un oltraggio a chi gli ha donato la vita, per essi,
nei millenni passati ed ai posteri, che giudicheranno il
nostro operato e ne pagheranno le conseguenze se sbagliato.
A loro l’ardua sentenza.
11 Maggio 2016
COMUNICATO STAMPA
LA PROVINCIA DI RIETI PERDE UN ALTRO PEZZO!!!!
I RAPPPRESENTANTI
DELLE RSA DI EQUITALIA SUD SPA SEDE DI RIETI, A SEGUITO
DELLA PREVISTA
RIORGANIZZAZIONE
AZIENDALE, OPERATIVA DAL 01 LUGLIO 2016, CHE
PREVEDE TRA L’ALTRO
L’ACCORPAMENTO
DELLE SEDI DI RIETI E VITERBO, MANIFESTANO FORTI
PREOCCUPAZIONI IN MERITO
AD UN EVENTUALE
RIDIMENSIONAMENTO DELLA SEDE PROVINCIALE DI RIETI CHE
PORTEREBBE INEVITABILI
RICADUTE E
RESTRIZIONI SUI SERVIZI OFFERTI AI CITTADINI.
LE STESSE
AUSPICANO UNA GIUSTA RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE AL FINE
DI EVITARE ULTERIORI
DISAGI AI
RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI RIETI GIA’ PESANTEMENTE
PENALIZZATA .
RIETI
11/05/2016
LE RSA EQUITALIA SUD SEDE RIETI
I
SEGRETARI RSA : FABI - FIRST CISL – UILCA UIL
DE
SANTIS SABINO FALSARONE CLAUDIO DESANTIS PIERLUIGI
11 Maggio 2016
Archivio Comunicati stampa
a cura dell'Ufficio di Staff del Sindaco e dell'Ufficio
Stampa del Comune di Terni
La rete delle città: il convegno per rilanciare Civiter
11.05.2016 - ore 11:37 - Venerdì al Palasì sei professori
universitari discuteranno di pianificazione strategica e
delle futuro delle Regioni
(ufficio stampa) -
L’assessorato alla Pianificazione strategica del Comune di
Terni organizza, venerdì 13 maggio, al PalaSì, in piazza
Europa, alle 15.30, un incontro sulle politiche
territoriali integrate: Fare rete fra città, un
confronto multidisciplinare sul rapporto tra diversi livelli
di governo, sulla pianificazione territoriale integrata,
sulla riforma costituzionale e il futuro delle Regioni. Il
seminario potrà essere anche un’importante occasione per
riavviare il discorso intorno a Civiter, il progetto di
pianificazione integrata tra le quattro amministrazioni di
Civitavecchia, Viterbo, Terni e Rieti. Tra gli obiettivi
dell’incontro infatti c’è quello di approfondire gli
strumenti di governance dell’area vasta che costituiscono la
cornice istituzionale di riferimento di un progetto come
Civiter, quali e quanti strumenti giuridici cioè possono
essere messi in campo per governare progetti simili.
A ragionare su questi temi saranno sei docenti di discipline
diverse, di quattro Università: Francesco Clementi,
professore di Diritto pubblico comparato presso l'Università
degli Studi di Perugia, con un intervento sulla riforma
costituzionale e il futuro delle Regioni; Giulio
Vesperini, professore di diritto amministrativo
dell’Università degli Studi della Tuscia che parlerà del
diritto delle città metropolitane; Mario Savino,
professore di diritto amministrativo dell’Università degli
Studi della Tuscia con un intervento su decentramento
amministrativo e federalismo fiscale; Silvia Bolgherini,
Università degli Studi di Napoli Federico II, che parlerà di
enti intermedi e di sostenibilità istituzionale; Maria
Prezioso, che insegna Geografia economica all’Università
degli Studi Roma Tor Vergata, con un intervento sulle
ipotesi cross border per l’area vasta e la sociologa
dell’Università degli Studi di Perugia, Cecilia
Cristofori, che parlerà di appartenenza regionale e
relazioni con i territori confinanti.
A coordinare la discussione l’economista della Sapienza Giuseppe
Croce.
“Molteplici gli intenti della giornata -
dichiara l’assessore alla Pianificazione strategica e alle
politiche territoriali di area vasta, Giorgio Armillei -
sviluppare una riflessione sui temi della pianificazione
territoriale integrata, analizzare le potenzialità del
rapporto con l’area metropolitana romana, approfondire gli
strumenti per rendere operativo il progetto Civiter,
consolidare l’attenzione di studiosi e ricercatori di più
atenei sulle potenzialità del progetto".
SPA - Ufficio Stampa
08 Maggio 2016
commento anonimo in prima
pagina del Messaggero
Il riassetto istituzionale avanti tra
l’indifferenzaChe strana
provincia Rieti. La riforma istituzionale «in working
progress» minaccia di spazzare quel minimo di identità e
unità, faticosamente costruite nei decenni, e nessuno o
quasi sembra curarsene, ognuno preoccupato più al
proprio orticello che al terreno intorno che sprofonda.
E così venerdì in Provincia, all’assemblea dei sindaci
convocata proprio per parlare del futuro riassetto, si
sono contati solo 37 sui 73 sindaci reatini. E, tra i
presenti, molti quelli che hanno salutato con
indifferenza il volantinaggio del comitato «Tutti SiAmo
Leonessa» che (ri)propone il referendum per passare in
Umbria. Si condivida o meno l’iniziativa, a Leonessa
vanno avanti e il 28 maggio il comitato, con il
patrocinio della Regione Umbria, ha organizzato un
convegno sul «riordino degli enti locali».
Parteciperanno molti esponenti politici umbri. Quelli di
Rieti sono stati invitati e sono attesi. Parteciperanno
o resteranno indifferenti?
02 Maggio 2016
Convocazione Assemblea
dei Sindaci
Lettera ai Sindaci
17 Aprile 2016
"Il Messaggero"
17-04-2016
Ho
letto su Il Messaggero di oggi un commento di Massimo
Cavoli ad alcune dichiarazioni del collega avvocato
umbro Benedetti Valentini, a me ben noto per ragioni
anagrafiche e per militanza politica.
Il collega B.V. sostiene che una
buona ragione per salvare il Tribunale di Rieti sarebbe
quella di chiederne l’inserimento nel distretto della
Corte d’appello di Perugia, che con questa aggiunta
raggiungerebbe il milione di abitanti necessario per
giustificare la esistenza della Corte d’appello oggi
situata nel capoluogo umbro. Con ciò diventando il
quarto tribunale della stessa. Cavoli ha ben compreso
che quello di B.V. è un vero e proprio assist concesso
al Foro reatino per la salvezza del nostro Tribunale,
che mai e poi mai potrà sperare di essere salvato come
tribunale autonomo facente parte della Corte d’appello
di Roma.
Ho
trascorso la mia intera vita professionale di avvocato,
ho iniziato nel 1962, all’interno della Corte d’appello
di Roma, iscritto all’Ordine forense di Rieti, e penso
di avere qualche esperienza per far conoscere ai giovani
colleghi e alla cittadinanza tutta perché ritengo che la
tesi del collega B.V., oltre che tener presenti gli
interessi umbri, milita a favore di quelli dei reatini.
Il primo argomento è che la
Corte d’appello di Roma comprende un distretto che vanta
un carico di lavoro tra i più alti d’Italia. Il
Tribunale di Rieti è scampato alla mannaia del boia
ministeriale qualche anno fa solo perché era ancora
capoluogo di provincia. Allo stato attuale Rieti non è
più una provincia.
Ormai Viterbo e Roma hanno
assorbito la maggior parte degli uffici di importanza
provinciale lasciando a Rieti solo degli sportelli per
informazioni, in questa situazione con una popolazione
di 160mila abitanti nessun Governo riuscirà a tenerlo in
piedi, ancor di più perché noi non abbiamo a Roma alcun
protettore, come non ne abbiamo avuti nel passato quando
i nostri uomini politici erano di ben altro spessore di
quelli di oggi e soprattutto perché non si giustifica
rispetto agli obiettivi delle riforme renziane in atto.
Chi si illude vive nel mondo dei
sogni e non conosce come vanno realmente le cose in
Italia. Il secondo argomento riguarda la opportunità e
la convenienza. L’Umbria oggi ha bisogno del Tribunale
di Rieti per salvare il suo distretto di Corte
d’appello, i politici umbri contano molto di più dei
nostri nel governo nazionale.
L’Umbria è una regione che potrà
essere assorbita in una macroregione dell’Italia
centrale, ma non potrà mai essere soppressa, come è
accaduto per la provincia di Rieti. Gli umbri pertanto
difenderanno con le unghie e con i denti presso il
ministero di Grazia e Giustizia la esistenza del
Tribunale di Rieti e la sua salvezza spazzerà via per
sempre il pericolo della sua soppressione. Il terzo
argomento attiene alla logistica. Sembra che molti siano
convinti che sarà più difficile recarsi a Perugia che a
Roma.
Ciò era
vero fino a pochi anni fa. Io ho sofferto per un
cinquantennio il tragitto Rieti-Roma, anche dopo la
costruzione della autostrada del sole e del suo tratto
finale da Fiano Romano al raccordo anulare. Era un vero
incubo, dico era perché ormai se ne può fare a meno per
molti affari dopo la introduzione del processo
telematico. Ma per raggiungere piazzale Clodio,
parcheggiare, essere taglieggiati dai percheggiatori
abusivi ecc… ho sempre impegnato due ore o due e mezzo.
Oggi si va a Perugia con 1 e
1/2, grazie a 8 km. di gallerie, alle quali si debbono
aggiungere altri 4 km. per coloro che vengono dalla
Sabina vicina alla Salaria e la sede della Corte
d’appello di Perugia è a portata di mano e di
parcheggio. Se i giovani avvocati non lo sanno, prima di
schierarsi nella impossibile e quindi inutile di fesa
del Tribunale di Rieti nel distretto della Corte
d’appello di Roma, facciano la prova. Io l’ho fatta
varie volte in questi ultimi tempi. Provare per credere!
Mai farsi ammaliare da ciò che non si conosce
direttamente.
Non ho mai avuto la pretesa di
imporre a nessuno le mie idee, sempre frutto di
esperienze vissute, e con questo stesso spirito invito i
500 iscritti all’albo forense reatino a documentarsi
prima di schierarsi a sostegno di cause perdute che
giovano solo a pochi.
(Avv.
Gianfranco Paris )
16 Aprile 2016
"Il Messaggero" 16-04-2016
COMITATO PROVINCIALE PER IL 90° DELLA
PROVINCIA DI RIETI
(Prefettura, Camera di Commercio, Archivio di Stato,
Provincia, Comune di Rieti, ASS)
ARCHIVIO DI STATO DI RIETI
ASSOCIAZIONE STORICA PER LA SABINA
VERSO IL
90° DELLA PROVINCIA DI RIETI
Per
riflettere su ciò che è stato e su ciò che sarà
28
aprile 2016 alle ore 16,30 presso l’Archivio di Stato di
Rieti.
Nel corso dell’iniziativa che apre la campagna di
adesione all’Associazione Storica per la Sabina sarà
distribuito agli aderenti L’Annuale 2015, e presentati i
contenuti di quello 2016.
Durante l’incontro sarà definito il percorso verso il
90° della Provincia di Rieti. Interverranno il Prefetto
Vicario Dott. Paolo Grieco, il Presidente della
Provincia Dott. Giuseppe Rinaldi, il Sindaco di Rieti,
Dott. Simone Petrangeli, il Presidente della Camera di
Commercio Dott. Vincenzo Regnini.
Sarà altresì presente il Prof. Renato Covino, Ordinario
di Storia Economica all’Università di Perugia.
Roberto
Lorenzetti,
Direttore dell’Archivio
di Stato di Rieti e Presidente dell’ Ass. Storica per la
Sabina
12 Aprile 2016
di seguito una nota in merito
all'incontro tra i presidenti della Provincia di Rieti e
dell'Ordine degli Avvocati:
Questa
pomeriggio il presidente della Provincia di Rieti,
Giuseppe Rinaldi, ha incontrato il presidente
dell'Ordine degli Avvocati di Rieti, Luca Conti, per
discutere delle iniziative e delle azioni da
intraprendere per evitare il ridimensionamento del
Tribunale di Rieti.
Rinaldi e
Conti hanno convenuto di portare la questione
all'attenzione dell'Assemblea dei Sindaci
inserendola nell'ambito del dibattito aperto in
merito al futuro assetto del territorio, all'interno
del quale il depotenziamento del Tribunale è uno
degli aspetti da monitorare e affrontare con
attenzione e sollecitudine.
Il
presidente Rinaldi si è perciò impegnato a includere
la questione nella prossima Asemblea dei Sindaci
dove sarà affrontata e discussa insieme ai
rappresentanti in Parlamento, in Regione, e a tutte
le istituzioni e associazioni che vorranno dare il
loro contributo.
10 Aprile 2016
COMUNICATO STAMPA
Di seguito una dichiarazione
del Comitato Referendario “Tutti SiAmo Leonessa”
riguardo la Delibera del Consiglio del Comune di Leonessa
ed un commento alla Dichiarazione del Presidente della
Provincia Giuseppe Rinaldi:
“Finalmente
qualcuno ha iniziato ad aprire gli occhi. O meglio inizia a
dire le cose come stanno!!
Nessuno è
felice che la Prefettura, le Asl, la Camera di Commercio, la
Questura, Il Tribunale, lascino Rieti, ma è un dato di
fatto. Tutti i centri dirigenziali vengono spostati in
sordina verso Viterbo e nessuno ne parla. I Governatori
dell’Umbria, delle Marche e della Toscana sono 6 mesi che si
incontrano per fare in modo che il riordino degli Enti
locali non sia una cosa che cada dal cielo ed invece nella
nostra ex-provincia, che vedrà la sua fine ad ottobre 2016,
si pensa di organizzare una festa per i 90 anni, che tra
l’altro verranno compiuti nel 2017. Festa che ha più l’aria
di un funerale.
Ed
invece con ostinata, caparbia e cieca determinazione i
nostri politici, facendo passare di sottecchi la migrazione
verso Viterbo, auspicano e si batteranno come Leoni ( vedere
le affermazioni dei mesi passati) per far si che la nostra
stupenda terra, che i nostri meravigliosi Paesi, che i
cittadini che vi abitano e ci vivono anche da centinaia
d’anni, diventi la borgata della borgata ed i borgatari di
Roma. Allora si, ben venga la volontà del Presidente Rinaldi
di Incontrare i Sindaci, ci saremo anche noi. Ma non
basta!!! Iniziamo a farlo per capire cosa il territorio
vuole; per vedere cos’è meglio per queste realtà dimenticate
da coloro che vogliono far passare come la terra promessa la
nostra “Pace Eterna”.
Aspettando che il nostro
Consiglio Comunale dia voce alla Volontà del Popolo
Leonessano, ritardo dovuto ad un malessere del Segretario
Comunale Nicola Tedeschi al quale vanno i nostri migliori
auguri di una pronta ripresa, chiediamo alla nostra classe
politica di lasciare da parte gli interessi di partito, e di
iniziare a considerare quelli del Popolo della Provincia di
Rieti.
Questo si sarebbe un bel modo
di Festeggiare i 90 anni di questa Provincia che tra 5 mesi
andrà in pensione insieme a tutte le maggiori Istituzioni”.
Leonessa lì 10/04/2016
Il Comitato
Referente:
Carlo Fornari
Email:
comitato.referendum@leonessainumbria.it
Cell. 3382811490
09 Aprile 2016
di seguito una dichiarazione del
presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi, in
merito alla questione del Tribunale di Rieti:
"Il rischio di
un ridimensionamento del Tribunale di Rieti è un eventualità
inaccettabile. In questi giorni c'è stata una sacrosanta
levata di scudi in difesa della autonomia giudiziaria del
Reatino da parte di tutti i livelli istituzionali e non
solo. Quest'ulteriore allarme per la nostra provincia è
l'ennesima conferma della necessità di un riflessione
globale sul futuro assetto della nostro territorio: è da
anni che Rieti e suoi cittadini lottano, con alterne
fortune, per mantenere un adeguato livello di servizi. Nei
prossimi mesi l'assetto istituzionale dell'intero Paese sarà
modificato e sarà necessario capire se vogliamo che la
provincia di Rieti abbia un futuro come un'unica entità
oppure assistere alla sua disgregazione a favore dei
territori limitrofi, eventualità quest'ultima inevitabile se
il capoluogo decidesse di andare in Umbria. In questo anno e
mezzo al governo della Provincia ho lavorato per
salvaguardare la sua integrità, sto continuando e continuerò
a farlo con convinzione, ritengo fondamentale però una presa
di coscienza collettiva che consenta di affrontare uniti e
compatti i prossimi passaggi, a partire dalla legge
regionale di riordino. Nei prossimi giorni convocherò
un'assemblea di sindaci per affrontare questi argomenti,
alla quale prenderanno parte i nostri rappresentanti in
Parlamento e in Regione e anche il presidente dell'Ordine
degli avvocati di Rieti, Luca Conti, e mi auguro che questa
volta sia più partecipata di quella organizzata per la
Prefettura."
08 Aprile 2016
Nei giorni
scorsi si è riunito il comitato promotore per le
celebrazioni del 90° anniversario della nascita della
Provincia di Rieti che ricorrerà il prossimo anno.
Il comitato
è composto dal presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe
Rinaldi, il prefetto vicario Paolo Grieco, il sindaco di
Rieti, Simone Petrangeli, il presidente della Camera di
Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, e il direttore
dell'Archivio di di Stato di Rieti, Roberto Lorenzetti..
Il Comitato
ha deciso che questo anniversario potrà essere un'ottima
occasione per una riflessione approfondita sulla storia del
territorio reatino e sul suo futuro. Per far ciò il Comitato
ha convenuto che saranno evitati superflui e inopportuni
festeggiamenti ma saranno organizzate una serie di giornate
di studio e di convegni, coinvolgendo giuristi ed esperti,
che avranno come obiettivo l'approfondimento degli aspetti
storici e culturali che hanno caratterizzato la storia della
provincia reatina in modo da poter stimolare un proficuo
dibattito sulle opportunità che interesseranno la provincia
di Rieti nei prossimi anni anche alla luce delle novità
amministrative che stanno per essere introdotte.
Il primo
incontro in programma sarà per il prossimo 28 aprile alle
16.30 quando presso l'Archivio di Stato di Rieti
l'Associazione Storica per la Sabina presenterà l'Annuale
2015 e l'anteprima dell'Annale 2016 “Verso la storia dei 90
anni della Provincia di Rieti”.
08 Aprile 2016
COMUNICATO STAMPA
Mitolo: "L'aggregazione con l'Umbria
continua a essere fuori tema"
"In merito alla possibile aggregazione di
Rieti con l'Umbria continuo a pensare che l'argomento sia 'fuori
tema' e che l’Associazione Rieti Virtuosa, evidentemente,
non sappia bene dove aggrapparsi visto che possono esserci
posizioni differenti dalle proprie. La Regione sta lavorando
per rafforzare i presidi territoriali e, ad oggi, nessuno
svuotamento di funzioni è stato deciso dalla stessa. Il
Governo nazionale intanto sta svolgendo il suo ruolo ad
ampio raggio ed è evidente che si debba ragionare in ottica
di riforme pensando a come inserirsi in un nuovo quadro
generale e non a come scappare per non ottenere comunque
alcun risultato. Nessuno si svincola da niente, ma in questo
caso l'associazione rischia di non difendere gli interessi
di Rieti che non credo si debbano supportare con le
chiacchiere, ma con i fatti. Siamo nella Regione Lazio e non
in Umbria e oltre alle intenzioni future che possono o meno
piacere si dovrebbe stare dietro ai fatti e in questo caso
dietro agli interessi del Reatino. Citare a vanvera
istituzioni e partiti non serve a molto se non a perdere
tempo e quindi se si vuole fare qualcosa potrebbe essere
utile collaborare tenendo presente i limiti della Regione
dove viviamo".
Lo dichiara in una nota il consigliere
regionale del Lazio, Daniele Mitolo (Pd)
08 Aprile 2016
Illusorio l’allargamento verso Roma, per Rieti meglio
l’Umbria
Tribunale e PD: tardi per stracciarsi le vesti
Quando Rieti Virtuosa preannunciò la
sua iniziativa per aggregazione all’Umbria, il consigliere
Mitolo (PD) bollò l’iniziativa come “fuori tema”. Oggi è il
consigliere stesso a tornare sul tema, anche se la sua
preoccupazione di oggi riguardo il Tribunale di Rieti ci
pare intempestiva.
E’ intempestiva in quanto era stata
anticipato già da oltre due mesi il contenuto della
relazione della Commissione Vietti, incaricata dal Ministero
di Giustizia (PD). Fu la stampa locale a parlare già allora
di “silenzio delle istituzioni”, silenzio che è continuato
anche in questi due mesi. Due mesi in cui chi oggi giudica
le soluzioni contenute nella proposta come “originali” (ci
riferiamo al deputato PD Melilli), non è evidentemente
riuscito a modificarle.
La relazione prevede la rimozione del
“diritto al Tribunale” per i capoluoghi di Provincia (cosa
che riguarda Rieti) e la riduzione delle Corti D’Appello
minori (cosa che potrebbe riguardare Perugia) con
possibilità di avere competenza su Tribunali extra-regionali
(“ridurre, mediante attribuzione di circondari o porzioni di
circondari di tribunali appartenenti a distretti limitrofi,
il numero delle Corti di Appello esistenti”).
E’ evidente, a chi legga la relazione
Vietti, che questo possibile passaggio del Tribunale di
Rieti alla Corte di Appello di Perugia NON ha niente a che
vedere con la possibile soppressione del Tribunale a Rieti,
che invece dipende dalla rimozione dal “diritto al
Tribunale” per i capoluoghi di Provincia. Tribunale di Rieti
per il quale la espansione del Tribunale di Rieti verso la
Sabina Romana è illusoria: se ne parla da decenni e oggi è
evidente si sia in una condizione in cui i Tribunali tendono
a rafforzarsi, non a cedere territori; e se questo pure
fosse possibile, non crediamo che la Sabina Romana, i suoi
cittadini, i suoi avvocati sarebbero così lieti di
arrampicare ogni giorno su per la Salaria verso Rieti.
L’occasione perché il PD reatino in
Regione Lazio si esprimesse non è stata dunque la possibile
soppressione del Tribunale – cosa già nell’aria da anni,
visto che il “diritto al capoluogo” era legato alla
Provincia, che scomparirà ad Ottobre, e comunque confermata
due mesi fa -, ma la dichiarazione della presidente PD
dell’Umbria di guardare (per la Corte d’Appello) a “Rieti, i
cui affari si potrebbero trattare tranquillamente a Perugia
o a Terni tornando alla primitiva organizzazione
politico-territoriale”. Cosa che non dovrebbe essere così
penalizzante (dalla relazione: “la natura del giudizio
d’appello ed i servizi erogati dalle Corti e dalle Procure
Generali rendono assai meno rilevante il parametro della
distanza tra la Corte e l’utenza amministrata [..]. L’
ammodernamento anche telematico dei servizi giudiziari rende
sempre meno rilevante la prossimità territoriale del giudice
sia per il cittadino sia per l’utenza professionale”).
La nostra opinione è che il PD locale
si stia barcamenando in un difficile gioco delle parti, per
svincolarsi dalla responsabilità delle ricadute delle
riforme volute dal PD nazionale, votate anche dal PD locale,
e maldestramente applicate dal PD regionale: ci riferiamo in
questo ultimo caso allo svuotamento degli uffici
provinciali, applicazione anticipata SOLO nella Provincia di
Rieti della riforma istituzionale su cui voteremo in
autunno. Svuotamento
denunciato un mese fa da Rieti Virtuosa
e a cui non è seguita nessuna precisazione o correzione di
rotta.
E’ stupefacente, in quest’ottica,
leggere che “i presidi locali rimangono perni centrali di
una politica che ha visto l’amministrazione Zingaretti in
campo per difenderli e valorizzarli” e che “la Regione Lazio
rafforzerà il ruolo delle Province”.
Nel quadro di riordino istituzionale e
giudiziario che il PD ci sta dando, Rieti invece sa che
potrà svilupparsi solo nel dialogo, collaborazione,
integrazione con territori simili ed abbandonando rendite di
posizione che ormai non ci garantiscono più.
E saprà guardare, quando si potrà esprimere, a favore dei
“propri” interessi, mentre la classe politica regionale PD
continua a parlare di “a favore di altre Regioni”, come se
quella Regione Umbria – quando ad essa ci aggregheremo – non
fosse la nostra…
Movimento Civico Rieti Virtuosa
email: rietivirtuosa@gmail.com
web: www.rietivirtuosa.it
facebook: https://www.facebook.com/rietivirtuosa
archivio comunicati stampa: http://www.rietivirtuosa.it/informazione/comunicati-stampa/
08 Aprile 2016
COMUNICATO STAMPA
Regione
Lazio, Refrigeri-Mitolo: “In campo per difendere il
Tribunale di Rieti”
“Se è vero che la Regione Umbria non
può permettersi la soppressione della Corte d’Appello
pensando così di alleggerire Roma e il Lazio dal carico di
lavoro che è sicuramente imponente, è vero anche che come
rappresentanti del territorio ci batteremo per evitare che
quanto paventato possa accadere. Non abbiamo mai pensato che
le fughe in avanti verso l’Umbria potessero essere una
risposta ai problemi della provincia e tantomeno crediamo
che lo smembramento del nostro territorio possa essere una
soluzione ai problemi di Perugia. Rieti è nel Lazio e la
Regione ha dimostrato, nonostante le difficoltà del periodo
che viviamo, che i presidi locali rimangono perni centrali
di una politica che ha visto l’amministrazione Zingaretti in
campo per difenderli e valorizzarli. Gli accorpamenti fatti
in regione, pensando magari alle Asl, hanno riguardato la
Capitale e stessa cosa può dirsi degli uffici periferici
dello Stato che sono stati mantenuti con azioni decise. Con
lo stesso spirito e la stessa convinzione la Regione Lazio
si muoverà nel tutelare il Tribunale di Rieti e rafforzerà
il ruolo delle Province per ribadire che l’unica politica
possibile è quella dello sviluppo locale che,
inderogabilmente, passa per il mantenimento e la
valorizzazione e non certo per il depotenziamento in favore
di altre Regioni. In questo caso non si parla di promozione
turistica, dove le sinergie e le unioni sono auspicabili, ma
si tratta della tutela di ciò che garantisce lo sviluppo e
la rappresentanza di un territorio che rimane centrale in un
contesto di politiche laziali. In questo senso il Tribunale
rimane una priorità e anche per questo diamo il pieno
appoggio al Foro provinciale per azioni e incontri tesi ad
evitare fughe in avanti che non sarebbero tollerabili”.
E’ quanto dichiarano in una nota
l’assessore regionale Fabio Refrigeri e il consigliere
regionale Daniele Mitolo (Pd)
06 Aprile 2016
Tribunale unito
all'Umbria, il foro pronto a dire no
"Temiamo una polpetta
avvelenata, prima rassicurandoci che cambieremo poco, poi
trasferendo tutto in Umbria e privando Rieti del suo
tribunale". Luca Conti, presidente del consiglio dell'ordine
degli avvocati, ha riunito ieri mattina il direttivo allo
scopo di reagire all'ipotesi di accorpare il palazzo di
Giustizia con quello di Terni, risultando fagocitati dalla
Corte di Appello di Perugia che, in questo modo,
supererebbe il bacino di utenza di un milione di abitanti
(attualmente sono 884 mila), limite minimo per evitare la
soppressione indicata nella relazione sulla revisione della
geografia giudiziaria, elaborata dalla commissione Vietti.
Documento sul quale si baserà l'esame del disegno di legge
delega che il Parlamento dovrà approvare, per affidarne poi
l'esecuzione al Governo cos' come già avvenuto nel 2012 in
occasione della chiusura delle sedi distaccate.
L'Umbria, con il Presidente
della Regione Catiuscia Marini, è stata chiara: "Non
possiamo permettere la soppressione della Corte di Appelo0,
per questo è opportuno alleggerire Roma e il Lazio del
grande carico di lavoro che hanno e di spostare la
competenza in Umbria. Un esempio ? Basta guardare Rieti, i
cui affari si potrebbero trattare tranquillamnete a Perugia
o a Terni tornando alla primitiva organizzazione
politico-territoriale". Frasi che non sono piaciute
all'ordine forenza che ha deciso di convocare un'assemblea
pubblica invitando, oltre ai rappresentanti politici
provinciali, anche il GOvernatore della Regione Zingaretti e
i vertici dell'Avvocatura regionale. "E' in atto un
tentativo che dobbiamo contrastare e la politica deve
aiutarci, rincara l'Avv. Conti, Roma non permetterà questo
esproprio e l'Umbria non può pensare che il salvataggio
della Corte di Appelo0 passi attraverso la chiusura di
Rieti".
Battaglia appena iniziata e
che già si profila incandescente attorno al destino del
tribunale reatino.
(M. Cav. - Su gentile
concessione de "Il messaggero")
19 marzo 2016
Riforma Delrio: una
bufala dagli effetti catastrofici
Il Segretario Teodori: “Sui servizi ai
cittadini è caos completo nessuno sa precisamente come e da
chi saranno erogati”.
Fin dalla sua presentazione avevamo criticato aspramente la
bozza della riforma Delrio che abolisce le Provincie. Quella
fatta dal nostro sindacato è stata una critica serrata, ma
non è bastata a scongiurare l’applicazione della riforma
che, fin da subito, avevamo appellato come una vera e
propria bufala. Oggi, a distanza di poco tempo dall’inizio
di quel processo che la politica ha utilizzato come spot per
caldeggiare questa “rivoluzione” amministrativa, che avrebbe
dovuto portare grossi risparmi, i suoi (unici) effetti sono
sotto gli occhi di tutti: una sciagura. E a rimetterci sono,
come sempre, i territori.
Da
sempre abbiamo tentato di evidenziare come i tagli del
Governo Centrale avrebbero messo in difficoltà i territori
di provincia e oggi sono i fatti a dimostrarlo. Con l’inizio
della riorganizzazione dicevamo che il peggio doveva ancora
venire e ora siamo proprio nel pieno del caos: una riforma
fatta male finisce peggio se gestita con leggerezza e
noncuranza ed è quanto sta accadendo in regione Lazio,
l’unica dove non si è ancora deliberato
l'attribuzione delle competenze con la conseguenza che il
personale dipendente dell’Ente territoriale è stato "smistato"
presso le varie Direzioni ed enti regionali il tutto a
prescindere dalle competenze possedute.
Lo
scenario in provincia di Rieti è allarmante:
viabilità allo sfascio a causa della mancanza di risorse per
gestirle ed anche per scarsità di uomini e mezzi idonei;
sicurezza stradale ai limiti con strade che non
hanno più i requisiti minimi di sicurezza imposti dal
codice della strada; scuole con risorse
economiche non sufficienti per garantire manutenzione e
sicurezza. Lo scenario futuro peggiora: basti
pensare che dai primi di aprile resterà in carica un solo
dirigente part time - il dirigente dei servizi finanziari -
ed un segretario generale solo il giovedì. Nei
servizi che la Provincia erogava ai cittadini su delega
regionale siamo allo sbando completo: tutte le
attività in materia ambientale, di vincolo idrogeologico e
urbanistica, ad esempio, oggi sono bloccate e non si
rilasciano più nulla osta e autorizzazioni, non si capisce
ancora come si procederà, come saranno svolti e se
resteranno a Rieti. E non sarà la Politica a deciderlo, ma i
Direttori di Area. Di fronte a questo un’amara riflessione
ci porta a tre anni fa, quando Fabio Refrigeri venne
nominato Assessore regionale; una nomina che venne accolta
da tutti, noi inclusi, come una risorsa positiva per il
territorio. Oggi ne constatiamo l'assenza, anche e
sopratutto in relazione con la nuova delega agli Enti
locali, e assistiamo ad un continuo rimpallo di
responsabilità tra la politica provinciale e quella
Regionale. Un inaccettabile continuo rimbalzano di
responsabilità. Rivendichiamo per i cittadini della
provincia di Rieti il diritto a servizi efficienti. E' ora
che ognuno si assuma le proprie responsabilità e faccia le
sua parte. La Uil fpl non resterà certamente a guardare lo
sfascio dei servizi territoriali di questa provincia dove i
vertici politici giungono solo per inaugurare quelle che,
presto o tardi, diventeranno delle nuove cattedrali del
deserto.
Rieti, 19.03.16
Domenico Teodori - Segretario Uil fpl Rieti
13 marzo 2016
Macroregioni, Terni
strizza l'occhio a Rieti
"Necessario unire territori
omogenei fra loro"
Terni - Toscana o Lazio ?
Questo è il dilemma. Se sia più utile avvicinarsi alla terra
di Dante o continuare a gettare ponti verso la Sabina.
Magari accarezzando così l'idea di diventare più "forti" e
giocarsela alla pari con le ambizioni di Perugia.
Il tavolo è quello delle
macroregioni, tema ambizioso che "ingombra" l'agenda
politica e impegna a più livelli le istituzioni in un
percorso che, seppur ancora lungo, appare inarrestabile.
Di questo si è discusso a
Terni nei giorni scorsi nel convegno organizzato dalla
Associazione Culturale "Il Punto" di Terni. Sul tappeto il
tema "Il futuro delle istituzioni ternane nella prospettiva
del riassetto delle regioni", relatori l'assessore regionale
Giuseppa Chianella, il Sindaco di Terni, Leopoldo Di
Girolamo e il Consigliere Regionale di Forza Italia,
Raffaele Nevi.
Il punto di partenza sta
nell'idea di costruire una macroregione centrale (l'Italia
di mezzo) seppure restano da individuare i partners della
futura alleanza. Fermo restando il fatto che "è giunto il
momento di adeguare il sistema regionale italiano alle
esigenze dei nuovi tempi. E' una esigenza avvertita non solo
dall'Italia, ha detto Di Girolamo, tanto che sia la Francia
che la Germania hanno adeguato il loro sistema di gestione
del potere locale mutandone l'assetto dopo le esperienze
degli ultimi decenni del secondo millennio".
Il riassetto, o fusione che
dir si voglia, non può avvenire con "l'accorpamento puro e
semplice delle regioni esistenti". Esso semmai "deve tener
conto della realtà territoriale di tutte le zone omogenee
esistenti ai confini regionali attuali, come nel caso della
confinante Sabina e dell'Etruria viterbese, il cui
territorio si presenta come continuità naturale del
territorio umbro, costituendo con esso una unità
economico-sociale e politica capace di pesare in una
macroregione dell'Italia centrale".
"La Provincia Umbra, e
l'analisi di Nevi, nel 1861 fu creata mettendo insieme una
parte nord toscana ed una parte sud sabina, il cui
spartiacque era il territorio di Acquasparta. E' necessario
che il Consiglio Regionale umbro affronti un dibattito serio
sulla nuova collocazione dei vari territori omogenei alla
provincia di Terni come quelli di Rieti e Viterbo".
"L'economia ternana, ha
rimarcato Giuseppe Flamini, presidente della Camera di
Commercio, si può salvare solo se inquadrata nella vasta
area che parte da Civitavecchia e comprende tutta la fascia
appenninica centrale dall'alta Valnerina fino al Gran Sasso,
passando per la fascia pedemontana dei mo nti Sibillini e di
quelli della Laga, oggi facente parte delle province di
Perugia e Rieti".
Segnali di fumo chiari verso
un territorio pronto a raccogliere l'invito: a Leonessa
hanno già raccolto le firme per indire un referendum per
passare dal Lazio all'Umbria.
A Rieti si stanno
attrezzando.
Prove tecniche di
macroprovincia.
(Articolo di Christian
Cinti - Su Gentile Concessione de "Nuovo Corriere
Nazionale", 09-03-2106)
11 marzo 2016
Ho
letto sul comunicato di
Rieti Virtuosa
pubblicato in calce a
questa nota, un fatto
incredibile che la dice
lunga sul “grado di
degrado” al quale è
arrivata la politica
reatina. Sembra quasi
uno scherzo di cattivo
gusto diffuso per
calunniare quel poco che
c'è rimasto del
personale politico e
dintorni, ma così non è.
Tutti sappiamo che le
province sono state
abolite per legge. Ma
tutti sappiamo anche che
quella legge per essere
veramente operativa deve
passare al vaglio di un
referendum che si dovrà
fare entro il 2016. Buon
senso amministrativo
vorrebbe che, finché non
sarà esecutiva, si
faccia funzionare a
pieno regime, anche
perché essa espleta
ancora funzioni molto
importanti per la
popolazione che la
Regione Lazio non ha
trasferite ad altri
enti, mentre ciò è
accaduto nella maggior
parte delle province
italiane.
A
Rieti invece Rinaldi,
Refrigeri, Mitolo e
ovviamente Melilli che
li coordina, tutti
d'accordo, pur mancando
il trasferimento delle
competenze, hanno
privato la Provincia di
Rieti di tre dirigenti e
diversi funzionari che
sono stati trasferiti
anzitempo in uffici
regionali. La provincia
è stata da sempre la
fucina per la
sistemazione di tutti i
funzionari di partito e
agit prop della Dc, del
PSI e del PCI e dei loro
successori odierni, che
durante le campagne
elettorali diventavano
fedeli galoppini
elettorali. Funzionari
che con il tempo e con
delibere apposite,
alcuni assunti per
esautorare gli impiegati
vincitori di concorso
che non si sarebbero
“prestati”, sono
arrivati a percepire
stipendi da piccoli
nababbi. Alcuni
addirittura introdotti
in carriera politica
diretta per ragioni di
fedeltà..
Nel comunicato di Rieti
Virtuosa si dice che tre
funzionari in carica
fino a ieri, ora sono
stati trasferiti con la
massima rapidità negli
uffici regionali, senza
che tra l'altro sappiano
che tipo di lavoro vanno
a fare, e che per legge
percepiranno il 20% di
stipendio in più.
Se
un imprenditore o un
cittadino oggi avesse
bisogno di uno dei
servizi di cui costoro
si occupavano, non c'è
il responsabile di
settore con il potere di
firma, e ciò fino a
quando? Certo fino a
quando i servizi non
saranno trasferiti ad
altri enti, cosa che la
Regione non ha ancora
fatto.
E
cosa avverrà se gli
elettori, come è
probabile, bocceranno la
riforma con il
referendum?
Ciò avviene mentre il
presidente della Giunta
regionale lo si vede
apparire da una
passerella all'altra da
qualche mese in Sabina
per inaugurare lavori
che per farli giungere a
termine sono stati
necessari decenni e
mentre tutti insieme si
oppongono “ferocemente”
all'idea di trasferire
il territorio della
provincia in Umbria per
poi entrare a far parte
della costituenda
macroregione dell'Italia
centrale in sede di
riassetto della rete
degli enti locali
italiani!
Tutti questi sostengono
che dobbiamo essere
uniti nella cosiddetta
“area vasta” che nessuno
sa che cosa sarà e di
che cosa si occuperà, e
non chiedere di andare
in Umbria. Ma per fare
che? Per mantenere i
loro privilegi e quelli
dei loro fedeli
servitori?
E
basta così. Il resto
leggetelo qui sotto nel
comunicato di Rieti
Virtuosa.
Si sbracciano
per la provincia, mentre
svuotano la Provincia
L’Amministrazione
applica la modifica
Costituzionale
anzi-tempo: chi si
occuperà di strade,
scuole e ambiente?
Strade e scuole
abbandonate, impatti
ambientali che mettono a
rischio la vita e la
salute delle persone,
imprese a rischio
chiusura.
E’ questo il quadro
catastrofico in cui
rischia di trovarsi il
nostro territorio
provinciale per tramite
del riordino
istituzionale delle
Province attuato con
Deliberazione 23
febbraio 2016, n.56
dalla Regione Lazio (BURL
N.8 del 03/03/2016), in
ottemperanza alla Legge
DelRio.
Infatti nonostante
questa Deliberazione
dovesse attuare
unicamente la
ricollocazione nelle
strutture regionali dei
dipendenti provinciali
“in soprannumero” e che
svolgevano “funzioni non
fondamentali”, per
quanto riguarda Rieti
vengono assegnati alle
strutture regionali ben
tre Dirigenti e diversi
funzionari che
svolgevano “funzioni
fondamentali” (Ambiente,
Scuola e Viabilità)
costituzionalmente
demandate alla
Provincia.
Preoccupante è anche che
tutto ciò sembrerebbe
sia stato studiato a
tavolino, visto che
nelle altre Regioni il
riordino è avvenuto
molto prima della fine
del 2015. E non può
essere un caso che dei 9
Dirigenti ricollocati in
mobilità dalle cinque
Province nelle strutture
della Regione, ben 5
appartengano alla
Provincia di Rieti;
così, mentre nelle altre
quattro Province del
Lazio le funzioni
fondamentali rimangono
presidiate, a Rieti
risultano tutte
scoperte. E che tutto
questo avvenga non
appena il sabino
Refrigeri diventa
assessore agli Enti
Locali.
Né si può considerare
questo un “incidente”,
se si considera che da
tempo dirigenti
assegnati a queste
funzioni fondamentali,
vengono invece impegnati
in ATO3, una delle
“scatole vuote”
Provinciali cui la
politica provinciale
sembra essersi dedicata.
La situazione è quindi
gravissima e ci sembra
ci siano gli estremi per
interruzione di pubblico
servizio: non c’è
personale sufficiente a
garantire la
manutenzione di strade e
scuole (lo sgombero
della neve e le cadute
di intonaco sono le più
evidenti delle criticità
emerse), e se un’impresa
si dovesse recare
all’ufficio ambiente
della Provincia per
richiedere
un’autorizzazione non
troverebbe nessuno, con
il rischio di non poter
più operare.
Quindi la classe
politica provinciale,
mentre in risposta alla
iniziativa di Rieti
Virtuosa per
l’aggregazione del
nostro territorio
all’Umbria proclama come
priorità il mantenere a
tutti i costi unito il
territorio provinciale,
nel frattempo essa
stessa si adopera per
smantellare le funzioni
della Provincia di Rieti
con sette mesi di
anticipo rispetto al
referendum di ottobre
sulla riforma
Costituzionale (che non
è detto che passi).
Rieti Virtuosa
(Gianfranco Paris
"Mondo Sabino ")
8 marzo 2016
Questo è il link
dell'archivio TG3 RAI
Umbria
Il servizio è
all'interno
dell'edizione delle ore
19.30 del 6 marzo
http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/basic/PublishingBlock-f8ed8a22-3948-4917-8042-b0b87a6304df-archivio.html?smtarget=tg&item=ContentItem-32a2bf07-c98a-4cfe-b34e-a30135ec98ae#
Link articoli iniziativa
Terni
http://www.umbrialeft.it/notizie/futuro-delle-istituzioni-ternane-nella-prospettiva-del-riassetto-delle-regioni
http://www.ternilife.it/2016/03/07/riassetto-delle-regioni-di-girolamo-e-arrivato-il-momento-di-adeguare-il-sistema-regionale-con-le-esigenze-di-oggi/
http://www.umbriacronaca.it/2016/03/07/il-punto-di-terni-sul-futuro-delle-istituzioni-ternane-nel-riassetto-delle-regioni/
Link articoli consegna
firme Leonessa
http://www.umbria24.it/battaglia-per-lannessione-di-leonessa-allumbria-raccolte-oltre-mille-firme-palla-al-consiglio/390655.html
http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=42097
http://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_leonessa_oltre_1000_cittadini_consegnano_le_firme_referendum_prevede_annessione_umbria-1573209.html
http://tuttoggi.info/leonessa-1016-firme-per-passare-in-umbria-petizione-al-sindaco/321636/
http://www.concaternanaoggi.it/notizie/leonessa-ha-deciso-in-1016-vogliono-annessione-allumbria-11392/
http://rietinvetrina.it/annessione-leonessa-allex-provincia-di-terni-consegnate-firme-per-referendum/
http://www.umbriaon.it/2015/leonessa-con-terni-depositate-le-firme/
Link articoli
macroregione
http://www.umbriajournal.com/politica/nuovo-regionalismo-bocci-lumbria-non-abbia-timore-del-cambiamento-192146/
http://www.umbriaon.it/2015/nuovo-regionalismo-nessuna-paura/
http://wallnews24.it/futura-macroregione-incontro-tra-marche-abruzzotoscana-e-umbria-2/
http://www.ansa.it/marche/notizie/2016/02/17/confindustria-per-marche-umbria-toscana_b38aa964-3c9c-4668-a7fe-fba346c41caf.html
7 marzo 2016
Organizzata dalla Associazione
culturale Il Punto di Terni, si è tenuto nella città umbra
nella Sala Rossa di Palazzo Gazzoli, in via del Teatro
Romano, l'annunciato convegno avente per tema “Il futuro
delle istituzioni ternane nella prospettiva del riassetto
delle regioni”. Relatori l'Assessore regionale Giuseppe
Chianella, il sindaco di Terni sen. Leopoldo Di Girolamo e
il consigliere regionale Raffaele Nevi. Dopo una breve
introduzione del presidente della Associazione Il Punto
prof. Domenico Cialfi e del vice presidente sen. dott.
Gregorio Iannone, il sindaco Di Girolamo ha tracciato una
panoramica della parabola regionale umbra dal 1970 ad oggi
concludendo che è giunto il momento di adeguare il sistema
regionale italiano alle mutate esigenze dei nuovi tempi. E'
una esigenza avvertita non solo dall'Italia, tanto che sia
la Francia che la Germania hanno adeguato il loro sistema di
gestione del potere locale mutandone l'assetto dopo le
esperienze degli ultimi decenni del secondo millennio. Di
Girolamo ha anche affermato che comunque il riassetto non
può avvenire con l'accorpamento puro e semplice delle
regioni esistenti. Esso deve tener conto della realtà
territoriale di tutte le zone omogenee esistenti ai confini
regionali attuali, come nel caso della confinante Sabina e
dell'Etruria viterbese, il cui territorio si presenta come
continuità naturali del territorio umbro, costituendo con
esso una unità economica-sociale e politica capace di pesare
in una macroregione dell'Italia centrale generando una
riassetto del territorio proficuo di risultati concreti.
E' seguita la relazione del
consigliere regionale umbro Raffaele Nevi, il quale ha
osservato come le regioni a suo tempo furono istituite
ricalcando la ripartizione regionale della tradizione
geografica, senza un approfondimento delle realtà economiche
e sociali. Storicamente parlando la Provincia Umbra nel 1861
fu creata mettendo insieme una parte nord prevalentemente
toscana ed una parte sud sabina, il cui spartiacque era il
territorio del comune di Acquasparta, come ha giustamente
ricordato l'Avv. Bonini di Terni più tardi nel suo
intervento. Lo scorporo del 1923/27, fatto da Mussolini con
la creazione delle province di Terni e Rieti, rese ancor più
evidente questa separazione perché i confini crearono
isolamenti e chiusure mentali che dopo la seconda guerra
mondiale diedero l'avvio ad un decadimento di entrambi i
territori. E' necessario che il consiglio regionale umbro
affronti un dibattito serio sulla nuova collocazione dei
vari territori cercando di riportare ad unità territori
omogenei alla provincia di Terni come quelli di Rieti e
Viterbo.
L'Assessore Giuseppe Chianella, pur
condividendo la necessità che il consiglio regionale umbro
si faccia carico di un approfondimento serio della
destinazione del territorio umbro nel suo riassetto compresi
i territori limitrofi, si è soffermato in particolare sulla
necessità di una presa di coscienza che la programmata
soppressione dei piccoli comuni senza la realizzazione di
strutture di supporto adeguate renderà il territorio umbro
ancor più povero e privo di risorse economiche accentuandone
la decadenza.
In sede di interventi, da mettere in
evidenza quello del presidente della C.C.I.A.A. di Terni il
quale ha sottolineato che la situazione della economia umbra
è in grave difficoltà. E' necessario che le forze politiche
si rendano conto che l'economia oggi ha bisogno di strategie
che prevedano l'utilizzazione delle risorse di vaste zone
omogenee. Il territorio della attuale provincia di Terni è
asfittico e non sufficiente per elaborare strategie di lunga
veduta. L'economia ternana si può salvare solo se inquadrata
in tutta la vasta area che parte da Civitavecchia e
comprende tutta la fascia appenninica centrale dall'alta
Valnerina fino al Gran Sasso, passando per la fascia
pedemontana dei monti Sibillini e di quelli della Laga, oggi
facente parte delle provincie di Perugia e di Rieti.
Territorio che bisogna dotare di infrastrutture viarie e
ferroviarie adeguate senza gli intoppi della burocrazia e
dei tempi politici, e ciò sarà possibile solo con
l'inserimento nella macroregione centrale anche delle
provincie di Rieti e Viterbo.
E' intervenuto poi l'avv. Gianfranco
Paris, direttore di Mondo Sabino, sottoscrittore del
Manifesto di Friozzu insieme a Massino Spadoni direttore di
Mep Radio Organizzazione e dell'opinionista umbro Maurizio
Terzetti. L'Avv. Paris ha innanzitutto segnalato
all'uditorio la presenza nella sala Rossa di rappresentanti
del Comitato di Leonessa che di recente hanno raccolto le
firme necessarie per indire un referendum in quel comune per
il suo trasferimento dalla regione Lazio alla regione Umbria
e del presidente Marco Giordani e di altri aderenti alla
Associazione politico culturale reatina RIETI VIRTUOSA, che
a breve inizierà la medesima raccolta nella città di Rieti
perché anche qui si tenga lo stesso referendum. Ha poi
esortato tutti a leggere i dieci punti del manifesto di
Friozzu, distribuito in precedenza, sottolineando che
l'interesse ad includere l'intero territorio della Sabina
nella macroregione centrale è reciproco, interessa cioè ai
Sabini e ai Ternani, perché solo così si potranno rilanciare
i due territori dal punto di vista economico e sociale con
progetti di ampio respiro collocati in ampi spazi con le
risorse necessarie.
Con l'incontro del 5 marzo
l'Associazione il Punto, che proprio quest'anno celebra dil
20° della sua nascita, ha commemorato nel migliore dei modi
il valore delle sue iniziative che sono state sempre di
grande spessore e che fanno onore al mondo culturale
ternano. Il presidente prof. Domenico Cialfi, il vice
presidente sen. dott. Gregorio Iannone e tutti i membri del
Comitato direttivo hanno dimostrato di essere capaci di
continuare questa tradizione e meritano tutta la
considerazione dei Ternani e dei Sabini che, attraverso
questo incontro, sono in grado di valutare meglio le loro
potenzialità.
25 Febbraio 2016
“L'Umbria non deve temere il cambiamento ma individuare la
strada per esserne protagonista. Non ci sono più le
condizioni perché alcune Regioni siano mantenute a statuto
speciale. Mettere mano anche al ridimensionamento dei
Comuni. C'è ancora tempo per ponderare strategie adeguate,
evitando riforme affrettate come quella delle Province”:
sono alcune delle tematiche trattate nel pomeriggio di oggi
a Palazzo Cesaroni nel corso del convegno organizzato
dall'associazione degli ex consiglieri regionali,
intitolato: “Nuovo regionalismo, riordino funzionale e
territoriale”.
(Acs) Perugia, 25 febbraio 2016 - “La prossima rappresenterà
una legislatura costituente per un nuovo regionalismo in
Italia. L'Umbria non deve avere timore del cambiamento,
semmai ci dobbiamo porre il problema sul come esserne
protagonisti, perché disponiamo sia degli strumenti che
delle persone giuste per farlo”: lo ha detto oggi pomeriggio
il sottosegretario GIANPIERO BOCCI nel corso del convegno
organizzato dall'associazione degli ex consiglieri regionali
che si è tenuto a Palazzo Cesaroni, sul tema “Nuovo
regionalismo, riordino funzionale e territoriale”, che ha
avuto quali relatori il professor FABRIZIO FIGORILLI,
ordinario di Diritto amministrativo all'Università di
Perugia, e l'ex consigliere regionale della Democrazia
cristiana PINO SBRENNA. Figorilli ha detto che “con la
riforma costituzionale c'è una forte riconduzione di molte
competenze al potere centrale dello Stato, è necessario
colpire le duplicazioni di competenza che tutt'ora circolano
dal 1970”. Per Sbrenna occorre “risolvere il problema
delle Regioni a statuto speciale e del dimensionamento dei
Comuni. Prima delle macroregioni, che necessitano di
confronti adeguati e tempi lunghi, si possono fare azioni
che salvaguardino l'identità territoriale senza toccare la
Costituzione”. Introducendo i lavori, il presidente
dell'associazione, PIERLUIGI CASTELLANI, ha informato gli ex
consiglieri e i numerosi presenti dell'assenza della
presidente Marini, impegnata con la Commissione parlamentare
d'inchiesta sui rifiuti. A portare il saluto
dell'istituzione è stato invece il vicepresidente
dell'Assemblea Legislativa, MARCO VINICIO GUASTICCHI, che
non si è limitato ai convenevoli ma è entrato nel merito di
alcune questioni: “Fino ad oggi – ha detto – abbiamo visto
solo riforme raffazzonate, come la riduzione del numero dei
consiglieri e lo sbaglio enorme consistente nella volontà di
eliminare le province prima ancora di capire come riordinare
le molteplici funzioni che questi enti svolgono. La
riorganizzazione territoriale delle regioni non è qualcosa
che si può fare a tavolino, tracciando linee sulle carte
geografiche senza immaginare le giuste strategie. Abbiamo il
dovere di guidare le riforme e far capire all'esterno cosa
significa riorganizzare un Paese non sui mal di pancia ma
con adeguate strategie”. INTERVENTI PINO SBRENNA (ex
consigliere regionale della Democrazia cristiana), si è
addentrato in una analisi sulle questioni che, a suo parere,
sono di grande rilevanza nel processo riformatore: “Prima di
porre mano a riforme spezzettate, sarebbe logico definire
una cornice di riferimento sostanziale che individui le
questioni e riconsideri il livello parlamentare, regionale e
comunale: non si può andare avanti a casaccio, facendo
azioni scollegate fra loro. In un disegno di
riconsiderazione costituzionale, oltre alle tematiche che
riguardano gli enti territoriali, occorre considerare anche
la magistratura. Non si tratta solo di puntare all'obiettivo
di avere processi più celeri. I magistrati devono essere
portatori di una unicità di funzione, devono fare solo i
magistrati. Per quanto riguarda il riordino degli enti,
occorre risolvere il problema delle regioni a statuto
speciale e del dimensionamento dei Comuni. Non esistono più
le ragioni per cui, settanta anni fa, sono state istituite
le regioni a statuto speciale, che ancora oggi continuano a
legiferare e distribuire le risorse in piena autonomia e in
grande dissonanza con le altre regioni italiane, prendendo
decisioni che però pesano su tutti i cittadini italiani.
Oggi, forse, solo il Sud Tirolo, principalmente per ragioni
linguistiche, può vantare il diritto a una differenziazione.
Una riorganizzazione deve riguardare tutti, per evitare casi
come quello della Regione Valle d'Aosta, che ha un numero di
impiegati lievemente inferiore a quello delle regioni più
grandi, nonostante l'esiguo numero di abitanti. Allo stesso
modo, non possiamo continuare a mantenere la miriade di
amministrazioni comunali: ci sono Comuni con poche decine di
abitanti, e 4mila comuni italiani hanno meno di 2mila
abitanti. Ciò che noi possiamo fare senza smontare la
Costituzione è, per fare un esempio, essere originali
protagonisti di una idea diversa, guardare con attenzione a
realtà contermini rispetto all'Umbria, per mantenere le
identità valoriali dei territori, senza bypassarli
completamente: guardiamo alla Tuscia, alla provincia di
Rieti, al comune di Leonessa che chiede di essere staccato
dal Lazio e suggerisce a Rieti di fare la stessa cosa.
Ragioniamo su queste cose con la dovuta prudenza e andiamo
avanti nella realizzazione di obiettivi immediati. Il tempo
non ci mancherà, perché il ridimensionamento delle
istituzioni italiane non è imminente, probabilmente non sarà
realizzato nemmeno nella prossima legislatura”. FABRIZIO
FIGORILLI (ordinario di
Diritto amministrativo all'Università di Perugia):
“L'attualità giornalistica e politica porta all'attenzione
degli osservatori il tema delle Macroregioni, ma buttarlo là
come si sta facendo, in prossimità della riforma della
Costituzione, che non ha minimamente preso in considerazione
questo tema, provoca molteplici problemi applicativi. Tutti
siamo orientati in un quadro di semplificazione, ad esempio
la legge Del Rio ('56/2014' – Riforma delle Province) che
punta all'assorbimento di molteplici funzioni attribuite
alla Province sulle Città metropolitane, senza capire bene
in che modo le Città metropolitane si inseriscono nel
disegno che si vuole attuare. Avremo Regioni con Città
metropolitane, la parte residuale delle Regioni non
sottoposte al regime della Città metropolitana, le Regioni a
Statuto speciale, le Province autonome di Trento e Bolzano,
le Regioni piccole. Da una rassegna rapida si evince che ci
troviamo di fronte a 36 realtà istituzionali distinte. E
questo non va nella direzione auspicata. Le soluzioni
potrebbero essere: a Costituzione invariata, che potrebbe
condurre ad un accordo minimale sviluppando al massimo le
intese, gli istituti collaborativi che già la Costituzione
prevede, ma che finora non sono mai stati utilizzati, questo
sul versante amministrativo; se si vuole andare verso le
Macroregioni bisogna invece intervenire di nuovo sulla carta
Costituzionale, ma soprattutto avere ben chiaro il rapporto
fra Stato e Regioni. La domanda è: che tipo di regionalismo
si intende realizzare? Dalla riforma costituzionale c'è una
forte riconduzione al potere centrale dello Stato di una
serie di competenze, interessando chiaramente anche la
struttura dell'organizzazione amministrativa. Bisogna
colpire le duplicazioni di competenza che tutt'ora circolano
dal 1970. È la solita vecchia storia tra lo Stato che non
vuole cedere più di tanto e la Regione che non è riuscita
o non è stata in grado di gestire l'autonomia che sulla
carta gli veniva riconosciuta. A livello europeo, la carta
per una governance multilivello impone come interlocutori
Regioni forti e Città forti. Tutte messe in collegamento tra
loro. Quindi diventa necessario lo sforzo, come è stato
fatto in Francia, con una tradizione plurisecolare
centralista, di ridurre a 13 grosse Regioni, perché è poi
l'interlocutore che a livello europeo deve avere una certa
dimensione”. GIANPIERO BOCCI (Sottosegretario Ministero
dell'Interno): “Viviamo un momento storico, costituente, tra
qualche mese ci sarà un referendum che cambierà l'Italia.
Una riforma strutturale che pone fine al bicameralismo, ma
soprattutto è il risultato di un grande e coraggioso lavoro
del Governo e del Parlamento. Dopo decenni di fallimenti,
finalmente arriva ad una grande riforma che, sono convinto i
cittadini, attraverso il referendum, faranno passare. Dentro
questo processo, dopo le Province, le Città metropolitane,
con la fine del bicameralismo è chiaro che il quadro
complessivo del sistema-Regione è destinato a rappresentare
un punto prioritario dell'agenda di lavoro. Seppure non in
questa legislatura, a causa della ristrettezza dei tempi, ma
la prossima rappresenterà una legislatura costituente per un
nuovo regionalismo in Italia. L'Umbria non deve avere timore
del cambiamento, semmai ci dobbiamo porre il problema sul
come essere protagonisti dentro al cambiamento. Il processo
di riforma, in Italia, si è avviato. Al posto delle Province
oggi abbiamo le Città metropolitane, vale a dire la riforma
più grande sul sistema degli enti locali. A novembre avremo
il referendum che con ogni probabilità ratificherà la fine
del bicameralismo. È chiaro che questo processo di riforme
continuerà e toccherà, nella prossima legislatura, anche le
Regioni. L'Umbria dovrà essere protagonista di questo
processo. Del resto la stessa presidente della Giunta
regionale lo ha avviato, con l'iniziativa insieme ai
presidenti della Regioni Toscana e Marche. Noi più di altri
abbiamo l'interesse a starci dentro perché la nostra
dimensione ed il nostro potere contrattuale, sicuramente
inferiore rispetto alla Toscana, al Lazio, a Regioni più
grandi, però se riscopriamo quel sano regionalismo legato
alle ambizioni degli anni '70 e della classe dirigente di
allora, che capiva la trasformazione e che bisognava
accompagnarla da 'dentro', penso che l'Umbria riuscirà a
creare una dimensioni con maggiori vantaggi per la comunità
regionale. La piccola Umbria dovrà guidare questo processo
perché dispone sia degli strumenti che delle persone giuste
per farlo”. AS/PG
http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/51655
25 Febbraio 2016
COMUNICATO STAMPA
Si Comunica che a Leonessa (RI) il Comitato
Referendario: “Tutti SiAmo Leonessa” ha
incontrato il giorno 24 Gennaio 2015 alle ore 16.30 presso
il Municipio, il Sindaco Paolo Trancassini per consegnare la
richiesta di volontà popolare con la quale 1016 residenti ed
aventi diritto al voto, avendola sottoscritta, chiedono al
Consiglio Comunale di fare una Deliberare per richiedere al
Consiglio dei Ministri, tramite il vaglio della Corte di
Cassazione, di indire un referendum di Annessione all’Umbria
e più precisamente alla ex-provincia di Terni.
“ Un esperienza appagante ed entusiasmante
quella della raccolta firme che ha permesso a noi del
Comitato, andando casa per casa, di conoscere a fondo il
nostro bellissimo territorio, ed, oltre alla generosa
ospitalità dei nostri Compaesani, anche il loro grado di
conoscenza del particolare momento storico e dello
sconvolgimento che ci sta interessando. Abbiamo così
condiviso l’esigenza di fare insieme un passo
importantissimo per il bene nostro e dei nostri figli. Aver
raccolto 1016 firme su 2057 aventi diritto al voto, di cui
46 all’estero e circa 500 fuori del comune per vari motivi,
ci rende soddisfatti. Non per questo la nostra attività si
concluderà qui. Abbiamo intenzione infatti di incontrare ed
informare i cittadini dei Comuni del reatino che si trovano
nella stessa nostra situazione e programmare nel periodo
estivo degli incontri per informare chi in inverno non vive
a Leonessa. Ringraziamo il Sindaco Paolo Trancassini, i
membri della Giunta, il Consiglio Comunale tutto e tutti
coloro che ci hanno ospitato nelle loro case e ci hanno dato
la forza di lavorare per questa nobile causa. In particolare
un plauso va a tutti i membri del Comitato che si sono
prodicati,
L’unica cosa che ci lascia
veramente perplessi è l’assenza di informazione da parte
dei Politici del Reatino ed il totale disinteresse loro e
dei Rappresentanti dei vari Comuni vicino all’Umbria, che si
troveranno a migrare
verso il mare”.
L’Avv. Paolo Trancassini: “Avete fatto un
grande lavoro in termini di tempo e di risultato.
Raccogliamo in pieno questa volontà popolare ampiamente
espressa e ci adopereremo quanto prima per fare il nostro
dovere. Ci mettiamo a disposizione in qualsiasi cosa sia
utile a portare a casa il risultato che ci
auspichiamo”.
Leonessa lì
25/02/2016
Il Comitato
Referente:
Carlo Fornari
Email:
comitato.referendum@leonessainumbria.it
Cell. 3382811490
22 Febbraio 2016
CENTRO TERNANO DI CULTURA
Sede: Via Casagrande 22 – 05100 TERNI
c.f.
91022120553 – Telef. cell. 389-1092155 Presidente
Prof. Domenico Cialfi cell. 349-0689011
www.ctcilpunto.it -
email:
ctcilpunto@gmail.com
codice iban:
IT55U0570414401000080004270
Cari amici, Continua la nostra attività informativa,
culturale e sociale con:
Sabato 5 marzo 2016 alle
ore alle 9,30
presso la Sala Rossa di Palazzo Gazzoli
Via del Teatro Romano - 05100 Terni (TR)
incontro
partecipativo su:
“IL FUTURO DELLE
ISTITUZIONI TERNANE NELLA PROSPETTIVA DEL RIASSETTO DELLE
REGIONI”
che
analizzi le problematiche esistenti sul futuro delle
istituzioni nella prospettiva , ormai concreta, di un
riassetto delle regioni e dei comuni, dopo quello delle
provincie, e avanzi delle proposte affinché il territorio e
le stesse istituzioni locali non vengano penalizzate.
Si è pensato, pertanto, di richiedere un contributo di
analisi e di suggerimenti ad alcuni dei rappresentanti delle
istituzioni direttamente coinvolte che ricoprono importanti
incarichi politici e/o amministrativi:
-
Giuseppe Chianella (Assessore Regionale)
-
Raffele Nevi (Consigliere Regionale)
-
Leopoldo Di Girolamo (Sindaco di Terni)
Sulla base degli interventi dei relatori sarà poi aperto un
confronto a cui saranno invitati a partecipare tutti coloro
(forze politiche, sociali, economiche, sindacali,
giornalisti (tra i quali l’avv. Gianfranco Paris, direttore
di “Mondo Sabino” di Rieti) e comuni cittadini) che
intenderanno intervenire.
Cordiali Saluti
Siete tutti invitati e vivamente pregati di non mancare
e fate pubblicità all’evento.
Terni 19/02/2012
IL Presidente
F.to Prof. Domenico Cialfi
19 Febbraio 2016
C'è ancora vita a Leonessa
?
Mettendo a confronto la
vita leonessana di oggi con quella con quella degli anni
passati non si può che dedurre che a Leonessa c'è poco
entusiasmo, poca determinazione nel fare le cose e poca
speranza nel futuro. Chi vive stabilmente a Leonessa vede
con i propri occhi che le presenze dei turisti in questo
paese sono ridotte al lumicino e che le poche risorse del
settore agricolo e quelle dell'allevamento del bestiame non
sono in crescita. Sono tuttavia i pochi agricoltori e i
pochi allevatori che contribuiscono allo sviluppo del
turismo legato alla buona cucina.
E' necessario tuttavia da
parte di governa sostenere il settore agricolo
nell'interesse di tutta la collettività. E gli agricoltori e
allevatori sono chiamati a rispettare le certificazioni di
origine controllata e di qualità. Alcuni produttori locali
sono già sulla buona strada. Solo così il turista sarà
invogliato a frequentare i nostri luoghi perche' avrà
scoperto che il nostro paese sa offrire prodotti locali
appetibili e unici.
Il cammino per conseguire
questo obiettivo è in salita perchè manca in questo paese
l'unità nella pluralità.
Coloro che detengono il
potere nei vari ambiti della vita cittadina non si
interrogano sulle loro responsabilità di fronte a certi
fallimenti e ritardi. Costoro per non ammettere i propri
sbagli si aggrappano a qualche causa oppure cercano di
trovare un capro espiatorio. Questo modo di risolvere i
problemi offre loro solo l'illusione di salvaguardare
unicamente la propria immagine. Abbiamo bisogno di uomini e
donne che riescano a percepire le cose in modo reale e
sappiano scoprire le cause della crisi, sappiano soprattutto
ascoltare le ragioni degli altri per arrivare alla soluzione
dei problemi.
Considerando poi di avere
un grande Santo, Giuseppe da Leonessa, è spontaneo fare ora
una breve riflessione sul turismo religioso. Nel 1946 Padre
Tolmino Zelli stampò un solo numero di un bollettino:
"Leonessa e il suo Santo", c'era un articolo dal
titolo: "La tomba di un grande Santo sconosciuta". Padre
Zelli offriva ai devoti di S. Giuseppe da Leonessa
un'analisi attenta sulla situazione del turismo religioso.
Suggeriva alcuni mezzi per far conoscere il nostro
Santo fuori di Leonessa. Da allora si è fatto tanto a
Leonessa sia per quanto riguarda la conoscenza del Santo che
nella realizzazione di strutture alberghiere e di esercizi
commerciali. Dal 1964 si stampa la rivista "Leonessa e il
suo Santo", promotrice della conoscenza del Santo e della
vita della cittadina. Dal 1989 la parrocchia intitolata "San
Giuseppe da Leonessa" è affidata alla comunità dei Frati
Cappuccini di Leonessa.
Nonostante queste
iniziative S. Giuseppe da Leonessa è ancora poco conosciuto.
Non si è realizzato il
grande desiderio di molti devoti di vedere nel
Santuario una famiglia religiosa che a tempo pieno ne zeli
la devozione, ne curi il decoro. Oggi tale desiderio
si è affievolito non solo negli animi dei fedeli ma anche in
quelli delle autorità religiose. Oggi, quanti tra i suoi
devoti si danno da fare per promuovere la sua conoscnza e il
suo culto ? Ad occuparsi del Santo ci sono solo poche
persone della Confraternita, ma queste si occupano
soprattutto della manutenzione ordinaria e straordinaria del
Santuario: è più facile tuttavia costruire templi di pietra
che costruire una comunità cristiana che annuncia, celebra e
testimonia il Vangelo !
Le persone del nostro paese sono
prettamente anziane ma hanno sempre visto in San
Giuseppe un saldo punto di riferimento: i giovani invece che
sono pochi vanno verso altri ideali e altri incontri.
Si può concludere allora che il
futuro di Leonessa avrà meno vitalità e che gli operatori
del turismo dovranno valutare il potenziale turistico del
nostro territorio per ridurre al minimo il rischio in
investimenti sbagliati.
(Anavio Pendenza - Su gentile
concessione de "Leonessa e il suo Santo ")
19 Febbraio 2016
Ridere o Piangere ?
Oggi, 11 Gennaio 2016, è
un giorno come tutti gli altri, normale come di abitudine.
Infatti siamo
continuamente bersagliati da notizie negative, a volte
assurde, e a tal punto che spesso nemmeno le notiamo:
purtroppo è diventata normalità.
Quella ricevuta oggi via
mail da Leonessa 2016 (è il Comune ?), però è troppo
negativa, direi comica, colpisce quanto un pugno diretto al
mento.
Nel N° 285,
novembre-dicembre 2012 della nostra rivista, facendo
riferimento al "clima cambiato e alle nevicate che, anche se
violente, sono di breve durata e il manto si scioglie in
breve tempo", avevo ipotizzato che non avremmo avuto alcuna
garanzia di un utilizzo programmato delle piste per cui
"l'investimento sulla neve non porta incremento turistico a
Leonessa quindi non c'è ritorno economico a nessun livello".
I 20 milioni di Euro
allora erogati ai vari Comuni del Comprensorio dl Terminillo
per il rilancio dell'attività sciistica rappresentano uno
dei tanti sprechi di denaro pubblico (attenzione alle
parole: pubblico significa di noi tutti) che tanto hanno
contribuito all'impoverimento sociale dell'Italia, il più
delle volte senza una ragione se non quella di propaganda
elettorale.
Adesso, dopo che
l'apertura delle piste nel weekend, annunciata il martedì, è
stata poi quasi sempre disdetta il venerdì, e gli impianti
sono rimasti fermi al palo, si chiedono altri soldi per
mantenere in vita società fantasma.
Le cassanate non le
fa solo Cassano !! E a noi "non ci resta ch piangere".
(Luigi Risa - Su gentile
concessione de "Leonessa d il Suo Santo")
5 Febbraio 2016
Messaggero, 5 febbraio 2016
5 Febbraio 2016
http://www.gonews.it/2016/02/05/regioni-enrico-rossi-ipotizza-una-governance-unica-toscana-umbria-marche/
http://www.corriereadriatico.it/marche/marche_umbria_toscana_rossi_ipotesi_di_governance_unica-1531741.html
4 Febbraio 2016
http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=41868
4 Febbraio 2016
Rieti-Terni: Mit a Pastorelli (Psi), dopo gara d’appalto
consegna lavori in 30 mesi
Roma, 4 febbraio 2016 – Il ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti, rispondendo all’interrogazione presentata dal
deputato Psi Oreste Pastorelli sul mancato completamento
della strada statale Rieti-Terni, spiega che “nel corso di
un incontro tecnico tenutosi presso il Compartimento della
Viabilità dell’Umbria, l’impresa (Tecnis ndr) ha comunicato
che, come già rappresentato dal Commissario incaricato ai
vertici ANAS, la possibile riattivazione di adeguati flussi
finanziari da parte della stessa, consentirà il riavvio del
cantiere e la conclusione dei lavori in ulteriori sei mesi
rispetto al tempo contrattuale già scaduto”. Riguardo al
tratto stradale reatino, invece, il Mit sottolinea come “il
completamento del viadotto Velino, la cui esecuzione risulta
attualmente interrotta dall’appaltatore, sarà funzionale al
tratto che va dalla galleria Montelungo al confine regionale
umbro-laziale. Per tale intervento, che ricade nel
territorio laziale, sono state avviate le procedure per la
gara di appalto, al termine della quale si procederà alla
consegna dei lavori il cui tempo di esecuzione è previsto in
30 mesi”.
La Risposta del Governo
4 Febbraio 2016
Dati Turismo Umbria 2015
3 Febbraio 2016
Comunicato ai Sindaci
2 Febbraio 2016
I
Presidenti delle Giunte regionali di Toscana, Umbria e
Marche si incontreranno domani a Roma
http://www.gonews.it/2016/02/02/macroregione-domani-si-incontrano-marche-e-abruzzo-poi-tocchera-alla-toscana/
http://www.umbria24.it/macroregione-dubbi-delle-marche-con-umbria-e-toscana-meno-peso-con-abruzzo-saremmo-leader/387545.html
http://www.ilmessaggero.it/abruzzo/macroregioni_domani_d_alfonso_da_ceriscioli_ma_le_marche_continuano_flirtare_toscana_umbria-1525565.html
http://www.ansa.it/marche/notizie/2016/02/02/incontro-marche-abruzzotoscana-umbria_64f494a8-4040-48ae-9b6d-f3f406b82688.html
http://www.rete8.it/politica/123macroregione-domani-incontro-riservato-abruzzo-marche/
2 Febbraio 2016
www.ilmessaggero.it Rieti
IL CASO
L’ultima volta a salvare il tribunale ci pensò il decreto
legislativo sulla spending review che soppresse tutte le
sezioni distaccate in Italia, riducendo pure il numero degli
uffici dei giudici di pace. Nel provvedimento che portò alla
chiusura della sezione di Poggio Mirteto (istituita nel 1999
per iniziativa del parlamentare dell’Ulivo Pietro Carotti) e
a quella delle sedi onorarie di Amatrice, Cittaducale e
Rocca Sinibalda, un articolo sostenuto anche dallo scomparso
senatore Angelo Cicolani, prevedeva il mantenimento dei
tribunali che non raggiungevano adeguati livelli produttivi
e bacini di utenza sotto la media purchè avesserosede in
capoluoghi di provincia.
In questo modo, Rieti fu salva e ogni timore rientrò ma ora
torna lo spettro di un ridimensionamento o accorpamento a un
altro tribunale più grande.
IL DOCUMENTO
A sollevare gli interrogativi è la relazione tecnica del
ministero della Giustizia che prevede «l’ulteriore
razionalizzazione della geografia giudiziaria che si propone
di portare a compimento il processo sulla distribuzione sul
territorio degli uffici giudiziari». Tutto è direttamente
collegato alla riduzione delle Corti di Appello
(in Puglia è stata già proposta la chiusura di Lecce,
lasciando in funzione solo Bari) - e relative procure
generali - per ottenere ulteriori risparmi di spesa. Per
raggiungere lo scopo, la relazione ministeriale specifica
che «sembra evidente l’opportunità di abbandonare criteri
come quelli che non hanno consentito la soppressione dei
tribunali con sede nei capoluoghi di provincia, a
prescindere dalla conformità agli standard minimi di
efficienza».
Il documento precisa poi che «i risultati del monitoraggio
consentirà, nel caso, di chiudere i tribunali che, per le
ridotte dimensioni del bacino di utenza, non sono in grado
di assicurare un adeguato standard di efficienza» e aggiunge
che «per garantire una tendenziale omogeneità tra gli
uffici, si potrà conferire al legislatore il potere di
attribuire circondari di tribunali appartenenti al distretto
di una corte di Appello a un distretto limitrofo, pur se
appartenenti a una diversa area regionale».. In sostanza,
nell’ipotesi di un accorpamento, Rieti (distretto di Roma)
potrebbe essere aggregata a Terni (distretto dell’Umbria) e
non necessariamente a Tivoli o aViterbo.
L’ALLARME
Tornano d’attualità, quindi, gli (inutili) allarmi che in
passato hanno lanciato diversi esponenti dell’avvocatura
reatina. A partire dall’ex presidente dell’Ordine forense
Antonio Belloni che, proprio a Rieti, negli anni 90, nel
corso di un incontro tra gli ordini del Lazio, definì Rieti
«la Cenerentola del Lazio), paventando i pericoli che
potevano derivare da un sottodimensionamento del circondario
sabino.
Come pure, rimase inascoltato l’invito di Pietro Carotti
per il quale l’istituzione della sezione distaccata di
PoggioMirteto doveva rappresentare
il punto di partenza per allargare la competenza di Rieti ad
altre grosse realtà della Sabina romana, come Monterotondo,
Mentana, Palombara e Guidonia. Appelli inascoltati dai
politici di turno e, ora, si riaffacciano i fantasmi.
MassimoCavoli
27 Gennaio 2016
Nota Unitaria ai Parlamentari del Lazio e
Comunicato Stampa delle Camere di Commercio del Lazio
Nota Unitaria
Comunicato Stampa
27 Gennaio 2016
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
Premesso che:
il
tormentato completamento della superstrada Rieti-Terni, per
decenni una sorta di «tela di Penelope» sembra ad un punto
di svolta quanto, nel 2014, la Conferenza dei servizi
Anas-direzione generale dei lavori, raccolti tutti i pareri
necessari aveva dato l'ok per la realizzazione degli ultimi
800 metri ed, in particolare, aveva rilasciato il nulla osta
per la costruzione del sistema di rotatorie e svincoli che
avrebbero collegato la superstrada a Colli sul Velino e da
lì all'intera dorsale dei comuni reatini confinanti con
l'Umbria, fino a Leonessa;
il nulla osta di cui sopra si riferiva
agli ultimi 800 metri della superstrada, quelli ancora
mancanti che, dalla galleria di Pié di Moggio, avrebbero
definitivamente unito Rieti con la provincia di Terni;
da anni oramai gli abitanti del luogo
aspettavano la realizzazione dell'uscita per Colli sul
Velino senza il quale il territorio a nord-ovest della
provincia di Rieti sarebbe uscito «monco» in quanto avrebbe
consentito di collegare direttamente tutti i comuni della
dorsale reatina, compresi Cantalice e Leonessa, alla
superstrada Rieti-Terni con innegabili ricadute turistiche
per l'intero territorio ma anche avvantaggiando coloro che,
per raggiungere la Valnerina ternana non sarebbero più stati
costretti ad attraversare Terni;
la consegna prevista per fine 2015 nella zona
ternana, a tutt’oggi, non si è ancora realizzata a causa non
solo dei ritardi, nell’esecuzione dei lavori dovuti alla
realizzazione del ponte sul Velino ma soprattutto
all’inchiesta che ha investito la Tecnis che ha creato
un’interruzione dei lavori che non sono più ripresi;
a tal proposito è opportuno ricordare che la
recente indagine sugli appalti dell'Anas ha coinvolto anche
i vertici della società Tecnis,
considerata un colosso delle costruzioni con 1.200
lavoratori in organico. Alla bufera giudiziaria è seguita l'interdittiva
antimafia emessa dal prefetto di Catania a carico
dell'azienda che è stata quindi commissariata.
Si chiede di sapere:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza
dell'annosa vicenda che interessa il cantiere in questione e
quali iniziative, per quanto di competenza, anche
intervenendo presso l’ANAS, intenda adottare per arrivare al
completamento di quel tratto di strada che viene rinviato
da troppi anni e la cui ultimazione è di fondamentale
importanza per l’intero territorio.
On. Pastorelli
16 Gennaio 2016
http://www.umbriaon.it/2015/leonessa-non-molla-vogliamo-terni/
http://www.concaternanaoggi.it/notizie/tutti-siamo-leonessa-vuole-annessione-allumbria-10546/
http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=41682
http://www.sabiniatv.it/leonessa-trancassini-incontra-il-comitato-referendario-23979/
http://rietinvetrina.it/il-comitato-tutti-siamo-leonessa-incontra-trancassini-e-giunta/
http://www.marchenotizie.info/16070/fusione-tra-marche-umbria-e-toscana-i-consigli-verso-la-seduta-comune
http://www.parlamento.toscana.it/node/21204
http://www.corriereadriatico.it/MARCHE/marche_umbria_toscana_italia_mezzo_riforma/notizie/1772966.shtml
http://www.askanews.it/regioni/umbria/umbria-toscana-e-marche-terranno-tre-consigli-regionali-riuniti_711701681.htm
http://www.gonews.it/2016/01/07/italia-di-mezzo-giani-una-macroregione-con-obiettivi-strategici/
http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=210874
13 Gennaio 2016
Caro Gianfranco,
intanto
fammi dire che l’aspetto positivo di queste vicende è che
finalmente riaprono un dibattito che mancava in totale
assenza della politica con la P maiuscola. Detto questo ti
ricordo che all’epoca noi lavorammo giustamente nell’ottica
di un restringimento dell’area metropolitana ex L. 142/90 e
di una riunificazione delle due sabine. Oggi però. Le cose
stanno diversamente. Roma è diventata città metropolitana
con la sua provincia e quindi è impossibile parlare di
ridurne il territorio. Essendo ormai la Provincia non più in
grado di auto sostenersi, rimangono quindi in piedi altre
soluzioni che vanno per
la maggiore quali quelle dell’accorpamento degli uffici
statali e parastatali a Viterbo mentre al posto della
Provincia ci saranno mini enti di area vasta (Unioni di
Comuni o altro). Il tutto mentre si stanno ridisegnando i
confini delle Regioni riducendole, sulla scia del modello
francese.
In
questo quadro noi come ci dovremmo muovere? Secondo me
partendo da un assunto: tenere legato comunque il territorio
a Rieti; diversamente la città subirebbe un’altra bella
batosta sul piano economico ed occupazionale. Ma per
arrivare a ciò che dovremmo fare? Cercare di costruire una
base programmatica che vada bene a tutti i comuni. E quale è
questa base? Non certo mandare in Umbria solo i comuni ad
essa confinanti (ammesso che poi l’Umbria non finisca in
Toscana, giacché la Bassa Sabina, l’Amatriciano, il Cicolano,
il Turano non accetterebbero mai e cercherebbero giustamente
altre strade. L’unica soluzione, quindi, secondo me è quella
di entrare nella città metropolitana. Ma anche se ce ne
volessimo fregare dell’unitarietà della Provincia, una volta
fatta la scelta per l’Umbria, i pendolari di Rieti come
andranno a lavorare a Roma? Ancora con il Co.Tra.L.? Non
credo. E in questi anni che ci vorranno per concretizzare la
cosa, quali saranno i nostri rapporti con la Regione? Questi
sono i miei dubbi, caro Gianfranco.
Un
saluto.
Clemente Dominici
12 Gennaio 2016
Caro Clemente,
ho
letto il Tuo comunicato. La Tua proposta perfeziona il
disegno dell'ex comunista Walter TOCCI, ex Vice Sindaco di
Roma, nativo di Cerdomare, il quale voleva allargare, fin
dagli anni '90, l'Area Metropolitana di Roma fino ad Osteria
Nuova, quando Tu sostenevi, a buona ragione, il progetto di
riordino della CISL di Giorgio ROSSI. Oggi Tu, pur di tenere
unito il territorio della ex Provincia di Rieti, ormai
accorpata a Viterbo, pensi che per mantenere l'unità bisogna
far decidere tutto da Roma. Domande: sei contento di come la
Regione Lazio si è occupata di noi dal 1970 ad oggi? Pensi
che con l'Area Metropolitana di Roma cambierà le cose? Se
saremo marginali nella macroregione che comprende l'Umbria,
cosa saremo nell'Area Metropolitana di Roma? Sei mai andato
a vedere come l'Umbria ha trattato zone marginali sabine
facenti parte della Provincia di Perugia (Norcia e Cascia)?
Per
andare da Norcia o Cascia a Perugia bisognava prima andare a
Terni. Ora hanno una superstrada ed una galleria più o meno
come quella che è stata realizzata dall'ANAS su pressione
dell'Umbria, e non nel Lazio, costruita per collegare Terni
con Rieti e finalmente completare il nostro collegamento al
porto di Civitavecchia, cosa che la Regione Lazio avrebbe
dovuto fare dal 1970 in poi.
Nel
territorio del Lazio ci sono gli ultimi 800 metri di questo
collegamento che attendono di completare l'opera, vai a
vedere come è la situazione?
Quando saranno completati questi 800 metri e su pressione di
chi? Di MELILLI che, nella sua qualità di Segretario
regionale del PD, non è stato capace di spiegare a MORASSUT
che mettere Rieti con Isernia era una bestialità
politico-amministrativa e che ripete sempre che non bisogna
preoccuparsi?
O
di REFRIGERI e MITOLO che in Regione sono poco più che
comparse inascoltate? Per vedere bene che differenza c'è tra
le zone marginali delle regioni limitrofe al Lazio, bisogna
andarci per vedere le cose come stanno quanto a sviluppo
economico e sociale e ascoltare MEP Radio, che è diventata
ormai la radio dell'Italia centrale a nord di Roma.
Essere zona periferica dell'Area Metropolitana fa comodo
solo a quei politici locali che basano la loro carriera
sugli appoggi romani, non è un caso che sono tutti contrari
ad ogni soluzione diversa da quella dell'Area Metropolitana
di Roma. Anzi, non è arbitrario pensare che l'inserimento
fatto dalla proposta MORASSUT del passaggio della Provincia
di Rieti nella macroregione Adriatica, anziché in quella
Appenninica con l'Umbria-Toscana e Viterbo è stata fatta
apposta per preparare il passaggio nell'Area Metropolitana
di Roma, come male minore. Se Rieti dal decreto MONTI in poi
fa parte della provincia di Viterbo, alla quale è stata
ormai accorpata, perché non deve essere inclusa nella
macroregione Appenninica? Evidentemente perché non fa comodo
a qualcuno, contro gli interessi della cittadinanza. Fatti
queste domande e cerca di dargli una risposta per chiariTi
le idee, come facevi negli anni '90! E ascolta di più MEP
Radio, così conoscerai meglio come stanno realmente le cose.
Ti
voglio sempre bene. Gianfranco
(Avv. Gianfranco Paris -
"Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu)
12 Gennaio 2016
http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/macroregioni-summit-a-macerata-con-i-presidenti-dei-consigli-regionali-70785/
http://www.luccaindiretta.it/in-regione/item/61686-macroregione-del-centro-italia-se-ne-parla-a-macerata.html
http://www.gonews.it/2016/01/07/i-presidenti-dei-consigli-regionali-di-toscana-umbria-e-marche-per-la-creazione-di-una-italia-di-mezzo/
12 Gennaio 2016
COMUNICATO STAMPA RIETI VIRTUOSA
Riordino territoriale (ma anche
istituzionale): finalmente se ne parla
Ma non lo si faccia nelle “chiuse stanze”
Grazie alla iniziativa di Rieti
Virtuosa, per la prima volta i rappresentanti della
polita locale reatino-sabina, ma che dovrebbero contare
anche a livelli più alti, sono stati costretti ad
esprimersi pubblicamente sul tema del riordino
territoriale della provincia di Rieti.
Lo hanno fatto confermando quanto
già sapevamo, che il tema è strettamente legato a quello
del riassetto istituzionale e che ci sono interessi
forti a cui i partiti, ma in primo luogo il PD, devono
rispondere; interessi che dettano l’agenda politica del
Governo Renzi proprio <<sul futuro assetto istituzionale
e amministrativo>> lasciando nell’<<incertezza>> persino
un Segretario Regionale e un Presidente PD di una “Area
Vasta” che oggi è la Provincia, e domani o sarà più
stretta o sarà allargata sotto Viterbo.
E certo che anche in Umbria c'è
incertezza sui futuri assetti, ma il PD reatino non avrà
difficoltà a verificare come il PD umbro, nelle persone
dei suoi rappresentanti istituzionali, ne parli e
davanti ai cittadini. Cosa che Rinaldi purtroppo
promette di fare in quelle che Catiuscia Marini, PD
Presidente della Regione Umbria, ha definito le "chiuse
stanze in cui si ridisegna la nuova carta geografica
delle Regioni italiane".
Di riassetto istituzionale e
territoriale ci sarebbe molto di cui parlare, ma mentre
del primo a Rieti se ne parla solo con l’obiettivo di
distrarre i cittadini da quanto sta già vergognosamente
accadendo a colpi di “Sblocca Italia”, Finanziarie e “Milleproroghe”,
del secondo si tace sia per paura di perdere “rendite di
posizione” garantite dalla politica romana che per paura
di dover arrivare a parlare anche del resto.
Qualcuno teme che in questo modo la
Provincia di Rieti scomparirà; Rieti Virtuosa, oltre a
raffermare che le istituzioni servono ai cittadini e non
il viceversa, ritiene che i cittadini stessi abbiano il
diritto di esprimersi su ospedali che chiudono comunque
“dissanguati” dai tagli dovuti alla malasanità romana,
su trasporti da terzo mondo e su servizi pubblici locali
che, molto spesso delegati dai Comuni alla Provincia
stessa, peggiorano rapidamente.
E’ in questo contesto che crediamo
sia estremamente utile, proprio in questi mesi, porre in
discussione al Consiglio Comunale di Rieti e in tutti i
Consigli di quella fascia territoriale “naturalmente”
vocata all’Umbria (solo i confinanti con l'Umbria sono
ben 14) l’opportunità di passare in Umbria tramite
referendum vincolante.
Da parte nostra infatti riteniamo
che, se non ci si può certo illudere che questa possa
essere la soluzione a tutti i problemi del nostro
territorio, essa ci metterebbe in “area vasta” con un
territorio a noi più omogeneo e, nello spicciolo, in
condizione di ottenere maggiori vantaggi almeno nella
sanità, nei trasporti e nel turismo.
10 Gennaio 2016
Rieti:Vassalli,Valvassori,Valvassini
Nel
Medioevo la società feudale era organizzata rigidamente per
caste al servizio del potere imperiale, sistema che ebbe
vigore in tutta l'Europa da Carlo Magno in poi fino alla
fine del Sacro Romano Impero. Vassalli erano coloro che
rispondevano direttamente all'Imperatore, i soli ad essere
ammessi al suo cospetto, e avevano il compito di tenere
sotto controllo il territorio loro affidato in feudi per
servizi resi all'Impero. Benefici in perpetuo che si
trasmettevano di padre in figlio. Valvassori erano i
beneficiati dai vassalli che avevano il compito di
riscuotere i tributi da riversare al potere imperiale dopo
avervi fatto una robusta cresta. Valvassini erano l'ultimo
gradino della scala sociale del potere, quelli che se la
dovevano vedere con il popolo che aveva l'unico scopo di
pagare tributi e mantenere con il proprio lavoro tutta
questa genia di parassiti. I Vassalli di oggi sono i
deputati, i senatori, i ministri, i presidenti, gli
assessori e i consiglieri regionali. Sono costoro gli unici
ammessi alla “parvenza” di partito dal quale dipendono,
egemonizzato ormai da vent'anni da una sola persona, che si
chiami BERLUSCONI o RENZI vuol dire poco perché
sostanzialmente sono la stessa cosa.
(Avv. Gianfranco Paris -
"Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu)
-
Qui l'articolo completo
10 Gennaio 2016
“No al
passaggio di Rieti in Umbria”.
E’ la posizione di Marco
Palmerini dell’Ugl di Rieti in
merito al riordino del
territorio provinciale.
“E’
giusto che Rieti conservi la
propria identità – ha dichiarato
– per questo sono nettamente
sfavorevole al passaggio in
Umbria. Avrebbero di certo più
senso le macroregioni: Rieti in
questo modo si sgancerebbe da
Roma che si accaparra tutte le
risorse lasciando poco alle
altre province. Ma il passaggio
in Umbria non è proprio la
soluzione giusta”
10 Gennaio 2016
“Rieti in Umbria?. Prima
bisogna capire se si parla di Rieti città o di Rieti
provincia – ha precisato Paolo Bigliocchi del Comune di
Rieti – in ogni caso non mi ritengo favorevole alla
divisione del territorio senza capire l’obiettivo e le
prospettive di questa modifica. Sono per l’integrità del
territorio provinciale. Occorre a mio avviso tener conto
del fatto che Rieti, essendo capoluogo di provincia, ha
ricevuto nel tempo dei benefici, anche se è una realtà
di piccole dimensioni”.
10 Gennaio 2016
Rieti in Umbria? Per il
consigliere regionale Daniele Mitolo “è decisamente
fuori tema parlare oggi di questa ipotesi. Ritengo che
prossimamente sia probabile un accorpamento di
territori. Per ciò che concerne la provincia di Rieti,
non tutto il territorio gravita sull’Umbria ma anche su
Marche e Abruzzo; per questo non tutta la provincia è
interessata al passaggio in terra umbra”.
9 Gennaio 2016
Leonessa in Umbria? La
risposta, per il primo cittadino Paolo Trancassini è
“si”.
“Oggi, come sette anni fa, ci sono le stesse motivazioni
che portano a sostenere questa causa – ha dichiarato
Trancassini – parlo da sindaco, ma anche da ex
presidente del Comitato che sette anni fa è nato per
chiedere il passaggio di Leonessa in Umbria. La regione
Lazio del resto è romanocentrica e le altre province non
ricevono la considerazione che meritano. A breve ci sarà
un incontro tra il Comune di Leonessa e il Comitato
promotore per cui verranno ribadite le motivazioni e si
parlerà delle conseguenze del caso”.
9 Gennaio 2016
IL DESTINO DI RIETI: PERCHE’
L’UMBRIA? MA NON E’ MEGLIO ROMA?
Le recenti
iniziative prese dal nuovo comitato leonessano di riproporre
un referendum popolare per ottenere il passaggio in Umbria
riporta alla ribalta una questione mai sopita riguardo al
destino dell’identità della Provincia di Rieti, un destino
quanto mai precario soprattutto dopo La lunga serie di
decisioni nazionali, vecchie e nuove, di sopprimere o
accorpare quegli enti statali o parastatali che identificano
la presenza dello Stato su un territorio ben definito dove
convivono due poteri o - forse meglio - due competenze:
quelle centrali, esercitate da questi enti e quelle locali
gestite essenzialmente dalla Provincia e dai Comuni.
Va da sé,
quindi, che Prefettura, sul versante statale, e la
Provincia, su quello locale, hanno sempre individuato e
rappresentato l’unitarietà di un territorio costruito su
realtà sociali e territoriali diverse, costituendo anche un
valido collante unitario riconosciuto da tutti, al di
qualche sporadica iniziativa secessionista.
Tutto questo
meccanismo ha retto e funzionato per molti anni, dalla
costituzione della provincia di Rieti nel 1927, governata
allora dallo Stato centrale con la “sottoprefettura” di
Perugia, alle nuove riforme che si profilano all’orizzonte.
Riforme che stanno scardinando sia il livello centrale, con
le soppressioni di vari uffici statali già realizzate e con
quelle annunciate, a cominciare dalla Prefettura, sia il
livello periferico: la prossima chiusura della Provincia.
E’ evidente
che la nuova situazione crea un serio pericolo per la stessa
unitarietà di questo territorio che finora ha retto bene per
le ragioni di cui sopra.
La prossima
sparizione degli uffici statali più importanti, da un lato,
e della Provincia, dall’altro, toglierà però quel collante
che ha unificato realtà diverse tra di loro: Rieti città, la
Bassa Sabina, il Cicolano, il Turano, l’Amatriciano e da
queste zone - tutte intere o in parte - presto partiranno
spinte, non secessioniste perché non esisterà più una
realtà unitaria, ma aggregazioniste verso realtà più simili
e soprattutto più vicine.
Ed allora,
quale sarà il futuro di questo territorio? Domanda che
dovrebbe rivolgersi concretamente sin da subito la nostra
classe politica, amministrativa, culturale ed economica.
Per fare
questo occorre però partire dai dati concreti: ad oggi, a
prescindere dai tentativi in atto di unificare il livelli di
comando centrale con Viterbo, realtà dalla quale siamo
completamente estranei, pende un unico progetto che,
approvata nel prossimo aprile, la riforma costituzionale in
discussione, potrebbe andare rapidamente in porto: la
creazione delle nuove macro regioni proposte con un disegno
di legge costituzionale presentato dai senatori Morassut e
Ranucci con il quale:
- la città
metropolitana di Roma assumerebbe il rango di Regione;
-la provincia
di Rieti verrebbe aggregata alla Regione adriatica;
-la provincia
di Viterbo passerebbe con Toscana e Umbria;
-le province
di Frosinone e Latina andrebbero con la Campania.
E’ evidente
che questo quadro sarebbe poco penalizzante per le altre
province laziali, che hanno comunque una popolazione capace
di mantenere autonomia concreta sia sul versante delle
competenze statali che su quelle locali, ma che per Rieti
sarebbe invece devastante.
Devastante sia
se mantenesse la sua compattezza territoriale perché non
sarebbe in grado di conservare uffici ed enti statali,
sempre più compressi nell’ottica della spending review, sia
- peggio ancora - se perdesse la sua attuale unità
territoriale.
Perché, se
questa riforma dovesse prendere corpo, ad alzare la voce non
sarà solo Leonessa o, in futuro, l’Amatriciano, il Cicolano
o parte del Turano ma soprattutto la Bassa Sabina che, come
importanza economica e popolazione, non è certo una realtà
irrilevante.
Sarebbe
infatti giustificabile che città come Passo Corese, con
tutto il Comune di Fara Sabina, distante appena trenta
chilometri da Roma, o anche realtà importanti come Poggio
Mirteto, venissero aggregate a regioni con capoluogo Ancona
o Pescara? Credo certamente di no.
E allora, a
mio modesto parere, da amministratore di “lungo corso” e
profondo conoscitore delle varie realtà della Sabina, penso
che per Rieti e provincia ci sia solo una possibilità per
rimanere agganciate alle possibilità future di sviluppo e
progresso: entrare insieme nella città metropolitana di
Roma! Diversamente saremmo solo sempre pochi e sempre
marginali!
Rieti 9
gennaio
2016
Clemente Dominici
9 Gennaio 2016
Il presidente della Provincia,
Giuseppe Rinaldi, interviene sull'ipotesi rilanciata da
Rieti Virtuosa, ma già sostenuta in passato da altre
associazioni e comitati, di indire un referendum per
il passaggio di Rieti in Umbria. "E' sbagliato pensare
di trovare soluzioni con solitarie fughe in avanti,
soprattutto in questo momento in cui la Riforma
costituzionale impone un'azione costruttiva dei Sindaci
- aggiunge Rinaldi - A breve, sentiti i sindaci,
partendo dal Capoluogo, convocheremo una nuova riunione,
dopo quelle già fatte con il deputato Melilli, il
prefetto vicario Grieco e gli altri, per far sì che il
nostro territorio, tutto, si faccia parte diligente per
costruire il suo futuro".
Insomma, ormai il dibattito è (ri)partito,
proponendosi come un replay di altri già ascoltati in
passato, in quei casi per le iniziative di singoli
Comuni come Leonessa ed Amatrice.
(www.corrieredirieti.it)
9 Gennaio 2016
Rieti in Umbria? Il presidente
della Provincia, Giuseppe Rinaldi dice no.
«Azioni e iniziative isolate non portano da nessuna
parte, sbagliato pensare di trovare soluzioni con
solitarie fughe in avanti», dichiara all’indomani della
mossa di Rieti Virtuosa, una raccolta di firme in città
a
sostegno di una proposta di iniziativa popolare da
discutere in consiglio comunale per il passaggio in
Umbria. Un errore strategico, per Rinaldi, «considerando
che anche in quella Regione c’è incertezza sul futuro
assetto istituzionale e amministrativo ».
Peccato che, a fronte di un
incertezza che investe tutte le aree
interne, in Umbria, Toscana e Marche l’attenzione sul
tema sia massima proprio a partire da consigli regionali
e Province.
E’ di ieri l’annuncio del
presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti,
di un’iniziativa pubblica nel capoluogo umbro e al quale
saranno invitati i presidenti delle Province di Lazio
nord, Marche e bassa Toscana. E per il 25 gennaio a
Macerata è già convocata una riunione tra i
rappresentanti dei consigli regionali di Umbria, Marche
e Toscana.
Invece a Rieti (e nel Lazio) il tema è tabù. Rinaldi
prova a richiamare in causa i sindaci e in quella che è
ancora la loro casa comune, non più la Provincia, ma
l’area vasta: «A breve, sentiti loro, a partire da
Petrangeli, convocheremo una nuova riunione dopo quelle
già fatte con l’onorevole Melilli e il prefetto vicario
Grieco, per far sì che il nostro territorio, tutto, si
faccia parte dirigente per costruire il suo futuro».
La speranza è che la reunion abbia un po’ più di
successo dell’ultima, quella convocata il 20 ottobre,
quando all’appello risposero non più di 28 sindaci (su
73!) con tanto di fuggi fuggi dopo il discorso ecumenico
di
Melilli. «La speranza è che tutti gli attori del
territorio stavolta rispondano - dichiara Bernardino De
Marco, consigliere comunale e provinciale tra i più
attenti al tema - se sin dai tagli del governo Monti
tutti avessero
percepito il reale pericolo forse ora non ci troveremmo
ancora ad inseguire». Ma sul referendum per andare in
Umbria, De Marco è tranchant: «Sarebbe come decretare la
morte di questa Provincia».
(Alessandra Lancia - Su gentile
concessione de "Il Messaggero")
8 Gennaio 2016
Di seguito una dichiarazione
del presidente della provincia di Rieti, Giuseppe
Rinaldi, in merito alla volontà di passare in Umbria
manifestata da alcune comunità reatine.
"In
relazione al desiderio manifestato da alcuni settori
delle nostre comunità di voler passare in Umbria mi
sembra opportuno cercare di ricondurre il dibattito alla
realtà dei fatti ricordando a tutti che azioni e
iniziative isolate, oltre non portare da nessuna parte
in generale, in questo momento storico sono
assolutamente sbagliate considerando che anche in quella
Regione c'è incertezza sul futuro assetto istituzionale
e amministrativo.
Comprendo e sento anche il dovere di farmi carico della
sensazione di disagio che i nostri concittadini
attraverso queste iniziative rappresentano ma è
sbagliato pensare di trovare soluzioni a tutto ciò con
solitarie fughe in avanti soprattutto in questo momento
in cui la Riforma costituzionale, applicazione regionale
della 'Del Rio', impone un’azione costruttiva dei
Sindaci proprio all'interno della loro assemblea
nell'area vasta. E’ quella la sede in cui i
rappresentanti dei cittadini, siano essi istituzioni,
siano essi associazioni datoriali, sindacati o quant'altro,
devono confrontarsi e decidere.
Per
questo, a breve, sentiti i sindaci , partendo ovviamente
da quello del Comune capoluogo, convocheremo una nuova
riunione, dopo quelle già fatte con il deputato Melilli,
il prefetto vicario Grieco e gli altri, per far sì che
il nostro territorio, tutto, si faccia parte dirigente
per costruire il suo futuro".
7 Gennaio 2016
"L'esempio di Leonessa ha fatto scuola.
Con un comunicato fresco fresco Rieti Virtuosa, il movimento
politico-culturale che opera da quattro anni a Rieti e in
Sabina fuori dagli schemi partitocratici tradizionali, ha
raccolto lo stimolo dei leonessani e ha deciso di iniziare
una raccolta di firme nella città di Rieti per sostenere una
delibera di iniziativa popolare da sottoporre alla
approvazione del consiglio comunale della città capoluogo
della Sabina..."
(Avv. Gianfranco Paris -
"Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu)
-
Qui l'articolo completo
07/01/2016
Rieti Virtuosa raccoglierà
firme per una delibera di iniziativa popolare per
l’aggregazione all’Umbria.
Riordino territoriale: un
tabù per la politica reatina
La scorsa
settimana dei cittadini di Leonessa, presentando il
comitato per la loro aggregazione in Umbria, hanno
avuto il merito di porre il tema del riordino
territoriale. Da tempo si leggono ipotesi che ci
vedono di volta in volta come partner-satellite di
Viterbo, o aggregati in una macroregione con
l’Umbria (Società Geografica Italiana, 2013), e
ultimamente nella macroregione “adriatica” (sic!)
con Marche, Abruzzo ed Isernia (Disegno di legge dei
PD romani Morassut e Ranucci, 2015); ciò mentre per
alcuni servizi ed uffici è in corso un accentramento
su Roma, il che fa presagire ad alcuni un futuro da
periferia di Roma Capitale.
Ciononostante, anche in questa occasione la “classe
dirigente” reatina e sabina è rimasta muta. Questo
tema è infatti un vero tabù per i partiti locali,
tutti legati per "carriera" alla gerarchia romana.
Legame che si fa sentire anche nelle associazioni,
incluse quelle sindacali e padronali.
I rari
cittadini che si interrogassero su cosa sta
accadendo, vengono quietati facendo credere che sia
solo un problema di avere un Vice Prefetto anziché
un Prefetto.
Due sono
le possibilità: o la politica sta aspettando ordini
da Roma; o sta facendo i suoi ragionamenti, ma senza
farlo sapere e renderne conto ai cittadini, i
diretti interessati.
Preso
atto di ciò, Rieti Virtuosa crede necessario portare
la discussione anche in città, ed in modo tale che
il cittadino ne diventi sia soggetto che oggetto;
“soggetto” perché il necessario dibattito lo
coinvolga, "oggetto" perché in questo dibattito
siano presi in considerazione gli interessi dei
cittadini e non quelli delle organizzazioni
"intermedie", spesso nemmeno elette.
Per
ottenere ciò non basta un articolo sul giornale.
Rieti Virtuosa lancia perciò alla città, alla
politica, alle associazioni l’idea di un convegno
sul tema del riordino territoriale; al contempo si
predispone ad iniziare una raccolta firme, magari
con altre associazioni e cittadini sensibili al
tema, per una proposta di delibera di iniziativa
popolare che impegni il Consiglio Comunale a
discutere e votare sulla richiesta di aggregazione
all’Umbria, opzione che allo stato attuale ci sembra
quella più adatta alla salvaguardia dei servizi ma
anche allo sviluppo economico del nostro territorio.
Movimento Civico Rieti Virtuosa
01/01/2016
http://www.lanazione.it/umbria/l-umbria-si-allarga-leonessa-vuol-cambiare-regione-1.1611472
http://www.umbria24.it/leonessa-ci-riprova-si-costituisce-un-altro-comitato-referendum-per-fonderci-con-lumbria/383205.html
http://www.umbrialeft.it/notizie/comitato-leonessa-spinge-annessione-all%E2%80%99umbria
http://www.umbriajournal.com/politica/leonessa-ufficializza-la-volonta-di-passare-in-umbria-185795/
http://www.umbriaon.it/2015/leonessa-vuole-terni-votiamo/
http://www.concaternanaoggi.it/concaternana/terni/leonessa-ufficializza-la-secessione-e-vuole-annessione-allumbria-10212/
http://www.umbria24.it/macroregioni-leonessa-chiede-annessione-a-terni-umbria-bilancerebbe-forza-della-toscana/383216.html
http://www.ternilife.it/2015/12/28/leonessa-in-umbria-un-comitato-di-cittadini-per-il-referendum/
http://tuttoggi.info/leonessa-nuova-battaglia-per-lannessione-allumbria/312923/
http://www.ternilife.it/2015/12/30/leonessa-in-umbria-il-referendum-che-vuole-cambiare-la-storia-in-onda-su-mep-radio/
http://www.spoletonline.com/?page=articolo&id=153264
http://www.umbriadomani.it/umbria-in-pillole/leonessa-vuole-stare-con-lumbria-parte-la-raccolta-firme-69387/
28 Dicembre 2015
"...In
tutta la ex Provincia di Rieti ci sono ben quattordici
comuni che confinano con l'Umbria, compreso il Comune di
Rieti che confina direttamente con il comune di Terni. Si
tratta di Rieti, Labro, Morro Reatino, Colli sul Velino,
Leonessa, Cittareale, Accumoli, Greccio, Montebuono,
Magliano Sabina, Configni, Cottanello, Vacone, Torri in
sabina. L'inserimento della Sabina nel territorio della
macroregione adriatica o nell'area metropolitana di Roma
sarebbe un colpo mortale definitivo per tutti quei comuni
che fino al 1927 fecero parte della Provincia Umbra che
comprendeva Perugia, Terni e Rieti, istituita nel 1861 al
raggiungimento della Unità nazionale. L'Umbria è la nostra
destinazione naturale, non Viterbo, né l'Abruzzo e il
Molise, e con l'Umbria la macroregione appenninica che
comprende tutta la fascia appenninica centrale a nord di
Roma. Per evitare tutto questo è necessario che questi
quattordici comuni escano dal letargo e chiedano tutti di
far parte dell'Umbria, compreso il Comune di Rieti che dista
solo venti minuti da Terni, città alla quale è legata da
evidenti interessi economici, turistici, culturali e
storici..."
(Avv. Gianfranco Paris -
"Mondo Sabino" - Promotore del Manifesto di Friozzu)
-
Qui l'articolo completo
27/12/2015
"Leonessa si rimette in
marcia, destinazione Umbria: è proprio di questi giorni
la costituzione del comitato "Tutti SiAmo Leonessa",
nato con un obiettivo prioritario: quello di promuovere
l'annessione del territorio comunale, attualmente nel
Lazio, alla vicinissima Umbria. A guidarlo è Carlo
Fornari, affiancato da Francesco Cesaretti, Mario Polia,
Antonio Zelli, Giuseppe Rauco, Gabriele Cesarini e
Tiziana Boccanera.
E stavolta nessuna
recriminazione su impianti, Terminillo, Vallonina e
nemmeno un diretto coinvolgimento dell'amministrazione
Trancassini: "Siamo un gruppo di cittadini che osservano
con attenzione quanto si va preparando nel ridisegno di
confini provin ciali
e regionali e crediamo che la materia sia troppo
importante per lasciarla nelle mani diqualche politico o
burocrate in chissà quale palazzo di Roma - ragiona
Carlo Fornari - Questo non vale solo per Leonessa, anzi:
speriamo infatti che il nostro movimento e le nostre
istanze trovino eco anche in città, perchè ci sentiamo
sicuramente reatini. E' che tutti dovrebbero maturare la
consapevolezza che altri stanno decidendo il nostro
destino e mai come in questo caso non glielo possiamo
consentire".
Il
Collegamento
Il
riferimento è al disegno di legge Ranucci - Morassut che
punta a rivoluzionare la carta geografica del Paese, con
macro regioni che ricordano tanto le mappe coloniali
dell'Africa di fine Ottocento, con confini tirati
pensando a tutto, fuorchè a chi sui territori ci vive e
ci lavora."L'Umbria è a tre chilometri da qui e già
questo basterebbe a muoverci in questa direzione - dice
ancora Fornari - ma non è solo un dato geografico. C' è
una attenzione per i territori, una cura del turismo e
più in generale una vicinanza che dalla Regione Lazio
non abbiamo mai avvertito".
La
storia si ripete ? Anche nel 2008 Leonessa indisse un
referendum pro-Umbria,poi fallito, accusando la Regione
di bloccare lo sviluppo del Terminillo. "Questa è tutta
un'altra storia - dice Fornari - E' un altro momento
storico e il primo obiettivo è quello di essere artefici
del nostro destino di cittadini. Siamo un gruppo
trasversale, la politica non c'entra".
La prima
uscita pubblica è in programma per martedì 29 dicembre,
alle 21:30, al Teatro parrocchiale, per una conferenza
stampa. Prima mossa, la raccolta di firme per indire un
referendum per l'annessione del Comune di Leonessa alla
Regione Umbria. Una Regione che i Leonessani immaginano
a tre velocità: Perugia, Terni e Rieti, sulla scia del
Manifesto di Friozzu di Gianfranco Paris e Massimo
Spadoni, attivissimi da tempo in quanto a contatti con
il versante regionale umbro.
"Questi
sono temi che a Perugia e Terni sono all'ordine del
giorno, anche se i processi potrebbero essere lunghi"
conclude Massimo Spadoni "E' a Rieti , che pure sarebbe
massacrata dalle macro regioni, che tutto tace, come se
il problema non lo riguardasse...".
E così,
a rimettersi in marcia, è Leonessa."
(Articolo di Alessandra Lancia - Su gentile concessione
de "Il Messaggero")
8
dicembre 2008
A
cura dell'Avv.
Gianfranco Paris,
direttore di "Mondo
Sabino"
" Finalmente un
evento politico! Il
noioso piccolo mondo
politico locale è stato
finalmente “scosso” da
un evento politico.
L’epicentro a Leonessa,
nel cuore dell’Appennino
centrale, a due passi da
tutte le vette più alte.
Gran maestro
d’eruttazione Paolo
Trancassini. E chi
meglio di Lui che ha
respirato fin quasi
dalle “fasce” il calore
della “fiamma
tricolore”! Trancassini,
già sindaco di Leonessa
da tempo, asfissiato
dalla mancanza più
totale di qualsiasi
fatto che avesse la
parvenza di una
iniziativa politica, s’è
inventato un referendum
da sottoporre al
giudizio dei leonessani
che aveva per oggetto il
quesito: Vuoi
abbandonare il Lazio e
passare con l’Umbria?
A prima vista la cosa
poteva apparire come una
battuta. Invece non è
stato così, essa ben
presto si è rivelata una
bomba ad orologeria
fermata al 30 novembre
2008, ed ha costretto
tutti i suoi avversari
ad una corsa ad ostacoli
per disinnescarla. Dico
tutti, perché subito si
è capito che la cosa non
era gradita né agli
avversari della
sinistra, né ai
“camerati” della destra
con i quali milita
Trancassini nel
consiglio provinciale.
Ma Trancassini ha un
pregio che in politica
oggi è un vizio:
ragionare con la propria
testa ed agire di
conseguenza. Tutti sanno
che la provincia di
Rieti è abbandonata a se
stessa e che alcuni
paesi periferici, pur
avendone le
potenzialità, con questa
classe politica non
faranno mai un passo
avanti.
Leonessa lamenta
soprattutto di non poter
diventare una stazione
sciistica importante
dell’Italia centrale
nord che gravita
sull’Umbria e sulle
Marche. Tutti sanno che
stando nel Lazio non ci
diventerà mai. Il
principale ostacolo è
che coloro che stanno al
potere di volta in
volta, invece di pensare
al loro territorio dal
quale provengono si
accontentano di fare la
loro piccola carriera di
gregari ed obbediscono a
direttive politiche che
non comprendono
l’occuparsi di Leonessa.
Trancassini lo sa perché
frequenta da anni le
“sacre” botteghe del
potere. Ha sopportato
fino ad oggi, poi si è
stufato. Evidentemente
non è uno che si appaga
di piccole prebende
personali, anche perché,
essendo un libero
professionista, fprse se
lo può permettere. E’ un
qualche cosa che ho
vissuto anch’io sulla
mia pelle negli anni
settanta, e lo comprendo
a pieno.
Così ha preso Lui
l’iniziativa e non ha
guardato in faccia a
nessuno: amici e
avversari, puntando sul
popolo dei leonessani,
sui suoi concittadini,
che del resto lo hanno
eletto per due volte
sindaco di Leonessa.La
cosa ha preso tutti di
contropiede. Dapprima
hanno sottovalutato, poi
hanno cominciato ad aver
paura e alla fine è
partita una
controffensiva senza
esclusione di colpi. Una
vera e propria guerra
per bande!
Alla fine hanno vinto
loro, i politici di
sinistra e di destra
della provincia di Rieti
perché, a causa di un
meccanismo elettorale
reso difficile dal
legislatore, sono
riusciti ad evitare che
la procedura della
separazione vada avanti
per 220 voti, ma i
leonessani hanno dato un
solenne schiaffo alla
classe politica locale
votando in 926 per la
separazione e solo 238
per la permanenza nel
Lazio. Gli altri non
sono andati a votare.
Gli avversari di
Trancassini diranno che
non votando hanno
espresso un no, come ha
fatto la chiesa di
recente per un
referendum sui diritti
civili, ma questi sono
giochetti di parole
perché molte persone non
sono andate a votare
certo anche per
impedimento e, data la
poca differenza dal
quorum, possiamo certo
dire che più della metà
della popolazione di
Leonessa amerebbe
andarsene con l’Umbria.
Un giudizio certamente
non lusinghiero per tipi
come Melilli, Giocondi,
Cicchetti, Perilli,
Massini, ecc…
Ora è chiaro che le cose
non potranno essere più
come prima. Un motivo di
fondo contro il SI è
stato quello che per
ottenere bisogna
chiedere, insistere come
questuanti, costringere
politicamente la
Provincia e soprattutto
la Regione Lazio ad
occuparsi di Leonessa (e
non solo di Leonessa ma
di tutta la provincia di
Rieti dico io). Giocondi
poi ha promesso
attraverso una
intervista a Mondo
Sabino che il problema
del bacino sciistico del
Terminillo deve
considerarsi quasi
risolto!
Ora che il pericolo più
grosso è scomparso
dall’orizzonte politico
immediato vedremo se
questi signori sapranno
avere un sussulto
d’orgoglio o si
accontenteranno di
continuare a riempire
solo il loro “grecile”!
Saranno capaci di fare
qualcosa di positivo per
davvero? Io ci credo
poco! Continueranno a
fare il piccolo
cabotaggio del
sottogoverno ed a
comprare tizio e caio
come fanno da sempre.
Trancassini intanto ha
capito che una azione
politica che tenga conto
delle esigenze del
territorio non può
essere fatta qui da noi
né con politici di
destra, né con politici
di sinistra e subito si
è dimesso da AN. Se
Melilli &C. cantano
vittoria, fanno molto
male perché non si
accorgono che l’ignavia
ha un limite, e qui da
noi gli effetti
dell’ignavia stanno
superando ogni limite
consentito. Nel Nord
quando l’immobilismo
della DC divenne
ignavia, nacque la Lega,
i cui effetti negativi
ci sovrastano tutt’oggi.
Dobbiamo invogliare
Trancassini a fondare
anche qui da noi una
Lega di liberazione? In
politica tutto può
accadere. A me non
piacciono le
contestazioni
arrabbiate, ma quando ce
vo’, ce vo’! A meno che
la lezione non sia
servita, e allora forse
cominceremo a
respirare aria nuova "
4 Novembre 2008
RAPPRESENTANZA
e SENSO di APPARTENENZA
La
distanza geografica e mentale dal nostro territorio
rispetto a chi dovrebbe rappresentarci in Regione non
garantisce alcuna sintonia per affrontare i problemi
dell’isolamento di Leonessa .
In Regione Lazio su 60
sono solo 3 i consiglieri regionali della provincia di
Rieti. Allora tutto gira intorno ai grandi numeri di
Roma capitale e raramente su quelli di Viterbo, di
Frosinone e di Latina.. Rieti non viene mai preso in
considerazione . Basta ascoltare il TGR ..Rieti non
esiste…. e da anni non ha più neanche l’inviato RAI.
Se Rieti non esiste…. figuriamoci
quanto si possa
RAPPRESENTARE Leonessa .La
Provincia di Rieti nasce nel 1927 per le famiglie nobili
di Roma e per i signori locali che vollero una montagna
vicina a Roma come il Terminillo quale centro di vacanze
e salotto politico per Mussolini. Una provincia nata
allora senza il consenso ed il coinvolgimento di chi
vive nel territorio nasce ma è inevitabilmente
destinata a morire. Il Terminillo è già in agonia da
tanti anni e tantissimi comuni, allora “arruolati”, se
ne vogliono andare. Leonessa è solo la prima a
ribellarsi ma: Amatrice, Borgorose, Magliano, Poggio
Bustone ed altri, già si stanno muovendo.Se la provincia
non ha una identità storica non può esserci il
SENSO di
APPARTENENZA.
LA
MONTAGNA
i CONFINI e le DIMENSIONI
Ambientalisti “da cattedra” a Roma dettano e fanno
promulgare leggi regionali e regolamenti senza neanche
conoscere le nostre montagne, il nostro mondo contadino,
le nostre attività imprenditoriali il vivere il
quotidiano a Leonessa .Noi percorriamo ancora le stesse
strade di quaranta anni fa dove , guarda caso,
l’appartenenza allora del nostro territorio al Collegio
della Camera dei Deputati di Perugia, Terni, Rieti
permise di realizzare quelle che furono le ultime opere
pubbliche per Leonessa.Gli allora On. Micheli e Radi,
che erano umbri, promossero le ultime opere per la
nostra terra di
MONTAGNA.
Sono passati 40 anni e tutto è rimasto fermo. Di sicuro,
se fossimo già Umbria, Leonessa avrebbe fatto sinergia
con i vicini comuni di Norcia, Cascia, Polino,
Monteleone e con tutti gli altri e sarebbe entrata in un
programma che la Regione Umbria da tempo ha avviato in
termini di promozione turistica , di assistenza
domiciliale per gli anziani , di attenzione e supporto
alle piccole attività a conduzione familiare, di
investimenti per i siti archeologici, di penetrazione di
strade adeguate ai territori montani, di regolamenti
snelli e partecipati per la caccia, per il taglio dei
boschi e le attività imprenditoriali .
I
Leonessani che hanno bisogno di ospedalizzazione già da
anni vanno in Umbria. (Terni e Cascia).
I commercianti e gli
artigiani di Leonessa si riforniscono da sempre su
grossisti Umbri riversando di conseguenza, da sempre, in
Umbria i ns. soldi . I margini di guadagno e le tasse,
frutto di quanto noi spendiamo, vanno in Umbria e, con
il federalismo alle porte, quella regione li utilizzerà
per i suoi territori. Di fatto non sono mai esistiti tra
Leonessa e l’Umbria i
CONFINI.
Questa è l’ultima
occasione
per dimostrarci uniti in quanto cittadini di Leonessa
per rivendicare la nostra rappresentatività e dignità di
territorio.
Le
amministrazioni passano ma i problemi di Leonessa
restano . Alle prossime elezione i Leonessani ,se lo
vogliono, possono mandare a casa chi li amministra ma i
problemi di Leonessa non vanno a casa ; quelli restano
tutti.Guai a non andare a votare se si è convinti che è
ora di cambiare e di passare in una regione piccola e
vicina. Una regione delle dimensioni giuste per
confrontarci sullo sviluppo del nostro territorio.Portare
programmi di sviluppo economico e sociale per Leonessa
in Umbria significa porli su un tavolo che rappresenta
600.000 cittadini e non 6.000.000 come nel Lazio . Di
sicuro su quel tavolo potranno essere presi in
considerazione. Su quello di Roma mai saranno oggetto
di discussione.
Piccole
realtà unite insieme senza una megalopoli a succhiare.
E’
solo un problema di
DIMENSIONI .
Bernardino
Cesaretti
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