Rieti:Vassalli,Valvassori,Valvassini
di
Gianfranco PARIS
Nel
Medioevo la società feudale era organizzata rigidamente per
caste al servizio del potere imperiale, sistema che ebbe
vigore in tutta l'Europa da Carlo Magno in poi fino alla
fine del Sacro Romano Impero. Vassalli erano coloro che
rispondevano direttamente all'Imperatore, i soli ad essere
ammessi al suo cospetto, e avevano il compito di tenere
sotto controllo il territorio loro affidato in feudi per
servizi resi all'Impero. Benefici in perpetuo che si
trasmettevano di padre in figlio. Valvassori erano i
beneficiati dai vassalli che avevano il compito di
riscuotere i tributi da riversare al potere imperiale dopo
avervi fatto una robusta cresta. Valvassini erano l'ultimo
gradino della scala sociale del potere, quelli che se la
dovevano vedere con il popolo che aveva l'unico scopo di
pagare tributi e mantenere con il proprio lavoro tutta
questa genia di parassiti. I Vassalli di oggi sono i
deputati, i senatori, i ministri, i presidenti, gli
assessori e i consiglieri regionali. Sono costoro gli unici
ammessi alla “parvenza” di partito dal quale dipendono,
egemonizzato ormai da vent'anni da una sola persona, che si
chiami BERLUSCONI o RENZI vuol dire poco perché
sostanzialmente sono la stessa cosa.
Valvassori sono tutta la congerie di amministratori degli
enti locali, ex province e comuni, che hanno il compito di
scaricare sul popolo tutte le conseguenze della mala
amministrazione dello stato aumentando continuamente le
tasse per conto del potere centrale, che ufficialmente
afferma invece di averle diminuite. Valvassini sono i tanti
funzionari nominati dagli ex presidenti di Provincia, dai
sindaci, una volta assunti per concorso, oggi nominati per
chiamata diretta e non soggetti a controllo alcuno, quindi
costretti alla fedeltà con lauti stipendi. Al fondo della
piramide c'è il popolo, quello al quale secondo la
costituzione dovrebbe spettare il potere in uno stato
repubblicano, che invece oggi ha il solo dovere di pagare i
tributi per il mantenimento di tutta questa massa di
sfaccendati e senza mestiere che si servono della politica
per fare una vita da nababbi. Un deputato e un senatore
percepiscono ventimila euro più ammennicoli vari, un
consigliere regionale altrettanti, un presidente di ex
Provincia, un assessore, un sindaco e i suoi assessori varie
migliaia di euro al mese. Fatta questa premessa veniamo a
quanto sta accadendo qui da noi in questi giorni.
A
cominciare dal Governo MONTI, la Provincia di Rieti, nata
nel 1927 e figlia diletta di MUSSOLINI, è stata abolita
ancor prima dell'ultimo decreto RENZI-DEL RIO. Da allora
piano piano tutti gli uffici provinciali sono emigrati a
Viterbo, mentre i Vassalli in carica continuavano a dire che
bisognava stare tranquilli, che non era vero niente. Pian
piano le bugie sono venute allo scoperto, allora qualcuno
del popolo è passato dal mugugno, che una specialità delle
pecore nostrane, alla presa di coscienza. Hanno cominciato
quelli di Leonessa che, scottati per aver dovuto subire lo
scacco del referendum del 2008 per l'intervento massiccio
dei Vassalli e dei Valvassori, sono passati all'attacco, si
sono ricordati che il potere spetta al popolo e hanno dato
inizio a firme per richiedere di passaggio dal Lazio
all'Umbria. Quelli di Leonessa hanno suonato la sveglia e
Rieti Virtuosa, il movimento politico-culturale che agisce a
Rieti fuori dai partiti tradizionali, ha raccolto la sfida e
ha annunciato che a Rieti sarà fatto altrettanto. A questo
punto Vassalli, Valvassori e Valvassini che si erano chiusi
nel mutismo più assoluto perché il potere centrale voleva
così, poi Leonessa e Rieti Virtuosa pian li hanno costretti
a venire allo scoperto. Hanno iniziato con qualche timido e
nebuloso intervento ispirato all'attendismo, ma di fronte
alla notizia che anche a Rieti il gregge aveva trovato un
pastore di buon nome, sono stati costretti a dire di più.
E
così ieri abbiamo letto un comunicato firmato da due
vassalli importanti che hanno dichiarato di essere contrari
a fughe in avanti dei vari comuni, perché bisogna stare
uniti al fine di salvaguardare l'interesse di tutti. In
altre parole hanno richiamato all'ordine valvassori e
valvassini. Ma quale sia questo interesse di tutti non viene
detto. Si può però ipotizzare qualcosa. Il decreto DEL
RIO ipotizza infatti la nascita, al posto delle province, di
cosiddette “Aree vaste” i cui poteri stanno per ora nel
mondo sei sogni, a meno che non sia un tentativo di far
rinascere le vecchie province con nomi diversi e magari
qualche metro di territorio in più per mantenere in sella la
casta dei valvassori! Ieri sera è arrivato un comunicato di
un valvassino di montagna, evidentemente mandato volutamente
allo scoperto, il quale ha cominciato a rivelare il chiaro
scopo del grande burattinaio: quello di entrare a far parte
dell'Area Metropolitana di Roma. Questo chiarisce anche che
cosa intendono i vassalli quando parlano di area vasta: un
territorio pari più o meno alla ex Provincia di Rieti,
tributario della metropoli romana, dove scaricare lontano
tutte le negatività che infastidiscono i burattinai e i loro
compari del Campidoglio, perché quella sarà la sede
dell'Area metropolitana, per lasciarli godere in pace i
frutti del loro potere scellerato.
Ora
ditemi un pò che cosa ha a che fare questa situazione reale
con un ordinamento repubblicano basato sul potere del
Popolo. In sostanza il Popolo è considerato una specie di
bue mansueto che deve tirare l'aratro per procurare
gozzoviglia ai padroni del vapore. Per liberarsi da questa
zavorra c'è un solo sistema: che il Popolo prenda coscienza
del suo reale potere e ne rivendichi le prerogative.
L'esempio di Leonessa prima e di Rieti Virtuosa poi deve
trovare riscontro in quella parte di popolo che non si sente
bue. La riscossa non può che venire dal basso. Con questa
gente non c'è niente da sperare. MORETTI ai tempi dei
girotondi, quando si accorse che la sinistra era morta,
affermò: con questi uomini non si va da nessuna parte. E
così è stato. Anzi è accaduto di peggio, si è andati da
qualche parte, ma verso una dittatura partitocratica che non
ha niente da invidiare a quella del fu Duce, solo che
anziché la camicia nera costoro hanno indossato la veste del
burattinaio. Svegliamoci reatini, non facciamoci prendere
per il naso. Costoro non conoscono il rossore, anzi …