"Il Tempo" 14 marzo 2007
SPETTACOLI TEATRALI NEI BORGHI DEL LAZIO
di MARCO STAFFIERO DA domani e fino a settembre, il Lazio con le sue piccole e grandi strutture si trasformerà in palcoscenico. I piccoli borghi arroccati e decine di comuni, le chiese e le abbazie, le architetture che raccontano secoli di storia e di cultura, gli antichi cammini, i teatri grandi e piccoli, le biblioteche e le librerie ospiteranno centinaia di artisti, narratori, saltimbanchi, poeti, musicisti, danzatori, acrobati, grazie al progetto "Teatro in regione duemilasette", promosso dall'Assessorato alla Cultura della Regione Lazio insieme con l' A.T.C.L ( Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio). Il progetto porterà in scena in 41 comuni del Lazio oltre 200 spettacoli. Cinque i campi di intervento individuati dal progetto: "La rete dei teatri", che offre una programmazione stagionale di teatro di tradizione con i più importanti nomi del palcoscenico italiano."I Sentieri d'ascolto", che percorrono le strade dei linguaggi innovativi con una sezione dedicata alla drammaturgia europea, una alla drammaturgia italiana e una finestra aperta sulle altre regioni italiane. Al pubblico più giovane è dedicata la rassegna "Piccoli sentieri" a cui si affianca un programma di approfondimento sulla "didattica della visione": una serie di incontri e seminari a cura del Centro Teatro Educazione dell'ETI in quindici scuole del Lazio. Nel panorama del Teatro in Regione non manca la musica, che quest'anno viene offerta al pubblico con gli "Assoli" per sassofono, fisarmonica, chitarra e voce di giovani musicisti, ospitati la domenica nelle chiese disseminate "lungo il cammino di Francesco" nella provincia di Rieti, e "lungo la Via del Sale", ossia l'antica Salaria. Da sottolineare, in collaborazione con il Centro Teatro Educazione dell'ETI e con l'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, l'esperienza di "Teatri in visita", un progetto pilota nato con l'intento di portare il teatro nelle strutture sanitarie che ospitano i bambini, con attività che prendono spunto dal teatro di strada, giocolerie e clownerie. L'iniziativa si concluderà ufficialmente a settembre con un concerto al Teatro dell'Opera di Roma. Nel reatino i comuni che parteciperanno all'evento sono: Magliano Sabina, Stimigliano, Poggio Moiano, Selci, Antrodoco, Città Ducale, Greccio, Labro, Leonessa, Amatrice e nella città di Rieti dove gli pettacoli si svolgeranno nel Cine Teatro Moderno. Nel viterbese i comuni che parteciperanno al progetto sono: Acquapendente, Tuscania, Montalto di Castro, Canino, Cellere e la Città di Viterbo dove gli spettacoli si svolgeranno nel Teatro dell'Unione. Mentre nella città di Civitavecchia gli spettacoli si svolgeranno nel Teatro Traiano.

"Il Tempo" 11 marzo 2007
NEL LAZIO È BOOM DI MUSEI RURALI
di MARCO STAFFIERO NEL 1998 le più importantii guide ai musei rurali italiani rilevavano nel Lazio (esclusa Roma) la presenza di nove musei. A distanza di soli nove anni, le stesse guide ne hanno individuati e descritti oltre cinquanta. Un vero e proprio boom confermato anche dalla presenza giornaliera di migliaia di turisti. Entrare oggi in un museo dell'arte contadina è come entrare in una macchina del tempo che ci conduce nel Lazio del secolo scorso. Collezioni nate dalla passione e dall'impegno di singole persone divengono museo del vissuto e patrimonio di intere comunità. Nel reatino i musei rurali sono sei. Il museo della nostra terra di Ocre a Leonessa: la collezione è composta di oltre mille oggetti che documentano mestieri e cicli lavorativi agro e pastorali. Il museo delle tradizioni popolari di Micigliano della Valle del Velino. Il Museo Civico di Borgo Velino, che nasce dalla volontà di documentare nel modo più completo ed organico la storia del paese. Il Museo della beata Filippa Mareri in località Putrella Salto. Il museo raccoglie testimonianze della vita monastica dal XIII al XX secolo. Oltre ad oggetti di interesse storico ed artistico, sono anche esposti numerosi reperti di carattere etnografico. Il Museo dell'Olio di Castelnuovo di Farfa, che ha sede in alcuni locali del palazzo Perelli dai quali è possibile passare ad un edificio consistente in un mulino a trazione animale del XVIII secolo. Mentre la casa-museo Raniero di Toffia può essere definita una "casa-museo" con funzione di abitazione e spazio espositivo. Sono circa un centinaio gli oggetti che documentano la cultura contadina. Mentre nella provincia di Viterbo i musei rurali sono undici: Il museo della Civiltà Contadina di Procedo che dispone attualmente di circa 1800 oggetti d'epoca e strumenti di lavoro non comuni. Ad Acquapendente si trova il Museo del Fiore. Il museo è stato realizzato in un vecchio casale circondato da estesi boschi con una forte presenza di piante e animali rari. Il Museo Territoriale del Lago di Bolsena dove per ogni mestiere sono esposti all'interno di una ricostruzione dell'ambiente di lavoro tutti gli attrezzi usati. Il Museo della Terra di Latera come segnala il nome, è dedicato al rapporto della comunità locale con il territorio, è il secondo museo di interesse esclusivamente demo-etno-antropologico della provincia di Viterbo. A Bagnoregio si trova la collezione Pietrangeli Papini, dove si trovano gli strumenti di lavoro del calzolaio e del falegname, ed una serie di vecchi giocattoli. A Farnese la collezione Di Carli. I materiali documentano il lavoro contadino. A Viterbo, si trova la collezione Ciorba. La collezione conta oltre 300 oggetti tutti di area strettamente alto laziale. A Canepina c’è il museo delle tradizioni popolari e della civiltà contadina, a Civitacastellana il Museo della ceramica, a Blera il museo civico Gustavo IV di Svezia e a Calcata il museo della civiltà contadina.

 

"Il Tempo" 10 marzo 2007
Trancassini: «Una battuta vergognosa»
 di MARCO FUGGETTA NON è proprio piaciuta la dichiarazione di Giocondi sui "campi di sterminio" al consigliere provinciale di An Paolo Trancassini. Il vicepresidente della provincia, lo ricordiamo, ieri parlando della "delocalizzazione" dei Rom verso la nostra provincia aveva chiesto a Cestini di proporre qualcosa "visto che i campi di sterminio fortunatamente sono chiusi". «È semplicemente vergognoso. In un paese civile Giocondi dopo una battuta del genere avrebbe dovuto dimettersi». E in effetti la battuta rivolta a Cestini - dichiaratesi come tanti altri, sin-daci compresi, contrario alla proposta - aveva poco di "istituzionale" e cosi Trancassini non s'è lasciato sfuggire l'occasione di bacchettare il vicepresidente della provincia "che tra l'altro non ci ha visto giusto neanche nell'invito alla destra reatina a mettersi d'accordo con quella romana" spiega il consigliere An. "La destra reatina e quella romana sono in perfetta sintonia a livello culturale, perché sono decenni che a Roma cerchiamo di far capire alla sinistra che i Rom sono un pericolo che deriva dalla loro stessa cultura che, nella migliore delle ipotesi, è parassitismo". Trancassini, da romano - è stato anche candidato nelle liste di An alle comunali capitoline dello scorso anno - spiega che "dovrebbe essere la sinistra a stupirsi dell'inversione a U a livello culturale del loro Sindaco Veltroni che arriva a dire che i Rom vanno allontanati. La destra romana ha certamente espresso soddisfazione per questa presa di coscienza dei danni che sono stati fatti dalla sinistra ma non ha minimamente espresso soddisfazione per le soluzioni di delocalizzazione che sono state proposte". Trancassini, che con gli altri consiglieri di An ha istantaneamente presentato un'interrogazione urgente al Presidente della Provincia sulla questione si chiede inoltre se "dietro a questa uscita ci sia l'arroganza di Veltroni o di Melili! o di entrambi? Perché se fosse di Veltroni, ancora una volta sarebbe uno schiaffo per la nostra provincia che fa finta di contare e nei fatti non conta assolutamente nulla". In conclusione Trancassini fornisce un'ulteriore chiave di lettura della vicenda: "Questa delocalizzazione dei Rom fa il paio con quella dei rifiuti. Ormai è chiaro come la cultura della sinistra sia pervasa da dispotismo e dalla mancanza di concertazione che fa si che l'ente più grande consideri le proprie esigenze il "verbo" e decida ogni volta di scaricare le proprie problematiche verso chi considera inutile e debole, cioè ancora una volta, noi". i considera inutile e debole, cioè ancora una volta, noi".

(www.romasette.it - 2 marzo 2007)
Tosca: «Porto la romanità a Sanremo»

Nella 57° edizione del Festival, sono ben dieci gli artisti provenienti dalla Capitale dall'inviata a Sanremo Concita De Simone

Sfilano in questi giorni sul palco del teatro Ariston di Sanremo i 34 artisti scelti per contendersi la migliore canzone del 57° Festival della Canzone Italiana. E quest’anno sembra esserci una vera e propria invasione di artisti provenienti dalla Capitale. A cominciare dai promettenti giovani: Pier Cortese, eliminato al primo turno ma già molto amato dalle radio; Romina Falconi di Tor Pignattara, tanto giovane quanto potente con la sua voce soul; Sara Galimberti cresciuta alla prestigiosa scuola di canto St. Louise; Fabrizio Moro, con una significativa canzone a sfondo sociale contro la mafia; Jasmine, figlia della compianta showgirl Stefania Rotolo e figlioccia artistica di Renato Zero.

E poi i campioni romani: Daniele Silvestri con la sua divertente “La paranza”; Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa”, una delle canzoni più toccanti e meglio riuscite di questa edizione; gli Zero Assoluto, che con “Appena prima di partire” hanno subito spopolato; i Velvet, per i quali è “Tutto da rifare” tranne il loro pop-rock in crescita. E infine Tosca, che ha lasciato tutti a bocca aperta con la sua travolgente “Il terzo fuochista”, brano bandistico dal gusto circense che ha conquistato subito il consenso di pubblico e critica.

Proprio con Tosca, al secolo Tiziana Tosca, proveniente dalla Garbatella – prima partecipazione al festival di Sanremo nel 1992, all’età di 15 anni, tra le Nuove proposte; una vittoria nel ‘96 in coppia con Ron, con “Vorrei incontrarti fra cent`anni”; un’altra presenza l’anno successivo con una canzone firmata da Ron e da Susanna Tamaro, “Nel respiro più grande” – abbiamo parlato del fermento della musica a Roma e, naturalmente, del suo progetto tutto dedicato al recupero delle tradizioni romane.

Durante la tua esibizione sei sembrata particolarmente contenta di questa canzone. Come ti senti a portare queste atmosfere da festa di paese sul palco dell’Ariston?
È vero, mi veniva da ridere perché vedevo le persone in platea stupite nell’ascoltarmi, quasi pensassero: “Ma che sta facendo?”. Ridevo dal piacere della sorpresa.

“Il terzo fuochista” nasce dalla penna del tuo compagno, Massimo Venturiello, e le sue esperienze di feste popolari. Tu, invece, che ricordi hai?
Ricordo che da ragazzina andavo in vacanza a Leonessa, vicino Rieti, fino alla fine di agosto, ma la seconda settimana di settembre tornavamo sempre con trepidazione per la festa di San Giuseppe. C’era sempre un cantante che veniva a fare un concerto…e poi la processione, le offerte. Una grande partecipazione. In particolare però, nella canzone ci sono i ricordi di Massimo che l’ha scritta; lui si è ispirato ala festa dei Santi Cosma e Damiano, nel Cilento. Questo ci fa capire che tutti i paesi hanno le proprie tradizioni, ma tutti ne possiamo condividere gli intenti e le emozioni. L’idea è nata mentre eravamo in tournée con “Gastone” e siamo passati vicino al paese d’origine di Massimo, così ci siamo ricordati delle feste patronali, di quando eravamo ragazzini, di quel mondo che non esiste più. E abbiamo cercato di ricrearlo nella canzone. Io ho aggiunto i fuochi d’artificio. Quando ci sono i fuochi d’artificio è il momento più bello, pieno di meraviglia, ma anche quello più triste perché rappresentano sempre la fine della festa. “Il terzo fuochista” è il personaggio più importante, colui che, durante le feste popolari, accende per ultimo il fuoco d’artificio più bello, per coronare lo spettacolo nel migliore dei modi. Una grande felicità lascia anche un vuoto. Ed ecco la fine dei fuochi.

Hai portato questa ventata di romanità al festival, ma ci sono anche tanti altri artisti provenienti da Roma, siete ben 10. Come vedi questo fermento musicale capitolino?
Finalmente! Non posso che esserne felice. Siamo stati in sordina per troppo tempo. Milanesi, bolognesi erano molto più incuriositi e presenti di noi. Ma adesso ci stiamo riscattando e a questo Festival stiamo ascoltando tante belle cose. Ognuno ha uno stile personale e ci sono delle idee originali, come nel caso di Cristicchi. Mi sono piaciuti anche i Velvet e Pier Cortese, che trovo abbia un modo intelligente di fare musica pop. Ma come tutti i romani siamo un po’ indolenti. Per la serie: “Noi facciamo questa musica: se vi piace bene, se no, pazienza!”.

Il tuo brano sanremese sarà inserito nella nuova edizione del progetto “Romana”, che è anche uno spettacolo teatrale del 2005. Ce ne parli?
Abbiamo debuttato ad Asti e avevo una gran paura, perché lo spettacolo è molto romano! E uno spettacolo sulla cultura romana. Ci sono brani di Petrolini, Strehler, Fellini, Nino Rota, la Magnani, la Masina. La canzone che dà il titolo all’album era molto amata da Gabriella Ferri, cui è dedicato tutto il progetto. Un’artista che ha dato veramente tanto non solo alla tradizione musicale capitolina, ma a tutta la canzone italiana.

 

 

"Il Tempo" 2 marzo 2007
Giochi Studenteschi Provinciali
La «Basilio Sisti» brilla nello sci alpino
NELLO sci alpino riservato alle scuole medie, brilla la Basilio Sisti con la vittoria della giovanissima atleta Federica Curci nella gara femminile che ha avuto la meglio sulle avversarie Luisa Tigliè ed Alessandra Mummolo. La Basilio Sisti è scesa nella splendida ed accogliente pista di Selvarotonda, teatro anche quest’anno delle finali provinciali di sci alpino delle scuole medie e superiori, senza la punta di diamante Jessica Leoncini ma si è comunque assicurata un posto per le ambite finali regionali. In campo maschile il predominio della Sisti è stato infranto da Marco D’Angeli del comprensivo D’Angeli di Cantalice. Il terzetto della Sisti che succede alla Galilei di Cittaducale, era composto da Giacomo Ponziani, Fabio Tursini e Andrea Colantoni. Queste le scuole classificate per la finale regionale in programma a Campo Catino in provincia di Frosinone venerdì 9 marzo. Settore maschile: Basilio Sisti, Leonessa e Sacchetti Sassetti, settore femminile: Basilio Sisti, Sacchetti Sassetti e Antrodoco. La stazione sciistica di Selvarotonda di Cittareale ha così di nuovo ospitato gli atleti protagonisti delle gare dei giochi sportivi studenteschi evidenziando una grande disponibilità dell’amministrazione comunale. Quest’anno la finale regionale si disputerà a Campo Catino il 9 marzo per la discesa delle scuole medie mentre saranno le piste di Campo Felice una delle località più famose dell'Appennino Centrale, ad ospitare la finale degli istituti superiori. «Una preferenza criticabile visto che con la presenza del Terminillo, Selva Rotonda, Campo Staffi e Campo Catino, la scelta sia caduta sulla stazione sciistica abruzzese – si legge nella nota – ma al monte Terminillo verrà assegnata l’organizzazione della prestigiosa fase laziale di sci nordico». Ila.Far