La Croce di Collecollato |
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di Luigi Nicoli |
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San Giuseppe, nel 1608-09, si caricò sulle sue spalle una grossa croce di legno e, ad imitazione di Cristo sul Calvario, la portò sino in cima a Collecollato, 1650 m, (da qui il monte prese il nome di monte della Croce), inerpicandosi per l’antica mulattiera, di circa 4 Km, sulla quale passavano i contadini di Leonessa per condurre le bestie al pascolo. L’agiografia del Santo narra che, per fissare a terra la croce, ridiscese a prendere i sassi nel Tascino, in segno di purificazione. Da qui l’usanza per la quale tutti i leonessani che la prima domenica di luglio salgono sulla Croce raccolgono un sasso nel Tascino e lo depongono in cima al monte. Presto
vicino alla croce originale venne costruita una piccola chiesa, che nel
maggio del 1846 i leonessani vollero ampliare; la croce originale
deterioratasi fu sostituita nel 1927 da quella a blocchi di cemento, per,
come si disse in quell’occasione, rifacendosi alle testimonianze dei
processi di beatificazione: “Amor di
Dio, e per far fare ricordanza della Passione di Nostro Signore Gesù
Cristo, ai pastori, ai lavoratori et ai viandanti e che quelli si
eccitassero a far oratione, a produrre qualche atto di riverenza e di
ringraziamento, di compassione e di amore”. Un altro episodio della vita del Santo narra che durante un viaggio intrapreso con un altro frate verso il monte, questi, per la fatica, fu preso da violenta sete. San Giuseppe allora fece miracolosamente scaturire l’acqua da uno scoglio tuttora sito ad tre quarti del sentiero che conduce in cima a Collecollato. La chiesa fu abbellita con la costruzione del campaniletto, nel 1954, ed ulteriormente ampliata, lo stesso anno con l’edificazione, al suo fianco, di un rifugio montano. Nel 1971 furono eseguiti altri lavori di ampliamento, e fu piantata un’altra grande croce di ferro visibile da tutte le frazioni del piano orientale di Leonessa, alla cui vista sfuggiva quella piantata cinquant’anni prima.
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