CHIESA DI SAN FRANCESCO

Già dei minori conventuali e poi chiesa della Confraternita Santa Croce, che tutt'ora la gestisce.

Il convento fu soppresso nel 1809 dopo le famose leggi Napoleoniche.

La fondazione del primo nucleo del vasto complesso, includente anche la cripta o­rientata ed affrescata, ma non ancora aperta al pubblico in quanto il Ministero dei BB.CC.AA. sta provvedendo al consolidamento e restauro, mentre la Confraternita di Santa Croce a proprie spese sta facendo restaurare il ciclo di affreschi venuti alla luce durante i lavori di consolida­mento, la Cripta è rinserrata nelle muraglie di fondazione e risale al 1285; la costruzione però si svolse in più riprese, fino alla consacrazione della Chiesa avvenuta nel 1446 ad opera del Vescovo di spoleto Mons Sagace Conti.

Nell'attiguo convento, ora in restauro, destinato a molte­plici usi (scuole, cercere,sala cinematografica, deposito comunale), è ancora conservato il Chiostrino a due piani con colonne abbinate,e, nel piano inferiore i resti di un ciclo di affreschi con episodi della vita di San Francesco, fatti eseguire da Manilio Mongalli (1573-1633)

La Chiesa è a tre navate absidate, con arcate e pilastri disuguali in numero e struttu­ra, che rivelano una crescita " emotiva "condizionata da fattori topografici (diversi livelli del terreno), urbani­stici (interruzione di una strada ed incorporazione d'al­tri edifici preesistenti), finanziari. Le vele delle navate minori presentano belle nervature di pietra; non così  la parte absidale, che rovinò con il terremoto del 1703.

La navata centrale, ora voltata a botte, si presentava in origine con il tetto a capriata.

La facciata, portata a termine nel 1522, è del tipo abruzzese, conci di pietra rossa locale alternata da un fascione di pietra bianca, a coronamento orizzontale, con ampio rosone ora privo di ruota (la ruota però è documentata nel secolo XVII).

Il portale archiacuto presenta una profonda stromba­ tura ed è lavorato a colonne e gusci; sull'architrave è scol­pito ad altorilievo un Agnello Crugiero tra due leonesse.

Nel 1539 ebbe inizio la costruzione della Torre Campa­naria, rimasta incompleta di cuspide.

Un ciclo frammentario di affreschi votivi copre qua e là pilastri e pareti su più strati di intonaco. Si possono ricor­dare una Madonna con il Bambino ed una Santa Caterina d'Alessandria con la ruota del martirio  (sec.XV), nella parete di fondo; una SS. Trinità attribuibile a Domenico da Leonessa (sec.XV), nella parete di sinistra altre Madonne con Bambino toscaneggianti e dagli accesi incarnati nei pilastri di destra.

Numerose le raffigurazioni votive di San Bernardino da Siena con il caratteristico monogramma.

Sulla Parte della navata sinistra è stato murato il portale trecentesco della diruta Chiesa di Santa Maria extra et prope portam, la più antica chiesa leonessana, di rimpetto a Porta Aquilana del sesto di Torre. Esso presenta figurazioni emblematiche sem­plici ed essenziali, incentrate sul tema del leone, ed una Vergine in trono con Bambino e Angeli e tra figure genuflesse ed oranti campeggianti sull'ar­chitrave: opera in pietra rossa e bianca di artigianato locale compiuta (sciolgo le abbrevia­zioni) "ANNO DOMINI MCCCLII. TEMPORE DOMINI CLEMENTIS PP. VI. INDICTIONE V. MENSE IUNII".

Altro portale in pietra rossa, forse già della distrut­ta chiesa di San Massimo del sesto di Forcamelone, è stato murato sulla parete della navata di destra, dove si trovava l'altare gentilizio della famiglia Mongalli (sec. XVII), ora demolito.

 Sulla destra s'apre la Cappella del Presepio, già chiesa autonoma (Santa Croce), poi incorporata. Racchiude un suggestivo Presepio in terra cotta policroma, dal modellato veristicamente paesano (mirabi­li le figure della Vergine e di S.Giuseppe), con sfondo sceno­grafico a tre ripiani, opera di Paolo da Montereale (1502).

Nella stessa cappella si possono ammirare un San Biagio, interessantissima scultura lignea policromata a mecca dipinta, di arte propabilmente abruzzese, d'un rude ed impac­ciato verismo, che la raffinata decorazione pittorica d'in­fluenza umbro-senese assai raggentilisce (tardo sec. XIV);  un meno valido San Sebastiano, scultura lignea di arte generi­camente abruzzese, una tela rappresentante una Madonna con il Bambino, Cristo Risorto con l'apostolo Tommaso, e Santi di Pasquale Rigo da Montereale (1592) ed un altare gentilizio della famiglia Gizzi con una tela rappresentante una Vergine con Bambino e S.Bonaventura.

Sulla sinistra s'apre la cappella del Crocifisso, con un bel Crocifisso ligneo di arte umbra (sec.XVI), dal modellato tirato ed efficace, ricco d'espressione e di pathos. Secondo una tradizione locale, questo sarebbe il Crocifisso che avrebbe parlato al Beato Corrado (d'Offida o d'Ascoli), e che dalla Sicilia (!) fu riportato, insieme alla reli­quia d'un piede dello stesso Beato, da tale gen. Cianca per la Confraternita della SS. Trinità dei pellegrini o del Salvatore, di cui egli era membro; i confratelli, non potendolo esporre con decoro nel loro oratorio , cedettero Crocifisso e reliquia ai reli­giosi conventuali, dai quali la Confraternita dipendeva. In effetti lo Jacopilli ricordava nel 1661 , tra le reliquie della Chiesa di San Francesco, anche "un piede col celizio del beato Corrado, compagno di San Francesco".

Al centro della cappella vi è la bara per la processione del Cristo Morto (sec.XVII)

Davanti all'altare vi è un paliotto settecentesco di metallo argentato su fondo di velluto rosso con al centro rappresentato lo stemma della Confraternita di Santa Croce con i simboli della Passione di Cristo.

Le pareti della cappella sono occupate da due tele di Giuseppe Viscardi: una Flagel­lazione di Cristo e una Salita al Calvario (1746)  copia di due dipinti di Francesco Trevi­sani nella Chiesa romana di San Silvestro in Capite; dello stesso Viscardi sembra essere un ritratto di San Giuseppe da Leonessa posto sul timpano dell'altare; né è improbabile che a lui pittore ed architet­to, debbano essere attribuiti gli stucchi della cappella.

Sull'altare maggiore domina un monumentale tabernaco­lo ligneo dorato,  della prima metà del secolo XVII, adorno di numerose statuine, tra le quali emerge per nobiltà e fattura un San Giorgio a cavallo.

Alle pareti della chiesa  sono appese diverse tele: una Vergine con bambino tra i SS. Liberatore ed Elena,  entro cornice baccellata policroma di  Ercole Orfei da Fano (1578); una tela rappresentante San Francesco tra S.Chiara e S.Elisabetta d'Ungheria entro cornice baccellata policroma.

E' da far menzione anche di un San Francesco, statua lignea modellata con rude plasticità (sec. XVII).

In fondo alla navata di sinistra una Crocifissione tra Vergine e Santi, tela apparte­nente all'altare gentilizio Mongalli, di buon maestro del primo '600.

In fondo alla navata di destra il Gonfalone processio­nale della Confraternita S.Croce con rappresentata da una facciata la Crocifissione e dall'altra la Battaglia di Ponte Milvio con su scritto IN HOC SIGNO VINCES.

Nell'oratorio di Santa Croce, adiacente alla Cappella del Presepio, è allestito provvisoriamente un "museo della Confraternita S.Croce", ove sono raccolte numerose altre tele e sculture di minor interesse che necessitano di un urgente intervento di restauro.

Di tanto materiale d'arte e artigianato occorre segnalare alcune opere: Una Cena di Emmaus e i Sacrifici di Caino e Abele del tardo '600; una copia seicentesca della tela del Lanfranco da Parma esistente in San Pietro di Leonessa; una Assunzione della Vergine della prima metà del secolo XVIII; un Cristo nell'orto degli olivi con gli apostoli ed una Ascen­sione dipinti alla maniera del Savoldo (sec. XVIII).

Nella Sacrestia un recente restauro -finanziato dalla Confraternita Santa Croce - ha riportato alla luce gli affre­schi originali che adornavano il locale; si può notare nella parete di fondo  un Cristo crocifisso tra San Francesco e Santa Chiara datato 1574, nelle lunette della volta a botte sono raffigurati tutti Santi francescani, la volta è finemente decorata e datata 1701.

Nella parete di fondo al centro troneggia un quadro rappresentante Papa Clemente XIV (unico Papa dell'ordine Francescano).