Il Messaggero, Mercoledì 30 Ottobre 2002

Leonessa. Una semplice cerimonia ha sancito la fine del monastero di San Giovanni Evangelista: mancano le vocazioni
Clarisse, dopo 400 anni il convento chiude

di FRANCESCO CHIARETTI

Leonessa ha detto addio al Monastero delle Clarisse dedicato, insieme alla chiesa, a San Giovanni Evangelista. Dopo quattro secoli dalla nascita, la struttura religiosa è stata chiusa in una calda e assolata domenica d'ottobre. Quattrocento anni di storia religiosa sono stati spazzati via da una cerimonia celebrata come una festa, ma che di festoso non ha avuto niente. Almeno nel cuore delle generazioni di leonessani che sono cresciuti con le ostie e le ciambelle delle "suore di clausura" e di tutte quelle persone che per decenni hanno partecipato alle messe mattutine e hanno avuto con le monache legami e collaborazioni .
E infatti non sono mancate le lacrime da parte di tanta gente per la perdita di quello che era considerato un bene di Leonessa, per una fetta di tessuto sociale della città che se ne è andato, insieme alla campana della chiesa che scandiva il trascorrere del tempo: ormai è solo un ricordo. Come quelle sorelle buone che dal chiuso del loro monastero hanno comunque partecipato alla vita di Leonessa perchè sono state sempre a disposizione soprattutto delle persone più bisognose.
Ultimamente erano rimaste solo in tre, due delle quali malate. La chiusura del monastero - è stato detto - non si è potuta evitare perché non si sono trovate altre suore che hanno espresso la volontà di entrare nel convento. E del resto - sempre secondo la Congregazione delle Clarisse - non è possibile prendere di forza delle suore da altri conventi e portarle a Leonessa contro la loro volontà. E così sia, e così è stato. Forse, però - secondo i parrocchiani - qualcosa in più si poteva comunque tentare.
E adesso si apre l'altrettanto pesante capitolo della fine che farà questo monastero che, tra aree coperte e chiostri aperti, si estende per circa 2500 metri quadrati, in una posizione invidiabile, nel centro storico di Leonessa, subito dietro la Porta Spoletina e le antiche mura. Un valore enorme se si pensa anche a tutto quello che è contenuto al suo interno.
La gente di Leonessa si augura che il Vaticano, proprietario dell'immobile, sappia scongiurare con fermezza il pericolo di mandare il monastero in pasto a scaltre speculazioni edilizie e finanziarie né d’altro canto lo abbandoni al degrado. Si vocifera di una sua riconversione in centro di accoglienza per anziani o per minori che possa dare anche una certa opportunità occupazionale. Una possibilità vista di buon occhio a Leonessa anche perché il monastero continuerebbe a vivere nello stesso tessuto sociale. Comunque sia, Leonessa ha già chiesto di essere informata su qualsiasi tipo di iniziativa che verrà presa sul futuro del monastero di San Giovanni Evangelista.

 

Giovedì 7 Novembre 2002
Leonessa. Il sindaco Trancassini: «La gente non vuole che il monastero venga abbandonato o, peggio ancora, venduto»
Clarisse, bloccato il trasloco
La Soprintendenza, su richiesta del vescovo, ferma i camion già pronti

di FRANCESCO CHIARETTI

Un enorme punto interrogativo e tanta paura di gravi speculazioni edilizie gravano sul futuro del Monastero delle Clarisse di Leonessa, chiuso la settimana scorsa dopo quattro secoli di vita. In questi giorni la struttura religiosa è stata svuotata di mobili e suppellettili: con la regia di alcune suore venute dai conventi vicini, alcuni camioncini hanno fatto diversi viaggi di trasloco.
Ma la presenza di quadri e beni catalogati ha indotto la Soprintendenza ai beni artistici del Lazio a bloccare il trasferimento dei tesori d'arte.
«Decisivo è stato l'intervento del vescovo di Rieti Delio Lucarelli - dice il sindaco Paolo Trancassini - che si è opposto, con il nostro appoggio, allo svuotamento totale del monastero prendendo formale impegno per una riutilizzazione adeguata del convento. La situazione infatti non è stata chiarita da parte della Congregazione per il Clero: uno stabile che viene svuotato di tutto potrebbe far pensare ad una vendita, ma non è questo che Leonessa vuole. Se ci sarà bisogno, il Comune ha già dato la disponibilità al vescovo per trovare parte dei fondi per la riacquisizione dello stabile da parte della Curia e siamo anche pronti a scendere in piazza con la popolazione per difendere questa struttura che rappresenta un vero pezzo di storia per Leonessa».
Una fetta di tessuto sociale della città, dunque, che se ne è andata. Come quelle sorelle buone che dalla clausura del loro monastero hanno comunque partecipato alla vita di Leonessa, mettendosi sempre a disposizione delle persone più bisognose. Ultimamente erano rimaste solo tre suore, due delle quali malate. La chiusura del monastero - è stato detto - non si è potuta evitare perché non si sono trovate altre suore che abbiano mostrato la volontà di iniziare la loro vita religiosa nel convento. Del resto - sempre secondo la Congregazione delle Clarisse - non è possibile trasferire d’autorità delle suore da altri conventi e portarle a Leonessa. E così sia, e così è stato. Forse, però - secondo i parrocchiani - qualcosa in più la Congregazione avrebbe potuto comunque tentare.
Adesso si apre l'altrettanto pesante capitolo della fine riservata al monastero che, tra aree coperte e chiostri aperti, si estende per circa 2500 metri quadrati, in una posizione invidiabile, in pieno centro storico di Leonessa: un valore enorme che farebbe gola a tanti scaltri speculatori edilizi. Ma questo è proprio ciò che la gente di Leonessa non vuole, come non vuole che la struttura venga abbandonata al degrado. Si parla di una riconversione in centro di accoglienza per anziani o per minori che possa dare anche una risposta in termini occupazionali. Una possibilità vista di buon occhio a Leonessa che ha già chiesto di essere informata su ogni sviluppo della vicenda.