Sesti e Sestieri
di Marcello Berardi

Il Sesto di Corno della Terra di Leonessa era regolato da dodici Capitoli che dimostrano quale autonomia avesse raggiunto alla fine del Settecento uno dei sei Sesti, o rioni, nei quali l'Università di Leonessa ripartì il suo territorio sin dai primi tempi della sua costituzione. Tuttavia, l'incorporazione in questi sesti degli abitanti che concorsero a fondare Leonessa, sia che fossero venuti da castelli distrutti, sia che avessero conservato il loro domicilio nelle ville originarie, senza però che avvenisse anche l'incorporazione dei loro rispettivi possessi in un demanio generale, fu causa di controversie a non finire tra i Sestieri, cioè gli abitanti dei singoli Sesti e la stessa Università di Leonessa. Quindi l'unione delle Ville non comportò la fusione del patrimonio e del territorio delle singole ville in quello della nuova città.

Vi fu solo questa distinzione: che gli abitanti delle ville distrutte convenuti in Leonessa o sparsi nelle Ville del Piano, seguitarono a godere, coltivare ed amministrare distintamente le terre dei loro avi; mentre quelli delle ville aggregate, che non trasferirono il loro domicilio a Leonessa, rimasero a questi avvinti  con il solo vincolo amministrativo e giurisdizionale.

In tal modo, il territorio del distretto di Leonessa restò suddiviso come era prima dell'incorporazione delle ville, serbando i "castelli" l'aspetto di una pubblica confederazione con leggi e statuti comuni, concorrendo alle spese generali, ma mantenendo intatto ciascuno l'originario patrimonio che si amministrava a mezzo di propri "Sindici", che più tardi si dissero Procuratori.

Successivamente molte antiche ville scomparvero, altre ne sorsero o, abbandonate risorsero:così si generò nell'antico ordinamento una specificazione diversa dall'originaria. Pertanto le parole Sesto o Sestiere, assunsero altro significato: con la prima si indicò l'originario territorio di ciascuna villa, poi, particolarmente le montagne di cui certe famiglie si dividevao il reddito; con la seconda parola si indicarono gli originari capi famiglia abitatori delle ville che, o rimasti in queste, o trasmigrati nelle città, serbarono intatti i loro diritti nel proprio territorio originario, costituendo quasi una associazione per il godimento in natura e per la ripartizione delle rendite delle terre comuni, tenendosi gelosamente chiusi e non ammettendo fra loro altri cittadini o forestieri.

I Sesti costituirono degli Enti quasi autonomi uniti fra loro dal solo vincolo giurisdizionale: serbarono i loro paricolari statuti, fecero contratti, assolsero le imposte e provvidero con le loro rendite alle chiese e alle opere pubbliche di particolare interesse delle ville e dei Sesti, i quali in tal modo a lungo andare si resero completamente indipendenti dall'amministrazione centrale.

Quando l'Università  di Leonessa volle considerare il territorioi,,l'orig dell'intero distretto come demanio universale, cioè di tutti i cittadini, e trarne le conseguenze, si trovò contro le antiche consuetudini, non essendo avvenuta una reale fusione di tutti i particolari possessi.