Le novità storiche del Palio del Velluto
di Giuseppe Cultrera

"Pro tribus bracchiis panni rubei emptis pro palio currendo....". Questa semplice frase scritta con elegante calligrafia da Cherubino Chiecchi,"camerario" della terra di Leonessa nei mesi di giugno e luglio 1541,è la chiave di una delle "novità" storiche del Palio del Velluto di quest'anno. La rievocazione della tradizionale festa leonessana abolita di autorità sotto il governo di Margherita d'Austria, vuole essere quanto di più fedele possibile all'originale e per far ciò non c'è che un mezzo: la ricerca storica, con l'aiuto della fortuna. E' da tenere presente che il governatore Alessandro Oliva, quando nel 1557 ordinò la soppressione del Palio, ne impose la scomparsa della memoria cittadina, con pene severissime.

Nella ricostruzione avviata quest'anno dal nuovo ente "Palio del Velluto di Leonessa onlus", il punto di partenza è stato proprio il recupero del passato. Opera quanto mai difficile, perchè quasi tutti i documenti ufficiali di Leonessa anteriori al 1800 sono andati perduti. Qualcosa si è salvato, oltre ai due volumi in cui Giovambattista Ciucci raccolse statuti, privilegi e ordinanze:esistono ancora, nell'Archivio storico comunale, un paio di volumi con i conti del "Camerario", cioè il cassiere. Il più antico risale al periodo 1538-1546 e, come per i libri del Ciucci nessuno è stato studiato ancora a fondo. Però spulciando velocemente nell'arido elenco di cifre, ecco saltar fuori quanto l'Università di Leonessa spendeva per il palio in occasione della Festa e della Fiera di S.Pietro.

Molte voci, in un latino talvolta zoppicante, richiedono uno studio più approfondito, ma i 12 carlini (poco meno del prezzo di una pecora) spesi da Cherubino Chiecchi nel 1541 danno un indicazione ben precisa. Il vincitore di ognuna delle tre gare riceveva in premio un "braccio" (poco più di 80 centimetri) di panno rosso. Così quest'anno, alla fine di ogni gara, Margherita d'Austria ha consegnato al vincitore un palio di velluto rosso lungo un braccio, con sopra la scritta "Leonessa 1999", ricamata in oro. Questo simbolo potrà essere conservato in permanenza nelle sede del Sesto, mentre il "Palio di S.Pietro" passa di mano secondo il miglior piazzamento globale.

 

Ecco  le altre novità: realizzazione di costumi fedeli rispetto alla prima metà del 1500; inserimento di una caciotta tra le offerte dei Sesti alla chiesa, in ricordo del "caciofiore" leonessano; lettura della sfida,da parte del vincitore Forcamelone, per il Palio del prossimo anno; esibizione del coro degli studenti di fisica dell'Università di Roma,diretto dal prof. Paolo Camiz, specializzato in canti rinascimentali.

Per il Duemila, ce ne sono altre in serbo.