Piano di Protezione Civile Amatrice
Il
documento del Comune, obbligatorio per legge, prevede con precisione le
conseguenze catastrofiche provocate dal sisma del 24 agosto. Descrive
anche la zona dell'hotel Roma come un'area ad alta instabilità
geologica. E indica lo stesso hotel, ora crollato, al primo posto tra i
luoghi dove ospitare eventuali sfollati
DI
FABRIZIO GATTI
Il
piano di protezione civile del Comune di Amatrice già prevedeva la
distruzione del paese e i potenziali rischi per la popolazione:
«Soprattutto nei piccoli borghi e anche nel capoluogo, caratterizzati da
vie strette senza slarghi». È tutto scritto a pagina 18 del documento
che per legge ogni amministrazione municipale deve predisporre. Si
sapeva cioè dei pericoli. E come si è visto con il terremoto del 24
agosto, non si è fatto nulla per evitarli.
«Si
deve rilevare altresì che l'edilizia abitativa e non del territorio
comunale è per lo più risalente all'Ottocento e ristrutturata con vari
interventi risalenti al Novecento», è scritto nel piano di Amatrice tra
non pochi errori di sintassi che abbiamo corretto: «Gli interventi in
cemento armato e la sua diffusione sono sicuramente riconducibili agli
interventi realizzati dopo il 1960, pertanto il rischio sismico è alto e
lo testimoniano i danni riportati dall'edilizia pubblica e privata
causati dal sisma del 1979 e da ultimo del 2009 che interessò la città
dell'Aquila. Senza dubbio la tipologia costruttiva (muratura portante in
pietrame locale) influenza in maniera determinante la vulnerabilità
degli edifici esistenti con potenziali rischi per la popolazione»
Nemmeno
le strade sono sufficienti in caso di calamità: «Nelle frazioni spesso
la viabilità di accesso e di esodo è garantita da una unica strada. Va
pertanto opportunamente monitorata la viabilità in caso di eventi
calamitosi».
Il
piano indica tra l'altro la zona dell'hotel Roma tra quelle a maggiore
instabilità idrogeologica: «Le caratteristiche dei terreni alluvionali
sabbiosi limosi depositatesi su formazioni più consolidate li rendono
infatti generalmente instabili. Si segnala tuttavia la necessità, da
parte dell'amministrazione comunale, di porre particolare attenzione
nell'approvazione di progetti pubblici e privati, subordinando gli
stessi agli esiti di una relazione geotecnica e geologica che garantisca
la funzionalità del complesso opere-terreni per il mantenimento della
sua stabilità». I geologi sanno bene che nei terreni alluvionali le onde
sismiche amplificano i loro effetti sulle costruzioni sovrastanti.
Come
edificio strategico per il paese il piano di Amatrice indica il
municipio di corso Umberto 70, che però non ha retto alle scosse
evidentemente per scarsa resistenza antisismica. Come luogo dove
riparare eventuali sfollati, al primo posto è invece indicato proprio
l'hotel Roma, nella zona segnalata poche pagine prima tra le aree più
instabili: lo stesso piano di protezione civile, insomma, non tiene
conto di quanto prescrive.
Anche
il Comune di Accumoli, dove la caduta del campanile ha ucciso un'intera
famiglia, ha il suo piano di protezione civile. E lo pubblica sul suo
sito Internet istituzionale. Però il documento è copiato integralmente
da quello di Amatrice, comprese l'intestazione, le vie, le piazze, i
nomi dei referenti, le caratteristiche del territorio. Un errore oppure
un maldestro copia-incolla. Nel piano obbligatorio per legge, Accumoli è
citata soltanto due volte come paese confinante di Amatrice. Quindi è
uno strumento accessibile ai cittadini, ma completamente
inutilizzabile.
Il
piano di protezione civile di Arquata del Tronto resta invece un
mistero. Il sito del dipartimento nazionale della Protezione civile
include il Comune tra quelli che hanno rispettato la legge. Ma non c'è
modo di raggiungere il piano. E cercando sulla pagina del Comune non si
trova.
Non
deve stupire, purtroppo. Gran parte dei sindaci italiani sono nella
stessa situazione. E in Calabria, regione esposta a terremoti molto più
potenti del sisma del 24 agosto, un terzo delle amministrazioni comunali
è del tutto privo di un piano di protezione civile.
E
generalmente i paesi e le città che lo hanno adottato non lo rendono
pubblico e facilmente accessibile ai cittadini. Nel frattempo,
nell'importante periodo di pace tra un terremoto e l'altro, proprio
nelle province più lacunose raramente le agenzie di protezione civile
regionali e il dipartimento nazionale hanno esercitato i loro
poteri-doveri di controllo per spingere i sindaci a rispettare la legge.
(Su Gentile
Concessione www.espresso.it)
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