Domani riapriranno gli uffici del Comune di Leonessa presso i locali dell'ex asilo, dove troverà posto anche la ASL ed il 118. Sempre domani, dopo ripetute verifiche e lavori di bonifica svolti insieme ai VVFF, riaprirà il centro storico di Leonessa. Lunedì, completato il lavoro di trasloco dell'asilo c/o le elementari, riapriranno le scuole. La strada da percorrere è all'inizio e sarà lunga, in salita e difficile, ma con la forza e la lucidità della "mia" comunità, e l'aiuto di tutti coloro che stanno esercitando il massimo sforzo per Leonessa, arriveremo in cima.
(Paolo Trancassini - Pagina Facebook)
COMUNICATO
TERREMOTO: REGIONE LAZIO, ATTIVATO CAMPER A LEONESSA PER VALUTARE DANNI AZIENDE AGRICOLE
"La Regione Lazio ha trasferito da Accumoli, dove sono terminati i rilievi, al Comune di Leonessa, il camper regionale che fornisce servizio di assistenza e di intervento a sostegno degli allevatori e agricoltori dei Comuni gravemente danneggiati dalle ultime scosse di terremoto del 30 ottobre. All’interno del camper saranno presenti tutti i giorni i tecnici degli uffici decentrati dell’assessorato regionale all’Agricoltura e di Arsial per effettuare sopralluoghi presso le aziende agricole, effettuare la valutazione dei danni, fornire assistenza tecnica e dare informazioni utili agli agricoltori per accedere ai fondi previsti dalle misure del programma di Sviluppo Rurale".
Lo comunica in una nota la Regione Lazio.
2 novembre 2016
ROMA -I terremoti del 26 e del 30 ottobre hanno deformato una zona di oltre 600 chilometri quadrati. E' quanto emerge dalla prima analisi dei dati del satellite radar Sentinel 1, del programma europeo Copernicus, elaborate dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dall'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr). Ieri unaprima valutazionedelle osservazioni di Sentinel 1 aveva permesso ai tecnici del Consiglio nazionale delle ricerche e dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di stabilire che in alcune zone il terreno si è abbassato fino a 70 centimetri e che l'area interessata dallo sprofondamento è di circa 130 chilometri quadrati.
Intanto continua l’attività coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC),con il un team di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, CNR-IREA di Napoli), dello stesso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dei dati radar satellitari e della sismologia con il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana(ASI). Le elaborazioni effettuate dal CNR-IREA utilizzando la tecnica dell’interferometria radar differenziale hanno rilevato, in tutta la sua estensione (circa 1100 chilometri quadrati), il campo di deformazione originato dal terremoto. Anche se quello percepibile dai satelliti è di 600 come dicevamo all'inizio.
In particolare, combinando le mappe di deformazione ottenute dalle immagini Sentinel 1 ascendenti e discendenti è stato possibile stimare gli spostamenti sia verticali, sia nella direzione est-ovest. Due i grossi lobi di deformazione orizzontale, uno con uno spostamento verso est nell’area di Montegallo (con un massimo di circa 40 centimetri), l’altro con spostamenti verso ovest nell’area di Norcia (con un massimo spostamento di circa 30 centimetri). Si evidenziano anche significative deformazioni verticali già emerse dalle prime analisi dei dati Sentinel 1, e da una deformazione verticale in sollevamento di circa 12 centimetri sempre nell’area di Norcia. Fra l’altro, gli effetti relativi all’area di Norcia erano già in parte emersi dall’analisi effettuata utilizzando congiuntamente i primi dati Sentinel-1 e quelli della costellazione italiana Cosm-SkyMed (operante in banda X) e sviluppata dall'Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa.
Infine che, a causa delle notevoli entità delle deformazioni avvenute, è possibile che gli spostamenti rilevati siano sottostimati anche di un 30% ma tali effetti saranno corretti grazie alle nuove acquisizioni già previste nei prossimi giorni, in particolare quelle del sensore radar (operante in banda L) a bordo del satellite giapponese Alos.
01/11/2016
ROMA-
Ancora scosse, nella notte, nelle zone devastate dai terremoti del26
e del30
ottobre.
Lo sciame sismico non dà tregua alle popolazioni stremate dalla paura e
dal freddo. Stamani la scossa più forte con magnitudo 4,7 localizzata a
una profondità di 10 chilometri, si è sentita anche a Perugia, Ancona e
Roma. L' epicentro è stato localizzato dagli strumenti dell' Istituto
nazionale di Geofisica e vulcanologia tra i comuni di Acquacanina,
Fiastra e Bolognola, in provincia di Macerata.
Nuovi crolli, ha detto il sindaco diUssita,
Marco Rinaldi, si sono verificati dopo questo episodio. "La chiesa va
demolita per liberare il paese - ha detto aSky
Tg24 -.Mi
assumerò la responsabilità della decisione". "Sto cercando di tornare in
paese. Ieri sera sono stato a Porto Recanati per incontrare i miei
sfollati, il grosso di loro - spiega - circa 150, si trova in un camping
e un'altra cinquantina sono ospitati a Porto Sant'Elpidio. Li ho trovati
sollevati perché per la prima notte sono riusciti a dormire, ma sono
avviliti". "Voglio ringraziare il sindaco di Porto Recanati, che ieri è
venuto a trovarci, ci stanno aiutando in maniera encomiabile. Tra
l'altro - conclude - ha preso l'impegno di inserire nelle loro scuole i
nostri
ragazzi in modo che non perderanno l'anno scolastico".
Drammatica la situazione anche aCastelsantangelo
sul Nera:
"Qui sta crollando tutto, e quello che non crolla è pericolante: il
paese sembra raso al suolo. Per fortuna l'ultima famiglia, che aveva la
casa agibile, e l'ultimo albergatore si sono convinti ieri ad andare
via: restano cinque allevatori, che non possono allontanarsi dal
bestiame", ha detto il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro
Falcucci. "Servono con urgenza tensostrutture per le stalle, e un
container per il Municipio: ora siamo in tenda a 2 gradi sotto zero".
Nelle ore precedenti la magnitudo dei numerosi eventi era stata di
entità minore.
31 /10/2016
Stiamo facendo un buon lavoro.
Oggi abbiamo effettuato le prime ricognizioni nel centro storico, con il
supporto della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, della Forestale
e del Genio Civile. Vogliamo avere un quadro di insieme per capire se la
nostra struttura paese ha retto; da domani inizieremo a raccogliere le
richieste di verifica di agibilita' sulle abitazioni.
Sempre domani ripartiranno servizi primari della macchina amministrativa
come quello della Asl, che potenzieremo e renderemo ancora piu'
operativa con l'allestimento di un presidio logistico-sanitario nei
locali dell'asilo, una delle tre scuole che abbiamo controllato e di cui
confermo la piena idoneità e la totale agibiltà. Negli stessi locali
verrà trasferita la postazione del 118.
I danneggiamenti sono tanti. Abbiamo strutture che hanno retto,
strutture che hanno retto meno e strutture che non hanno retto proprio.
Per fortuna i fondi degli eventi sismici precedenti sono stati ben
spesi, e nel complesso possiamo dire che Leonessa e' ha retto. Abbiamo
verificato le condizioni dei campanili, alcuni dei quali non sembrano
presentare danni particolari.
Quello che ci preme più di ogni altra cosa è di riacquistare al più
presto l'agibiltà di paese.
In questa precisa direzione va lo straordinario lavoro che vede
impegnati appunto il nostro Ufficio Tecnico, la Protezione Civile, Il
Genio Civile, Il Corpo Forestale dello Stato ed il Corpo dei Vigili del
Fuoco.
Obiettivo primario: riaprire il nostro Paese.
Siamo qui con la gente.
Sia io che tutta l'Amministrazione Comunale.
Affronteremo tutti insieme questo momento di emergenza.
Avv. Paolo Trancassini
Sindaco di Leonessa
NORCIA -
Finito a Palazzo Chigi il cdm di emergenza sul terremoto. "Da qui a
venerdì - ha annunciatoMatteo
Renzi-
ci sarà il nuovo decreto legge il cui spirito sarà: semplificare,
accelerare, fare più veloce, non lasciare indietro nessuno". "Nessuna
soluzione sarà calata dall'alto, abbiamo scelto il metodo del massimo
coinvolgimento", ha assicurato. Renzi ha poi annunciato la volontà del
governo di imprimere una accelerazione alle procedure burocratiche della
ricostruzione, "sotto il controllo dell'Anac", l'Anticorruzione diretta
da Raffaele Cantone, e "nel rispetto delle regole". Per farlo, sono
stati estesi "i poteri d'emergenza al capo della Protezione civile" con
un "ordinanza che attribuisce poteri straordinari a Fabrizio Curcio". A
proposito di velocità delle procedure, il presidente del Consiglio cita
la Regione Lazio che "sta concludendo alcune procedure per lo
smaltimento delle macerie, per puntellare gli edifici. Mentre l'amianto
è già stato in parte recuperato". Prima del cdm, il ministro degli
EsteriPaolo
Gentilonialla
Cnn aveva 'invocato' "comprensione dalla Ue". Intanto le popolazioni
terremotate si apprestano a passare un'altra lunga notte tra le
difficoltà dovute al sisma e al freddo. E tra le polemiche.
Renzi: "Container entro natale".
Il premier Renzi ha spiegato che la ricostruzione avverrà inquattro
fasi.
La prima: nell'immediata emergenza, chiederemo a chi può lasciare il
territorio di accettare la proposta di spostarsi qualche settimana. La
seconda, intermedia: icontainer.
È meno piacevole della casetta di legno, spendiamo un po' di più, ma ci
consente di riportare lì la gente partendo dall'assunto che le tende a
dicembre a Norcia e dintorni sono un problema. Terzo: da dicembre, entro
primavera estate, si va avanti con la costruzione delle casette di
legno. Quarto: la ricostruzione vera e propria per mettere le case a
regola d'arte.
"Manderemo le forze dell'ordine del Giubileo".
"Daremo più spazio decisionale ai sindaci - ha assicurato Renzi - e
manderemo nei comuni terremotati più polizia e carabinieri che
provengono dalla gestione eccezionale delGiubileoche
sta volgendo al termine". Nel nuovo decreto sul terremoto ci saranno
"più spazi per il personale agli enti locali che spesso hanno pochissimi
dipendenti, a tempo determinato. Vediamo se li prendiamo da graduatorie
che già ci sono. Daremo più persone per dare una mano sulle aree
colpite".
"Con l'Ue nessun braccio di ferro".
"Con l'Europa nessun braccio di ferro, quel che serve sul terremoto lo
mettiamo. Sono discussioni fuori luogo, vorrei che questo gran dibattito
fosse riportato nella realtà. Non c'è un problema-Ue. Norcia è il luogo
disan
Benedetto,patrono
d'Europa: se passa il messaggio che non ricostruiamo perché c'è un
vincolo europeo vuol dire che abbiamo perso la testa tutti". "Stiamo
rispettando le regole europee che prevedono clausole eccezionali legate
a eventi eccezionali. La mia opinione è che un terremoto 6.5 sia un
evento eccezionale. Ed eccezionale è mettere a posto l'edilizia
scolastica. Eccezionale è l'immigrazione".
"Ricostruiremo le chiese".
Renzi: "Ricostruiremo tutto non solo le case ma anche le chiese. Norcia
senza chiesa è senza identità". Sulla stessa linea il commissarioVasco
Errani:
"Metteremo in sicurezza nei tempi più rapidi possibili i beni culturali.
Lo faremo coi sindaci, con l'utilizzo di professionisti e gare e imprese
per rendere rapide queste scelte. C’è una faglia emotiva che dobbiamo
recuperare, non possiamo lasciare un pezzo del Paese con il rischio di
spopolarsi". "La chiesa di San Benedetto a Norcia ritornerà - ha
ribadito il premier - tutti noi sappiamo che quei simboli del terremoto
devono tornare, così come la chiesa di Assisi".
"Risorse stanziate".
"Le risorse sono già stanziate - ha aggiunto il premier - se ce ne sarà
bisogno, ne metteremo altre. Ma a meno di 36 ore dall'ultima forte
scossa non abbiamo chiaro né a quanto ammontino complessivamente i
danni, né il numero definitivo degli sfollati".
Gentiloni: "Comprensione da Ue".
"Penso che sia totalmente realistico che in una simile emergenza abbiamo
bisogno di comprensione e aiuto da parte dell'Ue". Lo ha affermato alla
Cnn il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. "In due mesi abbiamo
avuto diversi terremoti nella stessa area, e questo sta creando una
situazione molto difficile per la popolazione in una delle più belle
regioni d'Italia". Come ha promesso il premier Matteo Renzi,
"ricostruiremo. E contiamo sulla solidarietà europea".
Suolo abbassato fino a 70 cm.
I rilevamenti del satellite sulla deformazione del suolo sono appena
arrivati. Gli esperti del Cnr e dell’Ingv stanno elaborando le immagini
in questo momento. “Ma possiamo già dire - spiega Simone Atzori,
ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia esperto
in geodesia - che in molte zone il suolo si è abbassato di 70
centimetri. La deformazione ha una forma molto complessa e va da Norcia
alla piana di Castelluccio”.
Intorno alla piana di Castelluccio, ai piedi del Monte
Vettore, i satelliti osservano uno spostamento della terra coerente con
quello che i geologi hanno riscontrato direttamente con i loro occhi.
“Il versante ovest del Monte Vettore – spiega Atzori – è scivolato verso
il basso di varie decine di centimetri”. Già dopo il terremoto del 24
agosto il suolo si era abbassato di circa 20 centimetri in una zona a
forma di occhiale a sud di Castelluccio, fino ad Accumoli.
Polemica per le notti nell'emergenza.
Ma è polemica per la prima notte dopo l'ultima
devastante scossadi
terremoto (lapiù
forte dal 1980),
trascorsa dalla popolazione colpita dal nuovo terremoto tra Umbria,
Marche e Lazio in auto o nelle strutture di accoglienza. "È stata una
notte complicata per i cittadini e per la macchina di assistenza - ha
fatto sapere la Protezione civile - le condizioni non sono facili, la
viabilità ha subito ancora danni". "Nelle frazioni è difficilissimo
arrivare con mezzi ordinari, anche solo il trasporto di una tenda è
difficile: ci vogliono più mezzi per farlo". "Sicuramente il tema della
viabilità ci vede più impegnati in queste ore, bisogna riuscire a
operare in piena sicurezza, e abbiamo visto che il crollo dei massi è
ancora possibile".
La contestazione.
"Ridateci le tende" è la richiesta che arriva dalla maggior parte degli
abitanti di Norcia che ha scelto di rimanere in città pur avendo le case
inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all'interno
della zona rossa. La Regione assicura comunque che già nelle prossime
ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà
passare la notte. "In modo che nessuno sia costretto a rimanere in auto"
sottolineano.
Lo sfogo."Le
tende non dovevano essere smontate" affermano a Norcia quelli che si
ritrovano per la colazione nella struttura antistante il palasport.Parole
urlate anche durante una assemblea con il sindaco Nicola Alemanno."Non
sono più 'solo teli' come una volta - afferma Adolfo, uno degli sfollati
- ma ambienti confortevoli e riscaldati. Possono permettere a chi rimane
qui di affrontare meglio le difficoltà di queste ore". Una situazione
che la presidente della Regione Catiuscia Marini ha affrontato
stamattina in un incontro a Cascia con il capo della protezione civile
Fabrizio Curcio e il commissario governativo Vasco Errani. Vertice che
si è poi spostato negli altri centri colpiti dal sisma.
Castelli, ferita la capitale della ceramica d'Abruzzo.
Castelli - una delle più importanti città della ceramica del mondo - era
già parte del cratere sismico del terremoto de L'Aquila. La scossa del
30 ottobre ha aggravato una situazione già critica, determinando la
necessità di provvedere alla istituzione di una zona rossa con totale
interdizione all'ingresso anche pedonale nelle vie dell'intero centro
storico. "Si contano ben 37 famiglie sfollate e numerosi crolli; la
chiusura del centro storico è stata una scelta obbligata", ha fatto
sapere il sindacoRinaldo
Seca.
Catiuscia Marini: "Dobbiamo assistere oltre 5.000
persone".La
presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha sottolineato che "in
Umbria la situazione resta difficilissima". "Siamo ancora impegnati
nella massima emergenza - ha spiegato - per continuare ad assistere la
popolazione e garantire tutte le necessità minime per quanti hanno
dovuto abbandonare le loro abitazioni. Purtroppo ora siamo in presenza
di numeri che non hanno più nulla a che vedere con il sisma del 24
agosto. Ora invece dobbiamo assistere oltre 5.000 persone".
I tecnici hanno effettuato un sopralluogo per controllare
la situazione molto particolare del fiume Nera, all'altezza di Visso, al
confine tra Marche e Umbria: una frana di notevoli dimensioni ha
interessato la strada e l'alveo creando di fatto un'ostruzione, un
bacino, e va controllata, monitorata e gestita.
Gli sfollati.
La Protezione civile ha fatto sapere che ci sono 15 mila assistiti
registrati nelle strutture dell'accoglienza. "Se per ilterremoto
del 24 agostoci
sono state 70mila istanze per sopralluoghi, adesso questo numero
salirà". Oltre cinquecento persone sono accolte in strutture alberghiere
nell'area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa
adriatica. A queste si aggiungono circa tremila in Umbria e altre
settemila nelle Marche ospitate in strutture di prima accoglienza
allestite a livello comunale.
NelTeramanosono
circa 3.000 le persone fuori casa. Diciotto i comuni interessati nella
provincia più colpita in Abruzzo. Segue quella dell'Aquila con 14
comuni. Secondo il report aggiornato dai comuni teramani, il numero (il
provvisorio è 3.261) comprende sfollati e chi è in attesa delle
verifiche di agibilità ma anche chi preferisce dormire fuori. Solo 2.000
gli sfollati a Montorio al Vomano.
I soccorritori.Prosegue
senza sosta l'attività dei soccorritori a Norcia. In città stanno
affluendo personale e materiali come coperte, viveri e bagni chimici. In
volo anche gli elicotteri di vigili del fuoco e delle altre forze di
polizia. Tutto mentre continuano ad avvertirsi scosse di terremoto,
anche intense.
Nuove scosse.Nella
notte la terra ha continuato a tremare senza sosta. Dopoil
primo forte terremoto di ieri mattinasono
state registrate oltre 700 scosse dalla rete sismica dell'Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). La piu forte, alle 4.27,
di magnitudo 4,2 a 11 chilometri di profondità e a soli 3 chilometri da
Norcia. Diverse le scosse avvertite chiaramente dalla popolazione e
dagli sfollati. "Dormire? Qui è tutto un dondolio, che ti vuoi dormire?
Ha pure gelato stanotte", ha commentato sconsolato il sindaco di Ussita
Marco Rinaldi, che è rimasto con soli altri 14 cittadini, più le forze
dell'ordine e i volontari a tentare di riposare nel campeggio del paese,
senza andare a dormire sulla costa a Porto Recanati o Porto sant'Elpidio
come gli sfollati.
Salvato un cane dalle macerie.
I vigili del Fuoco hanno trovato un cane sepolto vivo sotto le macerie
di Norcia. E lo hanno soccorso, consegnandolo poi a un veterinaio dell'Enpa
(Ente nazionale per la protezione degli animali). L'organizzazione
animalista ha condiviso sul suo account Twitter il video del salvataggio
e alcune foto che mostrano il cane in una clinica a Rieti
(www.repubblica.it)
30 /10/2016
TERREMOTO, REGIONE, 100 VOLONTARI
PROTEZIONE CIVILE LAZIO AL LAVORO DA QUESTA MATTINA
OFFERTI 1000 PASTI, A LEONESSA 200
PERSONE OSPITATE NEL PALAZZETTO DELLO SPORT
Circa 100 volontari di Protezione civile
regionale stanno operando sin da stamattina tra Amatrice,
Accumoli e negli altri Comuni colpiti dalla nuova scossa. Sono
stati offerti circa 1000 pasti nelle 3 cucine dei punti di
assistenza di Torrita, Amatrice e Sommati alla popolazione e ai
soccorritori. 52 persone saranno assistite già da stanotte nei
tendoni mensa ancora allestiti ad Amatrice, 45 cittadini di
Amatrice sono già partiti e hanno deciso di trasferirsi nelle
strutture ricettive sulla costa, mentre 40 persone saranno
ospitate da domani
mattina nei Map (Moduli
Abitatiti Provvisori) de L’Aquila disponibili. Da domani
mattina, con una apposita
task force, ricominceranno tutte le verifiche tecniche per
accertare l’agibilità degli edifici.
Sul fronte della viabilità da domani
mattina, insieme ai Vigili
del Fuoco e ai tecnici , la Protezione civile regionale lavorerà
per rendere di nuovo agibili le strade di percorrenza. Le
tendopoli non verranno riposizionate. A Leonessa saranno
ospitate oltre 200 persone nel Palazzetto dello Sport con
coperte e brandine fornite dalla Protezione civile della Regione
Lazio e analoghe iniziative saranno adottate in tutti i Comuni
colpiti dal terremoto di questa mattina che ne hanno fatto
richiesta.
Sono stati inviati inoltre due generatori
da 50 chilowatt più 6 generatori tra i 20 e i 10 chilowatt, una
tensostruttura ad Antrodoco come riferimento per la Protezione
civile e una tenda a Castel Sant’Angelo per fornire assistenza
alla popolazione del posto”.
Così in una nota la Regione Lazio.
30 ottobre 2014
Castelluccio praticamente rasa al suolo
(Leonessa - La situazione dopo il sisma del 30 ottobre 2016 - Su gntile concessione www.rietilife.it)
(Gli Abitanti del Centro storico di Leonessa lasciano la zona
evacuata - Foto di Emiliano Grillotti)
RIETI - E' in corso di allestimento a Leonessa un'area di accoglienza da
circa 200 posti letto all'interno del Palasport, mentre di fronte la
Protezione civile del
Lazio
sta allestendo una tensostruttura per adibirla a mensa. L'intero centro
storico di Leonessa è stato evacuato questa mattina in seguito alla
scossa delle 7.41.
L'edificio del Comune risulta inagibile, così come molti altri edifici
pubblici e privati. Lesionata la torre campanaria.
La frazione che ha subito i danni maggiore è quella di Terzone.
RIETI - La forte scossa di terremoto tra Umbria e Marche ha prodotto
conseguenze anche a Rieti e provincia. Lesioni in alcune case del
centro città, in via Roma.
ULTIM'ORA
Centro storico sfollato a Leonessa per ordine del sindaco Paolo
Trancassini. Nel centro si sono verificati alcuni crolli. In corso
le verifiche dei vigili del fuoco e dei tecnici comunali. Centro
storico evacuato anche a Casperia, con 250 persone circa in strada.
A Casperia si sono riscontrate lesioni evidenti nella chiesa
parrocchiale ed è parzialmente crollata in via Sabo una torre di un
vecchio edificio nel centro storico. Il sindaco Stefano Petrocchi ha
allestito un'area accoglienza e una mensa nel campo sportivo, oltre
a un servizio navetta per trasportare gli anziani. E' inoltre in
contatto con la Dicomac per capire come muoversi per la notte.
Situazione simile anche a Cittareale, dove alcuni edifici fatiscenti
sono crollati, entre altre abitazioni hanno subito lesioni. Non ci
sono feriti, ma nessuno vuol rientrare nelle proprie case. Il
sindaco Francesco Nelli è in contatto con la Dicomac e ha chiesto la
possibilità di ottenere tende o comunque di allestire un centro di
accoglienza.
Al momento, a quanto riferiscono i vigili del fuoco, sono circa 300
le richieste pervenute, dopo la scossa di terremoto delle 7.41, per
verificare la stabilità e i danni subiti negli edifici privati e
pubblici di Rieti.
Il problema che ora si pone a Rieti come in altri centri della
provincia è dove trascorrere la notte. Molte persone sono ancora in
strada e in tanti non hanno intenzione di rientrare nelle abitazioni
per trascorrervi la notte. L'assessore comunale Alessandro Mezzetti
ha proposto, nella riunione che si è svolta in Prefettura del Centro
di coordinamento soccorsi di approntare centri di accoglienza per
dare ricovero alla gente. «Il piano di Protezione civile va messo in
atto», ha detto Mezzetti. Il viceprfetto Grieco, al momento, ha
detto che per l'operativa dei soccorsi il centro comunale sarà
quello di via della Foresta. Alle 16 seguirà un aggiornamento al Coi
comunale.
AL DE LELLIS DIMESSI TUTTI I
PAZIENTI MENO GRAVI
«Per ora non ci sono stati danni strutturali, ma abbiamo avuto
indicazioni dalla direzione, di dimettere i malati che possono esser
dimessi per facilitare eventuali operazioni, qualora si dovessero
rendere necessarie nelle prossime ore». A spiegarlo all'Ansa, a
margine del 18/esimo congresso nazionale dell'Associazione italiana
Medici
ncologi (Aiom), è il direttore dell'Oncologia medica ospedale di
Rieti Anna Ceribelli. «Abbiamo avuto crepe sui muri e molta paura ma
niente danni, come confermato dai sopralluoghi dei vigili del fuoco
che ci sono stati stamattina», spiega. «Non sempre - aggiunge - i
pazienti lo vorrebbero, ma dimettere chi può esser dimesso è
essenziale perché in caso di emergenza gli operatori possano
concentrarsi nel mettere in salvo i pazienti più gravi, che non
riescono a spostarsi autonomamente».
IL CENTRO COORDINAMENTO
SOCCORSI RIUNITO IN PREFETTURA
Ecco l'ultimo aggiornamento della situazione a Rieti e provincia.
Nel capoluogo sfollata una famiglia da un'abitazione di via Angelo
Maria Ricci. Altra abitazione sfollata perché dichiarata inagibile.
Grossi problemi sono segnalati anche a Magliano Sabina, dove il
problema è rappresentato dall'acquedotto. Evacuate tutte le
abitazioni vicine, mentre è in atto lo svuotamento del serbatoio.
In azione tra Rieti e provincia ci sono ben undici squadre dei
vigili del fuoco. Controlli approfonditi sono in corso in tutte le
case di riposo per anziani del territorio.
Sono segnalati problemi a Pendenza per il campanile. Per quanto
attiene all'Alto Velino, il Coi dei Comuni della zona è stato
predispoto a Borbona.
CENTRI COMMERCIALI DA CHIUDERE
Il viceprefetto Grieco ha chiesto di predisporre la chiusura dei
centri commerciali. Al momento, l'unico aperto è il Conad di via
Greco.
Il Ponte Romano è stato riaperto dopo la momentanea chiusura per le
verifiche di rito.
Allarme rientrato al de Lellis di Rieti, nessuna evacuazione, ma
proseguono le verifiche dei vigili del fuoco.
Danni, dalle prime informazioni,a Leonessa.
SITUAZIONE SCUOLE
Continueranno a restare chiuse le scuole a Rieti. Domani chiusura
imposta anche a Greccio e Leonessa, dove invece erano rimaste aperte
negli ultimi giorni.
«Ho visto il decreto ed è come dicevo io. C'è pari
dignità per prima e seconda casa, residenti e non residenti, sostegno
sulle strutture temporanee del mondo produttivo. È quello che avevo
chiesto dall'inizio e che non era il tentativo di un assalto alla
diligenza. Qui abbiamo oltre 5000 seconde case e se non ci fosse stata
tale misura conveniva chiedere il Tfr. Oggi è una buona giornata,
ringrazio il commissario Errani e il premier».
Sergio
Pirozzi, Sindaco di Amatrice
Verso la conclusione
anche la raccolta delle domande per l'assegnazione dei moduli abitativi
provvisori
Volge al termine l'operazione di sgombero delle tendopoli nel territorio
di Amatrice. Le ultime famiglie ancora alloggiate nei campi di
accoglienza si stanno trasferendo verso le soluzioni abitative scelte
nei giorni successivi al terremoto del 24 agosto, e nelle prossime ore
tutti e 14 i campi allestiti nel territorio di Amatrice saranno
definitivamente chiusi.
Parallelamente, si avvia alla conclusione anche la raccolta delle
domande per l'assegnazione dei moduli abitativi provvisori, che nei
prossimi mesi andranno a costituire quella 'Amatrice ponte0 in grado di
ospitare la popolazione nella fase di ricostruzione vera e propria.
«Abbiamo già consegnato le aree nel territorio di Amatrice e nella
frazione di Sant'Angelo - dice il sindaco Sergio Pirozzi a Radio
Amatrice - invito tutti coloro che sono ancora nelle tende a velocizzare
le operazioni di trasferimento, perché ogni giorno di ritardo in questa
fase costituisce un giorno di ritardo nelle operazioni di ricostruzione
e nella consegna delle abitazioni temporanee».
Con 812 richieste formalizzate la scelta del contributo di autonoma
sistemazione (Cas) si conferma l'opzione più richiesta da parte degli
sfollati di Amatrice e delle sue frazioni.
(Su
gentile concessione della Redazione di www.ilgiornaledirieti.it)
Amatrice, piano e voce tra le macerie: l'Ave Maria di Bocelli per le
vittime del sisma
Un pianoforte e una voce di fronte la zona rossa di Amatrice. E' andato
in scena l'omaggio di Andrea Bocelli davanti le macerie della città
reatina distrutta dal terremoto del 24 agosto scorso.
L'Ave
Mariadi Schubert ha
risuonato tra i cuori dei cittadini presenti
27 /09/2016
«Per tutti i nostri allevatori in difficoltà, perché colpiti dal
terremoto e che hanno visto la loro casa gravemente danneggiata, abbiamo
raggiunto un accordo con la Protezione Civile, che sta inviando loro dei
moduli abitativi di servizio. In questo modo, nel pieno rispetto delle
normative urbanistiche vigenti, gli allevatori potranno continuare a
vivere accanto ai loro capi e alle loro aziende, mantenendo viva la loro
capacità economica e senza mettere a repentaglio ciò che fornisce loro
il sostentamento».
Lo comunica il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. L'iniziativa si è
resa necessaria per garantire, all'approssimarsi dei primi freddi e a
pochi mesi dall'inverno, che il mondo degli allevatori di Amatrice possa
continuare a operare nonostante i danni del sisma dello scorso 24
agosto. Peraltro, questa soluzione spegne sul nascere il rischio di
speculazioni che alcune realtà, pubblicizzando - oltre a sponsorizzare
se stesse - possibili donazioni di casette prefabbricate non in regola
con le leggi urbanistiche dello Stato, potrebbero ingenerare. Infine,
l'accordo ottenuto evita il proliferare di soluzioni abitative 'fai da
te', che non aiuterebbero una ricostruzione cittadina coerente e
rispettosa delle leggi.
«Non ci è stato concesso di autorizzare nessuna casetta prefabbricata
abusiva - spiega Pirozzi - in quanto non sono state previste deroghe
alla legge urbanistica. Avevamo predisposto, in un primo tempo, persino
un'ordinanza specifica nell'ambito delle abitazioni provvisorie, che
tuttavia è stata respinta. La soluzione che abbiamo trovato, comunque,
rispetta pienamente le regole, risolve il problema nel concreto ed è una
risposta chiara a quanti hanno polemizzato nei giorni scorsi per un caso
che, più che di donazione, si potrebbe definire di auto-pubblicità
scorretta. Abbiamo bisogno che gli interventi di ricostruzione di
Amatrice, anche della cosiddetta 'Amatrice a tempo', vengano fatti bene
e ci stiamo impegnando strenuamente per questo».
(www.ilgiornaledirieti.it)
Charlie Hebdo all’attacco di Sergio Pirozzi. Il settimanale satirico
francese, dopo la vignetta e le polemiche e la denuncia ricevuta dal
Comune di Amatrice, ha pubblicato un editoriale firmato dal
caporedattore Gérard Biard e intitolato “Comédie à l’italienne”. Questo
il testo tradotto dell'editoriale.
"Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, potrà dire di aver mantenuto
almeno una delle sue promesse – cosa che, per un eletto italiano, è
degna di nota. Ha denunciato Charlie Hebdo. Arrabbiatissimo per i
disegni di Coco e di Félix, il primo cittadino della città distrutta dal
terremoto del 24 agosto ci ha denunciato per “diffamazione aggravata”.
Un’accusa un po’ curiosa, visto che la polemica
isterico-mediatico-politica che ha infiammato l’Italia a causa dei
nostri disegni si basava inizialmente sulla nozione di offesa al buon
gusto. Resta quindi da sapere se la giustizia italiana giudicherà questa
denuncia ricevibile. Considerato che ha già molto lavoro, e che non
mancheranno le occasioni, nel quadro del suddetto lavoro, di ascoltare
lo stesso sindaco di Amatrice. La polvere dei palazzi crollati, infatti,
era a malapena caduta che già ci si ponevano un sacco di domande.
La lettura dei giornali italiani aveva d’altronde questa ultime
settimane qualcosa di assai comico. Mentre gli editorialisti facevano a
gara nell’indignarsi a proposito dei “cliché” che i nostri disegni
avrebbero veicolato, altri giornalisti seguivano l’inchiesta dei
magistrati del “pool anticorruzione” incaricati, fin dall’indomani del
sisma, di portare alla luce ciò che poteva eventualmente nascondersi
sotto le macerie di Amatrice. […] Cosa che dava un po’ l’impressione che
questi editorialisti oltraggiati non leggono i giornali sui quali
scrivono…".
Una scossa di magnitudo 4.1 è stata registrata nella
provincia di Rieti all’1:34 dalla sala sismica dell’Ingv. I comuni più
vicini all’epicentro sono quelli di Accumoli, Amatrice e
Arquata del Tronto, già devastati dal sisma del 24
agosto. Il terremoto è stato avvertito anche nella provincia di Ascoli
Piceno. Una seconda scossa, questa volta di magnitudo 2.1
a 10 km di profondità, è stata registrata sempre
nella stessa zona all’1:47.
L’ANGOSCIA DEGLI SFOLLATI
Nelle tendopoli è stata una notte segnata dalla paura. Centinaia di
sfollati hanno rivissuto l’incubo del sisma. Alle 3,20 c’è stata una
terza scossa, questa volta di magnitudo 3.2. Alle 5,30 la terra ha
invece tremato in provincia di Perugia con due scosse, a distanza di
pochi minuti: la prima di magnitudo 3.4 e la seconda di 3.1. Solo nel
Comune di Amatrice sono ancora 850 le persone ospitate nelle tendopoli
allestite dalla protezione civile dopo il terremoto che la notte tra il
23 e il 24 agosto ha ucciso 297 persone.
ARRIVA IL FREDDO
Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi non si ferma un istante da quasi
un mese, da quando il terremoto ha raso al suolo buona parte del Comune
che amministra. Riceve tra una riunione è l’altra, mentre organizza
l’ennesimo spostamento della sua gente rimasta senza una casa la notte
del 24 agosto. È preoccupato: «Sta arrivando il freddo, la pioggia c’è
già da giorni, e in tenda non si può più stare. Da venerdì liberiamo i
campi». Spiega che l’obiettivo principale adesso è eliminare le tende
anche per permettere alla Protezione civile di costruire i map (moduli
abitativi provvisori) che sorgeranno al posto delle tendopoli più
grandi. Sono una decina i campi creati nei dintorni di Amatrice che
accolgono da quasi un mese, nelle tende blu della Protezione civile,
tutti coloro che hanno perso la casa la notte del sisma e i
soccorritori, venuti da tutta Italia, che lavorano nella zona.
VIA LE TENDE
I due campi maggiori sono gestiti con l’Anpas (Associazione nazionale
pubbliche assistenze) ma anche le tendopoli più piccole lavorano a pieno
regime: ospitano complessivamente 850 persone alle quali viene offerto
un letto, una mensa, supporto psicologico, piccole ludoteche per i
bambini e altri servizi come la lavanderia, o il taglio di capelli
grazie all’opera di parrucchiere volontarie. Dalla fine di questa
settimana i campi verranno progressivamente chiusi: via le tende e chi,
tra gli ospiti, ha una casa che è stata giudicata agibile potrà
tornarci. Gli altri useranno case che hanno resistito al sisma e sono
state offerte da proprietari residenti altrove. Quelli che non se la
sentono di tornare nelle case che hanno resistito al terremoto verranno
trasferiti in alberghi o faranno richiesta del cosiddetto “cas”,
contributo per autonoma sistemazione.
(www.lastampa.it)
19 /09/2016
«Abbiamo appena consegnato il primo dei moduli abitativi destinati alle
famiglie di agricoltori e allevatori che non hanno abbandonato le loro
aziende, i loro allevamenti. Oggi è fondamentale assicurare la
continuità produttiva».
Così David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, ha
commentato la consegna del primo modulo abitativo “agricolo” all’azienda
di Valeria Cavezzi di Roccapassa, frazione di Amatrice, che nel
terremoto ha perso un figlio di 13 anni, oltre a casa e stalle. Le
“casette” provvisorie, reperite grazie alla sinergia tra Coldiretti, le
regioni Lazio e Friuli e la Protezione Civile, saranno collocate nei
piazzali delle aziende distrutte dal sisma, per consentire ai produttori
di continuare ad accudire quotidianamente il bestiame, ovicaprini, ma
soprattutto vacche da carne e da latte.
Poche ore prima l’assessore all’agricoltura del Lazio, Carlo Hausmann,
incontrando i soci Coldiretti, ha anche annunciato l’apertura del bando
per reperire il fornitore dei primi ricoveri provvisori per il bestiame
che sono in grado di ospitare, a seconda degli animali, da 20 a 90 capi.
Le strutture, cosiddetti tunnel, andranno a sostituire provvisoriamente
le stalle rese inagibili dal terremoto, che sono oltre il 50% di quelle
disseminate nelle campagne tra Amatrice e Accumoli.
Saranno messe a disposizione degli allevatori in comodato d’uso
gratuito, dunque a costo zero per gli assegnatari. Inoltre sarà attivata
la misura del Psr che consente di finanziare al 100% tutte le spese che
saranno affrontate dagli imprenditori agricoli per ricostituire il
proprio patrimonio aziendale, dunque acquisti di strumenti, attrezzature
e strumenti danneggiati e resi inservibili dalla scossa dello scorso 24
agosto.
«Procede come da programma – ha aggiunto Granieri, che ad Amatrice ha
accompagnato il presidente nazionale della Coldiretti, Roberto Moncalvo
– la nostra attività per scongiurare che dopo la tragedia del sisma si
debba assistere anche al dramma dello spopolamento delle campagne e
dell’abbandono delle attività agricole».
Il piano di interventi messo in campo dalla Coldiretti per sostenere e
favorire la ripresa delle attività agricole ha fatto registrare oggi un
altro momento significativo e concreto, ossia l’inaugurazione della
grande tensostruttura, realizzata in località Sommati, che ospiterà per
tutta la durata dell’emergenza il deposito per la conservazione e lo
stoccaggio dei foraggi e dei mangimi necessari ad assicurare
l’alimentazione del bestiame.
(www.ilgiornaledirieti.it)
Sono 3.300 i posti di lavoro a rischio nelle campagne nei territori dei
17 comuni che hanno subito danni strutturali gravi si contraddistinguono
per un'elevata densità di aziende agricole che sono oltre 7 ogni 100
abitanti, rispetto alla media nazionale di 2,7%.
È quanto emerge dal primo bilancio dei danni elaborato dalla Coldiretti
nelle campagne di Amatrice dove entro un mese dalle prime scosse è stato
consegnato il primo modulo abitativo agricolo all'azienda Cavezzi
Valeria gravemente colpita dal sisma con la morte del figlio di 13 anni
e la perdita di casa e stalla nella frazione di Roccapassa di Amatrice
ed inaugurato nella frazione di Sommati la grande tensostruttura della
Coldiretti da utilizzare come "maxicambusa" per i mangimi necessari per
garantire l'alimentazione degli animali durante l'inverno nelle aree del
sisma. «Tra manodopera familiare ed esterna, le campagne delle zone
colpite - sottolinea Coldiretti - danno lavoro a migliaia di persone,
contribuendo in modo importante all'economia di quei territori».
Sotto il profilo dell'orientamento produttivo - aggiunge la Coldiretti -
emerge che la percentuale maggiore di superficie agricola utilizzata è
destinata a prati permanenti e pascoli (71,7% rispetto al 26,7% del dato
nazionale) a conferma del deciso orientamento verso le attività di
allevamento con 55961 animali e il prevalere quasi ovunque delle pecore
anche se i bovini sono presenti a Norcia, Cascia ed Amatrice».
(www.ilgiornaledirieti.it)
Allevatori in trincea ad Amatrice, con un'unica parola d'ordine: non
mollare. Sono le storie di Luca, Alfredo, Mario, e di tanti altri uomini
tenaci che hanno deciso di rimanere vicino ai loro animali per non
perdere tutto quello che hanno, o meglio quello che è rimasto, dopo la
furia devastante del terremoto.
La forza della disperazione li fa andare avanti nonostante le loro
stalle siano crollate e le fattorie siano inagibili. E nonostante il
maltempo, che ora si abbatte su quelle zone renda tutto estremamente
difficile, ai limiti del possibile mungere, foraggiare le mucche e le
pecore. Ma loro hanno deciso di rimanere con le famiglie, magari sotto
una tenda o in una roulotte.
Perché «l'unica fonte di reddito è lì e bisogna continuare», spiegano.
Ma anche per il timore degli «sciacalli», perché nelle campagne possono
agire più facilmente e il rischio di perdere bestie, trattori, attrezzi
agricoli, il loro patrimonio, è troppo grande. Alfredo Perilli, ha un
allevamento di un centinaio di vacche chianine e una quarantina di
cavalli da tiro pesante. Vive in una roulotte con sua moglie Marta al
sesto mese di gravidanza e una bambina di 4 anni, nella frazione di
Colli a 1,5 chilometri da Amatrice.
«Stiamo aspettando un container, per adesso abbiamo una stufetta. Mia
moglie è coraggiosa, per ora sta qui, poi tra un mese andrà a Roma e io
rimarrò. Non posso lasciare le bestie che, per fortuna, al momento del
sisma, erano su all'alpeggio e non sono morte sotto le macerie»,
racconta Alfredo all'Adnkronos. La sua cascina ha subito lesioni al
tetto della stalla e alla porcilaia, ma l'allevatore si rammarica ancor
di più perché non può tornare nella sua casa al centro di Amatrice in
'zona rossa'.
«La mia casa era stata ristrutturata ed è rimasta in piedi, ma siccome
confina con un'altra che è crollata ci hanno fatto uscire e non possiamo
tornare. Sono sconvolto - aggiunge - anche perché ho perso due zie e una
cugina. Io e la mia famiglia (mio padre e le mie sorelle) abbiamo perso
tutto, vari negozi e il nostro ristorante ('La Conca') assai rinomato».
Non vuole abbandonare la sua attività neanche Luca Guerrini, 36 anni,
che dorme in una tenda canadese con il padre di 71 anni per accudire 19
vacche da latte e 40 pecore, dopo che parte della stalla e il fienile
sono crollati, e la sua casa rurale, sopra abitazione e sotto magazzino,
non è agibile.
«Dove vado? È dura ma non cambio vita - afferma Luca che si trova nella
frazione di Faizzone - tutte le mattine alle 5,30 e poi la sera dobbiamo
mungere le vacche, io e mio padre ci alterniamo, per questo motivo siamo
qui - spiega - non possiamo stare nella tendopoli di Sant'Angelo dove si
è rifugiata mia madre. Noi ci andiamo per mangiare qualcosa di caldo,
per lavarci, ma dormiamo in tenda, accampati come i nomadi». Mungere le
mucche intanto con i diluvi di questi giorni è sempre più difficile, ma
«finché non nevica ci proviamo, poi vedremo, speriamo di non doverle dar
via per quattro soldi», sostiene. «Se andiamo via il paese si svuota.
Per ora va malissimo, ma la nostra famiglia rimane». Così Mario De
Angelis che alleva 250 pecore e produrre formaggio nella frazione di
Santa Giusta a 6 chilometri da Amatrice.
Mario, 27 anni, nonostante sia perito agrario porta avanti l'attività di
pastorizia e vive con i suoi familiari in due container comprati a spese
proprie perché le abitazioni non sono agibili dopo la forte scossa del
24 agosto. «Le nostre case stanno in piedi ma ci hanno vietato di
entrare - racconta - e così ci siamo organizzati in due container
abbastanza grandi, dove viviamo in 12. L'azienda è di mio nonno, ci sono
le mie zie, i miei, abbiamo anche una trentina di mucche ma la
situazione è critica. Rimanere, comunque, penso sia la scelta giusta
(www.ilgiornaledirieti.it)
18 /09/2016
"Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto dopo la tragica notte del
terremoto, in cui le lancette si sono fermate, sono completamente
sfigurate”. Con queste parole Domenico Pompili, vescovo di Rieti,
ricorda il dramma della sua gente. Egli porta ad Assisi la voce delle
vittime del sisma: “Prima le grida, poi il silenzio. Le case da culle a
tombe. I luoghi di convivialità e ristoro implosi e franati, antiche
chiese distrutte, preziosi affreschi in polvere. Le case degli uomini e
le case del Signore, quasi niente è stato risparmiato”, ma tutto questo
“non può e non deve essere l’ultima parola”. E’ crollato un mondo, ma –
auspica il vescovo – “non si è spento lo spirito di questi luoghi, che
il dolore rende ancora più sacri”.“C’è una missione scritta nel luogo,
nelle pietre e nei monti, nella terra che reca le tracce di San
Francesco – ha continuato il vescovo -, una missione che va onorata.
Questa radice di spirito, natura e storia non è importante solo per la
gente di qui, per trovare la forza di ripartire”.La solidarietà generosa
di tutti gli italiani, che si è mobilitata da subito, “ha incontrato una
popolazione dignitosa e composta”. Nella terra che reca le tracce di San
Francesco c’è la linfa che può e deve nutrire la ricostruzione: “Abbiamo
bisogno dello sguardo radicato in questa cultura. In un mondo dove la
tecnocrazia diventa sempre più potente, le città sempre più uguali, le
relazioni sempre più contrattuali c’è bisogno della prospettiva unica
che si apre da questi luoghi”.Il tempo congelato dalle lancette, in
quell’istante che si è mangiato le case e le vita, “deve ripartire,
diventare un tempo forte propizio alla rinascita”.
(www.meteoweb.eu)
17 /09/2016
"Il tempo dell'emergenza è alle spalle. Ora iniziamo una
nuova fase, siamo pronti a partire con lo smontaggio delle tendopoli,
che inizierà venerdì prossimo". L'annuncio arriva dalsindaco
di Amatrice Sergio Pirozzi,
che aggiunge: "Entro il prossimo weekend, d'accordo con le istituzioni
regionali daremo il via alle operazioni per consentire in tempi
ragionevoli il rientro dei cittadini di Amatrice in edifici più
consoni".
Una questione di dignità,
stando alle parole del primo cittadino di Amatrice, che ribadisce: "Non
meritiamo di rimanere in tenda. Non siamo animali, siamo a mille metri e
qui c'è gente che non sta bene di salute e psicologicamente. Vogliamo
che partano subito le gare, perciò venerdi' inizieremo lo sgombero dei
campi. Entro una settimana dovranno essere tutti alloggiati altrove, con
le varie soluzioni che ci sono. La nostra
comunità merita rispetto e il sindaco deve fare il
sindaco, cioé difendere la propria gente".
Arriva a stretto giro anche il commento delpresidente
della regione Lazio, Nicola Zingaretti,
che dichiara in una nota: "Bene l'annuncio del sindaco Sergio Pirozzi
sull'avvio dello smontaggio delle tendopoli.
Grazie al grande lavoro e all'impegno di tutti ora
andiamo avanti. Si apre una nuova fase per arrivare presto alla
ricostruzione di Amatrice".
Intanto, ilvice
sindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi,
ricorda: "Ad Arquata e in generale nel versante marchigiano delle zone
colpite dal terremoto ci sono stati più danni strutturali rispetto alle
altre aree. Lo ha riconosciuto anche il commissario straordinario Vasco
Errani, oggi in visita da noi".
(www.tgcom24.mediaset.it)
16 /09/2016
ASCOLI PICENO-
Oro, gioielli e orologi per qualche milione di euro sono stati
recuperati il 3 settembre, in una casa di Pescara del Tronto, nel Comune
di Arquata. Il tesoro era nascosto tra le intercapedini delle mura in
pietra di una dell abitazioni crollate nelterremoto
del 24 agostoscorso.
Nella casa vivevano due anziani coniugi, entrambi morti, travolti dai
detriti. Ricettazione è l'ipotesi di reato per cui indagano i
carabinieri di Ascoli. Un atto che ha consentito alla magistratura di
porre sotto sequestro i preziosi, rivendicati dagli eredi della coppia,
che a Roma gestiscono un'attività di commercio di preziosi.
Ora la Procura ascolana vuole capire bene la provenienza
e la piena legittimità della rivendicazione da parte dei familiari. Il
24 agosto, a poche ore dalla scossa delle 3.36, una donna si era recata
dai carabinieri per denunciare la presenza nella casa crollata di un
ingente quantitativo di oro e preziosi, indicando anche in che zona
dell'abitazione erano stati nascosti.
Nuove vittime.E'
salito a 297 il numero complessivo delle vittime del terremoto. Nelle
ultime 24 ore sono infatti decedute due delle persone rimaste ferite la
notte del 24 agosto. A darne comunicazione le prefetture di Ascoli
Piceno e Rieti. Era di Amatrice Umberto De Angelis, 77 anni, deceduto
ieri pomeriggio nel reparto di rianimazione dell'ospedale "Santissima
Annunziata di Chieti", dove era giunto proprio il 24 agosto dal borgo
reatino devastato dal sisma. Sempre nella giornata di ieri è morto anche
il 90enne Giuseppe De Angelis, residente a Pescara del Tronto e
ricoverato nella residenza sanitaria assistita di Paggese, frazione di
Acquasanta Terme.
Il maltempo.Forti
temporali nelle zone colpite dal sisma, in particolare durante la notte
e questa mattina, e disagi per quasi tremila persone ancora alloggiate
nelle 22 tendopoli laziali e marchigiane e nelle 6 umbre. La pioggia, da
allerta arancione, con pochi istanti di tregua, ha messo a dura prova
per diverse ore le già precarie condizioni in cui si trovano gli
sfollati di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Acquasanta Terme,
Montegallo e nel resto delle frazioni. Il peggio si è temuto nel
versante marchigiano del sisma, dove è piovuto in modo più intenso. Una
situazione che ha costretto la sala operativa della Protezione civile
delle Marche a pianificare in fretta un'eventuale evacuazione per
trasferire in "zone sicure" chi è ospite nei campi di Montegallo,
Acquasanta Terme, Arquata e nelle frazioni Pescara del Tronto, Pretare,
Colle e Spelonga.
Per proteggere le tende dalla pioggia, la protezione
civile e i vigili del fuoco hanno steso grandi teli di plastica, mentre,
già nei giorni scorsi, era stato distribuito nelle tendopoli un
vademecum con le misure da adottare in caso di maltempo. In tarda
mattinata è tornato un po' di sole, ma le previsioni per i prossimi
giorni non promettono nulla di buono già da domenica, compreso un brusco
calo delle temperature che in queste zone vuol dire nottate molto rigide
anche in autunno. Una situazione che potrebbe accelerare ulteriormente
la chiusura delle tendopoli. La Protezione civile tiene costantemente
sotto osservazione l'evolversi delle condizioni meteo
(www.repubblica.it)
13 /09/2016
Trenino colorato
A guardarla sembra quasi un trenino colorato la nuova scuola, il tetto
realizzato con il legno di abete del Primiero, le casette costruite con
pannelli in lamiera coibentata multicolore, 24 moduli prefabbricati
donati ad Amatrice dal corpo dei vigili del fuoco volontari del Trentino
che a loro volta li avevano ricevuti dall’università. Il «simbolo della
rinascita»: giallo, blu, bianco e rosso, una pennellata di colori che si
staglia sul grigiore di una terra distrutta dalla violenta scossa,
realizzata anche grazie all’intuizione dell’architetto Marco Giovanazzi
di Trento che ha voluto regalare alla comunità di Amatrice il colore, un
simbolo di vita. «Avevamo bisogno di materiali poveri, legno e colori
per inventarsi qualcosa che potesse ridare gioia e vita ai bambini e ai
ragazzi, per questo abbiamo scelto i colori primari. Ma tutto ciò non
sarebbe stato possibile senza un lavoro d’équipe» spiega l’architetto.
Missione compiuta
Dodici giorni esatti di lavoro, giorno e notte, senza sosta. Turni
massacranti, volti stravolti ma la mission era troppo importante. I
ritardi non erano ammessi. I primi container erano partiti da Ravina,
quartiere di Trento, nella notte tra il 30 e il 31 agosto. «È stata una
corsa contro il tempo, ma ce l’abbiamo fatta. Non è stato facile –
commenta il capo della protezione civile, Stefano De Vigili – i lavori
per la messa in sicurezza, per le verifiche strutturali dei solai e
della pavimentazione, erano molti». Centocinquanta uomini della
protezione civile, architetti e ingegneri volontari degli ordini di
Trento, che si sono messi a disposizione gratuitamente, hanno permesso
la realizzazione della nuova scuola che è costituita da 10 aule, grandi
circa 35 metri quadrati ciascuna, per una superficie totale di circa 430
metri quadrati. Il polo ospita la scuola dell’infanzia, primaria e
secondaria di primo grado, due aule sono state dedicate ai bambini della
scuola materna, tre alle medie e cinque alle elementari. Poi ci sono le
aule didattiche, la sala insegnanti, i servizi igienici anche per i
diversamente abili. Per la realizzazione sono stati impiegati 8.600
chili di acciaio per armature e 310 metri cubi di calcestruzzo, oltre ad
altri 300 metri cubi di ghiaione per un totale di 16.900 ore di lavoro.
Una «sfida» che il presidente della Provincia Ugo Rossi, considera vinta
e per la quale la Provincia ha investito 770mila euro.
Obiettivo normalità
Ma ad Amatrice la stessa squadra continua a lavorare senza sosta per
cercare di ridare un briciolo di normalità ai bambini e ai ragazzi.
Entro quindici giorni al massimo sarà infatti pronta anche la scuola
secondaria di secondo grado che ospiterà il liceo scientifico, 24 moduli
prefabbricati per una superficie di 400 metri quadrati, 5 aule
didattiche, una segreteria, una biblioteca e aula insegnanti. I lavori
sono già iniziati, la protezione civile trentina sta solo aspettando i
moduli dal Trentino. Poi si ricomincia.
(Dafne Roat - www.corriere.it)
12/09/2016
di FRANCESCO GIOVANNETTI e BENEDETTA PERILLI
É stata il simbolo della distruzione del sisma del 24 agosto, ora la
scuola Romolo Capranica di Amatrice diventa il primo atto della
ricostruzione. In tempi record - i lavori erano iniziati il 30 agosto -
la struttura realizzata dagli oltre 140 uomini della Protezione Civile
della provincia autonoma di Trento, nella frazione di San Cipriano, è
pronta ad accogliere i 160 studenti che dal 13 settembre la
frequenteranno.
Ha i colori accesi della vita, un tetto in legno che la copre, i cuscini
a terra per i più piccoli. É un esempio virtuoso di una comunità che
vuole ricominciare e che grazie all'aiuto delle istituzioni da domani
può farlo. Una sfida per la dirigente scolastica dell'istituto
onnicomprensivo di Amatrice Maria Rita Pitoni; un esame da superare
anche per il corpo docente, secondo l'ex preside Maria Vincenza Bussi;
un sogno per gli studenti terremotati che dalle loro tende varcheranno
la soglia della nuova Romolo Capranica in cerca della prima prova di
normalità.
Intanto i genitori si riuniscono in un'associazione per garantire ai
ragazzi attività ludiche e assistenza psicologica anche dopo l'orario
scolastico. Si chiamerà "L'alba dei piccoli passi" e, mentre ancora si
dibatte sul futuro degli sfollati fuori dalle tendopoli, é l'ennesimo
messaggio forte lanciato dagli amatriciani: la vita riparte da qui.
(www.repubblica.it)
11/09/2016
Le spaventose immagini
del Terremoto nelle telecamere del supermercato di Amatrice...
Si concretizzano in queste ore gli sforzi del
Servizio Nazionale della Protezione Civile per assicurare la regolare
ripresa dell’anno scolastico nelle quattro regioni colpite dal terremoto
del 24 agosto. Come previsto dai calendari deliberati dalle Regioni, il
ritorno tra i banchi è previsto tra il 12 e il 15 settembre (con
l’eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano dove le scuole hanno
aperto già lo scorso 5 settembre): in particolare, in Umbria e in
Abruzzo le scuole riprendono il 12 settembre, nel Lazio e nelle Marche
giovedì 15, e così sarà anche per gli studenti dei comuni più colpiti
dal terremoto. Ad Amatrice e a Cittareale, anzi, l’apertura è anticipata
a martedì 13 rispetto agli altri comuni laziali. Un primo segnale di
ritorno alla normalità per bambini e ragazzi, e per le loro famiglie.
I sopralluoghi, iniziati già a pochi giorni dal
terremoto proprio per verificare prioritariamente l’agibilità delle
scuole e consentire di definire un piano degli interventi laddove le
strutture non fossero state agibili, hanno interessato 577 plessi
scolastici: 390, pari al 70% del totale, sono stati ritenuti agibili,
mentre altri tre pur non essendo danneggiati risultano al momento
inagibili a causa di un rischio esterno. Sono 110 quelli temporaneamente
inagibili che tornerebbero agibili grazie a provvedimenti di pronto
intervento; a questi se ne aggiungono 19 parzialmente inagibili e tre da
rivedere per un’ulteriore valutazione. Sono poi 32 gli edifici
scolastici inagibili, meno del 6%.
Per ciascuna delle scuole dichiarate inagibili sono state individuate
dalla Dicomac, in sinergia con Ministero dell’Istruzione, con i
dirigenti scolastici e i Sindaci, soluzioni mirate per consentire a
bambini e ragazzi di tornare in classe: l’avvio dell’anno scolastico
sarà in tenda a Cittareale (RI) e, nelle Marche, ad Acquasanta Terme, ad
Arquata del Tronto, a Gualdo e a Montegallo. In parallelo alle misure
provvisorie per la regolare riapertura dell’anno scolastico, si stanno
intanto definendo le soluzioni di medio periodo, grazie alla donazione –
da parte di istituzioni, enti, fondazioni bancarie e organizzazioni di
volontariato – di prefabbricati che sostituiranno le tende o
rimpiazzeranno i fabbricati danneggiati.
Ad Amatrice, come è noto, martedì aprirà la scuola realizzata nei moduli
provvisori installati dalla Protezione Civile della Provincia Autonoma
di Trento, mentre il liceo scientifico si trasferirà per due settimane
nel Palazzetto dello Sport. A Monteurano (FM) la scuola media sfrutterà
le strutture agibili con doppi turni, a Loro Piceno gli studenti della
scuola primaria cominceranno l’anno ospitati nella scuola media, a
Corridonia, nel maceratese, le classi saranno accolte nei locali della
parrocchia, ad Acquaviva Picena, le classi della primaria saranno
accolte nella scuola di Stella Di Monsampolo e quelle dell’infanzia e
della primaria a Monteprandone, mentre a Norcia (PG) la scuola primaria
inizia presso il Centro Caritas, medie e superiori presso una
tensostruttura comunale esistente, anche se solo per qualche giorno, e
la scuola dell’infanzia inizierà il 16.
Inizio d’anno scolastico regolare, infine, nelle scuole in cui
l’inagibilità è parziale o riguarda laboratori, mensa o palestra: è il
caso a esempio delle scuole di Cascia (PG), di Poggio Bustone (RI), di
Force (AP) e Visso (MC) e di Montorio al Vomano, che inizierà con
qualche giorno di ritardo rispetto al resto della regione Abruzzo, il 16
settembre. Alcuni Comuni, tra quelli più distanti dall’epicentro e che
hanno risentito danni risolvibili con misure di pronto intervento, hanno
deliberato, infatti, di posticipare la data di inizio delle lezioni di
qualche giorno rispetto al calendario scolastico della propria Regione
per garantire il rientro in classe degli studenti a lavori ultimati.
(www.metoweb.it)
10/09/2016
«L'80 per cento delle seconde case al di
fuori del 'cratere amatriciano' sarebbe agibile e, quindi, pronto a
ospitare una parte degli sfollati alloggiati nelle tende della
Protezione civile».
Lo afferma il sindaco di Amatrice, Sergio
Pirozzi, che stima attorno a 600 il numero degli immobili potenzialmente
utilizzabili per il progetto "Amatrice solidale", da lui stesso lanciato
per tenere in paese le persone rimaste senza una casa dopo il terremoto
del 24 agosto. Un progetto al quale hanno già aderito più di 100
titolari di seconde case, che hanno già messo a disposizione le proprie
abitazioni.
«Ancora una volta il grande cuore di
Amatrice viene fuori - dice il sindaco Pirozzi - ora faccio un appello
allo zoccolo duro della comunità, a chi ad Amatrice aveva da lavorare e
a chi ad Amatrice vuole tornare a lavorare. Che rimanga qui, per
ricominciare insieme».
“Potenziare immediatamente le
comunicazioni viarie e digitali ed i presidi sanitari nei luoghi delle
catastrofi”.
Questo il centro della mozione di
Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale che ha toccato tutti i punti
nevralgici della futura ricostruzione, presentata oggi alla Camera dal
presidente Giorgia Meloni e dal capogruppo
Fabio Rampelli, insieme al portavoce provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza
Nazionale di Rieti Paolo Trancassini, sindaco di
Leonessa, presente alla Camera dei Deputati.
“Innanzitutto – comunica Trancassini – è
necessaria una più corretta e seria perimetrazione di tutti i Comuni
colpiti dal sisma, perché sono stati esclusi enti locali fortemente
danneggiati. La fase post-terremoto dovrà essere ispirata alla messa in
sicurezza del territorio, e alla rinascita dei borghi distrutti dal
terremoto. Ma quello che è davvero importante è la realizzazione di
opere di completamento e miglioramento dei collegamenti viari, la
copertura digitale, il potenziamento dei presidi sanitari in zone
montane: tutti elementi che garantiscono la sicurezza nazionale e
l’incolumità delle persone. Ci auguriamo che ci sia la più ampia
convergenza possibile su questa mozione. Sia chiara una cosa: non
abbiamo alcuna intenzione di vedere spazzato via il nostro paese,
Comune e frazione che siano, dalla geografia politica della cartina
italiana. Sono fieri di essere gente di montagna e vogliono continuare a
esserlo”.
(www.rietilife.it)
07/09/2016
Così saranno costruite le
nuove casette il legno...
06/09/2016
Il costruttore-eroe di Amatrice: "Per paura del
terremoto ho fatto sempre case solide"
AMATRICE - "Niente,
nemmeno una crepa. Si è rotto giusto qualche vaso". Mercoledì 24 agosto
all'alba gli ospiti dell'agriturismo Amatrice abbracciavano e
ringraziavano Saro, che ha costruito con le sue mani quella che un tempo
era una stalla a un chilometro dal paese e oggi è una delle strutture
che meglio hanno resistito al terremoto. Poi, con il passare delle ore,
sono arrivati anche gli abitanti delle altre case tirate su da lui,
tutti per dirgli che gli ha salvato la vita. Saro Rubei ha 88 anni e
almeno due o tre vite da raccontare. Figlio di una grande famiglia
matriarcale di Amatrice, ha fatto il macellaio, coltivato la sua grande
passione per gli animali, in particolare i cavalli, e poi è diventato
costruttore di case. Oggi porta avanti con la moglie il suo agriturismo.
Risponde alle domande dopo aver dato da mangiare alle sue galline.
Perché la struttura dove ospita i visitatori di Amatrice
ha resistito?
"L'ho tirata su da solo nel 1975, con l'aiuto di alcuni
amici contadini, senza ingegneri e altri tecnici e a quel tempo ci
tenevo i cavalli. Erano tanti e quindi l'ho fatta a tre piani e bella
resistente. Ho usato ferro in quantità, cemento e cemento compresso. Non
ho badato alla quantità di materiali, perché volevo farla bella solida.
È successo così anche con le altre case che ho costruito".
Quante ne ha fatte?
"Credo un'ottantina, delle quali almeno 60 in paese. A 40
anni ho smesso di fare il macellaio perché mi ero stancato. Non avevo
figli, volevo godermi la vita. Dopo un po' di tempo però mi sono reso
conto che non riuscivo a stare con le mani in mano e ho iniziato a
costruire delle case".
Che anni erano?
"Ho lavorato più o meno dal 1969 al 1985. Facevo tutto da
solo, all'inizio realizzavo uno schizzo della casa. Poi sceglievo i
materiali e arruolavo gli operai. Il geometra si occupava di fare tutte
le carte, completare il mio disegno e presentare le varie richieste di
autorizzazione, magari senza neanche vedere la casa".
E il rispetto delle norme antisismiche?
"Ci pensava il tecnico a sistemare i fogli necessari,
quello non mi riguardava ma so che era sempre tutto in regola con le
leggi del tempo. Io comunque fin da piccolo ho sempre avuto una gran
paura del terremoto, visto che siamo in zona sismica, e così le mie
costruzioni sono belle solide. Come la stalla per i miei adorati
cavalli. Quella l'ho tirata su nel 1975, poi nel 2000 nello stesso
immobile abbiamo avviato l'attività di agriturismo. L'altra notte non ha
avuto nemmeno una crepa, non è venuto giù nemmeno un coppo del tetto.
Solo qualche vaso e qualche quadro. Gli ospiti che dormivano qui ci
hanno ringraziato tanto".
Ha quindi avviato una ditta di costruzioni?
"Sì, e lentamente sono cresciuto perché lavoravo bene.
Sono passato da 2 operai a 18. Ho lavorato molto per persone che
volevano costruire case di villeggiatura".
Davvero nessuna delle sue palazzine è crollata con il
grande terremoto?
"Non mi risulta, e nemmeno mi hanno riferito di danni
importanti. Io non sono andato in paese perché è una pena vederlo in
quelle condizioni. Mi sono fermato quando ho visto una villa vicino a
casa mia completamente distrutta. Nel centro di Amatrice ho anche perso
una sorella, rimasta sotto la nostra casa di famiglia. Aveva 90 anni".
E gli abitanti delle case fatte da lei?
"Molti di loro mi hanno chiamato o sono venuti qui per
ringraziarmi. Uno vive a 50 metri dall'hotel Roma
ed è salvo. Ha detto che quando ha guardato fuori di casa
gli sembrava di essere in un sogno. In uno dei miei palazzi abita la
famiglia del geometra del Comune. È venuto qui in lacrime ad
abbracciarmi. Ha detto che il mio cervello andrebbe studiato e
replicato".
Domani comincerà la "fase di dialogo e ascolto" per quanto riguarda la
ricostruzione del dopo terremoto. Lo ha detto il premier Matteo Renzi in
Cina aggiungendo che domani si farà "il punto della situazione delle
ricostruzione insieme al commissario Vasco Errani". "Casa Italia è un
progetto di tutto il Paese, al quale ci avviciniamo più da padri che da
rappresentanti del governo", ha aggiunto.
"E' peggio di quanto si pensasse. E' scioccante". E' la prima volta che
il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci torna con i vigili
del fuoco nella sede del Municipio dopo il terremoto, anche per poter
recuperare il materiale conservato nell'Ufficio tecnico, e la
devastazione che trova anche qui lo lascia senza parole. "Il centro
storico di Arquata - aggiunge - non esiste più". La giornata, peraltro,
si annuncia particolarmente difficile, perché sono attese condizioni
meteo avverse in tutto il centro Italia, e nelle zone terremotate il
maltempo aggiunge problema a problema.
Oggi, intanto, "sono partite 6 squadre di tecnici abilitati - dice
il sindaco - per dare inizio ai sopralluoghi. Cominciano dalle zone meno
compromesse, per vedere se ci sono abitazioni agibili, così che qualcuno
possa già rientrare a casa". E ieri sera, prima riunione nella tendopoli
per illustrare agli sfollati i provvedimenti varati dal Governo.
Costituito pool di magistrati della procura di Rieti-
È servito a fare il punto "sulle misure straordinarie necessarie per
assicurare che la procura di Rieti sia posta in grado di proseguire nel
difficile impegno di accertare responsabilità penali di singoli,
collaborando al contempo con le autorità preposte alla ricostruzione" il
vertice tenutosi questa mattina a Rieti tra il procuratore di Rieti,
Giuseppe Saieva, il pg Giovanni Salvi e l'avvocato generale Federico De
Siervo. "Per rendere più fattiva questa collaborazione - fa sapere una
nota della stessa procura reatina - e per abbreviare i tempi della
rimozione delle macerie e delle attività di ricostruzione, così che non
vi siano ritardi, il lavoro dei tecnici e della polizia giudiziaria sarà
assistito da consulenti tecnici, che siano in grado di indicare le
modalità operative necessarie per acquisire materiale probatorio utile
nei procedimenti penali". Queste operazioni, spiega ancora la procura di
Rieti, "saranno compiute nell'immediatezza e a tal fine la procura di
Rieti ha costituito in pool tutti i magistrati della procura, coordinati
dal procuratore della Repubblica". La procura generale assicurerà "un
supporto organizzativo di personale e mezzi".
Il bilancio delle vittime sale a 295 - "Il bilancio delle
vittime del terremoto del 24 agosto è salito a 295, perché oggi è stato
recuperato un altro corpo": lo ha reso noto il capo della Protezione
civile, Fabrizio Curcio, intervenendo all'assemblea plenaria della
Conferenza dei presidenti dei consigli regionali, riunita a Roma. Il
riferimento sarebbe al giovane afgano il cui corpo è stato localizzato
sotto le macerie. Curcio ha sottolineato come il bilancio delle vittime
di questo terremoto sia particolarmente "drammatico e tragico" rispetto
alla popolazione che risiede in quei territori. Un sisma, ha aggiunto,
che ha "colpito in modo particolare".
(www.ansa.it)
04/09/2016
RIETI –I
prefabbricati di Expoper
gli sfollati del terremoto del centro Italia. A rilanciare l’idea per
l’ennesima volta è governatore della Lombardia
Roberto Maroniche
invita il commissario del Governo
Vasco Erranidi “non
perdere tempo”. “Le case prefabbricate del campo base – ha detto Maroni
– sono a disposizione della protezione Civile e del commissario. Si
possono smontare e rimontare dove serviranno in poche settimane, non insette
mesi“.
La questione, però, non è così semplice. Bisogna infatti verificare la
fattibilità dell’operazione, soprattutto per quanto riguarda le opere di
urbanistica e le infrastrutture che devono essere realizzate per far sì
che oltre agli alloggi per gli sfollati vi siano una serie di opere che
consentano una vera ripresa della vita sociale e lavorativa.
A tal proposito il capo della Protezione CivileFabrizio
Curcio, che anche oggi con il commissario Errani ha incontrato
le popolazioni dei paesi colpiti, ha sentito al telefono il governatore
lombardo. Già da lunedì alcuni tecnici della Regione Lombardia, che
conoscono le caratteristiche dei moduli Expo e le necessità urbanistiche
che richiedono, saranno a Rieti per incontrare i tecnici delle zone
colpite. Insieme verificheranno quindi la fattibilità dell’operazione e
decideranno se procedere o meno al trasferimento dei moduli, strutture a
tre piani con una superficie per piano di circa175
metri quadrati.Qualcosa
di completamente diverso, dunque, da quanto ipotizzato dal governo: le
casette di legno, infatti, sono strutture ad un piano di 40, 60 e 80
metri quadri, in grado di ospitare rispettivamente 2, 3/4 e 5/6 persone.
Il campo base di Expo era la struttura che durante la costruzione del
sito espositivo ha ospitatogli
uffici delle aziende, la direzione dei lavori, la mensa, l’ambulatorio
Inail e i dormitoridi
impiegati ed operai. Una volta costruita ed aperta Expo, il campo base
ha ospitato i militari che si occupavano fra l’altro della logistica. In
seguito il prefetto Alessandro Marangoni e il sindaco di Milano Giuseppe
Sala avevano ipotizzato di usarli per ospitare i migranti, ipotesi che
ha scatenato le critiche proprio di Maroni.
(www.blitzquotidiano.it)
Sette mesiper
costruire le casette destinate agli sfollati. Tanti ne serviranno per
spostare lepopolazionidelcentro
Italiacolpite
dalsisma
del 24 agosto.
A comunicarlo il capo della Protezione civileFabrizio
Curcio. “La
prima soluzione dell’emergenza terremoto è stata le tende, ma quella
prossima, che si è condivisa, è rimanere nei territori e tra le
soluzioni che consentiranno di rimanere e tornare nella propria terra
sono le casette. Ma servono sette mesi per realizzarle”, ha detto il
numero uno della Protezione Civile, incontrando gli sfollati di Accumoli,
unadelle
città rase al suolo dal terremoto del 24 agosto. Curcio
ha sottolineato però la necessità “di gestire i sette mesi che servono”.
Sui tempi di consegna delle casette, è intervenuto ancheil
commissario straordinario alla ricostruzioneVasco
Errani. “Vi
chiediamo di metterci alla prova. Diciamo che sarete nelle casette tra
sette mesi, e così vogliamo che accada. Vi daremo le casette nella
vostra terra”, ha detto agli sfollati l’ex governatore dell’Emilia
Romagna.
“Oggi – ha continuato il commissario – stiamo facendo un
passo importante perché acceleriamo il processo di chiusura delle
tendopoli, dopo che ci saranno le casette, poi sarà il momento della
ricostruzione, un processo da fare insieme ai sindaci e ai Comuni”. Già
da domaniallatendopoli
di Accumolisaranno
allestiti due sportelli mobili del comune dove i cittadini, sfollati per
il sisma, potranno fare domanda o per chiedere di venir ospitati negli
alberghi diSan
Benedetto del Trontoo
per chiedere di fruire del contributo per chi decide di organizzarsi con
sistemazione autonoma. Ad annunciarlo il sindaco della cittadina il
sindaco
Stefano
Petrucci.
Nuovo sisma mentre Curcio parla-
Nel frattempo la terra continua a tremare: dopo le scosse di questa
notte aNorcia,
che hanno provocato tanta paura, ma per fortuna nessun ferito, un nuovo
sisma di magnitudo 4.5 aMaceratasi
è sentito fino alla capitaleRoma.
Il terremoto si è verificato alle 12.15, proprio mentre Curcio, il
commissario Erranie
il governatore del Lazio
Nicola Zingarettistavano
incontrando la cittadinanza ad
Accumoli. Le tre autorità hanno dovuto interrompere il loro
intervento sotto il tendone del campo sfollati. Uno spavento e nulla
più.
Ancora scosse: paura nella notte a Norcia -È arrivato
a lesionare alcuni edifici, invece, il movimento tellurico è verificato
questa notte aNorcia,
la cittadina in provincia
diPerugia
diventata famosa per avere
resistito alle ultime scosse. Verso
le 3.34, infatti, un terremoto di magnitudo 4.3 a una profondità di 11
chilometri, seguito da una serie di altri sismi ha rovinato la notte
agli abitanti. Come ha comunicato il sindacoNicola
Alemanno, l’evento non ha provocato feriti e i soli crolli
hanno interessato le antiche mura cittadine e qualche struttura già
lesionata dai sismi precedenti. “Gli edifici erano danneggiati e
l’ulteriore scossa ha, da una parte o dall’altra, aggravato la
situazione. La gente vive con la paura, perché le scosse continuano però
manca la sicurezza. Tanta gente dorme fuori casa non tanto perché la
casa è stata lesionata, ma per paura di essere sorpresi durante la notte
da un’ulteriore scossa di terremoto. Adesso si sta aspettando che i
tecnici della Protezione Civile facciano la valutazione e dicano fino a
che punto le case possano tornare ad essere abitate oppure debbano
essere sistemate”, ha spiegato a Radio Vaticana, l’arcivescovo di
Spoleto-Norcia Renato
Boccardo.
Dal 24 agosto a oggi più di 4300 scosse - Dall’inizio
della
sequenza in Italia centrale – con il terremoto di magnitudo 6.0
del 24 agosto – la rete sismica nazionale dell’Istituto
di geofisica e vulcanologiaha
localizzato complessivamente oltre 4300 eventi: 153 i terremoti di
magnitudo compresa tra 3 e 4, 14 quelli localizzati di magnitudo
compresa tra 4 e 5 e uno di magnitudo 5.4 (quello di avvenuto il 24
agosto alle 4.33 italiane nella zona di Norcia).
Sciacalli in azione nell’oscurità – Sono
stati trovati nel mezzo della notte con unfurgone
pieno di cibo, giochi e vestiti. Oltre alle scosse non si
fermano gli sciacalli che, fingendosi volontari, riescono ad avere
accesso alle tendopoli per fare razzia deibeni
destinatiai
terremotati. Gli ultimi due sono stati arrestati nella notte daiCarabinieri.Si
tratta di due pregiudicati residenti a Roma che erano a bordo di un Fiat
Doblò stracolmo di materiale destinato all’opera di soccorso ed
all’assistenza degli sfollati, comprese le numerose donazioni di
associazioni e privati cittadini. Erano stati notati dai militari della
notte travestiti da volontari mentre si aggiravano fra le tende.
Procura indaga su abitazioni private – Continuano
intanto le indagini dellaprocura
di Rietiche indaga
sulle cause che avrebbero portato al crollo degliedifici
colpiti dal sisma. L’inchiesta riguarda complessivamente anche
una decina di
abitazioni private. Si tratta degli edifici che usufruirono di
finanziamenti del sub-commissario per il sisma del 1997 e successivi
eventi sismici, i cui proprietari segnalarono di aver subito danni: due
sono già statisequestrati.
«Coloro che in questi difficili momenti, nella ignoranza più assoluta
del ruolo, dei compiti, delle responsabilità e delle azioni di un
Sindaco, si accaniscono contro Sergio Pirozzi, sono sciacalli al pari di
quelli che saccheggiano le case abbandonate dei terremotati. Sciacalli
nulla di più. Ma la Casa di Sergio è forte e grande come Lui e gli
basterà restare sulla porta e non entreranno mai».
È quanto si legge in un post sul proprio profilo Facebook di Paolo
Trancassini, portavoce provinciale di Fratelli d'Italia.
Bufera su Charlie Hebdo per la vignetta sul sisma. La
replica del giornale: 'Prendetevela con la mafia'
"Terremoto all'italiana: penne al sugo di pomodoro, penne gratinate,
lasagne", questa la vignetta pubblicata dall'ultimo numero di Charlie
Hebdo. Vi si mostrano vittime del sisma sporche di sangue. L'ultima,
("lasagne"), presenta diverse persone sepolte da strati di pasta. La
vignetta sul terremoto è pubblicata nell'ultima pagina del numero in
edicola di Charlie Hebdo, che ha in copertina una vignetta sul "burkini".
Nella stessa ultima pagina della vignetta sul sisma, il drammatico tema
della sciagura in Italia viene affrontato in un colonnino con una serie
di battute: "Circa 300 morti in un terremoto in Italia. Ancora non si sa
che il sisma abbia gridato 'Allah akbar' prima di tremare".
"Ma come cazzo si fa a fare una vignetta sui morti! Sono sicuro che
questa satira sgradevole e imbarazzante non risponde al vero sentimento
dei francesi", ha commentato ilsindaco
di Amatrice Sergio Pirozzi. "Ben venga l'ironia, ma sulle
disgrazie e sui morti non si fa satira - ha aggiunto - e sapremo
mostrare come il popolo italiano sia un grande popolo, lo è stato
nell'emergenza e lo sarà nella ricostruzione".
Un'altra vignetta di precisazione è stata pubblicata nel pomeriggio da
Charlie Hebdo sulla sua pagina Facebookdopo
la valanga di contestazioni per il disegno sul terremoto. Vi compare una
persona insanguinata sotto le macerie, come nel disegno contestato, che
si rivolge al lettore:'Italiani...non
è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!'.
Grasso: 'Libero di dire che la vignetta fa schifo' - "Rispetto
la libertà di satira e di ironia, però posso anche dire che ho la
libertà di dire che fa schifo". Lo ha affermato il presidente del Senato
sulla vignetta sul terremoto nel Centro Italia del periodico satirico
francese Charlie Hebdo a margine della festa nazionale dell'Unità a
Catania.
L'ambasciata francese: 'Non ci rappresenta' - "Il disegno
pubblicato da Charlie Hebdo non rappresenta assolutamente la posizione
della Francia". Lo scrive in una nota l'ambasciata di Francia a Roma,
sottolineando che il terremoto del 24 agosto è "un'immensa tragedia".
"La Francia - prosegue la nota - ha espresso le sue sincere condoglianze
alle autorità e al popolo italiano e ha offerto il suo aiuto. Siamo
vicini all'Italia in questa difficile prova". "Il sisma che ha colpito
il centro Italia lo scorso 24 agosto è una tragedia immensa. La Francia
ha porto le sue più sentite condoglianze alle autorità e al popolo
italiano e ha proposto il suo aiuto. A tale fine, la nostra ambasciata è
a disposizione delle autorità italiane. Siamo vicini all'Italia in
questa difficile prova. Trattandosi di caricature della stampa, le
opinioni espresse dai giornalisti sono libere. Il disegno pubblicato da
Charlie Hebdo non rappresenta assolutamente la posizione della Francia".
E' questa la posizione della Francia sulal vignetta del settimanale
satirico sul terremoto, espressa in una nota dell'ambasciata francese in
Italia.
Immediato e unanime lo sdegno. "La vignetta è vergognosa e indegna. Come
il mondo intero non ha aspettato un attimo ad esprimere vicinanza, in
maniera forte e concreta, dopo la drammatica strage nella redazione del
giornale satirico francese, così oggi ci aspettiamo che la Francia, a
partire dalle sue istituzioni, prenda le distanze da una vignetta che
rinnova il dolore nelle tante famiglie italiane che hanno subito il
grave lutto del terremoto. Servono le scuse", quanto dichiara il
deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
"Non fa ridere, non è sagace, non c'è neppure del "sarcasmo nero". È
solo brutta. Si vede che l'ha fatta un cretino. Mi spiace non siano
riusciti più a trovare vignettisti capaci", scrive su Facebook il
presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
"E' ignobile e offensiva per i nostri morti del terremoto. Questa non è
satira ma spazzatura", afferma su Twitter Barbara Saltamartini, vice
capogruppo alla camera della Lega Nord-Noi con Salvini.
"Squallida e volgare", afferma Elvira Savino, deputata di Forza Italia.
(www.ansa.it)
01/09/2016
La vignetta di Charlie Hebdocon
le vittime del terremoto incastrate sotto le macerie definite “lasagne”è
brutta. Brutta assai, di pessimo gusto, non fa ridere, non ha
senso alcuno. Detto questo, però,dobbiamo
metterci d’accordo sulla libertà di espressione e di satira,
sulle libertà occidentali che ogni volta che un terrorista islamico si
fa esplodere difendiamo con così tanto trasporto e orgoglio.
Perché il cattivo di gusto della vignetta della rivista
francesenon
deve e non può spostare di una virgola le convinzioni profondeche
sono proprie del nostro modo di vivere e di intendere le libertà.Charlie
Hebdo fa da sempre una satira aggressiva, politicamente
scorretta, irritante e a volte disturbante. Lo sapevamo già, anche prima
dell’attentato che ha colpito la redazione parigina il7
gennaio 2015e ha
provocato12
vittime.
Quandoi
fratelli Kouachisi
erano resi responsabili di quella orribile carneficina, ognuno di noi si
è sentito colpito nel profondo, perché la libertà di dire qualsiasi
cosa, anche la più clamorosa sciocchezza, è uno dei pilastri del nostro
modo di vivere. Si dirà:in
quel caso si sfotteva una religione, mica trecento morti uccidi da un
terremoto. Giusto, distinzione corretta, ma che comunque non
cambia il succo della questione.La
satira è satira sempre, non possiamo innescare un meccanismo
selettivo per cui va bene quando colpisce quelli che (erroneamente)
identifichiamo come nemici e va male quando scherza con pessimo gusto e
zero efficacia comica su una tragedia successa in casa nostra.
Il problema, dalle nostre parti, è chesiamo
poco o per nulla abituati a una satira e a una comicità realmente
politicamente scorretta, che non guarda in faccia nessuno, che
ironizza anche su tragedie immani o su temi sensibili come razzismo,
omofobia e stereotipi di qualsiasi genere. Per fortuna non tutto
l’Occidente è come l’Italia, e per rendersene conto basta semplicemente
andare a cercare suNetflixi
tanti speciali distand
up comedyche il
servizio di streaming offre ai propri abbonati. Troverete, tra l’ultima
serie di grido e i cartoni per i vostri bimbi,un
catalogo ricco di spettacoli comici che farebbero accapponare la pelle a
moltidi quelli che
oggi si ribellano indignati alla brutta vignetta di Charlie Hebdo.
David Cross, John Mulaney, Jen Kirkman, Jimmy Carr, Jim
Jefferies, sono solo alcuni dei nomi di
grandi comici che, in giro per gli Stati Uniti (o al massimo in
Inghilterra), sparano a zero su afroamericani, gay, donne, pedofilia e
persino sull’11 settembre, irridendo vittime e carnefici senza
distinzione. L’attacco alle Torri Gemelle è sicuramente una ferita
ancora aperta e sanguinante per gli americani, ma questo non vieta ai
migliori comici del Paese di scherzarci su, di fare satira feroce, di
irridere persino i morti.
È giusto? È sbagliato? È una discussione che potrebbe
andare avanti all’infinito, con le due
opinioni contrastanti che non si incontrerebbero mai. Quello è certo,
però, è che èlecito.
Giusto o sbagliato chi lo sa, lecito di sicuro. Perché è così che
funzionano le cose nei Paesi liberi, nelle democrazie liberali, in
quella che secondo molti di quelli che criticano oggi Charlie Hebdo (e
magari ne chiedono la chiusura o, peggio, si rammaricano del lavoro a
metà dei terroristi nel gennaio 2015) è una “civiltà superiore”. A
proposito di stereotipi e di cose che non andrebbero dette, forse è il
caso di rispolverare un greve ma sempre efficace adagio:col
culo degli altri, siamo tutti ricchioni.
(2 Settembre 2016 - Domenico Naso su Gentile
concessione de www.ilfattoquotidiano.it)
“I terremoti esistono da quando esiste la terra. I
paesaggi, le montagne, l’acqua dolce,tutto
è dovuto ai terremoti.
Neanche l’uomo esisterebbe senza i terremoti, il terremoto non uccide.
Uccidono le opere dell’uomo”.Le
parole del vescovo di Rieti durante i funerali di Amatricerichiamanouna
verità semplice,
quasi sempre trascurata nell’ormai ricorrente rituale di strazio,
cordoglio e solidarietà che in Italia fa da strascico agli eventi
sismici. Gli esseri umani muoiono sepolti dalle macerie degli edifici in
cui vivono, studiano e lavorano a seguito di un sommovimento del suolo –
negli Appennini ciò è avvenuto148
volte dal 1315 ad oggicon
violenza pari o superiore a quella della notte del23
agosto.
Una volta ogni quattro-cinque anni, in territori riconosciuti e
circoscritti da mappe sismiche che quantificano il rischio potenziale
che una faglia attiva vi scarichi la sua energia distruttiva. Eppure
qualcuno parla ancora difatalità.
Oppure alza le braccia di fronte all’imprevedibile e incontrollabile
forza devastatrice della natura: “La chiesa ha avuto recenti
ristrutturazioni ma non sono valse a nulla perché una struttura così
alta realizzata in muraturanon
ha potuto reggere a una tale scossa”
– così il sindaco diAccumoligiustifica
il crollo del campanile che ha sterminato un’intera famiglia, per
concludere: “Il guaio è che in Italia bisogna per forza trovare il
colpevole. E qui ci si dimentica, invece, che la scossa è stata
tremenda”.
A cosa imputare allora la rovina di edifici progettati,
costruiti, ristrutturati dagli uomini? Una volta tanto la ricerca
scientifica può aiutarci a trovare risposte, e persino a riconoscere
responsabilità – sebbene non a identificare i colpevoli – per quello
forse occorrerà la magistratura. In occasione di un terremoto due
fattori contribuiscono a determinare il tasso di mortalità, a parità di
altre condizioni materiali rilevanti (intensità e profondità della
scossa tellurica, densità di abitanti rispetto al territorio, etc.). Il
primo è costituito dal livello di ricchezza pro-capite della
popolazione.Nulla
di sorprendente: i fortunati abitanti di un paese dal benessere
diffuso potranno permettersi costruzioni migliori a livello progettuale
e nella qualità dei materiali impiegati, che per questo non collassano
sotto l’onda d’urto sismica. Non solo: la ricchezza di un paese si
associa all’esistenza di istituzioni e organismi pubblici che assicuranoil
rispetto di criteri ragionevoli di urbanizzazione e di regole di
edificazione– tra
cui quelle antisismiche. E’ grazie all’applicazione di tali norme che
viene scongiurato il rischio di ecatombi come quella prodotta dal
terremoto del 2010 nella poverissima Haiti, con le sueoltre
220.000 vittime. Sismi di analoga magnitudo in Giappone o negli
Stati Uniti hanno presentato un bilancio in vite umane infinitamente più
basso. Un terremoto più forte di quello haitiano causò soltanto due
feriti graviin
Nuova Zelanda nel medesimo anno.
Vi sonoeccezioni,
tuttavia. Realtà nelle quali nonostante gli elevati livelli di reddito
pro-capite a seguito di eventi sismici gli edifici pubblici e privati si
sgretolano, collassano, si polverizzano con frequenza abnorme e
apparentemente inspiegabile, seppellendo chi ha la sfortuna di abitarli.L’Italia
è uno di questi. E’ uno di quei paesi – comeTurchia,
Grecia e Russia–
dove la mortalità a seguito dei terremoti discende soprattutto da un
secondo fattore che, proprio come le faglie tettoniche, agisce per vie
sotterranee:gli
alti livelli di corruzione.D’analisi
di tutti gli eventi sismici degli ultimi 30 anni emerge infatti che l’83
per cento dei morti a seguito del crollo di edificiha
avuto la sfortuna di essere residente in Stati“corrotti
in modo anomalo”rispetto
al proprio livello di ricchezza. Tra i paesi dell’Unione Europea nel
2015 l’Italia soffre del più alto“spread
etico” tra ricchezza e corruzione: dodicesima per reddito
pro-capite, ma solo ventisettesima – penultima – quantoa
grado di corruzione percepita.
Purtroppo il benessere non incrementa la sicurezza degli
edifici se scarseggiano integrità e rigore dei funzionari pubblici cui
sono delegati poteri diautorizzazioneecontrollosulla
loro realizzazione. Una pratica pervasiva della corruzione finisce
infatti per “corrodere” dall’interno l’integrità delle costruzioni:
incoraggia violazioni e abusi edilizi; autorizza l’impiego di materiali
scadenti; consente di piegare all’istanza del massimo profitto dei
costruttori – a volte redistribuito a funzionari e politici sotto forma
di tangente– norme e regolamenti posti a tutela di qualità, sicurezza e
stabilità delle realizzazioni; indirizza in via privilegiata i capitali
pubblici verso le grandi opere infrastrutturali –ad
alta “rendita garantita” per corrotti e corruttori–
a detrimento di quella tessitura capillare di micro-interventi su tutto
il territorio nazionale che sarebbe invece necessaria per salvaguardare
e mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pubblico e privato.
La povertà e la corruzione uccidono, non i terremoti.
Dalle macerie dei paesi sfregiati dall’ultimo sisma si viene delineando,
come già in passato, uno scenario politico-amministrativo di piccoli e
grandi abusi di potere, connivenze, inadempienze, nepotismi, negligenze.
Un viluppo di interessi opachi nel quale a farla da padrone sembrano i
piccoli circuiti politico-affaristici locali, capaci di drenare persino
le risorse pubbliche destinate allamessa
in sicurezza antisismica, vanificandone l’impiego. E’ ancora
una voltal’Italia
peggioreche affiora non
appena si posa la polvere dei crolli, la stessa che uccise i 27 bambini
e la maestra elementare nella scuola diSan
Giuliano di Puglianel
2002. Calcoli sbagliati, nessun collaudo, norme ignorate, allora come
oggi. Nelle parole del pubblico ministero di quel processo, è l’Italia
“delle violazioni, del sistematico calpestamento delle leggi e delle
normative”. Dove nessuna lezione viene appresa. O meglio: dove i
protagonisti della corruzione sembrano imparare benel’arte
della dissimulazione, tanto che sempre più spesso non è più
necessario far circolare tangenti, purché sia comunque garantita una
reciprocità allargata e differita di favori nel corso del tempo.
(1 Settembre 2016 - Alberto Vannucci su Gentile
concessione de www.ilfattoquotidiano.it)
31/08/2016
Amatrice saluta i suoi
Figli, i suoi Amici, morti dove avevano scelto di vivere, dove avevano
scelto di passare le vacanze.
Morti dove avevano deciso
di essere felici.
Sono morti per amore di
questa nostra fantastica Terra.
Purtroppo,non solo per
questo.
Il
conto, a questi nostri sfortunati Amici, lo ha presentato la solita
Italia.
Quella
della montagna di soldi mai usati per quello a cui erano destinati.
Soldi
spesi male, mai spesi, deviati, trasferiti, bloccati, rubati.
L'Italia di quella banda di mascalzoni che forse la faranno ancora
franca questionando in maniera vigliacca sul termine "adeguamento".
S.E.
Monsignor Domenico Pompili, Vescovo di Rieti : "Il terremoto non uccide:
uccidono piuttosto le opere dell'uomo".
G.B.
Sono 11 i comuni umbri coinvolti nell’emergenza seguita
al sisma di ieri, e alcune frazioni che presentano notevoli danni: lo ha
riferito il Prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro, spiegando che “i
comuni maggiormente colpiti sono Norcia, Preci, Monteleone di Spoleto e
Cascia, per numero pi? rilevante di persone ed edifici coinvolti in
quanto pi? prossimi all’epicentro, e in parte Spoleto”. Istituzioni,
vigili del fuoco, forze di polizia, servizi territoriali di protezione
civile “hanno lavorato fin da subito – ha aggiunto il Prefetto nel corso
di una conferenza stampa – per verificare la funzionalit? del sistema di
protezione civile ed evidenziarne le eventuali criticit?. Sono state
operate scelte strategiche per la gestione dell’emergenza che ?
rilevante”, ha detto. “La sala operativa – ha annunciato il Prefetto –
continuer? a rimanere attiva 24 ore su 24 e ogni giorno alle 17 si terr?
la riunione del Ccs, il Centro coordinamento soccorsi, con tutti i
soggetti interessati”. (Fonte: Ansa.it)
Questo
dichiarava il Prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro il 25 Agosto 2015.
Il giallo dei 21 milioni destinati agli edifici
privati
di Fiorenza Sarzanini (su gentile concessione
www.corriere.it)
Per gli edifici privati della Provincia ci fu uno
stanziamento di 21 milioni di euro. Dovevano servire alla messa in
sicurezza degli stabili rispetto al rischio provocato dal sisma
dell’Umbria del 1997. Circa 700 mila euro risultano destinati a 4
immobili di Accumoli per 122.536 euro e a 10 di Amatrice per 568.690
euro. Nessuno sa che fine abbiano fatto quei soldi, come siano stati
spesi. Si aggiungono agli oltre 2 milioni e 300 mila euro elargiti dopo
il terremoto dell’Umbria del 1997 e destinati alle strutture pubbliche
crollate dopo la prima scossa della notte del 24 agosto scorso,
mostrando di non aver alcun ?ancoraggio?, o comunque sostegno. Per
questo i magistrati della Procura di Rieti dovranno ricostruire l’iter
di ogni intervento, interrogare i progettisti, i responsabili del
procedimento e soprattutto i collaudatori. E poi decidere gli eventuali
provvedimenti. Un’indicazione importante ? arrivata dalla relazione
stilata dall’Ente attuatore che indica i 21 appalti assegnati. Il resto
dovr? essere acquisito esaminando le pratiche relative a ogni
concessione. E chiedendo poi conto ai responsabili del Comune, arrivando
fino ai sindaci che avevano il compito di fornire le indicazioni
sull’utilizzo dei fondi. Perch? appare sempre pi? evidente sia la
falsificazione dei documenti ufficiali relativi ai lavori effettuati,
sia quella sui successivi collaudi.Per gli edifici privati della
Provincia ci fu uno stanziamento di 21 milioni di euro. Dovevano servire
alla messa in sicurezza degli stabili rispetto al rischio provocato dal
sisma dell’Umbria del 1997. Circa 700 mila euro risultano destinati a 4
immobili di Accumoli per 122.536 euro e a 10 di Amatrice per 568.690
euro. Nessuno sa che fine abbiano fatto quei soldi, come siano stati
spesi. Si aggiungono agli oltre 2 milioni e 300 mila euro elargiti dopo
il terremoto dell’Umbria del 1997 e destinati alle strutture pubbliche
crollate dopo la prima scossa della notte del 24 agosto scorso,
mostrando di non aver alcun ?ancoraggio?, o comunque sostegno. Per
questo i magistrati della Procura di Rieti dovranno ricostruire l’iter
di ogni intervento, interrogare i progettisti, i responsabili del
procedimento e soprattutto i collaudatori. E poi decidere gli eventuali
provvedimenti. Un’indicazione importante ? arrivata dalla relazione
stilata dall’Ente attuatore che indica i 21 appalti assegnati. Il resto
dovr? essere acquisito esaminando le pratiche relative a ogni
concessione. E chiedendo poi conto ai responsabili del Comune, arrivando
fino ai sindaci che avevano il compito di fornire le indicazioni
sull’utilizzo dei fondi. Perch? appare sempre pi? evidente sia la
falsificazione dei documenti ufficiali relativi ai lavori effettuati,
sia quella sui successivi collaudi.
I soldi elargiti ai cittadini
Sono stati alcuni cittadini a raccontare di aver
acquistato immobili con i certificati di ?messa a norma? e aver poi
scoperto che le loro case non avevano subito alcun intervento. La
documentazione custodita negli uffici della Provincia di Rieti pone
ulteriori interrogativi che la magistratura dovr? chiarire. Soprattutto
per scoprire ogni voce di spesa fino a raggiungere il totale dei 21
milioni. I funzionari del Comune dovranno ricostruire l’iter di ogni
pratica, mentre i sindaci dei due Comuni maggiormente devastati dalla
scossa di mercoled? scorso dovranno chiarire che tipo di direttive
furono impartite nella indicazione delle istanze da accogliere e nelle
successive ispezioni. Tenendo conto che la messa a norma degli edifici
serve a salvaguardare la sicurezza degli occupanti, ma anche quella di
tutti i cittadini visto che i crolli mettono in pericolo l’intera
popolazione. Non a caso i piani vengono stilati prevedendo di inserire
in cima alla lista proprio gli stabili che si trovano nelle aree
maggiormente abitate, e dunque dove peggiori possono essere le
conseguenze in caso non reggano agli effetti del terremoto.
Progettisti e collaudatori
L’elenco di tecnici e collaudatori ? stato acquisito,
adesso si sta verificando quello delle imprese coinvolte nelle opere di
?miglioramento? sia per appurare che avessero i requisiti necessari a
svolgere questo tipo di attivit?, sia per accertare quale fosse
l’incarico assegnato per controllare il rispetto dei capitolati. Rimane
il sospetto che i soldi stanziati per i lavori antisismici siano stati
utilizzati in realt? soltanto per effettuare semplici ristrutturazioni.
E dunque bisogner? verificare che fine abbia fatto il resto degli
stanziamenti, tenendo conto che nell’elenco ci sono le scuole, le
caserme, le chiese, la Torre Civica, le sedi dei municipi. Scorrendo
l’elenco dei collaudatori e quello dei responsabili del progetto si
scopre che venivano scelti sempre gli stessi tecnici. Su questo spetter?
all’Ente attuatore chiarire in base a quali criteri venivano designati.
Vuol dire che si sentiranno i responsabili della Regione, della
Provincia e della Curia di Rieti che in alcuni casi si ? occupata di
gestire l’intero appalto.
L’elenco delle imprese
Grande attenzione sar? riservata alle imprese. Alcuni
fascicoli sono gi? stati ?ricostruiti?. Della Torre Civica di Accumoli
si ? occupata la ?Giuseppe Franceschini?, mentre gli interventi sulla
caserma dei Carabinieri dello stesso paese sono stati affidati alla ?Impretekna?.
Spiegazioni dovr? fornirle pure la ?Marinelli Costruzioni? che ha vinto
l’appalto per il complesso parrocchiale Santa Maria del Popolo di Preta,
frazione di Amatrice. Ha ottenuto l’incarico da 150 mila euro nel 2004 e
al collaudo del 28 maggio 2013 risulta aver effettuato appena il 20 per
cento delle opere stabilite
Alla Cortese
Att.ne
Prefettura di
Rieti
Prefettura di
Ascoli Piceno
Comune di Leonessa
Croce Rossa
Italiana
Protezione Civile
Nazionale
Alessandro Stocchi
proprietario del Ristorante - Bed & Breakfast - Casa
Vacanze- La Tana del Lupo sito in Via Capocroce 1 Albaneto
di Leonessa (Sito a 30km da Amatrice) con la presente ed a
seguito dei tristi eventi accaduti nel territorio
dell'amatriciano e dell'ascolano, conferma la disposizione
per il ristoro del Vostro personale a lavoro nelle zone di
cui sopra delle sue strutture come di seguito:
Ristorante: 400
coperti
Bed & Breakfast e
Casa Vacanze: 50 posti letto suddivisi in 5
appartamenti
Terminata la
prima fase dell'emergenza del terremoto, ora le procure inizieranno ad
indagare su decine di appalti per la messa in sicurezza degli edifici
pubblici. Ipotesi false certificazioni antisismiche e lavori mai
effettuati. Sono partiti i sequestri degli edifici crollati nell'ambito
dell'inchiesta aperta dalla procura di Rieti dopo il sisma che ha
devastato Amatrice e altri centri. Tra gli stabili a cui saranno posti i
sigilli anche la scuola Capranica di Amatrice. Dopo il terremoto
dell'Aquila nel 2009 la provincia di Rieti ha ricevuto 84 milioni di
euro per la ricostruzione e a questa somma si sono aggiunti
trasferimenti dello Stato, progetti finanziati dalla Regione, aiuti
della Chiesa. Eppure nella notte del 24 agosto le scosse telluriche
hanno raso al suolo case, chiese ed edifici pubblici. La procura di
Rieti lavorer? a tutto campo, con "accertamenti sulle aziende che hanno
effettuato i lavori di ristrutturazione dopo i terremoti passati per
capire chi e come ha lavorato", ma con fari accesi anche sui privati. Lo
spiega il procuratore di Rieti Giuseppe Saieva in un'intervista al
Messaggero. Nelle abitazioni provate "ogni ristrutturazione deve essere
l'occasione per ristrutturare la struttura portante. Se crolla e non
avevo fatto l'adeguamento sismico questo fattore pu? essere un elemento
di indagine", dice Saieva. "Nel caso in cui io non ho fatto
l'adeguamento sismico ma controllando le macerie si capisce che ho posto
in essere una condizione dell'evento morte di qualcuno, in astratto ci
potrebbe essere una ipotesi di omicidio colposo. Ma stiamo parlando di
ipotesi". Sulla possibilit? che alcune case abbiano subito nel tempo
interventi anomali, forse abusivi, "chi fa i lavori abusivi non ? in
possesso di documentazione, dunque gli accertamenti potrebbero essere
complicati. Per i lavori disposti da strutture pubbliche c'?
un'erogazione di denaro che lascia traccia, dunque ricostruire l' iter
sar? pi? semplice", osserva Saieva. Nelle indagini, ? possibile che
abbiano la priorit? gli edifici pubblici che hanno causato vittime,
"anche se i casi sono rari. Gli edifici pubblici senza vittime
potrebbero essere stralciati dall'indagine principale, come nel caso
della scuola elementare di Amatrice", afferma il procuratore. "Appena
avr? tutti gli atti in mano sceglier? la polizia giudiziaria giusta per
lavorare all'indagine. Gli spunti investigativi sono molti, alcuni
provengono persino dagli approfondimenti fatti dai giornali". Il
deputato Pd, Fabio Melilli, ex subcommissario per la ricostruzione delle
province del Centro Italia dopo il terremoto dell'Umbria del 1997, in
un'intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che "in questi giorni
si ? dato per scontato che tutti gli edifici pubblici fossero adeguati
ai criteri antisismici, invece non lo ? nessuno. Quelli che fece la
Provincia furono lavori di riparazione su complessi, essenzialmente
chiese monumentali, danneggiati dal terremoto dell'Umbria". "Facemmo
trecento interventi in tutto. Secondo la procedura - spiega Melilli -
tutti gli enti esprimevano un parere, quindi il progetto veniva vagliato
e approvato dal comitato tecnico scientifico, infine noi subcommissari,
a valle, davamo il via all'appalto. Avviai il 90% dei lavori ma la
complessit? burocratica incise sui tempi, tanto che alcuni progetti sono
ancora in via di completamento". La spesa fu di circa 70 milioni di
euro, "decisa ovviamente a monte. Noi ci limitammo ad appaltare i
lavori. Gli enti attuatori erano il Commissario, il Comune, la Curia e
la Soprintendenza. Ma la maggior parte erano monumenti: la
Soprintendenza era decisiva", dice Melilli, e "per le Soprintendenze la
tutela del monumento ? la vera priorit?". "Per quanto riguarda le chiese
di Amatrice e Accumoli - precisa - furono date indicazioni precise di
limitare gli interventi alle porzioni danneggiate a tutela della
monumentalit? degli edifici". L'ingegnere Fabrizio Mazzuca, uno dei tre
progettisti della messa in sicurezza del complesso parrocchiale di
Amatrice Patarico, tra le 21 opere nel mirino della procura di Rieti ha
rilasciato un'intervista al quotidiano La Stampa: "L'ho detto e l'ho
scritto in una relazione allegata al progetto: quel tipo di lavoro non
sarebbe stato sufficiente a salvare in toto la chiesa. Servivano pi?
soldi e un intervento pi? strutturale", ha dichiarato l’ingegnere. "Non
si ? trattato di un 'adeguamento sismico' ma solo di un parziale
miglioramento in seguito al terremoto del '97. Non era, in altre parole,
previsto un intervento particolarmente aggressivo. Ma ad aggravare la
situazione - dice Mazzuca - c'era una precedente ristrutturazione,
successiva al sisma dell'1980, che a mio avviso appesantiva troppo la
struttura: il tetto della chiesa era gravato da uno spessore di
calcestruzzo, non di cemento armato. Misi nero su bianco l'esigenza di
demolire quel carico sul tetto e quella di sostituire la trave
orizzontale di legno con una di acciaio. Ma i soldi erano pochi e quindi
non si pot? procedere secondo le mie indicazioni". Il Comune di
Amatrice, dopo aver annunciato la volont? di costituirsi parte lesa in
un eventuale processo post terremoto, ha nominato due legali. Si tratta
degli avvocati Mario Cicchetti e Francesco Lettera che hanno presentato
un'istanza alla procura di Rieti perch? chieda al Gip un incidente
probatorio sul crollo parziale della scuola del borgo distrutto dal
terremoto. Sul versante marchigiano, "stiamo raccogliendo gli elementi
per verificare se vi siano estremi di reato legati ai crolli e alle
lesioni delle strutture pubbliche di Arquata del Tronto. Ma le indagini
sono ancora nella fase iniziale". Lo dicono fonti del comando
provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, in relazione all'inchiesta
aperta dalla Procura locale finalizzata ad accertare se vi siano
responsabilit? in relazione ai pesanti danni agli edifici provocati dal
terremoto di mercoledi scorso. Al momento, non vi ? un ipotesi di reato,
e quindi anche alcun indagato. "La scuola di Arquata ? gravemente
lesionata - dicono dal comando dei carabinieri - cos? come il 90% delle
case o delle strutture della zona. Quindi non sar? certamente riaperta
per la nuova stagione scolastica. Per il resto stiamo procedendo a
effettuare gli accertamenti necessari, ma occorrono interventi e
sopralluoghi tecnici che non avranno di certo tempi brevi". Da segnalare
che la Procura di Ascoli Piceno, competente per territorio, sta
svolgendo le indagini anche per comprendere le cause dei crolli di parte
dell'ospedale di Amandola, cittadina che ? in provincia di Fermo.
(30 Agosto 2016
- www.rainews.it)
Terremoto, crollate Torre civica e chiese dichiarate a norma
Le
carte riservate sui lavori eseguiti nei paesi del sisma e i certificati
di chi ha fatto i collaudi su edifici pubblici.
Gli ?ancoraggi? dichiarati e mai fatti
di
Ilaria Sacchettoni e Fiorenza Sarzanini
C’? un
documento riservato che dimostra le irregolarit? compiute nella
ristrutturazione degli edifici pubblici di Amatrice e Accumoli dopo il
sisma del 1997 dell’Umbria. ? la relazione dell’ente attuatore su 21
appalti assegnati per la messa a norma degli stabili. E svela nei
dettagli anche alcuni casi clamorosi, come quello della Torre Civica di
Accumoli, manufatto del XII secolo che ? il pi? antico del paese,
gravemente danneggiato dalla scossa della notte del 24 agosto scorso. E
quello della caserma dei carabinieri, crollata per il terremoto. Ma
anche le procedure seguite per numerose chiese e complessi parrocchiali.
Il rapporto
sui due milioni di euro
Si tratta di
2 milioni e 300 mila euro, soldi pubblici che si aggiungono agli altri 4
milioni spesi dopo il 2009. Il dossier elenca i soldi stanziati, gli
interventi effettuati, il nome dei progettisti, le ditte incaricate.
Indica anche l’effettuazione dei collaudi per la convalida di quanto era
stato fatto. Interventi per una spesa ingente, che evidentemente non
erano stati svolti adeguatamente, visto che alcuni edifici sono stati
distrutti dal sisma di sei giorni fa e altri risultano gravemente
lesionati. E questo avvalora il sospetto dei magistrati: alcuni
certificati sono stati falsificati. Atti che riguardano le strutture
pubbliche, ma pure le abitazioni private. Ai Vigili del fuoco sono gi?
arrivate numerose segnalazioni di cittadini che raccontano di aver
acquistato la casa con la certificazione dell’avvenuto ?ancoraggio?
proprio per scongiurare il pericolo di crolli. E invece, dopo la scossa
che ha devastato interi paesi, si ? scoperto che nulla del genere era
mai stato fatto. Controlli saranno effettuati anche dai magistrati di
Ascoli che indagano sui crolli avvenuti ad Arquata e Pescara del Tronto.
In particolare bisogner? verificare come mai alcuni edifici di Arquata —
l’ufficio postale, la scuola, il Comune e la caserma dei carabinieri —
dovranno essere demoliti perch? dichiarati inagibili nonostante
dovessero essere perfettamente a norma.
La torre
civica e la caserma
Caso
esemplare ? quello della Torre Civica di Accumoli, edificio storico
conosciuto anche a livello internazionale. Lo stanziamento iniziale di
100 mila euro viene ridotto a poco pi? di 90 mila. L’impresa individuata
? la ?Giuseppe Franceschini?. Responsabile del procedimento ?
l’architetto Cappelloni. ? l’esperto che segue altri progetti, compreso
quello del complesso parrocchiale in cui ? inserita la chiesa di San
Francesco, dove il campanile ? crollato e ha travolto un’intera
famiglia. Vengono effettuati due collaudi: uno l’11 ottobre del 2012,
l’altro il 28 maggio 2013. Non vengono evidenziati problemi e la
verifica concede il via libera. Ma qualcosa evidentemente non ha
funzionato: le scosse di sei giorni fa non hanno lasciato scampo e la
Torre risulta gravemente lesionata. L’edificio ? venuto gi?. Storia
analoga ? quella della caserma dei carabinieri di Accumoli. Dopo il
terremoto dell’Umbria si decide di effettuare lavori di ristrutturazione
e vengono stanziati 150 mila euro. La ditta prescelta ? la ?Impretekna?.
Responsabile del provvedimento ? il geometra Granato che risulta aver
seguito ben nove progetti. Anche in questo caso i lavori sono
classificati come ?ultimati e collaudati?. Sembra che sia tutto
regolare, almeno a leggere le carte. E invece la sede dei carabinieri ha
subito danni gravissimi.
Il campanile
crollato e la chiesa di San Michele
Sono i
documenti ufficiali a dimostrare che la chiesa di Accumoli e il
campanile erano stati inseriti in un ?sistema? ben pi? ampio che
prevedeva la ristrutturazione dell’intero complesso parrocchiale. Spesa
prevista: 125 mila euro che scendono a 116 mila. L’appalto se lo
aggiudica la ?Ste.Pa? che evidentemente poi concede alcuni subappalti.
Alla fine arriva il collaudo e la pratica si chiude. Nessuno immagina
che in realt? i soldi stanziati per il campanile siano stati utilizzati
per la chiesa. E soprattutto che non sia stato effettuato alcun
adeguamento antisismico, ma semplici migliorie che nulla garantiscono.
La notte del 24, dopo la prima fortissima scossa, il campanile si
sbriciola e uccide quattro persone. Viene gi? anche la chiesa di San
Michele Arcangelo di Bagnolo, frazione di Amatrice. A disposizione erano
stati messi 100 mila euro. Ente attuatore in questo caso era la Curia
vescovile di Rieti che aveva indicato anche gli esperti responsabili dei
lavori. E adesso saranno proprio gli ingegneri e gli architetti
incaricati di occuparsi del controllo delle attivit? a dover chiarire ai
magistrati che cosa sia accaduto tra il 2004, quando si decide di
mettere a norma gli edifici, e il 2013 quando risultano effettuati gli
ultimi collaudi.
I certificati
dei collaudatori
Nei prossimi
giorni i magistrati coordinati dal procuratore di Rieti Giuseppe Saieva
— i pubblici ministeri Cristina Cambi, Lorenzo Francia, Raffaella
Gammarota e Rocco Marvotti — acquisiranno la documentazione su tutti gli
stabili crollati. La decisione ? quella di aprire un fascicolo su ogni
edificio in modo da poterne ricostruire la storia ed effettuare le
eventuali contestazioni a chi ha seguito le ristrutturazioni. Per questo
verranno interrogati gli architetti e gli ingegneri indicati nella
relazione sui lavori decisi dopo il sisma dell’Umbria. Saranno loro a
dover chiarire come mai si decise di effettuare — nella maggior parte
dei casi — soltanto delle ?migliorie?, chi diede le indicazioni sugli
interventi e soprattutto che cosa fu scritto nelle relazioni finali per
ottenere il via libera dei collaudatori. Questi ultimi dovranno invece
chiarire che tipo di controlli furono svolti, consegnando anche la
documentazione relativa a ogni progetto seguito.
Gli
?ancoraggi? mai eseguiti
L’attivit?
dei pubblici ministeri in questa prima fase dell’inchiesta si muove su
un doppio binario: da una parte gli edifici pubblici e dall’altra le
abitazioni private. In questo secondo caso l’attenzione si concentra
soprattutto sui cosidetti ?ancoraggi?. Nei giorni successivi al
terremoto sono arrivate numerose segnalazioni di persone che hanno
raccontato di aver comprato il proprio immobile e di aver ricevuto — al
momento dell’acquisto — la certificazione sulla messa in sicurezza
rispetto al rischio sismico. Quando i palazzi sono crollati ? apparso
evidente come non fosse stato effettuato alcun intervento mirato. Per
questo bisogner? confrontare gli atti di compravendita con quelli
registrati nei Comuni. Partendo naturalmente dagli edifici crollati che
hanno provocato morti e feriti
(www.corriere.it)
30/08/2016
Il
Dubbio 2
Qui il
motivo perch? Monteleone di Spoleto ha la tendopoli e Leonessa no...
Dichiarazione del Sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini:
"Ultimate le verifiche TUTTE le
strutture pubbliche risultano agibili, solo il Comune ha bisogno di una
ulteriore piccola verifica.
Inoltre Abbiamo avviato le procedure per il censimento dei numerosi
danni ai privati gi? segnalati (chi ritiene di averne subiti a causa del
sisma deve inviare in Comune una nota con l'esatta indicazione
dell'immobile nonch? dei propri dati personali e provvederemo in tempi
brevi alla verifica attraverso un gruppo di lavoro gi? individuato);
abbiamo formalmente e decisamente ribadito la necessit? di inserire
Leonessa tra i comuni danneggiati dal sisma (colpevolmente dimenticata);
abbiamo richiesto nuovamente l'allestimento di una tendopoli per
ospitare i cittadini che dormono nelle proprie macchine oltre ad aver
gi? messo a disposizione di tutti, da giorni la scuola "bunker" di
Terzone."
29/08/2016
La Paura
1500
scosse, da quella tragica delle 3:36 del 24 Agosto, hanno segnato le mie
giornate di fine agosto.
Scelta rispettabile e
legittima quella di rimanere, cos? come rispettabile e legittima ? stata
la scelta di chi ha preferito lasciare Leonessa.
Esorcizzare la paura ? da sempre per l'uomo un esercizio difficile ed ogni
presunta ricetta ? di scomodissima attuazione, vista l'assoluta
irrazionalit? nei comportamenti.
Non ho
mai dormito nelle nottate successive, ma questo mi riesce benissimo
anche senza la tragedia di un terremoto.
In
queste nottate in compagnia della paura di nuove scosse (la mia casa di
Ocre non ha proprio niente di antisismico, anzi), ho provato ad
elaborare un pensiero da condividere, una considerazione su cui
riflettere.
Tutto
per? assolutamente banale.
Ed
allora ? preferibile tacere.
Il
Suggerimento
Serve denaro.
Presto.
Credo
che il modo pi? veloce per rendere disponibili le donazioni e le
sottoscrizioni in favore dei nostri sfortunati Amici sia quello di
versare gli importi raccolti direttamente sul conto del Comune di
Amatrice. Il Sindaco Sergio Pirozzi e la sua Amministrazione avrebbero
in breve tempo a bilancio una importante somma, spendibile da
subito.
Ecco i
riferimenti
Il
Dubbio
Questo
? il Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri N? 126 del 25/08/2016
Il
Capitano, il fuoriclasse di una grande squadra, pu? annunciare il suo
ritiro.
Magari
lo fa alla fine del girone d'andata ma deve giocoforza aspettare la fine
del campionato.
Lo deve
alla sua immagine, lo deve ai suoi specialissimi Tifosi, che in questo
caso lo hanno democraticamente scelto.
Lo deve
soprattutto alla sua Squadra.
Perch?
se ? vero che i suoi Compagni di Squadra hanno goduto delle sue giocate,
delle sue invenzioni sul campo ? pur vero che senza l'assolut? fedelt?
dei compagni di Squadra, il Capitano non sarebbe andato lontano.
Se per
stanchezza o per le richieste ammaliatrici di un campionato di una serie
superiore... Poco importa.
All'indomani della strepitosa vittoria in Champions-Tilia, il Capitano
deve rimanere fino a fine campionato.
In un
squadra di rango superiore, sarebbe uno dei tanti e finirebbe
inesorabilmente in panchina.