Noi Crediamo che, oltre
alla Storia, lo dica in maniera inequivocabile anche la
Geografia.
Qualsiasi altra
motivazione che spinga a pensare che la oramai defunta
Provincia di Rieti debba avere come riferimento Viterbo o
Pescara non attiene alla logica che dovrebbe guidare certe
decisioni : rispetto e salvaguardia del Territorio.
E,soprattutto, della Gente
che tenta di continuare a viverci.
Leonessa.org aderisce al
Manifesto di Friozzu.
giannibolletta@leonessa.org
Lettera ai Sabini e agli Umbri
Tutti ormai sappiamo e constatiamo
sulla nostra pelle che la provincia di Rieti è diventata una
finzione. Allo stato delle cose paga solo stipendi a
impiegati ai quali non resta altro che attendere la pensione
e tutti gli altri servizi pubblici dello Stato sono in via
di trasferimento a Viterbo. Da poco è giunta la notizia che
presto con la riforma delle macroregioni, addirittura la
Sabina sarà inclusa nella macroregione adriatica che
comprenderà le Marche, l'Abruzzo e il Molise con capitale a
Pescara, cioè saremo inclusi in una regione che non ha
niente a che fare con il nostro territorio che invece guarda
al Tirreno, dal quale siamo assai più vicini che
dall'Adriatico dal quale inoltre ci separa la catena dei
monti più alti dell'Appennino. A sentire una cosa del genere
ci sarebbe da non crederci, purtroppo però è così!
Eppure a Rieti e dintorni tutti
tacciono. La sordina è stata messa dagli uomini oggi al
potere, ai quali i responsabili nazionali hanno detto di
tacere, pena la loro emarginazione.
Altrettanto tutti sanno che Mondo
Sabino e MEP Radio Organizzazione ormai da decenni operano
nell'antico territorio che fu un tempo provincia dell'impero
romano, che nel 1860, al raggiungimento dell'unità
nazionale, fu incluso nella provincia Umbra e che comprende
non solo l'Umbria geografica, bensì anche quella Sabina che
la storia ha tentato più volte di spezzettare.
Facendo questi discorsi al tavolo di
una hostaria è venuto fuori che allo stato delle cose
sarebbe utile sia alla Sabina che all'Umbria di mettersi in
moto per riunire quel territorio che Mussolini separò nel
1927, violentando l'omogeneità storica di varie zone:
l'Etruria, l'Abruzzo e l'Umbria separando Rieti dalla
provincia umbra, includendo in Umbria Orvieto e nella
provincia di Rieti parte del territorio dell'ex regno
borbonico, tradizionalmente abruzzese.
L'Umbria altresì ne ricaverebbe un
utile perché con l'inclusione del territorio reatino
rafforzerebbe la sua presenza nella macro regione terrenica
e avrebbe più peso per bilanciare quello della Toscana.
A conclusione della lunga, ma proficua
chiacchierata i tre novelli carbonari hanno redatto un
Manifesto al quale è stato dato il nome di “Manifesto di
Friozzu” perché concepito e scritto appunto nella nota
hostaria ternana di Friozzu .
Qui sotto ne pubblichiamo e
diffondiamo il testo chiedendo espressamente, a tutti coloro
che ne condividano il contenuto e che hanno in animo di fare
qualche cosa per difenderci da proposte cervellotiche, di
manifestare la loro adesione con una email a gianfrancoparis@gmail.com,
allo scopo di creare un movimento di opinione che solleciti
i politici sabini ad uscire allo scoperto per non essere
puniti elettoralmente e quelli umbri a prendere a volo
l'occasione per aumentare il loro peso specifico locale.
A buon intenditor poche parole.
Il Manifesto di Friozzu