Eroi Leonessani della Grande Guerra

 

Fu il 13° Fanteria il Reggimento che ebbe in forza il maggior numero di Leonessani nella I Guerra Mondiale: oltre un centinaio e si comportarono valorosamente.

Il reparto costituito in Piemonte nel 1672 ebbe sede all'Aquila dal 1909 al 1943. Formò con il 14° la Brigata "Pinerolo".

Il valoroso Sergente Mariano Salomone fu uno dei primi caduti Leonessani con il 13°; alla sua memoria fu conferita la Med. di bronzo al V.M.: lo seguirono poi Pietro Petraia, Giovanni Pulcini, Enrico Zelli, Antonio Pulcini.

Il Nad-Logem, insignificante collina carsica, oltre il Vallone, a Nord-Est di Monfalcone volle per la sua conquista e riconquista anche il sacrificio di Guido Fagiani e Pio Mazzapiota; morirono insieme lo stesso giorno, 11 ottobre 1916. Li seguirono nella stessa sorte e sullo stesso colle, il 22 successivo, Alessandro Palmieri  e, con il 2° Granatieri Giovanni Ceci. Invece Vincenzo Berardinelli, Carlo Calandrini e Ferdinando Cipicchia, tutti del 13°, riportarono la pelle a casa, decorati la Valor Militare.

Il 5° Reggimento Alpini, autentica leggenda nella storia della I Guerra Mondiale, ebbe nelle sue file molti valorosi figli D'Abruzzo (ricordiamo che Leonessa, fino al 1927, fu provincia dell'Aquila, ndr).

La note tra il 29 e 30 aprile 1916 con gli Alpini del 5° che attraverso il ghiacciaio dell'Adamello attaccarono e conquistarono le posizioni tenute dai Kaiserjagher sul Crozzon di Forgarida, vi era anche Alessandro Nicoli, anni 25, di Villa Zunna che è rimasto lassù, con "le scarpe al sole". Con lui vi erano altri Leonessani nella guerra  sui ghiacciai, anche Alfredo Pietrolucci di Piedelpoggio che è rimasto per sempre su una quota anonima, della quale conosciamo solo l'altitudine, mt. 2778. Avevano entrambi seguito la sorte dell'Alpino Giovenale Belli, che li aveva preceduti nel glorioso cammino con Pietropaolo Labella.  

Con il 2° Reggimento Alpini, Domenico Morganti di San Vito (Btg. Val Maira o Monte Berico) è rimasto sul PAsubio dove cadde valorosamente il 17 ottobre 1916, negli ultimi vani assalti al Dente Austriaco del Pasubio, quota 2.200. Poi la neve fermò i combattimenti e "stese un candido lenzuolo su amici e nemici uniti nella morte". E ancora con il 2° Alpini morironi Agostino Ceci, Giuseppe Monti, Mariano Risa e Angelo Vanni.

Il 29 giugno 1916, per la prima volta, gli austriaci fecero uso dei Gas asfissianti nella zona di San Michele. Morirono con il 10° Rgt Giuseppe Camponeschi e con il 29° Riccardo Mazzieri.

Scamparono ai Gas il Fratelli Climinti (Sante 13° Ftr., Raffaele 44° Ftr. e Martino 10° Btg. R.G. Finanza), i cui reparti erano quei giorni affiancati a contatto di gomito in prima linea: durante una breve tregua dei combattimenti i tre fratelli riuscirono anche  ad incontrarsi per l'ultima volta, poichè Raffaele, poco tempo dopo, cadde in combattimento sul Monte Santo.

A colle San Marco, quota 171, Costantino Palmieri guadagnò la Medaglia d'oro al Valor Militare al prezzo della propria vita. Sergente Maggiore già decorato di due medaglie d'argento, con il 143° Rgt. Fanteria, Brigata "Taranto", durante la nona battaglia dell'Isonzo, andò all'assalto e occupò con il suo plotone la quota 171 contro la quale il nemico contrattaccò per 5 volte, cadde da eroe sovrastando tutti con il suo coraggio ed il suo valore. La Brigata "Taranto" perse in due giorni 43 ufficiale e 1.593 tra sottoufficiali e soldati. Pochi giorni dopo cadde sul S. Marco anche Pietro Giovannenze.

Tra le tante insidie della guerra, anche le valanghe che causarono nell'inverno 1916/17, particolarmente nevoso, enormi perdite sia agli Austriaci che agli Italiani. Con il 45° Fanteria (anche la Fanteria fu pesantemente impiegata in montagna) venne travolto da una valanga il 10 novembre 1916 Giulio Granello e stessa sorte toccò  a Felice Rocchi della sussistenza a Falcade il 14 dicembre 1916.

Nel luglio 1916 l'offensiva austriaca, la "Strafenexpedition" andava esaurendosi: in qui giorni , sul Monte Zebio, caddero con il 226° Fanteria Eugenio Fagiani, Luigi Paciucci, Augusto Nicoli Gizzi e con il 14° Bersaglieri il sergente Felice Vitucci decorato con due Medaglie di bronzo e Paolo Zelli.

Nel giugno del 1917 morì Davide Pietrostefani per le ferite riportate in combattimento, sempre con il 226°.

Il 13 giugno 1918 nei combattimenti per la difesa del Piave con il 226° Fanteria, che dalle Alpi era sceso in pianura, caddero uno accanto all'altro sul Ponte di Paludello i Fratelli Pasquale e Pierino di Sala.

Quando Giovanni Rauco il 26 novembre 1917 morì in combattimento sul Pertica con il 22° Fanteria aveva solo 18 Anni.

Questo sono alcuni degli episodi di Valore che hanno visto protagonisti i Soldati Leonessani dei quali conosciamo i nomi; non conosciamo invece le vicissitudini di quanti rimasero feriti e gli altri combattenti che riportarono la pelle a casa, oggi tutti scomparsi.

Di questi rimane forse un vago ricordo, sbiadito nel tempo, nella memoria di qualche familiare superstite.

Enzo Climinti

(Su Gentile Concessione Museo Civico di Leonessa)

 

 
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