(Santuario di San Giuseppe - Vetrata sovrastante la Cripta di San Giuseppe)

 

Ero  presente alla Messa di preghiera organizzata dal nostro Parroco, Padre Orazio, e dedicata ai Candidati alle prossime elezioni comunali.

Con me, la mia inseparabile macchina fotografica.

Ma ho solo una foto dell'evento.

Quella qui sopra.

Mi è sembrato doveroso non forzare in nessun modo la spiritualità e l'intimità di cui sono stati testimoni tutti i presenti.

Ma il mezzo affezionato cronista che è in me non poteva  non  fare il suo "mestiere".

Questa volta,  con le antiche armi della carta, della penna e della memoria stimolata da un autentico momento di Fede.

Fortunatissimo testimone, ancora una volta, di un grandissimo momento di Vita Leonessana.

Grazie di Cuore, Padre Orazio.

Felice Vita.

giannibolletta@leonessa.org

 

"Il buon pastore deve curarsi delle sue pecore.

Nel suo pensiero non c'è la sua persona: la sua persona ne trae vantaggio solo se le pecore sono felici, solo se le pecore sono custodite, solo se le sue pecore sono accudite.

Questo fa un padre dentro casa nei confronti della sua famiglia; questo fanno un parroco, un frate, un amministratore, un imprenditore.

Se le persone che sono al suo servizio sono felici, ci guadagnano tutti.

Allora  il Buon Pastore, Il Signore, San Giuseppe come Suo specchio di riferimento, è felice, sono felici  quando le pecore sono felici .

Camminiamo nella volontà di Dio.

Io sono il Buon Pastore: conosco le mie pecore ed esse mi conoscono, ed esse mi seguono.

Il riferimento ultimo, massimo della vita di un uomo è seguire il pastore, il Buon Pastore.

Gesù per esempio, dice : "Io faccio sempre la volontà del Padre mio".

L'obbedienza al Padre.

Agli Apostoli chiede l'obbedienza a Lui; ai Discepoli chiede l'obbedienza agli Apostoli, l'obbedienza alla Chiesa. C'è sempre un riferimento a cui dover obbedire, una legge morale e spirituale più alta dell'uomo.

Perchè l'uomo non può essere un riferimento assoluto, lo sappiamo come andiamo a finire.

Nei nostro errori, nei nostri conflitti,non possiamo essere noi punti di riferimento, ma c'è qualcosa di assoluto da duemila anni che è riferimento di ogni coscienza.

Io conosco le mie pecore ed esse mi conoscono, ed esse mi seguono.

Quali sono i contenuti di questa sequela ?

Gesù dice : "Io sono la porta".

Cosa significa questo essere porta ?  La porta ha due  aspetti: una possibilità di entrare ed essere custoditi e una certezza di essere mandati fuori, perchè Gesù non fa entrare le pecore nella stalla, le tiene sempre dentro la stalla e non le fa andare fuori altrimenti si perdono.

La porta quindi è il passaggio tra un'interiorità e una esteriorità: devo riflettere dentro di me se quello che faccio è ciò che vuole il Pastore e poi questa riflessione, questo entrare dentro vuol dire vedere dentro la propria coscienza e poi portarla fuori.

Il guaio di oggi è proprio questo: noi pensiamo molto ma non riflettiamo molto, organizziamo ma non vediamo le verifiche, se la coscienza viaggia secondo il giusto modo di camminare. Questo il guaio di oggi.

Siamo iperattivi ma poco riflessivi. Facciamo degli errori e siccome non riflettiamo li ripetiamo sempre. Parlo per me, ma ognuno di noi deve riflettere.

"Io sono la porta". Cioè state dentro, guardatevi dentro, guardatevi la legge di Dio dentro e poi portatela fuori. Questo vale per tutte le associazioni, per le famiglie, per i bambini, per gli adulti, per me, per te,per tutti. Se noi viaggiamo secondo una riflessione, non c'è pericolo.

Non abbiamo paura dell'economia, non abbiamo paura della libertà,non abbiamo paura di niente. Ecco perchè è importante  "Io sono la porta. A chi entra darò la libertà".

Che significato ha la parola libertà sulla bocca di Dio ?

Dice San Pietro:" Se facendo il bene sopporterete pazientemente la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio".

Se uno è più violento del bene, non lo tocca nessuno.

Fare del bene e sopportare la sofferenza, questa è libertà.

Camminare secondo il bene, come tutti quanti noi vogliamo fare, crea piccoli passaggi di libertà e di rispetto. Perchè so di essere fragile , tu rispetterai la mia fragilità, la mia libertà ed io rispetterò la tua.

Se ciascuno di noi si preoccupa della vita degli altri, c'è abbondanza di vita per se e per gli altri. Ma dobbiamo camminare, dice il Signore,  nella verità, nel rispetto, nella legge di Dio che poi ha fatto scaturire tutte le leggi umane. Diceva un grande filosofo : "la legge morale dentro di me, la legge di Dio sopra di me".

La legge morale nasce dai Dieci Comandamenti, nasce dalla parola del Signore; quando io agisco secondo il Buon Pastore c'è la vita intorno a me, quando io non perdono, odio, non amo non c'è vita intorno a me.

Basta però un po' di sole.

L'altro giorno ne parlavo con un amico: piano piano si alza il verde sulle montagne, mano mano che si alza il sole, si riscalda la montagna.

Mano mano che noi ci alziamo, che eleviamo il nostro agire, si riscalda la vita intorno a noi.

E' questo che auguro ai nostri 22 Fratelli che hanno offerto la loro disponibilità; pensino alla loro vita, ma non dimentichino la vita della nostra Città. Tolgano di mezzo i pensieri malati, perchè si fa prima a spezzare un atomo che un pregiudizio sulla persona.

Costruiamo insieme qualcosa perchè ne va dei nostri bambini, ne va dei nostri giovani.

Insieme si va dappertutto, separati non si va da nessuna parte.

Preghiamo per i Nostri Amministratori".

 

Padre Orazio, Parroco di Leonessa

 

 

 

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