Aspetto da cinquant'anni l'apertura di
questa galleria. Se ne cominciò a parlare
nel 1964, all'epoca delle prime due giunte
di centro sinistra del Comune e della
Provincia di Rieti. Subito dopo la loro
costituzione i partiti che le avevano volute
si misero all'opera per realizzare un
programma di sviluppo del territorio della
Sabina. Il luogo d'incontro era la CCIAA di
Rieti, che promuoveva i consorzi tra enti
pubblici e privati per il finanziamento
degli studi e dei progetti. Sono un
testimone diretto di quegli incontri perché
all'epoca ero il segretario organizzativo
della Federazione provinciale del PRI di
Rieti che del centro sinistra era stato il
più convinto assertore.
Fu
allora che furono individuate tre strutture
portanti dello sviluppo della Sabina. Una
nuova sede dell'Ospedale provinciale, il
Nucleo industriale Rieti-Cittaducale e la
dorsale stradale appenninica che, partendo
da Civitavecchia, avrebbe dovuto penetrare
nello Appennino pedemontano fino ad
Avezzano, Sora e Napoli per collegare tutta
questa zona ai due porti del Tirreno, quello
a nord e quello a sud di Roma. Una
intuizione che, se realizzata per tempo,
avrebbe consentito a tutti i comuni che
stanno nel suo percorso di uscire dal
secolare isolamento e di inserirsi nel
processo di sviluppo dello intero paese
Italia,.
Purtroppo questo sogno non si è ancora
realizzato. La provincia più penalizzata è
quella di Rieti. che il salto delle Marmore
ha costretto per cinquant'anni ad un
calvario automobilistico che ne ha diminuito
notevolmente le capacità di sviluppo
economico. L'inaugurazione della galleria e
del ponte sulla Valnerina di oggi può ben
essere paragonato allo stappo di una
bottiglia di spumante invecchiata di 50
anni. Si tratta di 4,7 km di strada che
riducono una percorrenza di 50-60 minuti a
15 minuti. Un risultato che ha del
miracoloso. Da oggi le due città che segnano
il confine tra il Lazio e l'Umbria sono
raggiungibili in 20 minuti complessivi
circa, cosa che fino ad oggi era possibile
solo nelle città del nord.
Dire quali benefici ne possano trarre
entrambe sarebbe troppo facile, li lascio
alla immaginazione dei miei lettori, che
conoscono da decenni il mio pensiero. Oggi
mi limiterò a rilevare che per la prima
volta la città di Rieti e la parte
settentrionale della provincia di Rieti
possono dire di avere una via del nord.
Quella ad ovest, del mare, deve ancora
essere completata. Con questo ponte e con
questa galleria la via del nord è completa,
mancano solo 800 metri di collegamento nei
pressi di Piè di Moggio, prima della seconda
galleria per chi viene da Terni.
Fino ad oggi per andare verso Nord
esistevano due possibilità, andare ad Ascoli
Piceno con la Salaria per poi innestarsi
sulla autostrada Adriatica, oppure andare a
Fiano Romano per inserirsi sull'autostrada
del sole, con un notevole allungamento dei
tempi di percorrenza. Andare verso Terni
comportava disagi di guida per le
autovetture e tempi da lumaca per gli
autotrasporti con tutte le relative fatiche,
rischi e perdite economiche. Mi diceva un
dirigente di una azienda del Nucleo che per
far arrivare le materie prime occorrenti
alle industrie reatine bisognava
raccomandarsi ai trasportatori, i quali
comunque pretendevano sempre un sopraprezzo.
Ora
tutti i mezzi diretti dal nord a Rieti e
viceversa, arrivati agevolmente a Terni,
dopo mezz'ora saranno comodamente a Rieti.
Sembra quasi di sognare!
Alla inaugurazione abbiamo appreso dalla
viva voce del sottosegretario Burlando che
tra qualche giorno sarà votato anche il
finanziamento per gli ultimi 800 metri.
Facciamo gli scongiuri e diamogli credito.
Troppe volte le promesse per la
realizzazione di questa strada sono state
disattese. Non si sa mai. La Polverini, nel
breve tempo che è stata presidente della
regione Lazio, è stata capace di distrarre
il finanziamento di 400 milioni di euro che
era stato deliberato dal suo predecessore
per la realizzazione della tratta da
Civitavecchia a Monteromano, che ancora
divide l'arteria dal mare Tirreno. La stessa
esponente politica che decise di chiudere
gli ospedali di Amatrice e di Magliano
Sabina e che aumentò a dismisura gli
emolumenti dei consiglieri regionali e dei
gruppi consiliari, le cui spese pazze sono
oggi sotto la lente di ingrandimento della
magistratura, e che è stata premiata con la
nomina a parlamentare.
Si
deve anche dire che per molti anni il tratto
Terni-Rieti è stato avversato dagli stessi
ternani che vedevano nelle agevolazioni
della cassa per il mezzogiorno concesse al
nucleo industriale reatino un pericolo di
emigrazione delle industrie dal ternano. Una
politica miope che ha fatto diventare i
territori delle due province due enclavi di
depressione. Ora i tempi sono cambiati.
Terni si è finalmente resa conto che lo
sbocco veloce si Rieti conviene ad entrambi
e può essere l'occasione per un rilancio di
tutto il territorio umbro-sabino. Del resto
la Valnerina, che è territorio sabino, fa
parte integrante dell'Umbria. Anche Rieti
dal 1860 al 1927 è stata parte integrante
della provincia di Perugia.
I
due territori hanno caratteristiche
geografiche ed economiche omogenee. Stesso
contesto culturale. I loro dialetti sono
della stessa matrice umbro-sabina. La
facilitazione delle comunicazioni renderà
ancor più facile valorizzare ciò che si ha
in comune per metterlo a frutto. Di recente
è stato costituito un Comitato Rieti-Terni
in Umbria per reagire alla soppressione
delle due province operata dal governo
Monti. Il problema della abolizione delle
province sarà nell'agenda del governo alla
ripresa dopo le feste. Lo stesso Renzi l'ha
messo nell'agenda del suo segretariato del
PD.
Ora
che la galleria e il ponte sulla Valnerina
sono stati aperti è tempo di fare su serio:
unirsi per non morire.
(Gianfranco Paris - www.mondosabino. it)
Inaugurazione
Ponte e Galleria sulla Valnerina