Tema difficile San Giuseppe, almeno il San
Giuseppe "terreno".
E visto che tutta Leonessa ne parla, proviamo
anche da qui ad esprimere il nostro pensiero e condividere le nostre idee con i
nostri affezionatissimi lettori.
Lettori che nei due giorni seguiti ai
festeggiamenti in onore del nostro Santo hanno letteralmente preso d'assalto
queste pagine.
Cosa si aspettavano ?
Forse la cronaca fotografica, ma purtroppo
non ero a Leonessa.
Scusandomi per la delusione arrecata, provo
però a
metter a fattor comune alcune semplicissime riflessioni.
San Giuseppe è sicuramente un Santo
"difficile".
Il suo è un portentoso, modernissimo
insegnamento. Si parla di Fede, di sacrificio, di penitenza,di socializzazione, di evangelizzazione, di
lotta all'usura, di assoluta dedizione alla causa dei più derelitti.
Si parla di un grande, appassionato amore per
Leonessa.
Abbiamo di fronte quindi un significativo
sentiero di vita oramai tracciato da secoli, che tutti noi che ci professiamo
fedeli del nostro amatissimo Santo dovremmo percorrere senza alcuna incertezza.
In questo aiutati dal certosino lavoro di un
grande studioso come Padre Orante, dal quotidiano impegno sul territorio di
Padre Giancarlo e di tutti i Frati del Convento e dalla importante
attività di diffusione della parola di San Giuseppe che Padre Anavio e tutta la
Redazione tentano di portare avanti con "Leonessa ed il Suo Santo".
Nel ricordo di Padre Mauro Coppari.
Sembrerebbe tutto molto facile.
A complicare invece la vita "terrena"
di San Giuseppe (denuncio la mia ignoranza nel trattare l'argomento e spero che il buon senso mi
eviti lo sconfinamento nella blasfemia...) purtroppo molte delle
umane debolezze che eternamente macchiano il nostro vivere e che non risparmiano
nessuno.
Nonostante, appunto, fior fiore di
insegnamenti.
Ma non è mio intento salire in cattedra (non
ne ho le capacità) e mettermi a pontificare su chi ha cominciato per primo a
sbagliare, su chi ha aspettato che l'altro sbagliasse, su chi non ha fatto
niente per aiutare chi sbagliava.
Certo è che oramai "San Giuseppe nostro" è
tristemente divenuto, più delle volte per convenienza e per indurre l'altro
nell'errore, "San Giuseppe loro" in una contrapposizione tra Guelfi e Ghibellini
che, per Leonessa, non può essere altro che sinonimo di fallimento.
E questo è anche il mio fallimento. Il
fallimento di tutti quelli che amano sinceramente Leonessa.
Perchè si sa, sia tra i Guelfi che tra i
Ghibellini c' è chi lavora con fede e passione, assolutamente libero da secondi
fini e solo per il gusto di essere utile ad una causa in cui crede: c'è però
il guelfo che guarda, c'è però il ghibellino che oltre a guardare ti critica
pure e ti dice "ma chi te lo fa fare".
Che sia "sacra" o "profana" la forza che
spinge straordinari amici di Leonessa ad impegnarsi credo che poco debba
importare.
Il problema è che, il più delle volte,si
rimane ancorati alla propria sponda e non si riesce a condividere gli obiettivi.
Come nel caso di San Giuseppe.
La fiera dell'ovvio, direbbe qualcuno.
Assolutamente si.
Oramai i Festeggiamenti in onore di San
Giuseppe sono divenuti, in confronto ad altri eventi che danno lustro
all'Altipiano, un vero problema per la Città di Leonessa, perchè sono la
chiara dimostrazione della sua manifesta incapacità di onorare in maniera
adeguata il suo
Santo concittadino.
Permettetemi una volta tanto di considerarmi
anch'io un vero leonessano per potermi addossare la mia parte di responsabilità.
Attenzione: sto parlando della Città di
Leonessa, perchè assolutamente convinto che le responsabilità di questa triste
situazione sia di tutti i tasselli che compongono, come è naturale che sia, il
mosaico leonessano.
Nutro profondo rispetto ed ammirazione per
chi, anche quest'anno, è riuscito tra mille difficoltà a dare solennità a quei
tre giorni di settembre che dovrebbero costituire sempre la nostra più grande
Festa Patronale.
Ma è una Festa Patronale che abbiamo quasi
lasciato morire.
Tutti, almeno quelli che ci credono. Nessuno
escluso.
Mi prendo chiaramente la mia parte di
responsabilità, visto che da anni lavoro per Leonessa.
Mi sarei dovuto proporre ?
Sarei stato accettato ?
Come sono
giudicato ?
Avrebbero visto la mia offerta con un
semplice atto di collaborazione o come un tentativo di ingerenza e di
protagonismo ?
Sono Guelfo o Ghibellino ?
Perchè nessuno mi ha chiesto disponibilità ?
Perchè sono schierato ?
Perchè sono amico dell'Amministrazione ?
Perchè gestisco un sito che qualcuno ha
rinominato "Trancassini News" (il commento più tenero,
credetemi...) ?
Chiaro è che mi "uso" come esempio per
descrivere la sterile contrapposizione che oramai tiene banco a Leonessa e che
di fatto inibisce qualsiasi tentativo di cooperazione esterna ai due blocchi
contrapposti.
Contrapposizione peraltro purtroppo
alimentata anche da persone in cerca di visibilità, bravissime a
farsi folgorare sulla "via della Croce" per agognate frequentazioni magari
ferocemente apostrofate fino a qualche mese prima e da gesti negativi,
derivanti il più delle volte da altrettanto negativi comportamenti dell'altra
fazione che però servono solo ad inasprire uno scenario già di per se stesso
desolante.
Perchè è un fatto inconfutabile che
in contrasti stancamente trascinati per anni, si perde la reale consistenza dei
fatti e tutti credono di essere depositari di ragione e verità.
Ma il futuro, purtroppo o per fortuna, è
subito.
Sia chiaro: non sono in possesso della
ricetta per la risoluzione instantanea di una contrapposizione che oramai è
aperto conflitto.
Io posso solo garantire la mia semplice
voglia di dare una mano. Come sempre.
Lo devo a me stesso, nel ricordo di chi mi ha
insegnato ad amare questa terra.
Da Guelfo o da Ghibellino, poco importa.
Confraternita di San Giuseppe e del
Suffragio, Comitato Festeggiamenti, Convento dei Cappuccini, Comune, Pro Loco.
Chiunque sia, faccia il primo passo subito, perchè il tempo è tiranno,
soprattutto quando c'è da limare posizioni conflittuali oramai tristemente sedimentate.
L'importanza è riunirsi sotto
la stessa, se esiste ed è vera,
autentica devozione per San Giuseppe.
E lavorare insieme per i Festeggiamenti
2013, perchè quei tre giorni di settembre tornino ad essere la più grande e
sentita Festa Patronale dell'Altipiano.
E' interesse di tutti, almeno quelli che ci
credono. Nessuno escluso.
La fiera dell'ovvio, direbbe qualcuno.
Ma così ovvio pare proprio non sia.
Se pensate che possa essere utile il mio
umile aiuto, sapete dove trovarmi.
Perchè
gli amici, quando sbagliano, vanno aiutati e non
accompagnati, per deficienza o per secondi fini,
nell'errore.
Perchè,
come mi diceva spesso Nonno Venanzio, bisogna essere
orgogliosi di quello che si ha.
Facciamo presto.
Felice Vita.
giannibolletta@leonessa.org