IN OCCASIONE DELL’ARRIVO DELLA SANTA URNA CONTENENTE  IL SIMULACRO DI SAN GIUSEPPE DA  LEONESSA, L’ARTISTA MASSIMO BIGIONI REALIZZA, SU COMMISSIONE DELLA CONFRATERNITA DEL SUFFRAGIO, DUE OPERE SULLA VITA DEL SANTO.

Il  10/11/2012, presso il santuario di Colle Collato di Leonessa, è stata collocata l’urna con il simulacro di San Giuseppe di Leonessa, proveniente dalla Chiesa di San Tommaso di Lama di Città di Castello, per volontà della confraternita di San Giuseppe del Suffragio.

In onore di San Giuseppe e per l’occasione dell’evento, l’artista Massimo Bigioni ha realizzato due meraviglie sulla vita del santo:

-      San Giuseppe dona il cordone ad una famiglia di Lama;

-      San Giuseppe orante davanti la Madonna del soccorso.

Queste due opere vanno ad aggiungersi alla precedente donata dal creativo leonessano, al santuario, che aveva raffigurato il santo liberato dalla prigionia in terra di Costantinopoli, in uno dei suoi tanti pellegrinaggi.

Il Santuario di San Giuseppe di Leonessa è un centro di preghiera e meta di numerosi pellegrinaggi. Grazie all’opera dei Cappuccini di Leonessa e della confraternita che insieme, si occupano della cura pastorale e “nuova evangelizzazione” per i cristiani che hanno perduto il senso della fede; ora, grazie anche, all’opera dell’artista Massimo Bigioni, il luogo sacro diventa sempre più importante e prezioso.

E’ pur vero che i cittadini di Leonessa, molto devoti a San Giuseppe, in aggiunta alla bravura del maestro Massimo Bigioni, hanno fatto registrare numerose presenze sia presso il santuario sia presso la chiesetta di Colle Collato. Addirittura, alcuni pellegrini, per essere presenti all’inaugurazione e celebrazione della Messa officiata da Padre Carmine Ranieri,  hanno camminato per ben due ore salendo sul colle, luogo di penitenza del santo ed essere così, testimoni di un evento storico.

Grazie alle sue straordinarie doti pittoriche l’artista Massimo Bigioni, dominato da adorazione e venerazione per il grande missionario e predicatore cappuccino ha saputo ritrarre la stupefacente santità di Giuseppe, donandogli straordinari tratti somatici e il sentimento forte di preghiera per la madonna del Soccorso.

Sorprendente la rappresentazione del santo raccolto in orazione, all’interno della sua cella  che , grazie all’artista, ora sarà conservata e venerata all’interno del santuario.

Ogni particolare curato con meticolosa attenzione, la luce fioca della candela simbolo di povertà e modestia, l’ambiente semplice e freddo viene riscaldato dalla preghiera del santo e dalla luce del sole che prepotentemente entra attraverso l’inferriata e sembra quasi scomparire per proiettarsi completamente sull’immagine della Madonna del Soccorso.

Il dipinto raffigurante la Madonna del Soccorso, ha una luce propria. Essa  sembra nascere dal quadro stesso, tale è lo splendore dell’immagine, incorniciata dai due angeli che sostengono la corona con le ali, il bambinello con lo sguardo incredulo ed impaurito..addirittura la scarpina slacciata sembra cadere. Una curiosità, da qualsiasi angolazione la si guardi assume una caratteristica diversa, in relazione al gioco di prospettiva che l’artista ha sapientemente espresso con un risultato straordinario. Lo sguardo è catturato, come cercare tesori nascosti che all’improvviso si mostrano per attrarre senza far mai staccare gli occhi dall’immagine. Le capacità pittoriche dell’artista sono tali da far fruire con la rappresentazione dell’opera, la grande spiritualità di San Giuseppe attraverso  la  realizzazione delle lacrime all’interno dell’occhio; le mani, dalle dita affusolate, congiunte, in preghiera sembravo in movimento e la tridimensionalità che conferisce a tutto il corpo del frate donano profondità e vitalità. Sembra, addirittura, che il Santo prenda vita, tale è la  bellezza che riesce a ricreare e al pathos che si trasmette dagli occhi e dalle labbra appena spalancate lasciano immaginare delle parole di preghiera che escono dalla bocca. Gioco di luci, di prospettiva che catapultano l’osservatore dentro l’opera, per essere protagonisti insieme al santo della sua preghiera e del grande potere spirituale che essa ha nel ridare gioia e speranza. Il ritratto di San Giuseppe, può essere, a buon diritto, considerato la creazione più splendida e rilevante dell’artista che ha qui dato vita a un dipinto davvero originale, nel senso che, esso non si richiama ad alcun modello, ma ispirato dalla sua spiritualità e capacità introspettiva che egli possiede e che riesce ad imprimerle  e trasportare sulle sue tele, a trascendere il divino che è dentro di lui nella realizzazione delle immagini.

L’altra opera, il “Dono del Cordone di San Giuseppe alla famiglia Magi”, rappresenta la porta d’ingresso del paese di Lama, di Città di Castello, Perugina,  che ha ospitato le due predicazioni quaresimali del santo. L’arte pittorica di Bigioni, con la sua potenza, la sua vitalità creativa, la vigoria stessa danno un effetto incredibile.. il miracolo del santo realizzato, figurato in modo semplice ma grandioso nel mostrare la santità del frate leonessano, che nel ringraziare la famiglia, che lo ha accolto, gli dona il simbolo dei suoi voti e della sua santità.

Bigioni nella padronanza del pennello, enfatizza l’uso decorativo dei colori e aggiunge ai personaggi della famiglia, in adorazione, la presenza del bambino, inginocchiato e vicino al frate.

Splendida realizzazione dell’artista leonessano che riesce così a dare l’immagine del santo protettore dei bambini, come mostrano i miracoli scelti per la beatificazione (1 bambino di Leonessa e 1 giovane di Amatrice) e per la canonizzazione (2 bambini, 1 di Leonessa e 1 di Montereale). I personaggi effigiati esprimono tutta la loro individualità, anzichè rientrare nella genericità di una tipologia indifferenza e, nell’ambito di questa sua espressione pittorica si dimostra interprete serio e fedele delle diverse personalità. Tutt’altro che semplice illustratore, egli riversa su quelle figure tutto il fascino del suo atteggiamento spirituale molto forte e devoto del santo, la luce del cielo e naturalmente,  l’incarnato dei volti e delle mani, nonchè per le tinte degli abiti, che spiccano per la loro tonalità  e rivelano la sottigliezza e la delicatezza del suo tratto e senso cromatico.

La fama, la rinomanza e l’influenza di san Giuseppe sembrano far vivere una nuova stagione al santuario e grazie all’entusiasmo della confraternita, dei padri cappuccini, insieme ai fedeli tutti, si evidenziano veri e forti segnali di ripresa.

Una forza nuova, di arte, è nata nella città di Leonessa, una nuova fiamma che alimenta la fede e la speranza attraverso la preghiera, ha conquistato i cuori di numerosi pellegrini, che ogni giorno, sempre più bisognosi, si recano al santuario.

Ed ora, tra le opere di Giacinto Boccanera, Venanzio Bisini, Paolo Monadi, l’architetto Virginio Monti, si aggiungono le realizzazioni pittoriche del creativo leonessano Massimo Bigioni.

Infiniti ringraziamenti vanno così, all’artista, che dipinge con spirito umano e fraterno nel nome del santo e che, attraverso la sua arte continua l’opera di “evangelizzazione”, che appare qui di una spiccata originalità e, le sue tele s’impongono proprio per il carattere quanto mai individuale per le sue creazioni.

 

L'arte di Massimo Bigioni

 Curatrice

Dott.ssa Stefania Montori

 

 

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