"...Anche la
trebbiatura s'è fatta assieme, il mucchio
dei covoni nostri a fianco al loro e la
trebbia in mezzo. Era ancora una di quelle
trebbie a vapore con la ciminiera alta,
arrivata lì a traino dei buoi insieme al
carretto del carbone. Allora dovevi prima
mietere il grano a mano con il falcetto,
tutti in fila, e ognuno, fatto un mazzo di
spighe, lo legava in un fascio e lo metteva
sul covone. Poi si passava con il carro
grosso dei buoi, si caricavano i covoni e si
portavano sull'aia. Un mucchio enorme, più
grosso del pagliaio. Finalmente arrivava la
trebbia e davanti, per azionarla,c 'era la
macchina a vapore con le cinghie e le
pulegge che trasmettevano, dalla caldaia, il
moto alla trebbia e ai suoi setacci.E guai
se ti avvicinavi alle cinghie.Se ti
prendevano eri fatto. Certe volte si
rompevano e scattavano sgusciando come bisce
gigantesche, frustando l'aria per più di
venti metri e tanta gente s'è fatta male,
pure morti. E ci volevano un sacco di
persone per la trebbiatura. Era il culmine
dell'annata agraria, era tuto l'anno che
lavoravi per quel giorno. C'era chi
governava la machina e chi dal mucchio dei
covoni, con le forche, li passava alla
trebbia, a quelli che stavano sopra e li
imboccavano.Sotto, c'era chi reggeva il
sacco che man mano si riempiva di grano, e
chi portava i sacchi nel granaio, sacchi da
un quintale..."
(Antonio Pennacchi
"Canale Mussolini" Ed. Mondadori)
Ringraziamo di
cuore la Comunità di Terzone, gelosa custode
delle tradizioni contadine, che anche
quest'anno ha saputo regalarci questo
fantastico scorcio della vita di
tanti anni fa. Grazie !!!