Oggi
siamo davanti a quello che ritengo un possibile e concreto punto di
svolta per Leonessa e l’attuale situazione del turismo invernale.
So di
non peccare di presunzione facendo un affermazione del genere perché
oggi non esporrò una mia idea, ma mi limiterò a illustrarvi quello
che altrove è già “acqua calda“, e cioè un concetto di cooperazione
che in altre realtà simili alla nostra, ha dato e sta dando
risultati concreti e soprattutto costanti.Allo stato attuale delle
cose credo sia chiaro ormai più o meno a tutti, che con la politica
a tutti i costi, la finta collaborazione e l’ostruzionismo non sia
possibile guardare molto lontano.
Oggi
davanti ad una scelta operata dalla gestione degli impianti è
necessario sforzarsi di capire e chiedere il perché di tali scelte,
agevolando quelle situazioni che ne garantiscano il buon
funzionamento, il progressivo miglioramento e soprattutto quella
continuità operativa di anno in anno che ci sarebbe sicuramente più
utile.La gestione burocratica e tecnica e il conseguente sviluppo
necessario per mantenere una stazione appetibile così da poter
conservare un buon bacino di utenti, richiede un impegno umano ed
economico che forse ai più sfugge.
Il
comune non può continuare a farsi imprenditore e sostenere una
situazione onerosa come quella attuale.In Italia purtroppo abbiamo
numerosi esempi di stazioni sciistiche gestite direttamente dai
comuni di competenza o da altri enti quali province ecc. ma, ahimè,
il risultato è quasi sempre lo stesso… il decadimento e la totale
svalutazione della stazione stessa con la conseguente mancanza di
interesse da parte di qualsiasi investitore privato e le ricadute
che tutti possiamo immaginare sull‘indotto del paese.
Nelle
condizioni attuali, vista la quantità degli sciatori attratti, se
CampoStella non riuscisse ad aprire durante le festività natalizie
sicuramente non inciderebbe in maniera pesantissima sull’economia
invernale di Leonessa, anche se comunque riesce ad offrire pur
sempre un piccolo contributo.
Penso
che la situazione odierna non possa garantire nemmeno il
sostentamento della stazione stessa.
Oltre
alla situazione appena analizzata, dobbiamo fronteggiare i notevoli
ritardi burocratici venutisi a creare attorno alla speranza di poter
vedere attuato il tanto agognato ampliamento del nostro bacino
sciistico, facendo scivolare di anni la rinascita del nostro turismo
invernale che, non dimentichiamolo, può durare anche cinque mesi.
Quindi penso di poter affermare senza timore di smentita, che ci
troviamo di fronte ad un’emergenza vera e propria che va
fronteggiata con mezzi che non possono più concretizzarsi in una
semplice attesa nei confronti di progetti, alternati a linee guida e
ad altri progetti alternativi che nella migliore delle ipotesi,
porteranno le nostre speranze a concretizzarsi non prima di cinque
anni.
E’ ora
di cominciare a guardare nell’immediato, la nostra piccola economia
non può continuare ad alimentarsi di speranze che di anno in anno
vengono fatte crollare dalla politica del No. Oggi abbiamo la
possibilità di mettere in atto subito un piccolo rilancio con
risultati certi già per la stagione avvenire organizzando e vendendo
settimane bianche orientate all‘allenamento.
Gli
allenamenti vengono effettuati tutti i giorni e soprattutto possono
essere programmati e distribuiti sul calendario così da poter
consentire un flusso costante di sciatori che potrà essere diluito
con una certa flessibilità per tutta la durata della stagione
permettendo così un’apertura quotidiana continuata con i vantaggi
che tutti possiamo immaginare.
E questo
deve essere solo l’inizio verso un ambizioso progetto che vedrà
Leonessa quale centro di allenamento per gli sci club della capitale
e delle regioni limitrofe.Non penso che sarà un piccolo passo, penso
piuttosto che sarà un approccio rivoluzionario per cominciare a
sperare in un rilancio autonomo, fatto da noi Leonessani con la
certezza di non dover aspettare i capricci di nessun politico.
E’
chiaro che siamo tutti contenti se un progetto di quelli visti fino
ad oggi diventasse realtà, ma se Rieti e la Regione hanno deciso che
possono aspettare, noi non possiamo più permettercelo.
Sarà
necessario mettere in atto un sistema, nello specifico un “CONSORZIO
TURISTICO FUNIVIARIO” che dovrà coalizzare un certo numero di
attività interessate dall’indotto turistico, ma a dispetto di quanto
alcuni vorrebbero far credere, questa non sarà un’operazione
impossibile.
Chi
possiede un’attività da diversi anni, non è chiaramente uno
sprovveduto e credo che difficilmente metterebbe in secondo piano i
propri interessi pur di non associarsi con persone a lui avverse o
comunque poco simpatiche.E’ vero che un lavoro può iniziare per
passione, ma è altrettanto vero che il profitto deve essere
l’obiettivo unico che dà sostentamento e migliora la nostra
condizione di vita e quindi non penso che un progetto così ambizioso
ed utile a tutti noi andrà ad incagliarsi in uno scoglio così
frivolo.Ed è proprio in virtù di questa coscienza imprenditoriale
che voglio credere che a Leonessa sia possibile fare quello che in
molte altre parti d’Italia s’è già fatto e soprattutto è servito
concretamente al rilancio del turismo invernale.
Ma come
funziona un consorzio del genere?
Il
sistema potrebbe sembrare semplice ma all’atto pratico risulta
piuttosto articolato in quanto deve essere dotato della malleabilità
e della elasticità necessarie a garantire la fruizione dei vantaggi
offerti a tutti i consorziati ottimizzando di giorno in giorno la
qualità dei servizi offerti agli utenti.
Il
consorzio si pone come obbiettivo principale la promozione del
turismo invernale migliorando l’offerta e affiancandola al tempo
stesso ad un capillare lavoro di ricerca di nuove utenze da
contattare tramite offerte pensate di volta in volta per soddisfare
le diverse nicchie di mercato da attrarre, contribuendo attivamente
al miglioramento delle strutture rendendole più fruibili per il
turismo invernale perseguendo comunque i mezzi per stimolare la
creazione di attività ricreative estive che consentano di attrarre
nuove utenze altrimenti fuori dalla nostra portata. Nello specifico
per facilitare l’approccio ed entrare nell’ottica di quella che è
l’attività pratica del sistema, vale la pena menzionare il lavoro
svolto sino ad oggi che ha portato ai risultati che hanno finalmente
stimolato il lancio dell’iniziativa.
In virtù
della sostituzione della sciovia Rubbio con una seggiovia biposto, è
facile immaginare una migliore fruizione della zona da parte di un
maggior numero di sciatori anche principianti, aprendo di fatto la
possibilità di sfruttare appieno le ampie piste servite dall’
impianto anche per la pratica dell’insegnamento e l’allenamento.Si è
pensato quindi di approfittare della presenza dei mezzi per
apportare alcune migliorie alle piste e creare una struttura di
allenamento permanente in grado di offrire agli sci club una
location sicura, con i giusti spazi ed una varietà tecnica tale da
accontentare tutti.
Si
è costituito così un rapporto di collaborazione con la FISI aprendo
di fatto un dialogo con diversi sci club disposti a valutare la
possibilità di organizzare settimane bianche di allenamento proprio
a Leonessa.Per proseguire in maniera proficua il lavoro appena
descritto, una volta costituito, il consorzio collabora con la
gestione degli impianti seguendo un percorso ed una linea di
consultazione prestabiliti, che non vadano ad intralciare in nessun
modo la gestione stessa.
Questo
perchè esistono dei problemi di carattere economico-gestionale come
la gestione del personale, i costi di esercizio e manutenzione, il
rispetto delle articolatissime norme funiviarie e non ultime le
condizioni climatiche, che non possono prescindere da richieste
esterne mal valutate, ma dovranno essere discusse di volta in volta
cercando la massima comprensione da entrambe le parti in maniera
tale da non vanificare le risorse che nasceranno dalla attività
consortile.
Vale la
pena ricordare che solo a Roma, e quindi ad un ora e mezzo di strada
da Noi, ha sede un numero molto elevato di sci club e secondo stime
recenti un numero di sciatori che si attesta intorno alle 250.000
unità che salgono a 522.000 se consideriamo anche il resto del
centro, il sud e le isole. E’ naturale conseguenza immaginare come
dirottandone anche una piccolissima percentuale (0.5) a Leonessa
potremmo cambiare in maniera decisiva le sorti della nostra
economia.
E’
quindi indispensabile a questo punto un organizzazione capace di
coordinare le varie attività che vorranno farne parte, inserendole
in promozioni e pacchetti turistici completi garantendo così alle
stesse la possibilità di sfruttare appieno il nuovo indotto. Ed è
importante sottolineare che mai come ora negli ultimi anni la
situazione sta volgendo proprio a favore della montagna
appenninica.Infatti, nonostante l’alone di recessione alimentato
dalla recente crisi abbia piegato in maniera piuttosto netta
l’andamento economico del turismo italiano, lo sci in virtù della
forte accelerazione dell’ultimo decennio, ha assorbito il colpo
registrando solo una leggera flessione stimabile in un calo di circa
il 10%.
Confortante in quest’ottica il dato straordinario fatto registrare
dall’appennino che si è prodigato in un aumento del 12%.Fenomeno
questo che trova facile riscontro oltre che nelle eccezionali
nevicate, sopratutto nel minore importo necessario per fruire di una
settimana bianca.
Infatti
nel grafico dell’andamento per zone geografiche si può notare come i
cali più incisivi si siano registrati proprio in quelle regioni dove
i costi dei servizi sono maggiori.Quindi è lecito sperare nella
buona riuscita di un operazione del genere, anche perché se andiamo
ad analizzare il grafico (OSSERVATORIO NAZIONALE DEL TURISMO) delle
caratteristiche più apprezzate dalla clientela del turismo montano
troviamo tutte voci in cui potremmo essere facilmente competitivi.
Dobbiamo
però avere la rapidità necessaria a sfruttare il momento ed iniziare
quel processo di fidelizzazione di cui siamo sicuramente capaci che
ci consentirà di crearci una nicchia tutta nostra dando ai clienti
quella fiducia di cui hanno bisogno. Le offerte in oggetto saranno
quindi orientate ad incoraggiare un turismo più stanziale che
allontani il più possibile la precarietà caratteristica del turismo
mordi e fuggi.
Sarà
creato un archivio dove verranno inserite le varie attività
consorziate così da poterle coordinare all’interno del sistema in
maniera uniforme garantendo a tutti una ripartizione corretta del
nuovo indotto. Volendo fare un esempio pratico, ipotizziamo di poter
già contare su diverse adesioni di una certa varietà: verrà creato
innanzitutto un numero di offerte in base al numero dei posti letto
disponibili tra alberghi, bead & breakfast, affittacamere,
appartamenti ecc. Il numero dei pacchetti che ne risulterà, ad
eccezione degli alberghi che potranno offrire il servizio completo,
sarà equamente ripartito tra i bar per la prima colazione, i
ristoranti per la pensione ed i servizi pubblici per quanto riguarda
un eventuale servizio di navette.
Per
quanto riguarda invece quelle attività alle quali non si potrà
garantire l’apporto diretto del cliente, verranno messe in atto una
serie di promozioni commerciali da legare al possesso dello
ski-pass, che saranno decise caso per caso in base alle specifiche
esigenze di ogni attività. Le promozioni in oggetto saranno
pubblicate in un catalogo turistico che sarà distribuito a tutti i
clienti.
Inoltre
le categorie che non potranno usufruire del sistema di cui parlavamo
pocanzi, saranno esentate dal seppur piccolo corrispettivo che
spetterà invece alle prime in base alle prestazioni loro fornite. Il
consorzio dovrà essere in grado di poter offrire alla gestione della
stazione un contributo economico che sarà stabilito di anno in anno
e conferito alla stessa tramite il miglioramento delle piste e
l’acquisto di materiali e attrezzature che via via serviranno a
rendere la stessa più ricettiva, funzionale e appetibile.Il
consorzio non si sostiene con le sole quote associative, ma si
impegna a svolgere l’attività di procacciatore di sponsor ai quali
metterà a disposizione spazi pubblicitari all’interno dell’area
sciistica da pattuire con la gestione.
Il
consorzio non divide gli utili tra i soci ma li porta in dote alle
stagioni successive.
Questo
perché uno degli obiettivi principali del consorzio, è quello di
creare un castelletto, un polmone utile a poter fronteggiare
necessità di ben altra portata.E’ utile ricordare infatti, che
questa iniziativa non appoggia la gestione col solo scopo di
garantire il sostentamento della stessa, ma deve cercare di
garantire la necessaria continuità anche in caso di forti difficoltà
tali da far presagire una improvvisa defezione da parte del
gestore.Infatti tra le varie emergenze che il consorzio, crescendo
dovrà diventare in grado di fronteggiare, bisogna mettere anche la
più estrema, e cioè l’eventuale acquisto della struttura in seguito
ad un eventuale abbandono da parte di una qualsiasi gestione o
proprietà, magari creando una società mista con il comune.
Questo
per salvaguardare gli introiti delle attività locali evitando un
interruzione che anche se solo di una stagione, porterebbe ad un
allontanamento di utenza che richiederebbe un lavoro di anni per
poter essere compensata, con l’ulteriore ed inevitabile danno della
perdita di eventuali nuovi acquirenti interessati alla stazione… e
di questo ne sappiamo qualcosa.Tale eventualità dovrà essere
sostenuta per il tempo necessario ad operare un sano traghettamento
della stazione nelle mani di un altro privato.
Il
consorzio, nei periodi in cui non si verifichi la situazione appena
accennata, non si occupa di progettazione né tantomeno si prodiga in
azioni di controllo che possano compromettere in qualche modo il
buon funzionamento della stazione.
Il
consorzio, compatibilmente ai costi che ne dovessero scaturire,
stimola la gestione ad un’eventuale apertura estiva, tramite
attività di contorno quali potrebbero essere ad esempio un noleggio
di mountain bike, un maneggio o quant’altro possa stimolare anche un
piccolo prolungamento della stagione estiva.In quest’ottica bisogna
sottolineare il fatto che il consorzio può funzionare comunque con
poche o molte forze; però ci sono chiaramente delle differenze
sostanziali che non riguardano solamente l’entità dei fondi da poter
conferire alla gestione per agevolarne l’operatività, ma interessano
anche la voce che il consorzio può avere in materia di sviluppo e
collaborazione.
Mi
spiego: se il consorzio riuscisse a coinvolgere per ipotesi 20
aziende, riuscirebbe comunque a dare un contributo adeguato alla
stazione, ottenendo allo stesso tempo i mezzi necessari a mettere in
atto le promozioni sufficienti a premiare gli associati per il
piccolo investimento.
L’operazione però resterebbe circoscritta in un piccolo volano
economico che allevierebbe sì i costi di gestione ma rinunciando
all’ambizione di poter affrontare uno sviluppo rapido perché priva
di voce in capitolo.E questo probabilmente ci lascerebbe per molto
altro tempo in balia del dondolio generato dall’alternanza di
progetti che stiamo vedendo ancora oggi.
Tutte
complicazioni che ci farebbero ripiombare in un attesa dai tempi
impossibili e soprattutto senza soluzione di continuità.Ben vengano
un miglioramento ed uno sviluppo serio, ma non possiamo permetterci
di chiudere neanche un anno.Dobbiamo riuscire a far coesistere una
programmazione di apertura continuata parallelamente a qualsiasi
piano di sviluppo venga attuato.
Penso
però che sia piuttosto evidente che la voce grossa sia più facile
farla con cifre grosse e quindi con la massa.
Abbiamo
ancora ben in mente il risultato del referendum, che pur senza la
vittoria del sì, ha comunque ottenuto una campagna mediatica
incredibile creando un interesse politico nei nostri confronti senza
precedenti.
Ora però
dobbiamo essere ancora più uniti perché il cammino è appena
cominciato e potrebbe avere una rincorsa insufficiente a coprire
tutta la strada.Se riusciamo a mettere da parte parecchi ostacoli
prettamente personali che caratterizzano normalmente lo stato di
“paese”, possiamo ottenere una visione d’impresa e cooperazione più
moderna e civile che ci darà una voce dal tono tutt’altro che
contenuto.
Questo
sarà un vantaggio da non trascurare, utile a garantirci una presenza
di peso nell’imminente (speriamo) sviluppo che ci riguarda.
Peso e
quindi aggregazione che saranno sicuramente determinanti ogni
qualvolta la politica o chiunque altro ponga degli ostacoli che
anche in fase cantieristica e di sviluppo possono essere tutt’altro
che improbabili.Non possiamo fare un referendum ogni qualvolta
troveremo un muro a fermare il nostro cammino; l’unità di cui
abbiamo bisogno possiamo trovarla anche confrontandoci senza le
pareti di una cabina elettorale ma più semplicemente e civilmente
guardandoci in faccia.
Alberto Palmieri
Consorzio Funiviario Turistico di Leonessa
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